Esplodeiltifotedesco iltemporalelospegne
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Esplodeiltifotedesco iltemporalelospegne
Garda-Baldo 31 L'ARENA Martedì 15 Luglio 2014 BARDOLINO. IltrionfoaiMondialifesteggiato sututto illago,ma l’epicentro èstato Cisano Esplodeil tifotedesco iltemporalelo spegne Castagnaro Emozionidavantialmaxi-schermoallestitosognandol’Italiainfinale Stefano Joppi Trepidazione, ansia e un urlo liberatorio al gol di Goetze, di nome Mario a ricordare un’estate italiana indimenticabile, per i tedeschi in vacanza sulla Riviera degli olivi. Una gioia che esplode al triplice fischio di chiusura, emesso dall’arbitro Nicola Rizzoli nella gara con l’Argentina che ha decretato la Germania campione del mondo. La Manschafft, la nazionale di calcio, conquista come l’Italia la quarta stella (tanta sono le volte che è salita sul gradino più alto del mondo) e dà il «là» alla festa dei tedeschi in ferie sul Benaco. Un’attesa iniziata nelle prime ore del pomeriggio e sfociata in canti, balli, brindisi e brevi caroselli d’auto. Nulla da paragonare al «nostro» tifo ma pur sempre scene di giubilo che hanno rallegrato la Riviera. Massimo un’ora dopo aver visto in tv il capitano Lahm alzare la coppa al cielo il silenzio è però tornato a caratterizzare la notte gardesana complice un temporale che ha convinto i più accesi tifosi a scappare in albergo o campeggio. Una partita vissuta con intensità. Affollati i bar nei centri storici tutti muniti di televisore e con gli esercenti più attenti alla clien- L’enormetrofeorealizzato dall’artistacon il trattore suun campo Tifosi tedeschie italianisul prato davanti al maxi-schermoaCisano Lamaglia espostain viaMameli tela d’oltrealpe a sintonizzare la parabola sul canale tedesco Das Erste per rendere il clima ancora più elettrizzante. E gli argentini? Mosche bianche. I colori dell’Albiceleste hanno fatto capolinea, in un Garda tappezzato di bandiere tedesche, a Bardolino in via Mameli al bar «Bodeguita del Diego». Oddio la maglia esposta prima della gara (Mal... messi) non era certo un inno alla gioia per i sudamericani ma solo un modo goliardico per avvicinarsi con il sorriso alla sfida mondiale. «Due ragazzi argen- era una finale con l’Italia protagonista ma gli affari non sono andati male complice le fortune calcistiche della Germania. Tedeschi che già alle 19 hanno preso d’assalto l’area attrezzata con stand enogastronomico e un maxischermo di cinque metri per tre. «Per noi è stata una soddisfazione fornire un servizio pubblico a quasi un migliaio di tifosi, per lo più stranieri», afferma il presidente Chiara Tomelin. Una soddisfazione che va oltre i seicento litri di birra spinati per l’occasione. • tini quando hanno visto la maglietta mi hanno chiesto se potevano fermarsi per seguire la partita», racconta il titolare. «Sono rimasti fino al termine e hanno incassato la sconfitta con dignità». Di argentini nemmeno l’ombra sulla spiaggia di Cisano, davanti al maxischermo allestito da comitato «Sagra dei osei». Il gruppo che organizza la centenaria sagra di settembre già questo inverno aveva deciso d’inserire nel calendario delle manifestazione del Comune la «Prima festa mondiale». La speranza L’omaggiodiGambarin aivincitorideiMondiali Lacoppadiventalandart Èunospeciale omaggioai calciatorineocampioni del mondoquello cheDario Gambarin, l’artistadiorigine castagnareseebolognese d’adozione,ha volutoriservare allasquadra della Germania chel’altraseraha innalzato l’ambitacoppa deiMondiali. Alle4.30delmattinodiieri,il poliedricoautorediland artletteralmentegesto artisticosul territorio,disolito molto vasto-è salitoancora unavoltasul suo trattorecon aratro, ha raggiunto unodegliappezzamentidella campagnadifamiglia, alle portedi Castagnaroe, sfidando iltempo incerto,inoltrecinque oresempre«a mano libera»,cioè senzatracciare primaalcunpunto olinea diriferimento -ha realizzatola sua nuova performanceartistica intitolandolasemplicemente «Germany». Suun terreno di24mila metri quadrati,Gambarinha riprodotto lacoppa delmondoin formato giganteomaggiandola squadra che,ai tempi supplementari, grazieal goldi Goetze,èriuscita a raggiungerel’agognato titolo, affondandoinun attimo tuttele speranzedella squadra sfidante, l’Argentina. Iltrofeo, cheè altoben 160 metri,è stato realizzato senza interruzioni,con unaperfezione tecnicachesolo ungrande espertodi«landart» è ingradodi raggiungere.Gambarinnon siè infattilimitatoa riprodurre inogni minimoparticolareil prestigioso trofeodella coppadelMondo Fifa, maha voluto,come è solito farein questeoccasioni, arricchirelasua performancecon un elemento che fosseingradodi trasmettere tuttal’emozioneprovatadalla squadradiJoachim Loew.«La coppa nonbastava per rendere la grandezzadi queimagiciistanti in cuii giocatori,dopo averla baciata, hannoalzatola coppa alcielo», spiegaDarioGambarin, «per questo ho decisodi“umanizzarla” aggiungendovila gioia didue giganteschiatleti stilizzatiche, esultandonelmomentodella vittoria,sorreggono il mondo intero». L’artista castagnarese nonè nuovo a temidicaratteresportivo: inquesto sensovannoricordate le suelandart dedicateai mondiali delSudafricanel 2010(quando riprodusseil ritrattodiNeleson Mandela),a Mario Balotelli, ritrattonelgiugno 2012, quelleai giochiolimpici diLondraed al maratonetaDorandoPietri, «dipinto»nell’estate dellostesso anno. E.P. BARDOLINO. «Zero45»ha ospitatol’iniziativadi Leonetti:eranopresenti anchegli assessori Albardellamovidairagazzi diventanodisabiliperunasera Decinedigiovani hannoprovato aspostarsi sullacarrozzina giocarealbuioe parlareagesti «Oracapiamochi haproblemi» Camilla Madinelli Com’è il mondo visto dalla sedia a rotelle? E come si conversa tra sordi? Scrivere e disegnare senza usare né mani né braccia è possibile? E vestirsi con un braccio solo? Prove di disabilità al bar «Zero45» in via Mameli a bardolino. Per la prima volta, grazie all’iniziativa «Zero barriere», voluta dal cavaionese Niki Leonetti nell’ambito del suo progetto «Si può fare: perché no?», di handicap fisico non si parla. Lo si «prova», in prima persona. E non a scuola o in parrocchia, luoghi solitamente deputati ad approfondimenti e programmi educativi. Si fa tutto al bar della «movida» bardolinese. « Chi lo dice, che qui ci si diverte e basta?», afferma la titolare, Myriam Ortombina. E infatti i giovani sono arrivati a decine per mettersi alla prova ed essere disabili per una sera. Tra loro anche gli assessori del Comune, che ha patrocinato l’iniziativa. In primis il neo assessore al sociale, Elena Avanzini. Una prova prevede di scrivere usando la testa al posto delle mani. «Per niente facile», afferma Anna Lonardi, 25 anni, arrivata con le amiche Elisa Baietta, 26, e Chiara Rizzi, 27, tutte di Bardolino. «Non ci pensi, però, che sia tanto complicato». In ogni caso da provare, soprattutto per loro: Anna studia scienze della formazione, Elisa pedagogia, mentre Chiara è insegnante di sostegno. «Diverso, ma interessante», commenta Sirio Bernardi, 19 anni, di Cavaion, che sperimenta questa scrittura con il compaesano Jacopo Righetti, 22, neo consigliere comunale. E continua: «Scopri come usare parti del corpo in modo diverso e inusuale». Ma è solo la prima prova del percorso. Rimangono da sperimentare sedia a rotelle, giochi da bendati, conversazioni usando la lingua dei segni (Lis). Francesca dell’associazione «Ludus in tabula» ha portato alcuni giochi da tavolo, l’associazione Galm ha messo a disposizione carrozzine e accompagnatori. «Giocare al buio? Ci si può anche divertire, è piacevole per qualche Alcuniragazzi provano ausarela sediaarotellein centro FOTO PECORA NikiLeonetti:ilprogetto è suo ora», spiega Attilio Ferrari, 34 anni, di Bardolino, dopo una partita con l’amico Stefano Marini, 31, anche lui bardolinese. «Se invece col buio ci devi fare i conti sempre, allora è un’altra storia». Avanti con le prove. Alessio Tresanti, 20 anni, di Cavaion, al termine del suo tour di Bardolino in sedia a rotelle commenta: «Faticoso, e ho provato per soli dieci minuti. Ora capisco meglio come si possa sentire chi la usa tutti i giorni». La conversazione con la Lis l’abbiamo provata anche noi, come il giro in carrozzina (vedi box). Un disastro. Serve calma e i movimenti devono essere precisi. Molto pazienti Valerio, 40 anni, di Valeggio, e la moglie Maria Paola, 35: niente voce, ma si fanno capire benissimo. Sorride Sara Sabaini, 30 anni, di Bardolino, che conosce la Lis e aiuta chi si cimenta nella chiacchierata. Al bar si ride, si scherza. «Amici e affetti sono la cura migliore, per tutti», continua Niki Leonetti. Ma si è anche molto seri. Si riflette. Si pensa a nuovi progetti. «La vita meglio assaporarla e viverla fino in fondo, sempre», invita il presidente del Galm, Gabriele De Rossi. A tutti l’immedesimazione riesce alla grande, unita alla voglia di capire e scoprire prospettive diverse su persone e cose, oppure capacità che non si sapeva di avere. E, soprattutto, la scoperta che amicizia, voglia di vivere, curiosità sono più forti di tutto. «La persona viene prima della disabilità, qualsiasi essa sia», ripete all’infinito Leonetti, disabile dalla nascita, spalleggiato dagli amici dell’associazione LiberaMente di Cavaion. Con lui ci sono anche i ragazzi dell’associazione Qualunque di Bardolino, con Stefano Campagnari in prima linea, i volontari dei gruppi Avis e Croce Rossa, quelli della East Coast eventi e produzioni, che alle feste e all’ormai famoso Festival Rama di Peschiera uniscono una forte vocazione sociale. A fine serata, infatti, hanno donato 1.100 euro al progetto di Niki. «Lo merita, avanti tutta», promette Lorenzo Rama. Leonetti non molla. Ora aspetta che altri gestori di locali e altre associazioni si facciano avanti per ospitare il suo progetto. • Dalmotorinoallasedia arotelle «Dalgiornodell’incidente tuttoèdiventatodifficile Persinosocializzare» EliaBarcellaha 34anni. Da menodi unannola sua vita è cambiataper sempre. Daquel 3settembreincui, aVerona,in motorino,èrimastovittima di unincidentestradale. Tanti mesidiospedaleetanta terapiariabilitativa nonhanno fatto il miracolo.La lesioneal midollospinalec’èeora Elia vive sulla sedia arotelle. A Bardolino,per«Zero barriere», è arrivatoperché incontatto colGalm eperchéha visto l’annunciosul nostro giornale. Parlacontutti, spiega, commenta.Ma ammette che nullaèpiùcome prima, nemmenosocializzare.Perchi è comeElia noncamminare e doversispostare insedia a rotelleèsolola punta dell’iceberg.Le ripercussioni sulfisicoela salute sono molte. Noici siamolimitate aprovare glispostamenti, guidatedal sociodelGalmAldo Orlandi,e adandarea zonzo per Bardolinoinmezzo aituristi. Camminando,percosì dire,con lasola forzadelle braccia. Orlandigarantisceche «Bardolinonon ècosìmale,le barrierearchitettoniche sono poche.Molto peggio Verona». Madopoqualchecentinaio di metri,a fiancodella chiesa, eccolilì:i gradini. Nonsono tantie nemmenoripidi.Ma bisognafaremarcia indietro. Dalì,tu e la tua sediaa rotelle «Passeggiata»in carrozzina nonscendete. L’hanno provato sullaloropelle anchel’assessore FabioSala,con delega alle politichegiovanili, eil consigliere Stefano Ottolini,come cisi sente adoverfareun giroassurdo per colpadipochiscalini. «Ripareremo,inmodo chetutti possanopassaredi qui», garantisceSala. Intanto per le viuzzela genteguarda inmodo stranoe lascia passare.Noi in compensonon sappiamodove mettere laborsae guardiamo le personedalbasso versol’alto. Casee vetrinedei negozili conosciamo,ma sembranodiversi. E,soprattutto, lestradedel centro noncisono mai sembratecosì lungheesconnesse. Fanno malele braccia,eppure sonosolo dieci minutiche«passeggiamo». Torniamo albar «Zero45». Il girodi prova disabilitàè finito. Ci alziamo. Altrettantononpossono fare alcunepersone attornoa noi. Ringraziamo,salutiamo.Sorridere è quasiimpossibile. C.M.