nuovo numero - Ordine Ingegneri Genova

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nuovo numero - Ordine Ingegneri Genova
Web Edition
N.2
Febbraio
2017
Esce dal 1949
tti
ollettino di informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria
FUGA DEI CERVELLI - DALLA REGIONE DISPONIBLITÀ PER L’APERTURA DI UN TAVOLO
OCCUPAZIONE GIOVANI INGEGNERI:
IL “PROGETTO LIGURIA” SI MUOVE
GIANFRANCO SANSALONE
a Regione Liguria non si tira indietro. Gli assessori
Giovanni Berrino (politiche del lavoro) e Ilaria Cavo
(politiche giovanili e formazione), hanno dato la loro
disponibilità per costruire un percorso comune con gli
Ingegneri liguri
che coinvolga
altri soggetti
istituzionali e
dare risposte
ai giovani delle
professioni
tecniche che
chiedono lavoro
e soprattutto
rifiutano di
andarsene
all’estero.
La proposta era
stata avanzata
il mese scorso
L
RISPOSTE POSITIVE DOPO L’INCHIESTA
PUBBLICATA DAL NOSTRO GIORNALE
E LA PROPOSTA DI UN CONFRONTO
DEGLI ORDINI CON LE ISTITUZIONI
PER CERCARE NUOVE SOLUZIONI.
“OK” DEGLI ASSESSORI BERRINO E CAVO
ALLA RICHIESTA DEL PRESIDENTE
DELLA FROIL PAOLO CARUANA.
ORVIETO: «I RISULTATI POSITIVI
DEL RAPPORTO APERTO DAL CNI
CON IL MINISTRO CALENDA».
LA MODALITÀ DELLA FORMAZIONE
“A SPORTELLO” IN LIGURIA
su questo giornale - e poi formalizzata con una lettera dal
presidente della Federazione degli Ordini degli Ingegneri,
Paolo Caruana, anche al presidente della giunta regionale
Giovanni Toti - sulla base della trattativa col ministro Carlo
Calenda da parte del Network nazionale Giovani Ingegneri
(segue a pag.2)
GENOVA - I TROPPI “BUCHI” DALL’IDEA DI PIANO AL CONCORSO PER REALIZZARLA
AREA FIERA: SUBITO GIU’ IL PALAZZO NIRA
BLUEPRINT: LE DOMANDE CHE PONIAMO
DOMENICO MUCCIO PALMA
Vice presidente vicario Ordine Ingegneri di Genova
È
il momento di essere operativi e di iniziare a dare un segnale
alla cittadinanza, alle professioni, al mondo del lavoro locale,
sulle aree dell’ormai ex complesso fieristico genovese.
Il primo passo dovrebbe essere costituito da una rapida
demolizione dell’ex edificio NIRA, compatibilmente con i tempi
strettamente tecnici.
L’edificio ha notevoli problemi dovuti alla presenza di amianto ed
è una struttura in precarie condizioni, non utilizzato da moltissimi
anni. Inoltre, considerate le impostazioni di sviluppo date all’area,
che non comprendono il riuso di diversi edifici, varrebbe la pena
di pensare alla demolizione anche degli altri volumi dell’ex polo
fieristico. Sarebbe un piccolo passo in avanti ma non sufficiente
a progettare un piano di sviluppo dell’area che sia realmente
attuabile. Occorrerebbe ben altro per completare l’idea del
Blueprint considerato che i finanziamenti già preventivati, e
dichiarati disponibili, sono insufficienti.
Intanto il concorso indetto dal Comune e appena concluso,
senza un vincitore, per l’assegnazione della progettazione
dell’idea di sistemazione del waterfront di Genova regalata alla
città dall’architetto Renzo Piano, rappresenta una piccola parte
del tutto. Le altre zone di sviluppo - per esempio le riparazioni
navali, l’area di piazzale Kennedy e relativo contesto marino,
ecc. - rimangono ancora sulla carta. E, inoltre, analizzando la
documentazione disponibile sui siti istituzionali, sorge anche il
dubbio che le affascinanti “isole” non siano poi così facilmente
raggiungibili, ossia che le infrastrutture per la mobilità possano
(segue a pag.4)
Periodico della Federazione Regionale degli Ordini
degli Ingegneri dellaWLiguria
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n. 2 - Febbraio 2017 -
ACCOLTE DAL MINISTRO ALCUNE PROPOSTE DEL CNI MENTRE IL CONFRONTO CONTINUA
«I PRIMI ACCORDI CON CALENDA»
W eb Ed iti on
(dalla prima)
e del CNI, il Consiglio Nazionale
degli Ingegneri, per fermare la fuga
di cervelli che interessa i giovani
professionisti e per offrire nuove
prospettive a chi affronta per la prima
volta il mondo del lavoro (ritrovandosi
spesso con redditi decisamente
precari).
Anche se, per quanto riguarda
proprio gli ingegneri, nella maggior
parte delle specializzazioni gli
stipendi sono più alti e l’attesa
laurea-lavoro è più breve della media
(Vedi a pag. 3).
“A&B Web Edition” ha raccontato tra
l’altro i retroscena della vertenza
aperta dal Network Giovani del
CNI con il titolare dello Sviluppo
Economico dopo una campagna
pubblicitaria del Ministero che
invitava gli stranieri a investire in
Italia perché la qualità del lavoro
ingegneristico è altissima mentre
gli stipendi dei professionisti sono i
più bassi in Europa. Scatenando una
contro-campagna diventata virale sui
socialnetwork che ha avuto il merito
di far muovere media importanti e di
far convocare i giovani ingegneri al
Mise con l’apertura di un rapporto
diretto con Calenda che ha dato già i
primi frutti.
«Al ministro - riassume Roberto
Orvieto, consigliere nazionale
dell’Ordine, ex presidente degli
ingegneri della provincia di Genova
che in seno al Cni è responsabile
dell’Ingegneria dell’Informazione e
del dipartimento Esteri - assieme
al Network Giovani guidato dal vice
presidente vicario Gianni Massa
abbiamo consegnato una lunga
lista di proposte, che sono state
valutate positivamente. Alcune sono
già state approvate: come quella di
affidare ad ingegneri la relazione
tecnica delle aziende che chiedono
super e iper-ammortamenti per
investimenti tecnologici fino a 500
mila euro nell’ambito del “Piano
Industria 4.0” previsto dalla Legge
di Stabilità. Il provvedimento è stato
2/
Web
inserito nelle Linee Guida. Oppure
l’accoglimento della richiesta di
incentivare, da parte delle Regioni,
l’apertura dei bandi europei anche
ai liberi professionisti, come da
direttiva Ue già recepita dal nostro
ordinamento ma poco seguita». Su
questo - come ricorda il presidente
del Comitato Italiano dell’Ingegneria
dell’Informazione, Mario Ascari
- Calenda ha manifestato la sua
disponibilità anticipando la prossima
emissione del bando, su cui sono al
lavoro i tecnici del Mise, “Fabbrica
Intelligente” aperto proprio ai liberi
professionisti, equiparati alle Pmi.
«Altra cosa veramente importante dice ancora Orvieto - è che il ministro
ha ormai instaurato con noi, e con i
nostri giovani, un rapporto costante.
Ci siamo incontrati diverse volte e ci
ha garantito che ci consulterà ogni
volta che ci saranno in ballo questioni
tecniche per cui troverà essenziale
una visione ingegneristica. Abbiamo
stabilito un ottimo rapporto anche con il
livello tecnico del ministero e questo sta
dando buoni frutti, perché il confronto
avviato sulle nostre proposte continua
in un clima di forte collaborazione».
«Noi chiediamo - precisa il presidente
della Federazione Paolo Caruana che lo stesso clima si possa instaurare
con le istituzioni liguri e soprattutto
con la Regione. Ci sono delle proposte,
nella piattaforma nazionale, che
possono essere sviluppate sul
territorio, con la collaborazione di
tutte le professioni tecniche, anche
se devo dire che come ingegneri
veniamo convocati in audizione su
questioni importanti come la sismica
e altri argomenti. Ma non basta,
perché generalmente i tempi sono
lunghi e le nostre competenze sono
poco utilizzate, anche se la legge
dice che agli Ordini professionali le
amministrazioni pubbliche possono
richiedere pareri gratuiti prima di
prendere decisioni su temi specifici».
Dalla Regione, come dicevamo, la
disponibilità ad aprire un tavolo per
- n. 2 - Febbraio 2017
N.1
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(segue a pag.2)
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(segue a pag.2)
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individuare un percorso comune è
arrivata dopo la richiesta ufficiale
inviata da Caruana. «Nessun problema
a convocare subito un primo incontro»,
ci ha confermato Berrino.
«Per quanto riguarda le mie
competenze sulla formazione - la
risposta di Ilaria Cavo ad “A&B” certo che sono pronta a incontrare
una categoria e un Ordine importante
come quello degli ingegneri, a
maggior ragione visto che c’è una base
operativa su cui discutere. È chiaro
che bisognerà valutare le proposte
e verificarne la fattibilità. Sui bandi,
ad esempio, noi stiamo avviando una
formazione “a sportello” che ritengo
possa essere molto interessante per le
professioni tecniche. Nel senso che le
nuove linee guida che abbiamo stabilito
prevedono di legare la formazione
al mondo del lavoro, finanziando
progetti formativi e di qualificazione
del personale già assunto o che le
aziende hanno intenzione di assumere,
con un obbligo di risposta da parte
nostra entro 60 giorni. Questo va nella
direzione del Portale Lavoro al quale
abbiamo lavorato con l’assessore
Berrino per incrociare domanda e
offerta. Ma sono d’accordo sul fatto
di mettersi intorno a un tavolo e
affrontare tutte le questioni ognuno per
le sue competenze».
Una laurea che “pesa”
ma bisogna agire
I punti del programma
per governo e Regione
econdo l’ultimo rapporto dell’Ufficio Studi
nazionale del CNI, realizzato elaborando
e analizzando i dati forniti da Almalaurea, le
lauree specialistiche/magistrali nelle materie
ingegneristiche sono ancora le più favorite per
trovare lavoro: livelli occupazionali elevati (67,6%
di occupati “reali” ad 1 anno dalla laurea), tasso di
disoccupazione su valori “frizionali” a pochi anni
dalla laurea (3,8% a 5 anni), stipendi mediamente
più alti rispetto agli altri gruppi disciplinari (1.705
€ netti al mese), ma sempre inferiori rispetto a
quanto rilevato all’estero (2.029 € netti al mese).
Ma dall’indagine emergono anche le difficoltà
che stanno affrontando gli ingegneri del settore
civile ed ambientale e la poca efficacia della laurea
triennale in ingegneria, visto che l’82,3% del primo
livello prosegue con corsi magistrali.
Un quadro certo positivo rispetto ad altre categorie:
secondo il rapporto Cresme presentato il 27
gennaio, l’Italia è ad esempio il Paese europeo con
il più alto numero di architetti in attività (2,5 ogni
mille abitanti, erano 1,6 nel 2000; la media europea
è 0,96, in Francia sono lo 0,45 per mille, nel Regno
Unito lo 0,57, in Svezia lo 0,57 mentre in Germania
1,33 ogni mille) ma si colloca al 19°posto (su 27
Paesi) per reddito. In questo quadro si capisce come
le professioni tecniche siano in sofferenza e sia
necessario intervenire.
Per gli stessi ingegneri (238.206 iscritti all’Albo, di cui
circa 7 mila in Liguria), che possono
vantare la situazione migliore, lo
stesso Mise, nel suo invito agli
investitori stranieri a puntare
sull’Italia, è arrivato a giocare sul
fatto che alla professionalità più
alta corrispondono gli stipendi più
bassi in Europa. Ed è proprio questo
che induce i giovani professionisti
che si confrontano col mercato a
cercare uno sbocco all’estero.
Secondo dati Istat appena diffusi
dall’Ufficio Statistica e Studi
Unioncamere, in Liguria, nella
fascia 25-34 anni la disoccupazione
è passata dal 6,8% nel 2004 al
16,0% nel 2015: per i maschi il
tasso è salito dal 5,2% al 15,3%, per
le donne dall’ 8,7% al 16,8%.
ono numerose le proposte su cui il Network Giovani Ingegneri e il CNI hanno aperto il confronto
con il ministro allo sviluppo Economico Carlo Calenda per contrastare la crisi occupazionale e la fuga dei
cervelli. Tra questi almeno due sono state già accolte,
e riguardano un risvolto concreto nei bandi europei
con l’apertura ai liberi professionisti (del resto sancita dalla legge che ha accolto una raccomandazione
Ue in questo senso) e con l’affidamento agli ingegneri
della perizia tecnica per le aziende che nell’ambito
del “Piano Industria 4.0” chiedono iper e super ammortamenti per investimenti tecnologici fino a 500
mila euro.
Fra le altre richieste ora al vaglio dei tecnici, la Freelance Card, con una dotazione, col meccanismo del
famoso “Bonus cultura” voluto da Renzi, per i giovani professionisti, e il sostegno per l’organizzazione
di una rete professionale internazionale che metta
in relazione i “cervelli” che hanno scelto di lavorare
all’estero con quelli rimasti in Italia per uno scambio
di esperienze.
A livello regionale, si punta a sviluppare nel territorio
alcuni progetti nazionali (in primis l’introduzione nei
bandi europei strutturali Por e Fesr dell’equiparazione, dei liberi professionisti alle PMI, possibile da
anni) e poi lo sviluppo di misure come ad esempio:
* l’aumento dei concorsi di idee e di progettazione
rivolti ai giovani;
* lo sviluppo del coworking per favorire l’incontro di
professionalità diverse negli stessi
locali per ridurre le spese e avviare
nuovi business in comune;
* l’aumento degli investimenti nella
ricerca;
* l’introduzione di incentivi per le
aziende per farle rimanere sul territorio assumendo giovani e non investendo all’estero dove la delocalizzazione procura risparmi ma impoverisce il tessuto produttivo locale;
* il rafforzamento delle infrastrutture e una maggiore attenzione alla
logistica permettendo maggiore
mobilità nella stessa regione, togliendo dall’isolamento ad esempio
province come Imperia (il caso del
Frecciargento per/da Roma, che la
taglia fuori è emblematico).
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n. 2 - Febbraio 2017 -
W e b /3
necessario un processo di «ingegnerizzazione» per lo sviluppo delle aree
E PERCHÉ NON RICORRERE A UN PPP?
(dalla prima)
risultare insufficienti. Ciò non vuol dire
che l’idea non sia buona, anzi è brillante
ed è un’altra proiezione verso il futuro
ma è necessario ingegnerizzarla per
poterla sviluppare. Come? Lo sviluppo
di un’area deve partire da un’indagine
di mercato sui fabbisogni, finalizzata a
verificare l’appetibilità degli insediamenti
verso investitori pubblici o privati, oppure
da una programmazione pubblica che, in
presenza di capitali totalmente pubblici,
sia in grado di gestire autonomamente
l’intera operazione. Ma non è il nostro
caso.
Pertanto, ecco un percorso per dare una
traccia progettuale:
1. Qual è il trend demografico della città?
Genova conta sempre meno abitanti,
quindi c’è da chiedersi se le abitazioni,
seppur in un contesto che si presume
prestigioso, siano realmente utili, oppure
se si pensa ad un mercato “stagionale”
con unità abitative destinate a diventare
“seconde case”;
2. Quali attività commerciali insediare?
Considerate le grandi superfici, il primo
pensiero è che siano destinate ad ospitare
megastore o la grande distribuzione
alimentare;
3. Servono attività artigianali? Se si,
quali? Occorre definirle. Un’idea potrebbe
essere proiettare in un campo diverso, far
sorgere un compendio agro-alimentare
del Nord Ovest da realizzarsi in sinergia
con le aree del centro storico, oppure un
insieme integrato di attività artigianali;
4. È un’area idonea per direzionale?
Forse si, se accorpata ai cantieri delle
riparazioni navali (atteso che Genova ha
già centri direzionali non pienamente
sfruttati). Tuttavia, per la realizzazione
e il potenziamento della nuova area non
sarebbe da trascurare una valutazione
di impatto ambientale. Successivamente
potrebbe essere interessante anche
esaminare la possibilità di un
insediamento abitativo ed alberghiero
collegato all’attività cantieristica;
5. Quale caratteristica si vuol dare agli
specchi d’acqua residui o anche di nuova
realizzazione? Un porticciolo turistico
con servizi simili a quelli offerti dai cugini
francesi?
Si potrebbe continuare ancora nell’analisi,
4/
Web
Domenico Muccio Palma
valutare ulteriori aspetti quali ad esempio
la viabilità, la mobilità interna alle aree
di sviluppo e l’impatto con il resto della
città ma, al di là di ulteriori considerazioni,
appare chiaro ed indifferibile che
- gli Enti che hanno aderito al “progetto”
dovrebbero definire con chiarezza
gli obiettivi per ogni “distretto”
da sviluppare e pensare alla loro
integrazione;
- considerare i vincoli e gli strumenti
urbanistico-amministrativi per
raggiungere gli obiettivi prefissati, anche
perché gli investitori non sono disponibili
ad avviare operazioni che non siano
definite nei contenuti e nei tempi;
- stabilire il timing di previsione per la
realizzazione del “piano complessivo” e,
soprattutto, la tempistica per ottenere le
autorizzazioni.
Infine, pensare alle procedure di evidenza
pubblica cui si intende far ricorso per
l’individuazione degli operatori economici,
se si intende attivare qualche forma di
Partenariato Pubblico Privato, considerato
che saranno necessari investimenti
privati per raggiungere gli obiettivi.
Sicuramente per “progettare” l’idea del
Blueprint occorrerà del tempo ma, seppur
le categorie professionali, imprenditoriali
ed artigiane reclamino iniziative per
favorire l’accesso al lavoro, non possiamo
permetterci di avviare iniziative non congrue
ma nemmeno di impiegare vent’anni
per pensare e poi avere un progetto già
vecchio; non possiamo permetterci di non
utilizzare al meglio un’area di pregio dove
- n. 2 - Febbraio 2017
abbiamo già perso Euroflora, la Fiera, con il
Salone Nautico sempre più attratto da altre
chimere.
Ed allora ritorniamo al segnale,
incominciamo a demolire l’edificio ex
NIRA e i Padiglioni ex Fiera dismessi,
nel contempo acceleriamo con la “vera
progettazione” del riordino delle aree
portuali e limitrofe come previsto dal
Blueprint, accettato ed osannato dagli
Enti coinvolti, evitiamo che diventi come
altre opere di cui si è tanto parlato e che
non sono mai nate (strutture sanitarie
che cambiano con gli anni le vallate di
destinazione fino a diventare “ospedali
del ponente” che non vedono mai la luce;
tunnel sub portuali per i quali si investono
somme importanti, finanziate dal CIPE, di
cui non si sa se debbano essere restituiti,
ma che in ogni caso sono soldi buttati
perché l’opera è stata accantonata;
oppure evitiamo che sia attanagliato da
iter procedurali talmente farraginosi da
rendere estenuante la definizione sia delle
procedure progettuali sia di quelle per
l’aggiudicazione e l’esecuzione dei lavori).
A&B-Atti e Bollettino di Informazione
degli Ordini degli Ingegneri Liguria
Mensile della Fed. Reg. Ordini degli Ingegneri
della Liguria. Reg. Tribunale Genova n. 64 del
25 marzo 1949 Anno LXVII.
N. 2 Febbraio 2017
Chiuso in redazione il 28 Febbraio 2017
Direttore Resp.: Gianfranco Sansalone
Presidente FROIL: Paolo Caruana
Segretario: Claudia Bedini
Consiglieri: Giuseppe Anselmo, Nicola Berlen,
Maurizio Michelini, Domenico Muccio Palma,
Domenico Pino, Fulvio Ricci, Marco Sartini,
Roberto Zanardi
Direttore Editoriale: Maurizio Michelini
PEC: [email protected]
www.federazioneingegneri.liguria.it
Direzione e Redazione: Piazza della Vittoria,
11/10 - 16121 Genova
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agli Albi degli Ingegneri della Liguria, alle
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