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PENISOLA/CAPRI
MERCOLEDÌ
5 ottobre 2016
#Cronaca
Il Piano stralcio prevede il “no” al rilascio dei permessi in aree a rischio idraulico
Fibrillazione al Comune di Meta ma un urbanista precisa: «Autorizzazioni possibili»
Condoni, allarme sullo stop
Un parere salva le pratiche
SALVATORE DARE
Meta
Il condono potrà essere rilasciato a patto che si rispettino due condizioni. La
prima: escludere pericoli
per il rischio idrogeologico.
La seconda: massimo rigore
nell’esame delle pratiche.
Come a dire: non allargare
troppo le maglie.
E’ quello che mette nero su
bianco l’avvocato Francesco
Saverio Esposito, esperto
urbanista. Il legale è stato
chiamato dal Comune di
Meta a chiarire gli effetti
del nuovo Piano stralcio per
l’assetto idrogeologico (Psai)
dell’Autorità di Bacino del
Sarno. Si tratta di un quadro
normativo rinnovato e che
cambia gli scenari per le
istanze di sanatoria. A Meta
e non solo, manco a dirlo,
c è ibrillazione per ciò che
issano le cosiddette norme
transitorie del testo. Ovvero
quelle che delineano l’iter
da seguire sui procedimenti
aperti prima che venisse
approvato il Psai. Nel dettaglio, il piano sancisce che
le disposizioni «sono da applicare anche alle istanze di
richiesta di sanatoria delle
opere abusive. Nel caso in
cui l’intervento non rientri
tra quelli consentiti nelle
aree classiicate a rischio, i
titoli edilizi in sanatoria non
sono ammissibili. L’Autorità
concedente è competente
a valutare la compatibilità
delle istanze con le norme di
attuazione del Psai».
Ma cos’è il Psai? E’ lo strumento con cui sono stati
issati limiti per l utilizzo del
suolo in Campania evidenziando anche quali interventi sono possibili. La regione
viene suddivisa in zone in
base a valutazioni idrauliche
e idrogeologiche. E Meta
rientra in una fascia ad alto
rischio. Ciò potrebbe costringere il Comune a rivedere
pratiche e istanze. Anche
se il vero nodo gordiano è
la mancanza di chiarezza
sulle pratiche aperte in un
periodo precedente all’adozione del Psai. Secondo l’avvocato Esposito, «le disposizioni contenute nelle norme
del Psai non sono ostative
all’esame e all’eventuale rilascio del titolo abilitativo in
sanatoria relativamente alle
istanze di condono edilizio
prodotte ai sensi della legge
47/85 e del successivo articolo 39 della legge 724/94
che si rifà alla precedente
(si tratta dei due condoni,
ndr). E però onere del Comune disporre un’istruttoria adeguata a valutare se
l’intervento per il quale è
stata chiesta la sanatoria
speciale (…) sia, in concreto,
compatibile con l’esistenza
del vincolo idrogeologico
e l’esigenza di tutela dello
stesso. Una valutazione caso
per caso da effettuarsi in
modo ovviamente rigoroso
ma che, in deinitiva, non
potrà inibire, dove l’istruttoria escluda ipotesi di pericolo
riconducibili al rischio idrogeologico, la condonabilità
dell’intervento».
Spunta dunque un’apertura
importante alla luce delle
centinaia di pratiche presentate negli ultimi anni
all’attenzione dei tecnici del
Comune di Meta. Anche se
bisognerà attendere pure
quale sia la traccia giurisprudenziale che i magistrati amministrativi andranno
a issare nei futuri contenzioso.
Passa il tempo, ma quello del
condono edilizio, si sa, resta
in ogni caso un tema molto
caldo. Tanto da richiamare
l’attenzione dei cittadini.
Non solo: l’esame dei fascicoli e il rilascio dei titoli in
sanatoria rappresenta un
“giro” virtuoso che permette
agli enti locali di incassare
ior ior di quattrini. In tal
senso, di recente, molte amministrazioni comunali della
penisola sorrentina stanno
focalizzando l’attenzione sui
numerosi casi di condoni
dimenticati andando a rinforzare gli ufici dell edilizia
privata comunali con professionisti ed esperti del settore.
Scelta condivisa pure dal
sindaco Giuseppe Tito, esponente democrat, candidato
alla Città metropolitana e
tra coloro che in penisola
discutono sulle mosse per
una modiica del Put.
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L’incontro
Terna, un’assemblea sui lavori a Capri
L’ex sindaco Lembo: «Serve chiarezza»
L’ex sindaco Ciro Lembo
“Chi...ama Capri” e la cittadinanza affollano la sala
cinema dell’isola. All’ordine
del giorno dell’adunanza
pubblica il punto della situazione sui lavori di Terna per
l’allacciamento dell’isola alla
terraferma mediante un elettrodotto sottomarino. Nella
sala gremita erano presenti
anche i sindaci e numerosi
rappresentanti delle due amministrazioni isolane. E l’associazione presieduta dall’ex
primo cittadino caprese ha
voluto un confronto aperto e
diretto dove non ha nascosto
una serie di dubbi sulla tempistica della ine dei lavori e
sulla successiva distribuzione. Il sindaco di Capri Gianni
De Martino durante il suo
intervento ha ribadito che «i
lavori procedono spediti e che
entro la prossima primavera
il problema sarà deinitivamente risolto e la centrale
della Sippic resterà ancora
come soluzione a freddo sino
all’allacciamento del secondo
cavo», ma il suo predecessore Ciro Lembo ha messo in
discussione i tempi, annun-
ADUNANZA CON I CITTADINI E GLI AMMINISTRATORI
Boom di presenze, l’ex sindaco Lembo fa il pieno
ciando anche di valutare
l’intenzione di promuovere
una manifestazione paciica
di protesta. Salvatore Ciuccio,
consigliere del gruppo di
minoranza Avanti Capri, ha
lanciato l’idea di un consiglio
comunale congiunto, dove
approvare un documento
unitario da diffondere e sostenere. Franco Cerrotta,
sindaco di Anacapri, invece,
ha sottolineato che ogni decisione riguarda entrambi
i territori isolani e che «la
problematica energetica deve
essere affrontata in maniera
unitaria».
L’assemblea dopo un’ampia
discussione ha dato mandato
“per acclamazione”, come
precisato nel verbale redatto
al termine dell’incontro, a
Ciro Lembo, in qualità di presidente dell’associazione «di
chiedere formalmente il crono-programma predisposto
dal ministero dello sviluppo
economico». Al centro degli
interessi dell’associazione
ambientalista caprese ci sta
in particolare capire tempi e modi dell’ingresso dei
cavidotti di Terna nell’attuale centrale termoelettrica,
l’accordo tra la Terna e la
Sippic sulla gestione della
cosiddetta riserva a freddo
della centrale, l’allaccio dei
cavidotti di Terna all’attuale rete di distribuzione e
la gestione dell’utenza «nei
confronti dei cittadini e costo
delle bollette».
Ciro Lembo, che ha prodotto
e protocollato già nella mattinata presso gli ufici comunali l’istanza con la quale chiede
chiarimenti alle amministrazioni di Capri e di Anacapri
sugli argomenti emersi, ha
ribadito sia nell’assemblea
che nella missiva inviata ai
sindaci di essere pronto «a
organizzare manifestazioni
di protesta paciica durante
l evento di Conindustria a
Capri» se non ci saranno
«nei prossimi quindici giorni
risposte concrete».
Marco Milano
©riproduzione riservata
MOVIMENTO
A TUTELA
DI AMBIENTE
E VIVIBILITÀ
“Chi…ama
Capri” è un’associazione
senza fini di
lucro avente
come finalità
istituzionale il
dibattito delle
problematiche
locali connesse all’ecologia,
all’economia,
alle questioni
sociali ed al
tempo libero.
Da un anno il
presidente è
Ciro Lembo,
già sindaco
di Capri tra il
2004 e il 2014,
e il consiglio
direttivo è
composto da
Mirko Avellino,
Giuseppe De
Simone, Graziano Simeoli
e Nabil Pulita,
quest’ultimo
esponente di
Legambiente. Al centro
degli obiettivi di “Chi...
ama Capri”, in
particolare ci
sono l’energia
elettrica e il
progetto di
collegamento
alla rete elettrica nazionale
“seguendo”
con puntualità i lavori
dell’elettrodotto di Terna.