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metropolisweb.it whatsApp 342 55 33 138 29 PENISOLA/CAPRI MERCOLEDÌ 5 ottobre 2016 #Cronaca Il Piano stralcio prevede il “no” al rilascio dei permessi in aree a rischio idraulico Fibrillazione al Comune di Meta ma un urbanista precisa: «Autorizzazioni possibili» Condoni, allarme sullo stop Un parere salva le pratiche SALVATORE DARE Meta Il condono potrà essere rilasciato a patto che si rispettino due condizioni. La prima: escludere pericoli per il rischio idrogeologico. La seconda: massimo rigore nell’esame delle pratiche. Come a dire: non allargare troppo le maglie. E’ quello che mette nero su bianco l’avvocato Francesco Saverio Esposito, esperto urbanista. Il legale è stato chiamato dal Comune di Meta a chiarire gli effetti del nuovo Piano stralcio per l’assetto idrogeologico (Psai) dell’Autorità di Bacino del Sarno. Si tratta di un quadro normativo rinnovato e che cambia gli scenari per le istanze di sanatoria. A Meta e non solo, manco a dirlo, c è ibrillazione per ciò che issano le cosiddette norme transitorie del testo. Ovvero quelle che delineano l’iter da seguire sui procedimenti aperti prima che venisse approvato il Psai. Nel dettaglio, il piano sancisce che le disposizioni «sono da applicare anche alle istanze di richiesta di sanatoria delle opere abusive. Nel caso in cui l’intervento non rientri tra quelli consentiti nelle aree classiicate a rischio, i titoli edilizi in sanatoria non sono ammissibili. L’Autorità concedente è competente a valutare la compatibilità delle istanze con le norme di attuazione del Psai». Ma cos’è il Psai? E’ lo strumento con cui sono stati issati limiti per l utilizzo del suolo in Campania evidenziando anche quali interventi sono possibili. La regione viene suddivisa in zone in base a valutazioni idrauliche e idrogeologiche. E Meta rientra in una fascia ad alto rischio. Ciò potrebbe costringere il Comune a rivedere pratiche e istanze. Anche se il vero nodo gordiano è la mancanza di chiarezza sulle pratiche aperte in un periodo precedente all’adozione del Psai. Secondo l’avvocato Esposito, «le disposizioni contenute nelle norme del Psai non sono ostative all’esame e all’eventuale rilascio del titolo abilitativo in sanatoria relativamente alle istanze di condono edilizio prodotte ai sensi della legge 47/85 e del successivo articolo 39 della legge 724/94 che si rifà alla precedente (si tratta dei due condoni, ndr). E però onere del Comune disporre un’istruttoria adeguata a valutare se l’intervento per il quale è stata chiesta la sanatoria speciale (…) sia, in concreto, compatibile con l’esistenza del vincolo idrogeologico e l’esigenza di tutela dello stesso. Una valutazione caso per caso da effettuarsi in modo ovviamente rigoroso ma che, in deinitiva, non potrà inibire, dove l’istruttoria escluda ipotesi di pericolo riconducibili al rischio idrogeologico, la condonabilità dell’intervento». Spunta dunque un’apertura importante alla luce delle centinaia di pratiche presentate negli ultimi anni all’attenzione dei tecnici del Comune di Meta. Anche se bisognerà attendere pure quale sia la traccia giurisprudenziale che i magistrati amministrativi andranno a issare nei futuri contenzioso. Passa il tempo, ma quello del condono edilizio, si sa, resta in ogni caso un tema molto caldo. Tanto da richiamare l’attenzione dei cittadini. Non solo: l’esame dei fascicoli e il rilascio dei titoli in sanatoria rappresenta un “giro” virtuoso che permette agli enti locali di incassare ior ior di quattrini. In tal senso, di recente, molte amministrazioni comunali della penisola sorrentina stanno focalizzando l’attenzione sui numerosi casi di condoni dimenticati andando a rinforzare gli ufici dell edilizia privata comunali con professionisti ed esperti del settore. Scelta condivisa pure dal sindaco Giuseppe Tito, esponente democrat, candidato alla Città metropolitana e tra coloro che in penisola discutono sulle mosse per una modiica del Put. ©riproduzione riservata L’incontro Terna, un’assemblea sui lavori a Capri L’ex sindaco Lembo: «Serve chiarezza» L’ex sindaco Ciro Lembo “Chi...ama Capri” e la cittadinanza affollano la sala cinema dell’isola. All’ordine del giorno dell’adunanza pubblica il punto della situazione sui lavori di Terna per l’allacciamento dell’isola alla terraferma mediante un elettrodotto sottomarino. Nella sala gremita erano presenti anche i sindaci e numerosi rappresentanti delle due amministrazioni isolane. E l’associazione presieduta dall’ex primo cittadino caprese ha voluto un confronto aperto e diretto dove non ha nascosto una serie di dubbi sulla tempistica della ine dei lavori e sulla successiva distribuzione. Il sindaco di Capri Gianni De Martino durante il suo intervento ha ribadito che «i lavori procedono spediti e che entro la prossima primavera il problema sarà deinitivamente risolto e la centrale della Sippic resterà ancora come soluzione a freddo sino all’allacciamento del secondo cavo», ma il suo predecessore Ciro Lembo ha messo in discussione i tempi, annun- ADUNANZA CON I CITTADINI E GLI AMMINISTRATORI Boom di presenze, l’ex sindaco Lembo fa il pieno ciando anche di valutare l’intenzione di promuovere una manifestazione paciica di protesta. Salvatore Ciuccio, consigliere del gruppo di minoranza Avanti Capri, ha lanciato l’idea di un consiglio comunale congiunto, dove approvare un documento unitario da diffondere e sostenere. Franco Cerrotta, sindaco di Anacapri, invece, ha sottolineato che ogni decisione riguarda entrambi i territori isolani e che «la problematica energetica deve essere affrontata in maniera unitaria». L’assemblea dopo un’ampia discussione ha dato mandato “per acclamazione”, come precisato nel verbale redatto al termine dell’incontro, a Ciro Lembo, in qualità di presidente dell’associazione «di chiedere formalmente il crono-programma predisposto dal ministero dello sviluppo economico». Al centro degli interessi dell’associazione ambientalista caprese ci sta in particolare capire tempi e modi dell’ingresso dei cavidotti di Terna nell’attuale centrale termoelettrica, l’accordo tra la Terna e la Sippic sulla gestione della cosiddetta riserva a freddo della centrale, l’allaccio dei cavidotti di Terna all’attuale rete di distribuzione e la gestione dell’utenza «nei confronti dei cittadini e costo delle bollette». Ciro Lembo, che ha prodotto e protocollato già nella mattinata presso gli ufici comunali l’istanza con la quale chiede chiarimenti alle amministrazioni di Capri e di Anacapri sugli argomenti emersi, ha ribadito sia nell’assemblea che nella missiva inviata ai sindaci di essere pronto «a organizzare manifestazioni di protesta paciica durante l evento di Conindustria a Capri» se non ci saranno «nei prossimi quindici giorni risposte concrete». Marco Milano ©riproduzione riservata MOVIMENTO A TUTELA DI AMBIENTE E VIVIBILITÀ “Chi…ama Capri” è un’associazione senza fini di lucro avente come finalità istituzionale il dibattito delle problematiche locali connesse all’ecologia, all’economia, alle questioni sociali ed al tempo libero. Da un anno il presidente è Ciro Lembo, già sindaco di Capri tra il 2004 e il 2014, e il consiglio direttivo è composto da Mirko Avellino, Giuseppe De Simone, Graziano Simeoli e Nabil Pulita, quest’ultimo esponente di Legambiente. Al centro degli obiettivi di “Chi... ama Capri”, in particolare ci sono l’energia elettrica e il progetto di collegamento alla rete elettrica nazionale “seguendo” con puntualità i lavori dell’elettrodotto di Terna.