Donna morta dopo la liposuzione indagati il chirurgo e l

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Donna morta dopo la liposuzione indagati il chirurgo e l
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LA STAMPA
MERCOLEDÌ 18 NOVEMBRE 2015
Riviera Albenga .53
.
Alassio
CHIESTA L’ARCHIVIAZIONE PER PRESCRIZIONE DELLA POSIZIONE DELL’EX PARROCO DI BORGHETTO
Caso don Zappella, mancava la querela
L’eventuale violenza sessuale non era stata denunciata dalla presunta vittima
Diocesi
GIOVANNI CIOLINA
SAVONA
L’eventuale violenza sessuale nei confronti di un giovane
uruguaiano sarebbe avvenuta «al più tardi nei primi mesi del 2005» e quindi attualmente prescritta.
Ma la decisione del sostituto procuratore Giovanni
Battista Ferro di chiedere
l’archiviazione della posizione di don Francesco Zappella, ormai ex parroco di
Sant’Antonio da Padova di
Borghetto, sarebbe maturata anche e soprattutto alla
luce della «genetica improcedibilità per mancanza di
querela» da parte della presunta parte offesa.
In sostanza il magistrato
non avrebbe avuto la possibilità di procedere, dopo una
escussione «faticosa» della
presunta vittima, per l’impossibilità di acquisire riscontri estrinseci dalla parte offesa «precipitosamente
espatriata e rientrata in Sudamerica» e di fatto avere
una denuncia rituale nei
confronti di don Zappella.
Ma il pm Ferro, nella
sua richiesta al gip, non ha
potuto prescindere dal
precedente specifico che
ha coinvolto l’allora seminarista Zappella durante
la sua permanenza a Pine-
A sinistra
don Francesco Zappella
Sotto il vescovo coadiutore
della diocesi
di Albenga
monsignor
Guglielmo
Borghetti
rolo e che ha portato il tribunale piemontese ad emettere la condanna ad un anno
e due mesi (il 9 maggio 1991)
per atti libidine violenti ai
danni di due minorenni e
che non deve minare le ragioni dell’attuale richiesta
di archiviazione.
Una decisione che però
non chiude definitivamente
il caso che ha portato don
Zappella nella tempesta ed
alla dimissioni da parte e da
vice direttore della Caritas
diocesana di Albenga.
ALBENGA. RESTANO APERTE TUTTE LE IPOTESI SULLA CAUSA DEL DECESSO
Se la condanna del tribunale piemontese ha avuto effetti importanti sugli ultimi
eventi (dimissioni), la presunta violenza sessuale consumata ai danni di Mario A.,
uruguagio di 29 anni, ed il relativo fascicolo (ora archiviato), ha spinto il vescovo di Albenga Guglielmo Borghetti
ad avviare la procedura del
processo canonico che potrebbe portare anche alla riduzione allo stato laicale del
cinquantaseienne prete del
ponente che avrebbe già lasciato la casa parrocchiale di
Borghetto per rifugiarsi in
un luogo protetto.
Resta invece aperto il filone d’inchiesta interna alla
chiesa su come Francesco
Zappella possa aver frequentato il seminario nonostante una condanna penale
per fatti così gravi. E in questo caso l’attenzione potrebbe spostarsi su monsignor
Mario Oliveri e su coloro
che dirigevano il seminario
dell’epoca. Sapevano della
condanna o sono stati ingannati anche loro?
Indiscrezioni confermano che Oliveri sapesse del
precedente, anche se in ritardo di qualche mese, ma
avrebbe cercato di aiutare
don Francesco facendogli
prendere i voti.
Maltrattamenti
alla ex moglie
Arrestato
Dovrà rispondere dell’accusa
di maltrattamenti in famiglia
per aver picchiato la ex moglie,
con la quale si era separato da
qualche tempo. In manette, domenica sera, è finito un quarantenne residente nel ponente savonese. Secondo la denuncia
della donna, quello di qualche
giorno fa non sarebbe stato
l’unico episodio in cui l’uomo ha
avuto comportamenti violenti
verso di lei. L’arresto è scattato
dopo una richiesta di intervento arrivata al centralino del 112.
Dalla ricostruzione dei militari
è emerso che tra i due ex coniugi, che si erano incontrati sotto
casa di lei, era scoppiata un’accesa discussione. Al culmine
della lite lui avrebbe alzato le
mani contro la ex compagna. A
quel punto la donna ha chiesto
l’intervento dei carabinieri, arrivati nel giro di pochi minuti.
Ai militari la donna ha raccontato di essere stata picchiata
dall’ex, ma ha rivelato anche
che non era la prima volta. I carabinieri hanno svolto gli accertamenti del caso (raccolta
anche documentazione medica
che accertasse le lesioni) e, in
accordo con il pm di turno Giovanni Battista Ferro, hanno arrestato l’uomo per maltrattamenti in famiglia. Il quarantenne sarà interrogato per la convalida del fermo già questa
mattina dal gip Maffeo. [O.STE.]
CONTROLLI A TAPPETO LUNGO L’AURELIA TRA CERIALE E ALASSIO
Donna morta dopo la liposuzione Pattuglione della polizia in Riviera
indagati il chirurgo e l’anestesista foglio di via a sei prostitute romene
Sono due, il chirurgo e l’anestesista, gli indagati per la
morte di Anna Sangineto, la
cinquantacinquenne di Zelo
Buon Persico, in provincia di
Lodi, morta una settimana fa
dopo un intervento di chirurgia estetica eseguito ad Albenga. Ieri mattina l’autopsia
effettuata dal medico legale
Sara Candosin non ha sciolto i
dubbi sulla causa della morte:
per ora restano quindi aperte
tutte le ipotesi. Per capire che
cosa sia accaduto durante l’intervento nel quale la donna è
andata in arresto cardio-re-
spiratorio, bisognerà attendere
l’esito degli esami istologici che
saranno effettuati sui campioni
prelevati dal corpo della donna
entro 90 giorni. L’esame macroscopico, eseguito alla presenza
dei consulenti di parte (gli
esperti nominati dagli indagati
sono i professori Ventura di Genova e Varetto di Torino), infatti non ha rilevato nessun segno
evidente che indicasse la causa
della morte. Anna Sangineto è
stata operata nella clinica San
Michele (estranea all’indagine)
dal chirurgo Mauro Ferraro che
doveva sottoporla ad un inter-
vento estetico, precisamente ad
una liposuzione mirata ad eliminare le rughe sul viso. Qualcosa in sala però non era andato
come doveva tanto che la paziente aveva iniziato ad avere
difficoltà a respirare. Immediato era stato l’intervento del 118
ed il trasferimento al Santa Corona dove la donna era arrivata
in stato di «choc cardiogeno».
Ogni tentativo dei sanitari di
salvarle la vita era stato inutile. I funerali si svolgeranno
domani mattina alle 11 nella
parrocchia di S. Andrea in Zelo Buon Persico.
[O.STE.]
Quarantacinque persone
controllate e foglio di via per
sei prostitute romene, sorprese ad aspettare i clienti
lungo l’Aurelia. Sono il bilancio dei controlli che, nella serata di lunedì, hanno impegnato la polizia tra Alassio e
Ceriale. Il servizio, oltre che
intorno alla criminalità diffusa, era mirato a prevenire
e contrastare anche i fenomeni della prostituzione e
dello spaccio di sostanze stupefacenti. Al pattugliamento
straordinario, che si è concentrato nelle zone di Alas-
Controlli sull’Aurelia
sio, Albenga, Ceriale e i comuni limitrofi, hanno partecipato
anche alcuni equipaggi del Reparto prevenzione crimine Liguria. Oltre alle persone i poli-
ziotti hanno controllate diverse autovetture e, come detto,
alcune prostitute. Le sei donne di origine romena sono state fermate in diversi punti lungo la via Aurelia dove, solitamente, le “lucciole” restano in
attesa dei clienti. Tutte erano
già state identificate e controllate nel corso di un servizio simile, effettuato la sera
del 12 novembre scorso. Di
conseguenza nei loro confronti è scattato il divieto di ritorno nel territorio dei comuni di
Albenga e Ceriale emesso dal
questore di Savona.
[O.STE.]