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NEWSLETTER N.9 A CURA DELLA SEZIONE ATLETICA DELL’US PRIMIERO In questo numero: Editoriale del presidente Dal mondo delle corse L’angolo tecnico A tu per tu con l’esperto La Venicemarathon vista da un protagonista. 31 ottobre 2012 FESTA DELL’ATLETICA Si è svolta mercoledi 3 ottobre questa nuova iniziativa della nostra sezione che ha visto impegnati sulla nuova pista di atletica del campo sportivo di Mezzano i nostri giovani e amatori. La Festa dell’Atletica era programmata inizialmente per sabato 29 settembre ma a causa del maltempo abbiamo dovuto spostare a mercoledi 3 ottobre nella serata, cogliendo così l’occasione per correre in pista con la nuova illuminazione da poco ultimata. Buona la partecipazione dei giovani che anche grazie alla collaborazione e partecipazione dei ragazzi della sezione orientamento erano circa una quarantina. Per loro, avevamo previsto una prova di “triathlon” che consisteva in salto in lungo-velocità-mezzofondo, prove che si sono rivelate molto stimolanti per i ragazzi. Tra gli esordienti i punteggi migliori sono stati fatti registrare da Cornelio Scalet e Stefania Orler, mentre tra i ragazzi i migliori al termine delle tre prove sono risultati Gabriele Bizzarri e Alessia Simion. Per gli amatori, invece, abbiamo organizzato tre prove su tre distanze diverse: 800-1500-3000m con la possibilità di partecipare ad una o a più prove. A farla da padrone è stato Giancarlo Simion, atleta peraltro di livello assoluto, che davanti a Michele Tavernaro e Antonio Zagonel ha guidato il gruppetto di circa una ventina di amatori che hanno portato a termine le prove. Un grazie a tutti quelli che hanno partecipato, alla sezione orientamento e ai collaboratori della sezione atletica che hanno come sempre dato il loro contributo fondamentale alla realizzazione dell’iniziativa. Manuel GRAND PRIX STRADE D’ITALIA Il Grand Prix Strade d’Italia taglia il traguardo di fine stagione. Domenica 14 ottobre, si sono svolte, al Palacongressi di Godega di Sant’Urbano (Treviso), le premiazioni finali e anche quest’anno è stata fatta in abbinata al Grand Prix Giovani. Dopo nove gare (la Maratonina Riviera dei Dogi e le prove in circuito di Treviso, Oderzo, Asiago, Tonadico, Mestre, Agordo, Feltre e Pordenone), è calato il sipario sulla 16^ edizione del più classico e prestigioso circuito italiano di corsa su strada. Una rassegna che, da aprile a settembre, ha toccato i più bei centri cittadini del Triveneto, coinvolgendo migliaia di appassionati. Sedici atleti tra cui anche un Primierotto, è salito sul gradino più alto del podio nelle graduatorie di categoria: nove uomini (Ezio Casagrande, Christian Cenedese, Giovanni Bressan, Flavio Olto, Pietro Balbo, Virginio Trentin, Gianfranco Zeni nella cat. MM60, Salvatore Puglisi e Benvenuto Pasqualini) e sette donne (Fabia Gallina, Tecla Gambalonga, Silvia Pasqualini, Giorgia Bocchetto, Gabriella Tarozzo, Daniela Menni ed Emanuela Zanin). Ma oltre al Gianfranco bisogna citare anche l’ottima prestazione di Elio Bettega che si è classificato secondo nella cat. MM50 e Fiorenza Simion anche Lei classificatasi seconda nella cat. MF 60 e oltre. Tra le società, il Venicemarathon Club, ha prevalso, questa volta in volata (minimi i distacchi), su due formazioni trevigiane, l’Atletica Valdobbiadene e la Nuova Atletica Tre Comuni, la nostra società si è classificata in nona posizione su un totale di 299 società partecipanti. Quest’anno oltre alle classifiche di categoria si è voluta stilare anche una classifica particolare su tempi compensati. una speciale graduatoria che, attraverso le tabelle di punteggio federali, mette in relazione la prestazione cronometrica con l’età dell’atleta. Di questa speciale classifica compensata hanno vinto: il trevigiano Trentin cat MM55 e la veneziana Zanin cat. MF 60 e oltre. Un ringraziamento a tutti gli atleti della Società che hanno partecipato alle gare del Grand Prix, cercando un coinvolgimento maggiore per il prossimo anno, puntando alla vetta ( o almeno tra le prime cinque ), della classifica di società. UOMINI. CLASSIFICHE DI CATEGORIA. Amatori: 1. Ezio Casagrande (Sernaglia Villanova) 592 punti, 2. Alvaro Zanoni (Atl. Vittorio Veneto) 589, 3. Denis Scorziello (Tre Comuni) 565, 4. Marco Bragagnolo (Veneto Banca Montebelluna) 519, 5. Lorenzo Donati (San Rocco) 513, 6. Roberto Zanolla (Ana Feltre) 499. MM35: 1. Christian Cenedese (Atl. Mareno) 601, 2. Alessio Chiodero (Sernaglia Villanova) 573, 3. Alessandro Marin (Gagno Ponzano) 572, 4. Luca Marchetti (Gagno Ponzano) 564, 5. Fabio Pergher (Runners Team Zanè) 556, 6. Livio Eboli (Ana Feltre) 533. MM40: 1. Giovanni Bressan (Atl. Aviano) 599, 2. Cristian Munerotto (Atl. Mareno) 574, 3. Fabio Zordan (Pol. Valdagno) 539, 4. Alessandro Buratto (Valdobbiadene) 531, 5. Fausto Soldan (Tre Comuni) 493, 6. Massimo Rizzi (Gp Livenza Sacile) 458. MM45: 1. Flavio Olto (Asd Pavanello) 603, 2. Michele Baldo (Santarossa Brugnera) 571, 3. Daris Citron (Asd Pavanello) 553, 4. Ignazio Campigotto (Tre Comuni) 542, 5. Enrico Pizzati (Idealdoor Lib. S. Biagio) 519, 6. Giuseppe Busetti (Valdobbiadene) 518. MM50: 1. Pietro Balbo (Bassano Running Store) 593, 2. Elio Bettega (Primiero) 565, 3. Gianfranco Mocellin (Bassano Running Store) 561, 4. Carlino Baccioli (Amatori Atl. Chirignago) 544, 5. Amorino Traverso (Tre Comuni) 542, 6. Mariano Guadagnini (Valdobbiadene) 512. MM55: 1. Virginio Trentin (Idealdoor Lib. S. Biagio) 605, 2. Luciano Gagno (Gagno Ponzano) 588, 3. Fiorenzo Gambato (Amatori Chirignago) 575, 4. Costante Rado (Santarossa Brugnera) 571, 5. Remo Venturato (Sernaglia Villanova) 559, 6. Giampaolo Pradal (Valdobbiadene) 523. MM60: 1. Gianfranco Zeni (Us Primiero) 592, 2. Giuliano Barizza (Atl. Carive) 571, 3. Filippo Poli (Tortellini Voltan Mestre) 567, 4. Severino Bortolini (Valdobbiadene) 553, 5. Giuseppe Braido (Atl. Vittorio Veneto) 531, 6. Paolo Foltran (Gp Livenza Sacile) 519. MM65: 1. Salvatore Puglisi (Athl. Club Bl) 605, 2. Alfio Trevisanato (Venicemarathon Club) 567, 3. Stefano Schiavo (Valdobbiadene) 551, 4. Salvatore Camin (Mastella Quinto) 533, 5. Dino Contavalli (Tre Comuni) 526. MM70 e oltre: 1. Benvenuto Pasqualini (Idealdoor Lib. S. Biagio) 605, 2. Silvano Rocchesso (Voltan Martellago) 589. DONNE. CLASSIFICHE DI CATEGORIA. Amatori: 1. Fabia Gallina (San Rocco) 591, 2. Laura Zilli (Sernaglia Villanova) 578, 3. Sheila Costantini (San Rocco) 527. MF35: 1. Tecla Gambalonga (Giro delle Mura Città di Feltre) 573, 2. Jenny Simone (Mirafiori S. Donà) 564. MF40: 1. Silvia Pasqualini (Idealdoor Lib. S. Biagio) 600, 2. Nicoletta Furlan (Tre Comuni) 512. MF45: 1. Giorgia Bocchetto (Lbm Sport Team) 603, 2. Francesca Lotto (Venezia Runners Murano) 575, 3. Rossana Dalla Libera (Tre Comuni) 570. MF50: 1. Gabriella Tarozzo (Atl. Mogliano) 595, 2. Elena Dorigo (Amatori Chirignago) 575. MF55: 1. Daniela Menni (Valdobbiadene) 585, 2. Maria Rita Fregolent (Valdobbiadene) 571, 3. Nadia Sbardella (Giro delle Mura Città di Feltre) 568, 4. Maria Angela Canella (Venicemarathon Club) 565. MF60: 1. Emanuela Zanin (Voltan Martellago) 596, 2. Fiorenza Simion (Primiero) 587, 3. Regina Bortolozzo (Venicemarathon Club) 583. CLASSIFICA COMPENSATA Uomini: 1. Virginio Trentin (Idealdoor Lib. S. Biagio) cat. MM55, 2. Flavio Olto (Asd Pavanello) cat. MM45, 3. Luciano Gagno (Gagno Ponzano) cat. MM55. CLASSIFICA COMPENSATA Donne: 1. Emanuela Zanin (Voltan Martellago) cat. MF60 e oltre, 2. Rossana Dalla Libera (Tre Comuni) cat. MF45, 3. Elena Dorigo (Amatori Chirignago) cat. MF50. SOCIETA’: 1. Venicemarathon Club 852 punti, 2. Valdobbiadene 843, 3. Nuova Atl. Tre Comuni 841, 4. Atl. San Rocco 785, 5. Gp Livenza Sacile 766, 6. Amatori Chirignago 743, 7. Atl. Sernaglia Mob. Villanova 736, 8. GS Tortellini Voltan Martellago , 9. U.S. PRIMIERO A.S.D. 734, 10. Ass. Giro delle Mura Città di Feltre 707. Antonio SCARPE DA GARA Una buona parte di podisti usa un solo paio di scarpe per svolgere gli allenamenti, mentre molti altri sostengono le sedute con vari modelli di scarpe in relazione alle differenti andature da tenere. Quando si tratta di correre ad impegno elevato, come avviene per le sedute a ritmo più veloce della corsa lenta - ed ovviamente in gara - molti podisti preferiscono utilizzare scarpe leggere. La maggioranza dei corridori utilizza scarpe che pesano poco perché sono convinti che sia il ridotto peso a consentire di correre più velocemente. In realtà non è proprio il poco peso della scarpa ad incidere sulla prestazione, anche se senza dubbio correre con 50-80 grammi in meno per ogni piede ha una sua rilevanza. Ma il vantaggio di correre con una scarpa leggera deriva dalla maggiore azione meccanica che consente una calzatura priva di particolari supporti. La scarpa da gara e da allenamenti veloci pesa poco perché, rispetto ad una scarpa di tipo ammortizzato (definita A3), ha una suola e un’intersuola meno spesse, la talloniera invece di essere in plastica è in cartone rigido, la tomaia ha meno elementi di sostegno ed inoltre vengono eliminati eventuali supporti che stabilizzano il piede nella fase di completo appoggio. Eliminando i suddetti “optional”, si riduce il peso di almeno 50 grammi, ma soprattutto la scarpa diventa più flessibile. Quando un podista prende in mano una calzatura in esposizione, la prima manovra che fa è quella di flettere la scarpa, proprio per apprezzare il grado di flessibilità dei materiali. Quanto più una scarpa si piega, tanto meno forza il piede esercita in fase di spinta, consentendo un risparmio di energie che diventa tanto più considerevole quanto più è lunga la gara. Ecco dunque dove sta il reale vantaggio di correre con una scarpa leggera. Chi gareggia e sostiene allenamenti veloci con scarpe pesanti ha lo svantaggio di faticare di più, e tale situazione è apprezzabile con un più elevato affaticamento dei muscoli delle cosce. A questo punto viene spontaneo pensare che correre sempre con scarpe leggere sia vantaggioso, ma ovviamente non è così: la scarpa leggera, avendo ridotto al minimo il potere ammortizzante e non offrendo nessuna stabilità alla fase di appoggio perché mancano i supporti specifici, affatica maggiormente i muscoli che controllano la stabilità dei piedi. Sono i muscoli del polpaccio, definiti muscoli estrinseci del piede, che sono maggiormente sollecitati nel controllo dell’appoggio del piede. Inoltre, quando si corre piano (sempre riferito al proprio livello di impegno), la fase di appoggio a terra è più lunga rispetto a quando si corre velocemente, ed in questo caso la scarpa troppo leggera non garantirebbe la necessaria dispersione delle forze d’impatto. Molti infortuni e patologie che affliggono il podista sono spesso causate dall’utilizzo di una scarpa non adeguata al proprio standard di rendimento, nel quale una forte incidenza ce l’ha anche il peso corporeo, ovviamente. Jack ..IL BAREFOOT RUNNING: COSA DICE LA SCIENZA La corsa a piedi nudi o con le cosiddette minimaliste sembra sempre più diffusa tra gli amatori. Questo per le massicce campagne pubblicitarie promosse dalle aziende interessate. Ormai tutte le maggiori marche dispongono di scarpe minimaliste. FIG. 1- FiveFingers Vibram Per scarpa minimalista si intende quelle che fanno parte della categoria A0, che pesano dai 60 ai 200 g circa. Sicuramente le più rappresentative sono le fivefinger Vibram (fig.1). Le aziende, con l’intento di aumentare le vendite, ci presentano queste calzature come la soluzione a tutti i mali del runner (dalle periostiti, alle tendiniti, al dolore alle ginocchia e alla schiena). La filosofia del barefoot (piedi scalzi) ci FIG. 2 - Hoka viene presentata dai sostenitori della corsa naturale. I nostri antenati, dicono, non avevano scarpe, si son sempre mossi a piedi scalzi e non avevano problemi di nessun genere perché la selezione naturale faceva si che chi non era una macchina perfetta non sopravvivesse. Io aggiungo anche che i nostri antenati vivevano 20-30 anni e che quindi tutto il sistema muscolo scheletrico era stressato per minor tempo; facevano un altro stile di vita e quindi non si possono paragonare i corridori di oggi ai corridori di ieri. E’ inoltre curioso come a fianco alla cultura barefoot stia prendendo piede quella delle oversize, un esempio sono le Hoka (fig. 2). La logica di queste scarpe è l’inverso: iperprotezione e quindi minimizzare lo stress articolare dovuto ai continui impatti al suolo. Due posizioni completamente differenti quindi, che vanno approfondite. Ho cercato su pubmed.gov i fondamenti scientifici che stanno alla base dello sviluppo di questo tipo di calzature, in questo numero vediamo nello specifico le minimaliste, nel prossimo le oversize. Uno studio di Michael Warburton sottolinea come la corsa a piedi scalzi diminuisca il rischio di fasciti, distorsioni della caviglia e altri infortuni e permetta una diminuzione del 4% del costo energetico (in realtà questa non è reale, ma solo una stima per il minor peso che si ha addosso). Lieberman dice che l’uomo è fatto per correre lunghe distanze senza scarpe e che, anzi, le calzature, son la causa di tutti gli infortuni. Dal punto di vista biomeccanico vale la pena precisare una cosa: mentre si corre, quando il piede è in appoggio (stance phase) viene generata una certa forza a terra, una parte della quale viene restituita dal terreno (ground reaction force, GFR) e va a scaricarsi su ginocchia, anche, schiena. FIG. 3 – la forza resituita all’arto in Nella corsa ci sono due picchi di questa appoggio durante la fase stance della corsa forza, uno avviene circa 25ms dopo l’impatto, e uno circa 100 ms dopo (fig. 3). Il primo picco (impact peak, quello minore) è la forza che viene riassorbita dall’arto al momento dell’impatto a terra. Il secondo (active peak) è la forza assorbita nel momento di midstance, ovvero quando il baricentro corporeo si trova sopra il piede. Secondo Ferber, è vero che con le scarpe minimaliste il primo picco tende a diminuire, ma questo perché si è portati ad aumentare la frequenza dei passi e quindi a parità di distanza vengono comunque effettuati un numero di appoggi maggiore. Questo potrebbe facilitare l’insorgenza di infortuni. Detto un po’ “grezzamente” correre scalzi o con scarpe minimaliste ci porta ad essere maggiormente in appoggio sull’avanpiede (provate e dopo 100 m avrete già male ai polpacci), questo permetterebbe si un miglior ammortizzamento ma solo se le strutture preposte (tendini, muscoli, articolazioni nel loro insieme) sono adeguatamente preparate (fig. 4). Sicuramente correre scalzi potrebbe essere un bell’allenamento per esercitare e rinforzare la muscolatura della gamba e la mobilità della caviglia, ma bisogna arrivarci per gradi. LA MIA ESPERIENZA: ho provato l’anno scorso, due-tre volte a settimana, a correre scalzo in pista. Ho iniziato per 400 m, poi 800, poi 1600.. non ho però mai corso più di due km poiché, nonostante avessi ottime sensazioni dal punto di vista muscolare e anche una maggior confidenza con il terreno avevo sempre il timore di esagerare. Poi, per questioni di tempo ho abbandonato la pratica ma credo possa esser un buon esercizio soprattutto per chi corre utilizzando poco la spinta della caviglia. I MIEI CONSIGLI: se volete provare a correr scalzi oppure con scarpe minimaliste: - Iniziate gradatamente, pochi metri, magari un solo giro di pista le prime volte - Fatelo su terreni morbidi (prato, sentiero, pista) - Non mettetevi obiettivi esagerati (tipo far 5000 m in pista per poter dire di averlo fatto) - Fate un bel riscaldamento e MOLTO stretching - I campioni non fanno i record scalzi o con le fivefingers, quindi non pensate di migliorare i vostri record solo cambiando scarpa FIG. 4 – differenza di appoggio tra la corsa con scarpa (sinistra) e barefoot running (destra). Si noti come l’appoggio è spostato verso l’avanpiede NICOLA [email protected] BIBLIOGRAFIA: Bramble D.M., Lieberman D.E., Endurance running and the evolution of homo, Nature, Vol 482, 2004 Warburton M. Barefoot running, Sportscience, sportsci.org, 2001 LA VENICEMARATHON DEL DALEN Dopo aver sentito parlare di maratona per molti anni da amici, parenti e conoscenti vari ho deciso di “scendere in campo” anch'io e provare in prima persona i 42,195km. Così, lo scorso Aprile, mi sono iscritto alla Venice Marathon, appuntamento tradizionale per i runners primierotti, così tradizionale che ben 25 portacolori dell'U.S. Primiero si sono iscritti alla gara. Fatta questa piccola premessa mi accingo a raccontare la Venice Marathon numero 27 conosciuta anche come “the Epic Marathon”. Le previsioni meteorologiche non davano grandi speranze ai partecipanti: pioggia, bora da nordest a 40-50km/h temperature tra i 3 e i 7 gradi e per finire l'acqua alta a Venezia, non proprio le condizioni ideali per una gara di corsa. Alla partenza i concorrenti si difendono come possono dal freddo e dalla pioggia, la soluzione più trendy sembra essere la tuta bianca da imbianchino che mette in secondo piano il vecchio sacco nero delle immondizie ed il telo termico. Così in uno scenario apocalittico caratterizzato da cielo nero e corridori che sembrano addetti al reattore di Fukushima attendo di prendere il via. Pronti? via! comincia la gara, parto con Paolo Gobber, nel giro di qualche km ci mettiamo in scia dei pace makers delle 3h10' contraddistinti da palloncini rosa, l'obbiettivo è scendere sotto questo tempo. Con il passare dei km il gruppo delle 3h10' aumenta di dimensione fino a raggiungere le 100 unità, i ristori diventano delle battaglie per accaparrarsi una bottiglia d'acqua o un pezzo di banana e si corre il rischio di perdere il treno guidato dai pacemakers. Dopo la mezza il trend si inverte, il gruppo non aumenta di dimensione ma anzi, comincia a perdere pezzi, a fine parco San Giuliano (circa 32° km) il gruppo conta circa 50 atleti ignari di cosa li aspetterà di lì a pochi km. I vento soffia fortissimo sul ponte della libertà, unico modo per arrivare a piedi a Venezia quindi tratto obbligato della maratona. Correre sul ponte è molto difficile, il vento ti sposta e la pioggia sembra grandine, lo skyline di Venezia resta sempre lì, non si avvicina, talvolta sparisce nelle nuvole per poi ricomparire sempre alla stessa distanza. Le forze cominciano a mancare quando vengo superato sulla sinistra da Alex Zanardi che traina un ragazzo 17enne in difficoltà, vuole fargli finire la prima maratona a tutti i costi! La determinazione di questo grande atleta è incredibile, impossibile pensare di “mollare” dopo averlo visto passare! Entrando a Venezia il vento non cala e cominciano i ponti, spero di vedere l'arrivo alla fine di ogni scalinata ma mi si presenta davanti sempre un nuovo ponte. Quando sto per perdere le speranze convinto di dover vagare per l'eternità tra i ponti veneziani ecco lo striscione d'arrivo, non riesco a mettere a fuoco il tempo in un primo momento, poi avvicinandomi mi rendo conto di aver fallito l'obbiettivo: di 22 secondi avendo corso in 3h10'21". Per un momento maledico la pioggia, il vento e il freddo che probabilmente mi hanno rallentato (imprecazioni esplicitate dal video dell'arrivo) ma poi vado a cambiarmi contento di aver portato a termine la mia prima maratona in condizioni climatiche diciamo 'singolari'! Vorrei sottolineare il risultato di Giancarlo (che gareggia per la società SILCA ULTRALITE di Vittorio Veneto) che torna a correre la maratona di Venezia dopo il magico esordio del 2010. Molti di voi lo avranno visto inquadrato su La7 intento a fare da lepre alle donne. Non è ben chiaro se si sia sobbarcato questo compito volontariamente o se sia stato un puro caso, fatto sta che il nostro Gian ha chiuso l maratona in 2h30'46" al 9° posto, un ottimo auspicio per la maratona che dovrebbe correre più avanti (non si sono ancora sciolte le riserve). Ecco i risultati degli atleti U.S. Primiero e affini: Giancarlo 02:30:46 Simion Levis Bort 02:48:23 Manuel Simoni 03:01:17 Daniele Orler 03:10:21 Paolo Secco 03:18:08 Lino Orler 03:22:37 Fabio Giacomel 03:23:31 Paolo Gobber 03:29:27 Ernesto Bettega 03:29:46 Luciano Loss 03:31:25 Antonella Simion 03:33:39 Antonio Scalet 03:34:48 Cecilia Simion 03:40:16 Lorenzo Loss 03:41:19 Claudio Conta 03:44:43 Mihai Enache 04:00:15 Domenico 04:01:37 Capomolla Annalisa Zanetel 04:02:42 Gianmarco 04:32:12 Pozzi Alberto Tisot 04:46:40 Fiorenza Simion 05:38:04 Complimenti a tutti i nostri maratoneti, soprattutto agli esordienti!