ANNA MARIA SIBYLLA MERIAN. A cura di Stella Teresa NAVARRA

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ANNA MARIA SIBYLLA MERIAN. A cura di Stella Teresa NAVARRA
ANNA MARIA SIBYLLA MERIAN.
A cura di Stella Teresa NAVARRA
A.A 2014-2015
Introduzione.
Maria Sibylla Merian era una naturalista precoce, considerata una
groundbreaker sia in botanica sia in zoologia, una donna di successo in
un’epoca al maschile.
Maria Sibylla rivelò per la prima volta
in
stampa,
il
mistero
della
metamorfosi.
Ai tempi in cui visse l’artista
tedesca, il disegno naturalistico aveva
un ruolo ben preciso: prima di essere
arte
era,
infatti,
fondamentale
strumento
di
documentazione,
insostituibile alleato delle scienze,
archivio e codice di divulgazione
erano il mezzo con cui riprodurre nella
maniera più oggettiva e fedele
possibile ogni particolare del mondo
naturale.
Le opere che Maria Sybilla
realizzò osservando e documentando
la natura, tanto in Europa quanto durante le sue pionieristiche spedizioni nelle
foreste del Suriname, fanno oggi parte di quel patrimonio “d’arte di scienza”
che costituisce l’anima stessa, lo spirito e il simbolo delle scienze naturali.
Maria Sibylla usa per le sue osservazioni solo la lente
d’ingrandimento e non il microscopio poiché la sua attenzione è rivolta
essenzialmente all’aspetto che oggi si definirebbe ecologico.
Il suo principale interesse si concentra, infatti, prevalentemente sulla
vita degli insetti: l’habitat, quindi le relazioni con le piante a essi legate per il
nutrimento; la riproduzione e le fasi di sviluppo. Il suo lavoro è pionieristico
perché pone in evidenza ciò che fino allora era stato poco studiato: la
metamorfosi e i rapporti ambientali degli insetti e per una donna priva di una
formazione accademica qual era Maria Sibylla questo è un merito
straordinario.
Il suo lavoro, le sue opere testimoniano la sua preparazione e la sua
indipendenza culturale. Al tempo era difficile parlare d’insetti e, addirittura,
studiarli. Erano considerate bestie di Satana. Solo alcuni eruditi conoscevano
la trasformazione degli insetti attraverso la metamorfosi. La lingua usata per
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le sue pubblicazioni era il tedesco e questo la rese nota solo a poche persone
colte ma non agli uomini di scienza che accettavano come unica lingua scritta,
il latino.
Nonostante le difficoltà, i suoi disegni, le tavole illustrate di farfalle, insetti,
ragni, serpenti e piante, sono considerati, anche oggi, dei veri e propri
capolavori.
Biografia
Anna Maria Sibylla Merian nasce a Francoforte sul Meno il 2 aprile 1647,
figlia dell’incisore e editore svizzero
Matthaus Merian il Vecchio e di Johanna
Sybilla Heim, sua seconda moglie.
A tre anni rimane orfana del padre e
la madre si risposa con Jacob Marell,
pittore di fiori.
Questa nuova figura paterna sarà
decisiva nella vita della piccola Sibylla,
alla quale insegnerà l’arte del disegno,
della pittura a olio, dell’acquarello e
dell’incisione.
All’età di tredici anni, Anna Maria
Sibylla, inizia a dipingere insetti e piante,
tramite la copia dal vivo. Li osserva nel
loro habitat naturale, li studia e li
riproduce con grande interesse.
Nel 1665 la diciottenne Maria Sibylla
Merian sposa il pittore quadraturista, Johann Andreas Graff, specializzato in
disegni prospettici di architetture e allievo del patrigno.
Due anni dopo essi si stabiliscono a Norimberga e nel 1668 hanno la prima
figlia, Johanna Helena; qui Maria continua a studiare gli insetti e il ciclo vitale
di bruchi e farfalle, considerati dalla nomea popolare, bestie diaboliche.
A quel tempo si credeva, secondo l’insegnamento di Aristotele, che gli insetti
fossero il risultato di una generazione spontanea avvenuta dalla putrefazione
del fango.
Postasi il problema di come avvenga la loro trasformazione, raccoglie bruchi
che porta nel suo laboratorio; nutrendoli e osservandone i comportamenti,
scopre come essi nascano dalle uova, che si racchiudono in un bozzolo dal
quale escono trasformati in bellissime farfalle.
Le disegna nel diverso periodo del loro sviluppo, insieme con le piante sulle
quali si situano abitualmente e delle quali si nutrono. Questa raccolta di
disegni forma la base dei suoi primi due libri: il primo viene edito nel 1675
con il titolo Neues Blumenbuch (Nuovo libro di fiori) e nel 1680, ne esce una
seconda edizione aggiornata, intitolata Florum fasciculi tres, e che comprende
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trentasei tavole di incisioni colorate di fiori con una particolare cura di
dettagli.
Nel 1678 nasce la seconda figlia, Dorothea Henrica (1678-1745), che sposerà
il pittore Georg Gsell (1673–1740) e diventerà la principale collaboratrice
della madre.
Nel 1679 Sibylla pubblica il suo secondo libro, Der Raupen wunderbare
Verwandlung und sonderbare Blumennahrung (La meravigliosa metamorfosi
dei bruchi e il loro singolare nutrirsi di fiori), un testo innovativo dove illustra
gli stadi di sviluppo di centosettantasei specie di farfalle e delle piante e dei
fiori di cui esse si nutrono.
Accanto a ciascuna tavola Maria Sibylla riporta le sue osservazioni
sulla vita di ogni insetto, con la descrizione del processo di trasformazione.
Ovviamente, formatasi in una famiglia di artisti, specialisti anche nella pittura
di nature morte, dà un particolare e prevalente valore alle immagini.
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Nel 1665, separatasi dal marito, Anna Maria va a vivere, insieme alle
sue due figlie, Johanna Helena e Dorothea Henrica e al suo fratellastro
Matthäus nel castello Waltha, in Olanda, di proprietà di Cornelis van
Sommelsdijk, governatore della colonia olandese del Suriname, al cui interno
è ospitata la comunità protestante pietista dei labadisti, fondata dal francese
Jean de Labadie.
Nel castello è anche conservata una collezione di farfalle tropicali,
sicché Anna Maria ha la possibilità di continuare a studiare e dipingere insetti.
Nel 1680 prepara un Blumenbuch, in altre parole una deliziosissima
raccolta di tavole incise su rame e colorate a mano ma senza testo questa
volta, raffiguranti singoli fiori, ghirlande, mazzolini e bouquet, con bruchi,
farfalle, ragni e altri animaletti, a uso di modelli per gli artigiani del ricamo.
Dal 1690 la comunità dei labadisti comincia a sciogliersi, dopo la morte
del suo benefattore Sommeldijk, che aveva prestato il suo castello di Walta
(Wieuwerd) alla comunità.
Sibylla così se ne allontana, anche perché desidera dare un’istruzione
migliore alle sue figlie. Così si trasferisce ad Amsterdam, per lei un gradito
ritorno in una grande città di alto livello culturale, scientifico e commerciale.
Ad Amsterdam, va ad abitare in una casa frequentata da naturalisti,
dove crea il suo laboratorio ed ha la possibilità di approfondire i suoi studi
sugli insetti e sulle piante.
Ha modo di frequentare l’Orto Botanico dove osserva le piante
d’America, d’Africa e del Pacifico: esemplari riportati da quelle lontane terre
dai commercianti e dai funzionari della Compagnia olandese delle Indie
orientali.
Visita i musei e i gabinetti di rarità della città tra cui quello di Frederick
Ruysch, professore di anatomia e botanica, padre di Rachel, la sua allieva più
dotata che diverrà l’ultima delle grandi pittrici olandesi di nature morte.
La collezione di curiosità di Levinus Vincent le è particolarmente utile,
perché ricca d’insetti di paesi stranieri e più ancora la raccolta del
borgomastro Nicolas Witsen, presidente della Compagnia delle Indie
orientali, che commissiona in quegli anni disegni a colori di piante e insetti
alla nuova sede della Compagnia al Capo di Buona Speranza.
Maria Sibylla annota: “Ho esaminato con meraviglia le diverse specie
animali portati dalle Indie orientali e occidentali”. Noterà anche però, che in
tutte quelle collezioni, per quanto preziose e affascinanti mancano qualcosa
d’importante: l’origine e le trasformazioni successive degli insetti. Tutti
quegli esemplari pur bellissimi appaiono immobili, strappati al loro contesto
naturale (non ne viene descritto l’habitat locale) e senza l’illustrazione delle
loro metamorfosi.
I suoi studi però, non la soddisfano appieno e decide, così,
d’intraprendere un lunghissimo viaggio verso il Suriname (detto anche
Guyana Olandese), dove, come lei stessa scrive nell’introduzione del suo
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Metamorphosis insectorum Surinamensium, intende trovare la spiegazione di
come gli insetti, la cui “origine” e “riproduzione” sono sconosciute, “si
trasformino da bruchi in crisalidi e così di seguito”.
Il viaggio appare rischioso e costoso, poiché non può usufruire né di
finanziamenti pubblici né privati, a causa dello scetticismo con il quale è
guardata questa inconsueta spedizione scientifica, condotta oltre tutto da una
donna.
Il borgomastro di Amsterdam le garantisce tuttavia l'assistenza della
colonia e un prestito, che Maria Sibylla pensa di poter restituire con i profitti
della vendita degli esemplari riportati dalla colonia e dalle vendite del nuovo
libro che si propone di realizzare al suo ritorno.
Grazie a quest’aiuto, Anna Maria Sibylla, nel giugno 1669, inizia il suo
avventuroso viaggio insieme a sua figlia Dorothea, che le porterà, dopo tre
mesi di navigazione, in Suriname e, precisamente, a Paramaribo, capitale
della colonia olandese. Lungo i fiumi, vicino a Paramaribo si trovano grandi
piantagioni di zucchero, lavorate da schiavi, che producono immense
ricchezze per gli europei. Subito dietro le piantagioni inizia la foresta
tropicale, umida, con i fiori che cambiano colore durante il giorno, e scimmie,
giaguari, coccodrilli, ragni e scarafaggi.
Per potervi lavorare con profitto, le due donne devono adattare le loro
tecniche: all’inizio tutto quello che raccolgono, ammuffisce o marcisce o
viene mangiato da altri insetti. Solo una piccola parte di quella lussureggiante
natura può essere osservata e classificata. Scoprono che anche nei tropici i
bruchi vivono su una sola pianta ospite. Molti si camuffano, assumono forma
e colore di cose morte.
Gli indigeni mostreranno alle studiose gli esemplari di piante, di fiori e
di frutti, specie d’insetti, d’uccelli, di serpenti, di conchiglie, fornendole anche
utili notizie.
Tornate nella casa di Paramaribo, come d’abitudine, disegnano e
dipingono parte del materiale raccolto, come ananas, manioca, patate dolci,
alberi dell’olio, papaia, e molte altre specie di frutti tipici della regione,
insieme con animali come iguane, serpenti, lucertole, rane e coccodrilli.
Sibylla, attraverso i suoi studi, scopre anche le proprietà medicinali di
alcune piante. In particolare, scrive della Flos Pavonis, i cui semi erano usati
dalle donne locali per rendere più breve il travaglio durante le doglie.
L’attenzione di Anna Maria Sibylla è diretta anche a capire la
situazione e il comportamento delle donne del posto e delle schiave nere della
Guinea e dell’Angola. Queste donne, se trattate male, arrivano addirittura a
suicidarsi, credendo di rinascere a nuova vita, libere nel loro paese natale.
Maria Sibylla sopporta il clima solo per due anni. Oltre a un attacco di
malaria o febbre gialla la inquietano le difficoltà fisiche del lavoro e la
minaccia di conflitti tra i paesi europei. Decide così di ritornare, in compagnia
della figlia e di un’assistente indigena, imbarcandosi su una nave carica di
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zucchero e legno, con centinaia di barattoli di bruchi vivi, uova, serpenti e
altri animali sotto spirito, bulbi di fiori, disegni e diari.
L’ultimo periodo di Sibylla è segnato dalla stesura, produzione e
edizione del libro Metamorphosis Insectorum Surinamensium, con sessanta
tavole incise su grandi lastre (circa 27×39) secondo i suoi disegni: tre lastre
sono incise da lei, per le altre trova tre buoni ma costosissimi incisori
olandesi. Alcuni esemplari delle tavole saranno colorati, prima da lei, poi
dalle figlie e dagli assistenti.
Maria Sibylla scrive il testo bilingue, in olandese e latino, per assicurarsi un
pubblico internazionale. Trattative per un’edizione inglese fallirono,
nonostante l’interessamento del farmacista londinese Petiver.
Il libro esce nel 1705 e suscita interesse e lodi dappertutto, essendo una delle
opere più belle e scientificamente valide dell’epoca; ma nonostante ciò non
vende abbastanza da sollevare Sibylla dalle ristrettezze economiche.
Nel 1711 subisce una parziale invalidità dopo un colpo apoplettico ma
continua a lavorare fino a, quando muore d’infarto, ad Amsterdsm il 13
gennaio 1717 all’età di settanta anni. In seguito sua figlia Dorothea in onore
di sua madre pubblicò l’Erucarum Ortus Alimentum et Paradoxa
Metamorphosis e The Caterpillar, con più di cinquanta osservazioni della
madre e un'appendice sugli insetti osservati da Johanna Helena, che si era
trasferita nel Suriname nel 1711.
Intorno al 1718 Dorothea si trasferisce a San Pietroburgo, dove
continua a lavorare come artista, per garantire la circolazione del lavoro di sua
madre.
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Maria Sibylla Merian non ha lasciato una vera e propria autobiografia
né un autoritratto; solo attraverso le sue lettere e i suoi straordinari libri si può
avere un’idea della sua personalità: riservata e schiva ma decisa e determinata
e soprattutto priva di qualsiasi preconcetto o chiusura intellettuale.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA.
http://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/anna-sustersic/maria-sybillamerian-arte-e-natura-passione-evoluzione/maggio-2013
http://www.academia.edu/6025792/Maria_Sibylla_Merian
http://www.ilpost.it/2013/04/02/maria-sibylla-merian/
http://www.sierracollege.edu/ejournals/jscnhm/v6n1/merian.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Sibylla_Merian
http://en.wikipedia.org/wiki/Maria_Sibylla_Merian
http://www.quotidiano.net/cultura/2013/04/02/867510-google-doodle-annamaria-sibylla-merian-naturalista-pittrice.shtml
http://www.epigenesys.eu/en/science-and-you/women-in-science/655-mariasibylla-merian
https://nik27536.wordpress.com/tag/metamorfosi/
http://www.segnodidonne.it/anna-maria-sibylla-merian/
http://allinformation.forumfree.it/?t=65503620
http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/maria-sibylla-merian/
http://www.downloadblog.it/post/48787/anna-maria-sibylla-merian-ungoogle-doodle-per-la-pittrice-e-naturalista-tedesca
http://blogperappunti.over-blog.it/article-anna-maria-sibylla-merian-quandoscienza-e-pittura-si-incontrano-91663949.html
http://www.getty.edu/art/exhibitions/merian/
http://www.epigenesys.eu/en/science-and-you/women-in-science/655-mariasibylla-merian
http://www.britannica.com/EBchecked/topic/542700/Maria-Sibylla-Merian
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