Edizione 2007 del Rapporto sul Sistema Camerale

Transcript

Edizione 2007 del Rapporto sul Sistema Camerale
Osservatori e rapporti
Rapporto 2007
sul sistema camerale
Strutture e servizi per l’impresa
A cura dell’Osservatorio sul Sistema camerale dell’Unioncamere
Coordinamento: Alberto Caporale, Paolo Bulleri, Michaela Travaglini.
Hanno collaborato in Unioncamere:
Mario Altavilla, Sandra Asaro, Stefano Casagrande, Orietta Castellacci, Giuseppe
Del Medico, Amedeo Del Principe, Daniele De Rita, Sabrina Diella, Gabriella Di
Girolamo, Carlo De Vincentiis, Roberto Frisari, Monica Giacomini, Barbara Longo,
Francesca Luccerini, Domenico Mauriello, Andrea Muti, Fabrizio Pacetti Bustini,
Sandro Pettinato, Fabio Pizzino, Tiziana Pompei, Marco Pozzoli, Alessandra
Procesi, Antonia Rasile, Luisa Romano, Alessandra Saraco, Pierluigi Sodini, Carlo
Spagnoli, Daniela Tauro, Francesco Vernaci, Simona Zanelli.
Hanno inoltre collaborato:
Flavia Coccia (Isnart), Domenico Simonetti (IBS),
Caterina Pampaloni (Retecamere)
© 2007 Unioncamere, Roma
Finito di stampare nel mese di dicembre 2007
da – Roma
ISBN 978-88-xxxx-xxx-x
L’utilizzo delle informazioni contenute nel presente
volume è consentito solo su autorizzazione dell’editore
Sommario
Introduzione
ANDREA MONDELLO
CAPITOLO 1. Camere Istituzioni in rete
1.1 I Consigli camerali
1.2 Le autonomie funzionali
1.3 L’Unioncamere
1.4 Il Sistema camerale nel contesto europeo
CAPITOLO 2. L’organizzazione
2.1 Gli scenari e i modelli organizzativi del Sistema camerale
2.2 La struttura della rete
2.2.1 La rete camerale: lo stadio di evoluzione
raggiunto nel 2006
2.2.2 Le Aziende speciali
2.3 Le scelte organizzative delle Camere di commercio
2.4 Le professionalità: leva per lo sviluppo e l’innovazione
2.5 La partecipazione in enti, società e infrastrutture
per il territorio
CAPITOLO 3. L’azione di servizio
3.1 e-Government
3.2 Internazionalizzazione
3.3 Orientamento, formazione, alternanza scuola-lavoro,
mercato del lavoro e università
3.4 Promozione delle filiere
3.5 Finanza e credito
3.6 Innovazione
3.7 Ambiente
3.8 Nuova impresa
3.9 Sviluppo locale
3.10 Programmazione comunitaria
3.11 Turismo e cultura
3.12 Studi, ricerche ed informazione economico-statistica
3.13 Regolazione del mercato
3.14 Responsabilità Sociale delle Imprese
9
15
17
27
42
57
58
60
66
69
77
97
109
126
138
169
183
196
204
208
213
218
224
235
242
252
Introduzione
Introduzione
Andrea Mondello
Presidente Unioncamere
9
Rapporto 2006 sul sistema camerale
10
Introduzione
11
Capitolo 1
Camere Istituzioni
1.1 I Consigli camerali
La l. 580/1993 (art. 10, comma 1) stabilisce che il numero dei componenti dei
Consigli camerali sia determinato in base al numero delle imprese iscritte nel Registro
delle imprese o nel Registro delle ditte ovvero annotate nello stesso, nel modo seguente:
• sino a 40.000 imprese:
20 consiglieri;
• da 40.001 a 80.000 imprese: 25 consiglieri;
• oltre 80.000 imprese:
30 consiglieri.
Gli Statuti definiscono la ripartizione dei consiglieri secondo le caratteristiche
economiche della circoscrizione territoriale di competenza in rappresentanza dei settori dell’agricoltura, dell’artigianato, delle assicurazioni, del commercio, del credito,
dell’industria, dei servizi alle imprese, dei trasporti e spedizioni, del turismo e degli
altri settori di rilevante interesse per l’economia della circoscrizione medesima. Nella
composizione del Consiglio deve essere assicurata la rappresentanza autonoma delle
società in forma cooperativa (art. 10, comma 2).
Il numero dei consiglieri in rappresentanza dei settori dell’agricoltura, dell’artigianato, dell’industria e del commercio deve essere pari almeno alla metà dei componenti
il Consiglio, assicurando comunque la rappresentanza degli altri settori di cui all’art.
10, comma 4.
Nei settori dell’industria, del commercio e dell’agricoltura deve essere assicurata
una rappresentanza autonoma per le piccole imprese. Nel Consiglio sono rappresentate
le organizzazioni sindacali dei lavoratori e le associazioni di tutela degli interessi dei
consumatori e degli utenti (art. 10, comma 5).
15
Rapporto 2007 sul sistema camerale
Le designazioni da parte delle organizzazioni avvengono in rapporto proporzionale
alla loro rappresentatività in ambito provinciale (art. 12, comma 2).
Nei Consigli delle Camere siedono 2.637 membri designati dalle associazioni
imprenditoriali; di questi:
• 458 sono espressione del settore dell’industria;
• 458 sono espressione del settore del commercio;
• 445 sono espressione del settore dell’artigianato;
• 303 sono espressione del settore dell’agricoltura.
I restanti 779 sono espressione di tutti gli altri settori (turismo, trasporti, cooperative ecc.).
A questi se ne aggiungono 194 in rappresentanza dei lavoratori e dei consumatori.
Tra le materie di competenza previste dalla legge per il Consiglio, vi sono la definizione degli indirizzi generali e l’approvazione del programma pluriennale di attività
della Camera di commercio; nonché il relativo bilancio preventivo, le sue variazioni e il
conto consuntivo (art. 11, comma 1).
Figura 1.1.1. Le Camere di commercio come espressione delle
strutture produttive locali: la presenza dei settori economici
nei Consigli camerali nel 2006
trasporti e spedizioni turismo
4,5%
servizi alle imprese 5,2%
9,1%
agricoltura
11,5%
artigianato
16,9%
organizzazioni
sindacali
3,7%
industria
17,4%
assicurazioni
0,5%
credito
3,6%
cooperative
3,9%
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2006
16
altro
2,7%
commercio
17,4%
associazioni
consumatori e utenti
3,7%
1. Camere Istituzioni
1.2 Le Autonomie Funzionali
In un moderno sistema pluralistico, l’articolazione istituzionale non può trovare la
propria esclusiva espressione nella rete degli enti territoriali e, cioè, degli enti legati al
circuito della rappresentanza politica generale, ma richiede l’apertura anche a soggetti
dotati di forme di legittimazione diverse.
In questa prospettiva, vengono in considerazione gli enti operanti in regime di
autonomia funzionale, in cui trovano la propria proiezione istituzionale comunità parziali e, più specificamente, le comunità alle quali si rivolge la loro azione.
Le autonomie funzionali, mettendo tali comunità in condizione di svolgere direttamente le funzioni ad esse specificamente destinate, si configurano come strumenti
di autogoverno delle stesse. Peraltro, le autonomie funzionali collocandosi sul crinale
che separa i pubblici poteri dalla società civile, corrispondono a quelle esigenze di
graduazione e di proporzionalità senza le quali il principio di sussidiarietà orizzontale
verrebbe svuotato.
Come noto l’ultima riforma costituzionale, approvata in seconda e definitiva lettura alla fine del 2005, è stata respinta in via referendaria dal corpo elettorale e con
essa anche la norma che riconosceva esplicitamente gli enti di autonomia funzionale
e attribuiva allo Stato il potere di legiferare sull’ordinamento generale di tali enti.
Attualmente, secondo la dottrina più accreditata, sulla base del testo costituzionale
in vigore, la tutela degli enti di autonomia funzionale può desumersi solo in via interpretativa.
Tuttavia, dopo la consultazione referendaria del giugno 2006, le Commissioni Affari
Costituzionali del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, dopo aver
svolto un ampio dibattito sulle possibili future prospettive delle riforme costituzionali,
hanno convenuto sull’esigenza preliminare di individuare un punto di partenza quanto
più condiviso per avviare iniziative mirate su questioni specifiche, avvalendosi anche
dell’attività svolta nella XIIIª e XIVª legislatura.
Il processo di attuazione e, dove necessario, di revisione del vigente Titolo V è
un’esigenza avvertita dalle diverse componenti territoriali e sociali del Paese, pertanto
le Commissioni Affari Costituzionali hanno convenuto sulla necessità di ricostruire un
quadro conoscitivo sulle esperienze finora acquisite.
Alla fine del 2006, le Commissioni Affari Costituzionali del Senato della Repubblica
e della Camera dei Deputati hanno congiuntamente svolto un’ampia indagine conoscitiva sullo stato di attuazione del Titolo V della Parte II della Costituzione, alla quale
l’Unioncamere ha partecipato, cogliendo l’occasione di ribadire come un’opera di chiarificazione in materia di autonomie funzionali, rivolta a rendere esplicito, quanto oggi
è implicito, contribuirebbe sensibilmente alla certezza del quadro costituzionale. Negli
oltre cento interventi è emersa con chiarezza che la necessità non è quella di proporre una nuova grande riforma complessiva della Costituzione ma di dare attuazione al
vigente Titolo V della carta costituzionale, eventualmente anche apportando specifiche
e mirate modifiche all’attuale testo costituzionale.
17
Rapporto 2007 sul sistema camerale
Oggi le autonomie funzionali, e tra di esse soprattutto le Camere di commercio,
sono chiamate a confrontarsi anche con la più recente legislazione ordinaria di carattere applicativo e con i nuovi orientamenti della giurisprudenza. In particolare, il Sistema
camerale sta lavorando per superare le problematiche applicative lasciate aperte dalla
ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni del riformato Titolo V della
Costituzione; per rendere più definita l’interpretazione dei confini tra gli enti locali e
gli enti funzionali; per contemperare le esigenze e gli obiettivi del Sistema camerale
con l’azione dei governi regionali e locali; per dare soluzione ai disagi funzionali creati
dai vincoli della finanza pubblica.
I provvedimenti normativi di interesse delle Camere di commercio
approvati nel corso del 2006 (e dei primi mesi del 2007)
Legge 27
dicembre 2006,
n. 296
Disposizioni per la formazione
del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria
2007)
Allo scopo di contrastare il declino dell’apparato produttivo,
anche mediante la salvaguardia
e consolidamento di attività e
livelli occupazionali delle imprese di dimensioni rilevanti, il
Ministero dello Sviluppo economico istituisce una apposita
struttura e prevede forme di
cooperazione con il Ministero
del Lavoro, e si avvale, per le
attività ricognitive e di monitoraggio, delle Camere di commercio (comma 852).
Al fine di coordinare specifici
interventi di contrasto al lavoro
sommerso e all’evasione contributiva, le Camere di commercio hanno l’obbligo di fornire
i propri dati agli enti pubblici
gestori di forme di previdenza ed
assistenza obbligatorie (comma
1168).
18
1. Camere Istituzioni
Decreto 7
dicembre 2006
Individuazione dei criteri per la
determinazione delle tariffe relative alle funzioni metriche svolte
dalle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura
Successivamente alla soppressione dei trasferimenti dello Stato
per l’esercizio delle funzioni già
svolte dagli uffici provinciali
metrici, il decreto stabilisce i
criteri e le modalità di determinazione dei costi sostenuti
dalle Camere di commercio per
l’esercizio di tali funzioni.
Legge 4 agosto
2006, n. 248
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 luglio
2006, n. 223, recante disposizioni
urgenti per il rilancio economico
e sociale, per il contenimento e
la razionalizzazione della spesa
pubblica, nonché interventi in
materia di entrate e di contrasto
all’evasione fiscale
Sono soppressi il REC, le autorizzazioni sulla panificazione, la
commissione per i mediatori, per
gli agenti di commercio.
È modificata la composizione
dei comitati tecnici per la rilevazione degli usi commerciali.
Per la riduzione degli adempimenti delle imprese, è prevista
la collaborazione tra le Camere
di commercio e l’Agenzia delle
entrate.
Decreto 24 luglio
2006
Approvazione dei requisiti di
accreditamento dei soggetti e/o enti
abilitati a tenere corsi di formazione per l’iscrizione nel Registro
degli organismi di conciliazione
Sono approvati i requisiti per i
soggetti e/o gli enti che intendono tenere i corsi di formazione
per l’iscrizione nel Registro.
Decreto 12 luglio
2006
Modificazioni alla tabella B allegata al decreto dirigenziale 29
luglio 2005, riguardante i diritti
di segreteria dovuti alle Camere
di commercio per il deposito delle
domande di brevetti e marchi ed
altri titoli di proprietà industriale
A seguito della disciplina del
deposito telematico delle domande di brevetto, è stata modificata
una tabella che riporta le misure
dei diritti di segreteria per servizi
svolti dalle Camere di commercio.
Decreto 10
maggio 2006
Istituzione dell’Università telematica internazionale non statale
“Universitas mercatorum”
È istituita l’Università Telematica
delle Camere di commercio.
19
Rapporto 2007 sul sistema camerale
Decreto 2 maggio
2006
Gestione delle entrate derivante
dall’Albo dei Gestori di rifiuti,
ai sensi dell’articolo 212, comma
16, del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152
Sono disciplinate la gestione delle
entrate derivanti dai diritti di
segreteria e di iscrizione all’Albo
nazionale Gestori ambientali con
un ruolo delle Camere di commercio su molti aspetti. Viene anche
istituito presso l’Unioncamere un
fondo di compensazione.
Decreto 10 aprile
2006
Deposito telematico delle domande di brevetto per invenzioni
industriali e modelli di utilità,
nonché di registrazione di disegni
e modelli industriali e di marchi
d’impresa
A partire dal 1° giugno 2006,
il deposito delle domande di
brevetto e di registrazione di
disegni, modelli industriali e di
marchi di impresa potrà essere
effettuato per via telematica.
DPR 6 aprile
2006, n. 206
Regolamento recante organizzazione e disciplina dell’Agenzia nazionale del turismo, a norma dell’articolo 12, comma 7, del decreto-legge
14 marzo 2005, n. 35, convertito,
con modificazioni, dalla legge 14
maggio 2005, n. 80
Unioncamere designa un componente del consiglio di amministrazione dell’Agenzia nazionale
del turismo; dei 40 membri del
Comitato tecnico-consultivo istituito presso l’Agenzia, uno rappresenta le Camere di commercio.
DPCM 3 aprile
2006, n. 200
Regolamento recante modalità
di coordinamento, attuazione ed
accesso al Registro informatico
degli adempimenti amministrativi
Le Camere di commercio devono
garantire l’efficienza delle operazioni di raccolta dei dati da inserire nel Registro e sono referenti,
nei confronti del Ministero delle
Attività Produttive, per alcuni
soggetti tenuti all’obbligo di trasmissione dell’elenco degli adempimenti amministrativi necessari
per l’avvio e l’esercizio dell’attività di impresa. Le Camere offrono
supporto alle amministrazioni
che non sono dotate dei necessari
strumenti informatici per l’utilizzo delle funzioni “in linea” del
Registro. Il RIAA è reso accessibile nell’ambito del portale nazionale per le imprese realizzato, tra
gli altri, dall’Unioncamere.
20
1. Camere Istituzioni
Decreto 6 aprile
2006, n. 174
Regolamento per il funzionamento
del sistema telematico delle Borse
merci italiane, con riferimento ai
prodotti agricoli, agroalimentari
ed ittici
Nel disciplinare il funzionamento e le modalità di vigilanza della
Borsa merci telematica, viene
affidata una serie di compiti
alle Camere di commercio, con
il coordinamento dell’Unioncamere.
Inoltre:
• l’Unioncamere designa, in
rappresentanza delle Camere
di commercio, tre componenti nell’organismo con funzioni di vigilanza e di indirizzo
generale della Borsa;
• alle Camere di commercio
è riservata la partecipazione
maggioritaria nella società
di gestione della piattaforma
telematica.
D. Lgs. 24 marzo
2006,
n. 155
Disciplina dell’impresa sociale,
a norma della legge 13 giugno
2005, n. 118
Si prevede che al Registro delle
imprese vengono depositati:
• gli atti costitutivi, le loro
modificazioni e gli altri fatti
relativi all’impresa sociale;
• un apposito documento che
rappresenti adeguatamente
la situazione patrimoniale ed
economica dell’impresa;
• il bilancio sociale, che rappresenta l’osservanza delle
finalità sociali da parte dell’impresa sociale.
21
Rapporto 2007 sul sistema camerale
D. Lgs. 3 aprile
2006, n. 152
Norme in materia ambientale
Sono notevolmente ampliate le
competenze dell’Albo Gestori
ambientali, con l’iscrizione di
nuovi soggetti:
• è semplificata la presentazione
del MUD, con l’esclusione
dei produttori dei rifiuti non
pericolosi;
• per la fase di riciclo dei rifiuti
viene valorizzato il mercato telematico del recupero
realizzato dalle Camere di
commercio.
Decreto 2 marzo
2006
Disposizioni per il finanziamento delle iniziative a vantaggio
dei consumatori, di cui all’articolo 148, comma 1, della legge
23 dicembre 2000, n. 388, ai
sensi dell’articolo 2 del decreto del
Ministro delle Attività Produttive
23 novembre 2004
È il decreto del Direttore generale per l’armonizzazione del
mercato (Ministero attività produttive) che individua le attività
di informazione e assistenza dei
consumatori, promozione degli
strumenti di risoluzione alternativa delle controversie da realizzare attraverso l’Unioncamere,
sulla base dei finanziamenti previsti dal DM del 23 novembre
2004.
Legge 22 febbraio
2006, n. 84
Disciplina dell’attività professionale di tintolavanderia
Le Regioni possono promuovere
con le Camere di commercio
la costituzione di commissioni arbitrali e conciliative per
la definizione delle controversie
nell’ambito dell’attività di tintolavanderie.
Legge 14 febbraio
2006, n. 55
Modifiche al codice civile in materia di patto di famiglia
Le controversie che possono sorgere nell’ambito del trasferimento dell’azienda ai discendenti
sono devolute ad uno degli organismi di conciliazione – previsti
dalla riforma del diritto societario – tra cui le Camere di
commercio.
22
1. Camere Istituzioni
Legge 23 febbraio
2006, n. 51
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre
2005, n. 273, recante definizione e
proroga di termini, nonché conseguenti disposizioni urgenti. Proroga
di termini relativi all’esercizio di
deleghe legislative
Viene prorogato anche per il
2006 il regime transitorio del
diritto annuale, previsto dalla
lettera d) del comma 4 dell’art.
18 della legge 580/1993.
Decreto 21
febbraio 2006
Modifiche e integrazioni al decreto ministeriale 11 marzo 2005
sulle modalità e condizioni per
il rilascio delle omologazioni dell’apparecchio di controllo e delle
carte tachigrafiche, nonché delle
autorizzazioni per le operazioni
di montaggio e riparazione
Vengono modificati alcuni articoli del decreto sulle modalità
per le omologazioni del nuovo
apparato digitale e delle relative carte tachigrafiche, nonché
le disposizioni per l’istruttoria
delle domande di autorizzazione
dei centri tecnici, che saranno
presentate alle Camere di commercio.
Decreto 10
febbraio 2006
Aggiornamento della tabella A
allegata al decreto 29 novembre
2004 di modificazione dei diritti
di segreteria, relativi alle visure
rilasciate dalle Camere di commercio
È il decreto che rivede l’elenco e
le misure dei diritti di segreteria
relativi alle visure.
Decreto 8
febbraio 2006
Definizione, ai sensi dell’articolo
1, comma 98, della l. 30 dicembre
2004, n. 311, per le Camere di
commercio, industria, artigianato
e agricoltura e per l’Unioncamere,
degli indicatori di equilibrio economico-finanziario, volti a fissare
criteri e limiti per le assunzioni a
tempo indeterminato, per il triennio 2005-2007
Il decreto individua gli specifici indicatori previsti dalla legge
finanziaria per il 2005, per fissare criteri e limiti per le assunzioni di personale a tempo indeterminato.
Inoltre, sono stati monitorati altri provvedimenti, il cui iter – per alcuni – non si è
concluso nel corso del 2006. Tra i più rilevanti, si citano:
23
Rapporto 2007 sul sistema camerale
Legge 2 aprile
2007, n. 40
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, recante misure
urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività
economiche e la nascita di nuove
imprese
Per la nascita dell’impresa è prevista la comunicazione unica,
che vale quale assolvimento di
tutti gli adempimenti amministrativi per l’iscrizione al Registro
delle imprese ed ha effetto se
sussistono i presupposti di legge,
ai fini previdenziali, assistenziali,
fiscali da individuare con decreto, nonché per l’ottenimento
del codice fiscale e della partita
IVA; sono previste norme di
semplificazione per le attività di
acconciatore, attività di pulizia e
disinfezione e di facchinaggio.
Legge 26 febbraio
2007, n. 17
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 dicembre 2006, n. 300, recante proroga
di termini previsti da disposizioni
legislative. Disposizioni di delegazione legislativa
È prevista la proroga del regime
transitorio del diritto annuale
anche per l’anno 2007; sono
differiti di un anno i termini per
l’invio dei bilanci ed altri atti al
Registro delle imprese con formato elaborabile.
Decreto 22 febbraio 2007
Aggiornamento ed istituzione di
diritti di segreteria delle Camere
di commercio e relativa approvazione delle tabelle A e B
Sono approvati gli importi dei
diritti di segreteria
Legge 6 febbraio
2007, n. 13
Disposizioni per l’adempimento
di obblighi comunitari derivanti
dall’appartenenza dell’Italia alle
Comunità europee – Legge comunitaria 2006
Contiene alcune norme per
la tutela dei consumatori che
vedono coinvolte le Camere di
commercio, quali soggetti di cui
il Ministero delle Sviluppo economico può avvalersi.
24
1. Camere Istituzioni
LE AUDIZIONI PRESSO LE COMMISSIONI PARLAMENTARI NEL 2006
16 gennaio 2006 – Nuova disciplina dei titoli e dei marchi di identificazione dei
metalli preziosi presso la 10° commissione della Camera dei Deputati.
Ottobre 2006 – Partecipazione al ciclo di audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul Titolo V della Parte II della Costituzione, realizzata dalle Commissioni Affari
Costituzionali di Camera e Senato.
30 novembre 2006 – Norme per la riconoscibilità e la tutela dei prodotti italiani
presso la X° commissione della Camera dei Deputati.
LE AUTONOMIE FUNZIONALI NEGLI STATUTI REGIONALI
Come noto, il ruolo e i poteri delle Regioni e di tutto il sistema delle autonomie
sono stati ridefiniti dalle leggi costituzionali n. 1 del 1999 e n. 3 del 2001, relative
alle competenze, ai ruoli e ai poteri delle Regioni. Molte e di rilievo le novità apportate dalle leggi di revisione costituzionale. In particolare, alla nuova potestà statutaria,
sottoposta al solo vincolo dell’armonia alla Costituzione, è riservata la determinazione
della forma di governo e dei principi fondamentali di organizzazione e funzionamento
della Regione.
Si configura un nuovo modello di Regione, che per l’ampiezza delle conoscenze
riconosciute può realizzarsi come soggetto politico, interpretando i bisogni delle proprie comunità, traducendoli in indirizzi programmatici. È occorso, tuttavia, del tempo
dall’approvazione delle riforme costituzionali, che hanno aperto la seconda stagione
statutaria, ancora in corso, per vedere il primo Statuto promulgato.
Ad oggi sono dieci, su un totale di quindici, le Regioni a statuto ordinario che
hanno approvato e promulgato il proprio Statuto: Puglia (maggio 2004); Calabria
(ottobre 2004); Lazio (novembre 2004); Toscana (febbraio 2005); Emilia-Romagna,
Marche, Piemonte (marzo 2005); Umbria (aprile 2005); Liguria (maggio 2005); Abruzzo
(settembre 2006). Mancano, dunque, ancora cinque Regioni: Basilicata, Campania,
Lombardia, Molise e Veneto.
25
26
–
Si
Si
Si
Si
PROMULGATO
Non approvato
PROMULGATO
PROMULGATO
PROMULGATO
PROMULGATO
Non approvato
Molise
Piemonte
Puglia
Toscana
Umbria
Veneto
Artt.17-19
Art.60
Artt.8-13-16-46
Artt.2-3-62
Artt.2-39
Artt. 2-69
Artt. 16-66
Art.58
Artt.2-54-55
Artt.11-51-73
Articoli rilevanti
-
No
No
Sì
Sì
-
No
-
No
No
No
-
No
-
Sì
programmazione
attività di
Partecipazione ad
-
Si
No
Sì
Sì
-
No
-
Sì
No
No
-
No
-
Sì
funzioni consultive
Riconoscimento di
-
No
No
Sì
Sì
-
Si
-
No
No
No
-
No
-
No
istituzionale/legisl.
all’attività
Partecipazione
Fonte: elaborazioni Osservatorio Istituzioni, Decentramento e Sussidiarietà dell’Unioncamere su dati delle Regioni
(*) Per gli Statuti non approvati non si ritiene ancora opportuno offrire dettagli sulla posizione delle autonomie funzionali stante la provvisorietà dei testi.
-
Si
Non approvato
Marche
Si
Si
PROMULGATO
PROMULGATO
Si
PROMULGATO
Lombardia
Liguria
Lazio
Romagna
Emilia
Si
PROMULGATO
Non approvato
Calabria
Campania
-
-
Non approvato
Basilicata
Si
PROMULGATO
funzionali
dello Statuto
Riconoscimento
delle autonomie
Iter
di approvazione
Abruzzo
Regioni
Tabella 1.2.1. Le autonomie funzionali nei nuovi Statuti regionali
Partecipazione ad
-
CREL
No
mazione economica
nente per la program-
Conferenza perma-
No
-
No
-
CREL
nomie locali
Consiglio delle auto-
No
-
No
-
zione
per la programma-
Conferenza regionale
organismi regionali
Rapporto 2007 sul sistema camerale
1. Camere Istituzioni
1.3 L’Unioncamere
Il Rapporto 2007 sul Sistema camerale si inserisce in un momento di importanti
riflessioni per l’intero Sistema camerale, in relazione a come va mutamdo la propria
mission per adeguarla a un mutato contesto socio-economico.
Un nuovo ruolo che deriva dal più recente scenario su cui è chiamato a confrontarsi
l’intero Sistema camerale, in cui alla politica economica generale declinata dallo Stato
centrale vanno affiancandosi le politiche di sviluppo territoriale in capo alle Regioni
Come già è avvenuto o sta avvenendo in altri Paesi europei, è indispensabile la
progressiva definizione di un quadro di coordinamento e di governance che parta da una
politica economica generale per declinarsi poi nelle diverse politiche territoriali.
L’azione dell’Unioncamere, in un quadro di riferimento di questo tipo – derivato dalle
Camere di commercio e unificante rispetto all’intervento economico in scala nazionale – deve quindi contribuire a definire il disegno generale delle iniziative di politica
economica territoriale portate avanti dal Sistema camerale, assicurare un forte ruolo di
rappresentanza e coordinamento, nonché di supporto consulenziale ed anche logistico
alla rete.
Una nuova struttura di rappresentanza che abbia quindi un compito non solo di
rappresentanza degli universi del sistema, ma di “governo condiviso” della rete, indirizzando le Camere di commercio a:
• sostenere i territori attraverso una riorganizzazione strategica del sistema delle
partecipazioni infrastrutturali delle Camere di commercio;
• Garantire alle imprese strumenti innovativi di finanziamento per lo sviluppo
competitivivo (per la crescita dimensionale, per l'innovazione di prodotto e
processo, per l’aggregazione, per l’internazionalizzazione);
• “mettere in circolo” a livello locale conoscenza, sapere e innovazione;
• Gestire l’informazione sulle economie locali quale leva dello sviluppo dei territori.
Per quanto concerne l’attività svolta nel 2006, l’Unioncamere – seguendo le priorità
stabilite nel programma triennale del sistema – ha puntato a consolidare la propria
azione su tre macro-linee di intervento:
• il potenziamento delle funzioni di rappresentanza e promozione degli interessi generali delle Camere di commercio;
• il rafforzamento dei servizi di assistenza tecnica e consulenza al Sistema camerale;
• il monitoraggio e il coordinamento delle iniziative e dei servizi delle Camere di commercio per lo sviluppo.
Per la linea d’azione dedicata alla rappresentanza e alla promozione degli interessi
generali del Sistema camerale, si sono intensificati l’impegno nelle relazioni istituzionali, il diritto d’impresa e la finanza camerale, gli studi economici e la comunicazione.
27
Rapporto 2007 sul sistema camerale
Sul fronte delle relazioni istituzionali, l’Unione ha lavorato al monitoraggio dello
stato di attuazione dei processi di riarticolazione istituzionale avviati nel nostro Paese
che vedono nella sussidiarietà orizzontale e nel riconoscimento delle autonomie funzionali degli snodi fondamentali.
La pubblicazione del Rapporto sullo stato del decentramento in Italia è servita appunto a tracciare lo stato dell’arte di quanto il riconoscimento formale (nei nuovi Statuti
regionali) del ruolo delle Camere di commercio si sia associato all’effettivo esercizio
delle funzioni loro attribuite.
Quanto alla regolazione del mercato, alla realizzazione della oramai tradizionale
“Settimana della conciliazione” (giunta alla terza edizione) ha fatto riscontro un’inedita
azione di promozione dell’arbitrato come strumento di soluzione delle controversie per
i casi previsti dal nuovo diritto societario.
In tema di diritto d’impresa e finanza camerale, l’Unioncamere ha puntato anzitutto a consolidare le relazioni tra il Registro delle imprese, il REA e gli altri albi e ruoli
delle Camere di commercio.
Il decennale del Registro è coinciso con il consolidarsi della consapevolezza della
necessità di una profonda revisione normativa in questa materia, alla luce di diverse
novità: quelle introdotte nel diritto societario e nel diritto fallimentare, nella disciplina
delle cooperative e dell’impresa agricola, quelle connesse alla diffusione della firma
digitale; ma anche quelle relative alla definizione del nuovo regolamento ed alle potenzialità legate alla condivisione di standard internazionali per i contenuti degli atti (i
bilanci in particolare), supportata dall’impiego delle tecnologie ICT più progredite.
Sul fronte degli studi economici, molto si è lavorato con l’obiettivo di affermare
la leadership dell’Unioncamere, dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne e del Sistema delle
Camere di commercio nel campo dell’analisi territoriale, affinando il sistema degli
osservatori ed elaborando nuovi strumenti conoscitivi (si veda il caso del Rapporto sulle
piccole e medie imprese, la realizzazione dell’Atlante della competitività delle Province, le
analisi sul reddito e la ricchezza delle famiglie).
Le ricerche e gli studi, oltre ad essere la fonte di conoscenza che consente all’Unioncamere di elaborare proposte credibili per le nuove policies nazionali e locali, hanno
avuto riflessi positivi anche sul versante della comunicazione, consentendo all’ente di
alimentare la propria visibilità sugli organi di stampa e le emittenti radio-televisive.
La collaborazione con le principali testate economiche nazionali ha prodotto importanti risultati, consentendo all’Unioncamere di affermarsi come fornitore costante di
informazioni. Si è poi operato con decisione per migliorare i contenuti della comunicazione on line sia dell’ente (tramite il sito web www.unioncamere.it) che del sistema
tutto (www.cameradicommercio.it), anche alla luce delle azioni necessarie al consolidamento del nuovo brand di sistema.
Grande attenzione e conseguente investimento di risorse finanziarie ed umane sono
stati dedicata al consolidamento dei servizi di assistenza tecnica e consulenza al
Sistema camerale, per cui è stata avviata un’erogazione in termini più strutturati.
28
1. Camere Istituzioni
Tutte le aree organizzative dell’Unione hanno collaborato all’alimentazione dell’infrastruttura telematica dedicata con contributi di consulenza ed approfondimento sulle
diverse tematiche (regolamenti, accordi decentrati ed applicazione del contratto nazionale, quesiti relativi al diritto annuale, la costituzione e il funzionamento dei Consigli
camerali, gli albi e i ruoli e la metrologia legale, la riforma degli appalti di servizi, il
nuovo regolamento patrimoniale e finanziario delle Camere di commercio ecc., si veda
il box di approfondimento dedicato).
Il monitoraggio delle attività delle Camere di commercio per lo sviluppo ha consentito l’avvio di un processo di rendicontazione sociale (con la redazione del bilancio
sociale dell’Unioncamere e del sistema e con l’alimentazione del relativo network) che
ha incontrato il gradimento da parte dei principali target di riferimento (istituzioni ed
associazioni di categoria su tutti); processo rendicontativo che ha trovato nelle attività
dell’Osservatorio camerale (per i servizi offerti) e di Pareto (per i rispettivi indicatori
economici e finanziari) la propria naturale base di informazioni per il confronto tra le
diverse strutture del Sistema.
Per quanto concerne le principali filiere di attività dell’Unioncamere, ed in coerenza
con quanto indicato dal programma triennale del Sistema camerale approvato per il
triennio 2004-2006, segnaliamo quanto segue:
Innovazione e trasferimento tecnologico alle imprese: l’assegnazione dell’edizione 2006 del Premio Unioncamere “Creatività e innovazione” nella scuola italiana è
stato il segnale paradigmatico dell’attenzione posta a questi temi, che hanno visto tra
gli snodi fondamentali dell’azione dell’Unione il sostegno alla nascita di nuove imprese
innovative (specie nel biomedicale e nell’agroalimentare); l’impegno a facilitare l’incontro fra domanda e offerta di innovazione (contribuendo anche alla valorizzazione
economica dei risultati della ricerca) ed a favorire l’attrazione di cervelli e di investimenti diretti esteri nei settori a più elevato contenuto tecnologico; per finire con
l’azione di accreditamento dei Centri di trasferimento tecnologico e nella promozione
dell’informazione brevettale (Pat Lib) e degli audit aziendali.
Formazione del capitale umano: l’ente ha nel corso dell’anno continuato ad
operare per un più stretto raccordo tra mondo dell’istruzione, università e imprese,
mirando a rafforzare il sistema dell’alternanza previsto dalla “riforma Moratti”, da un
lato e ad agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, dall’altro. Un più efficace coordinamento delle attività tese a sostenere la nascita e il consolidamento delle
imprese (sistema di accompagnamento all’imprenditorialità, in particolare straniera e
femminile) ha coinciso con il potenziamento degli appositi servizi di monitoraggio,
informazione, formazione e assistenza.
L’avvio della nuova Università telematica del Sistema camerale per lo sviluppo della
formazione continua ai lavoratori, che ha visto l’immatricolazione di oltre 100 allievi,
ha costituito un’importante novità.
29
Rapporto 2007 sul sistema camerale
Internazionalizzazione: l’Unioncamere ha svolto nel 2006 un’azione tesa al sostegno della rete, sviluppando la propria azione lungo tre direttrici fondamentali:
• la promozione di strumenti di informazione, a favore delle imprese che vogliono
aprirsi al mercato globale (Globus, Extender, banca dati sulla promotion pubblica);
• lo sviluppo di azioni di assistenza tecnica e logistica per le attività di internazionalizzazione delle P.M.I.;
• la politica degli accordi e delle alleanze istituzionali e il coordinamento delle relazioni di sistema.
Nell’ambito della politica di accordi strategici a livello istituzionale per il sistema
delle Camere di commercio, la collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e
quello dello Sviluppo Economico, nonché l’intesa operativa con ICE, si sono tradotte in
iniziative legate alle filiere produttive e settoriali, attuando una selezione dei progetti
verso le aree di mercato più rilevanti. A ciò hanno peraltro contribuito pure gli accordi
di collaborazione siglati dall’Unioncamere con oltre venti sistemi camerali nazionali dei
Paesi esteri.
Le attività di supporto per l’Iniziativa Centro-europea nell’area dei Balcani, le iniziative promozionali di sistema per il mercato cinese, quello indiano ed il Mediterraneo
e l’azione di raccordo tra il Sistema camerale italiano, la rete delle Camere italiane
all’estero (CCIE) e quella delle Camere di commercio miste o estere in Italia hanno rappresentato gli altri snodi fondamentali dell’azione promozionale dell’Unione in questo
ambito.
Azioni per la competitività dei territori: l’Unioncamere si è fortemente adoperata
per migliorare l’accesso delle Camere all’utilizzo dei fondi strutturali (in particolare
nelle Regioni dell’Obiettivo 1); coordinare l’impegno della rete nello sviluppo di una
solida politica delle infrastrutture (tanto per le reti fisiche che per quelle immateriali),
concentrandosi sul partenariato pubblico-privato (project financing in primo luogo); e
sulla ricostruzione di un quadro delle risorse ancora disponibili a livello nazionale e
regionale (PON e POR), per concentrare l’intervento delle Camere sugli obiettivi più
realistici ed a maggior vocazione camerale.
Per quanto concerne i temi del credito e della finanza, l’azione dell’ente ha mirato
a garantire un più coerente contributo delle Camere verso gli organismi collettivi di
garanzia fidi (attraverso la promozione di un processo di razionalizzazione per fusioni
ed incorporazioni); nonché la prosecuzione delle attività sulla riforma del Trattato
di Basilea, soprattutto indirizzata alle aziende di dimensione minore, costruendo un
modello di valutazione per il sistema bancario e finanziario.
Politiche per la promozione delle filiere: in questo campo l’Unioncamere ha privilegiato sempre più una logica di filiera, adattando gli interventi di sistema agli specifici
problemi dei diversi operatori.
30
1. Camere Istituzioni
Nell’agroalimentare sono proseguiti i lavori sulla tracciabilità dei prodotti e sulla
denominazione di origine sia dei vini, che degli altri settorioltre alla promozione
dei prodotti in collaborazione con l’agenzia BuonItalia. Una particolare attenzione è
stata dedicata ai problemi della sicurezza alimentare; alla valorizzazione della filiera
vitivinicola; al potenziamento dei laboratori camerali; ai servizi per i distretti rurali e
agroalimentari di qualità; alla definizione di iniziative di sistema per lo sviluppo del
settore dei metalli preziosi e della filiera della moda (comprese le attività a tutela dei
consumatori, ad es. ai fini delle attività di verifica effettuate dalle Camere di commercio nel campo della lotta alla contraffazione).
Turismo: l’Unioncamere ritiene indispensabile che le politiche di sviluppo e valorizzazione della filiera del turismo siano poste di nuovo al centro dell’agenda della politica
economica del Paese; coerentemente con questa impostazione, nel corso del 2006 si
è dato avvio ad un grande progetto da realizzarsi su scala nazionale in collaborazione
con ISNART, basato sul miglioramento delle capacità di analisi e previsione del settore
già proprie di molte Camere a livello locale.
Inoltre si è puntato fortemente sulla qualificazione dell’offerta turistica, con una
sorta di certificazione dell’affidabilità delle imprese, anche in vista di una borsa telematica dedicata.
Merita evidenziare come vada parallelamente maturando in molte Camere di commercio una nuova sensibilità dell’importanza della valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese ai fini dell’attrazione di nuovi flussi turistici qualificati; l’aumento
degli eventi culturali (mostre, festival, eventi) direttamente promossi e/o cosponsorizzati dalle Camere, stanno a dimostrarlo.
31
32
Unioncamere-Cnipa-Inps
Unioncamere-Ministero Economia e Finanza
Convenzione
Protocollo di Intesa
Unioncamere-Presidenza del Consiglio
08/03/2006
Realizzazione collegamento telematico tra
la banca dati DI.S.E.T e siti internet del
Sistema camerale per promozione e diffusione
“Opportunità territoriali di investimento”
09/03/2006
Protocollo di Intesa
Per il rilascio delle carte tachigrafiche di controllo
Completamento Intesa Operativa 2005 volto alla 08/03/2006
realizzazione del Programma di attività
Intesa operativa per il monitoraggio del mercato 08/03/2006
del lavoro e per il collocamento nel mondo del
lavoro di personale militare volontario congedato
nelle strutture delle 5 CdC del Lazio
Unioncamere-Infocamere-Anci
15/05/2006
15/05/2006
15/05/2006
26/05/2006
07/06/2006
15/12/2006
19/12/2006
2 anni
(Tacitamente rinnovata
di biennio in biennio
salvo disdetta dei contraenti)
31/12/2008
Salvo disdetta 3 mesi
prima di una delle parti
5 anni
Salvo disdetta di una
delle parti 2 mesi prima
della scadenza
31/12/2006
31/12/2006
Salvo rinnovo
per il 2007
3 anni
(Salvo proroga)
31/12/2007
Indeterminato
31/12/2007
15/12/2010
19/12/2007
Data stipula Durata
01/03/2007 01/03/2007
Completamento
Unioncamere-ICE
Intesa operativa 2005
Intesa operativa
Unioncamere-Ministero Difesa-5 Camere di
commercio del Lazio
Atto Aggiuntivo al
Protocollo di Intesa
(sottoscritto in data
23 luglio 2003)
Convenzione
Contratto
Convenzione
Accordo
Unioncamere-ICE
Intesa Operativa
Argomento
Fornitura servizi di assistenza su tematiche europee per AIC FORUM
Programmi congiunti tra Ice e Sistema camerale
per il 2006-2007
Portale dei servizi alle imprese
Sviluppo e diffusione al sistema imprenditoriale
dei nuovi sistemi di e-procurement
Unioncamere-Federazione Camere di commercio Per lo sviluppo economico, tecnico e scientifico
e industria della Federazione Russa
in accordo con le rispettive legislazioni
Unioncamere-Governo Italiano e Organizzazione Portale telematico interregionale di promozione
Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura turistica
(FAO)
Unioncamere-Tecnopolis
Programma comunicazione per 60° anniversario
FAO
Unioncamere-Ministero delle Attività Produttive- Prolungamento e rifinanziamento del progetto
Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie
“Servizi Integrati alle Imprese – portale www.
impresa.gov.it”
Partecipanti
Unioncamere Bruxelles-AIC FORUM
Nome accordo
Convenzione
Tabella 1.3.1. L’azione di raccordo politico-istituzionale svolta dall’Unioncamere: gli accordi conclusi
nel 2006
(aggiornato a gennaio 2007)
Rapporto 2007 sul sistema camerale
1. Camere Istituzioni
Il Servizio On Line di Assistenza Tecnica e Consulenza
alle Camere di commercio
Nel settembre del 2006 l’Unioncamere ha avviato il nuovo sito web www.unioncamere.
net creato come strumento di affiancamento on line alle Camere di commercio ed alle loro
strutture operative nello svolgimento delle attività istituzionali. Obiettivo del sito è quello di
sistematizzare, consolidare e migliorare in termini di accessibilità e tempestività i servizi di
assistenza tecnica alle Camere di commercio, valorizzando al contempo l’esperienza maturata
e promuovendo le migliori pratiche che emergono dai territori in una dimensione di rete.
Accanto alla parte pubblica e più strettamente informativa del sito (rassegna stampa, archivio delle newsletter, documentazione di rilievo per il sistema, link ai siti web dei progetti
di sistema quali LavoroPA, il progetto CRM, la documentazione sul commercio estero,
quella relativa ai Fondi comunitari, i progetti Campus e Pareto), ne sono state attivate altre
33
Rapporto 2007 sul sistema camerale
riservate alla sola utenza camerale, quali ad es. i servizi relativi al Fondo di perequazione, al
Fondo intercamerale e la raccolta delle informazioni relativa all’Osservatorio annuale sulle
Camere di commercio e le loro Aziende speciali.
Tutti i Segretari generali delle Camere hanno ricevuto una password personale preassegnata
che consente loro di accedere a tale area riservata del sistema (peraltro esiste la possibilità di
chiedere tale abilitazione al servizio anche per i loro collaboratori).
Si è poi dato avvio ad un nuovo servizio di consulenza on line che consente la trasmissione
direttamente via web di specifici quesiti all’Unioncamere, di ricevere risposte adeguate in
tempi ragionevoli, nonché di consultare un’area archivio delle risposte e consulenze fornite.
I servizi offerti dal sito hanno incontrato un forte successo da parte del Sistema camerale
(cfr. i grafici successivi, relativi all’andamento degli accessi al sito e dei materiali di approfondimento quali notizie, segnalazioni, documentazione tecnico-normativa scaricati o letti
dal sito).
Le aree tematiche per le quali è stata attivata l’assistenza on line sono:
Il sito “www.unioncamere.net”
140.000
115.355
105.000
94.259
70.000
57.331
36.481
35.000
0
Accessi al sito
Totali
34
Accessi all'area applicativa con password
di cui nel 2007
1. Camere Istituzioni
Documenti scaricati o letti direttamente dal sito
30.000
27.051
26.899
20.000
10.000
6.729
2.353
0
2005
Da sezione "NEWS"
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
2006
Da sezione "DOCUMENTI"
Albi e ruoli;
Ambiente;
Commercio estero e cronotachigrafi;
Composizione dei Consigli camerali;
Contrattualistica, contabilità e aspetti fiscali;
Costituzione e funzionamento dei Consigli camerali;
Diritto annuale;
Fondo perequativo;
Interpretazione normativa;
Rapporto di lavoro, relazioni sindacali e organizzazione;
Registro imprese;
Sistemi di programmazione e valutazione.
Il sistema consente appunto di creare un database con tutti i quesiti evasi in forma pubblica,
sì da poter condividere tali informazioni tra tutte le Camere di commercio.
35
Rapporto 2007 sul sistema camerale
Riportiamo alcuni dati relativi alla fase di avvio del sistema (periodo settembre-dicembre
2006):
• 40 Segretari generali hanno abilitato 247 collaboratori all’utilizzo del servizio di assistenza tecnica e consulenza;
• 1.062 sono stati gli accessi complessivi al sistema, di cui 287 da parte dei Segretari
generali e 775 da parte dei loro collaboratori;
• 79 i quesiti pervenuti (a 63 di questi è stata data risposta);
• 88 i commenti ed approfondimenti redatti dai dirigenti e funzionari Unioncamere in
relazione ai principali temi di interesse comune (di cui 31 in risposta a quesiti pervenuti).
Quesiti pervenuti
Albi e ruoli
14%
Registro imprese
16%
Commercio estero
3%
Rapporto di lavoro,
relazioni sindacali e
organizzazione
20%
Interpretazione
normativa
9%
36
Composizione deii
Consigli camerali
13%
Diritto annuale
4%
Costituzione e
funzionamento Consigli
camerali
5%
Contrattualistica
contabilità e aspettii
fiscali
16%
1. Camere Istituzioni
Risposte in archivio pubblico
Rapporto di lavoro,
relazioni sindacali
e organizzazione
32%
Registro imprese
6%
Albi e ruoli
7%
Commercio estero
44%
Diritto annuale
3%
Costituzione e
funzionamento Consigli
camerali
2%
Contrattualistica,
contabilità e aspetti
fiscali
1%
Composizione dei
consigli camerali
5%
• 807 le consultazioni dei quesiti inseriti nell’archivio pubblico, suddivisi nel modo
seguente:
Consultazioni in archivio pubblico
Registro imprese
5%
Albi e ruoli
4%
Commercio estero
24%
Composizione dei
Consigli camerali
3%
Rapporto di lavoro,,
relazioni sindacali e
organizzazione
47%
Diritto annuale
5%
Contrattualistica,
contabilità e aspetti
fiscali
Costituzione e
8%
funzionamento Consigli
camerali
4%
37
Rapporto 2007 sul sistema camerale
A “caccia” di migliori prassi: i viaggi di studio dell’Unioncamere
Unioncamere ha deciso nel corso dell’anno di dare sistematicità ad alcune iniziative di
viaggio di studio organizzate in collaborazione con il Sistema camerale negli anni passati
(ricordiamo le esperienze in Inghilterra nel 2004 ed in Germania nel 2005, rispettivamente
dedicate ai temi dell’innovazione, dei rapporti tra università ed imprese e del trasferimento
tecnologico), ritenendo utile che almeno una delle annuali occasioni di incontro e confronto tra i Segretari generali delle Camere di commercio assumesse appunto la forma del
learning tour.
Obiettivo di quello che vuole diventare un appuntamento tendenzialmente annuale è realizzare un’attività di confronto con modelli ed esperienze di rappresentanza imprenditoriale
e di azione promozionale camerale maturati negli altri Paesi europei, traendone spunti ed
insegnamenti che possano contribuire alla riflessione strategica sul ruolo e le responsabilità
crescenti della figura professionale del Segretario generale della Camera di commercio (e
dei dirigenti apicali del Sistema camerale, in coerenza con quelli che sono gli obiettivi
dello stesso programma “Campus-Sviluppo della Dirigenza e delle Alte Professionalità del
Sistema camerale”).
I programmi si basano sull’organizzazione di una fitta agenda di incontri con le principali
istituzioni ed agenzie pubbliche dei Paesi visitati, seminari presso qualificati centri accademici e di ricerca, tavole rotonde con esperti, nonché la preparazione di dossier di scenario
e di valutazione finale dell’esperienza che vengono distributi ai partecipanti prima e dopo
la partenza.
Nel corso del 2006, in particolare, si è deciso l’approfondimento del tema del c.detto
“Digital Government”, ossia del bilanciamento tra l’utilizzo massiccio dell’informatica nel
rapporto tra P.A., cittadini e imprese; l’integrazione dei processi organizzativi e di servizio
tra più amministrazioni in una logica di rete; il cambiamento richiesto per allineare costantemente i meccanismi e le pratiche organizzative ed istituzionali alle nuove tecnologie; e
l’abilitazione del personale della P.A. ad un utilizzo adeguato delle nuove tecnologie.
La sensibilizzazione della rete camerale rispetto a tale ambito di azioni è infatti strategica, sia
alla luce dei potenziali risparmi, rispetto agli oneri che gli apparati burocratici “scaricano”
sulle imprese, derivanti dal massiccio uso dell’ICT nella P.A.; sia in relazione ai forti impatti
in termini di cambiamento organizzativo e riqualificazione delle risorse umane che la digitalizzazione dei processi interni di lavoro ha comportato per le Camere negli anni recenti.
L’Uniocamere, in collaborazione con le Camere di commercio di Bologna, Firenze, Milano,
Torino e Venezia, nonché Infocamere, ha quindi organizzato un learning tour in Svezia
(Stoccolma, 17-20 settembre 2006), Paese considerato dall’Unione Europea (cfr. European
Innovation Scoreboard (EIS) 2004) leader in Europa in termini di innovazione (per presenza
38
1. Camere Istituzioni
di imprese innovative, per numero di clusters tecnologici e per la forte specializzazione sulle
tecnologie mobile). Non di meno, la Svezia è considerata (Centre for European Reform, IDC
2005) tra i primi 5 Paesi del mondo in termini di adozione e sviluppo dell’e-Government,
con particolare attenzione allo sviluppo organizzativo ai processi interistituzionali ed alla
più generale diffusione della cultura e dell’utilizzo delle tecnologie informatiche tra la
popolazione.
Il programma dell’iniziativa è stato sviluppato prevedendo una serie di incontri e confronti
con soggetti istituzionali e privati tra i più rilevanti nella realtà svedese, così da identificare
strategie, metodologie e soluzioni di interesse per il Sistema delle Camere di commercio in
materia di e-Government per il prossimo futuro; le principali indicazioni tecnico-organizzative di interesse per il Sistema camerale emerse dal confronto con la realtà svedese sono
riassunte nelle due tabelle seguenti:
Lesson learnt: il confronto tra i due sistemi – Paese in tema di eGovernment
SVEZIA
ITALIA
TECNOLOGIE: uso delle tecnologie inno- TECNOLOGIE: soluzioni all’avanguardia
vative pervasivo
a livello europeo (CNS, posta elettronica
certificata)
LA P.A.: contesto più semplice, forte moti- LA P.A.: complessità dei diversi livelli di
vazione del personale, maggior accentra- amministrazione, risorse disponibili ma
mento
disperse, esigenza di forte integrazione/interoperabilità tra amministrazioni diverse (sia
a livello orizzontale, che verticale)
L’UTENZA TARGET: preparazione tecnologica diffusa, internet presente in quasi
tutte le case, conoscenza della lingua inglese massiccia, ampia diffusione dell’internet
banking e familiarità nel dialogo telematico
con la P.A..
L’UTENZA TARGET: popolazione anziana poco formata, diffusione di internet nelle
case in crescita, minore presenza della lingua
inglese, diffidenza per le soluzioni di servizi
on line-rischio del digital divide
CONTESTO ORGANIZZATIVO: integrazione e riuso delle soluzioni sviluppate
nel settore privato (es.: autenticazione on
line-riuso delle procedure adottate dalle
banche per l’internet banking)
CONTESTO ORGANIZZATIVO: scarso
riuso delle soluzioni tecnologiche sviluppate, poca collaborazione tra pubblico e privato, eccellenze a “macchia di leopardo”
39
Rapporto 2007 sul sistema camerale
Lesson learnt: le linee prioritarie per un consolidamento della
strategia di e-Government
del Sistema camerale
1. MAGGIORE INTEGRAZIONE
TRA FRONT END e BACK OFFICE
2.
3.
4.
5.
Necessità di meglio integrare il canale di servizio ed esposizione delle informazioni all’utenza
rappresentato dal web con la razionalizzazione
e semplificazione organizzativa dei processi e
delle procedure interne di servizio
FORMAZIONE DEL PERSONALE
Necessità di investire nell’aggiornamento
delle competenze del personale (sia dirigente che di staff ) ai fini della miglior gestione
strategica ed organizzativa del processo di
e-Government
SVILUPPO DI SOLUZIONI END TO Esistono ancora ampi margini di miglioEND
ramento nell’offerta di soluzioni che permettano all’utenza camerale la completa
fruizione dei servizi del Sistema camerale
attraverso i canali digitali
NUOVO MODELLO DI SERVIZIO
Basato da un lato sulla maggiore interoperabilità (nei servizi e nella gestione delle
informazioni relative alle imprese) con le
altre PP.AA. (centrali e locali); dall’altro sulla
maggiore diffusione della CNS direttamente
alle imprese (oltre che ai loro intermediari
professionisti)
IL MOBILE GOVERNMENT
Alla luce della diffusione pervasiva degli
strumenti di comunicazione mobile (telefoni
cellulari, PDA ecc.), le tecnologie mobile
rappresentano una nuova frontiera per lo
sviluppo dei servizi digitali alle imprese
Per quanto concerne l’edizione 2007 dello study tour, anche alla luce del dibattito sull’eventuale trasformazione della missione istituzionale del Sistema camerale attualmente in corso,
essa vedrà nelle politiche per il finanziamento dello sviluppo delle imprese e dei territori
(tanto a livello nazionale quanto a livello regionale) il tema-guida. In particolare, è stata
identificata la Francia quale destinazione ideale, da un lato alla luce dell’importanza che in
tale Paese ha assunto il processo di riordino ed aggregazione dei servizi di finanziamento
pubblico per il sostegno dell’avvio d’impresa e lo sviluppo territoriale; dall’altra, per le similarità – in termini di decentramento regionale della governance pubblica e di strutturazione
del Sistema delle Camere di commercio – che tale Paese presenta con la realtà italiana.
40
1. Camere Istituzioni
Premio Unioncamere “Scuola, Creatività e Innovazione”
Il Premio Unioncamere “Scuola, Creatività e Innovazione” nasce nel 2005 con le finalità dì
promuovere, sviluppare e coltivare nei giovani delle scuole medie superiori una propensione
al pensiero creativo e all’innovazione e sensibilizzare il mondo della scuola sulla rilevanza,
per la crescita sociale ed economica dei territori, di un percorso educativo che tenga conto
di temi quali la creatività, l’innovazione, il design e la tutela della proprietà intellettuale.
L’iniziativa dedicata alle scuole, naturale complemento del già esistente Premio Unioncamere
“Giovane impresa innovativa”, si compone di tre Sezioni e ha come oggetto l’ideazione, per
iniziativa di gruppi di studenti coordinati da un docente, di un prodotto, di un servizio o di
un elemento dal design innovativo. Inoltre, l’idea deve presentare anche concreti elementi
di fattibilità tecnica e sostenibilità economica.
Il Premio si è articolato, nelle prime tre edizioni, su due livelli uno provinciale e l’altro
nazionale. La prima edizione ha visto la partecipazione di 130 Istituti di scuola media superiore e la presentazione di 115 progetti, mentre alla seconda hanno aderito 167 Istituti che
hanno presentato complessivamente 127 idee innovative tra prodotti e servizi. Per la terza
edizione gli Istituti iscritti sono stati complessivamente 162, i quali hanno presentato complessivamente 127 progetti, di cui 65 hanno interessato la Sezione “Prodotti Innovativi”,
36 la Sezione “Servizi Innovativi” e 26 la Sezione “Design Innovativo”. Nel corso delle
tre edizioni sono state depositate presso l’Ufficio brevetti delle Camere di Commercio 6
domande di brevetto italiano.
Il Premio Unioncamere ha conseguito risultati sorprendenti, sia per il numero di adesioni
sia per la qualità delle idee presentate dalle scuole, anche per merito del sostegno fornito
all’iniziativa da parte delle numerose Camere che hanno promosso il concorso presso tutti
gli Istituti scolastici della provincia e messo a disposizione i propri Uffici Brevetti. Alla
prima edizione del Premio hanno attivamente collaborato 65 Camere di Commercio, 43
strutture camerali nella seconda e 67 nella terza edizione.
Il bando della terza edizione del Premio Unioncamere “Scuola, Creatività e Innovazione”
ha previsto la consegna di nove riconoscimenti: 3 per la sezione prodotti innovativi, 3 per
quella servizi innovativi e 3 per la nuova sezione design innovativo. Le idee classificate ai
primi tre posti hanno vinto una borsa-premio, rispettivamente di 5.000, 2.500 e 1.500
euro, come riconoscimento per il lavoro di gruppo degli studenti. Inoltre, le prime cinque
idee classificate in entrambe le sezioni hanno vinto un importo di 500 euro, per l’acquisto
di supporti e materiali per l’attività didattica dell’istituto scolastico.
Nel mese di ottobre 2007 è stata avviata la quarta edizione del Premio con importanti
novità, specialmente per quanto riguarda l’ammontare del premi: per ognuna delle tre
sezioni saranno previste borse premio del valore di 7.000 euro al primo classificato, 5.500
euro al secondo, 4.000 euro al terzo, 2.000 euro al quarto e 1.500 euro al quinto. I termini
per l’iscrizione al concorso scadranno il 31 dicembre 2007, mentre le proposte innovative
dovranno essere presentate entro il 31 marzo 2008. I vincitori della nuova edizione saranno
proclamati entro la fine dell’anno scolastico 2007/08.
41
Rapporto 2007 sul sistema camerale
1.4 Il Sistema camerale nel contesto europeo
Il Sistema camerale italiano e la stessa Unioncamere sempre più spesso trovano
nell’Europa un luogo naturale di confronto per la definizione delle proprie politiche
e traiettorie di sviluppo: dall’azione di promozione dell’utilizzo sui territori dei fondi
comunitari, anche attraverso il coordinamento e/o la partecipazione ai tavoli con gli
altri EE.LL., all’azione di coordinamento della presenza camerale attraverso il proprio
ufficio di Bruxelles, per sviluppare un’efficace azione di rappresentanza con le istituzioni europee; dal monitoraggio della normativa europea a tutela delle nostre imprese,
anche attraverso un’incisiva attività di lobbying, alla partecipazione attiva alle attività
di Eurochambres.
La collaborazione con Eurochambres
Attraverso le loro associazioni nazionali ed europee, le Camere hanno da tempo dato
vita ad un network che si è affermato a livello comunitario come interlocutore significativo dei Governi e delle Istituzioni internazionali, partecipando attivamente al processo
di integrazione europea.
In tutti i 27 Paesi membri dell’Unione Europea le Camere di commercio promuovono, seppure con profonde diversità di ruoli e di funzioni, gli interessi delle comunità
imprenditoriali di cui sono espressione, esercitando un’importante attività di consulenza
nei confronti delle autorità pubbliche e svolgendo, in taluni casi, funzioni pubbliche
loro delegate dallo Stato, in linea con il principio di sussidiarietà.
La stessa attività dell’Unioncamere si è negli ultimi anni caratterizzata nel quadro
di una crescente collaborazione con Eurochambres, in particolare su quelle che sono
state identificate come linee prioritarie di attività della Presidenza di Pierre Simon: la
creazione ed il trasferimento di impresa; il modello dei distretti industriali/poli territoriali di sviluppo; la formazione del capitale umano; l’internazionalizzazione dei sistemi
produttivi; l’innovazione.
Nel proprio Rapporto annuale 2006, Eurochambres ribadisce che la vision del Sistema
camerale europeo è quella di un’Unione Europea allargata e competitiva in cui lo spirito imprenditoriale sia incoraggiato e ricompensato; si persegua con forza un percorso
di semplificazione normativa al fine di rendere lo scenario legislativo più favorevole
all’avvio ed esercizio dell’attività di impresa; le P.M.I. siano incoraggiate e sostenute;
l’apertura al libero scambio ed al commercio internazionale sia basata su di un sistema
di regole leali.
Il 2006 è stato sicuramente un anno di dinamismo per l’Unione Europea, sia dal punto
di vista istituzionale (con l’entrata della Slovenia nell’Unione monetaria e l’adesione di
Romania e Bulgaria alla Comunità degli Stati); sia dal punto di vista economico, essendosi mostrati decisi segnali di ripresa economica che dovrebbero proseguire nel corso
del 2007 (dato questo confermato anche dall’ultimo studio economico di Eurochambres
che mostra come migliaia di imprenditori europei concordino sull’aspettativa di una
crescita di tutti gli indicatori economici chiave per l’anno 2007).
42
1. Camere Istituzioni
È tuttavia evidente come nel complesso l’Europa sia ancora lontana dal raggiungimento, entro il 2010, degli obiettivi di sviluppo prefissati con l’Agenda di Lisbona, e
che l’attuale avvio di una fase di ripresa economica dovrà essere l’occasione di applicare
le riforme strutturali che permetteranno al treno dell’Europa di restare sulla via della
competitività.
In tale contesto, le Camere di commercio europee credono di poter giocare un ruolo
importante nella crescita delle imprese.
Esse si sono impegnate a svolgere questo ruolo intervenendo in quattro settori principali: la creazione, lo sviluppo e la trasmissione generazionale delle imprese; la formazione
e l’istruzione; l’internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali; e l’innovazione.
Le Camere europee supportano ed affiancano ogni anno oltre 700.000 imprese in
fase di start-up1, avvalendosi, fra l’altro, di strumenti quali:
- sportelli unici;
- campagne di start-ups;
- gestione delle anagrafiche di impresa.
Esse forniscono, inoltre, un accesso al finanziamento delle reti di sostegno (per
es.: poli tecnologici ed incubatori di imprese, azioni di seed capital e venture capital,
azioni di formazione per l’autoimprenditorialità) e spingono a favorire una migliore
regolamentazione.
Il Sistema camerale gestisce anche programmi di mentoring per facilitare la trasmissione di imprese da una generazione all’altra.
Tra le linee strategiche che Eurochambres, in coordinamento con la rete delle Camere
europee, intende portare avanti, si segnalano:
il riesame, ai fini della sua semplificazione, della normativa europea in materia di
impresa;
l’obiettivo “creare un’impresa in 7 giorni”;
l’elaborazione di uno Statuto europeo per le P.M.I.;
l’avvio di un confronto sulla possibilità di promuovere una Carta europea delle
Camere di commercio, che valorizzi le reti integrate d’impresa in Europa.
Le attività dell’ufficio Unioncamere di Bruxelles
L’ufficio Unioncamere di Bruxelles ha orientato le attività svolte nel 2006 su alcune
linee prioritarie: la valorizzazione del Sistema camerale, l’analisi e l’intervento sui dossier comunitari, la promozione della partecipazione del sistema ai programmi comunitari
e l’attività di valorizzazione e coordinamento delle realtà camerali presenti in loco.
Tra le attività di rappresentanza istituzionale ricordiamo la preparazione di un
workshop di due giorni (febbraio 2006) con la partecipazione della Commissione europea, della Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’UE, del Parlamento europeo e
della BEI con l’obiettivo di tracciare lo stato dell’arte della programmazione dei fondi
1
Si veda a tale proposito il Rapporto annuale 2006 elaborato da Eurochambres.
43
strutturali, sugli strumenti BEI per le P.M.I. e sul ruolo delle Camere di commercio nel
territorio europeo.
A ciò ha fatto seguito una tavola rotonda sul ruolo dell’Italia nel rilancio della
Strategia di Lisbona, in previsione del successivo Consiglio europeo.
La valorizzazione del Sistema camerale passa anche attraverso il consolidamento
dei rapporti con le Regioni; al riguardo, sono state realizzate due iniziative: il convegno (luglio 2006) sulla presenza italiana nelle istituzioni comunitarie, organizzato da
Unioncamere in collaborazione con il Coordinamento delle Regioni presenti a Bruxelles;
e la nona edizione della tavola rotonda (12 ottobre 2006) che l’Unioncamere organizza
ogni anno con la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, per
la prima volta svolta nel quadro degli Open Days (la manifestazione che l’Europa dedica
ogni anno alle Regioni ed agli enti locali ed appunto organizzata in collaborazione con
135 Regioni e città d’Europa).
Al fine di valorizzare e meglio far conoscere a tutta la rete camerale l’attività dell’ufficio, è poi stata realizzata e messa on line la nuova versione del sito web istituzionale
(www.unioncamere.eu).
Per quanto concerne l’attività di analisi ed intervento sui dossier comunitari, il
lavoro svolto dall’ufficio nel corso del 2006 ha riguardato in particolare le seguenti
tematiche prioritarie:
- sostegno all’approvazione della proposta di obbligatorietà dell’etichettatura dei prodotti extra-UE (“Made In”) presentata dalla Commissione europea;
- Indicazioni geografiche dei prodotti non alimentari;
- Proposta di regolamento per i Registri delle imprese;
- Assistenza alla rete EuroInfoCentres (EIC) delle Camere di commercio;
- Cooperazione internazionale;
- Proposta di regolamento REACH;
- Proposta di direttiva sui servizi nel Mercato interno;
- Strumenti di ADR – Giustizia alternativa;
- Aiuti di Stato e capitale di rischio.
Infine, l’attività volta a meglio coordinare l’azione delle realtà camerali presenti a
Bruxelles ha mirato in particolare a garantire al Sistema delle Camere di commercio un
migliore accesso alle opportunità di cofinanziamento dei programmi europei (Progetto
APE) in particolare su alcune tematiche chiave quali trasporti, EIC, ricerca e sviluppo e
competitività.
Per l’ufficio di Bruxelles, ciò si è tradotto nell’offerta dei seguenti servizi:
- Assistenza su tematiche specifiche;
- Monitoraggio bandi;
- Monitoraggio legislativo;
- Assistenza alla progettazione;
- Servizio APE-net;
- Accordi di collaborazione con strutture del Sistema camerale.
1. Camere Istituzioni
I progetti in partenariato europeo
Il progetto XBRL
Il linguaggio XBRL (eXtensibile Business Reporting Language) è uno standard elettronico
“aperto”, creato per strutturare e rappresentare i contenuti della comunicazione economica
finanziaria.
La comunicazione finanziaria d’impresa in Italia è caratterizzata, attualmente, da un
insoddisfacente livello di standardizzazione dei contenuti e da un significativo impiego del
supporto cartaceo. Ciò comporta evidenti diseconomie per gli operatori economici e per il
sistema-Paese nel suo insieme, che vengono rese ancora più evidenti dalla globalizzazione
dei mercati finanziari e dal processo di unificazione europea.
Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione offrono oggi opportunità accessibili
a una vasta platea di soggetti; in questo ambito, ha un ruolo di protagonista sulla scena
internazionale lo standard XBRL.
In Italia, nel mese di settembre 2006, è stata costituita l’Associazione italiana XBRL, alla
quale aderiscono, oltre all’Unioncamere, l’ABI, la Confindustria, la Banca d’Italia, l’Assonime, l’ANIA, la società Borsa Italiana, i Consigli Nazionali dei Dottori Commercialisti e
dei Ragionieri, l’ISVAP, l’Organismo Italiano di Contabilità e l’Associazione nazionale degli
analisti finanziari.
Recentemente il consorzio internazionale che guida l’evoluzione dello standard XBRL
International, con sede a New York, ha comunicato l’accreditamento provvisorio della
giurisdizione italiana “con effetto dal 15 maggio 2007”.
L’accoglimento della domanda italiana segna un’accelerazione delle iniziative per la definizione delle tassonomie necessarie per la documentazione contabile.
Infatti, l’accreditamento della giurisdizione italiana apre la strada ad alcune misure di semplificazione che lo stesso Governo ha deciso di attuare.
La legge 4 agosto 2006, n. 248 dispone, infatti, il deposito al Registro delle imprese degli
atti societari, in generale, e dei bilanci, in particolare, in formato elaborabile. Allo stesso
modo le Camere di commercio devono comunicare all’Anagrafe Tributaria i dati e le notizie
contenuti nelle domande di iscrizione al Registro delle imprese.
Il termine, entro il quale diverrà operativo l’obbligo, è stato fissato al 31 marzo 2008.
Tuttavia, le Camere di commercio hanno iniziato la sperimentazione fin dal 2006 quando
sono stati ricevuti i bilanci di 40 imprese in formato XBRL.
A fine maggio 2007, invece, i bilanci ricevuti in formato XBRL erano già 600, sempre su base
volontaria. L’Unioncamere è attualmente impegnata, su incarico dell’Associazione nazionale,
a coordinare i lavori del tavolo che deve definire le regole (la c.d. tassonomia) per la redazione
del bilancio e degli altri documenti che lo compongono delle società non quotate in Borsa.
Lo standard XBRL rappresenta un’importante occasione per la riduzione dei costi per la
formazione e la conservazione delle informazioni finanziarie, per accelerare il flusso delle
stesse e per migliorare la loro fruizione da parte sia dei soggetti privati che da parte della
Pubblica Amministrazione.
45
Rapporto 2007 sul sistema camerale
Il progetto BRITE: Business Register Interoperability Throughout Europe
BRITE è un progetto integrato lanciato il 1° marzo 2006 dalla Commissione europea, DG
per la Società dell’Informazione ed i Media, che coinvolge ben 19 enti che si occupano
a vario titolo dei Registri anagrafici di imprese, progetto che vede la partecipazione di
Infocamere e della Camera di commercio di Venezia in rappresentanza del Sistema camerale
italiano e del modello Registro delle imprese.
Obiettivo quello di sviluppare, testare e promuovere un innovativo sistema di interoperabilità tra Pubbliche Amministrazioni europee che, basato su una comune piattaforma informatica, consenta l’interazione e lo scambio di informazioni tra i diversi Business Registers
(BRs) europei. Tale integrazione è la base per conseguire una maggiore trasparenza dei
mercati economico-finanziari (anche allo scopo di rendere più difficili i crimini finanziari
e le truffe a danno della stessa P.A. e dei privati), facilitare il libero movimento da un Paese
all’altro delle imprese, uniformare e semplificare a livello europeo la legislazione concernente l’apertura e gestione delle attività d’impresa.
La Commissione ha adottato un approccio integrato nell’affrontare il progetto, aprendo
tavoli di confronto tra i partecipanti sia per quanto concerne gli aspetti legislativi e regolatori dei Registri, che per quelli più strettamente tecnico-informatici.
Il progetto nasce dalla consapevolezza che le Anagrafi d’impresa possono essere una leva di
grande importanza per la miglior gestione amministrativa del sistema delle imprese europee, contribuendo fortemente allo sviluppo del mercato integrato oltre che rappresentare
un bacino di informazioni economico – statistiche di fondamentale importanza anche per
comprendere le dinamiche evolutive dell’economia europea nel suo complesso.
Il 22 marzo scorso si è svolta a Dublino la riunione semestrale dei membri aderenti al progetto BRITE, cui sono stati invitati a partecipare altri Stati comunque interessati ad aderire
al progetto e che è stata occasione per fare il punto del lavoro già svolto.
In particolare, gli obiettivi del progetto sono:
• regolamentare le procedure da porre in essere per il trasferimento di sede di imprese;
• disciplinare i processi per l’apertura di sedi secondarie di imprese europee in Paesi diversi
da quello di origine semplificando, ove possibile, gli adempimenti necessari;
• facilitare le imprese nel predisporre il proprio dossier informativo necessario al fine di
partecipare a gare pubbliche;
• meglio controllare le operazioni di riciclaggio del denaro.
Il lavoro dei partecipanti al progetto è stato di conseguenza diviso nei quattro obiettivi
precedentemente indicati e ognuno ha cominciato ad effettuare studi ed approfondimenti
sugli stessi.
CASO 1: Trasferimento di sede
La quattordicesima Direttiva disciplina la possibilità di trasferire la sede di una società in
un Paese europeo diverso da quello di origine. Il trasferimento di sede infatti comporta
la necessità, per i soggetti coinvolti, di scambiarsi documenti ed informazioni relativi alla
società che si attiva per tale operazione.
46
1. Camere Istituzioni
È apparso al riguardo immediatamente chiaro che è necessario avere un coordinamento tra
i diversi Registri delle imprese. Con il Council Regulation n. 2157/2001 è stata disciplinata
la possibilità di costituire la Società Europea (SE), la quale, una volta concluso il procedimento per la sua costituzione, può decidere di trasferire la propria sede in un altro Stato
della Comunità europea. Tutto ciò è possibile senza la necessità di costituire una nuova
persona giuridica.
Nel caso di trasferimento di sede sono stati individuati 3 obiettivi prioritari da conseguire:
• il Registro di arrivo sarà messo in condizione non solo di ricevere e richiedere informazioni sulla società, ma anche di richiedere e ricevere documenti dal Registro di provenienza;
• il Registro delle imprese di arrivo e quello di provenienza potranno scambiarsi notizie
rilevanti che riguardano la società durante il procedimento di trasferimento;
• ogni Registro sarà messo in condizione di ricevere informazioni rilevanti da un altro
Registro.
Il raggiungimento di tali obiettivi permetterà ai vari Registri europei di comunicare elettronicamente attraverso la piattaforma BRITE. La possibilità di comunicare direttamente
tra gli uffici interessati comporterà che le società ed i loro rappresentanti vedano ridotto il
numero delle pratiche amministrative da svolgere.
CASO 2: Apertura di sedi secondarie
Lo studio di questo processo deve necessariamente avere come punto di partenza l’esistenza
di un alto grado di interoperabilità tra il Registro di provenienza e il Registro di arrivo.
Requisito fondamentale affinché tale operazione possa essere effettuata è che vi sia un solo
numero per la identificazione della società presso qualsiasi Registro e che venga identificato
un sistema di comunicazione tra i vari Registri. Al momento questo studio ha approfondito
tre ipotesi.
• “Richiesta di visura della società”: abilita il Registro al quale viene richiesta l’iscrizione di
una sede secondaria a richiedere al Registro in cui è iscritta la sede principale una visura
della società;
• “Richiesta e ricezione di notizie relative ad eventi rilevanti della vita della società interessata”: il Registro di arrivo potrà prenotarsi per avere dal Registro di provenienza una
serie di comunicazioni relative alla sede principale della società (ad es.: il cambio di
Stato, la cancellazione della società da questo Registro ecc.);
• “Richiesta di documenti”: abilita il Registro di arrivo a richiedere al Registro della sede
principale altri documenti quali bilanci, atti costitutivi e certificati di esistenza.
CASO 3: Dossier della società
Per partecipare a gare pubbliche le imprese devono presentare una documentazione complessa tra cui oltre ai dati relativi alla sanità, alle eventuali procedure concorsuali anche
l’iscrizione al Registro delle imprese.
47
Rapporto 2007 sul sistema camerale
Tutti questi dati dovrebbero essere forniti dalla Camera di commercio che li predispone.
Alcuni di questi dati come quelli relativi al bilancio, all’antimafia, sono dati che la Camera
conosce ma non certifica. La novità che il progetto BRITE propone è quella di individuare
la Camera di commercio come sportello unico per tali informazioni.
CASO 4: Riciclaggio di denaro
Il caso 4 si concentra su due differenti tipi di informazioni:
• il flusso di informazioni tra il Registro e la Financial Intelligence Unit (FIU);
• il flusso di informazioni tra le varie Financial Intelligence Unit nazionali.
Al riguardo si deve ricordare che l’articolo 21 della terza Direttiva sul riciclaggio del denaro,
stipulato tra gli Stati membri, assicura al FIU l’accesso, diretto o indiretto, alle informazioni
finanziarie, amministrative e legali necessarie per svolgere le proprie funzioni.
Il FIU ha necessità di avere informazioni sulle società e i loro azionisti e amministratori per
rilevare possibili operazioni di riciclaggio.
Questo obbligo degli Stati membri, in combinazione con quanto dispone l’articolo 3 della
prima Direttiva sulle società, ha condotto alla conclusione che il FIU deve avere l’accesso
ai file delle aziende attraverso il Registro delle imprese dei loro Paesi.
Attualmente questo scambio di comunicazioni avviene attraverso sistemi quali e-mail, fax
o internet con comunicazione pubblica o confidenziale.
Questa necessità potrebbe attuarsi attraverso il BRITE che è in grado di soddisfare le necessità espresse dai FIU. Attraverso un interfaccia web, il FIU potrà non solo consultare i dati
delle società a livello nazionale, ma anche a livello europeo, dando seguito agli obiettivi
della terza Direttiva sul riciclaggio.
Relativamente ai tempi di realizzazione dei vari progetti è stato comunicato che i casi numero 1 e 2 saranno attivati entro la fine del 2007.
L’interesse che hanno destato questi progetti e l’iniziativa BRITE impongono che l’Italia e
per essa il Sistema camerale non possa non tenere il passo con gli altri Paesi europei.
Se infatti il progetto BRITE sarà completato nel 2009 e la relativa piattaforma permetterà
la interoperabilità tra i vari Registri, il Registro delle imprese nel suo complesso non potrà
non essere parte attiva del progetto anche alla luce del fatto che già oggi le società straniere
che hanno aperto sedi secondarie in Italia sono pari a seimila e che si tratta di un trend in
continua crescita.
Il tavolo europeo per l’obiettivo “Impresa in 7 giorni”
Uno degli obiettivi che la Commissione europea si è prefissata nel breve termine, è quello
di incentivare le attività imprenditoriali riducendo tempi e costi connessi allo start-up
d’impresa.
Tale obiettivo, essenzialmente volto a ridurre gli oneri burocratici che gravano sulle imprese
in fase di costituzione, si allinea a quelli già enucleati nella Strategia di Lisbona e mira, entro
la fine del 2007, a creare i cosiddetti “one-stop-shops”.
48
1. Camere Istituzioni
Un altro importante obiettivo che si intende perseguire nell’ambito delle strategia di
semplificazione comunitaria è quello di gestire, entro la fine del 2009, il dialogo tra P.A.
ed imprese attraverso l’utilizzo di un’interfaccia unica (un po’ come avviene in Italia con
l’esperienza di cooperazione applicativa ed interoperabilità rappresentata dal portale www.
impresa.gov.it).
La Commissione europea, al fine di tracciare lo stato dell’arte sulle vigenti disposizioni
in materia di apertura di nuova impresa ed allo scopo di eseguire un’analisi di benchmark
tra le varie procedure poste in essere in ciascuno dei Paesi membri per avviare un’attività
imprenditoriale, ha chiesto il contributo di tutti gli Stati, sì da individuare punti di forza
e di debolezza su cui lavorare per raggiungere l’obiettivo della “creazione di un’impresa in
7 giorni”.
A questo proposito, la Commissione ha istituito un tavolo di lavoro in materia di semplificazione, cui prende parte anche l’Unioncamere, che si riunisce periodicamente a Bruxelles
per discutere sui risultati che scaturiscono dalle consultazioni con i singoli Stati membri, al
fine di individuare e ridurre gli oneri burocratici ed economici legati all’avvio d’impresa.
L’Unioncamere, in stretto raccordo con il Ministero dello Sviluppo Economico e supportata da 5 Camere di commercio pilota (Ferrara, Padova, Rieti, Roma e Venezia), ha a tal fine
condotto un’indagine mirata ad esaminare le procedure, i tempi ed i costi connessi all’avvio
5 diverse tipologie d’impresa, localizzate in territori differenti.
Ferrara si è occupata di esaminare il caso di un’attività di commercio al minuto di prodotti
alimentari con deposito di almeno 500 mq; Padova di un’attività di produzione di manufatti in metallo (con uso di un piccolo forno); Rieti di un’attività di progettazione e installazione di impianti di riscaldamento/condizionamento per uso civile ed industriale; Roma
di un albergo con ristorante; Venezia di un’attività di produzione di componenti elettrici.
L’impianto della ricerca è stato creato seguendo le indicazioni trasmesse dalla Commissione
europea a ciascuno Stato membro e circoscrivendo lo studio alla sola ipotesi di subentro in
attività di impresa.
Dall’indagine è emerso quanto segue.
Per avviare un’attività imprenditoriale è necessario compiere precisi adempimenti procedurali e fiscali; in particolare ne esistono di 2 tipi:
1. generali (centrali), vale a dire trasversali ad ogni impresa;
2. specifici (locali), che variano cioè in base al tipo di impresa che si intende costituire.
Tra i primi vanno sicuramente ricompresi:
• L’iscrizione nel Registro delle imprese (che è l’atto finale del procedimento costitutivo
della società);
• L’apertura della Partita IVA;
• L’iscrizione all’INPS ed all’INAIL (al momento dell’effettiva assunzione di personale).
49
Rapporto 2007 sul sistema camerale
Tra i secondi rientrano tutte le autorizzazioni e le verifiche delle condizioni necessarie
all’esercizio di quella determinata tipologia di impresa (ad esempio idoneità dell’ambiente
di lavoro, iscrizione ad albi e/o ruoli, requisiti di igiene ecc.).
Adempimenti generali
Adempimenti specifici
Costi medi tot.
Tempi medi tot.
in gg.
Tempi medi tot.
in gg.
Camera di Roma
€ 2.873,00
7
30
Camera di Ferrara
€ 2.873,00
10
30
Camera di Rieti
€ 2.673,00
10
30
Camera di Venezia
€ 2.873,00
10
30
Camera di Padova
€ 2.873,00
10
30
Ente
IL PROGETTO TACHIGRAFO DIGITALE IN ITALIA
Nel 2001 il Sistema camerale è stato coinvolto dal Ministero dello Sviluppo Economico in
un progetto della Comunità europea, relativo all’introduzione all’interno degli Stati membri di un sistema di rilevazione digitale dei tempi di guida e di riposo dei conducenti dei
mezzi di trasporto commerciale di merci e persone.
Alla base del progetto v’è una normativa europea (Regolamento CE n. 561/2006) che
mira all’armonizzazione di alcune disposizioni in materia sociale nel settore dei trasporti
su strada ed il Regolamento (CEE) n. 2135/1998 che ha introdotto il nuovo dispositivo
digitale di controllo nel settore dei trasporti su strada, al posto del vecchio cronotachigrafo
analogico fino ad allora in uso, fissandone il termine legale per l’obbligo di installazione sui
mezzi di nuova immatricolazione al 1° maggio 2006.
Il tachigrafo digitale, dunque, è lo strumento che occorre per registrare i tempi di guida
dei conducenti di camion, pullman ed autocarri. Il vecchio apparato analogico era infatti
nel tempo risultato di facile contraffazione da parte degli utilizzatori, così da consentire la
manomissione delle rilevazioni degli orari (su un milione di veicoli controllati nel 2002,
erano state riscontrate circa 70.000 frodi o tentativi di frode), rendendo oltretutto molto
complessi anche i controlli da parte delle autorità competenti.
Il tachigrafo digitale è formato da due elementi fondamentali per il suo utilizzo:
• un’unità veicolo;
• una smart-card che interagisce con lo strumento di bordo.
Collegato in maniera sicura ai sensori del veicolo, il tachigrafo digitale registra nella sua
memoria i dati relativi all’uso del veicolo per il periodo di un anno. In particolare, vengono
50
1. Camere Istituzioni
rilevati: l’identità del o dei conducenti, i tempi di guida e di riposo, le modalità di guida
(singolarmente o in équipe).
Un progetto europeo
Considerata la complessità della materia, sia sotto il profilo giuridico sia tecnico, al fine di
assicurare l’implementazione del sistema digitale in tutti gli Stati membri in maniera uniforme ed armonizzata, la Commissione europea ha invitato sin dal 2001 gli Stati coinvolti
(27 Stati membri con l’aggiunta su base volontaria di Svizzera, Liechtenstein, Islanda e
Norvegia) a coordinarsi attraverso la partecipazione a due progetti, che si sono posti l’obiettivo di realizzare linee di indirizzo comuni per portare a termine le diverse attività richieste
alle Amministrazioni coinvolte nei vari Stati.
Per l’Italia hanno partecipato ai lavori il Ministero dello Sviluppo economico, capofila del
progetto (Member State Authority) e – alternativamente per le materie di competenza – i
Ministeri dei Trasporti, dell’Interno e del Lavoro.
Unioncamere, coadiuvata da Infocamere per la realizzazione dell’infrastruttura tecnologica necessaria all’emissione delle carte tachigrafiche, ha partecipato in rappresentanza del
Sistema camerale, in quanto le Camere di commercio sono state individuate quali autorità
per il rilascio delle carte tachigrafiche (Card Issuing Authorities) per l’Italia (DM interministeriale 31 ottobre 2003, n. 361).
Le carte tachigrafiche
La carta tachigrafica è il dispositivo che consente l’utilizzo dell’unità veicolare (tachigrafo)
nelle sue diverse funzioni. Permette, innanzitutto, di identificare il soggetto che opera con
il tachigrafo, sia esso un conducente, un’autorità di controllo, un’officina di manutenzione
o un’azienda proprietaria del veicolo (esistono quattro diversi tipi di carta, a seconda al tipo
di soggetto che la deve utilizzare).
Essa contiene inoltre un sistema di conservazione di dati, relativamente alle operazioni che
vengono svolte con il tachigrafo digitale.
La rete TACHOnet
Uno dei dettami principali della norma europea ha stabilito che ogni conducente dovesse
essere dotato di una smart card personale che consentisse la sua identificazione nell’unità di
bordo e la rilevazione dei suoi tempi di guida. Condizione fondamentale per il successo del
sistema era dunque quella di assicurare che ogni soggetto preposto alla guida non potesse
assolutamente disporre di più di una carta.
Per garantire ciò è stato richiesto agli Stati coinvolti di essere interconnessi attraverso una
rete europea – TESTA II – al fine di scambiarsi, in tempo reale, tutte le informazioni relative ai soggetti detentori di carta tachigrafica.
51
Rapporto 2007 sul sistema camerale
Una infrastruttura informatica – TACHOnet –, appositamente realizzata da una società
belga su commessa della Commissione europea, ha consentito ad ogni CIA (Card Issuing
Authority), e quindi per l’Italia alle Camere di commercio, di:
* verificare che un certo conducente che richiede la carta tachigrafica non sia già possessore di un’altra carta;
* informare l’amministrazione di un altro Stato dell’avvenuta emissione di una carta conducente nei confronti di un cittadino in possesso di una patente di guida rilasciata da
quello Stato;
* informare l’amministrazione di un altro Stato di un evento (smarrimento, furto, sospensione) riguardante una carta tachigrafica emessa da quello Stato.
Il “cuore” di questo complesso sistema di “hub and spoke” risiede in un laboratorio di
Bruxelles ed è presidiato 24 ore su 24.
Tali controlli, oltre a non rilasciare più di una carta allo stesso soggetto, consentono di
limitare l’uso fraudolento del dispositivo digitale da parte di soggetti che dovessero impropriamente venire in possesso di carte tachigrafiche regolarmente rilasciate.
Il Sistema camerale italiano ha avuto un ruolo di primo piano nella realizzazione del processo di interconnessione alla rete europea, assicurandone per primo la piena operatività e
fungendo da collaudatore per le altre amministrazioni europee.
Il servizio di rilascio delle carte tachigrafiche
La tempestività nella realizzazione dell’infrastruttura tecnologica di connessione e di rilascio delle carte tachigrafiche ha consentito al Sistema camerale italiano di poter attivare il
servizio di rilascio delle carte all’utenza perfettamente in linea con i tempi imposti dalla
normativa (5 agosto 2005), anche se – di fatto – l’obbligo di utilizzo del nuovo strumento
digitale è successivamente slittato al 1° maggio 2006.
Si riportano di seguito i dati relativi alle carte tachigrafiche emesse a livello nazionale negli
anni 2005/2006.
Produzione carte
2005
2006
Totale
Conducente
746
62.578
63.324
Controllo
501
2.152
2.653
Azienda
128
14.177
14.305
Officina
37
617
654
Totale
1.412
79.524
80.936
52
1. Camere Istituzioni
La sostanziale differenza nei dati tra i due anni di riferimento è determinata non soltanto
dal fatto che la produzione del 2005 si riferisce a soli cinque mesi di attività (agosto-dicembre 2005), ma anche dal posticipo dell’obbligo di installazione del dispositivo digitale al 1°
maggio 2006, che ha indotto l’utenza a rinviare la domanda di rilascio delle carte. Il trend
di rilascio andrà sicuramente incrementandosi nel corso del 2007, man mano che saranno
immessi in circolazione nuovi mezzi di trasporto immatricolati con il nuovo strumento.
Il grafico sottostante fornisce un primo dato di dettaglio del numero complessivo delle carte
tachigrafiche rilasciate nel periodo di riferimento 2005/2006 nelle diverse Regioni italiane
(il dato esclude le 1.792 carte di controllo emesse a livello centrale alle autorità competenti
(Polizia Stradale, Arma dei Carabinieri e Ministero del Lavoro).
Produzione regionale delle aarte
2005-2006
3.696
354
2.518
16.284
10.927
7.573
6.438
1.942
5.854
2.341
1.253
5.483
2.102
434
4.157
1.748
407
986
3.211
3.211
53
Capitolo 2
L’organizzazione
2.1 Gli scenari e i modelli organizzativi del Sistema camerale
Le Camere di commercio, al pari delle altre strutture pubbliche, devono operare in
un quadro economico ed istituzionale sempre più complesso.
Il passaggio dall’economia locale a quella globale, i nuovi equilibri geo-politici,
i fattori tecnologici, lo stesso costo dell’apparato pubblico non più sostenibile sono
solamente alcuni dei fattori che hanno innescato una fase di crisi con la conseguente
necessità di ristrutturare completamente i precedenti equilibri e di sperimentare l’inserimento di nuove formule di gestione dell’apparato pubblico; concetti come governance,
sussidiarietà orizzontale e verticale, hanno infatti ormai acquisito anche una valenza
operativa che guida non solo gli assetti istituzionali, ma ha anche profondi riflessi sullo
stesso funzionamento di molti processi inerenti le amministrazioni pubbliche.
Tale necessità di un cambiamento ha trovato in parte una sua risposta nei processi
di riforma, sia quelli amministrativi che costituzionali.
Pur in presenza di un percorso ancora da completare, tali cambiamenti hanno cominciato a dispiegare i loro effetti non solo su gli equilibri istituzionali, ma anche su gli aspetti
più operativi, tracciando nuove strade e ponendo le basi per nuove modalità di funzionamento del sistema pubblico, nuovi modelli organizzativi, e soprattutto nuove modalità di
concertazione delle politiche e degli interventi pubblici. I precedenti assetti istituzionali
erano, infatti, basati su un soggetto centrale, lo Stato, che assumeva decisioni su tutti gli
aspetti del vivere sociale ed economico lasciando agli enti periferici funzioni più tipicamente esecutive. I nuovi equilibri istituzionali vedono invece una pluralità di soggetti pubblici posizionati su più livelli di governo e dotati di autonomia organizzativa, normativa e
regolamentare che possono intervenire su settori e ambiti che spesso si sovrappongono.
57
Rapporto 2006 sul sistema camerale
A causa della mutata natura delle politiche pubbliche e dell’incertezza relativamente
agli esiti delle azioni è divenuta, poi, complessa l’autosufficienza dello Stato, ma anche
di qualunque altro organismo pubblico, nella soluzione dei problemi collettivi.
Non a caso si introduce con forza il tema della multilevel governance che delinea,
per l’appunto, una situazione in cui la formulazione e l’implementazione delle politiche
pubbliche vede una pluralità di soggetti di diversa natura ed a diversi livelli interagire
fortemente tra loro; la diversità degli attori permette di integrare differenti punti di
vista, valori e risorse di natura ad esempio economica, tecnologica o professionale per
raggiungere, con più efficacia e con minori costi obiettivi di alta complessità.
È una modalità che richiede, però, un’alta maturità politica ed organizzativa; altrimenti si prospetta uno scenario alternativo dove la mancanza di capacità di coordinamento e concertazione può innescare delle forti criticità quali, ad esempio, il replicarsi
di funzioni non coordinate, sovrapposte che incidono negativamente sui costi dell’apparato pubblico senza un effettivo ritorno di sviluppo o di miglioramento dell’azione
pubblica. Scenario che, tra l’altro, si sta già concretizzando per alcuni settori, quali, ad
esempio, i processi di supporto all’internazionalizzazione delle imprese, dove si registra
a volte la compresenza non coordinata di più soggetti pubblici.
L’attuale connotazione del Sistema Camerale e delle singole Camere di commercio
rappresenta un modello adattivo al complesso scenario esposto.
La particolare natura dell’utenza delle Camere di commercio, le imprese, rende infatti
gli enti camerali più esposti alla necessità di offrire reali risposte alle esigenze fin qui
riportate. Risposta che è possibile collocare su tre livelli:
• la costruzione di un modello di funzionamento a rete in grado di gestire la complessità derivante dagli attori in gioco e dal ruolo svolto dalle Camere di commercio;
• la sperimentazione di modelli organizzativi che riescano a coniugare l’efficienza dei
processi interni con l’efficacia e la qualità dei servizi erogati;
• l’attenzione allo sviluppo professionale; motore principale di tutto il processo di
innovazione sia a livello di rete che delle singole realtà organizzative.
2.2 La struttura della rete
La crescente capacità delle Camere di commercio di affrontare e rispondere con
sistemi sempre più efficaci alla complessa sfida posta dai nuovi scenari economici ed
istituzionali si poggia sui processi di innovazione della struttura organizzativa, sulla
qualificazione delle risorse umane e sull’utilizzo sempre più avanzato delle infrastrutture
tecnologiche. Ma questi processi di innovazione non sono in grado da soli di supportare il
ruolo delle Camere di commercio quali agenti di sviluppo delle imprese e del territorio.
Per comprendere la capacità delle Camere di commercio di rispondere alla variegata
domanda di servizi e di sviluppo proveniente dai diversi punti del territorio italiano è
quindi riduttivo focalizzare l’analisi organizzativa sul singolo ente camerale. Singolo ente
58
2. L’organizzazione
che è in grado di mettere in campo forze e risorse notevolmente contenute rispetto a quelle a disposizione di altri soggetti pubblici che svolgono attività analoghe sul medesimo
territorio; oltre l’80% degli enti camerali non supera le 100 unità di personale in servizio.
Eppure si registra, sia a livello nazionale sia a livello di singole realtà provinciali, un
riconoscimento delle Camere di commercio quali partner o come soggetti in grado di dare
concreta attuazione a programmi di sviluppo che interessano l’economia o le imprese.
Le Camere di commercio hanno, infatti, avviato da diversi anni una strategia di interconnessione tra loro e con le altre strutture create per raggiungere i fini istituzionali; i
singoli enti camerali sono poi nodi di interconnessione tra le diverse reti che coniugano
la dimensione locale con quella internazionale, quale la rete delle Camere di commercio
italiane all’estero, ma anche importanti reti locali che mettono in relazione le istituzioni
pubbliche, quali i Comuni, la Provincia e la Regione, con le realtà produttive locali.
Tale strategia ha permesso lo sviluppo di una rete basata non solo su sistemi tecnologici, ma anche organizzativi e culturali, in modo da consentire la condivisione di
processi di sviluppo, progetti, iniziative, servizi.
Gli investimenti che le Camere hanno compiuto nel tempo, ed in seguito adattato e
perfezionato al mutare delle necessità, permettono oggi di affiancare alla rete telematica (motore dell’interconnessione tra le Camere stesse e tra queste e le imprese) una
rete di strutture e punti operativi in grado di assicurare una vicinanza ed un ascolto
adeguati alle esigenze della propria utenza.
Reti e reti delle reti sono modalità organizzative che rappresentano un’attuale
risposta della P.A. ai fenomeni di “gigantismo” di cui le amministrazioni pubbliche
hanno sofferto nei decenni passati per affrontare l’aumento della complessità dei nuovi
scenari; sono anche modalità organizzative sulle quali il Sistema camerale ha scommesso da anni, potendo così maturare importanti risultati; la “geometria” del sistema
rappresentato è quindi il risultato di un processo “storico”, politico e culturale ma è
anche una soluzione che permette al Sistema Camerale di adeguarsi costantemente ai
cambiamenti in atto.
Di certo non è un percorso privo di rischi.
La graduale estensione della rete, l’aumento delle interconnessioni e dei soggetti
pubblici e privati che entrano in contatto con il Sistema camerale o ne fanno parte,
rendono sempre più complessi e difficilmente gestibili:
• la regia politica ed operativa in grado di orientare le strategie e i piani di sviluppo
dei progetti di sistema;
• il pieno utilizzo delle sinergie che possono mettere a fattore comune risorse e attività svolte dai diversi punti della rete;
• un efficace sistema di comunicazione e condivisione interno che metta in contatto
ogni punto della rete.
Rischi che possono essere superati con il rafforzamento di tre importanti aspetti che
sono stati già attivati da diversi anni:
• la creazione di osservatori in grado di mappare e monitorare costantemente il livello
di sviluppo della rete; una quantità di informazioni che opportunamente trattate
59
Rapporto 2006 sul sistema camerale
possono supportare sia gli amministratori delle Camere di commercio nella loro
attività di sviluppo delle politiche locali, ma anche delle strategie di sistema, sia la
dirigenza nell’attività di sviluppo di progetti operativi;
• un sistema informativo in grado di veicolare le informazioni in modo capillare ed
omogeneo tra i diversi punti del Sistema. Si pensi solamente al valore insito nei costi
di progettazione di una iniziativa realizzata da un’Azienda speciale o da una Camera
di commercio; è un know how operativo, ma anche esperenziale, che può essere
messo a disposizione di tutte le altre Camere di commercio;
• il rafforzamento di nuove professionalità in grado di comprendere, progettare e
gestire sistemi organizzativi complessi come quelli “a rete”. Il governo della rete,
come si vedrà nel paragrafo sulle professionalità, richiede infatti lo sviluppo di nuove
competenze e di una cultura manageriale basata su principi innovativi.
2.2.1 La rete camerale: lo stadio di evoluzione raggiunto nel 2006
L’attuale assetto organizzativo della rete delle Camere di commercio, quale riprodotto
in figura 2.2.1.1., consente di visualizzare tale ramificazione del Sistema; al suo interno,
in una cornice di sostanziale conferma dell’assetto già in essere nel 2005, si registra
qualche variazione in alcune delle componenti, anche in questo caso a seguito di precise
scelte organizzative. Variazioni che però non inficiano le logiche, la funzionalità e il
processo evolutivo che ha permesso la costruzione dell’attuale assetto della rete.
È una rete complessa che nasce dall’equilibrio tra l’esigenza di autonomia delle singole Camere di commercio fortemente orientate alle richieste del proprio territorio, la
necessità di proporre sistemi funzionali di coordinamento per lo sviluppo di politiche
nazionali e al contempo di sviluppare nodi specifici in importanti aree di servizio alle
imprese quali l’internazionalizzazione o l’innovazione tecnologica.
Elemento centrale della rete è rappresentato dalle 103 Camere di commercio che con
i loro oltre 2600 Consiglieri, espressione delle strutture produttive locali, sono in grado,
nel pieno principio di sussidiarietà verticale, di leggere e rispondere efficacemente alla
domanda che proviene dal territorio. Anche a livello provinciale è importante comprendere come la capacità della Camera di commercio di contribuire allo sviluppo dell’economia e dell’impresa si basa sull’adozione di modalità il cui punto di forza è non solo nella
qualità del servizio erogato dagli uffici dell’ente camerale, ma anche nella:
• costruzione e/o partecipazione a reti territoriali, come nel caso delle partecipazioni a società e consorzi con altri soggetti pubblici e privati o nel caso degli
investimenti in infrastrutture;
• utilizzo di Aziende speciali, attraverso le quali la Camera di commercio è in grado di
fornire una risposta personalizzata soprattutto alle esigenze delle imprese altrimenti
non soddisfatte dal mercato;
• diffusione capillare sul territorio, sia attraverso la presenza fisica, grazie anche alle
sedi decentrate, ma soprattutto attraverso la digitalizzazione dei servizi.
60
2. L’organizzazione
Figura 2.2.1.1. La mappa del Sistema camerale (2006)
1.535 Partecipazioni
in infrastrutture
e società
69 Camere
arbitrali
103 Camere
di conciliazione
23 Laboratori
chimicomerceologici
43 Borse merci
e Sale
di contrattazione
139 Aziende
speciali
103 Camere
di commercio, industria,
artigianato
e agricoltura
InfoCamere
5 Depositi
e Magazzini
generali
161 Sedi
distaccate
Ecocerved
Tecno Holding
73 Camere
di commercio
italiane
all’estero
19 Unioni
regionali
10 Centri estero
regionali
Tecnocons
Assocamerestero
65 Eurosportelli
ITF
Filiera Moda
Agroqualità
Assonautica
Assicor
Sede
di Bruxelles
BMT
Italia
28 Camere
di commercio
italo-estere
Isnart
Consorzio
Borse valori
Indis
Unioncamere
Unione italiana delle Camere
di commercio, industria,
artigianato e agricoltura
Istituto
Guglielmo
Tagliacarne
Mondimpresa
Dintec
Retecamere
Uniontrasporti
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
61
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Sulla rete delle Camere di commercio si “innesta”, poi, una serie di strutture di varia
natura, alcune delle quali svolgono un importante ruolo di sviluppo e coordinamento a
livello nazionale su macro-aree di intervento, mentre altre sono deputate a svolgere una
funzione specialistica su specifici temi ed attività sempre rivolte al tessuto imprenditoriale; funzioni specialistiche, saperi, dati, esperienze che, grazie alla rete informatica ed
organizzativa, costituiscono un patrimonio comune a tutte le Camere di commercio.
Un terzo livello, infine, è rappresentato dalla “dimensione internazionale” della rete
camerale che, ad esempio, con le strutture di coordinamento delle Camere di commercio
italiane all’estero e le Camere di commercio italo-estere fornisce un campo di azione
europeo ed extra-europeo al complesso sistema di relazioni fino ad ora esaminato.
L’estensione della rete camerale, ma anche la sua capillarità, la rende una struttura
funzionale sia all’analisi permanente della domanda delle imprese inserite nei differenti
contesti territoriali, sia alla capacità di essere un supporto continuo al riposizionamento
delle imprese, delle filiere, delle aggregazioni per lo sviluppo del mercato.
Tabella 2.2.1.1. I numeri del Sistema camerale
103
19
10
Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura
Unioni regionali delle Camere di commercio
Centri per il commercio estero
Unioncamere
Eurochambres
161
139
1.535
10.149
2.637
606,2
121,3
Sedi distaccate per l’erogazione di servizi sul territorio
Aziende speciali per la gestione di servizi promozionali e infrastrutture
Società e consorzi in partecipazione con altri soggetti pubblici e privati
Dipendenti impegnati nei diversi servizi alle imprese e al mercato
Consiglieri espressione delle strutture produttive locali
Milioni di euro di capitale investito in infrastrutture e partecipazioni societarie
Milioni di euro destinati dalle Camere di commercio a servizi per il mercato (internazionalizzazione, formazione per le imprese, promozione delle filiere, finanza e credito,
innovazione, ambiente, promozione dello sviluppo locale e di nuove imprese, turismo e
cultura)
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
62
2. L’organizzazione
Tabella 2.2.1.2. Le strutture delle Camere di commercio
(valori assoluti)
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Sud
Totale
2002 2004 2006 2002 2004 2006 2002 2004 2006 2002 2004 2006 2002 2004 2006
Borse merci
4
4
4
7
8
8
5
6
6
3
2
3
19
20
21
Sale di
contrattazione
10
10
9
7
8
5
5
5
6
1
1
2
23
24
22
Camere arbitrali
11
11
15
19
19
18
18
19
19
21
21
17
69
70
69
Laboratori
chimicomerceologici
4
3
3
6
6
6
4
5
7
7
8
7
21
22
23
1
1
5
Magazzini generali
0
0
1
0
0
3
0
0
0
1
1
1
Aziende speciali
35
34
38
30
25
28
40
37
32
41
40
41
146 136 139
Borsa rifiuti
(CdC aderenti)
Altre strutture
istituzionali
3
3
2
2
4
3
5
6
4
1
3
6
11
16
15
3
4
4
0
1
4
7
7
3
1
1
2
11
13
13
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Figura 2.2.1.2. La distribuzione percentuale delle strutture
delle Camere di commercio nel 2006
Sale di
contrattazione
7,2%
Laboratori chimicomerceologici
7,5%
Altre strutture
istituzionali
4,2%
Borse rifiuti
4,9%
Borse merci
6,8%
Camere arbitrali
22,5%
Aziende speciali
45,3%
Magazzini generali
1,6%
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
63
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Figura 2.2.1.3. L’avvicinamento delle Camere di commercio
al territorio: la dinamica delle sedi distaccate per area geografica
(valori assoluti)
60
54
50
52
51
48
41
43 43
45
39
40
39 39
41
2002
40
34
34
31
29
2003
27
22
2004
20
2005
0
Nord-Est
Nord-Ovest
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
64
Centro
Mezzogiorno
2006
2. L’organizzazione
Figura 2.2.1.4. Il rapporto tra imprese e sedi camerali (principali e
distaccate) nel 2006
Numero di imprese per sedi CCIAA
Numero di imprese per sedi CCIAA
Oltre 25.000
(34)
Da 14.000
a 25.000 (31)(34)
Oltre 25.000
FinoDa
a 14.000
14.000 a 25.000(38)(31)
Fino a 14.000
(38)
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
65
Rapporto 2006 sul sistema camerale
2.2.2 Le Aziende speciali
Un importante e qualificato contributo alla sostenibilità ed alla reale operatività
della rete camerale, viene dal ruolo svolto dalle Aziende speciali.
Figura 2.2.2.1. Le Aziende speciali per Regioni nel 2006
2
20
11
10
10
5
8
10
3
1
8
10
2
10
10
4
5
6
4
Fonte: Unioncamere, Osservatorio Aziende speciali 2007
Le Aziende speciali sono strumenti operativi delle Camere di commercio ampiamente
diffuse; la loro missione coincide con quella delle stesse Camere, che eventualmente le
Aziende declinano in specifiche attività di servizio; le strategie e la programmazione di
tali attività vengono, infatti, determinate all’interno delle politiche di intervento della
Camera che ha istituito l’Azienda, divenendo, quindi, quest’ultima un importante “tas-
66
2. L’organizzazione
sello” della complessa articolazione dell’attività di servizio che l’ente camerale svolge
nei confronti dell’impresa e del territorio più in generale.
La flessibilità operativa è però garantita dall’autonomia amministrativa, contabile e
finanziaria che la norma attribuisce alle Aziende speciali (DPR 254/2005). Flessibilità,
ma anche efficienza; la stessa normativa richiede, infatti, alle Aziende speciali di assicurare, mediante acquisizione di risorse proprie, almeno la copertura dei costi strutturali;
risorse proprie che le Aziende acquisiscono sia attraverso la partecipazione a progetti
di sviluppo rivolti alle imprese finanziati dai programmi comunitari, sia attraverso l’erogazione di servizi alle imprese stesse.
Le azioni delle Aziende speciali si collocano in quelle attività di supporto diretto o
indiretto alle imprese che non possono essere svolte da soggetti privati. Si pensi, ad
esempio, alle azioni realizzate dalle Aziende speciali in materia ambientale, che hanno
permesso di analizzare il rapporto tra impresa e ambiente in termini di fabbisogni
ambientali, migliori tecnologie disponibili, tipologie di servizi, sistemi di gestione
ambientale, e di riduzione dei consumi energetici, utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, e nuove tecnologie. Sono tutte azioni che sono state realizzate attraverso il
coinvolgimento nelle attività di tutte le “parti interessate” (gli enti pubblici territoriali,
le associazioni di categoria, le imprese, i lavoratori, i cittadini,), ma anche i soggetti
provenienti dal mondo universitario, della ricerca e della consulenza e delle imprese.
Analogo discorso si può applicare alle altre aree di intervento delle Aziende speciali
come ad esempio l’innovazione e il trasferimento tecnologico.
Figura 2.2.2.2. Principali settori di attività delle Aziende speciali
(valori %)
Promozione
economica generale
30,1%
Regolazione del
mercato
2,9%
Altro
5,8%
Ambiente
1,0%
Internazionalizzazione
16,5%
Finanza ed
infrastrutture
1,9%
Laboratori chimicomerceologici
8,7%
Innovazione e
trasferimento
tecnologico
6,8%
Formazione
26,2%
Fonte: Unioncamere, Osservatorio Aziende speciali 2007
67
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Diverse sono le aree di intervento delle Aziende speciali, specializzatesi nei diversi
settori di intervento anche in risposta alle specifiche esigenze del proprio territorio:
arbitrato e conciliazione, finanza, gestione delle infrastrutture, formazione e servizi per
la gestione d’impresa, innovazione e trasferimento tecnologico, promozione economica,
laboratori chimico-merceologici, internazionalizzazione.
Se, dal settore di attività prevalentemente svolta, l’analisi si sposta al numero delle
aree di attività che ogni singola Azienda speciale svolge nel suo complesso si conferma,
invece, un trend evolutivo già rilevato nei precedenti monitoraggi: l’Azienda speciale da
monospecializzata sta progressivamente divenendo plurispecializzata.
Questa evoluzione risponde all’esigenza di integrare le diverse policies settoriali
che tradizionalmente sono state sviluppate dalle Aziende speciali. È quindi possibile
assistere negli ultimi anni ad un lento, ma progressivo processo di espansione delle
competenze e delle attività esercitate dalle Aziende che le rendono sempre di più un
importante punto attraverso il quale la rete camerale entra in contatto con le imprese.
Per questo motivo si rende necessario rafforzare i punti di contatto tra l’Azienda
speciale e il resto del Sistema camerale. Rafforzamento che passa attraverso:
• una forte coerenza tra la programmazione dell’Azienda speciale e quella della Camera
di commercio. È importante che le scelte strategiche ed operative della Camera di
commercio siano effettuate tenendo conto anche delle competenze possedute dalle
Aziende speciali. Scelte strategiche che utilizzino come supporto informativo il ricco
patrimonio conoscitivo accumulato dalle Aziende speciali nel loro continuo contatto
con l’impresa;
• un coinvolgimento nel processo di valutazione e monitoraggio anche dei risultati
conseguiti dalle Aziende speciali. Il monitoraggio è infatti una indispensabile fase
del più ampio processo di programmazione e valutazione. La valutazione del conseguimento dei risultati, la pianificazione dei nuovi obiettivi, l’analisi delle risorse
strumentali, finanziarie, tecnologiche e professionali a disposizione per svolgere i
progetti sono tutte attività che devono essere svolte analizzando anche le “forze
messe in gioco” dalle Aziende speciali;
• una diffusione all’interno della rete camerale delle competenze e attività svolte dalle
singole Aziende speciali; la progettualità della singola Azienda speciale può infatti
divenire un importante patrimonio comune a tutto il territorio;
• la capacità di valorizzare in pieno la duttilità offerta da una organizzazione come
quella dell’Azienda speciale; duttilità in grado di far modificare rapidamente gli
obiettivi per adattarli ai mutamenti degli scenari, ma anche di far modificare la
natura stessa dell’Azienda speciale in risposta ad esigenze territoriali.
68
2. L’organizzazione
2.3 Le scelte organizzative delle Camere di commercio
L’efficienza della rete, e soprattutto la sua efficacia nel leggere i fabbisogni del
territorio e rispondere con servizi efficaci e di qualità, si basa però non solo sul valore
aggiunto creato dalle interconnessioni, ma anche sulla capacità di ogni singolo punto
della rete stessa di adottare processi organizzativi innovativi e di disporre di risorse
professionali adeguate.
Con questa consapevolezza, nelle Camere di commercio sono stati sperimentati, ed
in alcuni casi sono divenuti prassi, nuovi approcci, nuove metodologie, nuovi strumenti
applicati all’agire organizzativo con l’obiettivo di rendere più efficienti e soprattutto più
flessibili sia i processi di supporto, sia i processi di servizio alle imprese.
Interventi che agiscono su più punti e con diversi obiettivi. Sul versante dei processi
di servizio alle imprese l’attività del 2006, confermando i trend già rilevanti negli anni
precedenti, ha riguardato progetti, azioni e programmi inscrivibili in tre aree-obiettivo
finalizzate a:
• Aumentare la capacità di leggere i fabbisogni delle imprese e nello stesso tempo
di renderle partecipi delle attività della Camera di commercio. In questo filone di
interventi sono presenti non solo le tradizionali attività di comunicazione, ma anche
le attività finalizzate a rendere il contatto con le imprese sempre più “personalizzato”, anche grazie all’utilizzo delle tecnologie di Customer Relationship Management
che hanno permesso alle Camere di commercio di “patrimonializzare” la conoscenza
delle caratteristiche e delle specifiche esigenze dell’utente-impresa e quindi di
rendere non solo la comunicazione più mirata, ma anche di progettare servizi più
efficienti ed efficaci. A questo utilizzo importante della tecnologia si affianca anche
la messa in campo di importanti ed innovativi strumenti di comunicazione quali il
bilancio sociale, attraverso il quale le Camere di commercio rendono partecipi non
solo le imprese, ma anche tutti gli stakeholders, dei risultati conseguiti, assumendosi
dei precisi impegni di miglioramento.
• Semplificare i processi amministrativi e l’accesso ai servizi. Obiettivi raggiunti
sia attraverso un’azione di semplificazione della normativa e della modulistica sia
attraverso l’adozione di sistemi tecnologici di accesso attraverso i quali l’impresa
può usufruire sempre di più della vasta gamma di servizi della Camera di commercio.
Tecnologia e semplificazione rappresentano in particolare due percorsi che possono
dispiegare il loro pieno potenziale solamente se intrapresi sinergicamente.
Ne è un esempio l’innovazione introdotta dal servizio di deposito per via telematica
delle domande di brevetto per invenzioni industriali e modelli di utilità, nonché di
registrazioni di disegni e modelli industriali e di marchi d’impresa; servizio telematico in funzione dal 1° giugno 2006. Il deposito telematico produce gli stessi
effetti del deposito delle domande in formato cartaceo, ma ha un maggiore impatto
69
Rapporto 2006 sul sistema camerale
positivo sia sull’utente, sia sullo stesso iter di registrazione che può essere avviato
più rapidamente.
• Aumentare e consolidare la tipologia e la qualità dei servizi di supporto allo sviluppo dell’impresa. Sono tutte le azioni volte a supportare lo sviluppo delle imprese
ed in particolare a:
1. favorire il trasferimento dell’innovazione alle piccole e medie imprese, moltiplicando i punti di contatto con il sistema della ricerca;
2. contribuire allo sviluppo di un sistema scolastico e universitario davvero
all’avanguardia e collegato strettamente al mercato del lavoro;
3. internazionalizzare le imprese, puntando a far crescere gli investimenti produttivi all’estero e gli investimenti esteri in Italia, valorizzando la presenza nei
mercati dell’Est e del Mediterraneo;
4. promuovere la qualità e la tutela dei prodotti, soprattutto agroalimentari, e la
valorizzazione dei territori e del turismo.
Pianificazione e controllo strategico nella Camere di Commercio
di Arezzo: la Balanced Scorecard
1. La Balanced Scorecard come strumento di integrazione tra strategia e
gestione operativa
Nel corso del 2006 la camera di Commercio di Arezzo ha sviluppato nell’ambito dei propri sistemi di controllo uno strumento innovativo di pianificazione e controllo strategico
denominato Balanced Scorecard (di seguito BSC).
Tale progetto (ad oggi ancora in fase di sperimentazione) svolto con il supporto del Centro
di Valutazione e Controllo dell’Università di Siena (CRESCO) nasce inizialmente con lo
scopo di sviluppare un sistema che, partendo dai tradizionali documenti di pianificazione
strategica (Bilancio pluriennale e RPP), permettesse di definire in modo chiaro le priorità
definite dal vertice camerale, le azioni necessarie per raggiungerle e al tempo stesso gli strumenti per monitorarle in tempo reale.
Il motivo di tale interesse nasce principalmente dalla difficoltà dei tradizionali sistemi di
controllo di definire un vero e proprio sistema integrato di pianificazione e controllo strategico. Gli obiettivi strategici descritti nei vari documenti di programmazione pluriennale
pur rappresentando un importante punto di partenza non sempre permettono di comprendere in maniera puntuale ed esaustiva le effettive priorità, le iniziative che si prevede
di dover fare per raggiungere tali obiettivi, gli indicatori in grado di monitorarne la loro
realizzazione.
70
2. L’organizzazione
Tra i diversi strumenti di pianificazione e controllo strategico la CCIAA di Arezzo ha deciso
di impostare un sistema secondo la logica BSC ritenuta quella strumento che meglio permette di raggiungere i seguenti scopi:
a. Sviluppo di un sistema di misurazione e gestione delle performance in grado di tradurre
la strategia in termini operativi;
b. allineare l’organizzazione alla strategia anche al fine di garantire una maggiore efficacia
ed efficienza nella comunicazione sia interna che esterna;
c. integrare i vari strumenti di pianificazione, controllo e valutazione oggi presenti nelle
Camere di Commercio.
La BSC pone al centro del proprio sistema la strategia dell’ente. L’individuazione, l’implementazione ed il monitoraggio delle strategie sono da sempre, infatti, presupposti essenziali
per il governo di ogni tipologia di azienda sia pubblica sia privata. Secondo Kaplan e Norton
(coloro che hanno sviluppato tale metodologia nel 1992), l’esecuzione della strategia ed il
conseguente raggiungimento dei risultati desiderati è dato dalla somma di tre componenti
fondamentali: (1) la descrizione della strategia, (2) la misurazione della strategia e (3) la
gestione della strategia. A questo proposito, il filo logico che lega queste tre componenti
è semplice: non si può gestire (terza componente) ciò che non si può misurare (seconda
componente); e non si può misurare ciò che non si può descrivere (prima componente).
Con la BSC le strategie e gli obiettivi gestionali ad esse collegate, possono essere descritte
attraverso l’utilizzo delle “mappe strategiche”, nell’ambito delle quali gli obiettivi e gli indicatori di performance chiave (KPI) sono collegati in una catena di rapporti di causa-effetto
in grado di rendere visibili i legami tra i temi strategici che l’azienda intende perseguire e le
attività (driver) che porteranno al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
La misurazione della strategia avviene sulla base di un cruscotto di obiettivi ed indicatori
articolato intorno a quattro prospettive: oltre a quella economico-finanziaria, la prospettiva
del cliente/utente, quella dei processi interni, e la prospettiva dell’apprendimento e crescita
(si veda Figura 1).
L’eterogeneità degli indicatori di performance presenti nella BSC deriva dalla necessità di
indagare i molteplici driver delle performance dell’ente che, se da un lato trovano sintesi
nella prospettiva dei clienti/utenti ed in quella economico-finanziaria, dall’altro possono
essere compiutamente spiegati solo alla luce del patrimonio intangibile dell’organizzazione,
vera fonte del vantaggio competitivo aziendale e della sostenibilità di lungo periodo.
In sintesi, con la BSC il vertice camerale può monitorare la capacità delle singole parti
dell’organizzazione di creare valore per i clienti/utenti, nonché la bontà delle strategie
messe in atto per affinare le competenze interne e favorire investimenti in persone, sistemi
e procedure necessari al miglioramento della performance future.
Per ogni prospettiva sono considerati:
• gli obiettivi, ovvero quali traguardi strategici ci proponiamo di raggiungere per avere
successo;
• le misure, ovvero quali indicatori possiamo utilizzare per misurare la nostra prestazione;
71
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Figura 2.3.1.1. Le quattro prospettive della Balanced Scorecard
ECONOMICO-FINANZIARIA
Obiettivi
CLIENTI/UTENTI
Obiettivi
Misure
Target
Iniziative
Misure
Target
VISIONE
E
STRATEGIA
Iniziative
PROCESSI INTERNI
Obiettivi
Misure
Target
Iniziative
APPRENDIMENTO E CRESCITA
Obiettivi
Misure
Target
Iniziative
• i target, ovvero quali valori quantitativi ci proponiamo di raggiungere in ogni misura
per considerarci soddisfatti della nostra prestazione;
• le iniziative, ovvero quali attività o comportamenti strategici metteremo in atto per
raggiungere i nostri obiettivi.
La traduzione della strategia in termini operativi: la Strategy Map
La traduzione della strategia in termini operativi, principale obiettivo della BSC, è esplicitata all’interno di quella che viene chiamata la mappa strategica. La mappa strategica descrive
in sintesi il percorso che l’organizzazione camerale deve compiere se intende perseguire
l’obiettivo della creazione di valore per i diversi portatori di interesse (imprese, associazioni
di categoria, cittadini, ecc). La mappa strategica è l’architettura logica a supporto della
descrizione della strategia, usata per rendere esplicite le ipotesi formulate nella stessa, attraverso la catena di rapporti causa-effetto che collegano i risultati previsti dalla strategia con
i driver che porteranno ai risultati strategici secondo le dimensioni della BSC. Ciò viene
fatto attraverso la definizione degli obiettivi che si desidera perseguire, degli indicatori
utilizzati per misurare la performance relativa ad un determinato obiettivo, dei target che
identificano il livello desiderato di performance per considerare l’obiettivo raggiunto, delle
iniziative messe in atto a supporto del raggiungimento dell’obiettivo.
A titolo di esempio nella figura 2 si riporta di seguito la mappa strategica realizzata dalla
Camera di Commercio di Arezzo (le informazioni per la costruzione della BSC riportate
nel presente testo non sono reali).
72
2. L’organizzazione
Figura 2.3.1.2. Mappa Strategica della Camera Commercio di Arezzo
La Mappa Strategica è stata costruita partendo da quanto previsto nella Relazione
Previsionale e Programmatica che, letta e sviluppata operativamente secondo la logica
BSC, è stata tradotta in una vera e propria carta di intenti strategica suddivisa nelle quattro
prospettive di analisi. Come accennato in precedenza, nel processo di costruzione della
mappa strategica, l’attenzione è stata posta non tanto sulle misure di risultato ma sulle
determinanti (o driver) del risultato e sulle relazioni causa effetto (evidenziate nella mappa
dalle frecce) tra i diversi driver.
In questa fase non si è trattato, quindi, di stabilire degli indicatori chiave (definiti successivamente e integrati all’interno del budget direzionale) ma di definire le relazioni causali
tra le diverse variabili e gli obiettivi strategici. La mappa strategica è, in sintesi, la rappresentazione grafica di tutte le determinanti della creazione di valore per la Camera e delle
loro relazioni causa effetto.
Definita la mappa strategica è stato costruito assieme alla direzione e ai singoli responsabili
di funzione il cruscotto della BSC (si veda fig 3) individuando per ogni obiettivo uno o
più indicatori in grado di monitorare il grado di raggiungimento, il target da assegnare a
ciascun parametro, la forbice di oscillazione del risultato (tale da associare alla performance
un segnale giallo, rosso e verde, in funzione del grado di raggiungimento dell’obiettivo),
l’eventuale iniziativa prevista.
Tutto ciò consente al vertice camerale di avere una fotografia quasi in tempo reale dell’andamento dell’ente, il cui aspetto variamente positivo o negativo offre la possibilità di
evidenziare i diversi ambiti di miglioramento.
73
Rapporto 2006 sul sistema camerale
La BSC rappresenta inoltre un sistema di reportistica estremamente interessante e flessibile
sia per la parte politica che per il vertice dirigenziale. Tale sistema raccoglie al proprio interno tutti quegli elementi che vengono richiesti ai moderni modelli di reportistica: sinteticità,
selettività, precisione, immediatezza.
Figura 2.3.1.3. Cruscotto Balanced Scorecard Camera di Commercio
di Arezzo
Altro elemento qualificante della BSC applicata alla Camera di Commercio di Arezzo è rappresentato dalla sua integrazione con la gestione dei progetti (previsti, come già evidenziato,
dal nuovo regolamento di contabilità). Ad ogni obiettivo strategico è stato collegato uno o più
progetti che rappresentano le iniziative che sono state individuate come necessarie per raggiungere quel determinato obiettivo. Un esempio di scheda progettuale è riportata nella Fig. 4.
Una attenta e idonea gestione dei progetti rappresenta un elemento di notevole importanza in quanto è in questa fase che avviene un primo collegamento tra strategia e gestione
operativa. La logica è la seguente: ogni obiettivo definito nella mappa strategica per essere
realizzato può prevedere una o più iniziative che (normalmente) comporta dei costi, che a
loro volta dovranno essere previsti all’interno dei diversi budget direzionali.
Individuate, grazie alla mappa strategica, gli obiettivi caratterizzati da una forte valenza
strategica, si tratta di definire per ciascuna variabile le azioni che si ritiene necessario
intraprendere per conseguire gli obiettivi pianificati. Sono queste le azioni che dovranno
costituire il fulcro del processo di budget. Partendo dalla BSC il budget direzionale diventa
espressione di azioni dai precisi legami con il perseguimento degli obiettivi strategici. Il
budget costituisce un indirizzo per una gestione operativa allineata alla strategia.
74
2. L’organizzazione
Figura 2.3.1.4. Esempio di gestione di una iniziativa
6
L’allineamento dell’organizzazione alla strategia
Ad oggi la Camera di Commercio di Arezzo ha sviluppato la BSC a livello di Ente. In futuro,
soprattutto al fine di allineare l’organizzazione con la strategia dell’ente, si valuterà l’ipotesi di
prevedere delle BSC “a cascata” Partendo, infatti, dalla strategia e dalla BSC a livello di Ente
potranno essere definire le strategie e le relative BSC delle varie unità organizzative (cfr fig. 5).
Risulta evidente come tale allineamento risulterà tanto più necessario quanto più esiste
complessità organizzativa e quanto più è diffuso il potere di delega.
Tale procedimento “a cascata” consente di far comprendere a tutta l’organizzazione quali
sono le priorità aziendali e di comunicarle in maniera chiara e univoca.
In merito a tale attività alcune Camere di Commercio si potrà ipotizzare, in coerenza con la
BSC di ente, di introdurre anche delle BSC per le aziende speciali al fine della verifica del
raggiungimento dei risultati conseguiti rispetto agli obiettivi loro assegnati, come prevede
tra l’altro il nuovo regolamento di contabilità (art. 35).
Integrazione degli strumenti di pianificazione, controllo e valutazione
La Camere di Commercio di Arezzo è stata una delle prime Camere ad introdurre sistemi
di budget e di contabilità analitica, è certificata dal 2004, adotta sistemi di project management e sta’ attualmente definendo il Bilancio Sociale. Nonostante sia una Camera di
75
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Figura 2.3.1.5. La “cascata” della BSC
CCIAA
SCORECARD DI ENTE
K-issues
SCORECARD DI UNITA ’
ORGANIZZATIVA DI LINE
SCORECARD
Misure
1. Crescita
2. 3. Leadership
4. Immagine
5. 6. Partnership
7. Competenze
8. Sistema informativo
ORGANIZZATIVA DI
STAFF
SCORECARD DI UNIT A ’
ORGANIZZATIVA DI
STAFF
SCORECARD PER
LE AZIENDE SPECIALI
BU 1 BU 2 BU 3 ...
XXX
XXX
XXX
XXX
XXX
XXX
La BSC a livello di ente
definisce le priorità
di carattere generale.
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
Ogni unità organizzativa
di line sviluppa una propria
strategia competitiva
ed un BSC coerente con le priorità
definite a livello ente.
• Amministrazione
•Amministrazione
•Risorse
• Risorse umane
umane
•Pianificazione
• Pianificazione ee controllo
controllo
• Information technology
Ogni unità di staff sviluppa
la propria strategia per
supportare le unità
organizzative di line.
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
xxx
Vengono definite
le strategie e le BSC
per le aziende speciali al fine
della verifica del raggiungimento
degli obiettivi definiti
dalla CCIAA
medio piccole dimensioni il rischio che si poteva correre era quello di avere tanti strumenti
non collegati tra loro e ancor peggio che non comunicavano.
In questo senso la BSC ha rappresentato lo strumento che ha consentito di integrare tali strumenti e a collegarli tramite un filo logico che è rappresentato dalla volontà di fare della strategia
un processo continuo all’interno del processo di pianificazione e controllo. Nella maggior parte
delle organizzazioni il processo di gestione si articola intorno al budget ed ai vari piani operativi. Le riunioni periodiche sono organizzate principalmente per discutere e risolvere eventuali
variazioni dal budget stabilito. Ovviamente si tratta di interventi necessari, ma che fanno parte
però del management tattico, mentre viene rivolta poca attenzione alla revisione della strategia
aziendale. A questo proposito, risulta di fondamentale importanza saper integrare la gestione
tattica (budget e revisioni mensili o trimestrali) e la gestione della strategia in un processo unico
ed ininterrotto. In tal modo, invece di essere un appuntamento annuale, la strategia diventa un
processo continuo che impegna gli operatori aziendali nel loro agire quotidiano.
Lo stesso bilancio sociale non può essere considerato, come invece avviene in molti enti, un
semplice strumento di rendicontazione scollegato dalla pianificazione strategica. La CCIAA
di Arezzo in linea con il percorso intrapreso, sta’ utilizzano la metodologia BSC per dare
forma alle diverse parti del bilancio sociale integrando informazioni che derivano dal sistema di pianificazione strategica, dal sistema di qualità, dal controllo di gestione e dai diversi
sistemi di benchmarking esistenti sia a livello toscano sia a livello nazionale.
76
2. L’organizzazione
2.4 Le professionalità: leva per lo sviluppo e l’innovazione
Tabella 2.4.1. Le risorse umane del Sistema camerale nel 2006
10.149
Dipendenti in servizio nel Sistema camerale
di cui:
8.222
991
254
71
82
nelle Camere di commercio
nelle Aziende speciali (dato su 103 di 139)
nelle Unioni regionali
in Unioncamere
in Agenzie partecipate
24
529
in Mondimpresa,
42
in Retecamere,
12
in Dintec,
4
in Isnart
in Infocamere
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Tabella 2.4.2. Le risorse umane delle Camere di commercio nel 2006
8.222
Dipendenti in servizio nelle Camere di commercio
di cui:
975
541
602
216
500
335
29
31
part time
presso sedi distaccate
Dipendenti a tempo determinato
Co.co.co.
Somministrazione lavoro
Lavoratori socialmente utili
Ricorsi a cooperative sociali
Contratti di formazione lavoro
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
77
Rapporto 2006 sul sistema camerale
La qualificazione delle professionalità e il loro adeguamento alle esigenze di innovazione è uno dei temi ad alta rilevanza strategica sul quale il Sistema camerale ha
fortemente investito; ciò attraverso iniziative finalizzate non solo a trasferire saperi
e contenuti specialistici, ma anche a mettere in condivisione atteggiamenti, approcci,
identità professionali. Come nel caso del programma di Sviluppo Manageriale della
Dirigenza e delle Alte professionalità delle Camere di commercio, “Campus”, realizzato
da Unioncamere e dalla Fondazione Tagliacarne, che si propone non solo come una
modalità di spinta all’innovazione e alla qualificazione professionale, ma anche come
un luogo, fisico e virtuale, nel quale costruire una identità professionale di sistema.
Sviluppo della rete, professionalità e formazione sono stati infatti identificati come
elementi strettamente correlati. In una ricerca condotta dalla Fondazione Tagliacarne
sul profilo di ruolo del dirigente camerale, è stata evidenziata, tra le altre aree chiave
di responsabilità dirigenziale, quella relativa al governo della rete. Area chiave che si
basa sul possesso di conoscenze e abilità relative all’analisi degli scenari, alla progettazione di sistemi complessi, alla conoscenza degli attori pubblici e privati che agiscono
sul territorio locale, nazionale ed internazionale. Area chiave che però si basa anche
su atteggiamenti e valori culturali. In particolare dalle interviste realizzate, è emerso
che il tema del governo della rete è stato associato alla cultura del “far fare”. In altri
termini ciò che viene richiesto ai dirigenti è il governo, l’organizzazione, la gestione
strategica di un processo realizzativo, mediante il coordinamento di una rete di soggetti
diversi verso i quali l’ente non può utilizzare la modalità gerarchica del controllo e della
sanzione.
Ciò in virtù della tipologia di tali soggetti che vanno da quelli “di sistema” (tipicamente Aziende speciali) ad altri esterni quali, ad esempio, enti partecipati dalle Camere
con altri soggetti pubblici.
L’impossibilità di attivazione della leva del comando rende necessaria la scelta di una
modalità di gestione fortemente focalizzata su obiettivi e risultati, ma anche su abilità
relazionali e negoziali.
I principali fenomeni registrati nel corso del 2006
Il 2006 ha rappresentato l’anno “di mezzo” all’interno del triennio che la manovra finanziaria 2005 ha prefigurato per le Pubbliche Amministrazioni quale orizzonte
temporale con il quale fare i conti sotto il profilo del contenimento del turnover (con
ulteriori riduzioni delle nuove acquisizioni rispetto ai già ridotti margini degli anni
precedenti).
Su tale scenario ha pesato, in misura sensibile, il ritardo con il quale è stata emanata
la normativa di dettaglio che – per le Camere – doveva dare senso e contenuto precisi
alle indicazioni di principio presenti nella finanziaria suddetta.
Normativa che, sia pure con il nobile intento di affrontare e disciplinare un aspetto
del tutto innovativo (quello della redistribuzione tra le Camere delle opportunità di
78
2. L’organizzazione
Figura 2.4.1. Le aree chiave di responsabilità dirigenziale
nelle Camere di commercio
ACQUISIZIONE
E GESTIONE
DELLE
RISORSE
ECONOMICHE
GOVERNO
DELLA RETE
PROMOZIONE DEL
RUOLO DELLA CCIAA
COME ATTORE
STRATEGICO
AREE CHIAVE DI
RESPONSABILITÀ
DIRIGENZIALI
GESTIONE
DELLA
QUALITÀ
DEI SERVIZI
GESTIONE E
SVILUPPO
DELLE
RISORSE
UMANE
GESTIONE
DELL’INNOVAZIONE
TECN. E DEL
CAMBIAMENTO
PROGRAMMAZIONE
E CONTROLLO
IMPLEMENT.NE
DELLE
STRATEGIE
DELL’ENTE
Fonte: Istituto G. Tagliacarne
assunzioni non colte a livello locale per effetto dell’insufficiente valore del tasso di
sostituzione entrate/uscite fissato dal decreto stesso), ha visto la luce solo agli inizi
dell’anno 2006.
E così, quest’ultimo ha finito per scontare gli effetti di blocco sostanziale relativo al 2005, sommando ad essi le limitazioni che riguardavano direttamente la stessa
annualità 2006.
Questo ha fatto sì che – non potendo contare, come avvenuto fino al 2005, sul
trascinamento, per così dire, delle assunzioni relative all’anno precedente, che in parte
contribuivano a mitigare l’impatto dei tagli fissati in manovra per l’anno in corso
– l’esercizio 2006 si caratterizza per un saldo negativo (tra entrate e fuoriuscite) significativamente appesantito.
Si tratta, infatti, di un valore di saldo quasi più che doppio rispetto agli ultimi anni
(fig. 2.4.2.); valore che può sembrare gestibile, sotto il profilo organizzativo, se con-
79
Rapporto 2006 sul sistema camerale
siderato in termini assoluti, ma che ha, in realtà, un impatto sensibile sui numeri non
elevati tipici delle Camere.
Per tali ragioni l’anno trascorso ha posto, una volta di più e in misura ancora più
stringente, gli enti di fronte a non agevoli processi di razionale allocazione delle figure
professionali esistenti, nonché di investimenti mirati su quelle flessibilità lavorative utili a
supportare i processi di lavoro.
Si è trattato, per queste ultime, di riallineare le politiche del personale rispetto a
tali scenari, puntando soprattutto su:
• revisioni nella composizione quali-quantitativa delle diverse aree di attività che
caratterizzano l’azione camerale, operando quegli spostamenti di risorse che (in un
contesto di progressiva contrazione delle stesse) potessero assicurare un costante
livello di attenzione ai bisogni del sistema delle imprese;
• prosecuzione nell’innesto di tipologie lavorative flessibili coerenti con i fabbisogni
di professionalità rilevati.
Figura 2.4.2. Il personale in servizio dal 2002 al 2006 (valori assoluti)
9.000
8.628
8.555
8.500
8.474
8.396
8.222
8.000
7.500
7.000
2002
2003
2004
2005
2006
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Sul primo versante (composizione aree di attività) si registrano, anche se in misura
ancora non appieno percepibile, alcuni positivi mutamenti:
una tenuta sostanziale nel rendere i servizi core, con una capacità – sempre più diffusa sul territorio – delle strutture di intraprendere il percorso verso un più equilibrato
rapporto tra personale in servizio e bacino d’utenza servito (fig. 2.4.5. dalla quale
si evince il graduale allargamento del numero di Camere che presentano un rapporto
dipendenti per 1.000 imprese al di sotto della soglia del valore 1,6);
una conferma di quanto già in parte registrato nel 2005, vale a dire un saldo negativo tra assunzioni e cessazioni concentrato nelle figure di livello medio e medio
80
2. L’organizzazione
Figura 2.4.3. Il personale in servizio nelle diverse categorie (valori assoluti)
6.000
4.316
4.500
4.118
3.000
2.304
2.241
1.358
1.500
386
1.254
327
249
297
0
A
B
C
D
Dirig.
Categorie
2006
2004
2002
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Figura 2.4.4. Accessi e dimissioni a confronto (valori assoluti)
500
401
400
283
300
289
236
273
200
158
125
100
228
226
191
82
166
131
139
97
87
153
142
136**
136
0
2002
2003
2004
2005
2006
Accessi*
Dimissioni Complessive
di cui Dimissioni Volontarie
di cui Dimissioni Vecchiaia
* Stima del Trend
** Al dato occorre aggiungere 30 unità assunte presso la Camera di Commercio di Aosta
Fonte: Istituto G. Tagliacarne
81
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Figura 2.4.5. Il rapporto personale camerale in servizio e imprese
(31/12/2006)
Personale camerale ogni 1.000 imprese
Personale Cdc ogni 1.000 imp
Oltre 2
(34)
Da 1,6Oltre
a 2 2(30) (34)
a 2 (30)
Fino a Da
1,61,6(39)
Fino a 1,6 (39)
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
82
2. L’organizzazione
basso, dove, con tutta probabilità, si concentra – insieme alla dirigenza – il personale con più elevata anzianità, soprattutto anagrafica, la quale comincia ad esercitare
i suoi effetti sul piano dell’incidenza del pensionamento di vecchiaia (cresciuta in
una certa misura nel 2006; fig. 2.4.4.); si tratta di livelli rispetto ai quali negli anni
precedenti la scelta delle Camere (sempre in contesti normativi di riduzione del turnover) non aveva fatto mancare interventi di ripristino dei vuoti creatisi;
una salvaguardia, ed anzi un lieve miglioramento (significativo in un contesto, come
quello illustrato in apertura, di crescita alquanto negativa) della concentrazione
delle professionalità destinate ai servizi per il sistema delle imprese (fig. 2.4.7.).
Figura 2.4.6. Distribuzione del personale complessivo tra i settori di
attività negli anni 2003-2006 (numero di unità equivalenti)
3.000
2.815
2.138
2.672
2.183
2.000
1.530
1.525
1.163
1.222
1.000
759
634
215
268
55
123
0
Servizio Registro Servizi di staff e
Servizi
Imprese
di supporto
ammin./anagr.
Servizi
promozionali
Servizi di studio
2003
Servizi tecnici
2004
2005
Altri servizi
2006
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Sul secondo versante si segnala un più accorto ricorso al mercato del lavoro flessibile, che – evitando il diffondersi di contratti di collaborazione coordinata e continuativa,
più volte finiti sotto gli strali della Corte dei conti e del Dipartimento Funzione Pubblica
– ha visto crescere (fig. 2.4.9.) proprio quelle tipologie (ad es. somministrazione lavoro) che più si prestano ad un utilizzo efficace per le finalità di rapporto con l’utenza
servita; tipologie che stanno progressivamente sostituendo la figura tradizionalmente
dominante nelle Camere, vale a dire il contratto a tempo determinato, in significativa
flessione.
83
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Figura 2.4.7. Evoluzione della distribuzione del personale complessivo
per settori di attività (valori %)
100%
80%
60%
40%
20%
13,4%
0,6%
17,6%
13,1%
1,6%
13,6%
1,7%
14,2%
1,4%
17,7%
17,5%
17,7%
8,7%
7,6%
7,5%
7,3%
32,4%
31,2%
31,8%
31,0%
2,5%
2,7%
2,6%
3,1%
24,6%
26,1%
25,2%
25,3%
2003
2004
2005
2006
0%
Servizio Registro Imprese
Servizi di studio
Servizi promozionali
Servizi tecnici
Servizi ammin./anagr.
Servizi di staff e di supporto
Altri servizi
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Figura 2.4.8. La forza lavoro delle Camere di commercio per forme
“flessibili” nel 2006 (numero di unità)
Cooperative
sociali
29
Formazione
lavoro
31
Co.co.co.
216
Lavori
socialmente utili
335
Somministrazione
lavoro
500
Tempo
determinato
602
0
50
100 150 200 250 300 350 400 450 500 550 600 650
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
84
2. L’organizzazione
Figura 2.4.9. Evoluzione delle forme "flessibili" nelle Camere di
commercio (valori %)
100%
19,6%
21,8%
22,1%
12,2%
2,2%
14,0%
1,7%
20,3%
20,3%
40%
2,9%
2,4%
20%
40,6%
39,6%
35,1%
2004
2005
2006
80%
60%
12,6%
1,8%
29,2%
1,7%
0%
Tempo determinato
Formazione lavoro
Cooperative sociali
Co.co.co.
Somministrazione lavoro
Lavori socialmente utili
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Allo stesso tempo, l’anno trascorso ha rappresentato, per le Camere, l’occasione per
puntellare un aspetto gestionale che, invece, nel panorama pubblico sta mostrando una
certa fatica non solo ad imporsi, ma anche a mantenersi (laddove introdotto).
Ci si riferisce alla valutazione dell’azione dell’ente, attraverso la connessione e la
coerenza tra loro dei diversi sistemi operativi di gestione, dalla pianificazione delle
linee di azione per attuare le strategie delineate dai politici, alla definizione di appositi
indicatori di monitoraggio dell’azione, alla verifica dei risultati attesi, alla valorizzazione, anche economica, dell’impegno del management su questo fronte.
Sembra entrato in una fase di empasse, infatti, in più settori il modello in tal senso
delineato dalla riforma delle Pubbliche Amministrazioni avviata nel 1993.
Recenti indagini (non ultima quella promossa da ForumPA, condotta presso la stessa
comunità dei dirigenti pubblici) hanno messo in risalto criticità notevoli, quali:
• carenza di indicatori omogenei e condivisi e di strumenti di misurazione sia delle
performance che degli outcome: si lamenta quindi una scarsa e solo formale attività
di valutazione;
• dalla carenza nella misurazione e valutazione consegue che non esiste un qualche
sistema strutturato di incentivi né di sanzioni;
• scarso investimento nella formazione per la categoria dirigenziale.
85
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Figura 2.4.10. L'assegnazione del salario di produttività: cosa incide?
Anzianità / titoli
11%
Risultati per obiettivi
assegnati
40%
Conoscenze tecnico /
professionali
21%
Caratteristiche
personali
28%
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Il sistema delle Camere di commercio, in un simile contesto, si è mosso lungo un
suo percorso peculiare, basato su:
• il rafforzamento della logica di sistema attraverso la crescita dell’utilizzo degli indicatori di monitoraggio delle singole realtà camerali presenti nel network “Pareto” (in
ogni Camera è ormai presente più di una figura accreditata all’accesso, alla visione
ed all’utilizzo dei dati che rappresentano l’andamento gestionale del proprio ente
da più punti di vista, economico-finanziario, di efficienza, di performance, estesi
anche alle Aziende speciali costituite), indispensabili per individuare obiettivi di
miglioramento organizzativo e gestionale, nel tempo (serie storiche), ovvero in rapporto a Camere di commercio inserite in cluster di riferimento (in modo da favorire
l’individuazione di benchmark di sistema);
• la crescita costante, anche attraverso la diffusione delle “pratiche migliori”, del
numero di enti nei quali si accetta la logica del valutare l’attività dell’ente prima
ancora che quella del personale, dirigente e non dirigente;
• la diffusione di sistemi strutturati di valutazione delle prestazioni del personale
stesso, che ancorano parte di tale dimensione valutativa ai risultati conseguiti dall’organizzazione in quanto tale;
• il coinvolgimento adeguato nel processo del Nucleo di valutazione che è investito di
una funzione primaria nel monitoraggio, controllo e verifica del conseguimento degli
obiettivi;
• l’investimento ad ampio raggio sul potenziamento e la crescita delle skill professionali della dirigenza, attraverso il già citato progetto “Campus”.
86
2. L’organizzazione
Figura 2.4.11. La valutazione ha previsto la verifica/certificazione a
consuntivo dei risultati totali/parziali raggiunti?
NO
24,3%
SI
75,7%
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Figura 2.4.12. Il Nucleo di valutazione fornisce informazioni utili per
quale delle seguenti attività?
La valutazione
dei dirigenti
32%
L’attività
di prorammazione
della Camera di commercio
14%
L’individuazione
degli obiettivi da assegnare
al Seg retario generale
ed alla dirigenza
18%
La valutazione
del Segretario generale
36%
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
87
Rapporto 2006 sul sistema camerale
La programmazione e valutazione nelle Camere di commercio
Sono ormai quattordici anni che si parla di programmazione e valutazione nelle amministrazioni pubbliche; un periodo calcolato a partire dall’emanazione di una norma, il decreto
legislativo 29/19931, che oltre a fissare importanti principi quali la separazione dei poteri
tra gli organi politici e la dirigenza, obbliga le amministrazioni pubbliche a dotarsi di metodologie di monitoraggio dei costi e dei risultati raggiunti.
È un periodo quindi sufficientemente lungo per poter evidenziare le esperienze, i successi
ma anche le criticità che si sono evidenziati all’interno delle amministrazioni pubbliche e
delle Camere di commercio in particolare.
Ma quali sono i tratti essenziali che caratterizzano il percorso intrapreso negli enti camerali? Quello che emerge con forza dall’esperienza condotta in questi anni nelle Camere di
commercio è la necessità di mantenere una forte coerenza interna tra tutti gli elementi che
compongono il complesso puzzle sottostante al sistema di programmazione e controllo.
Per progettare ed implementare un sistema di programmazione e controllo all’interno di
un ente pubblico occorre infatti possedere una conoscenza ed una padronanza di tutti gli
elementi in gioco, in sostanza occorre creare un “mappa” costruita sulle diverse visuali, ed
in particolare:
• quella relativa alle metodologie che devono essere adottate per essere in grado, ad esempio, di tradurre le strategie in obiettivi, e quindi di inviduare gli indicatori attraverso i
quali effettuare il monitoraggio;
• quella relativa al processo: la programmazione e valutazione è composta da una sequenza
di azioni che si collocano all’interno della vita organizzativa dell’ente; le azioni compiute
nella fase di programmazione sono propedeutiche alla successiva fase di valutazione; la
stessa fase di valutazione diventa un momento indispensabile per impostare la successiva
programmazione e così via;
• quella relativa agli attori che entrano nel processo: quali sono le funzioni, le competenze,
come interagiscono tra di loro, solamente alcuni degli aspetti che devono essere ben
definiti per evitare una confusione sui ruoli, ma anche sui livelli di responsabilità;
• quella relativa ai fattori più legati a variabili di tipo psicodinamico o culturali: il sistema
dei controlli viene percepito come un’opportunità di crescita o un limite alle proprie
azioni? Si ritiene che i processi possono essere migliorati attraverso il supporto di specifiche metodologie o è sufficiente la personale esperienza? I dati vengono utilizzati
per leggere quello che sta succedendo o sono solamente un fastidioso obbligo che fa
perdere tempo? Questi sono soltanto alcuni esempi di atteggiamento verso i processi di
programmazione e valutazione che possono costituire un ostacolo insormontabile all’introduzione effettiva di tali sistemi; è importante quindi procedere con “piccoli passi”
1
Il decreto legislativo 29/1993, attualmente decreto legislativo 165/2001, introduce l’obbligo nelle amministrazioni pubbliche di dotarsi dei Nuclei di valutazione.
88
2. L’organizzazione
all’implementazione dei sistemi e delle metodologie, pur se all’interno di un modello
complessivo di riferimento che deve svilupparsi negli anni; lasciando quindi il tempo
all’ente di “metabolizzare” gli atteggiamenti, le prassi e i comportamenti organizzativi
necessari;
• infine, ma non certo per ordine di importanza, quella normativa.
Il contesto normativo e giurisprudenziale, infatti, fissa importanti elementi di riferimento
indirizzando o orientando la progettazione dei sistemi di programmazione e valutazione
sotto diversi profili o aspetti:
• il profilo degli obblighi; la norma definisce ciò che è obbligatorio realizzare o quanto
deve essere fatto se si vogliono attivare delle procedure; ne è un esempio la retribuzione
di risultato che può essere erogata solo in presenza della definizione di indicatori di
risultato, di obiettivi, di un sistema di monitoraggio;
• i “paletti metodologici”; la norma individua quali sono gli elementi che devono essere
presenti anche dal punto di vista metodologico;
• gli attori che agiscono nel sistema di programmazione e valutazione, le funzioni, i compiti, i livelli di responsabilità, le interfunzionalità.
Diverse sono le norme che agiscono in tal senso; nelle Camere di commercio l’emanazione
del DPR 254/20052 costituisce un sorta di testo unico dove non viene solamente sancito il
passaggio dalla contabilità finanziaria alla contabilità economica, ma rappresenta anche un
momento di razionalizzazione dei presupposti formali e procedurali che rendono possibile
il funzionamento del processo di programmazione e valutazione.
In coerenza con la normativa vigente3, il decreto dedica diversi articoli alla definizione e
alle modalità di funzionamento del sistema dei controlli che devono essere operanti nella
Camera di commercio:
• il controllo amministrativo contabile, ovverosia quell’insieme di controlli finalizzati a
garantire la legittimità, la regolarità e la correttezza dell’azione amministrativa;
• il controllo di gestione: è quella tipologia di controlli che consente un monitoraggio
anche in “corso d’opera” di importanti aspetti operativi quali ad esempio il livello di
realizzazione dei progetti o l’economicità dei servizi realizzati;
• il controllo strategico, infine, riguarda l’attività di supporto ai processi decisionali degli
organi della Camera di commercio. Tramite il controllo strategico si evidenziano infatti
i risultati raggiunti rispetto agli obiettivi predefiniti, si monitora il funzionamento dell’ente si analizza il livello di soddisfazione dell’utenza nei confronti dei servizi erogati.
2
3
Il DPR 254/2005 costituisce il regolamento per la disciplina della gestione patrimoniale e finanziaria delle
Camere di commercio.
In particolare con il d.lgs. 30 luglio 1999, n. 286 che riguarda il Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell’attività svolta dalle amministrazioni
pubbliche.
89
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Il regolamento di contabilità non è però l’unica fonte normativa esistente, in quando
riprende elementi già presenti in altre fonti, dai contratti nazionali, al già citato decreto sul
riordino dei sistemi di controllo. Esistono poi altri dispositivi normativi che basano la loro
operatività sull’efficacia di un sistema di programmazione e controllo; basti citare solamente
la circolare sulla qualità4 o la circolare sul bilancio sociale5; tutte queste norme spingono
sulla necessità di avere obiettivi misurabili, indicatori attraverso i quali monitorare il livello
di funzionamento dell’ente, un sistema di monitoraggio in grado di fornire in tempo reale
dati e soprattutto un sistema di programmazione che utilizza i dati che emergono dal monitoraggio per avviare dei processi di miglioramento.
Il processo di pianificazione e controllo nelle Camere di commercio
La certificazione ISO 9001:2000, la valutazione della dirigenza, la rendicontazione sociale,
l’avvio di processi di miglioramento dei servizi all’utenza, l’impostazione della programmazione annuale contenente interventi rivolti alle imprese, sono tutti obiettivi che possono
essere raggiunti con efficacia, garantendo al contempo anche la legittimità delle azioni
intraprese, solamente se nell’ente opera realmente un ciclo di pianificazione e controllo.
Si è però consapevoli che l’implementazione della complessa architettura alla base di tale
ciclo risulta particolarmente costosa, in termini di tempo dedicato, soggetti coinvolti e
anche risorse finanziarie; costi che per le Camere di commercio di piccole dimensioni raggiungono soglie anche critiche.
Alla complessità delle esigenze è possibile però rispondere con l’adozione di ciclo di pianificazione e controllo che poggia su una struttura “minima di funzionamento”. Con il termine
“minimo” s’intende che la struttura proposta deve soddisfare una serie di requisiti (prassi,
azioni e metodologie) che devono essere presenti sia perché indispensabili in un ciclo di
pianificazione e controllo (non può esserci valutazione, ad esempio, se non si è stabilito a
priori gli obiettivi e gli standard da raggiungere), sia perché richiesti dalla normativa o dalla
stessa giurisprudenza: diverse recenti sentenze della Corte dei Conti al riguardo si basano ad
esempio sulla obbligatorietà dell’individuazione di parametri oggettivi per la valutazione;
principi giurisprudenziali si fondono sempre di più con i principi “aziendalistici”.
L’economicità della struttura, uno dei requisiti per una sua reale operatività, si basa però
sulla capacità di evitare duplicazioni e dispersioni, sulla conoscenza metodologica del
funzionamento di un ciclo di pianificazione e controllo, ma anche sulle funzioni e i ruoli
svolti da ogni soggetto coinvolto. Coerenza e linearità sono i principi cardine sui quali deve
poggiare tale architettura.
Una volta impostata una struttura di base, e soprattutto una volta che tale struttura è parte
integralmente della vita organizzativa dell’ente e non più un “corpo estraneo”, è possibile
elaborare ed implementare nuovi stadi evolutivi che forniscono un ulteriore valore aggiun-
4
5
La direttiva del Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione per una Pubblica
Amministrazione di Qualità.
La direttiva del Ministro della Funzione pubblica sulla rendicontazione sociale nelle amministrazioni
pubbliche del 17 febbraio 2006.
90
2. L’organizzazione
to ai processi di programmazione e valutazione, come l’applicazione della metodologia di
balance scorecard.
Figura 1 – Il ciclo di pianificazione e controllo
nelle Camere di commercio
IL DPR 254/2005
STRATEGIE - LINEE PROGRAMMATICHE
OBIETTIVI STRATEGICI
PIANI ED AZIONI
OBIETTIVI OPERATIVI E RISULTATI
ATTESI
ANALISI DELLE PERFORMANCE E DEI
RISULTATI CONSEGUITI
RELAZIONE
PREVISIONALE
E PROGRAMMATICA (ART. 5)
BUDGET DIREZIONALE
PROGETTI (ART. 8 E 10)
CONTROLLO STRATEGICO
(ART. 35)
CONTROLLO
DI GESTIONE (ART. 36)
Ma qual è la struttura minima di funzionamento che si evidenzia nell’esperienza delle
Camere di commercio anche alla luce delle novità introdotte dal nuovo regolamento di
contabilità? E soprattutto come tale struttura si colloca all’interno della vita organizzativa
dell’ente?
L’analisi della normativa e della giurisprudenza, la raccolta e il confronto delle esperienze
realizzate dalle Camere di commercio hanno permesso l’individuazione di un percorso
inscrivibile in tre momenti, ognuno dei quali contiene le azioni di base che devono essere
compiute per garantire il funzionamento del ciclo di pianificazione e controllo.
Il primo momento riguarda la fase di programmazione strategica. In questa fase gli organi
dell’ente elaborano il documento di indirizzo strategico: la relazione previsionale e programmatica.
In tale relazione vengono descritte le priorità strategiche che la Camera di commercio
intende conseguire nell’arco dell’anno e attraverso quali programmi. Già a questo livello
possono essere definiti gli indicatori attraverso i quali è possibile monitorare il livello di
raggiungimento degli obiettivi strategici; sono indicatori di effetto, che devono misurare
91
Rapporto 2006 sul sistema camerale
la ricaduta sociale degli interventi realizzati (outcome). Per citare un esempio concreto, la
linea programmatica “sostegno alle imprese” si traduce in obiettivi strategici in termini di
“creazione delle condizioni per una crescita delle imprese favorendone l’accesso al credito e l’accesso ai mercati internazionali”. Dopo la descrizione degli specifici programmi che si intende
portare avanti, si possono individuare gli indicatori di outcome quali ad esempio il numero
delle imprese che hanno attivato dei canali di commercializzazione con l’estero a seguito
delle azioni promozionali condotte dalla Camera di commercio o la percentuale di esportazione di merci che è correlata sempre alle azioni promozionali della Camera di commercio
indicatori per i quali si possono stabilire degli standard da raggiungere.
Indicatori di questo tipo sono importanti non solo per l’attività di controllo strategico,
ma anche per l’elaborazione di analisi come quelle di fine mandato o per la redazione del
bilancio sociale dove si rendiconta alle imprese la capacità della Camera di commercio di
incidere sulla realtà economica ed imprenditoriale.
Determinare con chiarezza gli obiettivi strategici e i relativi indicatori permette anche di
orientare con forza le attività della dirigenza e di tutto l’ente verso le priorità che gli organi
hanno individuato.
La seconda fase riguarda la programmazione operativa. L’ente, dopo aver predisposto il
preventivo economico e la correlata relazione dove si evidenziano le risorse complessive
che si intendono destinare ai diversi programmi individuati in sede di relazione previsionale e programmatica, predispone il budget direzionale. Il budget direzionale rappresenta
una fonte di dati sui quali possono essere costruiti molti indicatori di tipo economico.
Un’ulteriore fonte è rappresentata dalla predisposizione, prevista dal nuovo regolamento
di contabilità, delle schede progetto6 che devono essere elaborate individuando anche i
parametri7 per la valutazione dei risultati da conseguire.
In queste schede sono contenute una grande quantità di informazioni e dati che devono poi
essere monitorati dal sistema di controllo, quali:
•
•
•
•
•
•
•
•
gli obiettivi operativi;
la descrizione dei programmi di intervento;
i benefici attesi;
l’impatto sull’organizzazione;
i piani di attuazione;
i costi e le eventuali fonti di finanziamento esterne;
gli indicatori;
gli standard da raggiungere (i risultati attesi).
La definizione degli indicatori è anche in questo caso la parte più complessa, in quanto
presuppone una conoscenza metodologica elevata. Per questo motivo il regolamento di
6
7
Art. 10 del DPR 254/2005.
Art. 8 del DPR 254/2005.
92
2. L’organizzazione
contabilità attribuisce all’organo di valutazione strategica8 il compito di indicare le modalità attraverso le quali si devono costruire gli indicatori che siano in grado di misurare:
• l’efficacia, ossia il grado di raggiungimento degli obiettivi programmati;
• l’efficienza, ossia l’impiego di risorse (input) per il conseguimento di determinati risultati (output);
• la qualità, ossia il livello di soddisfazione dell’utenza.
Le azioni previste dal nuovo regolamento di contabilità e descritte sinteticamente nelle due
fasi (cfr. figura n. 2) forniscono, sé costruite secondo un rigoroso approccio metodologico,
già di per se la quantità minima di dati ed informazioni in grado di alimentare e fare funzionare il ciclo di pianificazione e controllo.
Figura 2 – Il ciclo di pianificazione e controllo
nelle Camere di commercio
RELAZIONE PREVISIONALE
PROGRAMMATICA
PRIORITÀ
STRATEGICA 1
PRIORITÀ
STRATEGICA 2
RELAZIONE
AL
PREVENTIVO
BUDGET DIREZIONALE
PROGRAMMI
OPERATIVI
PROGR.
1.1
LE RISORSE
COMPL.VE
PROVENTI ED ONERI
ASSEGNATI AL DIRIGENTE
SCHEDE PROGETTO
E PARAMETRI
PROGR.
1.2
LE RISORSE
COMPL.VE
PROVENTI ED ONERI
ASSEGNATI AL DIRIGENTE
SCHEDE PROGETTO
E PARAMETRI
PROGR.
1.n
LE RISORSE
COMPL.VE
PROVENTI ED ONERI
ASSEGNATI AL DIRIGENTE
SCHEDE PROGETTO
E PARAMETRI
PROGR.
2.1
LE RISORSE
COMPL.VE
PROVENTI ED ONERI
ASSEGNATI AL DIRIGENTE
SCHEDE PROGETTO
E PARAMETRI
PROGR.
2.2
LE RISORSE
COMPL.VE
PROVENTI ED ONERI
ASSEGNATI AL DIRIGENTE
SCHEDE PROGETTO
E PARAMETRI
PROGR.
2.n
LE RISORSE
COMPL.VE
PROVENTI ED ONERI
ASSEGNATI AL DIRIGENTE
SCHEDE PROGETTO
E PARAMETRI
Ciclo che si conclude con la terza fase che riguarda il sistema dei controlli ed in particolare
il controllo strategico; come visto nel paragrafo precedente è un tipo di controllo che si
configura come un supporto all’attività decisionale degli organi dell’ente ai quali la normativa affida la responsabilità sia dell’attività di pianificazione strategica, sia della verifica del
raggiungimento dei risultati e delle eventuali azioni per la rimozione delle criticità indivi8
La valutazione strategica è affidata alla giunta che però si avvale di un apposito organo (art. 35 del DPR
254/2005), normalmente composto da soggetti con una specifica professionalità.
93
Rapporto 2006 sul sistema camerale
duate. Per fare questo gli organi della Camera di commercio devono avere informazioni e
dati per poter valutare:
• il livello di raggiungimento dei risultati rispetto agli obiettivi affidati alla dirigenza;
• il livello di funzionamento dell’ente.
Due aspetti che si intrecciano, la capacità di raggiungere gli obiettivi affidati dipende da
una struttura organizzativa efficiente, che non spreca risorse ed è in grado di tradurre le
strategie in azioni e quindi in risultati.
L’organo di valutazione strategica supporta la giunta proprio su queste attività attraverso
report costruiti sull’analisi dei dati. Dati che se elaborati nelle due precedenti fasi sono a
disposizione. Nel riquadro si propone uno schema tipo che poggia su due aree:
• le informazioni elaborate nella fase di programmazione (obiettivi ed indicatori) e i
risultati conseguiti, che possono permettere di valutare il livello di raggiungimento degli
obiettivi programmatici;
• gli indicatori di funzionamento dell’ente attraverso tre tipologie – economici, di attività, di
struttura – che possono permettere di monitorare il livello di funzionamento dell’ente.
…IL CONTROLLO
STRATEGICO
Il funzionamento
“minimo”
REPORTS
PERIODICI E
ANNUALI
art. 35
SCOSTAMENTI TRA I PROGRAMMI
E I RISULTATI CONSEGUITI
FUNZIONAMENTO DELL’ENTE
INDICATORI DI
ATTIVITA’
INDICATORI DI
“STRUTTURA”
Efficienza produttiva
Registro Imprese
Dimensionamento
dell'organico
Incidenza dei costi
interni
Ufficio Studi
Tasso d'incidenza del
personale dedicato alle
imprese
………………….
………………….
………………….
INDICATORI
ECONOMICI
INDICATORI
DI SISTEMA
94
OBIETTIVI
(Rel. Previsionale Programmatica)
CCIAA
BUDGET
DIREZIONALE
CONTROLLO
DI GESTIONE
AZ. SPECIALI
PREVENTIVO
ECONOMICO
SCHEDE
PROGETTO
SCHEDE
PROGETTO
progetti con
indicatori
progetti con
indicatori
2. L’organizzazione
Il turnover nelle Camere di Commercio: un’analisi in ottica di sistema
Il primo elemento che emerge dall’analisi dei dati sul turn over nelle Camere di Commercio
negli ultimi anni è il progressivo aumento della non copertura delle cessazioni con nuove
assunzioni; infatti nel 2004 le assunzioni coprivano il 73% dei posti lasciati liberi per cessazioni dal servizio, mentre tale percentuale è scesa al 60% nel 2005 e al 49% nel 2006.
In numero assoluto e in ottica di sistema tali percentuali non si configurano apparentemente come valori critici; nel 2006 la percentuale sopra evidenziata corrisponde a 147
unità cessate che non sono state coperte da nuove assunzioni. L’analisi delle singole situazioni fornisce invece delle chiavi interpretative diverse, soprattutto laddove la dimensione
ridotta della Camera di Commercio “amplifica” il peso anche di singole unità di personale
non disponibile.
In un’ottica di sistema è interessante invece individuare quali variabili incidono sui trend
evidenziati. Dare sostanza a concetti organizzativi, quali quelle relativi a sistemi di rete (concetto sul quale vengono impostate le politiche e le strategie delle Camere di Commercio)
significa focalizzare l’attenzione e i programmi di sviluppo non solamente sull’infrastruttura
tecnologica o altre variabili analoghe. Occorre anche individuare le professionalità a maggiore valore aggiunto che permettono il funzionamento della rete, occorre comprendere le
motivazioni degli andamenti registrati per impostare delle politiche di sviluppo attraverso
le quali, ad esempio, disincentivare comportamenti quali quelli relativi alla “emigrazione”
verso altre strutture pubbliche e private di personale altamente qualificato.
Le dimissioni nel corso del 2006
Totale
Dimimissioni
Volontarie
53%
Totale
Dimissioni
Vecchiaia/anzianità
47%
L’analisi dei dati 2006 evidenzia per l’appunto come il 53% delle dimissioni di personale
nel corso del 2006 sono state volontarie (e quindi non da pensionamento). Tale fenomeno si articola differentemente a secondo del territorio preso in esame. Nelle Camere
di Commercio del centro Italia si è registrato, in particolare, la più alta percentuale di
dimissioni volontarie (con il 60%) rispetto al totale delle dimissioni; dato giustificabile
probabilmente con la maggiore “offerta” di posti dovuta al grande numero di istituzioni
pubbliche concentrate a Roma.
95
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Entrando ancora più nello specifico si evidenzia come le dismissioni volontarie si concentrano sensibilmente nella categoria C con il 48% del totale delle cessazioni. Questo dato
è comprensibile alla luce del fatto che è anche la categoria dove il 25% del personale è
laureato. E’ una categoria che rappresenta quindi per molte persone un punto di passaggio
verso posizioni professionali più elevate all’interno della CCIAA; in mancanza di questa
mobilità verticale si ha invece una fuoriuscita verso l’esterno.
Le cessazioni volontarie: la distribuzione nelle Categorie contrattuali
DIR
10%
A
1%
B
13%
D
28%
C
48%
Se si prendono a riferimento, invece, le cessazioni per pensionamento (di vecchiaia e di
anzianità) si rileva come il 71% di tale tipologia è concentrata nelle categorie C e D.
Le cessazioni per pensionamento: la distribuzione nelle Categorie
contrattuali
DIR
10%
A
1%
B
13%
D
28%
C
48%
96
2. L’organizzazione
2.5 La partecipazione in enti, società e infrastrutture per il territorio
Nell’ambito delle proprie competenze e funzioni, le Camere di commercio agiscono
come istituzioni di raccordo tra Stato, mercato e società civile, rivestendo un ruolo di
“facilitatori” dei processi decisionali, luoghi privilegiati di democrazia ed innovazione
nel cui ambito le dimensioni del pubblico e del privato operano per promuovere e
migliorare l’efficienza, l’efficacia, la qualità e l’accessibilità del complesso dei servizi
erogati alle imprese. Tale status ha assunto nel tempo un rilievo strategico in molti settori dell’economia e della società: sono gli ambiti della promozione e del sostegno alle
attività economiche, dell’internazionalizzazione delle imprese, della tutela del mercato,
ambiti rispetto ai quali le Camere di commercio intervengono in modo trasversale e su
più livelli: dal livello politico-istituzionale al livello di servizio e sostegno concreto agli
operatori del settore, ma sempre con il fine ultimo della crescita ed ammodernamento
del Paese.
In generale, l’impegno delle Camere di commercio si può misurare facendo riferimento al numero ed al valore economico delle partecipazioni detenute in enti, aziende
e consorzi che operano in settori di rilevanza strategica per lo sviluppo del tessuto
imprenditoriale e produttivo: al dicembre 2006 il Sistema camerale conta ben 1.535
partecipazioni trasversalmente distribuite in vari settori dell’economia reale, per un
investimento complessivo superiore ai 606 milioni di euro.
Sebbene il numero totale di quote detenute risulti sostanzialmente stabile rispetto alla precedente annualità (appena il 7% in più rispetto alle 1.433 partecipazioni
rilevate nel 2005), il confronto e l’analisi dei volumi e dell’articolazione degli investimenti realizzati delineano un quadro complessivo dal quale emerge, con sempre
maggiore forza, la volontà delle Camere di farsi parti attive e centrali nel processo di
risanamento e rilancio del sistema economico nazionale.
In particolare, da un punto di vista del numero relativo di partecipazioni sottoscritte (fig. 2.5.1.) i settori che registrano un intervento più “diffuso” risultano
soprattutto quelli attinenti la “promozione e sviluppo locale” (217 partecipazioni),
la “tutela e la valorizzazione dei prodotti locali” (191 partecipazioni), la “cultura e
la ricerca” (170 partecipazioni), le forme di “assistenza e diffusione dell’innovazione
tecnologica” (137 partecipazioni) e la “formazione” (134 partecipazioni). Ma è nelle
diverse tipologie di infrastrutture che le Camere di commercio, anche per il 2006,
continuano a concentrare il maggior volume relativo di risorse, con circa 447,5 milioni
di euro complessivamente investiti, pari a ben il 74% del capitale totale impegnato,
per 506 quote sottoscritte, vale a dire un terzo del numero totale di partecipazioni
(fig. 2.5.2.).
Il trend di crescita degli investimenti delle Camere in infrastrutture è ormai un
fenomeno consolidato e motivato dalla consapevolezza di come la competitività di un
Paese affondi le proprie radici nell’intelaiatura di sistema ancor prima che nei settori
produttivi, ovvero nell’adeguatezza della dotazione infrastrutturale.
97
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Figura 2.5.1. I settori d’intervento delle partecipazioni camerali in
enti, società, consorzi ed altri organismi in termini di numero (2006)
22
Ambiente
28
Società di telecomunicazioni ed energia
Infrastrutture per la portualità (turistica e comm.)
44
Promozione e comm. all'estero e assistenza all'export
46
Credito (esclusi Confidi e Istituti di Credito)
46
Centri intermodali (interporti, ecc.)
58
62
Mercati agro-alimetari e centri commerciali
Turismo
88
Sistema fieristico ed espositivo
90
Infrastrutture aeroportuali
95
107
Infrastrutture stradali
Formazione
134
Assistenza e diffusione della innovazione tecnologica
137
Organismi ed istituti di cultura e di ricerca
170
Tutela e valorizzazione dei prodotti locali
191
Promozione e sviluppo locale
217
0
50
100
150
200
250
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
In questo quadro generale, le Camere di commercio espletano sempre più un’azione
volta a promuovere e supportare un massiccio e articolato programma di sviluppo il cui
obiettivo risiede nel soddisfare le esigenze ed i reali fabbisogni espressi dai sistemi
economici locali, in termini di infrastrutture e servizi, superando quello stato di cronico
ritardo che caratterizza su molti fronti il territorio nazionale, spesso frutto della scarsa
lungimiranza della governance nell’immaginare a tempo debito le dinamiche, i profili e
le ricadute che caratterizzano il moderno mercato globale. In particolare, il ruolo delle
Camere di commercio nelle infrastrutture si è nel tempo evoluto da quello di soggetti “volano” di una crescita che passa attraverso il finanziamento e la costruzione di
nuove opere per il territorio, a soggetti la cui azione si è progressivamente concentrata
nel promuovere e facilitare, oltre che finanziare, la realizzazione delle infrastrutture,
favorendo la partecipazione dei molteplici stakeholder al processo di programmazione,
realizzazione e gestione degli interventi strategici.
In questa duplice veste di realizzatori e promotori, quindi, le Camere interpretano il
proprio ruolo anche attraverso un’attività di informazione economica, analisi e costante
monitoraggio delle infrastrutture locali (anche attraverso la promozione e realizzazione
di Osservatori regionali sul settore), agendo sempre di più al fine di favorire momenti
di confronto e dibattito tra le amministrazioni e le associazioni di categoria, il mondo
imprenditoriale e le parti sociali, gli istituti di credito ed i principali partner istitu-
98
2. L’organizzazione
zionali che hanno un ruolo nel settore delle infrastrutture, al fine di promuovere idee
e consenso su tematiche inerenti la riorganizzazione ed il potenziamento del parco
infrastrutturale nazionale; a contribuire anche di più a questo ruolo è stato il riconoscimento ottenuto con la L. 166/2002 e seguenti (c.d. Merloni-ter) che le ha poste in
una posizione possiamo dire “complementare” rispetto a quella dei programmatori locali
e nazionali.
In un quadro simile il monitoraggio realizzato annualmente dall’Unioncamere sui
dati quantitativi inerenti il patrimonio detenuto dalle Camere nelle infrastrutture e
nella realizzazione di opere essenziali per la competitività locale, contribuisce solo
in piccola parte a dare il senso di una partecipazione strategica e “di sistema” che,
passando per le infrastrutture, muove verso la crescita competitiva dell’economia reale
e della società.
Tuttavia, la rilevazione e la conseguente lettura obiettiva di tali aspetti rappresenta
lo strumento più immediato e fruibile per dare contezza della solida presenza delle
Camere nel processo di sviluppo ed ammodernamento dei territori e, pertanto, risulta
un passaggio essenziale per interpretare il ruolo svolto da queste ultime nel determinare
la direzione e la forza di tale processo.
Veniamo ora ai dati: al dicembre 2006 la quota più consistente delle risorse
investite dalle Camere in ambito infrastrutturale è assorbita nel capitale di aziende,
enti e società operanti nel comparto delle infrastrutture di supporto alle attività
Figura 2.5.2. Le partecipazioni camerali in enti, società, consorzi ed
altri organismi: stock di capitale al 2006 (migliaia di €)
Ambiente
1.213,6
Turismo
1.909,8
Società di telecomunicazioni ed energia
2.366,3
Credito (esclusi Confidi e Istituti di Credito)
3.655,5
Promozione e comm. all'estero e assistenza all'export
4.623,2
Organismi ed istituti di cultura e di ricerca
8.996,3
Infrastrutture per la portualità (turistica e comm.)
11.426,6
Formazione
10.397,4
Tutela e valorizzazione dei prodotti locali
16.253,6
Centri intermodali (interporti, ecc.)
20.430,5
Promozione e sviluppo locale
22.068,4
Mercati agro-alimetari e centri commerciali
Infrastrutture stradali
48.788,4
58.673,0
Assistenza e diffusione della innovazione tecnologica
90.729,3
Infrastrutture aeroportuali
91.806,2
Sistema fieristico ed espositivo
212.873,9
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
99
Rapporto 2006 sul sistema camerale
imprenditoriali e commerciali (mercati agroalimentari e centri commerciali, strutture
fieristiche ed espositive, etc.): 261,6 milioni di euro, il 26% in più rispetto ai 207
milioni del 2005, che equivalgono a circa il 58% delle risorse investite in infrastrutture ed al 43% del volume complessivo degli investimenti.
Tale cifra è suddivisa in circa 212,9 milioni di euro destinati al sistema fieristicoespositivo – la principale voce di investimento nell’attivo delle Camere, sia in valore
assoluto che in termini di valore medio delle partecipazioni (2,3 milioni di euro
l’una) – e circa 48,8 milioni di euro al sistema dei mercati all’ingrosso e dei centri
commerciali.
A questi due comparti corrispondono 152 partecipazioni, cioè “appena” il 10% del
numero totale delle quote detenute nei vari settori dell’economia – infrastrutturali e
non – per un valore di capitale sottoscritto per singola partecipazione pari a circa 1,7
milioni di euro, in media (tabb. 2.5.1. e 2.5.2.).
Tabella 2.5.1. Il capitale medio versato e l’incidenza sul totale
per aree d’intervento nel 2006
Area d’intervento
Sistema fieristico ed espositivo
Incidenza % media sul
Capitale medio versato (€) totale
capitale sottoscritto
2.365.265,14
35,12
Infrastrutture aeroportuali
966.380,59
15,14
Centri intermodali (interporti ecc.)
352.250,34
3,37
Mercati agroalimetari e centri commerciali
786.909,53
8,05
Assistenza e diffusione della innovazione tecnologica
662.257,50
14,97
Infrastrutture stradali
548.345,89
9,68
Infrastrutture per la portualità (turistica e comm.)
259.696,07
1,88
Promozione e sviluppo locale
101.697,89
3,64
Promozione e comm. all’estero e assistenza all’export
100.503,52
0,76
Tutela e valorizzazione dei prodotti locali
85.097,15
2,68
Società di telecomunicazioni ed energia
84.508,96
0,39
Credito (esclusi Confidi e Istituti di Credito)
79.467,93
0,60
Formazione
77.592,63
1,72
Ambiente
55.161,55
0,20
Organismi ed istituti di cultura e di ricerca
52.919,50
1,48
Turismo
21.702,30
0,32
TOTALE
394.926,30
100,0
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
100
2. L’organizzazione
Tabella 2.5.2. Le partecipazioni per macroripartizioni territoriali:
incidenze, capitale versato e quote associative nel 2006
Partecipazioni
(numero)
Quota
partecipazione
media (%)
Capitale medio
versato CCIAA
Capitale totale
versato CCIAA
431
8,76
€ 235.996,38
€ 101.714.439,00
Nord Est
436
11,57
€ 382.660,53
€ 166.839.992,00
Centro
364
9,86
€ 751.087,70
€ 273.395.922,00
Ripartizione
territoriale
Nord Ovest
Mezzogiorno
Italia
304
9,53
€ 211.386,55
€ 64.261.512,00
1.535
9,98
€ 394.926,30
€ 606.211.865,00
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Questi dati trovano origine in quella capacità, tipica delle Camere, di leggere ed
interpretare le dinamiche di sviluppo dei sistemi territoriali mantenendo tuttavia una
visione di più ampio respiro sui fenomeni del mercato mondiale: l’apertura dell’ambito
europeo ai nuovi Paesi ed il generale ed inevitabile processo di internazionalizzazione
delle economie locali, hanno infatti stimolato gli enti camerali a farsi protagonisti attivi
dell’ammodernamento del comparto fieristico per potenziare la capacità attrattiva del
Paese rispetto ai flussi del commercio internazionale. Ciò attraverso interventi mirati a
consolidare pochi grandi poli in grado di intercettare tali flussi – Roma e Milano fra tutti
– e molteplici centri specializzati a livello locale (tra i quali Firenze, Bologna, Brescia
e Rimini), al fine di potenziare la capacità attrattiva rispetto all’aumento dei traffici di
merci e persone.
Testimone principale di questo percorso è la Camera di commercio di Roma che, da
sola, investe in infrastrutture di supporto all’economia circa 127,5 milioni di euro (pari
al 49% delle risorse investite dall’intero sistema), di cui 104,8 milioni solo nel capitale
della società che gestisce la Fiera di Roma di cui è azionista di maggioranza.
La possibilità di disporre di tali centri attrattivi, tuttavia, può tradursi in maggiore
competitività per ogni dimensione del territorio soltanto attraverso il funzionamento
di un efficiente e capillare settore dei trasporti, componente primario di quel motore
di globalizzazione che può essere fonte di sviluppo e coesione economica, sociale e
culturale; a maggior ragione per un Paese come il nostro, crocevia di flussi commerciali
e turistici per l’Europa e l’intero Mediterraneo.
Questa consapevolezza ha portato le Camere a presidiare in modo massiccio e diffuso
il sistema nazionale dei trasporti (stradali, aeroportuali, portuali ed inerenti l’intermodalità e la logistica), che nel complesso convoglia circa il 60% delle quote sottoscritte
in infrastrutture, per un totale di 304 partecipazioni su un totale di 506 ed un ammontare di risorse investite pari a circa 182,3 milioni di euro, con un incremento di ben
40% rispetto ai volumi investiti nel 2005 (130 milioni di euro).
In particolare, anche per il 2006 le infrastrutture di tipo aeroportuale rappresentano
l’area di intervento verso la quale le Camere hanno veicolato in partecipazioni la quota
101
Rapporto 2006 sul sistema camerale
maggiore di finanziamenti: circa 92 milioni di euro, il 50% delle risorse impiegate
nel settore dei trasporti ed al 35% degli investimenti totali in infrastrutture. Il tutto
a fronte di “sole” 95 partecipazioni, il cui valore medio si aggira intorno al milione
di euro, (un’incidenza percentuale pari, in media, al 14,37% sul totale del capitale
sottoscritto). Tra le realtà camerali che maggiormente si discostano da questo profilo
spicca la Camera di commercio di Bologna la quale, con un investimento di oltre 37
milioni di euro (quasi il triplo rispetto al 2005), ha partecipato all’aumento di capitale
dell’Aeroporto internazionale di Bologna “G. Marconi” – il settimo in Italia per volumi
di traffico all’aprile 2007 – mantenendone la sostanziale proprietà, in quanto socia di
maggioranza assoluta. Seguono, per volume di investimenti, la Camera di commercio
di Cagliari con oltre 12 milioni di euro investiti e le Camere di commercio di Catania,
Ragusa e Siracusa, congiuntamente socie di maggioranza nella gestione dello scalo di
Catania Fontanarossa la cui moderna aerostazione – inaugurata da pochi mesi – rappresenta uno dei Grandi Progetti realizzati con il cofinanziamento dell’Unione Europea
(PON Trasporti 2000-2006).
Le infrastrutture stradali e viarie costituiscono, invece, l’ambito trasportistico
all’interno del quale, storicamente, la presenza delle Camere risulta preponderante in
termini di numerosità delle partecipazioni. Malgrado una flessione dell’11% nel computo delle quote sottoscritte (107 contro le 120 della scorsa annualità), il fenomeno
non solo è confermato per il 2006 ma anche rafforzato da un incremento dei volumi
investiti di circa 13 milioni di euro sul 2005, per un importo complessivo di circa
59 milioni di euro (il 30% in più rispetto alla scorsa annualità) ed un conseguente
aumento dell’incidenza percentuale di ogni quota sottoscritta sul capitale complessivo
delle aziende partecipate: in media circa il 9% contro il 3,4% della scorsa annualità.
Da sottolineare come, anche per questa annualità, le Camere siano presenti oltre che
in società coinvolte nella realizzazione di alcune delle grandi opere previste dal Piano
delle infrastrutture strategiche del Governo, come ad es. la BreBeMi, anche in aziende
attive nel promuovere e supportare direttamente la realizzazione di infrastrutture, le
tecniche e gli strumenti del Partenariato Pubblico-Privato: la Camera di commercio
di Firenze, ad esempio, da sola investe oltre 9 milioni di euro nella società preposta
alla realizzazione del collegamento autostradale tra i centri industriali e produttivi di
Lastra a Signa e Prato.
Rispetto alle risorse veicolate nei comparti del trasporto aereo e stradale, per le
infrastrutture portuali e per l’intermodalità e la logistica, gli investimenti delle Camere
risultano relativamente più contenuti, ammontando a circa 32 milioni di euro, vale
a dire appena il 17% degli stanziamenti destinati ai trasporti. Tuttavia, mentre per
il settore portuale – in cui le Camere rivestono comunque un ruolo strategico, non
tanto per gli investimenti diretti nelle società di gestione, quanto grazie all’attività di
Aziende speciali di propria emanazione che gestiscono realtà importanti (come i porti
di Monfalcone e Chioggia), nonché alla presenza istituzionale nella governance delle
Autorità Portuali attribuita al sistema dalla L. n. 84/1994 e ss. di riordino – è possibile
rilevare una crescita dei volumi investiti (11,5 milioni di euro, cioè ben il 49% in più
102
2. L’organizzazione
rispetto al 2005), il dato che deve far riflettere consiste nel contenimento degli investimenti camerali nelle infrastrutture per l’intermodalità e la fornitura di servizi logistici,
a fronte di un trend crescente, invece, da parte del mercato pubblico.
In tale ambito, infatti, le 58 partecipazioni camerali distribuite in poche grandi
società (tra le quali l’Interporto di Padova, Logistica Toscana e la Società Interporti
Siciliani Spa) veicolano circa 20 milioni di euro. Il dato è in controtendenza rispetto
alla politica nazionale, che da diversi anni tenta di supportare lo sviluppo del settore
cercando di far quadrare il binomio “opere prioritarie”-“risorse disponibili” in modo
da sfruttare al massimo la crescita che seguirà l’apertura della Zona di Libero Scambio
Euromediterranea.
In questi ambiti, pertanto, il Sistema delle Camere di commercio dovrebbe farsi
parte ancora più attiva, non solo a livello di sostegno economico ed istituzionale, ma
soprattutto promuovendo con maggior forza forme di partenariato con gli attori pubblici
e privati del settore, mettendo a punto strategie efficaci finalizzate ad accelerare quel
processo di adeguamento qualitativo e quantitativo delle strutture, processo aggravato
peraltro da lungaggini burocratiche ed amministrative che negli anni hanno fatto crescere il divario con i principali competitors internazionali.
Il settore delle reti energetiche, ambientali e delle telecomunicazioni (infrastrutture “di rete”) rappresenta l’ultimo ambito di intervento infrastrutturale presidiato
dalle Camere di commercio. Rispetto a tali infrastrutture, che comprendono servizi dal
contributo determinante per la modernizzazione del territorio in quanto finalizzati ad
accrescere il livello innovativo e tecnologico del tessuto locale, la partecipazione del
sistema delle Camere è pari ad appena 3,5 milioni di euro investiti (l’1% del capitale
totale impiegato nelle infrastrutture) per 50 partecipazioni complessivamente detenute,
tra le quali spicca la quota sottoscritta dalla Camera di commercio di Torino nella società
Iride Spa, la nuova multiutility del Nord-Ovest nata di recente dall’integrazione delle
aziende ex municipalizzate del settore di Genova e Torino.
Sebbene in questo settore la partecipazione delle Camere risulti ancora quantitativamente limitata, l’impatto sul territorio dei servizi di rete e, soprattutto, il loro grado
di sviluppo atteso nell’ambito del generale processo di ammodernamento del Paese,
prefigura per i prossimi anni un ruolo crescente del Sistema camerale, sia in termini di
investimenti che di diffusione dell’informazione, della cultura dell’innovazione e della
responsabilità sociale del tessuto produttivo. I segnali di questo trend sono evidenti
già oggi, laddove si analizzi in modo più dettagliato il patrimonio totale di partecipazioni detenute dalle Camere: gli investimenti realizzati nelle strutture di “assistenza
e diffusione dell’innovazione tecnologica”, infatti, rappresentano la voce per la quale
l’investimento complessivo del Sistema risulta quintuplicato rispetto alla scorsa annualità, attestandosi su un valore superiore ai 90 milioni di euro. Tale valore, tuttavia,
risulta quasi integralmente riconducibile agli oltre 72 milioni versati dalla sola Camera
di commercio di Roma in Tecnopolo Spa, società il cui obiettivo risiede nello svolgere
un’azione di riqualificazione e stimolo per lo sviluppo del tessuto industriale e tecnologico del Lazio.
103
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Dal punto di vista, infine, della distribuzione territoriale dell’intervento delle Camere
(figg. 2.5.3. e 2.5.4.; tab. 2.5.3.) si consolida anche per il 2006 il profilo che vede gli
enti camerali del Centro Italia detenere il sostanziale “primato” con circa 306 milioni
di euro investiti (il 45% del totale) nei vari settori economici, con un versamento
mediamente pari ad 840 mila euro per partecipazione sottoscritta (anche in questo
caso il dato è fortemente influenzato dalle performance della Camera di commercio della
capitale). Dal punto di vista dell’incidenza delle quote detenute, e quindi dell’effettivo
potere decisionale delle Camere nell’ambito delle compagini azionarie delle società
partecipate, sono tuttavia le Camere del Nord che, detengono il primato, con un valore
percentuale medio superiore all’11,5%, raccogliendo inoltre più del 56% del numero
complessivo di quote sottoscritte.
Figura 2.5.3. Le partecipazioni delle Camere di commercio
in enti, società, consorzi e altri organismi per area geografica
in termini di capitale
50%
45,1%
44,4%
40%
38,5%
30%
31,9%
24,5%
27,5%
20,4%
20%
20,8%
16,8%
16,2%
10,6%
10%
3,3%
0%
2002
Nord Est
2004
Nord Ovest
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
104
Centro
2006
Mezzogiorno
2. L’organizzazione
Figura 2.5.4. La distribuzione territoriale delle partecipazioni camerali
nel 2006 in termini di numero
Sud
19,8%
Centro
23,7%
Nord Ovest
28,1%
Nord Est
28,4%
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Tabella 2.5.3. Il capitale medio versato, il numero di partecipazioni e
l’incidenza sul totale per aree d’intervento nel 2006
Capitale medio
versato (€)
Incidenza
% media sul
totale capitale
sottoscritto
Numero
partecipazioni
2.365.265,14
47,6
90
Infrastrutture aeroportuali
966.380,59
20,5
95
Centri intermodali (interporti ecc.)
352.250,34
4,6
58
Mercati agro-alimetari e centri commerciali
786.909,53
10,9
62
Infrastrutture stradali
548.345,89
13,1
107
Infrastrutture per la portualità (turistica e comm.)
259.696,07
2,6
44
Area d’intervento
Sistema fieristico ed espositivo
Società di telecomunicazioni ed energia
84.508,96
0,5
28
Ambiente
55.161,55
0,3
22
TOTALE
677.314,76
100,0
506
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
105
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Tabella 2.5.4. Distribuzione del capitale investito
per area di intervento e macroripartizione territoriale
Centro
Nord Est
Nord Ovest
Sud
Sistema fieristico ed espositivo
124.449.555,00
38.786.778,00
34.434.215,00
15.203.315,00
Mercati agro-alimetari e centri
commerciali
25.367.507,00
12.514.616,00
2.676.467,00
8.229.801,00
Infrastrutture aeroportuali
6.555.522,00
50.986.316,00
8.604.652,00
25.659.666,00
Infrastrutture stradali
14.061.437,00
19.156.817,00
25.208.635,00
246.121,00
Centri intermodali (interporti ecc.)
4.628.112,00
13.318.909,00
987.048,00
1.496.451,00
Infrastrutture per la portualità (turistica
e comm.)
5.218.390,00
4.951.614,00
504.418,00
752.205,00
Ambiente
236.530,00
0,00
951.063,00
25.961,00
Società di telecomunicazioni ed energia
86.019,00
1.092.164,00
1.133.068,00
55.000,00
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
106
Capitolo 3
L’Azione di servizio
3.1 e-Government
Tabella 3.1.1. I numeri di “e-Government”
2,4
101
298
Milioni di pratiche telematiche ricevute e gestite dalle Camere di commercio nel 2006 (72%
del totale)
Camere di commercio hanno attivato un proprio sito internet
Attività di e-Government sono state sperimentate da Camere di commercio
di cui:
73
66
65
31
46
17
in diffusione della firma digitale
in informazioni/servizi forniti tramite web
in protocolli informatici/digitalizzazione flussi documentali interni
mediante collaborazioni con enti locali in tema di e-Government
in attività di CRM (Customer Relationship Managment)
gestione on-line dell’acquisto di beni e servizi (e-procurement)
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
109
Rapporto 2006 sul sistema camerale
In uno scenario in rapida evoluzione che vede la rete telematica crescere progressivamente d’importanza quale canale di relazione tra Pubblica Amministrazione, cittadini
ed imprese, l’interoperabilità (intesa come piena cooperazione fra le Amministrazioni
mediante la condivisione on line dei propri archivi e informazioni), costituisce il principale obiettivo strategico per ridurre gli oneri amministrativi e dunque per il rilancio
della competitività del Paese.
Il nuovo paradigma dell’e-Government sposta dunque l’attenzione, come ribadito
dal Ministro Nicolais nel documento “Linee strategiche”1, sul back-office e su una
gestione, sempre più integrata delle informazioni presenti in alcuni importanti registri
pubblici, realizzando una politica meno visibile ma certamente più efficace, tesa a
migliorare sensibilmente i servizi offerti attraverso il front-office, allo scopo di rendere
facilmente accessibili alle imprese i servizi offerti dalle PP.AA.
Figura 3.1.1. Le iscrizioni al Registro imprese per via telematica
250.000
200.000
168.564
180.723
190.283
150.000
100.000
82.453
50.000
6.522
8.811
11.517
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Fonte: elaborazione Unioncamere su dati Infocamere
Il Sistema camerale è da tempo pronto ad affrontare tale cambiamento potendo
contare, da una parte sul Registro delle imprese, che per sua natura, oltre ad essere un
database utile a molte Pubbliche Amministrazioni, si avvale di una struttura informatica
che ben si dispone all’integrazione delle procedure ed alla interoperabilità con altre
piattaforme; dall’altra, più recentemente, sul portale per le imprese che si configura
come un sistema informatizzato per l’erogazione di servizi integrati, caratterizzato da
1
“Verso il Sistema nazionale di e-Government – Linee strategiche” (Ministro per le Riforme e le Innovazioni
nella Pubblica Amministrazione).
110
3. L’Azione di servizio
due moduli funzionali: il front-office ed il back-office. Il primo rappresenta l’interfaccia
di accoglienza con l’utenza, mentre il secondo rende possibile la cooperazione tra gli
enti.
L’elevato livello di coinvolgimento del Sistema camerale nel processo di riforma
amministrativa, avviato dal Governo attraverso una serie di recenti provvedimenti e
di iniziative che vanno a modificare sensibilmente la relazione tra mondo pubblico e
privato, testimonia quanto le Camere continuino a collocarsi, oramai da diversi anni,
tra i più autorevoli attori del processo di riforma legato all’attuazione delle strategie
Figura 3.1.2. I progetti di e-Government delle Camere di commercio
distinti per obiettivi
17
16
Gestione on-line dell’acquisto
di beni e servizi (e-procurement)
17
46
43
Attività di CRM
Customer Relationship Management
27
31
32
Collaborazione con enti locali
in tema di e-Government.
30
65
64
71
Protocollo informatico/digitalizzazione
flussi documentali interni
66
Informazioni/servizi forniti
tramite web
61
76
73
81
Diffusione firma digitale
77
0
20
40
60
2004
80
2005
100
2006
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
di e-Government.
Esse offrono anche un complesso di strumenti e servizi (CNS, servizio di posta
elettronica certificata, la gestione telematica delle comunicazioni ed interrogazioni del
Registro Imprese e delle altre banche dati camerali) che hanno fortemente contribuito
a promuovere tra le imprese (ed in parte minore anche tra gli stessi intermediari profes-
111
Rapporto 2006 sul sistema camerale
sionali) il dialogo telematico con la P.A., abilitandole tecnicamente ed attuando così le
previsioni del Codice della P.A. digitale.
La validità di tale impostazione strategica trova tanta più conferma quanto più
vanno accumulandosi le difficoltà (tecnologiche ma soprattutto economiche) e, di
conseguenza, i ritardi nella diffusione, da parte dei Comuni, delle Carte d’Identità
Elettroniche – CIE, difficoltà recentemente ricordate dallo stesso Ministro Nicolais che
ha avviato un ripensamento del modello stesso di diffusione (e pagamento da parte
dell’utenza) dello strumento.
Nel corso del 2006, le Camere hanno avviato e realizzato un rilevante numero di
progetti di e-Government, incentrati sulle seguenti linee prioritarie:
√ Carta Nazionale dei Servizi/Posta elettronica certificata: per sostenerne la diffusione
tra le imprese;
√ Protocollo informatico: per implementare il protocollo informatico come modalità
organizzativa di gestione della comunicazione interna;
√ Presenza sul web: per migliorare la visibilità delle Camere attraverso la riorganizzazione dei siti web istituzionali;
√ Telematizzazione degli Albi/servizi via web: per la virtualizzazione delle attività di
alimentazione e gestione degli albi detenuti dalle Camere;
√ Customer Relationship Management: per conseguire una maggiore conoscenza della
propria utenza ed impostare azioni di servizio e di comunicazione personalizzate.
Gli strumenti di e-Government nel Sistema camerale: uno sguardo di sintesi
Come ribadito nelle linee programmatiche e di indirizzo dal Ministro per le Riforme
e le innovazioni nella Pubblica Amministrazione, il Governo sta lavorando al fine di
rendere pienamente operativo il Codice dell’Amminstrazione Digitale, attraverso la
diffusione della firma digitale, la dematerializzazione dei documenti delle PP.AA.2 e la
conseguente possibilità da parte dell’utenza di richiedere in qualsiasi momento copia
informatica dei documenti (certificati, atti) che i diversi enti della P.A. (centrale e
locale) hanno nel corso degli anni richiesto ed “accumulato”.
Il Sistema camerale si sta muovendo in tale direzione da più di quattro anni, da
quando cioè è divenuta obbligatoria la pratica telematica. Ciò è ampiamente dimostrato
dal fatto che attualmente le pratiche telematiche sono più dell’80% di quelle totali.
Tenuto conto del crescente utilizzo di internet da parte dell’utenza singola nonché
delle imprese, il processo di digitalizzazione delle Camere è stato in parte indirizzato a
migliorare i servizi e le informazioni che popolano i siti ed i portali del Sistema, sì da
trasformarli in veri e propri strumenti di lavoro. La rete delle Camere di commercio può
ad oggi contare su un elevato numero di portali, che consentono di divulgare capillarmente servizi ed informazioni alle imprese dislocate sul territorio nazionale e locale.
2
Tratto dall’intervento del Ministro L. Nicolais “Audizione I Commisione Senato della Repubblica – 4 luglio
2006 – Linee programmatiche di indirizzo”.
112
3. L’Azione di servizio
Figura 3.1.3. L’andamento (in percentuale sul totale) delle diverse
tipologie di pratiche ricevute e gestite dalle Camere di commercio
nel periodo 2000-2006
100%
80%
60%
40%
20%
0%
2000
Floppy non
firmato
2001
2002
Manuale
2003
Per posta
2004
2005
Telematica
o floppy
firmato
2006
Inserite
d'ufficio
Fonte: elaborazione Unioncamere su dati Infocamere
L’utilizzo di un linguaggio comune e la standardizzazione delle informazioni rendono
il Sistema camerale immediatamente riconoscibile come sistema fortemente integrato.
Attualmente le Camere sono impegnate a conseguire il riconoscimento dell’accessibilità
dei propri siti, allo scopo di rendere ancor più agevole il dialogo tra imprese e PP.AA.
Già alcune Camere (segnaliamo i casi di Ferrara, Reggio Emilia e Savona) si sono allineate alle disposizioni vigenti in materia (L. n. 4 2004); altre Camere hanno comunque
conseguito la certificazione W3C.
La Carta nazionale dei servizi e Business Key
La Carta nazionale dei servizi è stata progettata per divenire lo strumento nazionale
di autenticazione in rete ed accesso telematico ai servizi on line della P.A. (centrale e
locale) per tutti i cittadini italiani (ad es. per ottenere documenti, servizi, certificazioni
anagrafiche, accesso ai servizi sanitari ecc.).
La CNS delle Camere consente a tutte le imprese, attraverso il sito https://telemaco.
infocamere.it, l’accesso ai servizi legati alla propria posizione:
• visura ordinaria, visura storica, visura artigiana e scheda società;
• modello di dichiarazione sostitutiva del certificato Registro imprese;
• statuti, atti e bilanci depositati;
113
Rapporto 2006 sul sistema camerale
• situazione dei pagamenti del diritto annuale;
• stato delle pratiche del Registro imprese;
• servizio Bank Pass Web3.
Al momento ne sono state distribuite ed attivate circa 370.000 (dato aggiornato
al maggio 2007).
Già da qualche settimana, Infocamere ha reso disponibile per le imprese e gli intermediari che ne facciano richiesta, un nuovo strumento di lavoro ancora più completo della
CNS: la Business Key. Trattasi di una chiavetta USB portatile che contiene al suo interno
tutti gli strumenti necessari a:
• firmare digitalmente i documenti;
• accedere con sicurezza ai servizi on line delle PP.AA.;
• avere disponibili e aggiornati sulla chiavetta stessa i documenti della propria impresa depositati in Camera di commercio.
La Business Key, oltre a contenere funzioni e software che ne facilitano la gestione,
incorpora in sé gli strumenti necessari ad avviare e consolidare il dialogo telematico
tra P.A. ed imprese.
La Business Key è dunque un autentico kit a supporto delle politiche per la semplificazione e l’e-Government che, nell’ottica di una cooperazione sempre più spinta
tra PP.AA. centrali e locali, è destinato a sostituire la CNS per diventare la “chiave” di
accesso privilegiato alla comunicazione on line con le PP.AA.
Il portale per le imprese
Nel corso del 2006, il portale si è arricchito di ulteriori nuovi servizi: ai 20 iniziali
si sono andati a sommare 24 nuovi servizi dispositivi ed altri 59 saranno gradualmente
esposti, al termine delle procedure di collaudo poste in essere da Unioncamere e CNIPA
finalizzate a testare la funzionalità dei nuovi servizi telematici.
3
Si tratta del nuovo sistema di pagamento promosso dall’ABI per le transazioni on line.
114
3. L’Azione di servizio
Tabella 3.1.2. Nuovi servizi integrati on line (collaudati nel corso del
2006)
Amministrazione
proponente
Totale
servizi
collaudati
Progetto
INAIL
Denuncia di infortunio con comunicazione automatica al Commissariato e
alla Procura
Interno
Richiesta ai Vigili del fuoco del certificato di prevenzione incendi
1
MIPAF
Controllo dell’origine e classificazione delle carcasse suine
3
Salute
Salute
Salute
Salute
1.
controllo DOP 1 –
2.
controllo DOP 2 – Gran suino Padano
3.
controllo classificazione carcasse
Richiesta di autorizzazione per convegni e congressi all’Agenzia del Farmaco
(AIFA)
1.
richiesta di autorizzazione per convegni e congressi
2.
monitoraggio dello stato amministrativo delle pratiche
Comunicazioni per la gestione del rapporto di lavoro di marittimi e aeronaviganti
1.
stipula contratto di assunzione di un dipendente
2.
richiesta visita fiscale per malattia di un dipendente
3.
interruzione rapporto di lavoro
Richiesta di Nulla Osta sanitario per merci da Paesi terzi e di certificati per i
mezzi di trasporto
1.
richiesta Nulla Osta Merci
2.
richiesta Certificato di Controllo Mezzi di Trasporto
3.
ricerca Codice TARIC
4.
ricerca Impresa
5.
ricerca Pratiche
6.
interroga Pratica
7.
annulla Pratica
Gestione delle anagrafi nazionali delle specie animali
2
3
7
7
1
iscrizione di un allevamento
2
iscrizione di un’impresa
3
variazione dei dati anagrafici degli operatori del settore zootecnico
4
iscrizione dei capi nati in stalla
5
prenotazione dei contrassegni identificativi
6
richiesta di ristampa dei contrassegni
7
visualizzazione della situazione di stalla degli allevamenti di competenza
Totale servizi collaudati
24
115
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Tabella 3.1.3. Nuovi servizi integrati (in fase di collaudo)
Amm.zione
proponente
Ministero
Ambiente
Progetto
Registro produttori/venditori di materiale elettrico e dichiarazione rifiuti
(MUD)
ad un elenco presso la Camera di commercio competente per ter1. iscrizione
ritorio
annuale da parte degli stessi soggetti dei dati relativi ai quantita2. trasmissione
tivi di RAEE immessi sul mercato
Ministero Beni Accesso in consultazione agli atti di tutela dei beni culturali
culturali
1. accesso in consultazione agli atti di tutela dei beni culturali
2. aggiornamento banca dati dei vincoli
Ministero delle Richieste autorizzazioni e concessioni nel settore telecomunicazioni
Comunicazioni
1. compilazione e trasmissione di domande amministrative
di vario genere in relazione alla posizione amministrativa della
2. interrogazioni
società
3. pagamento on line a fronte di oneri previsti dalla legge
Ministero della Albo fornitori e codifica NATO materiali approvvigionati
Difesa
1. iscrizione on line all’albo dei costruttori della Difesa
on line della codificazione dei materiali acquisiti dalla Difesa secondo
2. gestione
gli standard NATO
Agenzia delle
Richiesta di tutela di marchi e brevetti registrati
Dogane
1. trasmissione delle istanze di tutela per via telematica
Tot.
servizi
da
collaudare
2
2
3
2
2
Agenzia delle
Entrate
2. informazioni sui sequestri di merce contraffatta
Richieste di verifica di correttezza del Codice fiscale e di operatività della
Partita IVA
Posizione fiscale complessiva del contribuente
INPS
Rilascio della Partita IVA
Estensione ai commercianti delle filiere di apertura e movimentazione di
un’attività.
1. apertura di attività
2
INPS
2. variazione di attività
Estensione alle imprese agricole delle filiere di apertura e movimentazione di
un’attività.
1. apertura di attività
2
INPS
2. variazione di attività
Estensione ai coltivatori diretti delle filiere di apertura e movimentazione di
un’attività.
1. apertura di attività
2
1
1
1
2. variazione di attività
(segue)
116
3. L’Azione di servizio
(segue)
Tabella 3.1.3. Nuovi servizi integrati (in fase di collaudo)
Amm.zione
proponente
Progetto
Tot.
servizi
da
collaudare
INPS
Richiesta di visita fiscale per un lavoratore temporaneamente assente
1
Ministero del
Lavoro
Invio delle comunicazioni obbligatorie concernenti la movimentazione della
forza lavoro
5
1. visura azienda
2. gestione comunicazione obbligatoria
3. lista comunicazioni obbligatorie
4. visura comunicazione obbligatoria
5. notifica comunicazione obbligatoria
Ministero
Sviluppo
Economico
Gestione degli adempimenti riferiti all’organizzazione di manifestazioni a
premio
6
1. comunicazione di apertura/modifica di concorso (mod. CO1)
2. comunicazione di chiusura manifestazioni a premio (mod. CO2)
3. operazione a premi (mod. OP1)
4. gestione cauzione
5. funzioni di controllo specifico (segnalazioni e richiesta documentazione)
6. cessazione della manifestazione a seguito di violazione della norma
Gestione dei permessi di import-export relativi a merci contingentate
9
1. richiesta rilascio titolo
2. revisione titolo
3. variazione titolo
4. proroga titolo
5. annullamento titolo
6. cessione titolo svincolo cauzione
7. stato dei titoli
8. stato delle richieste
9. lista prodotti
Ricerca su base di dati contenente i marchi depositati
Ministero della Richiesta di autorizzazione all’apertura di stabilimenti di produzione e distriSalute
buzione alimenti
1
3
1. richiesta di autorizzazione di un’azienda e tracking dello stato della pratica
2. variazioni della ragione sociale di una ditta
3. variazioni strutturali di uno stabilimento
Sistema nazionale reti di sorveglianza sanità animale
1
(segue)
117
Rapporto 2006 sul sistema camerale
(segue)
Tabella 3.1.3. Nuovi servizi integrati (in fase di collaudo)
Amm.zione
proponente
Agenzia del
Territorio
Tot.
servizi
da
collaudare
Progetto
Servizi per le imprese relativi alla ricerca continuativa di soggetti presenti
nelle formalità ipotecarie
2
1. monitoraggio di una sequenza di soggetti via internet
2. monitoraggio di una sequenza di soggetti via porta applicativa
Salute
Gestione delle anagrafi nazionali delle specie animali
1.
iscrizione dei capi importati
2.
acquisto o cessione capo da allevamento italiano
3.
macellazione/abbattimento capo
4.
validazione assegnazione dei contrassegni identificativi
5.
distribuzione dei contrassegni identificativi
6.
conferma avvenuta consegna dei contrassegni identificativi
7.
sostituzione marche per smarrimento
8.
comunicazione furto di marche, passaporti o animali
9.
sostituzione passaporto per smarrimento
11
10. richiesta stampa passaporti
da parte dei fornitori, dei dati anagrafici delle aziende
11. interrogazione,
richiedenti contrassegni identificativi
Totale servizi da collaudare
59
Trascorsi due anni dall’avvio del sistema, si può affermare che il numero e la natura
dei servizi integrati esposti è ormai tale da costituire un incentivo affinché le imprese si
dotino della CNS che è lo strumento indispensabile per accedere alla scrivania virtuale e
quindi a tutti i servizi disponibili. In tal senso, il portale delle imprese, rappresentando
una concreta occasione d’utilizzo della CNS, ne favorisce la diffusione.
A fare data da aprile 2007, il portale si è arricchito di un ulteriore strumento di
supporto all’utenza denominato S.I.R. (Suggerimenti, Informazioni e Riferimenti).
Il servizio fornisce indicazioni sugli adempimenti che devono essere posti in essere
nei confronti della Pubblica Amministrazione a fronte dei principali eventi relativi alla
nascita ed alla gestione di un’impresa. Le indicazioni fornite sono da considerarsi “suggerimenti” rivolti ad un primo orientamento.
La ricerca degli adempimenti avviene per passi successivi: il primo consiste nello
scegliere il settore di attività di interesse attraverso una parola chiave oppure parte di
essa, ovvero una classe di attività o il codice ISTAT.
Per il futuro, il portale si prepara ad allargare i servizi integrati guardando verso le
realtà locali, non solo perché si tratta del naturale sviluppo successivo alla proposta di
118
3. L’Azione di servizio
Figura 3.1.4. Link a S.I.R. (Suggerimenti, Informazioni e Riferimenti)
cooperazione offerta alle amministrazioni centrali, ma soprattutto perché opportuno, se
non addirittura, indispensabile.
Basti qui ricordare le funzioni delle amministrazioni locali nel rapporto impresa-P.A.,
funzioni che trovano conferma anche nella strategia europea volta alla semplificazione
delle procedure d’avviamento dell’attività d’impresa. Entro l’anno corrente l’obiettivo
“un’impresa in 7 giorni” dovrebbe divenire realtà in tutta Europa e gli sportelli unici (in
Italia gestiti dai comuni) saranno il centro del procedimento amministrativo. L’offerta
di un servizio integrato tra tutte le amministrazioni (locali e centrali) coinvolte nel
procedimento è nell’interesse delle imprese (… e del Sistema camerale). Il portale è
oggi il luogo deputato all’integrazione dei servizi, aprirlo alla cooperazione delle istituzioni locali comporterebbe: da un lato, vantaggi tangibili per gli utenti che in un unico
ambiente potrebbero svolgere tutti gli adempimenti richiesti; dall’altro, il consolidamento e la crescita dello strumento.
119
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Tabella 3.1.4. I Portali europei: un’analisi di benchmark
Paese
URL
Servizi
Servizi
Accessibilità integrati di interazione
Multicanalità
on line
http://www.help.gv.at/Content.Node/
index_buerger.html
x
x
x
-
Belgio
http://www.belgium.be/
x
x
x
x
Bulgaria
http://www.government.bg/fce/index.
shtml?s=001&p=0023
http://www.cyprus.gov.cy/portal/portal.nsf/dmlcitizen_gr/dmlcitizen_
gr?OpenDocument
-
-
-
-
-
x
-
x
Danimarca
http://www.100svar.dk/english_frame.asp
-
-
-
-
Estonia
http://www.eas.ee/?lang=est
-
-
x
-
Finlandia
http://www.yrityssuomi.fi/liston/portal/
page.lsp?I=fi
http://www.entreprises.minefi.gouv.
fr/index.htm
-
x
-
-
-
x
-
x
Germania
http://www.bund.de
x
x
x
-
Grecia
http://www.e-gov.gr/index.
php?newlang=greek
http://www.basis.ie/home/home.jsp?pca
tegory=10055&ecategory=10055&lang
uage=EN
-
-
x
-
x
x
-
-
http://www.impresa.gov.it
x
x
x
-
Lettonia
http://www.liaa.gov.lv/?object_id=789
-
x
-
-
Lituania
http://www.svv.lt/index.php/en/30935/
-
-
-
-
Austria
Cipro
Francia
Irlanda
Italia
Lussemburgo http://www.entreprises.public.lu/
-
-
x
-
Malta
http://www.gov.mt/index.asp?I=2
-
x
x
-
Paesi Bassi
http://www.overheid.nl/
x
x
x
-
Polonia
http://www.kprm.gov.pl/
-
-
-
-
Portogallo
http://www.portaldaempresa.pt/cve/pt
x
x
-
x
Regno Unito http://www.businesslink.gov.uk/bdotg/
action/home
http://www.businessinfo.cz/default.
Rep. Ceca
asp?MainPage=MAIN
x
x
x
-
x
-
x
-
Romania
http://www.e-guvernare.ro/
-
x
x
-
Slovacchia
http://www.nadsme.sk/
-
-
-
-
Slovenia
http://www.pcmg.si/index.php
-
-
x
-
Spagna
http://www.060.es/index-ides-idweb.jsp
-
x
x
x
Svezia
http://www.swedishtrade.se/
-
-
-
-
Ungheria
http://www.magyarorszag.hu/english
-
-
-
x
120
3. L’Azione di servizio
Dall’analisi condotta da Retecamere sui siti istituzionali dei 27 Paesi membri dedicati alle imprese, si è evinto che più del 55% dei siti web offre servizi integrati on line
e più del 51% degli stessi assicura agli utenti servizi di interazione.
Dati ben diversi riguardano invece la certificazione di accessibilità, essa è infatti
ancora poco diffusa nella maggior parte dei Paesi, basti pensare che oltre all’Italia, il
cui portale per le imprese ha conseguito la dichiarazione di accessibilità (WC3 CSS; W3C
WAI – AI WCAG.1.0), solamente altri 8 Paesi hanno già provveduto ad adeguarsi alle
disposizioni in materia.
Lo stesso dicasi per la multicanalità che è ancora ampiamente disattesa: solamente
6 Paesi su 27 utilizzano portali in grado di colloquiare con le imprese attraverso più
canali interattivi.
La presenza on line del Sistema camerale
Una recente indagine4 ha messo in evidenza come gli intermediari utilizzino i servizi
on line erogati dalle Camere di commercio più di quanto lo facciano le imprese; e questo,
sebbene le imprese abbiano espresso, su una scala da 1 a 10, un giudizio di gradimento
sui servizi telematici esposti sui siti camerali ancor più positivo di quello – peraltro più
che sufficiente – fornito dai professionisti.
Tabella 3.1.5. Servizi on line delle Camere di commercio: utenti e
gradimento
Servizi on line
1
%
di utilizzo del
servizi on line
(imprese)
%
di utilizzo del
servizi on line
(intermediari)
Indice di
gradimento
dei servizi on line
(imprese)1
Indice di
gradimento
dei servizi on line
(intermediari)1
17%
26%
7,7
6,7
Indice medio: scala 1-10.
Tale apparente paradosso può essere in parte spiegato riflettendo sul “rifiuto” che
ancora moltissime P.M.I. italiane mostrano nei confronti dell’ICT e dell’offerta di servizi
on line e sulla maggiore rassicurazione che traggono dal ricorso all’intermediazione di
professionisti.
Gran parte delle imprese, nel dialogare con la P.A., prediligono ancora il ricorso ai
canali indiretti per una questione di costi-opportunità: gli oneri connessi all’intermediazione restano minori di quelli che le imprese dovrebbero sostenere per dotarsi degli
strumenti informatici e del know-how necessari ad utilizzarli.
Alla luce di quanto detto e tenendo conto del gradimento di tali servizi da parte
delle imprese, si può però ben sperare per il futuro: se l’impedimento principale all’uso
del canale diretto è legato ai costi opportunità, le azioni intraprese dai policy makers
4
Retecamere (con la collaborazione di Publica ReS): Informazione e comunicazione: per la costruzione di un
nuovo rapporto con i territori – pubblicata nel marzo 2007.
121
Rapporto 2006 sul sistema camerale
e volte a ridurre il digital-divide, dovrebbero condurre nel medio periodo ad un uso più
massivo dei servizi on line da parte delle imprese.
Un ruolo fondamentale in tale partita è, inoltre, giocato dal progressivo allineamento dei siti della P.A. centrale e locale ai requisiti dell’usabiltà e dell’accessibilità che
rendono più semplice l’accesso alle informazioni ed ai servizi on line ed incentivano le
imprese ad utilizzare il canale telematico.
A tale proposito, il positivo giudizio espresso dalle imprese sui servizi erogati in via
telematica sembrerebbe non essere casuale, quanto piuttosto legato alla sensibilità che
le Camere stanno mostrando nei confronti delle problematiche connesse all’usabilità e
all’accessibilità: molte di esse stanno già provvedendo a rendere i loro siti conformi a
tali caratteristiche.
Ulteriori dati, rilevati nel corso dell’indagine condotta da Retecamere, indicano che i
canali interattivi preferiti dalle imprese e dagli intermediari sono costituiti da internet
e dalla posta elettronica; le newsletter, invece, risultano maggiormente apprezzate dai
liberi professionisti. Segnale questo che forse deve far riflettere alcune Camere di commercio sul fatto che la pure virtualizzazione della comunicazione rivolta alle imprese,
senza un’attenzione profonda sulle modalità di linguaggio che debbono essere coerenti
al media di comunicazione scelto, non garantisce di per sé il raggiungimento del risultato atteso.
Figura 3.1.5. Servizi di interazione presenti nei siti
delle Camere di commercio
100%
92%
75%
59%
50%
25%
0%
Newsletter / Mailing list
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
122
Info via mail
3. L’Azione di servizio
Questo sembrerebbe confermare il fatto che le imprese prediligono un accesso alla
notizia immediato e facilitato da un linguaggio semplice e poco “burocratico”.
Ciò naturalmente non implica che non vada evidenziato ed apprezzato il grande
lavoro svolto di concerto negli anni passati dalle Camere e dagli intermediari per la
diffusione del digitale, collaborazione che ha lasciato alle imprese il tempo necessario
per adeguarsi progressivamente al cambiamento di scenario.
I dati rilevati nell’Osservatorio confermano poi che più della metà delle Camere offre
agli utenti servizi interattivi, in particolare il 59% delle Camere di commercio si avvale
della newsletter quale mezzo di comunicazione con l’utenza; il 92% preferisce inviare
informazioni tramite e-mail (Fig. 3.1.5.).
Infine, merita rilevare come oramai nella gran parte dei siti camerali siano presenti
rubriche e mailing list degli uffici; mappe di navigazione; e motori di ricerca. Viceversa,
solo un terzo dei siti offre anche il servizio di FAQ (tab. 3.1.6.).
Tabella 3.1.6. Servizi offerti dai siti delle Camere di commercio
Tipologia di servizio
% Camere che presidiano questi canali
Rubrica uff./indirizzi e-mail
86,41
Mappa navigazione
74,76
Motore di ricerca
73,79
FAQ
29,13
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
123
Rapporto 2006 sul sistema camerale
I progetti sul territorio
Camera di commercio
ANCONA
AOSTA
AREZZO
ASTI
BRESCIA
CASERTA
CATANZARO
CHIETI
COMO
CREMONA
CROTONE
CUNEO
FERRARA
FORLI’ CESENA
GROSSETO
LODI
LUCCA
MACERATA
MASSA CARRARA
Titolo progetto
Partenariato
Customer Relationship Management
della rete camerale
Progetto “Partout - rete regionale pubblica amministrazione”
Tavolo coordinamento provinciale per le Provincia di Arezzo, Enti locali
politiche di e-Government
SUAP provinciali, Comuni della
Progetti “Rete sportelli unici”
Provincia di Asti, Unioni collinari,
Comunità montana
Customer Relationship Management per
promozione e comunicazione dei servizi
promozionali
Sperimentazione del Protocollo informa- ASL Caserta1, Comuni di S.Nicola la
tico - interoperabilità tra PA
strada, Marcianise, Maddaloni
Customer Relationship Management per
promozione e comunicazione dei servizi
promozionali
Customer Relationship Management per
promozione e comunicazione dei servizi
promozionali
Realizzazione di convegni promozionali
sulla CNS e sua integrazione con il portale delle imprese
Customer Relationship Management per
promozione e comunicazione dei servizi Camere di commercio lombarde
promozionali
Customer Relationship Management per
promozione e comunicazione dei servizi
promozionali
Customer Relationship Management per
promozione e comunicazione dei servizi Camere di commercio del Piemonte
promozionali
Creazione nuovo portale web e portale
vocale integrato con la telefonia VOIP e
messaggistica SMS
Progetto pluriennale “SIMET - sistema
integrato di monitoraggio economia del
territorio”
Progetto di digitalizzazione dei flussi
documentali interni
Progetto “eLaus”
Customer Relationship Management per
promozione e comunicazione dei servizi
promozionali
Diffusione dei servizi camerali anagrafici,
certificativi e statistici a tutti i Comuni
Provincia di Macerata
del territorio provinciale
Avvio della società consortile “P:
Provincia di Massa, Comunità montana
MS:web” per politiche comuni di edella Lunigiana, Comuni di Massa e
Government
Montignoso
(segue)
124
3. L’Azione di servizio
(segue)
I progetti sul territorio
Camera di commercio
UDINE
Titolo progetto
Servizi di e-government per le imprese
del distretto industriale del mobile
imbottito della Provincia di Matera
Customer Relationship Management per
promozione e comunicazione dei servizi
promozionali
Customer Relationship Management per
promozione e comunicazione dei servizi
promozionali
Progetto di CRM: sviluppo della fase
inbound
Interoperabilità del protocollo informatico
Promozione e rilascio della CNS
Gestione integrata del portale per le
imprese e della CNS
Progetto “Trasmissione telematica tramite PEC delle comunicazione relative alle
procedure concorsuali”
Progetto “Agenda territoriale”
Accordo di collaborazione per lo sviluppo dell’ e-government tra Camera e
Provincia di Sondrio
Progetto “Workflow - gestione automatizzata dei flussi documentali”
Gestione integrata del portale per le
imprese e della CNS
Diffusione della CNS e della posta
certificata
Customer Relationship Management per
promozione e comunicazione dei servizi
promozionali
Customer Relationship Management per
promozione e comunicazione dei servizi
promozionali
CRM per l’invio della newsletter camerale
VENEZIA
Progetto “Public & business workspace”
(finanziamento fondi Docup ob. 2)
VERCELLI
Gestione integrata del portale per le
imprese e della CNS
Progetto di Customer Relationship
Management della rete camerale
MATERA
NOVARA
PISA
POTENZA
PRATO
RAGUSA
REGGIO CALABRIA
REGGIO EMILIA
SALERNO
SONDRIO
TERAMO
TERNI
TORINO
TREVISO
TRIESTE
VITERBO
Partenariato
Regione Basilicata
Camere di commercio del Piemonte
Associazioni di categoria
Tribunale di Reggio Emilia
Provincia, Comuni e Comunità montane, Associazioni imprenditoriali di
categoria
Comune di Venezia, Comune di
Concordia Sagittaria, Associazioni di
categoria
125
Rapporto 2006 sul sistema camerale
3.2 Internazionalizzazione
Tabella 3.2.1. I numeri di “Internazionalizzazione”
93
73
47
Camere di commercio hanno svolto, nel corso del 2006, attività per l’internazionalizzazione delle imprese italiane
Sportelli al pubblico dedicati all’internazionalizzazione
Antenne e desk all’estero gestite direttamente dalle Camere di commercio
di cui:
22 in Europa
11 in Asia
8 in Sud America
3 in Nord America
3 in Africa
148
77
188
5.070
Partecipazioni dirette a fiere e mostre all’estero
Missioni commerciali all’estero
Delegazioni estere ricevute in Italia
Aziende che hanno partecipato ad attività promozionali inerenti l’internazionalizzazione
di cui:
1.509 Aziende hanno partecipato a fiere e mostre all’estero
627 Aziende hanno partecipato a missioni commerciali all’estero
2.934 Aziende coinvolte nel ricevimento di delegazioni
12
51
14
8
62
Joint venture promosse
Accordi di distribuzione e collaborazione commerciale
Iniziative di promozione agli investimenti diretti
Accordi per acquisto di licenze, marchi e brevetti
Iniziative di collaborazione con Camere di commercio di altri Paesi
di cui:
31 in Europa
9 in Nord America
7 in Asia
8 in Sud America
6 in Africa
263
9.070
29
126
Attività formative
Partecipanti ad attività formative inerenti l’internazionalizzazione
Camere di commercio hanno pubblicato riviste e/o bollettini specializzati in tema di scambi con l’estero nel corso del 2006
3. L’Azione di servizio
22.849
28.034
73
10
65
28
17,1
Attività di consulenza alle imprese erogate dalle Camere di commercio
Utenti di attività di consulenza erogate dalle Camere di commercio
Camere di commercio italiane all’estero
Centri Estero Regionali
Eurosportelli
Camere di commercio italo-estere
Milioni di euro liquidati per l’internazionalizzazione dalle Camere di commercio
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
L’azione del Sistema camerale per l’internazionalizzazione presenta un quadro con
notevoli elementi di novità. Le Camere si trovano ad operare in un contesto competitivo
particolarmente delicato per il Sistema-Paese, in cui emergono nuove economie fortemente votate all’export come quelle cinese ed indiana; in cui mercati tradizionalmente
ricchi come quelli europei assorbono di meno; ed in cui, infine, alcuni Paesi concorrenti
hanno attuato una decisa specializzazione produttiva nei settori a maggiore valore
aggiunto.
Il primo dato che emerge è come si sia affermato ulteriormente il ruolo delle aziende
speciali per l’internazionalizzazione.
Sono oggi 62 le Aziende speciali che si occupano, insieme ad altre competenze, di
servizi ed attività a supporto dell’internazionalizzazione; tra queste, un numero considerevole svolge tale attività come competenza principale o esclusiva.
Si è estesa l’esperienza di desk, antenne all’estero gestite dalle strutture camerali,
generalmente in collaborazione con le Camere di commercio italiane all’estero.
La grande importanza che va assumendo l’Asia come macro-area di sviluppo del
commercio internazionale è testimoniata dall’incremento delle antenne e desk in Asia
gestite dal Sistema, passate in un anno da 7 a 11, su un totale di 47 (123 con quelle
delle Aziende speciali).
Il consolidamento delle relazioni e della collaborazione con le Regioni si caratterizza
sicuramente come uno degli obiettivi strategici su cui più intensamente si stanno confrontando le Unioni Regionali; in tale ambito, l’azione di coordinamento e progettuale
delle Unioni Regionali trova il tema dell’internazionalizzazione tra quelli più ricorrenti.
A questo proposito, si segnala come sia in corso un processo di razionalizzazione
dei dati relativi al numero di delegazioni estere ricevute nel nostro Paese; mentre si
confermano mediamente in crescita nel triennio – anche se con analogo percorso di
ottimizzazione e di riduzione in termini assoluti – sia le missioni commerciali organizzate all’estero per la promozione delle nostre imprese, che il supporto alla partecipazione
a fiere e mostre da parte dei nostri operatori.
Allo stesso modo, nel corso dell’ultimo quadriennio risulta una forte razionalizzazione dei processi di utilizzo degli strumenti a supporto dell’internazionalizzazione delle
127
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Figura 3.2.1. La distribuzione del numero di antenne e desk rispetto ai
continenti interessati - (valori assoluti)
2
Nord America
3
4
Africa
3
6
Sud America
Iniziative di collaborazione con8 Camere di commercio di altri Paesi
7
Asia
11
21
Europa
22
26 Camere di commercio italiane all'estero
0
5
Camere di commercio italo-estere
10
15
2006
Milioni di € liquidati per l'internazionalizzazione dalle Camere di commercio
20
25
2005
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
imprese, segnalano il ricorso alle joint venture, la chiusura di accordi di distribuzione e
collaborazione commerciale e la realizzazione di IDE.
Tale processo di coordinamento e consolidamento è coerente con la legge costituzionale n. 3 del 2001 che ha inserito la materia del commercio estero tra quelle di
legislazione concorrente tra lo Stato e le Regioni.
In questo ambito, ci sono anche casi di riconoscimento del ruolo del Sistema camerale a livello di legislazione regionale.
Un esempio importante in tal senso si è avuto con la costituzione della Società
consortile per azioni per l’internazionalizzazione del sistema Piemonte (l.r. del 13 marzo
2006 n. 13) che vede come soci fondatori la Regione stessa e le Camere di commercio,
e destinata a sostituire, nell’attività e nella funzione, il Centro Estero delle Camere di
commercio.
Un quadro in movimento dunque che corrisponde, come sempre nella vita del
Sistema camerale, ai mutamenti intervenuti nel tessuto istituzionale e produttivo del
nostro Paese.
128
3. L’Azione di servizio
Figura 3.2.2. Il numero di attività svolte per l’internazionalizzazione
per tipologia: 2003-2006
188
234
229
Ricevimento di delegazioni
estere in Italia
189
148
167
Partecipazione a fiere e
mostre all'estero
Iniziative di collaborazione con Camere di commercio di altri Paesi
188
106
77
Organizzazione di missioni
commerciali con operatori
all'estero
81
86
56
0
50
100
2003
150
2004
200
2005
250
2006
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
La stessa Unioncamere è stata, di conseguenza, investita da un percorso per certi
aspetti nuovo.
In materia di internazionalizzazione, l’Unione ha voluto potenziare, in primo luogo,
la componente di struttura a servizio delle Camere di commercio.
Proprio con questa finalità, nel luglio 2006, Unioncamere ha voluto affiancare le
strutture più rappresentative del Sistema camerale in termini di internazionalizzazione
nella realizzazione di una missione imprenditoriale nella Repubblica Popolare Cinese.
Tale modalità di lavoro, specificatamente rivolta al Sistema delle imprese, viene
rinnovata nel 2007 con le missioni imprenditoriali programmate in Messico, Cina e
Russia.
Unioncamere rimane, tuttavia, anche una istituzione che dialoga con il Ministero
del Commercio Internazionale e Ministero degli Affari Esteri con propri Accordi di
Programma, che consentono al Sistema camerale di interagire con i maggiori soggetti
preposti ad attività di internazionalizzazione quali ICE ed associazioni di categoria.
Con l’ICE, in particolare, i programmi congiunti di attività realizzati annualmente
con il Sistema camerale rappresentano un modello di complementarietà nell’azione di
soggetti pubblici preposti ad attività di internazionalizzazione.
129
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Unioncamere ha rafforzato questo carattere di istituzione a servizio della politica
estera del Paese supportando il Ministero del Commercio Internazionale ed il Ministero
degli Affari Esteri in alcune grandi aree geo-economiche come nel caso della legge 21
marzo 2001, n. 84 recante Disposizioni per la stabilizzazione, la ricostruzione e lo sviluppo
dell’area balcanica.
Un ulteriore, importantissimo campo di attività per l’Unioncamere è quello dello sviluppo degli strumenti informativi ed in generale delle reti telematiche, con particolare
riferimento a Globus e ad Extender, unitamente al progetto realizzato da Mondimpresa
nei mesi scorsi denominato “Accordi”.
Si è trattato soprattutto di sviluppare non tanto le infrastrutture, ormai acquisite e
ben consolidate, quanto la parte relativa all’utilizzo dei servizi in esse contenuti, spesso
indirizzati indistintamente ad imprese ed utenti istituzionali, senza un’adeguata campagna di promozione e di comunicazione mirata, elemento indispensabile ad assicurare
maggiori successi a tutte le iniziative del Sistema camerale in questo campo.
A questo proposito si è realizzata – a partire dall’inizio dei primi mesi dell’anno
2007 – un’adeguata azione di divulgazione sul Sistema camerale, sul mondo associativo,
Figura 3.2.3. Gli obiettivi perseguiti dalle iniziative di collaborazione
con Camere di commercio di altri Paesi
4
Accordi per acquisto di
licenze, marchi e brevetti
8
8
9
Joint venture (società
miste)
19
17
9
Investimenti diretti
20
19
29
Accordi di distribuzione e
collaborazione commerciale
48
44
2004
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
130
2005
2006
3. L’Azione di servizio
Figura 3.2.4. Le tematiche di consulenza maggiormente richieste in
ambito di internazionalizzazione nel 2006 (valori %)
Partecipazione a
finanziamenti comunitari o
internazionali
5,9%
Partecipazione a progetti
comunitari
3,4%
Aspetti fiscali
3,0%
Stesura di contratti
2,6%
Partecipazione a gare
d'appalto
0,8%
Assistenza ad iniziative
imprenditoriali di
investimento produttivo
diretto
4,5%
Dogane e trasporti
15,1%
Aspetti finanziari e
assicurativi
3,4%
Orientamento /
Informazione
61,3%
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
sulle istituzioni locali e sulle altre strutture presenti sul territorio nazionale al fine di
rendere maggiormente conosciuto e quindi utilizzabile la vasta gamma di servizi in essi
contenuti.
Gli Accordi di Programma con il Governo e l’intesa operativa ICE/
Unioncamere
Le intese operative che Unioncamere stipula annualmente con l’ICE sono la diretta
conseguenza dell’Accordo di Programma a suo tempo sottoscritto con il Ministero del
Commercio Internazionale.
ICE e Sistema camerale promuovono, pertanto, un programma congiunto di attività
composto da progetti in materia di promozione, cooperazione industriale e formazione.
L’impegno finanziario per la promozione dei progetti si è andato via via estendendo, coinvolgendo, a partire dal 2004, le stesse imprese interessate a partecipare alle
iniziative.
In questi anni, le iniziative concordate hanno interessato comparti quali l’agroalimentare, l’abitare, la meccanica, le filiere della moda e dell’oro, la nautica e diverse aree
geo-economiche con particolare riferimento a quelle del BRIC (Brasile, Russia, India,
Cina), al Giappone, al NAFTA, al Mercosur ed ai Paesi dell’area MEDA.
131
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Nel 2006 si è voluto incentrare il programma di attività su progetti di filiera sui
quali, nella fase di elaborazione, è stato coinvolto il mondo associativo.
Oltre questi progetti specifici, sono stati inseriti quattro progetti speciali:
• “Sapori d’Italia nel mondo, l’agroalimentare italiano in Cina, USA e Corea del Sud”,
per la promozione del settore agroalimentare in Estremo Oriente;
• “Fiera immobiliare MIPIM e internazionalizzazione dei mercati immobiliari locali”,
per favorire la partecipazione dell’imprenditoria italiana alla fiera immobiliare di
Cannes del marzo 2007;
• “Promozione internazionale dell’editoria italiana”, per favorire la partecipazione
dell’imprenditoria italiana a IBF – International Book Forum e BFB – Book Film Bridge
(borse internazionali di incontri B2B organizzati presso la Fiera Internazionale del
Libro di Torino 2007).
Unioncamere gestisce, congiuntamente con ICE, un quarto progetto speciale che
prevede la promozione sulla stampa nazionale del programma di attività.
Le missioni di sistema
Tra le attività di sistema rivestono particolare importanza quelle legate alle missioni
istituzionali del Sistema camerale. Se ne traccia una breve sintesi.
INDIA: la missione in India, realizzata dal 10 al 14 febbraio ha rappresentato il conseguimento di un importantissimo risultato, poiché il sistema delle Camere di commercio – in posizione paritetica rispetto agli altri soggetti organizzatori – ha collaborato
con Confindustria, ABI, ICE ed ovviamente con la Presidenza del Consiglio, nella realizzazione di questa iniziativa, a complemento della visita governativa indiana, svoltasi in
Italia nello scorso mese di novembre.
Si è trattato di una missione finalizzata principalmente al raggiungimento di due
obiettivi: in primis i tradizionali incontri d’affari tra P.M.I. italiane ed indiane e, in
secondo luogo, alcuni incontri tecnici su specifici settori economici, con riferimento
agli strumenti finanziari a sostegno degli investimenti nelle aree interessate.
CINA: proprio per favorire iniziative imprenditoriali da e verso la Cina, è stato stipulato un
accordo di cooperazione con il CCPIT, l’organismo camerale cinese omologo ad Unioncamere.
D’intesa con le strutture camerali specializzate in materia di internazionalizzazione è stata
effettuata una missione imprenditoriale in Cina, nel luglio 2006, che ha coinvolto 23
imprese proprio in attuazione dell’accordo sottoscritto con il CCPIT. Per il 2007, invece, si è
ipotizzata la realizzazione di una nuova missione imprenditoriale avente ad oggetto le nuove
tecnologie ed i temi legati all’Information & Comunication Technology.
Il contributo delle organizzazioni di sistema
Il Gruppo delle Strutture Camerali per l’Internazionalizzazione: la particolare
esigenza di internazionalizzazione avvertita dalle aziende italiane nell’ultimo decennio
ha sollecitato le Camere di commercio ad una risposta che fosse di sostegno nel penetrare e nel praticare i mercati esteri ed, altresì, nell’attirare i capitali e gli investimenti
stranieri sul nostro territorio.
132
3. L’Azione di servizio
Tra le molteplici articolazioni in cui tale azione si è tradotta rientra a pieno titolo
la nascita e lo sviluppo del Gruppo delle Strutture Camerali per l’Internazionalizzazione: un tavolo permanente e strutturato di confronto e concertazione tra soggetti del
mondo camerale italiano (Unioni regionali, Centri Estero, singole Camere di commercio,
Aziende speciali ed Eurosportello facenti riferimento alle provincie di Torino, Milano,
Vicenza, Firenze ecc.) che – insieme ad Unioncamere – intendono capitalizzare il proprio
know-how mettendo a fattore comune un sistema di relazioni, sviluppando reti di cooperazione volte all’internazionalizzazione, sempre nel rispetto del più ampio contesto
istituzionale territoriale e dell’articolata realtà camerale.
Le Camere di commercio italiane all’estero: il sistema delle Camere di commercio
italiane all’estero (CCIE) è un network di organizzazioni a base associativa imprenditoriale di natura bi-nazionale, per la promozione dell’internazionalizzazione, organicamente e istituzionalmente inserito all’interno del sistema italiano di promozione all’estero,
per radicare la presenza delle imprese sui mercati mondiali.
Oggi le Camere di commercio italiane all’estero che partecipano ad Assocamerestero
sono 73, attive in 48 Paesi del mondo che coprono l’84% delle esportazioni complessive
italiane; associano 23.000 imprese italiane e locali, dispongono di circa 500 dipendenti
ai quali si aggiungono gli oltre 1.300 amministratori che svolgono un’azione importante
per il radicamento della presenza sui mercati esteri.
Ulteriore strumento a disposizione del Sistema è rappresentato dalle antenne e
desk all’estero gestite direttamente dalle Camere di commercio. Tali strutture hanno
raggiunto nel 2006 il numero di 47, di cui 22 in Europa, 11 in Asia, 8 in Nord America
e 3 in Africa.
Le Camere Miste: la rete delle Camere miste è in continua espansione. Ogni anno
giungono alla Sezione diverse richieste di iscrizione all’albo delle Camere di commercio
italo-estere o estere in Italia da parte di enti e associazioni imprenditoriali in rappresentanza di nuovi Paesi ed aree geografiche.
Le Camere miste attualmente riconosciute dal Ministero sono 28; la maggior parte di
esse – 23 – sono Camere bilaterali alle quali si affiancano 5 Camere regionali, dedicate
a sviluppare le relazioni economiche tra il nostro Paese e un ampio numero di Paesi
appartenenti alla stessa area geografica.
Nel complesso, le Camere miste sono in grado di offrire servizi per l’internazionalizzazione in oltre 60 Paesi del mondo e ad oltre 5.600 associati, italiani ed esteri.
I Programmi di sistema
Il progetto “Network” per l’internazionalizzazione: l’iniziativa mira a rafforzare
la conoscenza all’interno della rete camerale delle varie attività in tema di internazionalizzazione, in quanto aspetti importanti da presidiare per una rete che vuol fare
“sistema” quale quella camerale.
133
Rapporto 2006 sul sistema camerale
È stato pertanto da un lato avviato un percorso di informazione sulle principali
attività promosse dal Comitato di Presidenza di Unioncamere e dall’area internazionalizzazione stessa che vengono comunicate periodicamente via posta elettronica al network;
dall’altro, Unioncamere intende realizzare un monitoraggio delle principali azioni svolte
dalle Camere di commercio e dalle proprie strutture (Aziende speciali, Centri estero,
Unioni regionali ecc.) sui temi dell’internazionalizzazione, rendendo visibile da tutti i
punti del territorio la numerosa mole di azioni svolte.
Il progetto “Balcani” e la legge 84/2001: la legge 21 marzo 2001, n. 84 reca
Disposizioni per la partecipazione italiana alla stabilizzazione, alla ricostruzione e allo
sviluppo dei Paesi dell’area balcanica.
Questa legge ha, a suo tempo, individuato in Croazia, Serbia e Montenegro,
Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Albania, Romania e Bulgaria i sette Paesi destinatari di
interventi pubblici ripartiti tra il Ministero degli Affari Esteri, per la cooperazione allo
sviluppo, ed il Ministero del Commercio Internazionale, per la promozione del sistema
delle imprese.
La legge ha assunto una valenza strategica per il Sistema camerale in quanto ha previsto all’art. 5, comma 2, lettera f) la “promozione e finanziamento da parte dell’Unione
Italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, nell’ambito di
una sezione speciale dei finanziamenti previsti per progetti del Sistema camerale dal proprio fondo di perequazione, di progetti presentati da enti del Sistema camerale italiano
di provata esperienza e qualificazione”.
Iniziativa Centro Europea – INCE: l’Iniziativa Centro Europea – cosiddetta In.CE o
CEI nella sua versione in lingua inglese – è nata a Budapest nel 1989, con la denominazione di “Quadrangolare” e su iniziativa dei Ministri degli Esteri di Italia, Austria, (ex)
Jugoslavia ed Ungheria.
L’In.CE ha sviluppato nel corso degli anni una consistente azione di coordinamento e
di dialogo in molti settori in particolare legati alle politiche dei Governi e dei Parlamenti
dei Paesi INCE.
Accanto alla dimensione governativa e parlamentare di INCE esiste una dimensione
economica rappresentata dalle Camere di commercio. In particolare, le Unioni nazionali delle Camere di commercio dei Paesi INCE hanno infatti avviato nel 1995 una rete
di cooperazione multiregionale, la cosiddetta CECCI – Central European Chamber of
Commerce Initiative (www.unioncamere.net/cei/).
Attraverso il CECCI le Camere sviluppano progetti comuni di cooperazione, realizzano
scambio di migliori pratiche, attuano iniziative promozionali, consolidano relazioni con
i Governi per promuovere lo sviluppo delle imprese a livello locale e regionale; svolgono una missione di consulenza nei confronti dello Stato e di altre pubbliche autorità;
esercitano funzioni che sono loro affidate dallo Stato o da altre pubbliche autorità, in
coerenza con il principio di sussidiarietà.
134
3. L’Azione di servizio
I sistemi informativi e di supporto a disposizione della rete
Il Progetto ExTender per i bandi di gara internazionali: il progetto ExTender è
frutto dell’intesa operativa siglata in data 24 luglio 2002 – e rinnovata quest’anno – da
Assocamerestero, Unioncamere e Ministero per gli Affari Esteri, nel quadro dell’Accordo
di programma tra Ministero Affari Esteri e Sistema camerale, con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo del processo di internazionalizzazione del sistema economico italiano.
Il progetto prevede un’attività di raccolta di informazioni su gare d’appalto realizzate dalle amministrazioni pubbliche e/o organismi sopranazionali ed internazionali e/o
aziende nei settori forniture, lavori e servizi, da parte della rete estera italiana.
A partire dal 2006, le informazioni veicolate dal sistema informativo ExTender riguardano oltre alle gare d’appalto internazionali, le notizie di “Early warning – anticipazione
di gare e grandi progetti”, ossia notizie acquisite principalmente attraverso contatti con
i centri decisionali locali, e che proprio in virtù del carattere “anticipato”, costituiscono
una risorsa strategica per favorire lo sviluppo economico del Paese e la competitività
del sistema produttivo italiano sui mercati esteri.
Finalità di ExTender è favorire una interazione operativa tra reti italiane all’estero,
allo scopo di sistematizzare e veicolare un patrimonio informativo di estrema utilità per
le imprese italiane, specie quelle piccole e medie che spesso non hanno una struttura
organizzativa in grado di raccogliere sistematicamente le informazioni necessarie per
affrontare con successo la competizione internazionale.
Il portale della rete Globus: il progetto Globus nasce su iniziativa dell’Unioncamere
e consiste nell’attività di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese attraverso
l’utilizzo di una piattaforma multiterritoriale delle Camere di commercio d’Italia (www.
globus.cameradicommercio.it) a supporto dei processi di internazionalizzazione delle
piccole e medie imprese.
Da gennaio 2006 è on line il nuovo portale, esito di un lavoro di analisi, progettazione, restyling e reingegnerizzazione avviato nel novembre 2004.
Un portale ancora più vicino alle piccole e medie imprese interessate a operare sui
mercati internazionali, in grado non solo di rilanciare i servizi per l’internazionalizzazione offerti dal Sistema camerale, ma anche di valorizzare e rendere fruibile in modo
chiaro e organico il vasto patrimonio informativo disponibile in materia. Una piattaforma che supera, quindi, la logica del “sito vetrina” per rispondere alle reali esigenze del
target di riferimento.
Un comitato di redazione, organizzato in collaborazione con le strutture camerali
per l’internazionalizzazione, si occupa dell’aggiornamento del portale, reperendo le
notizie da pubblicare da siti internet della P.A., comunicati stampa e newsletter, e dalle
segnalazioni che arrivano dagli Sportelli camerali per l’internazionalizzazione con cui
è in diretto contatto. L’esistenza di una redazione centrale e l’utilizzo di regole redazionali comuni assicura alle imprese un’informazione puntuale e mirata e garantisce al
Sistema camerale la massima diffusione delle diverse iniziative.
135
Rapporto 2006 sul sistema camerale
I progetti sul territorio
Camera di commercio
ANCONA
Titolo progetto
Progetto “Affiancamento all’export”
Partenariato
Esperti di marketing internazionale
AREZZO
Programma di seminari per l’internazionalizzazione
Attivazione sportello provinciale
SPRINT Campania (POR Campania
2000-2006)
Accordo di programma Regione
Lombardia - sistema camerale lombardo
(asse2)
Progetto promozionale “Business Forum
Egitto”
Bando per l’internazionalizzazione delle
imprese
Workshops “Italia - Germania - Canada”
Agenzia delle Dogane, Bancaetruria
AVELLINO
BERGAMO
BOLOGNA
BRESCIA
CALTANISSETTA
CATANZARO
COMO
CREMONA
CROTONE
CUNEO
FERRARA
FORLI’ CESENA
GENOVA
GROSSETO
LODI
LUCCA
MASSA CARRARA
NAPOLI
ORISTANO
Progetto per l’internazionalizzazione dei
distretti industriali, filiere produttive e
consorzi di imprese
Tavolo transfrontaliero per gli accordi
bilaterali UE/Svizzera
Workshop per il settore packaging con
delegazione operatori egiziani in ingresso
Regione Lombardia
Assindustria
Associazioni di categoria, Questura,
Inail, Inps, sindacati, organismi svizzeri
corrispondenti, Camera di commercio
del Canton Ticino
Regione Lombardia, Unioncamere
Lombardia
Progetto “Programma 2006: promozione Provincia di Napoli, Assessorato all’indelle PMI industriali della Provincia di
dustria
Napoli”
Progetto “SPRINT”
Regione Sardegna
Progetto “Docere - formazione/promozione nella Repubblica Moldava”
PARMA
Progetto “Parma cluster India: le tecnologie dell’agro-industria di Parma sul
mercato indiano”
Sportello per l’internazionalizzazione
“Lombardiapoint”
136
Regione Lombardia, Unioncamere
Lombardia
Bando per l’internazionalizzazione delle
imprese
Progetto di valorizzazione opportunità
commerciali per l’internazionalizzazione
Progetto “La Regione Olimpica: evento Unioncamere Piemonte
di promozione internazionale per la
valorizzazione del made in italy e l’attrazione di capitali esteri”
Progetto di penetrazione commerciale in 14 imprese del territorio
germania (Magazzini Kaufhof )
Azioni sull’india previste dal progetto
meccatronica
Meeting 2006 - Italia-Svizzera
Ambasciata Svizzera in Italia, istituzioni
svizzere
Progetto di promozione commerciale
Consorzio Grosseto Export, Rete di
“Gdo Hagkaup”
distribuzione all’ingrosso “Hagkaup”
Progetto “Export manager in azienda”
Provincia di Lodi e Centro Estero
Camere di commercio lombarde
Protocollo di intesa con le Camere di
commercio dell’Ungheria per collaborazioni varie
Incontri bilaterali per il settore lapideo
PADOVA
PAVIA
Regione Campania, Camere della
Campania, ICE, SACE, SIMEST
RegioneVeneto, vari Ministeri della
Repubblica Moldava, Venetos Grup,
Veneto Finanza
Unione Industriali di Parma
Regione Lombardia, Unioncamere
Lombardia, ICE, SACE, SIMEST
3. L’Azione di servizio
PIACENZA
PORDENONE
RAGUSA
REGGIO CALABRIA
REGGIO EMILIA
SAVONA
SONDRIO
TERNI
TORINO
TRENTO
TREVISO
VERBANIA
VERCELLI
VERONA
VITERBO
Accordo con la Regione Emilia
Regione Emilia Romagna
Romagna per l’avvio degli sportelli
SPRINT-ER
Progetto “Serbia: una porta verso est (l.r. Camere di commercio della Serbia,
1/2005)”
ICE di Belgrado, FINEST, IAL Friuli,
Associazioni di categoria, Pordenone
Fiere spa, Ambasciata Italiana a
Belgrado, UNIDO, Università di
Belgrado
Workshop Regno Unito e Svezia
Comune di Ragusa
Progetto pilota per l’internazionalizzazio- Centro Estero delle Camere di commerne delle imprese della Provincia
cio della Lombardia
Partecipazione fiera di san Liborio a
Paderborn
Mappatura regionale delle PMI
Liguria International, Regione Liguria
Accordo di programma tra la Camera e
la Banca di Sondrio a sostegno dell’internazionalizzazione
Promozione del nuovo archivio
“Italiancom”
Progetto promozionale tramite desk per
le imprese piemontesi
22 operatori del settore agroalimentare
provenienti da Usa, Messico e Canada,
19 imprese locali
Creazione di desk della Camera
a S.Paolo del Brasile, Casablanca,
Romania, Ungheria, Repubblica Ceca,
Polonia, Lettonia
Progetto “Inde - Interreg”
ICE, alcune Regioni dell’Unione
Europea
Progetto “Paesi & mercati business:
Responsabili commerciali, Area manager
comunicazione, approccio interculturale di imprese (in collaborazione con il
e introduzione ai mercati”
Centro Estero Veneto)
Progetto “Mercato cinese: opportunità
Unindustria, Confartigianato Novara e
per le imprese del casalingo e del lapideo VCO, Api Novara e VCO
in zona phasing out del Verbano Cusio
Ossola”
Progetto “Made in Italy in area IN.C.E.” Camere di commercio italiane all’estero
e progetto “Russia - investire per credei Paesi INCE e di Russia
scere”
Progetto aeroporti Verona-MonacoFrancoforte
Manifestazione “Summer fancy food
Unioncamere Lazio
- New York”
137
Rapporto 2006 sul sistema camerale
3.3 Orientamento, formazione, alternanza scuola-lavoro, mercato del lavoro e università
Nel corso del 2006 il Sistema camerale ha proseguito nello sviluppo di una serie di
attività nel campo della formazione del capitale umano e del mercato del lavoro, finalizzate
soprattutto a rafforzare il rapporto tra sistemi formativi e territorio. Ciò anche alla luce dei
processi di riforma in atto e dei nuovi spazi ed opportunità, nonché delle nuove funzioni,
che si sono venuti prefigurando per le strutture camerali. In tale ambito, l’impegno è stato
rivolto soprattutto al potenziamento delle iniziative di rete tese a rafforzare: il rapporto tra
scuola, università e territorio; il sistema dell’alternanza scuola-lavoro (in applicazione dell’art. 4 della legge 53/2003 e del relativo decreto legislativo attuativo); le azioni per orientare le scelte formativo-professionali dei giovani e degli adulti; gli Sportelli camerali per i
tirocini formativi e di orientamento; gli altri servizi e strumenti (anche in attuazione delle
normative di riforma del mercato del lavoro e dei vari accordi istituzionali sottoscritti negli
ultimi anni) per facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro e formazione.
Tabella 3.3.1. I numeri di “Orientamento, formazione, alternanza
scuola-lavoro,
mercato del lavoro e università”
79
509
14.949
9.273
34
154
11.028
99
5.389
5,3
Camere di commercio hanno svolto attività d’informazione, orientamento e preformazione al lavoro
di cui 32 delegando l’attività alle Aziende speciali
Corsi e/o seminari realizzati direttamente dalle Camere
Partecipanti a corsi e/o seminari realizzati direttamente dalle Camere di commercio
Ore di corsi e/o seminari
Camere di commercio hanno svolto attività d’informazione, orientamento al lavoro,
accompagnamento e incontro domanda-offerta di lavoro
Servizi/attività di informazione e orientamento al lavoro
Utenti di servizi d’informazione ed orientamento al lavoro
Servizi/attività di accompagnamento e incontro domanda-offerta di lavoro
Utenti di servizi di accompagnamento e d’incontro domanda-offerta di lavoro
Milioni di € liquidati per “Orientamento, formazione, alternanza scuola-lavoro e mercato
del lavoro” dalle Camere di commercio
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
In stretto collegamento con il tema dell’alternanza e del raccordo tra periodi di studio
ed esperienze lavorative, particolare impulso è stato dato, inoltre, alla formazione continua e permanente, soprattutto per innalzare i livelli di partecipazione e di coinvolgimento
del personale e dei titolari delle piccole e medie imprese nei processi di aggiornamento
delle conoscenze e competenze professionali. Si tratta di un elemento (life-long learning)
138
3. L’Azione di servizio
sempre più rilevante nelle recenti strategie dell’Unione Europea per l’occupazione e lo sviluppo, in merito al quale numerosi organismi camerali vantano rilevanti esperienze, basate
su un utilizzo integrato e combinato di varie metodologie e tecniche didattiche innovative
come la formazione a distanza (e-learning). Specifico rilievo ha così assunto l’attività di
sostegno e supporto operativo alla fase di start up della nuova Università Telematica del
Sistema camerale, denominata “Universitas Mercatorum”.
In sintesi, quindi, il Sistema delle Camere di commercio ha attivato e sviluppato
un’ampia e diversificata gamma di servizi, concentrando i propri sforzi specialmente sui
seguenti ambiti:
• supporto, a partire dai dati del Sistema Informativo per l’occupazione e la formazione
“Excelsior”, al collegamento tra i vari canali formativi e le esigenze delle imprese e dei
diversi territori, nonché alle funzioni ed alle reti di orientamento scolastico-universitario e
professionale per favorire, anche attraverso il portale www.jobtel.it, le scelte degli studenti
e delle persone in cerca d’occupazione;
• realizzazione di un sistema efficiente su tutto il territorio nazionale che garantisca l’inserimento di percorsi in alternanza sia nei licei e nell’istruzione e formazione professionale (in attuazione dell’art. 4 della riforma Moratti) che nell’IFTS (Istruzione e Formazione
Tecnica Superiore) e nei corsi universitari (lauree triennali e specialistiche), tramite un
adeguato supporto progettuale, informativo ed organizzativo per i tirocini formativi
ed altri tipi di esperienze in ambito lavorativo, soprattutto per quanto concerne il loro
sviluppo nei contesti di piccola impresa, con il supporto dei servizi tecnologici offerti
tramite la banca dati ed il portale www.polaris.unioncamere.it;
• sperimentazione di nuovi servizi ed iniziative che, partendo dalla rilevazione dei
fabbisogni professionali e formativi espressi dalle imprese locali, favoriscano ed
accompagnino l’incontro domanda-offerta di lavoro;
• sviluppo di una cultura del lavoro imprenditoriale e dell’auto-impiego;
• sostegno ai processi di aggiornamento e formazione continua e permanente di imprenditori, manager, quadri e tecnici, con particolare riguardo per gli addetti delle piccole e medie
imprese, anche attraverso la nuova Università Telematica “Universitas Mercatorum”.
Elemento comune e punto di forza delle azioni in atto è la centralità assunta dal tirocinio formativo e di orientamento, come esperienza diretta sul campo, finalizzata a favorire
l’incontro tra giovani ed imprese grazie e all’acquisizione di competenze concretamente
spendibili nel modo del lavoro.
In generale, quasi l’80% delle Camere di commercio garantisce, direttamente (circa il
60% del totale) o tramite delega alle proprie articolazioni funzionali (il rimanente 40%),
attività formative.
In questo campo, il Sistema camerale può contare inoltre su un network di oltre 70
strutture specializzate (Aziende speciali o specifici uffici o Sportelli camerali dedicati)
distribuite capillarmente su tutto il territorio nazionale.
Le dimensioni complessive dell’offerta formativa erogata dal Sistema camerale sono
tuttavia di gran lunga superiori; si tenga presente, infatti, che, sulla base delle informazioni (ancora in corso di elaborazione ed analisi) ricavabili dai questionari dell’Osserva-
139
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Figura 3.3.1. Fonti di finanziamento dei corsi di formazione promossi
e/o realizzati direttamente dalle Camere di commercio (valori %)
Contributo di altri enti
5,4%
Da vendita di servizi
7,5%
Contributo diretto
camerale e Fondo
perequativo
87,1%
Contributo diretto camerale e Fondo perequativo
Contributo di altri enti
Da vendita di servizi
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
torio camerale 2007 relativi alle Aziende speciali è possibile stimare che siano oltre 100
gli organismi camerali impegnati in tale ambito e che essi eroghino complessivamente
ogni anno più di 2 mila corsi per un’utenza complessiva pari ad oltre 80 mila allievi.
A proposito del profilo finanziario (sempre però limitatamente alle attività promosse
e realizzate dalle sole Camere di commercio), emerge il peso nettamente prevalente
(oltre l’87%) delle risorse derivanti da contributi diretti delle stesse o comunque da
fonti di finanziamento interne al Sistema camerale, a fronte di un 7,5% derivante dalla
vendita di servizi sul mercato e di un 5,4% ottenuto da finanziamenti comunitari e
contributi di Ministeri, Regioni, Province ed altri enti locali.
La maggior parte dei corsi è destinata specificamente a persone già occupate, sia
come lavoratori dipendenti sia come imprenditori o lavoratori autonomi. Gli altri destinatari delle iniziative sono disoccupati o inoccupati, nonché diplomandi e diplomati
delle scuole tecniche superiori e studenti universitari e laureati. Da notare la crescente
diffusione di corsi rivolti indistintamente sia ad occupati che a disoccupati o inoccupati, nonché delle attività formative relative ai percorsi di alternanza scuola-lavoro, cui è
appositamente dedicato il paragrafo seguente.
L’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO: UN BILANCIO DEI PRIMI QUATTRO ANNI DI
VITA DELLE SPERIMENTAZIONI CAMERALI
Lo sviluppo e consolidamento del “network” camerale per l’alternanza scuola-lavoro,
in parallelo con il varo e l’entrata in vigore del d.lgs. n. 77 (attuativo dell’art. 4 della
legge delega di Riforma della Scuola 53/2003 ed attualmente sottoposto a parziale
140
3. L’Azione di servizio
revisione)1, sono alcuni degli elementi più rilevanti nel quadro delle iniziative sui temi
dell’orientamento e della formazione.
Nel 2006 sono, infatti, continuate, per il quarto anno consecutivo, le attività di sperimentazione dell’alternanza che – come noto – vedono le Camere di commercio, per la prima
volta, investite di un ruolo istituzionale quali soggetti da coinvolgere in sede di progettazione,
attuazione e valutazione di questo tipo di percorsi formativi, nonché come potenziali soggetti
di convenzioni per l’accoglienza di studenti in tirocinio formativo. Si sono così sempre più
intensificate, in tale ambito, le collaborazioni con scuole ed Uffici Scolastici Regionali per
la promozione e la realizzazione di azioni congiunte in applicazione del Protocollo di Intesa
del 27 giugno 2003 tra Unioncamere e MIUR (ora Ministero della Pubblica Istruzione), tramite un’apposita linea di finanziamento a valere sul Fondo di Perequazione.
Lo scorso anno, secondo i dati tratti dall’apposito monitoraggio, le Province coinvolte in progetti di alternanza scuola-lavoro con il concorso delle strutture camerali
(avviati – a valere sul Fondo Perequativo 2003 – a fine 2005 e completati nel 2006)
sono salite ad 88, per un numero complessivo di percorsi attuati (tra il 2005 ed il 2006)
pari a 576 (199 in più rispetto a quelli avviati e realizzati – sul Fondo dell’annualità
2002 – tra il 2003 ed il 2004). Le scuole impegnate nelle attività di alternanza scuolalavoro chiuse nel 2006 (licei, istituti tecnici, professionali e d’arte) sono state 406, con
un incremento del 20% rispetto al precedente periodo di sperimentazione. Il numero di
alunni coinvolti, invece, pari a 13.736 (con una media di 34 alunni in alternanza per
scuola), è addirittura più che raddoppiato. Lo stesso vale per il numero di imprese: più
di 3 mila nel 2006, contro le 1.400 del periodo precedente (vedi tabella sotto).
Tabella 3.3.2. Percorsi di alternanza scuola-lavoro cofinanziati dal
Fondo Perequativo e realizzati nei quattro anni di sperimentazione:
bienni a confronto
2003/2004
2005/2006
85
88
277
576
324
406
5.478
13.736
1.400
3.029
34.820
74.520
4 milioni di
4 milioni di
Risorse investite dal Sistema camerale (Fondo Perequativo + bilanci camerali)
euro
euro
Fonte: Rapporto di monitoraggio sulle sperimentazioni del sistema di alternanza scuola-lavoro 2006
Province coinvolte
Percorsi complessivi realizzati
Scuole coinvolte (tra licei e istituti tecnici, istituti professionali ed istituti d’arte)
Studenti partecipanti
Imprese coinvolte
Monte ore formazione erogate
1
La legge 228/2006 (conversione in legge del c.d. decreto legge “milleproroghe” – n. 173 del 12 maggio
2006) ha posticipato di ulteriori 18 mesi il termine ultimo per la definizione dei decreti legislativi collegati
alla legge 53/2003 la cui possibilità di integrazione non era ancora scaduta (18 mesi dalla loro entrata in
vigore). Ne consegue che il decreto legislativo 77/2005 sull’alternanza scuola-lavoro potrà ancora essere
modificato entro maggio 2008. In virtù di ciò, è prevedibile, a seguito della suddetta riapertura dei termini
di modificabilità, una parziale revisione del quadro applicativo in materia.
141
Rapporto 2006 sul sistema camerale
L’investimento complessivo del Sistema camerale è stato pari a circa 4 milioni di
euro (praticamente invariato al confronto con il periodo precedente), integrato, in
molti casi, dal cofinanziamento (in misura variabile) degli Uffici Scolastici Regionali
(con risorse MIUR, poi MPI) e, seppure in pochi casi, di Regioni, Province o altri enti
locali. Complessivamente, quindi, sommando a quanto finora investito nei quattro anni
(8 milioni di euro) anche l’importo dei progetti approvati per il periodo 2006-2007 (sul
Fondo annualità 2004), avviati a fine 2006 ed attualmente in fase di conclusione, si
giunge ad un importo di 12 milioni di euro (cui vanno sempre aggiunti i cofinanziamenti
esterni). Si tratta di un dato particolarmente rilevante, specialmente ove si consideri
che il solo Sistema camerale ha speso ad oggi una somma equivalente a più di un terzo
dello stanziamento globale di 30 milioni di euro su base triennale finora previsto dal
sopracitato decreto attuativo 77/2005.
Ad oggi, tra l’altro, non si dispone a livello ministeriale di un quadro complessivo
aggiornato di dati statistici certi ed esaustivi sulle sperimentazioni in atto (fatta eccezione per quelle realizzate dal Sistema camerale), né risulta possibile ricostruirlo con
esattezza sulla base di informazioni ricavabili a livello regionale. Appare quindi ancora
difficile valutare l’effettivo impatto finora determinato dal nuovo quadro normativo
sulla diffusione dell’alternanza scuola-lavoro. Tuttavia, gli unici elementi disponibili,
ancorché probabilmente incompleti, sul complesso delle iniziative di alternanza censite dal Ministero della Pubblica Istruzione per il quadriennio 2003-2006 consentono,
comunque, di stimare che le sperimentazioni del Sistema camerale, nello stesso arco temporale, siano giunte a coprire quasi un quarto dei percorsi realizzati nel nostro Paese – tra
alternanza in senso stretto ed IFS (Impresa Formativa Simulata) –, oltre il 70% del totale
degli istituti coinvolti, quasi un quarto dei progetti ed oltre la metà degli studenti.
Confrontando i due periodi considerati (2003-2004 e 2005-2006), limitatamente alle
iniziative promosse dal Sistema camerale, si evidenzia come, pur restando invariato l’ammontare complessivo delle risorse investite, aumentino le province coinvolte e, soprattutto,
tutti i principali indicatori riconducibili al volume delle iniziative fanno registrare fortissime
crescite: il numero dei percorsi, degli alunni partecipanti, delle imprese coinvolte e del
monte ore formativo è più che raddoppiato. Si tratta, evidentemente, di un risultato di
notevole rilievo, soprattutto ove si consideri che è stato conseguito senza dover incrementare le risorse spese. Ciò è stato reso possibile da un vero e proprio abbattimento
del costo medio a livello nazionale per percorso2. In particolare, dal punto di vista della
qualità della spesa, però, si registra, in base alla differente distribuzione dei costi, una
2
Il costo medio, basato su uno standard di 20 allievi, si è abbassato di circa 3 mila euro rispetto al primo
periodo di sperimentazione, passando dai precedenti 13 mila euro agli attuali 9.886 (valore che si attesta
molto vicino ai parametri standard suggeriti in vari documenti elaborati in ambito ministeriale). Sotto
questo profilo, tuttavia, va precisato che la media aritmetica a livello Italia può risultare poco rappresentativa data l’estrema variabilità che il costo per percorso assume in ciascuna regione. Lo scostamento,
infatti, al di sopra e al di sotto della suddetta media nazionale, è in valore assoluto di 5 mila euro, anche
a riprova del fatto che esistono una notevole flessibilità ed adattabilità nella progettazione ed esecuzione
di percorsi di alternanza sui vari territori, che si riflettono anche sui costi. Rimanendo nel campo dei costi, è interessante porre l’attenzione sul costo medio per alunno, pari a 292 euro, ma anch’esso con forti
variazioni a livello regionale.
142
3. L’Azione di servizio
crescente capacità di realizzare economie di scala principalmente in quelle regioni dove,
già dagli inizi della sperimentazione, si sono instaurate proficue sinergie (esternalità
positive) collaborative ed organizzative tra i soggetti partner del progetto (Regione,
Ufficio Scolastico Regionale, scuole, associazioni di categoria ecc.) e, soprattutto,
grazie ad una maggiore capacità di reperire aziende disponibili ad ospitare studenti in
alternanza nella fase di tirocinio ricorrendo alla banca dati POLARIS (vedi oltre).
Sei i modelli di apprendimento sperimentati, incentrati su metodologie e modalità
formative differenziate e rispondenti ad un approccio improntato alla gradualità nell’avvicinamento alla realtà lavorativa ed aziendale. Nell’insieme, i percorsi realizzati hanno
sviluppato un monte ore formativo complessivo pari a circa 74.520 (più che raddoppiato), di cui quasi 46 mila in azienda (tirocini, stage o visite aziendali), circa 9 mila in
“impresa formativa simulata” e oltre 20.000 in aula (laboratori e moduli di orientamento
e cultura d’impresa).
Figura 3.3.2. La mappa delle sperimentazioni camerali di alternanza
scuola-lavoro nel 2006
Province
Fonte: Rapporto di monitoraggio sulle sperimentazioni del sistema di alternanza scuola-lavoro 2006
143
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Tra le scuole partecipanti, sono in maggioranza gli istituti tecnici (169, pari al 42%),
seguiti dagli istituti di istruzione superiore (93, pari al 23%, che offrono più indirizzi di
studio), professionali e d’arte (89, pari al 22%), ma significativo è anche il coinvolgimento di 55 licei (13% e occorre, tra l’altro, considerare che almeno una parte delle attività
svolte negli istituti di istruzione superiore potrebbe riguardare sezioni riconducibili al
canale dei licei, anche se non è possibile determinarlo con precisione in quanto non si
dispone di dati sufficientemente dettagliati in merito).
Tutte le iniziative hanno visto territorialmente la costituzione o il rafforzamento di
network relazionali ed organizzativi che hanno coinvolto normalmente, sulla base di apposite convenzioni ed accordi operativi, almeno quattro tipologie di soggetti: le singole Camere
o l’Unione Regionale; l’Ufficio Scolastico Regionale; le singole scuole; le singole aziende.
In vari casi, inoltre, ai suddetti attori si sono affiancate le Associazioni di categoria e/o
i competenti uffici degli enti locali (Regioni, Province, Centri per l’Impiego, Comuni). Più
raramente sono stati coinvolti anche altri soggetti quali Sindacati, Centri di Formazione
Professionale o strutture tecniche territoriali specializzate.
Nell’ambito dei percorsi realizzati o in corso di realizzazione, il Sistema camerale
esercita un ruolo di anello di congiunzione tra sistema scolastico-formativo e mondo del
lavoro, interagendo con gli altri partner per assicurare la progettazione e la realizzazione di iniziative formative coerenti con i fabbisogni professionali e formativi delle imprese
attive sul territorio. Le Camere di commercio assicurano generalmente le seguenti
attività:
• analisi del contesto territoriale e dei fabbisogni professionali e formativi;
• ricerca delle aziende disponibili ad ospitare tirocinanti o ad assistere “imprese formative simulate”;
• gestione delle banche dati Polaris relative alle aziende, alle scuole, agli studenti, alle
proposte di tirocinio e ai tirocini attivati;
• preparazione degli studenti per l’inserimento in stage;
• formazione degli operatori scolastici e camerali;
• servizi di assistenza e tutoraggio per la progettazione, gestione e valutazione degli
stage;
• offerta di strumenti, guide e manuali di supporto.
Uno dei compiti centrali assunti dagli organismi camerali, specialmente nell’ambito
delle attività di progettazione e preparazione degli interventi, è quello di rilevare e
monitorare i fabbisogni professionali del territorio per individuare e descrivere i settori prioritari d’intervento, le figure aggregate più richieste dalle imprese e le relative
competenze.
In alcuni casi, le strutture camerali svolgono altri ruoli a maggior valore aggiunto o
contenuto qualitativo in sede di progettazione, coordinamento, monitoraggio e valutazione, partecipando attivamente, ad esempio:
• alla definizione dei profili professionali e formativi in termini di competenze;
• alle azioni di monitoraggio e valutazione dei percorsi e dei relativi esiti occupazionali e
formativi;
144
3. L’Azione di servizio
• alle attività di valutazione e riconoscimento delle competenze e dei crediti formativi;
• alla definizione delle linee guida adottate territorialmente in materia;
• a comitati, commissioni e gruppi di lavoro per la valutazione e selezione dei progetti
o con funzioni di coordinamento ed indirizzo.
In altri, ancora, le Camere di commercio o le loro Aziende speciali assumono anche
impegni operativi più diretti nella gestione degli stage, svolgendo funzioni di tutoring
o di raccordo tra gli operatori scolastici, gli studenti e gli operatori aziendali.
Due dati interessanti emergono dall’analisi delle sperimentazioni condotte dal
Sistema camerale: da un lato, sotto il profilo territoriale, al primo posto si colloca il
Nord Ovest (ben 205 percorsi, pari al 36% del totale buona parte dei percorsi, con
un vero e proprio boom rispetto al periodo precedente, determinato dall’estensione
delle attività a tutte le Province lombarde ed al decollo delle iniziative piemontesi, in
virtù della piena attuazione degli Accordi implementati a livello regionale con l’Ufficio
Scolastico Regionale e con le associazioni industriali), seguito però, molto da vicino,
dal Mezzogiorno (anch’esso in notevole crescita, con 182 percorsi, pari a quasi il 41%),
che sopravanza il Centro Italia (altra area comunque in forte espansione, con 111 percorsi) ed il Nord Est (55); dall’altro, le “imprese tutor” (che hanno ospitato tirocini o
hanno svolto funzioni di “impresa madrina” nei confronti di “imprese formative simulate”) sono nella stragrande maggioranza di dimensioni piccole (quasi 22% da 10 a 49
addetti) o piccolissime (addirittura prevalenti con il 56%), anche se, naturalmente, le
aziende di maggiori dimensioni, pur essendo in minor numero, sono in grado mediamente di seguire più studenti.
Il bilancio di questo primo quadriennio, dunque, non solo sotto il profilo quantitativo,
ma anche e soprattutto qualitativo, è senz’altro estremamente positivo. Si può infatti
affermare che il Sistema camerale sia riuscito nella difficile impresa di porsi, in un
lasso di tempo relativamente ridotto, come il primo (e per ora unico) network realmente
nazionale per l’alternanza scuola-lavoro.
IL PROGETTO E IL SISTEMA INFORMATIVO POLARIS PER L’ALTERNANZA SCUOLALAVORO
Unioncamere ha messo a punto e rafforzato, nel corso degli anni, una serie di
strumenti a sostegno delle iniziative degli enti camerali per la formazione, l’orientamento e la promozione di tirocini formativi. Dal 2003 è attivo un sistema informativo,
denominato POLARIS (Portale per l’Orientamento al Lavoro, l’Alternanza e il Raccordo
tra Imprese e Sistemi formativi), che, tramite internet, consente la gestione on line di
una “banca dati tirocini” nonché la condivisione di strumenti, informazioni e contenuti
editoriali utili agli operatori e agli utenti dell’alternanza formativa. I servizi del portale, accessibili all’indirizzo www.polaris.unioncamere.it, si rivolgono infatti: ai giovani
(prioritariamente studenti delle scuole superiori, ma anche universitari); alle imprese
(in particolare piccole e medie); alle scuole e agli altri operatori impegnati nei processi
di orientamento e formazione in alternanza (università, enti formativi, associazioni
imprenditoriali, ordini professionali, centri per l’impiego e l’orientamento, ecc). Si tratta
145
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Figura 3.3.3. La nuova versione del portale POLARIS
al momento di uno dei più importanti siti per l’incontro domanda-offerta di tirocini e,
soprattutto, dell’unico portale tematico specializzato sull’alternanza scuola-lavoro, se si
eccettua “Scuola Lavoro” (solo recentemente attivato dall’INDIRE – trasformato ora in
Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica – per conto del Ministero
dell’Istruzione).
I principali obiettivi del portale sono: favorire l’abbinamento tra domanda e offerta
di tirocini formativi, rendendo disponibile un “borsino telematico degli stage” per l’inserimento e la consultazione dei curricula di studenti e delle offerte di stage da parte
delle aziende; offrire notizie, manuali, guide, riferimenti normativi ed altri strumenti per
l’orientamento al lavoro, la formazione e la progettazione di percorsi di apprendimento
mirati; dare visibilità agli sportelli POLARIS attivi in circa 90 Camere di commercio e
146
3. L’Azione di servizio
Aziende speciali, attraverso mini siti provinciali accessibili dalla homepage di Polaris e
gestiti dagli operatori degli enti camerali.
Il 2006 è stato l’anno del pieno e definitivo decollo di POLARIS, con un bilancio nettamente positivo, riassumibile in questi termini: 93 sportelli camerali attivi in altrettante
Province; oltre 290 mila visitatori sul portale; superati i 1.500 utenti registrati; quasi
27 mila schede inserite nei database (vedi dettaglio nella tabella seguente).
Tabella 3.3.3. I principali numeri del portale POLARIS al
31/12/2006
N. visite al portale
N. visitatori diversi
N. utenti registrati
N. curricula
N. aziende
N. proposte di stage
N. enti formativi
N. tirocini attivati
Fonte: Rapporto di monitoraggio e statistiche Sistema
Informativo Polaris
291.950
186.849
1.666
15.390
4.083
3.107
711
3.550
Al fine di supportare le attività degli sportelli POLARIS, Unioncamere, oltre a provvedere nel 2006 ad un adeguato restyling grafico, ad una riorganizzazione dei contenuti e
dei database, allo sviluppo ed all’implementazione di nuove funzionalità, ha potenziato,
negli ultimi due anni, alcuni strumenti di assistenza per i soggetti impegnati nelle
attività di alternanza e incontro tra domanda e offerta di stage, in particolare per il personale degli enti camerali, gli insegnanti e gli imprenditori coinvolti. È stato attivato,
innanzitutto, un servizio di call center che fornisce all’interno e all’esterno del Sistema
camerale: informazioni sui progetti camerali per l’orientamento, l’alternanza scuolalavoro e i tirocini e sull’organizzazione e gestione delle esperienze di stage; assistenza
e supporto nell’utilizzo del portale Polaris nelle sue diverse funzioni.
Inoltre si sono intensificate le iniziative di formazione sul territorio, realizzando
numerose giornate formative presso varie Unioni regionali, Camere di commercio e
Aziende speciali, rivolte al personale degli enti camerali, a insegnanti e imprenditori,
sulle modalità di interazione e inserimento dati nel portale POLARIS, nonché su normativa, stato dell’arte e modalità di realizzazione dell’alternanza scuola-lavoro.
È infine stato realizzato una serie di prodotti editoriali destinati a studenti ed
operatori del mondo della scuola, dell’università, delle imprese, in particolare per la
gestione di tirocini formativi. Si tratta di: volumi, pubblicati e distribuiti a tutti gli enti
camerali, di approfondimento sui temi dell’alternanza, dei tirocini formativi, delle figure
professionali richieste dalle imprese; una collana editoriale on line che raccoglie 5 guide
sintetiche agli stage, scaricabili gratuitamente dal portale Polaris, per studenti universitari e neo-laureati, per studenti delle scuole secondarie superiori, per le imprese, per
147
Rapporto 2006 sul sistema camerale
gli insegnanti e per gli operatori camerali; le due newsletter POLARIS per operatori e
per studenti, a cadenza bisettimanale, che forniscono informazioni e notizie su scuola,
università e mondo del lavoro.
DALLA SCUOLA ALL’ISTRUZIONE TECNICA SUPERIORE: L’IMPEGNO DEL SISTEMA
CAMERALE SUI TEMI DELL’IFTS E DEI POLI FORMATIVI
Un altro elemento d’interesse nel quadro delle recenti politiche in materia d’istruzione e formazione è rappresentato dalla progressiva rilevanza che va assumendo, soprattutto in prospettiva, il canale post-diploma (parallelo ai percorsi universitari) per la
specializzazione tecnica superiore dei giovani e degli adulti diplomati, occupati e non
occupati. Si tratta del sistema attualmente denominato IFTS (Istruzione e Formazione
Tecnica Superiore), istituito dall’art. 69 della legge 144/1999 (Obbligo formativo), il
cui funzionamento si basa sulla definizione di accordi e piani d’intervento pluriennali
a livello locale che coinvolgono scuole, università, centri di formazione professionale
ed altri soggetti del territorio, tra cui le Camere di commercio, che operano all’interno
di appositi “Poli formativi”. Gli obiettivi principali di questo canale formativo, che
integra le risorse di scuola, formazione professionale, università e mondo del lavoro,
sono: accelerare l’ingresso nel mondo del lavoro per i giovani; riqualificare chi è già
in possesso di un’esperienza lavorativa. Ampio spazio è dedicato al conseguimento di
abilità professionali tramite esperienze pratiche (è obbligatorio uno stage in azienda
pari al 30% delle ore complessive del corso), nel rispetto di standard di livello nazionale con un adeguato spessore culturale e metodologico.
I Poli formativi per l’IFTS sono stati invece introdotti dall’Accordo Conferenza
Unificata Stato-Regioni del 25/11/2004, quali percorsi che hanno l’obiettivo di formare figure professionali innovative a livello post-secondario (giovani, soprattutto
della fascia d’età 20/34 anni) e riferiti a specifici settori economico-produttivi,
secondo le priorità indicate dalla programmazione economica regionale ed in linea
con i seguenti principali obiettivi: assicurare i collegamenti dei percorsi IFTS con i
processi di innovazione e di trasferimento tecnologico e le relazioni tra istruzione,
formazione e ricerca; capitalizzare il know-how accumulato; assicurare la riconoscibilità del sistema IFTS sul territorio, con sedi stabili riferite a specifici settori produttivi;
rilanciare la competitività dei settori produttivi a sostegno soprattutto delle piccole
e medie imprese; sviluppare la continuità con i percorsi di istruzione e formazione
professionale. Le nuove linee di programmazione per il periodo 2004-2006 hanno
definito alcuni passaggi generali per la costituzione dei Poli formativi che possono
essere sintetizzati come segue: costruzione di una rete territoriale con atenei, centri
di ricerca, imprese, scuole e agenzie formative; ricerca-azione presso le imprese del
settore, per la rilevazione dei fabbisogni formativi e per promuovere l’innovazione
di processo e di prodotto; progettazione e realizzazione di percorsi IFTS anche con
partenariati diversi; accompagnamento al lavoro dei giovani specializzati al termine
dei percorsi; formazione congiunta degli operatori della scuola e della formazione per
la ricaduta dei risultati nei percorsi scolastici e formativi.
148
3. L’Azione di servizio
Anche le strutture formative delle CCIAA si sono avvicinate in questi anni al
panorama dell’IFTS e dei Poli formativi. Si tratta, del resto, di un ambito già individuato, insieme all’alternanza scuola-lavoro, nel sopracitato Protocollo d’Intesa
Unioncamere-MIUR (nonché di un precedente accordo siglato con il Ministero della
Pubblica Istruzione) quale terreno di collaborazione tra strutture scolastiche e strutture
camerali, in cui si prevede per i prossimi anni un sensibile sviluppo, anche tramite la
realizzazione di legami più stretti, organici e di continuità con i percorsi e le istituzioni del sistema dell’istruzione e formazione secondaria. La partecipazione del Sistema
camerale al sistema IFTS segue finora due direzioni: 1) operativa; 2) assistenza tecnica
alla messa a regime.
Per quanto concerne la partecipazione operativa, le strutture formative delle CCIAA
sono presenti dal 1999 in più di 40 percorsi IFTS, realizzati in 15 Regioni (Abruzzo,
Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Lazio, Lombardia, Marche, Molise,
Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto).
Il ruolo svolto, all’interno della compagine che realizza i percorsi IFTS, si sostanzia
nel carattere istituzionale di anello di congiunzione tra mondo della formazione e mondo
produttivo: la cultura d’impresa, l’organizzazione aziendale e di mercato, la realizzazione
di forme di alternanza (particolarmente stage formativi in azienda), alle quali è rivolta
particolare attenzione.
Relativamente alle attività di assistenza tecnica per la messa a regime del sistema
IFTS, invece, da vari anni alcuni tecnici delle strutture formative camerali sono stati
designati e partecipano, presso il MPI (Direzione Generale per l’Istruzione post-secondaria): alla Commissione nazionale; ai Gruppi di lavoro; ai Comitati di settore. Il contributo tecnico fornito riguarda la definizione delle regole del sistema, sulla base delle
esperienze direttamente maturate nei percorsi IFTS.
Recentemente, in alcune realtà territoriali il Sistema delle Camere di commercio
è stato coinvolto anche per l’attivazione dei Poli formativi IFTS. Vanno segnalati, in
particolare, i casi:
• della Liguria (dove, a seguito dell’accordo territoriale tra Regione, Province,
Università di Genova, U.S.R., Confindustria Liguria, Confitarma, Ucina, Unioncamere
liguri, CGIL, CISL e UIL, è stato istituito nel 2005 il Polo formativo dell’Economia del
mare, con l’attivazione di 11 percorsi);
• del Molise (nel 2006 è stato sottoscritto dall’Unioncamere Regionale un accordo per
la costituzione del Polo formativo dell’Agroalimentare);
• del Veneto (la Fondazione G. Rumor – CPV di Vicenza è coinvolta nel Polo Logistica e
qualità nel settore manifatturiero; l’Azienda speciale della Camera di Rovigo, Polesine
Innovazione, nel Polo Sistema Polesine – Produzione e Logistica; l’Azienda Speciale
Verona Innovazione nel Polo Agroalimentare e valorizzazione del territorio; l’Azienda
Speciale Treviso Tecnologia nei Poli Tessile Moda e Meccanica e Legno);
• della Lombardia (l’Azienda Speciale della Camera di Milano, Formaper, opera nell’ambito del Polo formativo a favore della filiera della P.M.I. brianzola, l’Azienda Speciale
149
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Bergamo Formazione in quello del Turismo e l’Azienda Speciale Paviaform nel Polo
pavese dell’ICT per la logistica integrata e sostenibile);
• del Lazio (la Società consortile partecipata dalla Camera di Latina, Step, collabora al
Polo Economia del mare, nell’ambito del distretto della nautica);
• della Campania (l’Azienda speciale della Camera di Napoli, Cesvitec, partecipa ai Poli
Economia del mare ed ICT).
Nell’ambito dei Poli formativi IFTS sono attive anche alcune Agenzie nazionali e
strutture comunque operative su base sovraregionale quali, ad esempio, Retecamere,
impegnata in attività di progettazione ed assistenza tecnica alle strutture camerali interessate a partecipare con proprie proposte a bandi e avvisi IFTS, ed IFOA,
che partecipa invece operativamente alla gestione, oltre che alla progettazione, di
interventi in questo ambito. IFOA, infatti, progetta e realizza percorsi di IFTS sin
da quando, nel 1998, la Regione Emilia-Romagna avviò, per conto del Ministero dell’Istruzione, le prime sperimentazioni sulla Formazione Integrata Superiore. Da allora
ha realizzato sino ad oggi, sempre in qualità di soggetto proponente o di mandatario
delle ATI/ATS proponenti, oltre 25 percorsi di IFTS in 7 Regioni italiane (Lombardia,
Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Basilicata, Puglia) e 14 Province, con
oltre 500 partecipanti.
Generalmente, nell’ambito degli Accordi per i Poli formativi IFTS, alle strutture
camerali compete:
• partecipare alle azioni promosse dalla Regione e ai tavoli locali di concertazione;
• partecipare alle analisi dei fabbisogni formativi locali partendo dai dati del sistema
informativo Excelsior ed alle collegate attività di progettazione delle figure professionali e definizione delle relative competenze;
• svolgere le attività di monitoraggio fisico in itinere ed ex-post, nonché partecipare
alle valutazioni sull’efficacia formativa e sull’impatto occupazionale dei percorsi IFTS
realizzati;
• partecipare alla formazione dei formatori;
• partecipare alla realizzazione delle misure di accompagnamento con particolare
attenzione alla promozione/sostegno alla creazione d’impresa e alla promozione
dell’associazionismo d’impresa;
• promuovere l’adozione di un sistema di crediti formativi che consenta la concreta
integrazione del sistema formativo regionale a livello post-secondario;
• supportare le attività di placement e di stage formativo su tutti i settori economici,
mettendo a disposizione gli strumenti di collegamento in rete del Sistema camerale
(POLARIS).
Da segnalare, infine, che vi sono anche altre realtà provinciali in cui le Camere
di commercio, pur non avendo ancora ruoli all’interno di Poli formativi presentati ed
approvati o comunque anche al di fuori di essi, contribuiscono significativamente, già
da diversi anni, a percorsi IFTS. Tra queste si segnalano le esperienze di Perugia (vari
150
3. L’Azione di servizio
progetti promossi, realizzati e coordinati dall’Azienda speciale Centro di Formazione
Imprenditoriale della Camera), di Cagliari (progetti nel campo delle tecnologie innovative per la valorizzazione e la fruizione dei beni culturali in collaborazione dell’Azienda speciale Centro Servizi per le Imprese), di Campobasso (impegno dell’Azienda
Speciale FAI nell’agroalimentare) e di varie Province liguri (la Camera di Genova partecipa a progetti nel campo della progettazione e sviluppo di applicazioni web, quella
di Savona a corsi per tecnici informatici per la logistica integrata, la Scuola Nazionale
di Trasporti e Logistica di La Spezia offre percorsi di specializzazione tecnica per la
gestione operativa dei trasporti).
Si può quindi affermare che l’IFTS ha rappresentato in questi ultimi anni un altro
ambito d’attività emergente abbastanza “battuto” dalle strutture camerali sia a livello
locale sia a livello nazionale (potendo tra l’altro disporre del supporto e dell’esperienza specifica accumulata da alcune Agenzie di sistema), che potrebbe trarre impulso
in virtù delle recenti normative, contenute nella legge finanziaria per il 2007 e nella
legge n. 40/2007 (conversione del c.d. “decreto Bersani”). Queste ultime, infatti,
offrono strumenti idonei all’ulteriore sviluppo di una fase di più completa messa a
regime del sistema dell’IFTS, nel quadro del rafforzamento della filiera tecnico-scientifica
e dell’alta formazione professionale, con l’obiettivo di un forte raccordo con le misure di sostegno alla competitività ed allo sviluppo economico. Innanzi tutto, con il
comma 1 dell’art. 1 della manovra finanziaria 2007 si è stabilito, per la prima volta,
che gli IFTS faranno parte dell’Ordinamento Nazionale dell’Istruzione, riorganizzandoli
nell’ambito del potenziamento dell’offerta formativa post-diploma ad alta specializzazione, alternativa al percorso universitario, la cui promozione servirà a valorizzare
la cultura tecnica e scientifica. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri,
su proposta del Ministro della Pubblica Istruzione formulata di concerto con i Ministri
del Lavoro e dello Sviluppo Economico, previa intesa in sede di Conferenza Unificata,
saranno adottate le linee guida che disciplineranno la riorganizzazione del sistema
dell’IFTS e sarà costituito un apposito e stabile fondo per il suo finanziamento. Le
strutture presso le quali i percorsi dell’IFTS si realizzeranno, rinnovati anche nel loro
impianto, si chiameranno, in base a quanto specificato nell’art. 13, comma 2 della l.
40/2007, “Istituti Tecnici Superiori”. Gli ITS saranno parte integrante dei nuovi Poli
tecnico-professionali, previsti anch’essi nel sopracitato comma per diffondere in modo
stabile ed organico la diffusione della cultura scientifica e tecnologica e per sostenere
le misure destinate allo sviluppo sociale, economico e produttivo3. Ciò apre nuove ed
interessanti prospettive d’impegno anche per le strutture camerali.
3
I nuovi Poli, di natura consortile (strutturati secondo il modello della “fondazione di partecipazione”),
potranno essere costituiti, in ambito provinciale o sub-provinciale, tra gli istituti tecnici e gli istituti professionali, le strutture della formazione professionale accreditate a livello regionale e i nuovi istituti tecnici
superiori (anch’essi da costituire come “fondazioni di partecipazione”), con gli strumenti dell’autonomia
scolastica e nell’ambito delle scelte di programmazione dell’offerta formativa di competenza regionale e
provinciale. I Poli, secondo la prescrizione normativa, saranno dotati di propri organi da definire nelle
relative convenzioni.
151
Rapporto 2006 sul sistema camerale
IL SISTEMA INFORMATIVO EXCELSIOR, L’ANALISI DEI FABBISOGNI PROFESSIONALI
DELLE IMPRESE ED IL SITO JOBTEL PER L’ORIENTAMENTO
Unitamente alle citate azioni di orientamento, formazione, alternanza scuola-lavoro sono proseguite le attività di analisi sulle tendenze del mercato del lavoro legate
al Sistema Informativo Excelsior, realizzato dall’Unioncamere in collaborazione con il
Ministero del Lavoro che dal 1997 fornisce un quadro previsionale della domanda di figure
professionali espressa dalle imprese.
L’Osservatorio camerale 2007 segnala come Excelsior sia in 44 Camere lo strumento
più utilizzato per l’analisi dei fabbisogni collegati alla progettazione e realizzazione
degli interventi formativi e delle azioni di orientamento.
Figura 3.3.4. Strumenti utilizzati dal Sistema camerale per l’analisi
dei fabbisogni professionali e formativi sul territorio
10,2%
45,9%
21,4%
5,1%
17,3%
Sistema informativo per l'occupazione e la formazione (Excelsior)
Studi e ricerche promossi in sede locale dalla Camera o da sua Azienda speciale
Studi e ricerche promossi in sede locale da organismi bilaterali delle parti sociali
Tavoli di confronto con associazioni imprenditoriali, organismi sindacali, singole aziende
Altro
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Excelsior, tramite un’indagine annuale, inserita nel Programma Statistico Nazionale e
condotta attraverso interviste telefoniche con metodo CATI presso un campione di circa 100
mila aziende, rileva i programmi di assunzione delle imprese italiane, con dati statisticamente significativi per tutti i settori economici, le dimensioni aziendali e le 103 Province,
fornendo indicazioni di estrema utilità per supportare le scelte di programmazione della
formazione, dell’orientamento e delle politiche attive del lavoro. Le informazioni raccolte con Excelsior riguardano, in sintesi:
152
3. L’Azione di servizio
• i movimenti occupazionali previsti per livello di inquadramento;
• le assunzioni previste dalle imprese per tipologia contrattuale;
• l’impiego di personale con rapporti di lavoro “non standard” e contratti “a causa
mista” (lavoro dipendente a termine e part-time, collaborazioni a progetto, lavoro
stagionale, apprendistato, contratti d’inserimento ecc.);
• le figure professionali, i titoli di studio, i livelli formativi ed i relativi indirizzi richiesti;
• le principali caratteristiche delle assunzioni programmate (difficoltà di reperimento,
necessità di ulteriore formazione, esperienza pregressa, conoscenze informatiche e
linguistiche);
• le previsioni di assunzione di lavoratori provenienti da Paesi extracomunitari e per
quali figure professionali;
• le dimensioni e le caratteristiche degli investimenti annuali delle imprese italiane
in formazione continua, per quali tipologie di risorse umane e con quali fonti di
finanziamento;
• le imprese che ospitano tirocinanti e quanti sono i tirocini ogni anno complessivamente
attivati.
Figura 3.3.5. La nuova versione del portale per l’orientamento Jobtel
153
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Da Excelsior trae impulso anche l’attività del Sistema camerale in tema di orientamento, consolidatasi negli ultimi anni con il Progetto Virgilio – anch’esso realizzato da
Unioncamere e finanziato dal Ministero del Lavoro (la quarta edizione è stata approvata
ed avviata proprio nel 2006), con un ampio coinvolgimento a livello territoriale delle
Camere di commercio – finalizzato alla diffusione e valorizzazione dei dati raccolti
tramite Excelsior ed alla realizzazione di una serie di supporti per favorirne l’utilizzo
integrato con altre fonti conoscitive esistenti sul mercato del lavoro. Tra gli strumenti
a supporto della funzione di orientamento al lavoro svolta dalle Camere di commercio si
segnala il portale dell’orientamento www.jobtel.it, (recentemente oggetto di un radicale
restyling grafico e contenutistico), che fornisce ad educatori, insegnanti, animatori e
quanti si propongono di sviluppare le potenzialità dei giovani il materiale specifico
per progettare contenuti e strategie efficaci per l’apprendimento e valutare le reali
e/o potenziali competenze di singoli allievi e/o gruppi-classe, rintracciando le abilità
comunicative e di apprendimento nonché individuare i percorsi (individuali/collettivi)
utili per lo sviluppo di tali competenze.
VERSO I SERVIZI PER L’INCONTRO DOMANDA-OFFERTA DI LAVORO: TIROCINI ED
ALTRE AZIONI PER L’INSERIMENTO LAVORATIVO
A seguito dell’approvazione del decreto legislativo 276/2003, attuativo della legge
di riforma del mercato del lavoro (n. 30 del 2003), è previsto (art. 6) che anche le
Camere di commercio possano essere abilitate a livello regionale, in “regime particolare di
autorizzazione”, allo svolgimento di attività di intermediazione tra domanda ed offerta
di lavoro, gettando così le basi normative favorevoli all’apertura, anche per il Sistema
camerale, di nuovi possibili spazi di intervento e di servizio alle imprese e al territorio. Le Camere di commercio, del resto, in considerazione della loro natura e delle loro
finalità istituzionali, sono tra i soggetti più adatti a favorire l’incontro della domanda
ed offerta di lavoro, disponendo di una consolidata esperienza nel campo dell’orientamento, della formazione e dell’analisi dei fabbisogni professionali.
Allo scopo di dare in questa fase impulso e sostegno economico ed istituzionale
alle iniziative camerali in tale ambito, Unioncamere ha promosso, a partire dal 2004,
la destinazione di una specifica linea di finanziamento del Fondo Perequativo del Sistema
camerale per progetti finalizzati alla creazione di una rete di sportelli per l’offerta di
servizi integrati per l’“Orientamento professionale, i tirocini e l’inserimento lavorativo”,
come sviluppo dell’attuale rete degli sportelli POLARIS. Ne è scaturita l’elaborazione di
un prototipo progettuale condiviso, che ha permesso alle Camere di commercio ed alle
loro Unioni Regionali, adattandolo alle specificità dei rispettivi contesti territoriali, di
presentare progetti, approvati ed ammessi dunque a finanziamento, che, nel complesso,
hanno interessato, nel 2006, 27 Province (cfr. fig. 3.3.6.).
L’ipotesi progettuale riguarda la sperimentazione di uno o più modelli di servizi del
Sistema camerale per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, incentrati sui
tirocini formativi e di orientamento, a carattere professionalizzante e con finalità di inserimento lavorativo, nonché su altre tipologie di azioni che le strutture camerali potrebbero
154
3. L’Azione di servizio
Figura 3.3.6. La mappa delle sperimentazioni sulla linea di attività
“Orientamento, tirocini e inserimento lavorativo”
Province con spo
tirocini per il lavo
Si (27)
No (76)
Fonte: Rapporto di monitoraggio sulle sperimentazioni del sistema nel campo dei tirocini per il lavoro
mettere a disposizione anche nell’ambito di network integrati per la gestione di sportelli
pubblico/privati ed interventi nel campo delle politiche del lavoro. Il ruolo delineato per
il Sistema camerale, nel quadro generale dei soggetti e degli interventi per sviluppare
l’occupazione, è, dunque, quello di “facilitatore” per quanto attiene al necessario raccordo con la domanda espressa dalle imprese. È, infatti, soprattutto sul versante delle
imprese, con particolare riguardo per le P.M.I., che emerge lo specifico delle Camere di
commercio, la loro competenza distintiva, che possiamo sintetizzare nella conoscenza
del loro linguaggio e dei loro fabbisogni, nella capacità di cogliere ed esprimere le loro
necessità. In sintesi, il modello proposto prevede, oltre alle ormai consolidate attività
di analisi ed informazione sui fabbisogni professionali e formativi delle imprese, di
gestione di banche dati e di abbinamento tra domanda e offerta di tirocini:
155
Rapporto 2006 sul sistema camerale
• orientamento finalizzato all’analisi e al bilancio delle competenze e conseguente
formazione breve di adattamento delle competenze;
• eventuali servizi (a richiesta) di pre-selezione e pre-formazione dei tirocinanti;
• azioni promozionali e divulgative, produzione e diffusione di manualistica, modellistica, guide e strumenti di supporto per l’organizzazione, la gestione e la valutazione
dei tirocini;
• formazione operatori (personale camerale, tutor scolastici ed aziendali).
Oltre al suddetto progetto di sistema, per sperimentare in alcune realtà provinciali
queste nuove importanti funzioni di servizio alle imprese e al territorio, sono state
attivate, negli ultimi anni, apposite partnership tra Unioncamere ed altri organismi
istituzionali (nazionali ed internazionali), finalizzate a favorire ed accompagnare l’inserimento lavorativo di specifiche categorie di lavoratori, rientranti in fasce di particolare rilievo ed interesse sociale ed istituzionale. Prime opportunità, in tal senso, sono
venute dall’attuazione di tre accordi, attivati dal 2004, che hanno visto impegnate le
strutture del Sistema camerale anche nel 2006, rispettivamente, con:
• il Ministero della Difesa - LEVADIFE, finalizzato al reinserimento sul mercato del
lavoro di militari volontari congedati, tramite percorsi integrati di formazione,
riqualificazione e stage aziendali;
• il Ministero di Giustizia - Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria, per favorire
la diffusione delle lavorazioni carcerarie, attraverso seminari territoriali di informazione e sensibilizzazione, rivolti alle imprese, sulle connesse agevolazioni contributive e fiscali previste dall’attuale quadro normativo;
• l’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), con l’obiettivo di promuovere
e realizzare congiuntamente specifici percorsi sperimentali, a carattere provinciale
o regionale, di selezione, reclutamento, formazione ed inserimento lavorativo di
personale immigrato presso le imprese locali.
Per quanto riguarda la collaborazione con il Ministero della Difesa, l’accordo
siglato nel 2004 ha trovato seguito nella firma di analoghe intese operative territoriali
tra alcune Camere di commercio e i presìdi militari sul territorio. In particolare (dopo
gli accordi stipulati nel 2005 tra tutte le Camere del Lazio e il Comando Militare della
Capitale e tra la Camera di Campobasso e il Comando Militare del Molise, attivati operativamente nel 2006), lo scorso anno si è lavorato alla definizione di nuove convenzioni
a Teramo, ad Isernia e in altre Province. L’obiettivo è quello di promuovere esperienze
di tirocinio in azienda negli ultimi mesi della leva volontaria per agevolare il reinserimento nel mondo del lavoro civile. Gli sforzi del Sistema camerale in questa direzione
si sono, inoltre, concretizzati nel progetto Fermalavoro, promosso da una partnership
comprendente Unioncamere, Istituto Tagliacarne, IFOA ed alcune aziende, ammesso
a finanziamento nel mese di novembre 2004 nell’ambito dell’Iniziativa Comunitaria
EQUAL, avviato nel 2005 ed entrato nel vivo della sua attuazione nel 2006, destinato a
realizzare percorsi di orientamento e di formazione professionale ed esperienze di tirocinio
156
3. L’Azione di servizio
in azienda mirati a valorizzare in chiave occupazionale le competenze acquisite dai militari
durante il periodo di ferma.
Nel 2006, nell’ambito del progetto, sono stati tenuti contatti istituzionali costanti
a livello nazionale e territoriale tra strutture del Sistema camerale e del Ministero della
Difesa (LEVADIFE e Comandi Militari Territoriali). Grazie a tali contatti sono stati definiti
appositi accordi strategico-operativi, nonché iniziative di promozione, informazione
e sensibilizzazione presso i miltari in congedo. È stato inoltre possibile ottenere, dai
presidi territoriali e attraverso LEVADIFE, i curricula e le schede personali sull’utenza per
l’avvio delle attività formative. Una delle attività previste da Fermalavoro consisteva,
infatti, nella progettazione, creazione e gestione di uno spazio web dedicato, con una
duplice finalità: da una parte, contenere materiale informativo-promozionale sulle attività del progetto, per sensibilizzare i soggetti interessati (in particolare, giovani volontari in ferma breve e aziende interessate ad ospitare i giovani in tirocinio); dall’altra,
strutturare un database che favorisca l’incontro tra domanda e offerta di stage. A tal
fine, all’interno di POLARIS, il portale del Sistema camerale per l’orientamento, l’alternanza scuola-lavoro e i tirocini formativi, è stata realizzata una pagina web dedicata a
Fermalavoro (www.polaris.unioncamere.it/fermalavoro)4.
Figura 3.3.7. Progetto Fermallavoro
4
Oltre allo spazio contenutistico, è stato realizzato un database per l’inserimento dei curricula dei militari
in uscita, attraverso il quale favorire l’incontro tra domanda e offerta di tirocini; sono stati individuati i
campi per la compilazione della scheda/curriculum dei militari, verificandone la rispondenza con le esigenze
e la peculiarità dell’utenza. Successivamente, sono state predisposte le opportune funzioni, all’interno del
database di POLARIS, per agevolare l’attività di matching tra i curricula dei militari in uscita e le richieste
di tirocinanti da parte delle imprese. I curricula sono visibili, in forma anonima, a tutti gli utenti registrati,
mentre l’inserimento e la lettura completa dei dati personali sono accessibili solo ad utenti autorizzati. Il
database è a disposizione del personale del Ministero della Difesa che può inserire, previa richiesta di ID
e password, i curricula dei militari in congedo, e, analogamente, delle aziende interessate, oltre che degli
operatori delle Camere di commercio già impegnate in attività di incontro tra domanda e offerta di stage,
operanti nel database POLARIS.
157
Rapporto 2006 sul sistema camerale
L’impegno finora profuso si è concretizzato operativamente in alcuni primi risultati
concreti: sono stati realizzati percorsi di orientamento, di 2 giornate ciascuno, presso 15
reggimenti su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo circa 200 militari, di cui circa
30 donne; sulla base di queste prime azioni di orientamento, è stato poi possibile individuare alcuni percorsi formativi specialistici, per l’ambito dell’informatica e telecomunicazioni e nel campo della sicurezza e vigilanza, con l’avvio di 2 corsi che si sono replicati
in più edizioni, coinvolgendo circa 60 allievi. Si sono inoltre tenute 2 edizioni di un
corso di formazione per orientatori professionali, destinato a dipendenti delle strutture
centrali e periferiche del Ministero della Difesa (appositamente selezionati), finalizzato
all’effettuazione, da parte degli stessi, di colloqui con i militari volontari utenti delle
azioni progettuali e non solo.
Unioncamere e le altre strutture camerali attuatrici hanno inoltre partecipato alle
iniziative previste dalla fase transnazionale, in collaborazione con i partner stranieri del
progetto (finlandesi, olandesi, tedeschi e polacchi).
È stato infine avviato lo studio preliminare per una ricerca, relativa alle aspettative
dei militari oggetto dell’intervento e dei fabbisogni del mondo del lavoro, finalizzata
alla individuazione dei profili professionali in uscita dal percorso di orientamento/formazione. L’obiettivo della ricerca sarà, pertanto, quello di ricostruire la mappa dei profili
professionali di uscita prevalenti per la figura del militare raffermato e di incrociarla con
il quadro delle aspettative occupazionali e professionali della popolazione di riferimento. La ricerca sarà completata, nel corso del 2007, dall’Istituto Tagliacarne.
Il Protocollo d’Intesa con il Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria,
invece, ha generato l’avvio di alcune iniziative territoriali, nate dalla collaborazione tra
le Camere di commercio o Unioni Regionali e i Provveditorati regionali del Ministero
della Giustizia, per organizzare incontri e iniziative informative e promozionali al fine di
incentivare gli investimenti nelle lavorazioni carcerarie e stimolare opportunità di reinserimento lavorativo per i detenuti ed ex detenuti. Sono state avviate, tra l’altro, azioni
per la diffusione nazionale, tramite web, di informazioni sulla realtà delle lavorazioni
penitenziarie e la normativa di interesse per le imprese.
Le attività realizzate si sono indirizzate inizialmente alla sensibilizzazione delle
strutture camerali (da parte di Unioncamere, con il supporto operativo di Retecamere),
circa le opportunità di collaborazione con i rispettivi Provveditorati regionali dell’Amministrazione Penitenziaria. È stata inviata a tutti i Segretari generali una comunicazione
relativa alla linea di assistenza attivata da Unioncamere, contenente in allegato una
scheda sintetica con le principali agevolazioni fiscali e contributive previste per le
imprese che assumono detenuti.
Si è richiesto inoltre alle strutture camerali di segnalare eventuali attività simili già
avviate al fine di valutare la possibilità di integrarle all’interno della linea di azione
proposta. Le Camere di commercio che hanno mostrato interesse per le attività sono:
Bergamo, Mantova (attraverso l’Azienda speciale Promoimpresa), Oristano, Potenza, Siena
e Vicenza. Il secondo step di questa prima fase di attività è consistito in uno scambio di
158
3. L’Azione di servizio
informazioni e di indicazioni con il Ministero della Giustizia, per raccogliere i riferimenti
dei rispettivi Provveditorati regionali. Il Ministero ha anche fornito indicazioni relativamente ad alcune lavorazioni carcerarie attive all’interno dei penitenziari che si trovano
nei territori di competenza delle Camere di commercio interessate. Di seguito una sintesi
dello stato dell’arte in relazione all’interesse iniziale segnalato dalle varie Camere:
• Bergamo e Mantova (la seconda attraverso l’Azienda speciale Promoimpresa) hanno preso
contatti con il Provveditorato regionale della Lombardia. È stata inviata al Provveditore
tutta la documentazione attestante la disponibilità della Camera alle attività previste
dal Protocollo d’Intesa. Il Provveditore ha preso atto della disponibilità e si riserva di
fissare al più presto un primo incontro congiunto con le due Camere per la condivisione
di un programma comune di lavoro.
• per Cagliari, Oristano e Siena, si è in attesa da parte del Ministero di informazioni
dettagliate sulle strutture carcerarie ubicate nelle rispettive tre Province al fine di valutare le possibilità di collaborazione con i Provveditorati. Per Cagliari e per Oristano,
potrebbe essere opportuno organizzare incontri congiunti con la Direzione regionale.
• Potenza (dove la Camera è affiancata dall’Azienda speciale Forim) è impegnata nei
lavori della Commissione regionale per il lavoro penitenziario. È stato inviato il
riferimento del Provveditorato regionale, che si occupa, tra l’altro, dell’inserimento
lavorativo dei detenuti.
• Vicenza ha già partecipato ad un incontro con la Direzione della casa locale circondariale per valutare le possibili attività da realizzare. Alcune attività sono state promosse
anche attraverso l’Unioncamere regionale, seppure la Camera sia propensa anche a realizzare attività in modo “autonomo”; tra i vari propositi c’è la realizzazione di materiale
informativo da distribuire alle imprese per promuovere le possibilità di collaborazione
lavorativa con le strutture carcerarie. Nel frattempo è stato contattato il Provveditorato
per un ulteriore incontro per definire un piano di promozione condiviso.
È da evidenziare che, durante lo svolgimento delle suddette attività, a seguito
del provvedimento relativo all’indulto (agosto 2006) i Provveditorati regionali, così
come gli uffici centrali del Ministero della Giustizia, hanno dato priorità operativa alla
gestione di progetti per facilitare l’inserimento lavorativo di ex detenuti. Da segnalare,
a tale proposito, il particolare attivismo dimostrato in tale ambito da alcune Camere ed
Aziende speciali meridionali (si vedano, ad esempio, varie iniziative attuate dall’IFOC di
Bari, in partnership con altri soggetti istituzionali locali, nell’ambito di progetti finanziati a valere sul Programma di Iniziativa Comunitaria EQUAL).
Per quanto concerne infine le azioni collegate all’accordo tra Unioncamere ed OIM
(per promuovere iniziative congiunte di selezione, orientamento e formazione di
personale immigrato per favorirne l’inserimento lavorativo nelle imprese italiane),
da circa due anni si sta lavorando ad un apposito “Osservatorio sull’Immigrazione” ed
è stata anche messa a punto una proposta progettuale, volta a sostenere le politiche
europee di gestione delle migrazioni per motivi economico-lavorativi e di supporto
all’integrazione nel mercato del lavoro dell’UE, per favorire il matching quantitativo
e qualitativo tra domanda e offerta di lavoro e, di conseguenza, il pieno inserimento
159
Rapporto 2006 sul sistema camerale
socio-economico dei migranti. Il progetto intende impostare e sperimentare in 6-8 Paesi
un modello di sistema informativo di rilevazione e analisi (sul modello Excelsior) dei
fabbisogni occupazionali nei mercati europei per i quali, soprattutto in situazioni di
disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, è prevedibile l’impiego di lavoratori
immigrati. I risultati rifluiranno, dopo la sperimentazione, in un rapporto di analisi per
ciascun Paese europeo. Si punta inoltre a definire proposte concrete di miglioramento
nella gestione dei flussi, indicando percorsi regolari e sostenibili di incontro tra domanda e offerta.
Da segnalare anche le iniziative che ormai da vari anni realizzano sul territorio alcune
Aziende speciali camerali come, ad esempio: Formaper Milano (le cui attività di informazione, orientamento, formazione e assistenza tecnica per favorire la creazione di nuove
imprese da parte di immigrati costituiscono una componente praticamente strutturale
dell’offerta di servizi); Aries Trieste (realizza da due anni, nell’ambito delle iniziative
finanziate dal Fondo Perequativo sulla già citata linea di attività “Orientamento, tirocini
e mercato del lavoro”, un progetto rivolto all’orientamento ed alla formazione di personale immigrato, collegato alla specifica tematica dei lavoratori transfrontalieri); IFOC di
Bari (partecipa a vari progetti in materia di immigrazione finanziati sul PIC EQUAL).
I RAPPORTI TRA SISTEMA CAMERALE ED UNIVERSITÀ
Tra i rapporti consolidati dalle Camere di commercio con enti e istituzioni sul territorio,
una posizione di rilievo meritano quelli con il mondo accademico, anche in virtù della
comune natura istituzionale di “enti autonomi funzionali”. La formazione universitaria è da
sempre ritenuta, dal Sistema camerale, strategica per lo sviluppo economico e sociale del
Paese. La collaborazione tra rete camerale e università, rafforzata, dal 1998, con la firma
dell’Accordo di Programma tra Unioncamere e la CRUI, si è sviluppata, nel corso degli anni,
in molteplici modalità, a partire dal modello formativo sperimentato nell’ambito dei diplomi
universitari, con i progetti Ponte, Campus e CampusOne, finalizzato, quest’ultimo, a favorire
il decollo del nuovo sistema universitario, con particolare riguardo per le lauree triennali e i
temi connessi alla realizzazione dell’autonomia didattica, al rinnovamento del management
didattico e al miglioramento qualitativo dell’offerta. In altri casi le Camere di commercio
hanno favorito l’attivazione di nuovi poli e sedi universitarie, hanno contribuito finanziariamente ad iniziative di formazione e ricerca realizzate negli atenei e si sono impegnate
nel sostegno ai processi di innovazione e di sviluppo locale e nel migliorare la rispondenza
dell’offerta formativa accademica alle esigenze del mondo del lavoro e del territorio.
Il censimento avviato due anni fa da Unioncamere ha consentito di aggiornare il
quadro di questa collaborazione ed i numeri che emergono sono importanti:
• gli organismi camerali attivi nelle collaborazioni con le università sono 121 e danno
luogo a 266 collaborazioni in totale, attivate in 93 province. Si tratta, in dettaglio,
di 75 Camere di commercio, 41 Aziende speciali e 5 Unioni regionali;
• la modalità di collaborazione prevalente è la concessione di contributi per iniziative
specifiche; una voce importante per le Camere di commercio è anche quella legata
alla partecipazione a consorzi, fondazioni o società di sostegno all’università;
160
3. L’Azione di servizio
• l’impegno finanziario garantito dalle Camere di commercio a favore delle università
supera ogni anno i 14 milioni di euro (in media oltre 220.600 euro stanziati da ciascun
organismo camerale).
• l’attività di collaborazione numericamente più praticata è l’attivazione di stage
(41% del totale delle collaborazioni), seguita da convegni e seminari che si fermano
al 27%. Le ricerche e studi economici sono presenti nel 24% delle collaborazioni,
mentre i master e le scuole di specializzazione figurano nel 23% delle collaborazioni.
Il 18% delle collaborazioni riguarda anche borse di studio o ricerca e progetti con
finanziamenti pubblici. Scarsamente presenti sono le attività di placement (6%) e i
dottorati di ricerca (5%).
Tabella 3.3.4. Contributo finanziario erogato dagli enti camerali per
tipologia di attività (Dato riferito a 65 organismi camerali)
Macroattività
Euro
Formazione
8.749.387
Comprende:
Stage/tirocini
Docenze
Master e scuole di specializzazione
Servizi di orientamento studenti
Placement
Ricerca, innovazione e sviluppo
Comprende:
1.650.932
Ricerche e studi economici
Ricerche scientifiche
Ricerche tecnologiche/trasferimento tecnologico
Progetti innovativi con le imprese
Progetti e iniziative di sviluppo locale
Progetti con finanziamenti pubblici
Convegni, seminari, assistenza
450.660
Comprende:
Seminari, convegni ed altre iniziative di promozione
Consulenza ed assistenza
Altro
Dottorati e borse
Comprende:
460.478
Dottorati di ricerca
Borse di studio o di ricerca
Altro
856.342
Non specificato
2.175.095
Totale
14.342.894
Fonte: Rielaborazione 2006 dati Unioncamere, Sistema camerale e università, 2005
161
Rapporto 2006 sul sistema camerale
DALL’ALTERNANZA ALLA FORMAZIONE CONTINUA DI LIVELLO ACCADEMICO:
L’UNIVERSITÀ TELEMATICA DEL SISTEMA CAMERALE “UNIVERSITAS
MERCATORUM”
La formazione continua e permanente costituisce un tema di rilevanza crescente
nelle recenti strategie dell’Unione Europea per l’occupazione. Nuove opportunità di
sviluppo per le attività in questo ambito si sono ravvisate a seguito del cosiddetto
“decreto Moratti-Stanca” del 17 aprile 20035, che ha sancito la possibilità di realizzare corsi di studio a distanza per le università italiane già esistenti, nonché la nascita
di nuove “università telematiche” non statali che eroghino corsi esclusivamente o prioritariamente via web. Di conseguenza, allo scopo di razionalizzare e valorizzare a livello
di sistema il patrimonio di esperienze accumulate dalle strutture camerali nel campo
della formazione continua e, in particolare, della formazione a distanza, nonché quelle
realizzate da molti anni nell’ambito delle collaborazioni con le Università e dell’offerta di Master di alta formazione, è stato avviato e messo a punto un progetto di
“università telematica” del sistema camerale, denominata “Universitas Mercatorum”,
al fine di favorire il progressivo incremento della partecipazione ai processi di formazione continua ed aggiornamento permanente del capitale umano già occupato presso
le imprese, con particolare riguardo per i lavoratori e i titolari delle aziende di piccole
e medie dimensioni.
Si rammenta che la domanda di autorizzazione del nuovo ateneo “Universitas
Mercatorum” (corredata di tutta la documentazione richiesta), era stata consegnata al
MIUR il 21 dicembre 2005 da parte della omonima Società consortile a responsabilità
limitata promotrice, costituita il 10 novembre dello stesso anno da una compagine
comprendente 23 organismi del Sistema camerale, espressione di tutte le aree
geografiche del Paese: oltre ad Unioncamere, 18 Camere di commercio (Ascoli Piceno,
Bologna, Campobasso, Foggia, Genova, Grosseto, Imperia, Massa Carrara, Padova,
Parma, Reggio Emilia, Roma, Sassari, Taranto, Treviso, Verona, Vicenza e Viterbo),
un’Unione regionale (Calabria) e 3 agenzie e strutture specializzate (Istituto G.
Tagliacarne, IFOA e Dintec).
Nei primi tre mesi del 2006 si sono tenute le audizioni presso il CNVSU (Comitato
Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario) ed il CUN (Consiglio Universitario
Nazionale), che hanno avuto esiti positivi. In virtù di ciò, a conclusione dell’iter di
accreditamento, in data 10 maggio 2006 il Ministro competente ha firmato il decreto
di autorizzazione per l’istituzione dell’Università Telematica delle Camere di commercio
italiane “Universitas Mercatorum”, che è stata così abilitata ad attivare, già a partire
dall’anno accademico 2006/2007, i primi due corsi di laurea, in “Gestione d’Impresa” e
in “Management delle Risorse Umane”.
Negli ultimi mesi del 2006, a seguito della costituzione e dell’insediamento degli
organi della Società consortile promotrice (Consiglio di Amministrazione e Presidenza)
e dell’Università Telematica (Comitato Tecnico Organizzatore e Presidenza), dell’atti5
Diventato operativo il 16 maggio del 2004.
162
3. L’Azione di servizio
vazione di un apposito Gruppo di lavoro per lo start-up dell’iniziativa, della Segreteria
d’Ateneo e del sito internet www.unimercatorum.it, parallelamente al lancio della campagna di comunicazione a mezzo stampa e via web, è stata completata la procedura
di reclutamento e formazione dei docenti e dei tutor, e sono state avviate l’implementazione della piattaforma tecnologica, la predisposizione dei materiali didattici e le
immatricolazioni ai due corsi di laurea. L’avvio della didattica è stato previsto per la
prima parte del 2007.
Si tratta di un’importante iniziativa di Sistema, che intende attribuire una forte centralità alle Camere di commercio aderenti all’iniziativa, in vari momenti:
1. costituzione e attivazione di infrastrutture tecnologiche locali (es.: aule telematiche e
sistema di videoconferenze in rete);
2. raccordo operativo con la domanda territoriale (per l’indirizzo della didattica e della
ricerca) e servizi agli studenti (es.: punti informativi e di contatto con l’utenza;
borse di studio; selezione, formazione e coordinamento tutor locali; organizzazione
Figura 3.3.8. Il sito e la piattaforma e-learning
dell’“Universitas Mercatorum”
163
Rapporto 2006 sul sistema camerale
e gestione attività locali di fruizione della didattica e dei vari strumenti diffusi; supporto al placement in stage aziendali ed altre attività complementari ed integrative
dell’offerta formativa; informazioni ad imprese e lavoratori su contributi finanziari e
voucher per la formazione continua;
3. promozione, comunicazione e diffusione dell’iniziativa sul territorio (es.: campagne
di comunicazione istituzionale interna ed esterna tramite i vari canali; predisposizione e diffusione di materiali informativi, divulgativi e promozionali; eventi
istituzionali locali di promozione, informazione e sensibilizzazione sull’offerta di
servizi dell’Ateneo).
In virtù di ciò, è stata anche attivata un’apposita linea di finanziamento nell’ambito
del Fondo Perequativo 2005, a fronte della quale, a fine 2006, sono pervenute 34 proposte progettuali (presentate da Camere di commercio ed Unioni regionali ed attualmente
in fase di valutazione). Ad ulteriore conferma dell’interesse suscitato all’interno del
sistema dall’iniziativa promossa, vi sono già varie altre Camere di commercio che hanno
manifestato disponibilità o hanno richiesto di entrare nella compagine societaria. A
tale scopo, nonché per sostenere ulteriormente lo start-up, lo sviluppo e l’ampliamento
dell’offerta formativa e di ricerca dell’ateneo, il CdA della Consortile, nella seduta del 26
ottobre u.s., ha deliberato di proporre all’Assemblea dei soci un aumento del capitale
sociale, per un importo massimo di 150 mila euro, da riservare alle Camere di commercio
ed agli altri organismi camerali interessati.
Il Progetto “Marco Polo” della Camera di Commercio di Padova
“Marco Polo” è un progetto promosso dalla Camera di Commercio di Padova, in collaborazione con il Comune e la Provincia di Padova, l’Ufficio Scolastico Provinciale di Padova
del Ministero della Pubblica Istruzione e la “Rete di Scuole” del progetto medesimo, con
lo scopo di promuovere nella scuola la cultura d’impresa e nelle aziende la cultura dell’alternanza scuola-lavoro.
Il progetto, giunto nell’anno scolastico 2006-2007 alla sua nona edizione, si è avvalso
della consulenza scientifica e della collaborazione del prof. Renato Di Nubila, ordinario di
Metodologia della Formazione presso la facoltà di Scienze della Formazione all’Università
degli Studi di Padova.
Il nome del Progetto ricorda il mercante veneziano Marco Polo, i cui viaggi in Oriente
sono stati alla base del “Milione”, esempio di curiosità, di voglia di scoprire nuove terre e
nuovi itinerari.
Il solco di esperienze didattiche e formative tracciato da ben 9 edizioni del Marco Polo ha
acquisito, ormai nella provincia di Padova e in molte scuole, la dimensione di una pratica
consolidata e, in altre, lo sforzo di una convergenza significativa verso approdi metodologici
nuovi e risultati formativi da tutti riconosciuti positivi.
164
3. L’Azione di servizio
Nel corso degli anni le azioni del progetto, articolate in segmenti formativi, hanno seguito
in particolare le seguenti linee:
• la formazione congiunta dei tutor scolastici e aziendali impegnati nello stesso percorso
formativo (itinerario “Mentore”) per un’efficace progettazione e gestione degli stages di
studenti e insegnanti nelle imprese;
• un sapere minimo di cultura d’impresa (“Res Gestae”) per gli studenti liceali;
• il contatto diretto e vissuto con i contesti culturali organizzativi delle imprese venete
(“Formazione itinerante”);
• i corsi di formazione manageriale per i futuri dirigenti scolastici;
• l’avvio di un’azione diffusa di educazione cooperativa e collaborativi (“Cooperative
Learning”).
I destinatari del progetto sono quindi:
• gli insegnanti;
• i dirigenti scolastici;
• gli studenti;
• le imprese;
• gli istituti superiori della provincia.
Sono stati coinvolti anche gli enti pubblici e privati impegnati nella formazione e nelle
politiche attive del lavoro.
A partire dalla settima edizione il progetto è stato incentrato sulla cultura e pratica dell’alternanza scuola-lavoro, come processo integrabile di formazione e di istruzione, nell’intento
di avviare una prima sperimentazione con alcuni istituti scolastici di Padova e provincia in
attuazione della riforma della scuola introdotta dalla Legge 53/2003.
Nelle ultime due edizioni l’iniziativa, pur rimanendo incentrata sul tema dell’alternanza, ha
inteso sviluppare inoltre la conoscenza dell’area dei mercati mondiali in maggiore espansione, quali la Cina e l’India: in particolare, gli studenti sono stati invitati a conoscere più
da vicino il fenomeno cinese prodotto dalla globalizzazione dei mercati, a prepararsi ad
affrontarne le sfide e a denunciarne le contraddizioni non solo sul piano commerciale, ma
anche su quello sociale e dei diritti umani, ovvero ad approfondire la conoscenza dell’India
nei suoi aspetti culturali, religiosi, storico-politici e di innovazione tecnologica.
In entrambe le edizioni (8° e 9°) gli elaborati così predisposti dagli allievi sono stati premiati
attraverso l’indizione di Concorsi Premio rivolti a classi e insegnanti, che hanno riscosso
notevole successo.
Oggi, il progetto Marco Polo è considerato best practice a livello internazionale: Padova si
sta così accreditando non solo nel Veneto e in Italia, ma anche all’estero come l’avamposto
di una cultura dell’alternanza scuola - lavoro cui molti fanno riferimento.
165
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Progetto Equal “Jump: creare condizioni per inserire soggetti deboli
nel mercato del lavoro” – Camere di Commercio di Terni e Perugia
Nell’ambito della iniziativa comunitaria Equal - II fase, le Camera di Commercio di Terni e
Perugia hanno realizzato, in partnership con altri soggetti privati e istituzionali, il progetto
“Jump: creare condizioni per inserire soggetti deboli nel mercato del lavoro”. Partner del progetto, oltre alle due Camere di Commercio, sono la cooperativa ARIS – Formazione e Ricerca
(soggetto capofila), la Provincia di Perugia e nove Comuni delle due province umbre.
“Jump” offre un contributo innovativo in termini di strumenti, metodi, dispostivi e prodotti che si riferiscono in modo trasversale agli ambiti di intervento regionali e alle specificità regionali in materia di lavoro e formazione. Il Progetto è imperniato su tre direttrici
generali:
• integrazione stabile tra politiche del lavoro e politiche sociali;
• sviluppo di una società della conoscenza non discriminatoria;
• integrazione tra sviluppo locale, sviluppo sociale e sviluppo occupazionale.
Gli obiettivi dell’iniziativa sono: innovare il rapporto tra politiche sociali e politiche del
lavoro, promuovere lo sviluppo integrato dei territori volto ad abbassare e possibilmente eliminare il disagio sociale di lavoratori svantaggiati, superare e contrastare il “digital divide“
trasformandolo in opportunità di adeguamento, concorrere all’affermazione di una crescita
territoriale sostenibile armonizzando lo sviluppo sociale con quello economico e professionale attraverso l’innalzamento della coesione sociale e della condivisione degli obiettivi.
I soggetti partners del progetto, dopo incontri in ambito territoriale predefiniti per omogeneità, unitamente ai rappresentanti delle imprese e delle categorie professionali, hanno
individuato esigenze primarie di accoglienza in aziende, strategicamente importanti per il
territorio di appartenenza, a cui si chiede di accettare soggetti in tirocinio formativo per un
periodo di otto mesi senza costo alcuno per l’azienda accogliente.
I soggetti accolti, durante il periodo di permanenza in azienda, saranno seguiti secondo
norma, dal Servizio di Accompagnamento al Lavoro (SAL) dei vari Comuni partecipanti al
progetto.
Le Camere di Commercio di Terni e Perugia, nel quadro del progetto Equal “Jump”, oltre
a collaborare nella ricerca di aziende idonee ad accogliere persone svantaggiate nei propri
organici, hanno intrapreso un’interessante iniziativa per attribuire un riconoscimento alle
imprese della provincia che si adoperano per facilitare le attività che i Servizi per l’accompagnamento al lavoro comunali svolgono per l’inserimento delle persone svantaggiate.
Il Premio, che avrà un valore soprattutto simbolico e morale, verrà attribuito a tutte le
imprese che si sono rese concretamente disponibili a collaborare con i SAL accogliendo
persone svantaggiate, con una menzione speciale per quelle che hanno trasformato questi
inserimenti in occupazione a tutti gli effetti, per quelle che hanno raggiunto i migliori
risultati occupazionali e per quelle che, pur avendo già provveduto al collocamento di disabili in base alla legge n. 68/1999, sono andate al di là degli obblighi di legge con ulteriori
inserimenti in azienda di persone disabili.
166
3. L’Azione di servizio
Salone Orientamenti - Genova
La Camera di Commercio di Genova, insieme con la Regione Liguria, l’Università degli
Studi di Genova, la Provincia, il Comune e la Direzione Scolastica Regionale, ha realizzato
nel 2006 la seconda edizione del salone “Orientamenti”.
Il Salone è la vetrina espositiva di tutti i servizi inerenti alle tematiche legate al mondo
del lavoro: presentazioni delle Facoltà agli studenti di scuola superiore con relativi test di
orientamento alla scelta, formazione post laurea e formazione continua, servizi inerenti il
passaggio dall’università all’azienda (professioni e percorsi formativi più richiesti, incontri
e colloqui con le aziende), informazioni sui tirocini formativi e di orientamento, verifica
delle attitudini e delle capacità personali, compilazione del curriculum vitae e strumenti
per valutare la capacità di mettersi in proprio (informazioni, orientamento e formazione
per avviare nuove imprese).
La partecipazione camerale al Comitato Organizzatore si è concretizzata da un lato nell’organizzazione vera e propria della manifestazione e, dall’altro, nello sviluppo all’interno del
Salone di tematiche riguardanti le informazioni e i dati necessari alla creazione di nuova
impresa e agli incentivi economici che ne supportano l’avvio.
L’Ente camerale, anche nell’edizione 2006, ha allestito uno stand espositivo dei propri
servizi, dove sono stati altresì presenti l’Unioncamere Liguria e il Servizio Nuove Imprese
del Centro Ligure per la Produttività, Agenzia formativa della Camera di Commercio di
Genova, che ha illustrato i servizi di orientamento a supporto della creazione d’impresa. A
tal proposito la Camera di Commercio ha realizzato pertanto colloqui e seminari di orientamento, per coloro che intendono mettersi in proprio, sviluppando alcuni argomenti di
sicuro interesse, legati ai servizi camerali e al mondo dell’autoimprenditorialità.
Inoltre, poiché l’edizione 2006 della manifestazione si è concentrata in particolar modo
sulle tematiche legate all’innovazione tecnologica e alla ricerca, l’Ente camerale si è impegnato a invitare al Salone alcuni imprenditori di aziende operanti nel settore, disponibili a
trasferire la loro esperienza a studenti universitari degli ultimi anni.
167
Rapporto 2006 sul sistema camerale
I progetti sul territorio
Camera di commercio
Titolo progetto
Partenariato
BRESCIA
Progetto Alternanza scuola-lavoro
GENOVA
Salone “Orienta Menti”
GROSSETO
Master 2° livello “Esperto dei prodotti
agroalimentari di qualità e del territorio”
Progetto Alternanza scuola-lavoro
Ufficio scolastico regionale, Associazioni
di categoria, Provincia di Perugia e
scuole
Progetto Alternanza scuola-lavoro
Ufficio amministrativo provinciale (ex
Provveditorato studi) di Ragusa, Scuole
secondarie della Provincia
Progetto Alternanza scuola-lavoro
Provincia e scuole superiori.
PERUGIA
RAGUSA
RAVENNA
REGGIO CALABRIA
SONDRIO
VERCELLI
168
Seminari sulla responsabilità sociale
d’impresa per commercialisti
Avvio del polo formativo territoriale per
lo sviluppo integrato della Provincia di
Sondrio
Progetto “Orientagiovani”
Associazione industriale bresciana,
Associzione scuole autonome bresciane,
Ufficio scolastico provinciale.
Regione Liguria, Agenzia Liguria Lavoro,
Provincia di Genova, Università degli
studi di Genova
Polo universitario grossetano
Ordine dei Dottori Commercialisti di
Palmi
Provincia di Sondrio, Associazioni
di categoria, Enti pubblici e privati,
Istituzioni scolastiche
Confindustria
3. L’Azione di servizio
3.4 Promozione delle filiere
Tabella 3.4.1. I numeri di “Promozione delle filiere”
70
Camere di commercio hanno svolto, nel corso del 2005, attività per la promozione delle
filiere in Italia
di cui 12 delegando l’attività alle Aziende speciali
5.348
424
Imprese partecipanti alle attività promozionali
Progetti realizzati in tema di attività promozionali
di cui 248 inerenti il settore agroalimentare
310
Progetti promozionali hanno visto il coinvolgimento delle Camere di commercio
di cui 232 inerenti il settore agroalimentare
72
67
14,8
Progetti relativi alla promozione di produzioni locali attraverso consorzi
Progetti relativi alla valorizzazione di prodotti locali attraverso azioni di sostegno per il
riconoscimento di denominazione di origine
Milioni di euro liquidati dalle Camere di commercio per le attività di promozione delle
filiere
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Le azioni di tutela e valorizzazione delle produzioni e delle filiere di qualità fortemente ancorate alle tradizioni del territorio, rientrano da sempre nelle priorità delle
politiche per lo sviluppo locale del Sistema camerale, anche nella prospettiva di rilanciare i c.detti “giacimenti locali” di saperi, sapori e abilità.
Da questo punto di vista, occorre partire dai territori per farne la chiave di un nuovo
concetto di made in Italy che sia efficace sia sul piano della competitività internazionale, che dello sviluppo delle realtà produttive.
Per quanto concerne la filiera dell’agroalimentare, segnaliamo diverse iniziative promozionali promosse dall’Unioncamere in collaborazione con la rete camerale, tra cui:
• “Lingua e Pane d’Italia”, manifestazione patrocinata dalla Presidenza della
Repubblica e realizzata in collaborazione con l’Accademia della Crusca di Firenze e la
locale Camera di commercio;
• “L’olio dei territori per comunicare l’Italia”, in collaborazione con la Camera di commercio di Perugia;
• “Studio sui prodotti tipici”, in collaborazione con Unicom;
• “Insieme c’è più gusto”, in collaborazione con la Fondazione Banco Alimentare;
• “I formaggi DOP italiani”, con la collaborazione della Camera di commercio italiana
a Francoforte e di tre Unioni regionali;
• l’edizione 2006 del concorso “Ercole Olivario” (giunto alla XIV edizione).
169
Rapporto 2006 sul sistema camerale
L’Unioncamere ha promosso la valorizzazione delle produzioni agroalimentari anche
con alcune iniziative editoriali innovative: è stato infatti realizzato e pubblicato l’Annuario delle Sagre d’Italia, un volume che nel fotografare la crescente offerta di sagre
di prodotti tipici del nostro Paese ha colto un grande successo di pubblico (oltre 7.000
copie vendute nei primi mesi di distribuzione in libreria).
Figura 3.4.1. L’andamento dei progetti svolti direttamente
dalle Camere di commercio per tipo
300
200
100
0
2004
2005
2006
organizzazione diretta di fiere e mostre in Italia
partecipazione a fiere e mostre in Provincia
missioni e visite guidate
partecipazione a fiere e mostre fuori Provincia
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
La seconda pubblicazione di particolare rilievo è stato il Rapporto sul Settore
Vitivinicolo 2007 (si veda il box di approfondimento in questo paragrafo), un utile strumento conoscitivo rivolto ad imprese, studiosi, policy makers che approfondisce sia le
recenti performance del settore vitivinicolo italiano sui mercati europei e mondiali, sia
le dinamiche del settore in termini di crescita imprenditoriale e produttiva.
Una linea di progetto innovativa cui si è dato vita nel corso dell’anno, con il contributo scientifico di Agroqualità, è stata infine quella mirata ad introdurre il concetto del
rating sulla sicurezza alimentare, così da fornire alle imprese strumenti che consentano
di velocizzare i loro rapporti con gli altri attori del mercato.
170
3. L’Azione di servizio
Figura 3.4.2. I progetti svolti direttamente dalle Camere di commercio
per tipo, con specifica di quelli riguardanti il settore agroalimentare
nel 2006 - (valori assoluti)
200
172
150
130
N° progetti
"agroalimentare"
93
109
100
72
50
N° progetti
complessivi
54
29
13
0
organizzazione diretta partecipazione a fiere partecipazione a fiere
e mostre fuori
di fiere e mostre in e mostre in Provincia
Provincia
Italia
missioni e visite
guidate
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
FILIERE DEL TESSILE E DELL’ORO
L’attività dell’Unione legata al Made in Italy si sta caratterizzando per l’affinamento
dell’organizzazione dell’ITF che ha visto una maggiore adesione delle strutture camerali
che sono passate dalle originarie 21 alle attuali 26. L’obiettivo è naturalmente quello di
mettere a fattore comune le esperienze delle singole realtà camerali e di produrre azioni
e iniziative comuni per la promozione del sistema Made in Italy.
Con appositi gruppi di lavoro istituiti in collaborazione con le Camere di commercio
e ITF sono state predisposte due proposte di riordino normativo, una dedicata al tessile
e l’altra al settore calzaturiero.
I filoni di lavoro riguardano da un lato la promozione di un sistema di tracciabilità
della produzione e, dall’altro lato, la messa a regime dei controlli cogenti ex Upica
– oggi affidati alle Camere di commercio – nei settori del tessile, abbigliamento, calzaturiero.
Sul tema della qualità e regolazione del mercato è proseguita l’attività a favore della
rete dei laboratori. L’attività comprende anche il supporto alla presentazione di progetti
comunitari e nazionali. In questo ambito sono state avviate le prime attività per la diffusione di un network tra le Camere di commercio per la definizione di strategie comuni
nel settore delle energie rinnovabili.
171
Rapporto 2006 sul sistema camerale
L’Unione, avvalendosi della collaborazione della Camera di commercio di Grosseto,
ha promosso la partecipazione coordinata del Sistema camerale alla manifestazione
Vegetalia portando le esperienze e i progetti che le Camere di commercio stanno realizzando sul tema delle energie derivanti dalle biomasse agricole e da fonti rinnovabili.
Inoltre, a seguito dell’emanazione del regolamento ministeriale sulla Borsa merci
telematica italiana e la conseguente trasformazione della società Meteora in Borsa
merci telematica italiana Scrl, nel 2006 l’Unioncamere ha tenuto un convegno di presentazione di questa rinnovata struttura del Sistema camerale. Questa nuova struttura è
dotata di un organo di vigilanza e controllo, la Deputazione Nazionale, che garantisce
la trasparenza delle transazioni. L’Unioncamere è stata chiamata a dare sede e supporto
di segreteria alla Deputazione Nazionale che nel 2007 approverà i regolamenti operativi
di mercato e le regole di negoziazione.
Infine, in collaborazione con Borsa merci telematica italiana Scrl è stato portato
avanti il progetto per l’implementazione dell’Area Prezzi che, raccogliendo le quotazioni
camerali, consentirà di ottenere dei veri e propri fixings nazionali di prodotto.
172
3. L’Azione di servizio
L’attività di certificazione dei vini svolta dal sistema camerale
Nell’ambito dell’agroindustria italiana il settore vitivinicolo costituisce una delle realtà più
rilevanti. L’Italia, occupa da tempo un posto stabile tra i primi Paesi al mondo sia in termini
di consumo sia in termini di produzione ed esportazione del vino.
Negli ultimi anni si è però entrati in una fase di transizione particolarmente delicata sulla
quale incombono nuove importanti sfide ed il mercato enologico sta conoscendo profonde
trasformazioni. La prima e più evidente è il sensibile calo dei consumi interni: il vino,
penalizzato dai nuovi modelli e stili di vita, ha perso parte del suo appeal soprattutto tra
le giovani generazioni. Questo fenomeno non riguarda soltanto l’Italia ma è comune a
molti Paesi di antica tradizione vitivinicola. Viceversa i consumi registrano un andamento
positivo nei Paesi non produttori come ad esempio la Gran Bretagna e il Giappone. Tutto
ciò ha determinato una forte spinta all’internazionalizzazione del mercato, favorita anche
dall’avvio di un processo di riduzione della protezione tariffaria e non tariffaria guidato
dalle regole degli accordi Wto siglati nel 1994.
Il fenomeno può essere colto considerando il rapporto tra esportazioni e produzione che è
passato, secondo i dati Fao, dal 14% dei primi anni Ottanta a quasi il 25% nel 2002 e da
quello tra importazioni e consumo, passato nello stesso periodo dal 16,5% al 27%.
La redistribuzione geografica non avviene soltanto dal lato della domanda: anche il sistema dell’offerta si presenta sempre più articolato e nuovi player come ad esempio il Cile o
l’Australia, sono da tempo comparsi sul mercato mondiale e puntano con strategie molto
aggressive ad incrementare la loro quota sugli scambi internazionali
L’altra importante sfida che incombe sul settore vitivinicolo italiano è indubbiamente la
proposta di riforma dell’Organizzazione Comune di Mercato del settore vitivinicolo, che
fissa come obiettivi strategici del settore a livello comunitario da un lato un rafforzamento
della notorietà dei vini di qualità europei e dall’altro la creazione di una legislazione semplice e chiara.
In questo quadro, Unioncamere ha realizzato il Rapporto sul Settore Vitivinicolo 2007, per
tracciare le dinamiche del settore in termini di crescita imprenditoriale e produttiva, anche
attraverso la contestuale valorizzazione del patrimonio informativo messo a disposizione dal
sistema delle Camere di Commercio, che da oltre 40 anni operano per far crescere la qualità
dei nostri vini diffondendo in tutto il territorio una nuova “cultura della qualità”.
La mappa dei vini di qualità in Italia
A fine 2005 si contavano in Italia 320 vini DOC, 34 DOCG e 123 IGT. Il Piemonte
detiene sia il primato delle DOC riconosciute, sia il primato delle DOCG, seguito dalla
Toscana. Per quanto concerne i vini IGT, Sardegna e Calabria, insieme alla Lombardia,
detengono il maggior numero di certificazioni.
173
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Nel 2005, si è registrata una produzione di circa 11 milioni di ettolitri di vino DOC, con un
tasso di variazione medio annuo del 2,9%. Le regioni che contribuiscono maggiormente alla
produzione vinicola DOC sono il Veneto (21% della produzione nazionale), Emilia Romagna
e Piemonte. In crescita le produzioni della Liguria (+17,6% annuo), Basilicata (+15,5%) e
Toscana (+13,1%). In diminuzione, al contrario, la produzione in Friuli (-4,9% annuo).
Per i vini DOCG nel 2005 si è registrata una produzione complessiva di circa 2,2 milioni
di ettolitri (+4,2% rispetto al 2000), il 54% della quale concentrata nella sola Toscana (1,2
milioni di ettolitri circa). Forti incrementi produttivi si registrano in Campania, Veneto e
Umbria, seppur con produzioni notevolmente inferiori, dal punto di vista quantitativo,
rispetto alle due regioni leader Toscana e Piemonte.
Infine, sempre nel 2005 la produzione di vini IGT si è attestata a circa 12 milioni di ettolitri, con un tasso di variazione medio annuo del 3% a partire dal 2000. Le regioni che producono di più sono Veneto (3,8 milioni circa di ettolitri), Emilia Romagna (2,4 milioni),
Sicilia (1,6 milioni) e Puglia (1,3 milioni).
Ettolitri di vini di qualità prodotti per regione
(Anni 2000-2005)
DOC
DOCG
IGT
Var. media
Var. media
annua
annua
Regione
2005
2005
2005
2005-2000
2005-2000
(%)
(%)
Piemonte
1.217.359
3,0
784.069
-0,6
Valle d’Aosta
11.300
10,2
Lombardia
651.959
-1,1
73.272
2,0
171.206
Trentino-A.A.
909.162
-0,2
124.376
Veneto
2.335.999
5,6
4.875
23,8
3.786.250
Friuli- V.G.
712.750
-4,9
2.156
2,9
459.837
Liguria
61.692
17,6
3.548
Emilia-Romagna
1.252.710
3,9
20.505
-12,2
2.378.927
Toscana
292.018
13,1
1.175.105
7,6
527.565
Umbria
180.861
-1,7
10.469
17,0
187.307
Marche
442.980
1,5
5.756
-4,1
535.942
Lazio
716.614
3,9
310.897
Abruzzo
1.042.260
5,6
8.941
28,1
218.178
Molise
50.492
5,1
89.996
Campania
126.793
-1,9
66.423
42,0
133.956
Puglia
376.482
1,9
1.358.463
Basilicata
31.384
15,5
24.557
Calabria
55.896
6,9
13.225
Sicilia
233.708
7,1
1.200
1.603.975
Sardegna
289.562
8,5
38.942
0,4
140.022
Italia
10.991.979
2,9
2.191.712
4,2
12.068.228
Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Camere di Commercio e Istat
174
Var. media
annua
2005-2000
(%)
-1,0
-8,6
-0,5
12,5
-2,7
0,4
0,8
27,7
8,1
10,7
10,1
3,4
0,5
5,3
2,1
-3,1
11,9
1,6
3,0
3. L’Azione di servizio
I controlli delle Camere di Commercio
A garanzia della qualità del prodotto che raggiunge le tavole dei consumatori, i vini a
denominazione d’origine (DOC e DOCG) per essere commercializzati devono essere sottoposti ad esame da parte della Commissione di degustazione istituita presso la Camera di
Commercio (una in ogni provincia).
Per quanto concerne le DOC nel 2005, le Camere di Commercio hanno effettuato poco
meno di 38 mila prelievi – riferiti a complessivi 8 milioni di ettolitri di vini DOC - al fine
di sottoporli ad analisi chimico-fisica ed organolettica prima di essere commercializzati.
Negli ultimi 5 anni gli incrementi più accentuati di queste attività di controllo si sono registrati in Abruzzo (+14,8% in media ogni anno), Valle d’Aosta (+7,7%) e Sicilia (+6,1%).
Al contrario, si è avuto un decremento medio annuo del –6,6% in Molise e del –5% nel
Lazio.
A valle di queste verifiche, nel 2005 le Camere di Commercio hanno dichiarato idonei alla
vendita vini DOC relativi a 36,2 mila campioni di vini (corrispondenti a circa 7,8 milioni
di ettolitri di vino), con un aumento significativo della percentuale di campioni approvati
a partire dal 2000, con punte in Trentino Alto Adige (+9,3%) e Valle d’Aosta (+8,1%).
Per le DOCG, nel 2005 le Camere di Commercio hanno effettuato quasi 8 mila prelievi,
l’83% dei quali in Piemonte e Toscana. Se si eccettua la Campania - dove pesa l’istituzione
recente delle due DOCG Greco di Tufo e Fiano di Avellino - il maggior incremento dei
controlli negli ultimi cinque anni si è registrato in Friuli Venezia Giulia (+16,2 in media
ogni anno) e Lombardia (+15,5%).
I controlli hanno riguardato circa 1,95 milioni di ettolitri di vini DOCG, con il risultato di
dichiarare idonei più di 7,6 mila campioni, corrispondenti a oltre 1,9 milioni di ettolitri di
vini DOCG. L’incremento medio annuo del numero di campioni dichiarati idonei è pari
al 4,5% con aumenti più consistenti concentrati in Campania (+49,8%), Friuli (+21,6%)
e Lombardia (+15,8%).
Le aziende leader italiane del settore vitivinicolo
Per comprendere meglio la struttura e l’evoluzione dell’intero settore, l’Unioncamere ha
indagato attraverso un campione gli assetti organizzativi che le aziende leader hanno scelto,
i loro comportamenti e le scelte strategiche che esse pongono in essere. Nella scelta delle
aziende, si è tenuto conto di una serie di fattori quali localizzazione, marchio/immagine,
specializzazione produttiva, strategia di vendita.
Il 70% circa delle aziende leader che hanno risposto segnala una crescita del fatturato nel
triennio 2003-2005 e, addirittura, il 100% prevede un fatturato in crescita nel triennio
2006-2008 (oltre i 2/3 attendono incrementi superiori al 15%). Quanto alle strategie
adottate, a detta delle aziende le performance del recente passato sono state influenzate
positivamente prima di tutto dal marchio/immagine dell’azienda. Non meno importante è
stata la segmentazione del mercato e l’innovazione del prodotto.
È interessante notare come negli anni passati, la cosa più importante per le aziende vitivinicole era l’affermazione del marchio e la crescita di immagine e notorietà, mentre per gli
175
Rapporto 2006 sul sistema camerale
anni futuri questo aspetto del business sia stato sorpassato dalla necessità di individuare
e creare una rete distributiva efficace (con un’importanza passata dal 42,9 all’85,7% del
campione).
Oltre alla conoscenza delle tecniche produttive, gli intervistati sottolineano le competenze
di marketing e la conoscenza del mercato. La competizione si basa, quindi, su un duplice
equilibrio basato non solo sulla qualità del prodotto ma soprattutto sulla capacità di venderlo.
Il quadro che emerge è quello di un gruppo di aziende che possiedono strutture organizzative particolarmente attente al mercato e ai mutamenti comportamentali sia dal lato
della domanda che dell’offerta. Essere leader significa, infatti, anche prevenire le mosse dei
competitor, acquisire vantaggi competitivi che possono rafforzare la presenza dell’azienda sui
mercati e/o portare a conquistare nuove “quote” di mercato.
Infine, per quanto attiene al valore degli strumenti di certificazione, due posizioni emergono su tutte dalle risposte delle imprese del campione. La prima è che la certificazione è
ancora uno strumento valido per le imprese leader (35,7% delle risposte). L’altra, invece,
limita la valenza della certificazione solo per le vendite sui mercati emergenti (28,6% degli
intervistati).
Giudizi delle aziende leader sulla certificazione DOC
(Valori percentuali sul totale delle risposte)
La certificazione
D.O.C. è ormai uno
strumento superato
7,1%
La certificazione
D.O.C. è uno
strumento ormai
superato dal marchio
proprio
14,3%
La certificazione
D.O.C. può essere uno
strumento utile per i
mercati emergenti
28,6%
La certificazione
D.O.C. è ancora utile
solo per i piccoli
produttori
14,3%
Fonte: Rapporto sul Settore Vitivinicolo, 2007
176
La certificazione
D.O.C. è ancora utile
35,7%
3. L’Azione di servizio
INDIS – Istituto Nazionale Distribuzione e Servizi
Monitoraggio della legislazione commerciale
L’attività di monitoraggio normativo della disciplina legislativa nazionale e regionale è resa,
quale servizio, mediante una strumentazione telematica: la banca dati on line Lexcom presente sul sito internet dell’Istituto (www.indisunioncamere.it). Detta banca dati è la fonte
ufficiale alla quale rinvia anche il Ministero dello Sviluppo Economico.
Il monitoraggio è effettuato attraverso la collaborazione di una rete di corrispondenti
regionali sul commercio. Detta rete è stata radicalmente potenziata nel 2005 ed è ora composta, per ogni ambito territoriale, da un rappresentante delle Regioni ed uno del Sistema
camerale (per lo più a livello di Unioni regionali). La Rete dei corrispondenti regionali si
riunisce periodicamente nel corso dell’anno, e le riunioni sono mirate all’approfondimento
tecnico delle disposizioni normative nazionali in materia di commercio. Nel 2006 particolare attenzione è stata data alla legge n. 248/2006 (c.d. decreto Bersani/Visco) ed ai successivi provvedimenti legislativi in tema di liberalizzazione e semplificazione delle attività
economiche, soprattutto con riferimento alle tematiche inerenti le questioni interpretative
ed attuative della legge per le Regioni, Comuni e le Camere di commercio.
I risultati delle riunioni – spesso precedute da apposite rilevazioni – sono pubblicate nell’ambito della rubrica “Cronache regionali” della Rivista dell’Istituto Disciplina del commercio e dei servizi.
Il monitoraggio della disciplina sovranazionale è svolto invece da un gruppo di Camere di
commercio italiane all’estero, con il supporto di Assocamerestero. Le tematiche affrontate
sono state presentate in apposite pubblicazioni o sul sito dell’Istituto.
Approfondimenti sulla distribuzione commerciale
Accanto al commercio al dettaglio, l’Istituto si occupa anche del commercio all’ingrosso e
del commercio su aree pubbliche, argomenti con i quali si qualifica la presenza del Sistema
camerale (come nel primo caso), ovvero si avviano collaborazioni con i Comuni.
Sempre sulla distribuzione commerciale l’INDIS, che annovera tra le sua attività tradizionali iniziative di tipo formativo grazie alla collaborazione con le più qualificate strutture del
Sistema camerale, ha collaborato con IFOA alla realizzazione del master in Food marketing
e comunicazione di impresa nell’agroalimentare, per specializzare giovani laureati interessati
ad entrare in aziende nell’area commerciale e marketing nel settore agroalimentare.
177
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Interventi operativi
a) Di supporto alla legislazione
L’attività di consulenza tecnica, sviluppata a partire dal 1999, ha riguardato gli adempimenti di Regioni e Comuni con riferimento all’attuazione del d.lgs. n. 114/1998 sulla disciplina
del commercio e, ora, rispetto alle competenze attribuite dal Titolo V della Costituzione.
Il valore degli interventi è legato alla logica di “concertazione” tra il mondo istituzionale e
quello associativo cui è chiamato l’Istituto, al di là della mera predisposizione di un testo
normativo. Da ultimo, l’impegno si è rivolto a tematiche mirate allo sviluppo del territorio e al rilancio dell’economia locale anche attraverso la leva commerciale: è il caso dello
studio sul “Distretto del commercio, dell’artigianato e del tempo libero” (con la Regione
Piemonte e la CCIAA di Vercelli), presentato a Vercelli nel marzo del 2006, con l’intento
di sviluppare un modello generale per la possibile istituzione di un distretto del commercio
in altri contesti regionali.
b) Di supporto alle Amministrazioni per la riqualificazione del territorio: “Interventi di rivitalizzazione commerciale dei centri storici e delle aree urbane”
L’Istituto – anche attraverso un apposito Comitato tecnico – effettua degli interventi di
sostegno alla riqualificazione dei centri storici (L’Aquila 1996; Perugia 2000; Teramo 2001;
Taranto 2004; Colle Val d’Elsa 2004; Salerno 2005). Gli interventi sono proposti, ovvero
collaborano alla loro realizzazione, le rispettive Camere di commercio.
Su queste tematiche l’Istituto ha presentato il report su “Interventi di rivitalizzazione
commerciale dei centri storici e delle aree urbane” a completamento di un progetto di
monitoraggio sugli interventi di rivalutazione commerciale dei centri storici e delle aree
urbane, realizzato dall’INDIS – con il supporto tecnico dell’Istituto Tagliacarne – con
l’obiettivo di condividere un insieme di strumenti cognitivi e tecnici da rendere fruibili
ai Comuni che – anche con la presenza del Sistema camerale – intendono attivarsi con
politiche mirate al recupero ed alla valorizzazione dei centri storici e/o di parti significative
del tessuto cittadino.
Altro importante progetto realizzato riguarda lo studio dell’Istituto sui “Centri commerciali
naturali”, approvato dalla Camera di commercio di Salerno. Lo studio ha riguardato la
realizzazione di indicazioni di marketing territoriale per il centro commerciale naturale di
Torrione (quartiere di salerno) ed altre aree del centro storico, nonché in dieci Comuni.
È stato, infine, ultimato anche il progetto di ricerca sul commercio su aree pubbliche mirato a quantificare e qualificare tale forma di commercio, nonché ad impostare un sistema
di indagine diretta per il suo monitoraggio esportabile su scala locale. Dello svolgimento
della ricerca è stato incaricato l’Istituto Tagliacarne che ha focalizzato i risultati della ricerca
sulla ricostruzione dell’archivio dei mercati, la redazione dei questionari, la sperimentazione
dell’indagine a livello nazionale e provinciale con particolare riferimento alla provincia di
Ragusa.
178
3. L’Azione di servizio
Prezzi e tariffe
a) L’Osservatorio “Prezzi e Mercati”
Da più di venti anni è svolta una attività di ricerca sui prezzi e le tariffe curata nell’ambito
dell’Osservatorio INDIS su “Prezzi e Mercati”, anche attraverso la predisposizione del
Bollettino trimestrale “Tendenze dei prezzi”.
All’attività di ricerca si aggiunge quella di valutazione/discussione dei risultati svolta in
seno all’Osservatorio. Detta struttura, fortemente potenziata dal 2004 dalla partecipazione
fattiva di alcuni Ministeri e di altri soggetti istituzionali (ISTAT, ISMEA ecc.), è diventata
una sorta di “forum” dove bimestralmente si individuano anche i potenziali temi sui quali
l’Istituto, in collaborazione con il mondo istituzionale ed associativo, può avviare delle
riflessioni. In particolare oltre alla disamina e diffusione dei dati mensili provenienti dalla
distribuzione organizzata riferibili ai prezzi al consumo, si è approfondito l’andamento dei
prezzi dei beni di largo consumo confezionato.
Inoltre nella materia del comparto energetico (elettricità, gas carburanti) l’Istituto ha sviluppato un progetto affidato alla società Ref. di Milano relativo alla rilevazione dei prezzi
all’ingrosso dell’energia elettrica e del gas e analisi di filiera dei carburanti per autotrazione
in Italia. A tal proposito è stata completata l’analisi di filiera sulla distribuzione dei carburanti, mentre la rilevazione sul prezzo dell’energia, la cui sperimentazione si sta compiendo
con la Camera di commercio di Milano, è sata completata agli inizi del 2007 e sarà presentata – in una iniziativa pubblica – in vista della liberalizzazione del settore a partire dal
luglio 2007.
Fanno parte dell’Osservatorio anche le Unioni regionali delle Camere di commercio, attraverso le quali vengono veicolati sul territorio i risultati delle attività svolte.
Tra i progetti diffusi al Sistema camerale e poi discussi e “validati” dall’Osservatorio vanno
menzionati:
• l’analisi delle tariffe idriche a livello nazionale (con realizzazione del relativo Rapporto)
nonché nella Regione Emilia-Romagna grazie alla Convenzione triennale tra la Regione
Emilia-Romagna, l’INDIS e l’Unione regionale delle Camere di commercio che è stata
riconfermata per un successivo triennio ed estesa anche al settore dei rifiuti urbani;
• sviluppo del mercato telematico grazie alla collaborazione tra l’INDIS e la Borsa merci
telematica italiana (BMTI) finalizzata alla condivisione e alla valorizzazione delle informazioni relative ai prezzi e ai mercati;
• monitoraggio delle tariffe idriche a livello nazionale (2203/2005). Il monitoraggio a
livello locale è svolto in Emilia-Romagna sulla base di una Convenzione tra la Regione,
l’INDIS e l’Unioncamere Emilia-Romagna;
• analisi di filiera nel settore alimentare: a) carni bovine e suine fresche; b) prodotti ittici
freschi (2005).
179
Rapporto 2006 sul sistema camerale
b) I prezzi dei materiali da costruzione
L’INDIS, per conto dell’Unioncamere, è presente nella Commissione centrale per il
rilevamento dei costi dei materiali da costruzione, istituito presso il Ministero delle
Infrastrutture.
Le attività che vengono svolte qualificano le fonti informative di provenienza del Sistema
camerale che, unitamente a quelle dei SIIT a livello regionale e dell’ISTAT, consentono al
Ministero di emanare – entro il 30 giugno di ogni anno – un decreto che consente alle
imprese del settore di rivedere il prezzo degli appalti pubblici per i materiali le cui variazioni
sono state considerate “eccezionali”.
Il Sistema camerale collabora all’attività trasmettendo le informazioni richieste con un
apposito questionario predisposto da detto Ministero. Nel 2007 hanno fornito i dati, per
le successive elaborazioni, 67 Camere di commercio.
Attività convegnistica
Tra i convegni curati dall’Istituto si menziona unicamente l’annuale appuntamento con il
Convegno Nazionale del Commercio. Questa iniziativa sin dal suo avvio, quattro anni fa,
si è sempre svolta con la collaborazione della locale Camera di commercio (Firenze, 2002,
2003, Bologna, 2004 e Napoli, 2005, Venezia 2007). Nell’ultima edizione – dedicata alle
politiche regionali tra programmazione, liberalizzazioni e concorrenza – sono stati trattati
i seguenti temi: a) le conseguenze delle liberalizzazioni; b) la filiera della distribuzione
dei carburanti e, infine, c) le politiche attive per i centri urbani. Nell’occasione sono stati
distribuiti il documento sull’analisi di filiera dei carburanti, nonché il report definitivo sugli
“Interventi di rivitalizzazione commerciale dei centri storici e delle aree urbane”.
180
3. L’Azione di servizio
I progetti sul territorio
Camera di commercio
ANCONA
AREZZO
ASCOLI PICENO
BARI
BERGAMO
BRESCIA
CREMONA
CROTONE
CUNEO
FERRARA
FIRENZE
FROSINONE
GENOVA
GROSSETO
LATINA
LECCO
LODI
LUCCA
Titolo progetto
Partenariato
Protocollo di intesa con la Provincia per
la promozione delle filiere
Programma promozionale congiunto
Provincia di Ancona, Associazioni di
categoria del settore agricolo
Provincia di Arezzo
Promozione dell’evento “Euroflora
2006”
Premio “Biol”
Regione Marche, Provincia di Ascoli
Piceno
Promozione del riconoscimento del marchio IGP al salame bergamasco
Valorizzazione e promozione vini DOC
/ DOCG
Azioni di promozione dei prodotti tipici
locali: partecipazione alle più importanti
manifestazioni di settore
Riconoscimento del marchio DOP alla
ricotta crotonese
Programma per la promozione del
marchio collettivo “Frutta di qualità” di
Cuneo
Azioni di promozione dei prodotti tipici
locali: le “14 Perle ferraresi” (prodotti
tipici agroalimentari) al Salone del Gusto
di Torino
Contributo alla meccanizzazione del
settore oleicolo
Realizzazione del volume “Tra monti e
valli... come un libro da sfogliare”
Regione Lombardia, Provincia di
Cremona, Associazione “Strada del
gusto”
Provincia di Firenze (che ha cofinanziato
l’iniziativa con € 100.000)
Provincia di Frosinone, APT Frosinone,
Comuni di Amaseno, Castro dei Volsci,
Pastena e Villa S. Stefano
Promozione del salone “Euroflora 2007” Regione Liguria, Associazioni di categoria del settore agricolo
Azioni di promozione dei prodotti tipici Provincia di Grosseto, Associazione
locali: partecipazione al salone “Vinitaly “Strade del vino”, Toscana promozione
2006”
Azioni di promozione dei prodotti
Provincia di Latina, APT di Latina,
tipici locali: partecipazione alla Fiera di SECI (Società consortile per l’internazioGenova
nalizzazione)
Progetto “Delicatezze di Lombardia”
Unioncamere Lombardia, Isnart,
Agriteam
Promozione dell’innovazione ed interna- Provincia di Lodi
zionalizzazione della filiera dei prodotti
tipici - partecipazioni a fiera internazionale
Progetto “Rete del gusto”
Enti locali
MASSA CARRARA
Promozione del marchio “Marmo di
Carrara”
ORISTANO
Progetto “Sardegnacavalli”
PADOVA
Progetto “Rilancio del settore tessileabbigliamento”
Associazioni di categoria locali, Provincia
di Massa, Comuni di Carrara e Massa,
imprese del distretto apuo-versiliese
Associazioni di categoria ed imprese del
settore
181
Rapporto 2006 sul sistema camerale
PARMA
PERUGIA
PESARO E URBINO
PIACENZA
PISA
PISTOIA
RAGUSA
Progetto “Nord Europa - promozione
Regione Emilia-Romagna, Unioncamere
settore agroalimentare nei paesi del nord Emilia - Romagna
Europa”
Promozione dell’olio di qualità in Italia
e all’estero
Azioni di promozione dei prodotti tipici
locali: partecipazione al Salone internazionale del Gusto di Torino
Progetto “Piacenza 100 sapori - marchio
collettivo dei prodotti agro-alimentari
piacentini”
Progetto “Filiera del valore nel comparto Comuni locali
olivicolo”
Promozione della “Festa del pane”
SALERNO
Promozione della “FAM - Fiera Agricola
Mediterranea”
Promozione dell’olio di oliva della
Provincia attraverso il riconoscimento
DOP
Progetto “Strada dell’olio e dei prodotti
tipici della Sabina reatina e romana”
Promozione del pomodoro pelato
SASSARI
Progetto “Sapori d’Italia in Cina”
SIRACUSA
Riconoscimento della IGP del limone
femminello di Siracusa
TERNI
Promozione del salone “Arti e mestieri
Expo”
Realizzazione della pubblicazione
promozionale “I maestri del gusto Produzioni agroalimentari tipiche”
Promozione del settore vitivinicolo e
grappicolo
Promozione in occasione delle
Olimpiadi di Torino 2006
Progetto “Giro d’Italia del riso piemontese di qualità”
Progetto”Verona Wine Top”
REGGIO CALABRIA
RIETI
TORINO
TRENTO
VERBANIA
VERCELLI
VERONA
VIBO VALENTIA
VITERBO
182
Progetto “Festa nazionale dei sapori:
profumi e colori dell’agricoltura”
Coordinamento delle feste del vino,
della castagna e dell’olio
Comune di Ragusa, Associazioni di
categoria
Confagricoltura, Copagri, CIA,
Coldiretti, Università di Reggio
Calabria, ARSSA, Archivio di Stato
Associazioni di categoria del settore
agricoltura
A.N.I.C.A.V. Napoli
Consorzio di Tutela, Assessorato regionale agricoltura, Provincia regionale di
Siracusa
Provincia di Torino
Province di Novara e Biella, Consorzio
dei fiori tipici del Lago Maggiore
3. L’Azione di servizio
3.5 Finanza e credito
Tabella 3.5.1. I numeri di “Finanza e credito”
69
Camere di commercio hanno svolto, nel corso del 2006, attività relative alla finanza e al
credito
di cui 4 delegando l’attività alle Aziende speciali
157
Attività svolte relative alla finanza ed al credito
di cui:
46 Rapporti/convenzioni con banche, raccordi con confidi
43 Seminari, congressi, ecc.
34 Servizi di promozione e consulenza sul credito
15 Iniziative per la formazione diretta alle imprese
13 Pubblicazione di bollettini e servizi di informazione
6 Tavoli periodici di rilevazione e diffusione dei dati
54,1
Milioni di euro di contributi finanziari diretti erogati dalle Camere di commercio alle imprese
di cui:
19,7 destinati al settore “Artigianato”
11,3 destinati al settore “Commercio”
10,7 destinati al settore “Industria”
6,7 destinati al settore “Servizi”
5,7 destinati al settore “Agricoltura”
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
I dati raccolti dall’Osservatorio per l’anno 2006 confermano la propensione del
Sistema camerale ad intervenire sui temi della finanza, con azioni volte sia a diffondere
informazione sul rapporto tra impresa e sistemi finanziari che a promuovere e favorire
l’incontro tra la domanda e l’offerta creditizia. L’impegno delle Camere di commercio in
tal senso è confermato dal fatto che ben 69 Camere hanno realizzato nel corso dell’anno
attività finalizzate in via generale a migliorare le condizioni di accesso al credito delle
piccole e medie imprese.
In particolare (fig. 3.5.2.), l’intervento delle Camere si è concentrato prevalentemente su iniziative volte a facilitare l’intermediazione con il sistema creditizio anche
attraverso azioni realizzate in collaborazione con i confidi. A conferma di ciò, quasi il
30% della specifica attività del Sistema camerale si è concentrata sulla definizione e
sul perfezionamento di accordi e/o convenzioni stipulati con le banche e sul raccordo
con gli organismi di garanzia.
Non meno rilevante, inoltre, risulta l’attività svolta ai fini di “informare” direttamente il tessuto imprenditoriale locale sulle tematiche di maggiore interesse per le imprese
di piccole e medie dimensioni, attraverso la realizzazione di seminari e congressi a tema
183
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Figura 3.5.1. Attività prevalentemente svolte nell’area finanza e credito
Tavoli periodici di rilevazione e diffusione dei dati
5
Pubblicazione di bollettini e servizi di informazione
6
13
11
Iniziative per la formazione diretta alle imprese
16
15
Servizi di promozione e consulenza sul credito
34
27
Realizzazione di seminari, congressi, ecc.
43
38
Rapporti/convenzioni con le banche, raccordo con i
confidi
46
54
-
10
20
30
40
50
60
2005
70
2006
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Figura 3.5.2. Evoluzione delle attività prevalentemente svolte dalle
Camere di commercio - (valori %)
29,3%
2006
27,4%
41,3%
2004
19,6%
43,4%
2002
0%
20%
21,7%
16,7%
19,4%
40%
16,3%
60%
Rapporti/convenzioni con le banche, raccordo con i confidi
Realizzazione di seminari, congressi, ecc.
Servizi di promozione e consulenza sul credito
Iniziative per la formazione diretta alle imprese
Pubblicazione di bollettini e servizi di informazione
Tavoli periodici di rilevazione e diffusione dei dati
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
184
9,6%
8,3%
3,8%
11,6%
6,5% 4,3%
8,5%
9,3%
80%
3,1%
100%
3. L’Azione di servizio
(27,4% del volume di attività), la fornitura di servizi di promozione e consulenza sul
credito (21,7%), e l’attività di formazione diretta alle imprese del territorio (9,6%).
Stante il tipico ruolo del Sistema camerale, quale osservatorio dei fenomeni economici e finanziari prevalenti, la spinta verso attività di carattere prettamente divulgativo
si è manifestata anche attraverso la pubblicazione di bollettini e servizi di informazione,
nonché attraverso l’attivazione di tavoli periodici di rilevazione e diffusione di dati.
Rispetto alle altre attività, tuttavia, questa risulta marginale poiché nel complesso
assorbe un 12,1% del volume totale di attività.
Dal confronto con i dati degli anni precedenti, emerge chiaramente la tendenza ad
una progressiva diminuzione del peso delle azioni di natura convenzionale con gli Istituti
bancari (dal 41,3% del 2004 al 29,3% del 2006) mentre invece crescono progressivamente sia la realizzazione di eventi, seminari, congressi (dal 19,6% al 27,4%), che i servizi
diretti alle imprese di promozione e consulenza sul credito (dal 16,7% al 21,7%).
Dal punto di vista dei flussi finanziari, nel corso del 2006 l’intervento camerale ha
movimentato complessivamente circa 54 milioni di euro in qualità di contributi erogati
direttamente in favore dell’imprenditoria nazionale. L’importo complessivo supera le
risorse investite l’anno precedente di quasi 20 milioni di euro e tale dato testimonia il
livello di crescente attenzione delle CCIAA verso il tessuto produttivo locale cui vengono
offerti gli strumenti necessari per tradurre in atto le proprie potenzialità di sviluppo.
Figura 3.5.3. Settori destinatari dei contributi finanziari diretti erogati
dalle Camere di commercio (migliaia di euro)
5.699,17
Agricoltura
2.306,84
6.670,86
Servizi
5.412,63
10.660,53
Industria
7.411,62
11.289,87
Commercio
9.721,79
19.734,42
Artigianato
10.082,34
0
5.000
10.000
15.000
2005
20.000
2006
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
185
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Osservando il riparto intersettoriale dei fondi erogati (fig. 3.5.3.) si conferma come
la maggior parte dei contributi sia diretta al settore dell’artigianato, che convoglia su di
sé circa il 37% del capitale totale investito, per un importo di 19,7 Meuro pari a quasi
il doppio dell’ammontare investito nello stesso settore nel 2005 (circa 10 Meuro). A
seguire il settore del commercio, che assorbe 11,3 Meuro dei fondi pari al 21% del totale, il settore dell’industria, con 10,7 Meuro investiti, pari al 20%, il settore dei servizi,
con 6,7 Meuro ivi destinati, pari al 12% del totale ed, infine, il settore dell’agricoltura,
che attira 5,7 Meuro, vale a dire l’11% del capitale complessivamente erogato, più che
raddoppiando comunque gli impieghi rispetto al 2005.
L’evoluzione dei confidi: il ruolo delle Camere di commercio
Le novità intervenute negli ultimi anni nei settori del credito e della garanzia sia
sotto il profilo regolamentare che di mercato – dai processi di aggregazione degli istituti
bancari, al nuovo Accordo di Basilea 2, alla legge quadro di riforma del sistema della
garanzia mutualistica – stanno necessariamente portando i confidi verso un’evoluzione
sia dimensionale che strutturale e patrimoniale.
Figura 3.5.4. Confidi in Italia anno 2006 (Tot. 954)
Nord
Centro
Sud
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
186
2005
364
309
372
1045
2006
346
280
328
954
Diff.
-18
-29
-44
-91
3. L’Azione di servizio
Sono in corso numerosi processi di fusioni e di aggregazioni delle strutture (soprattutto per il comparto artigianato ed industria), orientati verso una dimensione territoriale sempre più di tipo “regionale”.
Nel corso del 2006 si è registrata infatti una sensibile diminuzione del numero dei
confidi sul territorio nazionale (da 1.045 strutture del 2005 a 954 nel 2006) che si è
realizzata soprattutto nel Mezzogiorno (da 372 nel 2005 a 328 nel 2006), ma anche nel
Centro (da 309 nel 2005 a 280 nel 2006) e nel Settentrione (da 364 nel 2005 a 346
nel 2006).
In tale mutato scenario caratterizzato dalla razionalizzazione del sistema di garanzia, il Sistema camerale sta ridefinendo il proprio ruolo di sostegno ai confidi.
Come risulta dai dati raccolti su 75 Camere di commercio, solo 22 Camere non hanno
sostenuto finanziariamente i confidi sul territorio. In particolare, su un totale nazionale
di 954 confidi, gli enti camerali nel 2006 hanno erogato contributi a favore di 440 confidi favorendo oltre 15 miliardi di finanziamenti a più di 700.000 imprese.
Nell’ambito di tali partecipazioni, i contributi ai fondi rischi erogati dalle CCIAA
ammontano, nel 2006, a oltre 18 milioni di euro mentre quelli in conto interessi si
attestano su circa 13 milioni. Si vanno poi affermando nuove forme di contribuzione,
non finalizzate all’accrescimento dei fondi di garanzia o all’abbattimento degli interessi
pagati dalle imprese sui finanziamenti bancari, che ricomprendono gli incentivi camerali
volti a favorire i processi di aggregazione, attraverso accorpamenti e fusioni, dei confidi
territoriali o la trasformazione degli organismi di garanzia in veri e propri intermediari
finanziari vigilati dalla Banca D’Italia.
Tabella 3.5.2. Partecipazione ai confidi del Sistema camerale
Numero imprese associate
Totale affidamenti garantiti
Contributi
Fondo Rischi
Contributi C/
interessi
Altri contributi
Partecipazioni
capitale sociale
733.841
15.525.346.429
18.055.359
13.039.571
1.557.723
171.275
Fonte: Unioncamere
Oltre a garantire un cospicuo flusso di risorse finanziarie, diverse sono le iniziative
che le Camere di commercio hanno favorito in un’ottica di rafforzamento e evoluzione
del sistema della mutua garanzia. Negli ultimi anni, esse hanno rafforzato il loro impegno sia politico che finanziario a favore della crescita e dell’evoluzione del sistema della
garanzia. Rispetto al passato sono emersi però degli importanti elementi di novità: gli
interventi delle Camere hanno infatti assunto un carattere di maggiore selettività.
I contributi, infatti, puntano spesso a favorire operazioni di fusione e aggregazione
tra strutture di garanzia finalizzate alla razionalizzazione della rete dei confidi.
L’operatività a livello regionale sta diventando un requisito minimo richiesto alle
strutture di garanzia da Basilea 2, dalla legge quadro di riforma e dalla riorganizzazione
del sistema bancario e finanziario italiano.
187
Rapporto 2006 sul sistema camerale
In questo nuovo contesto, in alcuni casi, le contribuzioni camerali sono veicolate
attraverso le Unioni regionali che così sostengono la creazione e lo sviluppo di organismi di garanzia operanti su un livello almeno regionale tali da potersi affermare su un
mercato della garanzia sempre più ampio e competitivo e fornire un migliore supporto
alle imprese nel facilitare il loro accesso al credito.
Alcune Camere di commercio stanno poi favorendo la trasformazione dei confidi in
veri e propri intermediari finanziari vigilati in grado di fornire garanzie elegibili ai fini
di Basilea 2 che possano avere un forte effetto di mitigazione dei rischi bancari e quindi
avere un impatto molto significativo sul credito concesso alle imprese.
Sta cambiando anche la modalità tecnica di intervento: ai tradizionali contributi ai
fondi rischi si vanno sempre più sostituendo contributi tesi ad abbattere gli interessi a
carico delle imprese che accedono a finanziamenti garantiti dai confidi.
Ciò consente di sostenere specifiche tipologie di imprese, come ad esempio le imprese giovanili e femminili, nonché le aziende in fase di start-up, anche in riferimento ad
operazioni di private equity.
Alcune Camere di commercio (sotto diverse forme e con un modello di calcolo
ponderato) finalizzano il contributo in base al livello delle erogazioni effettuate negli
anni precedenti, in base al numero delle imprese effettivamente finanziate (non solo
iscritte), alle sofferenze registrate ed al volume degli impieghi garantiti, migliorando
così l’efficacia degli interventi di sostegno posti in essere.
Ancora più innovative sono le misure volte a creare dei fondi di controgaranzia
che interagiscono con i fondi di garanzia mutualistica operanti sul territorio, creando
preziose sinergie tra sistema pubblico e privato e accrescendo gli effetti moltiplicativi
delle risorse camerali stanziate.
Basilea 2: l’impegno delle Camere di commercio nel valutare l’affidabilità delle
imprese minori
Il nuovo Accordo di Basilea rappresenta un’opportunità unica per le imprese e le
banche di ridefinire i loro rapporti in un’ottica di partnership.
Il sistema Italia deve necessariamente affrontare tali cambiamenti con una maggiore
consapevolezza delle dinamiche economiche e finanziarie in atto in un mondo costituito
da un fitto tessuto di micro e piccole imprese che rappresenta la vera forza economica
e sociale del Paese.
Il Sistema camerale ha realizzato il suo “originale” contributo alla conoscenza di tale
universo di riferimento, proseguendo nel filone di ricerca inaugurato nel 2005 ed arricchendo l’indagine attraverso una metodologia più complessa, un nuovo e più ampio campione di
imprese (oltre 17.000), e soprattutto un’analisi dello stato di default delle aziende.
L’indagine 2006 sull’affidabilità delle imprese minori si è posta l’obiettivo di misurare il grado di rischiosità economico-finanziaria delle imprese diverse dalle società di
capitale (ditte individuali e società di persone) sulla base dei nuovi criteri innescati da
Basilea 2 e di offrire un vero e proprio modello di rating utilizzabile dalle banche ai fini
della concessione del credito a questa tipologia di aziende.
188
3. L’Azione di servizio
L’applicazione del modello di rating ha evidenziato due risultati lusinghieri: applicando i parametri definiti da Basilea 2 per individuare le situazioni di default, il 96%
del campione appare solvibile e, in una proiezione a 12 mesi, il 95% delle imprese non
è a rischio di insolvenza. È un risultato importante per la solidità economico-finanziaria
delle imprese minori e rassicurante nella prospettiva della ormai imminente entrata a
regime del nuovo Accordo sul capitale.
Questo risultato è tanto più significativo in quanto basato su due solidi pilastri dal
punto di vista statistico e concettuale. Da un lato, infatti, esso scaturisce dall’analisi
della rischiosità di un campione ampio e rappresentativo dell’universo delle imprese
minori italiane, costituito da quasi 17.000 società di persone e ditte individuali selezionate in modo da rappresentare il più fedelmente possibile la composizione settoriale
e geografica del tessuto produttivo nazionale. Dall’altro, esso deriva dall’applicazione
di un modello di rating appositamente concepito – e validato – per tener conto non
solo delle grandezze economico-finanziarie ma anche di quelle informazioni di carattere qualitativo e di andamento che permettono di cogliere, con maggior precisione, le
dinamiche che caratterizzano queste imprese.
Più in particolare, l’analisi della probabilità di default – del rischio cioè che queste
imprese possano ritrovarsi in una condizione di insolvenza nei prossimi 12 mesi – indica
non solo che questo rischio è circoscritto al 5% del campione, ma evidenzia, soprattutto, che il 17% di queste imprese presenta degli eccellenti “fondamentali”, che le
collocano nelle classi più elevate della scala di rating utilizzata in questa indagine.
Bisogna, d’altra parte, rilevare che tre quarti del campione si colloca in una zona
grigia, che nel contesto di questa indagine è idealmente rappresentata dalle fasce di
solvibilità sufficiente o debole. Una collocazione, peraltro, che non indica un rischio
più o meno imminente di default ma che comunque segnala la presenza di criticità, via
via più consistenti mano a mano che si scende lungo la scala di rating, che potrebbero
favorire il verificarsi di crisi di liquidità a fronte di eventi negativi o imprevisti che
dovessero interessare queste aziende.
Appare, invece, meno critica del previsto la situazione delle imprese meridionali
che pur denotando, nel complesso, una struttura più fragile rispetto alle aziende del
Nord, presentano una percentuale di soggetti “vulnerabili” poco superiore alla media
del campione. Nella prospettiva dei 12 mesi, le imprese delle costruzioni e quelle dei
servizi appaiono più “virtuose”, anche se il manifatturiero e il commercio, soprattutto
nell’analisi “a consuntivo” sembrano aver assorbito con sufficiente elasticità gli effetti
negativi della crescita alquanto rallentata che ha caratterizzato la domanda nell’ultimo
periodo.
Significativi sono i risultati relativi al rapporto con il sistema bancario. Ancora una
volta, come già era emerso nella precedente edizione, viene smentito il luogo comune
che immagina un rapporto fatto di multi-affidamenti ed elevato turn-over. Al contrario,
le imprese dimostrano di coltivare rapporti duraturi, spesso con una sola banca anche
se si tratta di un rapporto a volte difficile: il costo del credito rimane, ad esempio, una
questione aperta e le imprese intervistate nel corso della rilevazione affermano, nella
189
Rapporto 2006 sul sistema camerale
quasi totalità dei casi, di non voler prendere in considerazione l’ipotesi di accettare un
tasso di interesse più elevato per poter accedere più facilmente ai finanziamenti.
Conoscenza personale con i responsabili di filiale e disponibilità adeguata di garanzie restano, per buona parte delle aziende, elementi decisivi per facilitare la concessione
del credito. Ancora minoritaria è la posizione di quanti vedono nella patrimonializzazione piuttosto che nella competitività dell’azienda o, ancora, nelle prospettive del settore
gli atout su cui puntare nell’approccio alla richiesta di finanziamenti. Elementi che in
realtà, sia pure in misura diversa, sono destinati a crescere di importanza in regime di
Basilea 2.
Il Progetto PattiChiari
PattiChiari è il consorzio costituito da 170 banche italiane, per un totale di 26.000
sportelli (corrispondenti all’84% degli sportelli dell’intero sistema bancario italiano),
nato con l’obiettivo di offrire servizi di formazione ed informazione che favoriscano la
comprensione dei prodotti finanziari da parte delle imprese e permettano loro di scegliere il prodotto più adatto alle proprie specifiche esigenze.
Il sistema delle Camere di commercio ha avviato una collaborazione con il Consorzio
volta essenzialmente a favorire la diffusione delle iniziative PattiChiari nell’ottica di:
a) fornire strumenti e servizi di educazione finanziaria alle imprese;
b) ridurre l’asimmetria informativa tra banca e impresa sui criteri adottati per l’analisi
delle richieste di credito da parte delle P.M.I.;
c) misurare l’efficienza delle banche attraverso la comparabilità dei tempi di risposta
alle richieste di finanziamento effettuate a livello regionale;
d) promuovere il processo di autoanalisi dell’impresa attraverso la disponibilità di una
Guida sui “criteri generali di valutazione del credito”.
Tale iniziativa rientra in un percorso che vede coinvolti a livello istituzionale il
mondo camerale e quello bancario, sia su base nazionale che locale dove la costituzione delle ABI regionali ha rafforzato il confronto strategico e operativo sul territorio in
merito alle tematiche del credito.
La collaborazione con PattiChiari per l’anno 2006 è stata avviata in fase pilota per
la parte di interventi sul territorio con una selezione di CCIAA (12 Camere: Ancona,
Belluno, Benevento, Brindisi, Campobasso, Como, Cuneo, Grosseto, Isernia, L’Aquila,
Lucca, Matera), per mettere a punto i format di intervento da realizzare a regime nel
2007, su tutte le Camere di commercio che vorranno partecipare al progetto.
In particolare le iniziative congiunte previste riguardano:
• formazione di referenti all’interno delle CCIAA aderenti al progetto;
• creazione di un’area informativa sui temi identificati all’interno delle sedi camerali;
• valorizzazione partnership e veicolazione contenuti identificati;
• incubazione momenti di incontro imprese-banche e di comunicazione
c o n giunta sul territorio;
• creazione momenti di formazione per le imprese.
190
3. L’Azione di servizio
La finanza innovativa: il ruolo del Sistema camerale
I forti cambiamenti che caratterizzano il sistema finanziario ed economico internazionale coinvolgono in pieno il sistema imprenditoriale italiano, costituito lungo la
spina dorsale delle piccole e micro imprese, affidate nella maggior parte dei casi ad una
conduzione di carattere familiare.
Le piccole e medie aziende del nostro Paese sono fortemente dipendenti dal credito
bancario a causa della ristrettezza dei margini di autofinanziamento e della carenza di
afflusso di capitale di rischio.
Ne deriva incertezza riguardo sia la stabilità delle fonti che il costo dei finanziamenti. La maggiore incidenza degli oneri finanziari determina inoltre una più forte
esposizione della piccola impresa ai rischi congiunturali.
Una politica per lo sviluppo delle P.M.I. dovrebbe quindi porsi l’obiettivo di favorire
la differenziazione delle forme di finanziamento delle piccole imprese, accrescendo il
peso del capitale di rischio all’interno della loro struttura finanziaria e sostenendo l’impresa anche nella fase di avvio dell’iniziativa imprenditoriale.
In tale prospettiva, il sistema finanziario può svolgere un ruolo attivo per avvicinare
le imprese di dimensioni minori al mercato dei capitali, attraverso la promozione di
forme di finanziamento con capitale di rischio, ovvero mediante l’investimento diretto
e indiretto da parte del sistema bancario nel capitale delle imprese (merchant-banking,
private equity) o mediante l’affiancamento delle imprese nei processi di quotazione su
alcuni dei circuiti dei mercati regolamentati quali quello denominato Expandi o quello,
di recente introduzione in Italia, del Mercato Alternativo del Capitale di Borsa Italiana
S.p.A.
In tal senso, il Sistema camerale si potrà configurare sempre più come una componente economico-istituzionale in grado di fornire un significativo contributo alla
definizione-realizzazione delle politiche economiche e di sviluppo dei diversi contesti
territoriali.
La mission istituzionale del Sistema camerale negli ultimi anni si è orientata sullo
svolgimento di attività di collegamento e facilitazione tra il sistema bancario e quello imprenditoriale, cercando di favorire proprio quei processi virtuosi sopra descritti,
incentivando sempre più il passaggio da un ricorso a strumenti creditizi, verso forme di
vera e propria finanza alternativa, spostando anche il periodo temporale del finanziamento dal breve al medio-lungo termine.
Le Camere di commercio hanno accumulato negli anni sul tema della finanza innovativa per le piccole e medie imprese numerose esperienze e attività, attraverso azioni,
strumenti, ruoli che possono essere rappresentati (ma non certo in maniera esaustiva)
nelle esperienze di seguito riportate in materia di fondi rotativi di partecipazione per
le nuove imprese innovative, e di esercizio di un ruolo di promozione e coordinamento
sul territorio.
191
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Il ruolo di promozione e di coordinamento:
il Consorzio camerale per il credito e la finanza
Il Consorzio camerale per il credito e la finanza ha per oggetto sociale lo svolgimento di azioni
volte a migliorare l’accesso delle P.M.I. al mercato del credito e ai mercati finanziari, nonché
a promuovere e sostenere lo sviluppo di nuove e più articolate forme di finanza per i sistemi
locali. I soci fondatori del Consorzio sono le Camere di commercio industria artigianato
e agricoltura di Bari, Brescia, Firenze, Genova, Imperia, Milano, Napoli, Palermo, Roma,
Treviso, Trieste e l’Unione italiana delle Camere di commercio. Il Consorzio camerale per il
credito e la finanza ha raccolto, a partire dal 2004, la prestigiosa quanto impegnativa eredità del Consorzio camerale per il coordinamento dei mercati locali, nato nel 1986 – con la
denominazione di Consorzio camerale per il coordinamento delle borse valori – per favorire
e supportare la nascita della Borsa telematica. Il cambiamento della ragione sociale, lungi dall’essere una semplice operazione di restyling, è invece indicativo di come gli ambiti di interesse
e di responsabilità del Consorzio si siano notevolmente ampliati nel corso degli ultimi anni.
L’ampliamento del campo d’azione non è andato a discapito dell’impegno “storico” che il
Consorzio ha profuso nello studio e nella promozione del capitale di rischio per le P.M.I..
Al contrario, continua il lavoro di formazione, informazione e animazione del mercato, che
ha avuto e ha tuttora nel portale telematico P.M.I. Finance (www.pmifinance.it) uno dei
principali strumenti operativi per favorire lo sviluppo e il consolidamento della cultura del
capitale di rischio – e del venture capital – tra le oltre 300.000 imprese iscritte alle Camere
di commercio aderenti all’iniziativa.
I risultati raggiunti sono stati lusinghieri, nonostante la fase di incertezza che ha caratterizzato
negli ultimi anni il mercato del venture capital in Italia e il ridimensionamento del fenomeno della
net economy che, almeno inizialmente, ha rappresentato la punta di diamante di questo mercato.
P.M.I. Finance si avvale tuttora della partnership con i principali attori presenti sul mercato del
credito e della finanza operanti in Italia: AIFI, ABI, IBAN e Borsa Italiana, che, in questi anni,
hanno offerto il proprio contributo propositivo e operativo per garantire il successo del progetto.
A questa iniziativa si è affiancato, a partire dal 2003, il progetto Venture Route (www.venture-route.com). Questo progetto, che ha ottenuto il patrocinio della Commissione europea, va a inserirsi nel solco della tradizionale innovatività delle iniziative del Consorzio: si
tratta, infatti, di una piattaforma europea di matchmaking on line a disposizione di imprese,
manager e aspiranti imprenditori per identificare e sviluppare alleanze strategiche, accedere
a progetti internazionali, conoscenze e competenze specialistiche, servizi di supporto e di
assistenza personalizzati, capitali di rischio e finanziamenti pubblici. Al progetto, a cui
hanno già aderito 400 investitori e oltre 3000 aziende, partecipano anche Sviluppo Italia, e
altri partner di diversi Paesi europei, tra cui Germania, Austria e Irlanda.
Coerentemente con le nuove esigenze ma anche con le interessanti opportunità che derivano
dall’evoluzione, sempre più rapida, della finanza d’impresa, il Consorzio si è posto però nuovi
obiettivi strategici e operativi, con particolare riferimento alla finanza per l’internazionalizzazione, alla finanza per lo sviluppo locale e alla finanza per l’innovazione tecnologica.
Il Consorzio punta a individuare e proporre, anche in collaborazione con altri soggetti sia
del Sistema camerale sia del mondo associativo e accademico, linee di sviluppo per strumenti e iniziative volti a promuovere il finanziamento di progetti imprenditoriali focalizzati
sull’innovazione tecnologica o sull’implementazione di strategie di internazionalizzazione.
192
3. L’Azione di servizio
Fondo di garanzia Unioncamere Lombardia a sostegno dell’accesso
al credito delle imprese artigiane
Il funzionamento di questo fondo è definito in un accordo/convenzione con Artigiancredit
Lombardia, Consorzio di 2° grado tra i Confidi artigiani della Lombardia, che a sua volta
ha convenzionato i Confidi territoriali. Questa convenzione è definibile come accordo
quadro e quindi può essere utilizzata per diversi prodotti (fino ad oggi è stata utilizzata per
tre prodotti: riequilibrio finanziario, SMART nuove imprese, SOFIA imprese femminili, a
cui potrebbero aggiungersene altri con lo stesso meccanismo di funzionamento).
I soggetti interessati alla gestione sono fondamentalmente tre:
• Artigiancredit Lombardia, e quindi il sistema dei Confidi, che gestisce gli aspetti operativi, convenziona le banche interessate e cura il rapporto con Unioncamere Lombardia,
ponendosi come intermediario nei confronti dei Confidi territoriali;
• Unioncamere Lombardia, e quindi il sistema camerale, che mette a disposizione i fondi
a garanzia;
• le banche che finanziano le imprese, a condizioni e costi convenzionati con Artigiancredit.
Artigiancredit, con periodicità trimestrale, rendiconta ad Unioncamere sull’andamento del
prodotto e richiede il rimborso delle pratiche insolute, nella percentuale prevista, per le quali
i Confidi hanno rimborsato la banca. Unioncamere Lombardia, verifica il tutto e procede a
rimborsare Artigiancredit, che, a sua volta, rimborsa il Confidi. In caso di recupero totale o
parziale dell’insolvenza, Artigiancredit rimborsa Unioncamere per la quota di competenza.
Il fondo di garanzia costituito è vincolato alla destinazione prevista e quindi, essendo attivi i
prodotti, non può essere utilizzato per altri fini; resta però in gestione ad Unioncamere e non
entra nel patrimonio dei confidi. Pertanto non è interessato dalle norme previste nell’ultima
finanziaria. Si configura come uno strumento di politica industriale che indirizza il credito
verso finalità ritenute prioritarie dal sistema camerale al momento della sua costituzione.
Il fondo si decrementa a seguito della liquidazione delle insolvenze e si incrementa a seguito
dei recuperi o perché viene integrato con successivi versamenti, per mantenere in essere il
rapporto necessario con il montante dei finanziamenti erogati
Il vantaggio per il sistema delle imprese sta nella possibilità per i confidi territoriali, controgarantiti tramite Artigiancredit dal fondo di Unioncamere Lombardia, di rilasciare alla
banca una garanzia più elevata (65/80%) e quindi di facilitare l’accesso al credito per specifiche categorie di imprese (es. nuove imprese, imprese femminili) oppure per prodotti a
rischio elevato (es. riequilibrio finanziario).
Artigiancredit Lombardia ha, poi, in corso un contratto con il Fondo europeo degli investimenti (FEI), che controgarantisce al 50% finanziamenti per investimenti e avvio di nuove
imprese. Nel caso quindi di un prodotto come SMART l’intervento del FEI consente di
ridurre del 50% il rischio a carico del fondo Unioncamere.
Dopo qualche perplessità iniziale da parte del sistema Confidi, che per ovvie ragioni preferisce ricevere i contributi direttamente sui propri fondi rischi, il sistema ha funzionato, tanto
da far ritenere oggi il riequilibrio finanziario un prodotto di successo, largamente utilizzato
dalle imprese artigiane.
193
Rapporto 2006 sul sistema camerale
I progetti sul territorio
Camera di commercio
Titolo progetto
Partenariato
ALESSANDRIA
Convegno “Crescere insieme: perché ?”
ABI
ANCONA
Contributi ai consorzi fidi della
Provincia di Ancona
Progetto “Basilea 2”
Sistema dei confidi
Protocollo di intesa per favorire l’accesso
al credito delle PMI
Acquisto partecipazione nel Centro estero internazionalizzazione Piemonte
Servizi innovativi per la finanza: progetto
“Rating model on line - Basilea 2”
Servizi innovativi per la finanza: progetto
“Rating point”
Servizio alle imprese sulla finanza e il
credito
Incentivi alle imprese per la capitalizzazione aziendale
Realizzazione di analisi di bilancio finalizzate all’ottenimento del rating per le
PMI
Protocollo di intesa con Prefettura in
materia di antiracket e antiusura
Concessione di contributi a fondo rischi
e in conto interessi ai Consorzi fidi della
Provincia di Ferrara
Servizi innovativi per la finanza: progetto
“Rating model on line - Basilea 2”
Avvio della nuova contabilità economica
camerale
Progetto “Impresapiù”: avvio di un
fondo di controgaranzia intersettoriale
Servizi innovativi per la finanza: progetto
“Basilea 2”
Seminario sulla legge 488/92
Regione Toscana
AOSTA
AREZZO
ASTI
AVELLINO
BERGAMO
CAMPOBASSO
COMO
CREMONA
CROTONE
FERRARA
FIRENZE
FROSINONE
GENOVA
LECCO
LUCCA
MANTOVA
MASSA CARRARA
MILANO
MODENA
NAPOLI
PADOVA
194
Regione Piemonte
Associazioni di categoria, Confidi,
imprese locali
Banche e Confidi
Associazioni di categoria
Prefettura, Enti locali
Università di Firenze, Centro studi
Finanza Firenze
Istituto G. Tagliacarne
Provincia di Genova e Consorzi fidi
provinciali
Consorzio camerale per il credito e la
finanza di Milano
Fondazione bancaria
Bandi camerali per il finanziamento di
PMI mantovane
Servizi innovativi per la finanza: il siste- ABI, Consorzio camerale per il credito
ma bancario, strumento al sostegno della
crescita dell’economia del territorio
Costituzione “Veicolo 107”
CPL, Fidicomet, Fidimpresa, Sinvest,
Cooperativa artigiana lombarda di
garanzia, Agrifidi
Progetto “Fondo innovazione: fondo
Provincia di Modena, 3 Istituti bancari,
rotativo per il sostegno agli investimenti Comuni locali
in innovazione delle imprese”
Nuovo regolamento sull’efficienza e riorganizzazione dei Confidi
Azioni di sostegno all’operatività dei
Consorzi fidi della Provincia di Padova
Consorzi fidi
3. L’Azione di servizio
PARMA
PAVIA
PERUGIA
PISA
POTENZA
RAGUSA
RAVENNA
RIETI
SIRACUSA
TERNI
TORINO
VERCELLI
VICENZA
VITERBO
Progetto di riorganizzazione del sistema
provinciale dei Confidi
Accordo di programma UnioncamereRegione Lombardia per il finanziamento
di bandi per la concessione di contributi
a progetti di interesse per l’economia
locale
Contributi camerali ai Consorzi fidi e
Cooperative di garanzia
Progetto di sviluppo ed accesso al credito
per le PMI nell’ottica di Basilea 2
Bando per contributi per servizi promozionale alle imprese 2006
Servizi alle imprese sull’assistenza al
credito
Avvio di un Fondo a sostegno dell’artigianato di servizio
Finanza e credito: Osservatorio sui bilanci delle societa’ di persone in relazione a
Basilea 2
Progetto Basilea 2: ruolo e prospettive
dei confidi nelle nuove dinamiche dei
rapporti banche-imprese
Progetto di formazione ed assistenza per
l’accesso al credito per le PMI nell’ottica
di Basilea 2
Costituzione del Comitato Torino
finanza
Associazioni di categoria, Confidi
Regione Toscana
Provincia di Ravenna
ABI
Consorzio finanza e credito di Milano,
Associazioni di categoria, Banche locali
API Torino, Eurofidi, Università di
Torino, Ferrero Spa, Lavazza Spa, Locat
spa, Politecnico di Torino, Sanpaolo
IMI, Telecom Italia, Unicredit Banca,
Unionfidi
ABI, Associazioni di categoria
Convegno ABI: “Il territorio, le banche
e le imprese”
Progetto “Private equity”: costituzione di Confidi e banche locali
una società per finanziare i nuovi startup di impresa
Progetto di sviluppo ed accesso al credito
per le PMI: vademecum Basilea 2
195
Rapporto 2006 sul sistema camerale
3.6 Innovazione
Tabella 3.6.1. I numeri di “Innovazione”
73
Camere di commercio svolgono azioni di supporto all’innovazione
di cui 12 delegando l’attività alle Aziende speciali
1.554
Azioni di supporto all’innovazione ed al trasferimento tecnologico
di cui:
813 relative all’assistenza e consulenza tecnologica alle imprese
651 relative al trasferimento tecnologico e alla diffusione di brevetti
51 relative alla formazione ed organizzazione di seminari
39 relative al campo della sicurezza, normazione e qualità
4.186
7,8
29
67
11,0
Imprese utenti delle attività di diffusione di informazioni e banche dati
Milioni di euro di finanziamenti diretti alle imprese
Sportelli dedicati
Collaborazioni con università e centri di ricerca
Milioni di euro liquidati dalle Camere di commercio in attività a supporto dell’innovazione
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
L’innovazione rappresenta uno dei più rilevanti fattori di sviluppo delle economie
locali e dei sistemi imprenditoriali, soprattutto nel contesto di trasformazione e riposizionamento che il nostro apparato produttivo sta sperimentando da alcuni anni. In uno
scenario sempre più selettivo e competitivo a livello globale, le performance imprenditoriali sono infatti sempre più legate a una serie di assets aziendali mirati alla ricerca
di posizioni di mercato strategiche e a elevati margini di crescita. E fra questi assets,
il processo di ricerca, trasferimento tecnologico e realizzazione delle innovazioni (sul
versante del processo e, ancor più, del prodotto o servizio offerto) assume un ruolo
centrale per le aziende italiane e per l’upgrading complessivo del nostro sistema.
Il Sistema della Camere di commercio ha da alcuni anni avviato, con il coordinamento di Unioncamere, un insieme di attività di sostegno, promozione e accompagnamento alle imprese proprio per favorire nei territori di propria competenza l’avvio
di processi innovativi sistematici e duraturi. A tal fine, di rilevanza strategica è stato
il raccordo con organismi/enti esterni (come università, istituti di ricerca, consorzi
196
3. L’Azione di servizio
e poli tecnologici), nella consapevolezza che il gap tecnologico del nostro Paese
rispetto ai principali competitors internazionali sia legato non tanto all’entità delle
risorse pubbliche in ricerca, quanto piuttosto alla quota “rilevata” di investimento
delle imprese private, a causa soprattutto della problematica capacità di collegamento
inter-aziendale e della limitata comunicazione tra il mondo della ricerca e il mondo
delle imprese.
Nell’ultimo anno, le Camere hanno proseguito e intensificato le azioni a supporto
dell’innovazione e del trasferimento tecnologico, anche attraverso attività di rilevazione, monitoraggio e aggregazione dei fabbisogni tecnologici – spesso inespressi – delle
imprese in domanda “aggregata” di innovazione tecnologica, favorendo al contempo il
raccordo con l’offerta d’innovazione tecnologica da parte degli enti pubblici di ricerca.
La maggior parte delle Camere di commercio svolge direttamente azioni in tema di
innovazione e trasferimento tecnologico, mentre una parte più esigua si affida alle proprie
aziende speciali.
Nel dettaglio, sono 73 le Camere che svolgono sistematicamente azioni di supporto
all’innovazione, di cui 29 attraverso Sportelli dedicati e di cui 12 delegando tale attività alle
loro Aziende speciali.
Figura 3.6.1. Le attività svolte per il supporto dell’innovazione
(valori assoluti)
1.000
813
750
651
500
359
250
205
76
82
39
51
Innovazione nel campo
della sicurezza,
normazione e qualità
Formazione e seminari Progetti TT e diffusione Assistenza e consulenze
brevetti
tecnologiche alle
imprese
2005
2006
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
197
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Le iniziative del Sistema camerale sono finalizzate soprattutto ad assistere le imprese ad approfondire e a soddisfare i propri fabbisogni tecnologici, nonché alla diffusione
(anche attraverso modalità di erogazione on line) di informazioni in campo brevettuale
e al supporto nelle operazioni di protezione della proprietà industriale.
Oltre a proseguire uno specifico impegno nel campo della normazione, certificazione, sicurezza e qualità, il Sistema camerale ha altresì promosso la realizzazione di
interventi formativi a sostegno delle imprese che intendono confrontarsi con la sfida
dell’innovazione, nella convinzione che la formazione di risorse umane in grado di
gestire, controllare e promuovere il complesso processo innovativo sia un indispensabile
elemento propulsivo per la crescita dimensionale e strategica e per il potenziamento
della competitività delle imprese del nostro Paese.
Innovare non è solo incoraggiare le imprese già esistenti sul mercato, ma anche creare uno sbocco a tutti quei potenziali imprenditori dotati di idee vincenti ma con scarse
possibilità di attuazione. In questo scenario si inserisce, inoltre, l’impegno della rete
camerale nel favorire la nascita di nuove imprese innovative tramite attività di scouting
di idee, anche approntando specifici strumenti per la partecipazione al capitale di rischio
delle nuove imprese (seed capital).
Figura 3.6.2. Gli strumenti utilizzati per la promozione
dell’innovazione tecnologica - (valori assoluti)
80
59
60
67
48
40
35
31
30
20
0
Collaborazioni con Università e centri
di ricerca
Sportelli informativi dedicati (fisici e/o
virtuali)
Pubblicazioni, convegni e mostre
2005
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
198
2006
3. L’Azione di servizio
Un’altra dimensione del vantaggio competitivo di un’impresa sul mercato può essere
considerata quella relativa non tanto all’innovazione in senso stretto (sia essa di prodotto/servizio o di processo), quanto all’innovazione nel design e in tutti gli elementi
di carattere semantico-simbolico-funzionale interconnessi con il prodotto/servizio/processo. In questo contesto, il sistema delle Camere di commercio sta fornendo il proprio
contributo alle imprese, promuovendo azioni di sensibilizzazione e sostegno per la
diffusione della cultura del design e della creatività.
Con riferimento allo scenario sopra delineato, è importante avere una dimensione
delle attività e delle relazioni del Sistema camerale con gli altri attori del processo
innovativo e degli strumenti utilizzati per la promozione dell’innovazione tecnologica.
Al riguardo, è significativa la crescita rilevata nel 2006 con riferimento alle collaborazioni con università e centri di ricerca, a testimonianza dello sforzo verso la creazione
di un network e di una community sia fra le Camere, sia fra queste e alcuni soggetti
esterni, per condividere iniziative, esperienze ed esiti delle attività svolte.
La Piattaforma Innovazione
Per facilitare l’accesso alle imprese ai servizi e alle attività delle Camere di commercio in tema di innovazione, Dintec ed Unioncamere hanno realizzato un portale che
raccoglie i diversi interventi del Sistema camerale (www.innovazione.dintec.it).
La Piattaforma Innovazione unisce le Camere di commercio in un network esteso su
tutto il territorio italiano, offre alle imprese servizi informativi ed è uno strumento di
comunicazione da e verso le singole Camere.
Nella Piattaforma le imprese possono trovare non solo informazioni sulle attività
delle Camere, ma anche:
• il servizio di auto-profilatura della propria impresa: attraverso una check list si
raccolgono informazioni circa la struttura economica, organizzativa ed innovativa
dell’impresa e si offre la possibilità di confrontare le proprie risposte con quelle della
media nazionale del settore;
• il servizio PatNews: assieme all’imprenditore è individuata l’area tecnologica di
interesse e quindi è inviata, con cadenza mensile, una e-mail “personalizzata” contenente le relative domande di brevetto depositate presso l’Ufficio europeo brevetti
(complete di titolo, abstract e collegamento verso il testo integrale del brevetto);
• il servizio contatta la Camera: un canale di comunicazione privilegiato della singola
impresa verso la propria Camera ed in generale verso il Sistema camerale.
Nel 2006 è stato ampliato il network delle Camere partecipanti alla Piattaforma
Innovazione includendo gli uffici PatLib e PIP (uffici di informazione sul brevetto europeo) del Sistema camerale. Parallelamente è cresciuta la quantità di informazioni sulla
normativa e sulle procedure per la brevettazione italiana ed europea, confermando così
l’importanza del tema della brevettazione a supporto dei processi innovativi.
199
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Futura Innovazione Spa
“Futura Innovazione spa” è una società finanziaria partecipata dalla Camera di commercio
di Vicenza creata per supportare lo start up di imprese innovative.
Di fronte alle difficoltà legate alla fase di nascita e avvio delle imprese (in primo luogo
quelle a più elevato contenuto innovativo), è apparso opportuno sviluppare un’attività
di sostegno coordinato e di ampio respiro per incoraggiare la realizzazione di nuove idee
imprenditoriali, considerati anche i problemi di accesso al credito da parte dei giovani e dei
piccoli imprenditori in possesso di una business idea innovativa. Il sistema delle Camere
di commercio sta mettendo in campo una serie di interventi per contribuire a risolvere tali
difficoltà: in particolare, nell’ultimo triennio sono state avviate partecipazioni al capitale
di rischio (seed capital) da parte dalle Camere di commercio di Pisa, Ferrara e Reggio
Calabria. In questo contesto, il recente intervento della Camera di commercio di Vicenza
merita un’attenzione particolare, sia per le caratteristiche del modello individuato, sia per
la dinamicità del tessuto economico in cui si svilupperà.
Si tratta di un’iniziativa definita “Progetto private equity”, che prevede la costituzione di
una società finanziaria partecipata denominata “Futura Innovazione Spa” avente lo scopo
di selezionare piccole e medie imprese costituite sotto forma di società di capitali da meno
di un anno ed attive nella provincia di Vicenza che si trovino in fase di start up e che presentino dei piani industriali innovativi, in cui poter effettuare interventi di partecipazione al
capitale di rischio. Tale progetto prevede, fin dalla sua fase di attuazione, il coinvolgimento
di soggetti privati, anche al fine di mantenere un atteggiamento di mercato nei confronti
dell’assunzione, della gestione e della dismissione delle partecipazioni assunte.
Ogni partecipazione non potrà superare, direttamente o indirettamente, la misura del
40% del capitale della società partecipata e il valore massimo sarà pari a 300.000,00 euro
per intervento. La società finanziaria di partecipazione avrà la forma di una società per
azioni, con capitale sociale iniziale pari a 600.000,00 euro, 400.000,00 dei quali forniti
dalla Camera di commercio e 200.000,00 forniti da investitori privati, con l’obiettivo del
raggiungimento della partecipazione degli investitori privati al 50% del capitale sociale.
“Futura Innovazione spa” utilizzerà una dotazione finanziaria complessiva pari a 4 milioni
di euro per assumere le partecipazioni nelle imprese selezionate, attraverso una linea di
credito ottenuta a condizioni di mercato. L’iniziativa verrà adeguatamente pubblicizzata e
promossa dalla Fondazione G.Rumor-Centro Produttività Veneto, la quale si attiverà per
fornire informazioni e consulenza alle imprese interessate al progetto.
La Camera di commercio si adopererà ogni anno per indire una procedura selettiva pubblica per la raccolta di candidature, al fine della presentazione delle domande da parte delle
imprese interessate.
Futura Innovazione Spa avrà il compito di valutare i progetti presentati e selezionare le
imprese meritevoli di un intervento partecipativo, sulla base di criteri predefiniti e che
tengano conto del grado di interesse del progetto presentato, nonché della verifica della sua
sostenibilità finanziaria.
200
3. L’Azione di servizio
La Camera di commercio di Vicenza ha intrapreso questo cammino, riconoscendo la
necessità di un intervento pubblico e realizzando un progetto ritenuto di alta valenza per il
sistema delle imprese locali. Tale ruolo di volano dell’economia è stato altresì riconosciuto
esplicitamente dalla Commissione Europea che - con la Decisione n°360 del 30 gennaio
2007 relativa all’aiuto di Stato n° 644/2006 “Progetto di private equity” della Camera di
commercio di Vicenza, ha confermato la validità dell’operazione proposta e valutato positivamente il modus operandi della CCIAA, avendo rinvenuto l’esistenza di un aiuto di Stato
considerato compatibile con il Trattato CE.
Le attività di Dintec nel campo dell’innovazione e della qualità
Dintec, consorzio per l’innovazione tecnologica tra Unioncamere ed ENEA, opera con
l’obiettivo di ideare, progettare e attuare interventi sui temi dell’innovazione, della normativa tecnica, della certificazione e della qualità.
Dintec ha realizzato, in collaborazione con Unioncamere, un Osservatorio sulla brevettazione delle imprese italiane presso l’Ufficio europeo brevetti, rendendo così possibile l’individuazione – non solo a livello nazionale, ma anche a livello provinciale – delle dinamiche
brevettuali italiane; da questo osservatorio è possibile individuare i soggetti che più degli
altri contribuiscono al patrimonio conoscitivo e brevettuale italiano, in cui hanno un ruolo
di primo piano le medie imprese italiane.
Dintec, in collaborazione con circa quaranta Camere di commercio, sta costituendo una
rete di relazioni e conoscenze non solo sulla brevettazione ma, più in generale, sull’innovazione e il trasferimento tecnologico. Questa rete è un mezzo di scambio di informazioni
interno alle Camere di commercio per diffondere le migliori pratiche, ma anche una risorsa
per reperire informazioni e dare assistenza alle imprese.
Sono, inoltre, in aumento i rapporti di collaborazione tra le Camere di commercio e
l’ENEA. In particolare – grazie alla collaborazione Unioncamere, ENEA e Dintec – è stata
avviata un’attività di check up energetico degli edifici delle strutture camerali. Con questa
attività sono analizzati i punti di forza e di debolezza delle sedi delle Camere di commercio
e definiti possibili interventi di miglioramento dell’efficienza energetica delle strutture,
verificando l’eventualità di ricorrere anche all’utilizzo di fonti di energia alternative. Inoltre
sono stati progettati seminari – rivolti alle imprese e da realizzare con le singole Camere
di commercio, l’ENEA e Dintec – per fornire informazioni riguardanti gli strumenti per
migliorare l’efficienza energetica delle P.M.I..
Con riferimento, invece, al campo della certificazione e della qualità, le attività si concentrano principalmente nella progettazione ed implementazione di Sistemi di gestione
in conformità alle principali normative volontarie internazionali (es. UNI EN ISO 9001,
UNI EN ISO 1400l, SA 8000 ecc.). Ad oggi, le strutture camerali certificate o in corso di
certificazione (a fronte della norma UNI EN ISO 9001), con il supporto di Dintec, sono
13 CCIAA, 1 Unione regionale e 11 Aziende speciali. Dintec svolge, infine, attività di consulenza per l’accreditamento dei laboratori di prova a fonte della norma ISO/IEC 17025.
201
Rapporto 2006 sul sistema camerale
I progetti sul territorio
Camera di commercio
ANCONA
AREZZO
ASTI
AVELLINO
BERGAMO
BOLOGNA
BRESCIA
CAMPOBASSO
CATANIA
COMO
COSENZA
CREMONA
CROTONE
CUNEO
FERRARA
FIRENZE
FROSINONE
GENOVA
ISERNIA
L’AQUILA
LA SPEZIA
LATINA
LECCO
LODI
LUCCA
202
Titolo progetto
Check up tecnologici per le imprese del
settore della meccanica
Progetto “Tech shop”
Partenariato
Dintec, Università Politecnica delle
Marche
Consorzio Arezzo Innovazione, Provincia
di Arezzo
Progetto “PICO - innovazione e compe- Regione Piemonte
titività del sistema Piemonte”
Progetto di innovazione e trasferimento Dintec
tecnologico alle PMI
Progetto per il risparmio di energia elettrica nel condizionamento del latte nelle
sale di mungitura
Progetto “PIU’ - trasferimento tecnolo- Università di Bologna
gico tra Università e PMI”
CMST gestione - Centro Servizi multi- Comune, Università cattolica
settoriale per il trasferimento tecnologico
Progetto “PIN - Polo innovativo
Associazioni di categoria, enti ed istituUnioncamere Molise”
zioni locali
Sostegno finanziario per processi di
informatizzazione
Progetto “i -Como: la fabbrica delle
Aziende locali e Centro di cultura scienidee”
tifica “A. Volta”
Azioni di trasferimento dell’innovazione Dintec
alle PMI
Bando innovazione all’interno dell’adp
Regione Lombardia, Provincia di
Regione-Camere lombarde
Cremona
Progetto per la competitività territoriale e
di sistema: sicurezza nell’agroalimentare
Progetto “PICO - innovazione e compe- Regione Piemonte
titività del sistema Piemonte”
Fondo di rotazione per imprese innovative
Progetto per la competitività territoriale ITF - Italian Textile Fashion
e di sistema: settore pellettiero
Progetto “AIDA - apportare innovazione
direttamente in azienda”
Promozione del tavolo istituzionale su
Regione Liguria, Università degli studi
innovazione e ricerca
di Genova, Sviluppo Italia Liguria, CNR
Sistema innovazione (2^ annualità)
Azioni di trasferimento dell’innovazione
alle PMI
Azioni di trasferimento dell’innovazione Università degli studi di Genova
alle PMI
Progetto “AIDA - apportare innovazione
direttamente in azienda”
Bando innovazione all’interno dell’adp
Regione Lombardia ed Unioncamere
Regione -Camere lombarde
Lombardia
Bando per la promozione di progetti
innovativi per micro, piccole e medie
imprese della Provincia di Lodi
Progetto “Ecodatabase”
Ministero dell’Ambiente
3. L’Azione di servizio
MACERATA
SIRACUSA
TORINO
Azioni di trasferimento dell’innovazione
alle PMI
Bando innovazione all’interno dell’accordo di programma Regione - Camere
lombarde
Bando per la concessione di contributi
in conto capitale per l’installazione di
impianti per la produzione di energia da
fonti rinnovabili.
Accordo di programma per lo sviluppo
economico e la competitività del sistema
lombardo
Azioni di trasferimento dell’innovazione
alle PMI
Azioni di trasferimento dell’innovazione
alle PMI
Analisi dei fabbisogni tecnologici delle
imprese e predisposizione di una rete per
il trasferimento tecnologico
Bando per la diffusione dell’innovazione
nel sistema produttivo locale
Azioni di trasferimento dell’innovazione
alle PMI
Contributi a favore delle PMI operanti
nell’area montana della Provincia di
Pistoia (sviluppo di tecnologie informatiche ed accesso alla banda larga)
Progetto “Innovare per competere”
Disciplinare sull’innovazione tecnologica
e la ricerca
Azioni di trasferimento dell’innovazione
alle PMI: settore biomedicale
Azioni di trasferimento dell’innovazione
alle PMI
Analisi dei fabbisogni tecnologici delle
PMI e predisposizione di una rete per il
trasferimento tecnologico
Progetto “S.P.IN.A - sportello per l’innovazione tecnologica delle aziende”
Monitoraggio dei fabbisogni formativi
delle imprese ed analisi dell’ offerta
tecnologica
Progetto Archimed - Pic Interreg III b
Alps Innovation Relay Centre
VARESE
Avvio Laboratorio RFID
VENEZIA
Progetto di diffusione e trasferimento
tecnologico alle imprese della Provincia
di Venezia
Progetto “PICO - innovazione e compe- Unioncamere Piemonte
titività del sistema Piemonte”
Azioni di trasferimento dell’innovazione
alle PMI
MANTOVA
MASSA CARRARA
MILANO
ORISTANO
PADOVA
PARMA
PERUGIA
PISA
PISTOIA
PORDENONE
PRATO
REGGIO CALABRIA
RIETI
RIMINI
ROVIGO
SASSARI
VERCELLI
VERONA
Tecnomarche ed Innotecno
Provincia di Massa Carrara
Regione Lombardia, Unioncamere
Lombardia, Provincia di Milano
Parco Scientifico e Tecnologico Galileo
Unioncamere Emilia-Romagna, Dintec,
Aster, Cise
Fondazione Cassa di Risparmio di
Perugia
Unione Industriali di Pordenone
Parco scientifico biomedico S. Raffaele
di Roma
Confindustria Rovigo
Unioncamere Piemonte, Camera di
Genova
Regione Lombardia, Unione Industriali
Varese, Università Carlo Cattaneo
Venezia Tecnologie s.p.a.
203
Rapporto 2006 sul sistema camerale
3.7 Ambiente
Tabella 3.7.1. I numeri di “Ambiente”
61
Camere di commercio hanno effettuato attività inerenti la tutela e la salvaguardia del patrimonio ambientale
di cui 8 delegando l’attività alle Aziende speciali
142
55,6
260,8
45
1,6
Azioni svolte dalle Camere di commercio per la tutela e la salvaguardia del patrimonio
ambientale
Mila modelli MUD ricevuti per via telematica (45,9 nel 2005)
Mila modelli MUD presentati su supporto magnetico
Sportelli Ambiente attivati dalle Camere di commercio
Milioni di euro liquidati dalle Camere di commercio alle attività ambientali
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
La maggiore attenzione nei confronti di uno sviluppo economico equilibrato ha
mutato l’approccio ai problemi ambientali da parte delle imprese. Queste infatti stanno
investendo nella riduzione dell’impatto ambientale delle attività produttive in quanto
tali interventi non sono più percepiti come costi aggiuntivi, ma come azioni utili a
migliorare la competitività dell’impresa sul mercato interno e, soprattutto, su quello
internazionale.
Figura 3.7.1. Le modalità di presentazione del MUD
(valori assoluti in migliaia)
350
300
289
248
250
279
258
231
285
279
295
290
262
278
278
261
214
188
200
167
155
150
140
143
130
142
129
100
50
19
35
46
56
0
1996
1997
supporto cartaceo
1998
1999
2000
supporto magnetico
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
204
2001
2002
2003
2004
invio telematico
2005
2006
3. L’Azione di servizio
La legislazione ambientale europea e gli standard di compatibilità ambientale dei
prodotti e dei processi hanno portato molte imprese ad adottare tecnologie meno inquinanti e ad utilizzare in modo più razionale le materie prime e l’energia per ottenere un
beneficio sia in termini di qualità della vita che di riduzione dei costi.
Le Camere di commercio testimoniano all’opinione pubblica sia l’esistenza di questo
processo di modificazione del rapporto tra impresa ed ambiente, e sottolineano come
questo processo abbia bisogno di nuovi strumenti normativi, sia di uno snellimento
degli adempimenti amministrativi e di efficaci servizi che possano supportare concretamente le imprese impegnate su questo difficile, ma importantissimo, fronte.
In questi ultimi anni alle Camere di commercio sono state affidate competenze di
rilievo in materia ambientale, a partire dalla raccolta e dalla gestione informatica del
Modello Unico di Dichiarazione ambientale (MUD) e dal coordinamento delle Sezioni
regionali dell’Albo delle imprese che effettuano la gestione dei rifiuti.
Tabella 3.7.2. MUD telematico 2007: le prime 10
Camere di commercio
CCIAA
MUD telematici
TORINO
3.541
FIRENZE
3.530
MILANO
3.320
BOLOGNA
3.187
ROMA
2.735
MODENA
1.903
BERGAMO
1.874
TRENTO
1.545
ASTI
1.404
BRESCIA
1.360
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Il Sistema camerale ha cercato di interpretare queste competenze amministrative
in campo ambientale come un’occasione per sviluppare una capillare serie di iniziative
volte a promuovere la compatibilità ambientale dei processi e dei prodotti, quale elemento di competitività delle imprese.
In questo contesto molte Camere, in qualche caso in anni precedenti alla formale
attribuzione di competenze in materia, hanno istituito specifici servizi di informazione
e assistenza in merito alla legislazione ambientale e agli adempimenti connessi.
In anni più recenti, l’attività delle Camere ha affiancato alle attività di assistenza
normativa una serie di iniziative volte a far conoscere, apprezzare e diffondere gli
strumenti volontari di miglioramento delle prestazioni ambientali delle imprese messi
a disposizione dalla legislazione comunitaria. Si tratta in particolare dei Regolamenti
Ecolabel ed EMAS e delle norme tecniche internazionali, quali la certificazione dei
205
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Figura 3.7.2. L’evoluzione delle principali attività svolte dalle Camere
di commercio in materia di ambiente
2006
27,6%
2004
16,0%
25,8%
2002
12,3%
17,2%
10,2%
18,3%
24,5%
0%
17,2%
23,5%
20%
16,0%
40%
9,7%
13,0%
7,0%
6,5%
60%
Sportello ambiente
Convegni e manifestazioni
Incentivi finanziari
Laboratori chimico-merceologici, Aziende speciali, ecc.
8,6% 4,3% 4,9%
9,2%
6,5% 5,4%
7,5% 3,5% 5,5%
80%
100%
Borse rifiuti/residui
Corsi di formazione
Pubblicazioni
Partecipazione ad organismi, consorzi, società
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Figura 3.7.3. Gli strumenti utilizzati per l’espletamento dell’attività in
materia di ambiente (valori assoluti)
8
Partecipazione ad organismi, consorzi, società
6
7
Laboratori chimico-merceologici, Aziende speciali, ecc.
8
14
Pubblicazioni
12
15
Incentivi finanziari
18
20
20
Corsi di formazione
28
27
Convegni e manifestazioni
26
Borse rifiuti/residui
31
45
Sportello ambiente
41
0
10
20
2005
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
206
30
40
2006
50
3. L’Azione di servizio
sistemi di gestione ambientale in conformità della norma UNI EN ISO 14001, e la certificazione ambientale di prodotto in conformità alla famiglia di norme ISO 14000 e ai
marchi di qualità ambientale di prodotto.
Nel corso del 2006 Unioncamere – avvalendosi di Ecocerved – ha sviluppato insieme
al Ministero dell’Ambiente ed al CNIPA le attività volte a mettere a disposizione, nell’ambito del portale ww.impresa.gov.it, l’iscrizione dei soggetti obbligati al finanziamento del sistema di gestione per lo smaltimento dei rifiuti delle apparecchiature elettriche
ed elettroniche, come previsto dal d.lgs. 151/2005. Unioncamere ha ottenuto un contributo finanziario dal CNIPA per la predispzoione del sistema informativo che consentirà alle Camere di ricevere le iscrizioni dei produttori di tali apparecchiature per via
telematica.
I progetti sul territorio
Camera di commercio
ANCONA
Titolo progetto
Scuola Emas europea accreditata
Partenariato
Provincia di Ancona; Regione Marche,
Comune di Ancona, Università
Politecnica delle Marche, Arpam ed
Associazioni di categoria
BERGAMO
Progetto “Network sviluppo sostenibile”
BIELLA
Seminario: evoluzione della normativa
ambientale post d.lgs. 3 aprile 2006,
n.152
Formazione a favore delle nuove imprese
iscritte all’Albo Gestori
Progetto pilota sull’impiego delle bioCentro di ricerca sulle biomasse delmasse a fini energetici
l’Università di Perugia; Scuola Superiore
S.Anna di Pisa; GEA s.p.a., Consorzio
Agrario di Grosseto
Progetto “Life pioneer”
Provincia di Lucca, Scuola Superiore
Sant’Anna di Pisa, Università Bocconi,
Comune di Pescia, Associazione industriali di Lucca
Progetto “Green Public Procurement”
Regione Lombardia, Arpa Lombardia,
Provincia di Cremona
Censimento delle aree industriali: banca
dati interattiva sulle aree produttive della
Provincia per la progettazione di uno
sviluppo sostenibile
Convegno su borsa telematica del recupero e Albo gestori ambientali
Progetto “Emas di distretto”
GENOVA
GROSSETO
LUCCA
MILANO
PADOVA
POTENZA
PRATO
SIRACUSA
TERNI
VENEZIA
VERCELLI
Seminario sul Modello Unico di dichiarazione Ambientale
Seminario sul Modello Unico di dichiarazione Ambientale
Invio telematico delle pratiche all’Albo
gestori ambientali
Gestione delle “Sportello ambiente”
Ecocerved srl
207
Rapporto 2006 sul sistema camerale
3.8 Nuova impresa
Tabella 3.8.1. I numeri di “Nuova impresa”
93
Camere di commercio svolgono azioni volte alla crezione di nuova imprenditorialità
di cui 21 delegando l’attività alle Aziende speciali
218
47
10.608
3.118
1,2
Convegni e seminari realizzati dalle Camere di commercio sul tema della nuova imprenditorialità
Attività per la promozione dell’imprenditoria giovanile
Giovani entrati in contatto con lo sportello nel 2006
Attività per la promozione dell’imprenditoria femminile
Milioni di euro liquidati per la promozione di nuove imprese
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
L’azione del Sistema camerale nell’ambito delle politiche volte al sostegno alla
creazione d’impresa si inserisce nella più ampia strategia europea di promozione
dell’imprenditorialità definita in vari documenti tra i quali, in particolare, il “Piano
d’azione: un’agenda europea per l’imprenditorialità” e nella successiva comunicazione
per “Attuare il programma comunitario di Lisbona. Una politica moderna a favore delle
P.M.I. per la crescita e l’occupazione”1, in cui si rimarca la necessità di promuovere lo
spirito imprenditoriale e le competenze, migliorare dell’accesso delle P.M.I. ai mercati,
ridurre gli appesantimenti burocratici, migliorare le capacità di crescita delle P.M.I.,
consolidarne il dialogo e la consultazione, attraverso la mobilitazione e l’impegno totale
di tutti gli interessati, pubblici e privati, a livello regionale, nazionale ed europeo.
Il sistema delle Camere di commercio, nel tempo, si è dotato di un proprio “modello
operativo” distribuito sul territorio nazionale che coinvolge in modo pressoché omogeneo tutte le Camere di commercio, spesso supportate nell’erogazione dei servizi dalle
loro Aziende speciali. Tale modello, noto come “Servizio nuove imprese” e “Punto nuova
impresa”, è caratterizzato da attività di sportello a prevalente contenuto informativo e
promozionale, alle quali fanno seguito una intensa attività di orientamento, formazione,
affiancamento allo start-up, accompagnamento alla redazione del business plan e, in
misura minore, erogazione di contributi all’avvio d’impresa.
L’evoluzione tecnologica e la presenza di altri soggetti, pubblici e privati, che offrono servizi agli aspiranti imprenditori, stanno facendo evolvere i servizi camerali, sia
nella direzione del maggiore utilizzo della rete internet per le relazioni con l’utenza, la
1
Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e
al Comitato delle Regioni – COM (2004) 70 definitivo – Bruxelles, 11.02.2004; Comunicazione della Commissione
al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni – COM
(2005) 551 definitivo – Bruxelles, 10.11.2005.
208
3. L’Azione di servizio
Figura 3.8.1. Il numero di Camere di commercio per tipi di servizi
forniti agli aspiranti imprenditori nel 2006
Informazioni su possibili collaborazioni con altri imprenditori
9
Formazione agli aspiranti imprenditori per la messa a punto di
progetti di fattibilità
11
Informazioni su imprese potenzialmente concorrenti, clienti o
fornitrici
14
Formazione ai nuovi imprenditori nella fase di avvio dell’impresa
16
33
Informazioni sul mercato
44
Informazioni per l’accesso al credito
Informazioni sulle agevolazioni offerte dalle leggi nazionali per lo
sviluppo dell’imprenditorialità giovanile
52
Informazioni su altre agevolazioni e incentivi finanziari regionali
e/o nazionali e/o comunitari
53
0
20
40
60
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
messa a disposizione di strumenti e banche dati, sia nell’avvio di partenariati con gli
altri soggetti del territorio.
I servizi a favore dell’imprenditorialità si caratterizzano poi per una forte trasversalità con gli altri ambiti di azione camerale, che ne arricchiscono l’efficacia: le principali
sinergie si trovano con le attività del Registro delle imprese (sia dal lato “amministrativo” che dal lato “statistico”) e le attività di formazione del capitale umano (alternanza
scuola-lavoro e politiche attive del lavoro).
Nel 2006 sono stati realizzati numerosi convegni e attività seminariali, sistematicamente erogati informazioni sul credito, agevolazioni di fonte pubblica, dati e opportunità di mercato, realizzati percorsi formativi destinati ad aspiranti e neo-imprenditori,
raggiungendo un’utenza giovanile che ha superato le diecimila unità.
Negli ultimi anni si va pure evidenziando una tendenza alla specializzazione del servizio, che si rivolge con strumenti e prodotti ad hoc a determinate utenze, portatrici di
esigenze specifiche.
209
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Accanto alla declinazione di genere, informazione, servizi e strumenti a vantaggio
dell’imprenditoria femminile – per la quale il Sistema camerale è “tradizionalmente” uno
dei maggiori protagonisti a livello nazionale con un’azione promozionale attraverso i
Comitati costituiti in quasi tutte le Camere di commercio – comincia ad emergere una
precisa attenzione all’imprenditorialità straniera, dei cittadini extracomunitari e neocomunitari.
Tale azione si concretizza sia nella realizzazione di studi e ricerche quantitative e
qualitative sul fenomeno (classica la partecipazione alla redazione degli Osservatori
regionali e provinciali sulle migrazioni, con i dati delle imprese a titolarità straniera
estratti dal Registro delle imprese, ma anche, iniziative più specifiche come le ricerche “Imprenditorialità migrante” e “Imprese di migranti”, realizzate dalla Camera di
commercio di Biella); sia nell’edizione di specifiche guide di accompagnamento all’imprenditorialità per aspiranti e neo-imprenditori stranieri, nonché progetti pilota o sperimentazioni mirate a favorire la successione di imprese artigiane da cittadini italiani a
cittadini stranieri, desk e sportelli informativi.
Esempi interessanti sono il progetto NISIA (Iniziativa Comunitaria Equal II) che
vede coinvolte le Aziende speciali delle Camere di commercio di Bari, Genova e Roma
in collaborazione con Retecamere, per costruire un luogo per l‘incontro fra domanda e
offerta di subentro delle imprese straniere; lo sportello “Punto Imprenditoria Immigrata”
Figura 3.8.2. L’ evoluzione dei servizi di informazione e formazione
per la promozione dell’imprenditorialità
100%
80%
60%
40%
20%
7,8%
6,0%
20,3%
20,9%
5,1%
8,7%
9,3%
20,0%
6,9%
4,7%
22,8%
21,2%
22,4%
4,5%
3,9%
18,5%
17,0%
19,0%
6,9%
5,7%
6,0%
14,6%
13,7%
14,2%
2002
2004
2006
0%
Formazione ai nuovi imprenditori nella fase di avvio dell’impresa
Formazione agli aspiranti imprenditori per la messa a punto di progetti di fattibilità
Informazioni su altre agevolazioni e incentivi finanziari regionali e/o nazionali e/o comunitari
Informazioni sulle agevolazioni offerte dalle leggi nazionali per lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile
Informazioni su possibili collaborazioni con altri imprenditori
Informazioni per l’accesso al credito
Informazioni su imprese potenzialmente concorrenti, clienti o fornitrici
Informazioni sul mercato
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
210
3. L’Azione di servizio
Figura 3.8.3. L’evoluzione nel tempo delle informazioni maggiormente
richieste durante le attività di promozione dell’imprenditorialità giovanile
100%
11,1%
16,5%
10,8%
Dati di mercato
80%
35,0%
21,7%
33,3%
17,1%
32,2%
19,4%
Modalità di erogazione dei
contributi
60%
40%
20%
Assistenza tecnica e
formazione nella fase di avvio
Settori ammessi ai
finanziamenti
36,8%
29,6%
36,6%
0%
2002
2004
2006
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
realizzato da Formaper, Azienda speciale della Camera di commercio di Milano, in partnership con Unioncamere Lombardia, nell’ambito del progetto Equal Koinè, finanziato da
Comunità europea, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Regione Lombardia;
e da Welcome Communication, progetto di accoglienza e informazione della Camera di
commercio di Torino che raccoglie iniziative diverse indirizzate all’utenza straniera, fornendo sia un’informazione di primo livello su come iscriversi alla Camera di commercio,
ottenere la partita IVA e aspetti relativi al permesso di soggiorno, sia un’informazione
più mirata all’avvio di precise attività d’impresa.
È significativamente in crescita anche l’attenzione verso le imprese innovative e
quelle a crescita rapida sulle quali la Commissione europea sollecita l’interesse degli
Stati membri2, nonché verso l’imprenditorialità sociale che ha nella legge n. 118/2005
il fondamento legislativo.
Su quest’ultima linea di attività il Sistema camerale è presente con il progetto
“Creso – Credito, Relazioni E Sviluppo delle Organizzazioni di terzo settore” (Iniziativa
Comunitaria Equal II fase) che mira a favorire il consolidamento e lo sviluppo delle
organizzazioni di terzo settore ed in particolare delle imprese sociali; azione che si
basa sulla sinergia tra il Sistema camerale, il terzo settore e le Banche di Credito
Cooperativo, per concentrare l’attenzione su quattro ambiti ritenuti prioritari per lo
sviluppo delle imprese sociali: Mercato e nuovo welfare; Accesso al credito; Qualità
sociale; Competenze manageriali.
2
Comunicazione della Commissione al Consiglio del 10 novembre 2005, cfr. nota 1.
211
Rapporto 2006 sul sistema camerale
I progetti sul territorio
Camera di commercio
Titolo progetto
Partenariato
ANCONA
Progetto “Prestito d’onore regionale”
AREZZO
LA SPEZIA
Progetto promozionale per l’imprendito- Comune di Arezzo
ria femminile
Contributi per la nascita d’imprese creative ed innovative
Promozione dell’imprenditoria femmini- Provincia e Comune di Brescia, Ufficio
le nelle scuole
scolastico di Brescia, Università Cattolica
del Sacro Cuore
Progetto per l’imprenditorialità femminile “Sicilia S.In.Te.D.i.”
Avvio dello sportello “Info-point
Sviluppo Italia
Sviluppo Italia”
Progetto “Donne creano impresa”
Comune e Provincia di Enna, Banca di
Credito Cooperativo, Formaper
Progetto “Azioni positive per l’imprendi- Regione Puglia
toria femminile (l.215/92)”
Progetto “Starter (FSE)”
Centro per l’impiego della Spezia
LATINA
Progetto “NIS - Nuova Impresa Sociale”
LODI
MASSA CARRARA
Progetto “Azioni positive per l’imprenditoria femminile (l.215/92)”
Progetto “Orienta la tua idea di impresa Fondazione bancaria
(V e VI edizione)
Bando “Impresa donna”
Fondazione Cassa Risparmio di Carrara
ORISTANO
Sportello per l’imprenditoria femminile
PADOVA
Sportello nuove imprese
AVELLINO
BRESCIA
CATANIA
CROTONE
ENNA
FOGGIA
LUCCA
PESARO E URBINO
Progetto “ISIDE”
PISTOIA
VERBANIA
VI bando legge 215/92: azioni positive
per l’imprenditoria femminile
Progetto “Network: sviluppo della cultura imprenditoriale”
Progetto “Reggio start-up: bando per
l’accompagnamento di idee innovative
(ediz. 2006)”
Progetto “Saturno” e Programma regionale imprenditoria femminile
Progetto “L’idea diventa realtà: crea la
tua impresa!”
Sportello creazione di impresa D3
VERCELLI
Sportello giovane
RAVENNA
REGGIO CALABRIA
SONDRIO
VENEZIA
212
Regione Marche
Associazioni di categoria, Legacoop e
Confcooperative
Regione Toscana
Unioncamere Emilia-Romagna
Università di Reggio Calabria, Università
della Calabria
Unioncamere Lombardia, Formaper
Associazioni di categoria, Veneto
Sviluppo Spa
Associazione temporanea di scopo con
otto Associazioni di categoria della
Provincia
3. L’Azione di servizio
3.9 Sviluppo locale
Tabella 3.9.1. I numeri di “Sviluppo locale”
101
38
63
Interventi a sostegno delle imprese
Camere di commercio coinvolte in attività di attrazione di investimenti esogeni
Attività di attrazione di investimenti esogeni
di cui:
23 in animazione e coordinamento del partenariato locale
16 in contributi all’individuazione di aree d’insediamento (pacchetti localizzativi)
19 in promozione diretta dell’area ai potenziali investitori
5 in assistenza diretta all’insediamento imprenditoriale
88
Collaborazioni delle Camere di commercio con altri enti per attività di marketing territoriale
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Figura 3.9.1. I soggetti con i quali le Camere di commercio hanno
collaborato nelle attività di marketing territoriale nel 2006 (valori assoluti)
Rappresentanze sindacali
8
Università e centri di ricerca
14
Associazioni di categoria
31
Enti Locali
35
0
10
20
30
40
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
213
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Figura 3.9.2. Le principali attività svolte per l’attrazione di
investimenti esogeni nel 2006 (valori assoluti)
Assistenza diretta all’insediamento
imprenditoriale
5
Contributo all’individuazione di
aree d’insediamento (pacchetti
localizzativi)
16
Promozione diretta dell’area ai
potenziali investitori
19
Animazione e coordinamento del
partenariato locale (nella logica
dello one stop shop)
23
0
5
10
15
20
25
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
TERAMO PROVINCIA DI SERIE A
In un momento di particolare difficoltà che purtroppo si prolunga nel tempo per chi “fa e
vuole fare impresa”, ed in cui la quotidianità deve necessariamente tendere a nuove sfide dal
risultato sempre più incerto, l’azione di enti ed istituzioni come quelle camerali ha l’obbligo
di tendere con costante impegno all’agevolazione del tessuto imprenditoriale del proprio
territorio, al fine di garantire quello sviluppo economico e sociale che inevitabilmente si
concretizza in nuove opportunità con conseguenti immediate risposte alla richiesta di lavoro che viene costantemente rivolta al sistema impresa.
Proprio in tale ottica va letta la partecipazione dell’Ente Camerale Teramano a “Teramo
Provincia di Serie A”: tale azione è infatti finalizzata all’assolvimento di uno dei compiti, e
forse il più importante, istituzionalmente demandati alle Camere: la promozione del sistema impresa e dalla produzione del tessuto imprenditoriale locale.
“Teramo provincia di serie A”, è infatti un progetto di marketing territoriale che ha visto
e vede coinvolti attori istituzionali quali la Camera di Commercio di Teramo, l’Amministrazione Provinciale di Teramo ed il Bacino Imbrifero, la Ruzzo Reti e la Ruzzo Servizi
come aziende pubbliche e la Teramo Basket e la Roseto Basket (solo per l’anno 2006)
come società sportive: nel corso dell’anno 2007, con l’uscita dal progetto della Roseto
Basket, sono entrati come partner sportivi la Teramo Handball (serie A1 maschile), la
HC Handball 2002 (serie A1 femminile), la Handball SD. Nicolò (serie A 2 femminile),
214
3. L’Azione di servizio
l’Atletica Vomano (serie A) il Volley Pineto (serie A2 maschile) e la Pallamano S.Nicolò
(serie A2 femminile).
Il progetto è un importante promozione territoriale ed ha lo scopo di diffondere il sistema
turistico ed il sistema impresa della provincia teramana, con le società sportive che, militando nei massimi campionati nazionali, hanno assunto la veste di testimonial dei valori
e delle eccellenze di questo pezzo d’Abruzzo: con tale iniziativa infatti nel corso del primo
anno sono già state raggiunte direttamente almeno 50.000 persone e decine tra istituzioni,
associazioni imprenditoriali, tour operator e giornalisti e tale successo consente di prevedere
una crescita esponenziale dei contatti stessi.
Il marketing territoriale quindi crea un connubio con il marketing sportivo: gli incontri
fuori casa delle società sportive sono state quindi utilizzate nell’azione di diffusione del
progetto con una delegazione teramana che ha visto coinvolte le istituzioni, le associazioni
di categoria, i rappresentanti delle squadre di basket che hanno dato vita ad una serie di
iniziative rivolte al sistema istituzionale ed al sistema impresa locali con eventi a tema che
fanno leva su prodotti simbolo del territorio (agro-alimentare, turismo, etc.).
In tale contesto, per il girone di ritorno del campionato di basket 2005/2006, sono state
promosse iniziative a Forlì (in occasione della disputa della fase finale di Coppa Italia),
Treviso e Bologna: l’apprezzamento ottenuto dagli eventi proposti ed il ritorno che l’iniziativa ha avuto presso le imprese che hanno partecipato sono una eloquente testimonianza
della validità del progetto ed uno stimolo a proseguire sulla strada intrapresa.
In particolare il programma delle manifestazioni sin qui svolte è il seguente:
Forlì – dal 16 al 19 febbraio 2006 in occasione della fase finale della Coppa
Italia di Basket
a) incontro istituzionale presso la Camera di Commercio di Forlì per la presentazione del
progetto,
b) incontro con operatori dei settori ristorazione ed alberghiero di Forlì con degustazione
guidata di prodotti tipici teramani,
c) workshop sul turismo con incontro tra operatori del settore alberghiero della provincia
di Teramo ed agenzie di viaggio forlivesi,
d) istituzione di uno stand per la promozione del territorio presso l’area ingresso del
Palafiera di Forlì (luogo di svolgimento delle gare di pallacanestro per le finali di Coppa
Italia”,
e) degustazione di prodotti tipici teramani presso l’area ospitalità del Palafiera di Forlì dal
16 al 19 febbraio 2006;
Treviso – 26 e 27 marzo 2006
a) saluto tra le Istituzioni trevigiane e tramane presso l’hotel Villa Pace Park Hotel
Bolognese,
b) premiazione dei ttestimonial dell’evento nel corso dell’incontro di basket tra la Benetton
Treviso e la Roseto Basket presso il Palaverde di Treviso,
215
Rapporto 2006 sul sistema camerale
c) incontro istituzionale di presentazione del progetto presso l’hotel Villa Pace Park Hotel
Bolognese;
d) workshop sul turismo con incontro tra operatori del settore alberghiero della provincia
di Teramo ed agenzie di viaggio trevigiane,
e) degustazione di prodotti tipici teramani presso l’hotel Villa Pace Park Hotel Bolognese
con istituzioni, stampa ed agenzie di viaggio;
f ) incontro con operatori dei settori ristorazione ed alberghiero di Treviso con degustazione guidata di prodotti tipici teramani,
Bologna 20 aprile 2006
a) incontro istituzionale di presentazione del progetto presso l’hotel Europa di Bologna,
b) incontro tra la cucina bolognese e quella teramana presso l’Hotel Europa di Bologna:
buffet di prodotti tipici per stampa, operatori ed istituzioni,
c) workshop sul turismo con incontro tra operatori del settore alberghiero della provincia
di Teramo ed agenzie di viaggio bolognesi,
d) incontro con operatori dei settori ristorazione ed alberghiero di Bologna, presso l’Hotel
Europa, con degustazione guidata di prodotti tipici teramani,
e) premiazione dei testimonial del progetto nel corso dell’incontro di pallacanestro tra
Fortitudo Bologna e Teramo Basket presso il Paladozza di Bologna.
Prossime iniziative saranno promosse per la stagione sportiva 2007/2008 nel corso di manifestazioni sportive a cui partecipano i partner del progetto.
I progetti sul territorio
Camera di commercio
ANCONA
AVELLINO
BIELLA
Titolo progetto
CREMONA
Realizzazione del progetto “Equal competence”
CROTONE
Progetto “Radio SME’s”
FIRENZE
Progetto “T2mp.net”
FROSINONE
Patto territoriale della Provincia di
Frosinone
216
Partenariato
Progetto “Itac : Innovazione Tecnologica Camere di Trieste, Venezia, Ravenna,
per la competitività dell’Adriatico”
l’Aquila, Teramo, Chieti, Foggia,
Unioncamere Veneto, Camera dell’economia di Durazzo, Uzice, Montenegro,
Canton, Bihac, Spalato
Progetto di internazionalizzazione del
borgoTerminio Cervialto
Progetto “Open to knowledge (O2K)”
vedi nota
Province di Lodi e Cremona, Università
Cattolica, Parco Tecnologico Padano,
Consorzio CDIE
CNR, Comune di Scandicci,
Confartigianato Firenze, CNA Firenze,
Arezzo innovazione, 8 imprese
Provincia, Enti locali, Universita’ di
Cassino, Associazioni di categoria,
Organizzazioni sindacali ed imprese
3. L’Azione di servizio
GROSSETO
LODI
LUCCA
Progetto di incoming turistico attraverso
la valorizzazione dell’aeroporto civile di
Grosseto
Progetto “Equal Competence - un
sistema di biotecnologie per l’agroalimentare”
Progetto “Ape - net per la partecipazione
ai programmi europei”
MASSA CARRARA
Bando PIC Urban II Carrara
MATERA
Progetto “Creso - credito, relazioni e
sviluppo delle organizzazioni del terzo
settore it-s2-mdl-203”
Progetto “Valorisation des “terres d’eau”
pour la sauvegarde de l’environnement et
la promotion d’un tourisme “alternatif ”
et durable”
NOVARA
ORISTANO
Regione Toscana, Provincia di Grosseto,
Comune di Grosseto, Università la
Sapienza di Roma
Provincia di Lucca, Comune di Lucca,
Viareggio, Capannori, GAL Garfagnana,
Lucense scpa, Ceseca scrl
Comune di Carrara e Associazioni di
categoria
Federcasse e Istituto G. Tagliacarne
Provincia di Novara, Comune di novara, Provincia di Vercelli, Chambre de
commerce et d’industrie du Pays d’Arles,
Càmara de comercio, industria y navegación de Sevilla, Chamber of commerce
and industry of Thessaloniki
373 soggetti pubblici e privati firmatari
del Protocollo d’Intesa
PADOVA
Progetto integrato per il distretto agroalimentare di qualità e filiere produttive
della Provincia di Oristano
Progetto “LO.DE”
PISTOTIA
Progetto “Intergy service”
PORDENONE
Programma interreg III Italia - Slovenia Camere di commercio del Friuli
“e-Cubis”
Patto Integrato territoriale “Quattro città Comune di Ragusa
e un parco”
Progetto “Open it”
Camera di commercio di Salonicco,
Università della Macedonia, Università
di Cipro, Regione della Macedonia centrale, Camera di commercio dell’egeo
Progetto “Equal Spring out”
Provincia di Rimini, Comuni di
Rimini, Bellaria, Cattolica, Riccione,
Confcooperative, Legacoop, Enaip
Progetto LeaderPlus per la individuaGAL Hyblon Tukles, Comuni montani
zione delle filiere attive nel comprensorio
Progetto “Ape - net per la partecipazione Unioncamere Bruxelles
ai programmi europei”
Bando sviluppo reti telematiche
Camere del Friuli
RAGUSA
REGGIO CALABRIA
RIMINI
SIRACUSA
TERNI
TRIESTE
UDINE
VENEZIA
VERBANIA
VERCELLI
VITERBO
Progetto “Pilot action on the tranSfer of
expertise through mentoring in SME’s”
Progetto “P.o.n.t.i. - Pari Opportunità
Nei Territori e nelle Imprese”
Progetto Cina: opportunità per le aziende del casalingo e del lapideo
Promozione internazionale del Sacro
Monte di Varallo
Protocollo di Intesa per il distretto di
Civita Castellana
Assindustria, Confartigianato, CNA
Unioncamre Emilia Romagna; Camera
di Bolzano; Centro Produttivita’ Veneto
Coldiretti di Venezia, Confcommercio
di Venezia, Legacoop V, Mediaculture a
r.l. Provincia di Venezia, Sinergica onlus,
Unioncamere Veneto - Università Ca’
Foscari
Direzione regionale Parchi, Comune di
Varallo, Pinacoteca.
Vari enti locali
217
Rapporto 2006 sul sistema camerale
3.10 Programazione comunitaria
Tabella 3.10.1. I numeri di “Programmazione comunitaria”
101
28
100
4,4
Interventi a sostegno delle imprese
Camere di commercio coinvolte all’interno di Patti Territoriali
Partecipazioni delle Camere di commercio a progetti con cofinanziamento comunitario
Milioni di euro di programmi comunitari finanziati cui le Camere di commercio partecipano
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2006
LA POLITICA REGIONALE E LA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA: IL 2006
ANNO DECISIVO PER IL PERIODO 2000-2006 E PER LA PREPARAZIONE DEL NUOVO
CICLO 2007-2013
Il 2006 è stato l’anno decisivo per le amministrazioni nazionali e regionali, in quanto
è stata l’ultima occasione per rimodulare le risorse finanziarie dei Programmi Operativi
Nazionali e Regionali 2000-2006, al fine di evitare il disimpegno automatico dei finanziamenti comunitari, da spendere entro la fine del 2008. Entro tale data, si dovranno
completare circa il 40% degli interventi, pari a oltre 20 miliardi di euro per le Regioni
obiettivo 1 e per le aree del Centro-Nord.
Sul versante del nuovo ciclo 2007-2013, con il 2006 si è concluso il lungo percorso
partenariale fra amministrazioni centrali e regionali, rappresentanti del partenariato
istituzionale e di quello economico-sociale per la preparazione del Quadro Strategico
Nazionale 2007-2013 (QSN) la cui versione finale è stata inviata il 13 giugno dal
Ministero dello Sviluppo Economico alla Commissione europea per la consultazione
finale, a seguito del negoziato intercorso durante i primi mesi del 2007. L’Unioncamere
ha partecipato ai Tavoli partenariali presieduti dal Dipartimento per le Politiche di
Sviluppo, in cui le amministrazioni hanno effettuato scelte rilevanti, anche in discontinuità con l’esperienza precedente, che riguardano in particolare:
• l’unitarietà programmatica della politica regionale nazionale e comunitaria e la
conseguente “settennalizzazione” complessiva della programmazione finanziaria dei
fondi strutturali e dei fondi FAS (Fondo per le Aree Sottoutilizzate);
• l’individuazione delle priorità per l’orientamento delle scelte operative da realizzarsi
con modalità coerenti e integrate tra i livelli di governo e strumenti di intervento e
rivolte al miglioramento degli standard di vita dei cittadini ed a obiettivi di produttività, competitività e innovazione da perseguire in tutto il Paese;
• l’indicazione di alcuni obiettivi vincolanti di servizio ai cittadini per il Mezzogiorno.
Il Programma di investimenti per lo sviluppo che prende le mosse dal QSN è di notevole entità: gli investimenti previsti sono pari a circa 123 miliardi di euro, di cui 28,8
di risorse comunitarie, 64,4 di risorse FAS e 29,5 miliardi di cofinanziamento nazionale
dei fondi strutturali. Oltre 100 milardi sono destinati alle Regioni del Mezzogiorno.
218
3. L’Azione di servizio
Priorità del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013
1. Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane
2. Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per la competitività
3. Energia e ambiente: uso sostenibile e efficiente delle risorse ambientali per lo sviluppo
4. Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale
5. Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo
6. Reti e collegamenti per la mobilità
7. Competitività dei sistemi produttivi e occupazione
8. Competitività e attrattività delle città ed dei sistemi urbani
9. Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse
10.Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali ed efficaci
L’Unioncamere, nel corso del processo partenariale, ha formulato al DPS la necessità
di inserire in alcune priorità del QSN il Sistema camerale, quale soggetto portatore
di saperi specialistici e teso al raccordo con il mondo delle imprese sul territorio. Il
Dipartimento ha accolto, in buona parte, tale richiesta, citando il Sistema camerale e le
Camere di commercio, quali autonomie funzionali, nelle seguenti priorità:
• Priorità 5. Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo;
• Priorità 7. Competitività dei sistemi produttivi e occupazione;
• Priorità 9. Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse.
Attuazione del Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) al 31 dicembre 2006
La percentuale di attuazione della spesa del Quadro Comunitario di Sostegno Ob. 1
2000-2006, ha raggiunto – al 31 dicembre 2006 – il 63,1% degli stanziamenti totali. In
valori assoluti, risultano essere stati spesi a quella data circa 29 miliardi di euro a fronte
di oltre 43 miliardi di impegni giuridicamente vincolanti assunti alla suddetta data.
Nel Mezzogiorno, le risorse sono concentrate su investimenti in infrastrutture
ambientali (23&) di trasporto (23%) e nell’ambito del sostegno e rafforzamento del
settore produttivo industriale che assorbe circa il 18% del totale. La spesa realizzata
al 2006 ha riguardato per il 22% il settore industria e servizi, seguito dal settore
viabilità e trasporti con il 13,4%. Disponibilità ingenti di risorse programmate ancora
non spese nel Mezzogiorno si rilevano nei settori agricoltura e pesca, industria e
servizi, formazione e lavoro.
L’attuazione finanziaria per singolo Programma Operativo – riportata nella tabella 1
– evidenzia fra i Programmi Regionali, uno stato dei pagamenti pari al 56,6% del contributo totale, con situazioni diversificate in merito ai pagamenti effettuati: il POR Molise
mostra la migliore capacità realizzativa, con pagamenti pari al 71,2% del contributo
219
Rapporto 2006 sul sistema camerale
totale 2000-2006, seguito – con performance al di sopra del 60% – dal POR Calabria con
64,1% e dal POR Sardegna con il 61,2%.
Dati di attuazione delle Regioni Ob. 2 al 31 dicembre 2006
I dati di attuazione finanziaria dei Documenti unici di programmazione (Docup) Ob.
2 aggiornati al 31 dicembre 2006, indicano che le Regioni del Centro-Nord hanno raggiunto una spesa complessiva del 71,2% e una capacità di impegno che si attesta sul
101,8%. Come si rileva dalla tabella 2, l’intervento che risulta aver impegnato e speso
di più rispetto al contributo totale è il Docup della Valle d’Aosta, con una capacità di
impegno del 148,5% ed un’efficienza realizzativa del 125,1%. Livelli di avanzamento
significativi sono stati raggiunti anche dai Docup Veneto ed Emilia-Romagna, con
pagamenti superiori all’80% delle risorse stanziate. In coda, si colloca l’Abruzzo con
una spesa al 55,9% delle risorse programmate, risultando al di sotto dei valori medi.
Tabella 3.10.2. QCS Obiettivo 1: attuazione finanziaria per
intervento al 31 dicembre 2006
Intervento
Contributo Totale
2000/2006
(a)
PON ATAS
PON Pesca
PON Ricerca
PON Scuola
per lo Sviluppo
PON Sicurezza
PON Sviluppo
PON Trasporti
Totale PON
517.101.147,00
Attuazione finanziaria
Impegni
(b)
482.786.761,42
Pagamenti
Impegni
(c)
(b/a)
397.258.069,07
Pagamenti
(c/a)
93,4%
76,8%
306.004.285,78
253.264.526,00
159.511.712,30
82,8%
52,1%
2.267.330.812,00
2.553.650.237,34
1.531.900.314,90
112,6%
67,6%
830.014.570,93
865.472.069,12
650.681.269,01
104,3%
78,4%
1.225.836.571,00
1.048.424.858,99
818.391.002,63
85,5%
66,8%
4.457.218.830,00
5.853.136.085,10
3.971.063.041,31
131,3%
89,1%
4.520.161.290,00
4.851.317.019,30
3.491.497.027,42
107,3%
77,2%
14.123.667.506,71
15.908.051.557,27
11.020.302.436,64
112,6%
78,0%
POR Basilicata
1.696.070.000,00
1.744.285.450,32
1.032.619.066,78
102,8%
60,9%
POR Calabria
4.036.398.002,00
3.414.985.900,49
2.587.238.762,09
84,6%
64,1%
POR Campania
7.748.172.781,00
6.178.799.577,04
4.248.742.870,05
79,7%
54,8%
POR Molise
469.483.995,00
501.180.834,01
334.468.792,18
106,8%
71,2%
POR Puglia
5.284.458.691,00
4.701.510.325,84
2.954.089.740,89
89,0%
55,9%
POR Sardegna
4.258.555.040,00
3.549.430.876,02
2.607.451.532,98
83,3%
61,2%
POR Sicilia
8.459.909.318,00
7.182.214.590,71
4.309.535.675,94
84,9%
50,9%
Totale POR
31.953.047.827,00
27.272.407.554,43
18.074.146.440,91
85,4%
56,6%
Totale QCS
46.076.715.333,71
43.180.459.111,70
29.094.448.877,55
93,7%
63,1%
Fonte: elaborazione IGRUE
220
3. L’Azione di servizio
Tabella 3.10.3. Obiettivo 2: attuazione finanziaria per intervento al
31 dicembre 2006
Intervento
Attuazione finanziaria
Contributo Totale
2000/2006
Impegni
Pagamenti
Impegni
Pagamenti
(a)
(b)
(c)
(b/a)
(c/a)
Docup Abruzzo
558.411.394,00
556.098.865,59
312.323.234,53
99,6%
55,9%
Docup EmiliaRomagna
263.804.866,00
333.222.025,00
226.754.416,21
126,3%
86,0%
Docup Friuli V. G.
335.758.981,00
343.611.586,23
224.885.031,52
102,3%
67,0%
Docup Lazio
884.433.902,00
925.395.634,58
588.636.136,68
104,6%
66,6%
Docup Liguria
694.481.800,00
683.505.440,38
448.996.614,12
98,4%
64,7%
Docup Lombardia
421.037.469,00
391.157.567,63
276.214.177,65
92,9%
65,6%
Docup Marche
346.974.876,00
276.567.856,07
241.082.613,87
79,7%
69,5%
Docup P.A. Bolzano
67.639.646,00
80.445.765,59
56.332.286,25
118,9%
83,3%
Docup P.A. Trento
58.692.343,00
57.279.125,43
46.019.848,68
97,6%
78,4%
Docup Piemonte
1.290.973.667,00
1.271.071.181,53
942.158.025,19
98,5%
73,0%
Docup Toscana
1.231.925.638,00
1.247.375.150,65
906.826.102,38
101,3%
73,6%
Docup Umbria
400.201.038,00
348.517.681,39
268.044.424,93
87,1%
67,0%
Docup Valle d’Aosta
41.870.658,00
62.178.685,42
52.364.760,54
148,5%
125,1%
596.858.548,00
743.631.244,72
529.028.630,35
124,6%
88,6%
7.193.064.826,00 7.320.057.810,21 5.119.666.302,90
101,8%
71,2%
Docup Veneto
Totale
Fonte: elaborazione IGRUE
INIZIATIVE DEL SISTEMA CAMERALE E UNIONCAMERE A FAVORE DELL’UTILIZZO
DEI FONDI STRUTTURALI 2000-2006
I workshop realizzati nelle Regioni ob. 1
Nel corso del 2006, l’Unioncamere, in collaborazione ad alcuni Sistemi camerali delle
Regioni Ob. 1 ha organizzato degli incontri sul territorio (specificatamente in Basilicata,
Calabria, Puglia e Sicilia) invitando i rappresentanti delle Regioni citate, allo scopo di
creare un maggiore confronto fra la dirigenza camerale locale (sostenuta dal sistema
nazionale) e quella regionale, aprendo la strada ad una più efficace cooperazione fra le
strutture ed anche ad una maggiore conoscenza, da parte della Regione, sulle molteplici
attività che le strutture camerali svolgono, a livello locale.
Un elemento particolarmente rilevante emerso nel corso dei suddetti incontri, è
stata la mancanza di conoscenza da parte delle Regioni di progetti realizzati dal Sistema
camerale, utili e/o coerenti alla programmazione dell’ente regionale.
221
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Quello che qui si vuole evidenziare – in rapporto all’esperienza finora acquisita e
all’incalzare dei processi di partecipazione alle politiche di sviluppo da parte dei soggetti locali – è la misura sempre maggiore dei contributi che possono essere forniti all’Ente
programmatore, dall’ampio panorama degli interessi organizzati – e quindi del Sistema
camerale nella sua complessità – i quali possono costituire dei veri e propri “mediatori
di conoscenza”, capaci di rafforzare l’efficacia della programmazione stessa.
Al di là delle differenziazioni tra le diverse realtà locali e registrando attività consolidate su cui le strutture camerali operano costantemente, come nei settori relativi
all’internazionalizzazione, alla formazione e (più in generale) ai servizi per le imprese,
ciò che i rappresentanti regionali, costantemente hanno espresso e “suggerito” al
Sistema camerale è quello di lavorare maggiormente su proposte progettuali “di sistema”, utili per la programmazione 2007-2013, tuttora in corso di elaborazione.
Ciò che conta, quindi, è la qualità della proposta progettuale: coerente con i fabbisogni del territorio, in grado di mobilitare l’intera rete regionale delle Camere di
commercio (non in sovrapposizione con attività progettuali già previste) che valorizzino
buone pratiche sperimentate dal Sistema camerale, anche in altri contesti territoriali.
Il sistema informativo sui bandi di gara
Il sistema informativo sui bandi di gara, denominato “Sistema Monitoraggio Gare”
anche nel corso del 2006 è stato costantemente aggiornato, rendendo sistematica l’azione di monitoraggio e diffusione (via internet tramite il sito www.unioncamere.net) delle
Figura 3.10.1. La distribuzione percentuale dei programmi a
cofinanziamento comunitario cui le Camere di commercio hanno
partecipato nel 2006
Programmi Operativi
Regionali per le Regioni
ob.3 (POR)
9%
Programmi Operativi
Regionali per le Regioni
ob.1 (POR)
7%
Documenti Unici di
programmazione per le
Regioni ob.2 (DOCUP)
13%
Programmi Operativi
Nazionali per le Regioni
ob. 1 (PON)
2%
Iniziativa Comunitaria
EQUAL
25%
Iniziativa Comunitaria
URBAN
2%
Iniziativa Comunitaria
LEADER +
16%
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
222
Iniziativa Comunitaria
INTERREG
21%
Programmi Integrati
Territoriali (PIT)
5%
3. L’Azione di servizio
opportunità per il Sistema camerale, derivanti (prevalentemente) dall’utilizzo dei fondi
strutturali, sulla base di una selezione dei bandi ed avvisi di gara nazionali, regionali e
provinciali, sui temi di interesse delle Camere di commercio.
I dati riguardanti gli ultimi 16 mesi sono quantificati in 111 bandi segnalati, 18
offerte presentate, di cui 4 gare aggiudicate per un valore indicativo di circa 4 milioni
di euro e altre 3, tuttora in attesa di esito, il cui valore è di oltre 3 milioni di euro.
Tale attività – in base ai settori di intervento richiesti nei singoli bandi di gara – vede
coinvolte le agenzie nazionali e le strutture camerali di volta, in volta, interessate.
La rilevazione dei dati dell’Osservatorio camerale
A livello territoriale, in base ai dati pervenuti dalle strutture camerali, è possibile
dare una fotografia sulla partecipazione delle Camere agli interventi della programmazione in corso, incluse le quattro iniziative comunitarie: Equal, Interreg, Leader+ e
Urban.
Il grafico riportato illustra le percentuali di partecipazione: permane bassa la partecipazione delle strutture camerali nelle Regioni Ob. 1 ai Programmi Regionali e Nazionali
di riferimento, rispettivamente con il 7% (POR) e 2% (PON); nelle regioni del CentroNord, la percentuale di partecipazione camerale è decisamente maggiore, con il 13%
nell’ambito dei Docup e del 9% per i POR Ob.3, questi ultimi riguardano esclusivamente
gli interventi per l’adattamento e l’ammodernamento delle politiche e dei sistemi di
istruzione, formazione e occupazione. Risultano, infine, buone le partecipazioni verso i
programmi di iniziativa comunitaria, con particolare riferimento a Equal (25%), Interreg
(21%) e Leader+ (16%).
223
Rapporto 2006 sul sistema camerale
3.11 Turismo e cultura
Tabella 3.11.1. I numeri di “Turismo e cultura”
82
0
Camere di commercio svolgono attività per la promozione turistica
di cui 5 delegando l’attività alle Aziende speciali
Investimenti diretti effettuati dalle Camere di commercio per la promozione del settore turistico
di cui:
49
60
107
11
159
70
29
117
16,2
per lo sviluppo infrastrutturale
per l’assetto del territorio
Attività di ricerca e/o analisi di settore
Corsi di formazione e/o aggiornamento professionale per operatori turistici
Attività per la promozione e qualificazione delle imprese turistiche del territorio
Partecipazioni a manifestazioni fieristiche
Camere di commercio detengono partecipazioni finanziarie in enti culturali
Sponsorizzazioni ad eventi culturali
Milioni di euro liquidati dalle Camere di commercio per le attività a sostegno del turismo
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Il ruolo delle Camere di commercio nel settore è in questi anni cresciuto e ha
conquistato funzionalità fondamentali per la conoscenza, lo sviluppo e la promozione
dell’intero comparto che ha peraltro trovato, negli ultimi 2/3 anni, una nuova centralità
tra le linee prioritarie della politica economica italiana.
Con la riforma dell’ENIT (l. 14 maggio 2005, n. 80), le Camere di commercio hanno
trovato uno spazio di assoluto rilievo per sfruttare il vantaggio territoriale della rete
capillare che le contraddistingue e per qualificarsi come soggetto promotore.
Le macro-linee di azione più importanti attivate nel 2006, che peraltro hanno tratto
impulso dalle priorità che erano state identificate dall’Assise sul Turismo 2005 e che
miravano alla costruzione di progetti di sistema (a valenza locale ma coordinati a livello
nazionale), si sono concentrate su:
• attivare osservatori territoriali in linea con quanto già avviato a livello nazionale;
• sviluppare e promuovere le politiche della qualità nel sistema delle imprese turistiche;
• promuovere eventi sui territori che ne esaltino le specificità culturali e aumentino
l’attrattività turistica.
224
3. L’Azione di servizio
LE INIZIATIVE IN TEMA DI OSSERVATORI SUL TURISMO:
Da 11 anni, l’Unioncamere realizza, in collaborazione con l’IS.NA.R.T., l’Osservatorio
nazionale sul turismo italiano e la relativa pubblicazione annuale “Impresa Turismo” che
fornisce una lettura strategica dei risultati di tale monitoraggio, riconosciuti in Italia e
all’estero tra le le fonti di riferimento per il settore.
Grazie alla continuità di questa azione, il Sistema camerale ha garantito agli amministratori locali e agli operatori della filiera un supporto fondamentale alle scelte della
programmazione turistica, al monitoraggio dei risultati raggiunti, alla conoscenza delle
esigenze degli operatori di uno dei settori più importanti della nostra economia.
Figura 3.11.1. Il numero di Camere di commercio per investimenti
effettuati nel 2006 per la promozione del settore turistico (valori assoluti)
Per lo sviluppo
infrastrutturale
1
Aree attrezzate
4
Per l'assetto del
territorio
Altro
6
7
Punti di accoglienza e di informazione per turisti
15
16
Attrezzature sportive
2
24
Interventi per la valorizzazione del territorio e del
patrimonio artistico
34
0
10
20
30
40
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Nel 2006 ci si era posti due obiettivi principali: quello di arricchire ulteriormente il
valore informativo dell’Osservatorio; e quello di consolidare l’autorevolezza del Sistema
camerale come riferimento del monitoraggio economico e conoscitivo del settore.
Per fare questo, sono stati avviati gli osservatori territoriali (regionali e provinciali),
attivati dalle Camere di commercio utilizzando la stessa metodologia di quello nazionale
e con un sistema di rilevazioni continue che permette di interpretare le dinamiche, le
225
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Figura 3.11.2. Le Camere di commercio che hanno svolto attività di
promozione del settore turistico negli anni 2004-2006 (valori assoluti)
30
22
20
19
19
23
23
24
22
24
23
21
20
18
10
0
Nord Est
Nord Ovest
Sud
Centro
2004
2005
2006
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
esigenze e i mutamenti in atto nel settore; di comparare la situazione del turismo sui
territori rispetto alle tendenze a livello nazionale; e di fare analisi e confronti rispetto
alle serie storiche dei dati.
L’impatto di un impianto coordinato e comparabile ha permesso di attivare tavoli
di confronto sul settore tra Camere di commercio ed enti locali (Regioni, Province e
Comuni).
In particolare, sono stati attivati 4 osservatori regionali e 6 territoriali (tra Province
e sistemi turistici locali); l’80% degli osservatori sono nati di concerto con le amministrazioni locali e 3 di questi hanno anche ottenuto una partecipazione economica
importante.
In assoluto sono stati prodotti oltre 70 interventi e azioni accompagnati da momenti
di incontro con gli operatori a livello territoriale per la comunicazione dei risultati e di
formazione sulle tendenze del mercato turistico nazionale e locale.
LE INIZIATIVE IN TEMA DI QUALITÀ DEL TURISMO
L’esperienza dei marchi di qualità, che nel corso di questi anni sono stati adottati
da numerose strutture lungo la filiera dell’offerta turistica ricettiva ed extra-ricettiva
su iniziativa delle Camere di commercio, ha consentito di diffondere la notorietà e la
conoscenza di questo strumento come garanzia della qualità del servizio offerto dalle
imprese in questo comparto.
Il riconoscimento del marchio di qualità, oltre che importante strumento di marketing, può divenire infatti anche un passo decisivo verso la condivisione degli obiettivi
226
3. L’Azione di servizio
Figura 3.11.3. Dimensione del progetto per tipologia
Stabilimenti balneari
1%
Ristoranti
41%
Agriturismo
14%
B&B
2%
Campeggio
1%
Hotel
41%
Fonte: elaborazione su dati Isnart
e delle strategie da parte degli attori locali, sia pubblici che privati, ed il presupposto
per la realizzazione di una più ampia politica di riqualificazione dell’offerta.
I marchi di qualità rilasciati dalle Camere di commercio, con il coordinamento nazionale dell’ISNART, riguardano oggi hotel, ristoranti, agriturismi, campeggi, bed&breakfast
e stabilimenti balneari, happy hour. Nel corso degli ultimi 4 anni, abbiamo assistito ad
una crescita di adesioni, sia in termini di numero di strutture certificate che di Camere
di commercio attive, passando dalle 1.298 strutture certificate da 17 Camere di commercio (nel 2003), alle 4.021 strutture certificate in 69 Province nel 2006.
L’edizione 2006 dei marchi di qualità si è caratterizzata per il lancio di un nuovo
logo, a rappresentare il marchio di qualità con un messaggio più fortemente legato alla
qualità dell’ospitalità italiana; l’adozione di uno standard di certificazione da parte di un
ente certificatore terzo; e l’avvio di laboratori formativi rivolti agli operatori per attivare
programmi di quality coaching.
Con l’inizio dell’anno, sono state poi lanciate nuove iniziative promozionali quali:
• la pubblicazione di una guida nazionale in vendita nelle maggiori librerie italiane,
nonché nuovi accordi con importanti case editrici per la promozione delle strutture
di qualità all’interno di guide già note;
• la messa on line di guide turistiche provinciali virtuali;
• la presenza del marchio di qualità nel materiale promozionale distribuito e edito in
accordo tra Camere di commercio e Provincia/Regione;
• la predisposizione per l’inserimento del marchio “Qualità” nel portale Italia.it.
227
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Tabella 3.11.2. I marchi di qualità: confronto tra candidati
e marchiati 2007
Regione
Somma candidati 2007
Marchiati su nuovi
Lombardia
862
Piemonte
651
Liguria
403
Toscana
328
Campania
277
Sardegna
267
Abruzzo
240
Umbria
206
Marche
175
Calabria
174
Emilia-Romagna
95
Basilicata
78
Sicilia
72
Puglia
65
Veneto
63
Molise
35
Friuli Venezia Giulia
17
Lazio
13
Totale
4.021
Fonte: elaborazione Isnart sui risultati di un’indagine ad hoc
317
157
86
88
66
33
73
25
54
58
37
7
49
14
13
8
14
1
1.100
% assegnazione Marchi di
Qualità su nuove adesioni
69,2
80,9
58,1
53,3
54,5
26,6
45,6
44,6
42,8
28,5
63,7
28,0
68,0
73,7
72,2
28,6
82,3
12,5
Figura 3.11.4.
Le Camere che hanno realizzato piniziative per la
g
territorio
in termini
di:
valorizzazione del
territorio
in termini
di:
18
19
turismo ambientale
turismo d'affari e
congressuale
21
24
turismo storicoculturale
37
36
turismo enogastronomico
61
40
0
25
50
75
2005
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
228
2006
3. L’Azione di servizio
È stata condotta per il terzo anno consecutivo una analisi di soddisfazione sulle
imprese certificate: l’indagine condotta tra dicembre 2006 e gennaio 2007 ha dimostrato che:
• le aziende del marchio hanno registrato un’occupazione media superiore a quella
delle strutture nazionali dai 6 agli 8 punti percentuale, hanno mostrato di attuare
politiche di “destagionalizzazione” ed una maggiore attenzione alla clientela straniera (39% di clientela straniera contro il 31% della media italiana);
• le “strutture di qualità” conquistano la fedeltà della clientela (45,5%) e dei tour
operators che veicolano il 21,6% degli ospiti;
Per premiare l’eccellenza dell’ospitalità italiana, a novembre 2006 a Bari è stato
realizzato l’evento finale della seconda edizione del Premio Ospitalità Italiana, la manifestazione ideata dall’Isnart in collaborazione con le Camere di commercio, rivolta alle
strutture turistiche già in possesso del marchio di qualità.
LE AZIONI DI PROMOZIONE DELLA CULTURA E GLI EVENTI SUL TERRITORIO
Il Sistema camerale ha fatto della promozione di eventi e di iniziative turistiche o
comunque della promozione dei territori locali una delle sue principali attività, utilizzando a questo scopo una pluralità di canali e strumenti di promocomunicazione.
Nello specifico, il canale più usato è rappresentato da siti web/portali.
Tabella 3.11.3. Le Camere di commercio e gli strumenti
di promocomunicazione
siti web, portali
% Camere di commercio
che utilizza strumenti di promocomunicazione
86,3
quotidiani e televisioni locali
77,5
cartellonistica, affissioni
50,0
magazine, newsletter
35,3
riviste di settore
18,6
corner espositivi
14,7
totem pubblicitari
13,7
riviste di largo consumo
2,9
banner pubblicitari su altri siti
1,0
Fonte: elaborazione Isnart sui risultati di un’indagine ad hoc
Segue, al secondo posto, l’insieme delle azioni sulla stampa da quotidiani locali/
pagine locali di quotidiani nazionali e tv locali. Anche le affissioni e la cartellonistica
hanno ottenuto un ottimo posizionamento.
Interessante rilevare come le Camere di commercio partecipino economicamente in
spazi espositivi che poi utilizzano per la promozione del territorio a fini turistici: ben
il 61% delle Camere rispondenti ha dichiarato di avere quote in infrastrutture locali o
229
Rapporto 2006 sul sistema camerale
comunque presenti in territori limitrofi e, nel particolare, sono gli aeroporti e le fiere a
contare il maggior numero di partecipazioni.
Tabella 3.11.4. Le partecipazioni camerali a infrastrutture che dispongono
di spazi espositivi
% Camere che partecipano
Aeroporti
69,8
Fiere
41,3
Centri congressi/centri affari
9,5
Autostrade
7,9
Business info point a malpensa
7,9
Interporti/scalo merci
6,3
Porti
3,2
Parcheggi, metropolitane
3,2
Auditorium
1,6
Soc. Costruzioni
1,6
Fonte: elaborazione Isnart sui risultati di un’indagine ad hoc
Come già detto gli aeroporti ottengono la prima posizione di questa classifica. Le
fiere sono al secondo posto con il 41,3%. Seguono i centri congressi/centri affari, le
autostrade e il business info point come ad esempio quello a Malpensa ovvero un meeting-point allestito dalle Camere di commercio di Canton Ticino, Milano, Verbano Cusio
Ossola, Varese e Como per gli operatori economici, ideato per fornire servizi di informazione economica e di accoglienza e per promuovere i rapporti d’affari e di partnership.
L’84% delle Camere intervistate ha dichiarato di prendere parte a fiere di settore
(numerosissime, sia a livello nazionale sia a livello internazionale) e ciò fa risaltare la
grande importanza data a questo strumento di promozione ormai consolidato.
Tale presenza si conta soprattutto negli eventi legati al settore del turismo e dell’enogastronomia, anche se non mancano le fiere dell’artigianato, della nautica e le
campionarie.
La Borsa Internazionale del Turismo di Milano risulta la manifestazione in cui le
Camere sono maggiormanete presenti (ben il il 31%); più del 56% di Camere risulta
avere investito in uno spazio espositivo in fiere del turismo diverse (come le fiere
enogastronomiche nazionali Cibus, il Salone del Gusto di Torino, il Vinitaly di Verona
ed altre meno note come il Sana di Bologna), mentre il 54% promuove, collabora e/o
partecipa a fiere agroalimentari/vitivinicole e di promozione delle produzioni dell’artigianato locali.
Negli ultimi anni, poi, sempre più spesso il Sistema camerale ha iniziato ad utilizzare
la realizzazione e/o sponsorizzazione di eventi culturali, grandi mostre, manifestazioni
230
3. L’Azione di servizio
e/o itinerari tematici di interesse locale (anche attivando collaborazioni a livello internazionale), quale leva di valorizzazione e promozione dell’attrattività del territorio a
fini turistici.
Ne sono esempio la Camera di commercio di Arezzo (con la mostra “Piero della
Francesca e le corti italiane”), la Camera di Rovigo (con la mostra “La pittura tra Venezia
e Ferrara da Bellini a Tiepolo”); oppure la Camera di Caserta, con la proposta di itinerario storico – culturale “Da Annibale a Garibaldi”.
Il consistente sostegno ed apporto organizzativo garantito dalla Camera di Roma
nell’organizzazione della “Notte Bianca” ha poi già da alcuni anni dimostrato come
l’animazione del territorio in sinergia con gli altri enti locali si traduca in un forte ritorno in termini di visiblità e successo turistico, tanto da essere stata rapidamente presa
a modello da numerose altre realtà italiane (si pensi a Napoli, Firenze, a Rimini ed alle
“Notti di luce” di Bergamo).
Merita infine segnalare come molte Camere di commercio non si siano limitate a
promuovere eventi culturali per la valorizzazione del territorio, ma stanno viceversa
sviluppando ed applicando un modello di misurazione dell’impatto e dei ritorni di tali
eventi (tra le altre, Cremona, Ferrara, Mantova, Macerata e Brindisi stanno portando
avanti questo filone di attività).
A livello nazionale, tra le iniziative di turismo culturale che sta realizzando l’Unione
nazionale, con un gruppo di lavoro composto da Isnart, Kanso ed altre professionalità,
segnaliamo il progetto Dante che persegue il duplice obiettivo di creare un progetto-
Figura 3.11.5. La distribuzione delle partecipazioni finanziarie
delle Camere di commercio in ambito culturale
Fondazioni bancarie
20%
Opere liriche / musicali
20%
Musei / Gallerie
23%
Teatri
37%
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
231
Rapporto 2006 sul sistema camerale
contenitore che permetta di sperimentare tecnologie e metodologie innovative per il
turismo culturale; e lanciare un’iniziativa che abbia un respiro concretamente italiano
che combatta la parcellizzazione del marketing turistico e diventi occasione concreta
per guidare (ma in maniera non massificata) il turista colto attraverso le meraviglie
dell’Italia.
Figura 3.11.6. La distribuzione delle sponsorizzazioni delle Camere
di commercio ad iniziative culturali nel 2006
Restauri
9%
Altro
10%
Spettacoli
38%
Premi
15%
Mostre
28%
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
La scelta di Dante, e in particolare della Divina Commedia, nasce dalla sua fortissima
“presa sul pubblico”, derivata dall’essere un capolavoro della letteratura, conosciuto
in tutto il mondo, con una trama che si svolge nelle più importanti località italiane
(Firenze e Roma, ma anche Bologna, Brindisi, Mantova, Padova, Palermo, Siena, Verona),
ed utilizzando una tecnica narrativa affascinante, tipica degli story tellers medioevali,
molto attuale e particolarmente adatta ai nuovi media.
Il progetto ha avviato due attività principali: da un lato, l’individuazione e scelta
dei luoghi da inserire nel circuito stimandone in via preliminare il potenziale impatto di
incremento dei flussi turistici; dall’altro, un’analisi di fattibilità interpellando direttamente un campione di soggetti (operatori e autorità locali, editori, tour operators ecc.)
e di opinion leaders con competenze specifiche nell’ambito del turismo culturale.
232
3. L’Azione di servizio
I progetti sul territorio
Camera di commercio
ANCONA
BARI
Titolo progetto
Progetto “Welcome to Ancona - coordinamento delle iniziative di acoglienza/
promozione in occasione della stagione
crocieristica”
Mostra “Piero della Francesca e le corti
italiane”
Promozione del marchio di qualità del
turismo (hotel, ristoranti agriturismi,
campeggi, bed & breakfast)
Evento “Bariphotocamera”
BERGAMO
Evento “Notti di luce”
BOLOGNA
Presentazione alla stampa statunitense
delle eccellenze territoriali ed imprenditoriali bolognesi
Promozione del marchio di qualità per le
imprese turistico-ricettive
Mostra “Da Annibale a Garibaldi”
AREZZO
AVELLINO
BRESCIA
CASERTA
CATANZARO
COMO
CREMONA
CROTONE
CUNEO
FERRARA
FIRENZE
FROSINONE
GENOVA
GROSSETO
Promozione della ricettività e del
turismo di qualità nella Provincia di
Catanzaro
Avvio dell’Osservatorio del sistema turistico del Lago di Como
Osservatorio promozionale del turismo
Promozione del marchio di qualità per le
imprese turistico-ricettive
Promozione del marchio di qualità per le
imprese turistico-ricettive
Manifestazione internazionale “Cento
città d’arte”
Progetto “Pannelllo di controllo strategico per il settore turistico”
Progetto promozionale “Naturalmente...
Ciociaria - edizione 2006”
Tavolo di promozione di Genova e del
suo territorio
Evento “Fiera vacanze - Grosseto”
Partenariato
Regione Marche Provincia e Comune
di Ancona, Associazioni degli operatori
turistici
APT, Provincia, Enti locali, Bancaetruria,
Regione Toscana
Comune di Bergamo, Università di
bergamo, Camera di commercio del
Cantone Ticino
Regione Lombardia, Provincia di
Cremona, Unioncamere Lombardia
Centro studi turistici, APT, Università
Bocconi
Universita’ di Cassino, Comune
di Frosinone, Unioncamere Lazio,
Comunita’ montane GAL
Comune e Provincia di Genova, Agenzia
regionale “ Inliguria “
LATINA
Avvio del Centro studi sul turismo
LECCO
Tavolo di coordinamento provinciale per Provincia di Lecco, Comuni turistici
il turismo
locali, Comunità montane, Consorzi
turistici ed Associazioni di categoria
2a edizione dell’evento promozionale
Provincia e Comune di Lucca, Comune
“Olio e tesori di Lucca”
di Capannori, APT, Fondazioni bancarie
Osservatorio turistico provinciale
Provincia di Macerata
LUCCA
MACERATA
MANTOVA
Promozione del marchio di qualità per le Provincia e organizzazioni di categoria
imprese turistico-ricettive
233
Rapporto 2006 sul sistema camerale
MASSA CARRARA
Progetto promozionale “Qualità
Lunigiana”
Realizzazione della guida turistica di
Milano, valorizzazione delle imprese
turistiche del territorio
Partecipazione al salone “BIT Milano”
Touring Club italiano
PADOVA
Progetto strategico per la promozione
turistica del territorio
Provincia di Padova, APT, associazioni
di categoria, Consorzi di promozione
turistica
PARMA
Progetto di promozione sul mercato
londinese
Osservatorio provinciale turismo
MILANO
NAPOLI
PAVIA
PERUGIA
RAVENNA
REGGIO CALABRIA
RIMINI
ROVIGO
SALERNO
SAVONA
SIRACUSA
SONDRIO
TERAMO
TERNI
TORINO
VENEZIA
VERBANIA
VERCELLI
VERONA
VIBO VALENTIA
VICENZA
VITERBO
234
Progetto strategico per la promozione
Associazioni di categoria
turistica del territorio
Promozione del marchio di qualità per le Provincia e Comune di Ravenna,
imprese turistico-ricettive
Associazioni di categoria, Associazioni di
tutela del consumatore
Progetto di promozione turistica della
Provincia di Reggio Calabria (turismo
culturale ediz. 2006)
Forum sul turismo nel Mediterraneo
Paesi coinvolti: Croazia, Marocco,
Tunisia, Giordania, Siria, Egitto,
Turchia, Libia
Promozione della mostra “Le meraviglie Comune di Rovigo, Confcommercio,
della pittura tra Venezia e Ferrara”
Confesercenti
Progetto per l’incentivazione dei flussi
turistici in bassa stagione
Promozione del marchio di qualità per le
imprese turistico-ricettive
Progetto di comunicazione e promozio- Provincia regionale di Siracusa
ne turistica
Progetto di promozione del marchio
“Valtellina”
Tavolo del turismo - progetto di marke- Associazioni di categoria, imprese
ting turistico
Progetto di valorizzazione dei prodotti
Provincia e Comune di Terni, Comune
turistici di sistema:consolidamento offer- di Orvieto,Cconsorzi turisitici della
ta e promocommercializzazione
Provincia
“Yes! Torino quality for travellers:
Associazioni di categoria ed imprese;
marchio di qualità per le imprese alber- promosso da CdC Torino e Provincia
ghiere”
Progetto di promozione del distretto
Province di Venezia, Vicenza, Treviso
turistico Verona, Vicenza, Treviso,
e Rovigo, Associazioni di categoria e
Rovigo: portale ed osservatorio turistico imprese
Progetto di promozione
“Lagomaggioreconference”
Promozione del marchio di qualità per le Imprese alberghiere, ristorative ed agriimprese turistico-ricettive
turismi
Progetto di promozione turistica di
Verona e Lago di Garda
Promozione del marchio di qualità per le
imprese turistico-ricettive ed artigiane
Promozione del marchio di qualità per le
imprese turistico-ricettive
Progetto di promozione “Buy Lazio”
3. L’Azione di servizio
3.12 Studi, ricerche ed informazione economico-statistica
Tabella 3.12.1. I numeri di “Studi, ricerche ed informazione
economico-statistica”
444
154
89
70
99
95
98
92
Studi e ricerche autonomamente effettuate dalle Camere di commercio
Studi e ricerche commissionate all’esterno
Riviste pubblicate sulle economie locali
Pubblicazioni non periodiche di carattere promozionale
Sportelli diretti
Camere di commercio svolgono attività di informazione e divulgazione al pubblico
tramite servizio telefonico
Camere di commercio svolgono attività di informazione e divulgazione al pubblico
tramite e-mail
Camere di commercio svolgono attività di informazione e divulgazione al pubblico
tramite sito web
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Figura 3.12.1. Il numero di Camere di commercio per tipologia di
canali utilizzati nell’attività di informazione e divulgazione al pubblico
120
98
92
91
93
95
97
99
84
80
40
Sito Web
e-Mail
Servizio Telefonico
2004
Sportello Diretto
2006
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
235
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Figura 3.12.2. Le linee di attività maggiormente presidiate dagli uffici studi
e statistica delle Camere di commercio (N° assoluto di Cdc per attività)
8
Iscrizione liste di collocamento
12
14
13
Retribuzioni
Conti economici nazionali
18
15
Cassa integrazione guadagni
18
17
Indici della produzione industriale
18
17
23
Commercio interno
26
Dati sul credito
24
26
Conti economici territoriali
25
26
Prezzi alla produzione
27
30
32
32
Prezzi materie prime
36
33
Bilancia del turismo
55
55
Prezzi all'ingrosso
67
Occupazione
61
72
72
Lavoro e Professioni
76
78
Congiuntura provinciale e regionale
77
Commercio con l'estero
67
89
91
Indice prezzi
97
96
Demografia imprese
-
40
80
2004
120
2006
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Particolarmente diversificate sono state le linee di attività svolte dagli uffici studi e statistica delle Camere di commercio nel campo dell’informazione economico-statistica: anche
nel corso dello scorso anno i temi legati all’analisi del territorio quali la demografia delle
imprese, la dinamica dei prezzi, gli osservatori e le analisi congiunturali, gli studi sul mercato
del lavoro, il capitale umano ed il commercio con l’estero, si sono confermati essere quelli
maggiormente valorizzati e diffusi dagli uffici di studi e di statistica della rete camerale.
Ogni ufficio di statistica, oltre a produrre studi propri e di utilità al tessuto imprenditoriale su cui si innesta, opera quale organo del più ampio sistema statistico nazionale
(SISTAN, secondo quanto disciplinato dal d.lgs. 322/1989 che trasforma radicalmente il
236
3. L’Azione di servizio
sistema statistico italiano affiancando all’ISTAT una pluralità di enti ed organismi tra cui
le Camere di commercio), garantendo una serie di funzioni di fondamentale importanza
in quanto rete territoriale di riferimento per tutte le statistiche economiche.
Il ruolo delle Camere di commercio quali “osservatori privilegiati” economico-statistici delle economie locali ha trovato particolare espressione e valorizzazione in occasione
della 5a edizione della Giornata dell’Economia che si è tenuta a livello nazionale il
7 maggio 2007 e a cui ha fatto seguito la manifestazione a livello provinciale il 10
maggio 2007, nel corso della quale è stato presentato in maniera congiunta nelle 103
Camere di commercio il consueto Rapporto annuale sullo stato dell’economia provinciale.
Il Rapporto ha suscitato come di consueto un grande interesse presso i media e l’opinione pubblica: numerose testate giornalistiche nazionali e locali vi hanno dato risalto,
spesso con servizi dettagliati finalizzati ad analizzare e commentare i dati economici e
statistici messi a disposizione degli utenti.
I dati elaborati in occasione della Giornata dell’Economia sono stati successivamente
resi disponibili al pubblico su STARNET (www.starnet.unioncamere.it), il portale statistico del Sistema camerale. Il sito viene costantemente aggiornato da una redazione
di oltre 100 persone degli uffici studi e statistica di Camere di commercio ed Unioni
regionali ed è diventato rapidamente lo strumento di accesso principale al patrimonio
informativo sulle economie locali delle Camere.
Il Rapporto va di anno in anno arricchendosi, arrivando quest’anno a contare su di un
set complessivo di 16.400 tabelle (circa 135 per Camera di commercio), articolate su diversi
ambiti economici, ognuno definito in 17 apposite sezioni, così che ciascuna Camera di commercio possa leggere in modo originale le tendenze evolutive dei sistemi produttivi locali.
Figura 3.12.3. Tipologia di evento organizzato dalle Camere di
commercio in occasione della 5a Giornata dell’Economia nel 2007
15,7%
20,5%
63,9%
Convegno / Seminario
Conferenza stampa
Altro
Fonte: Unioncamere, Ufficio studi
237
Rapporto 2006 sul sistema camerale
La valorizzazione dei dati tratti dal Registro imprese ha consentito di trattare il tema delle
modificazioni del tessuto produttivo territoriale, in particolare approfondendo le analisi relative alla nuova imprenditorialità femminile e immigrata; e valutando la ripresa del ciclo economico attraverso la lettura dell’analisi economica e finanziaria desunta dai bilanci della totalità
delle società di capitale in Italia e delle medie imprese manifatturiere, in particolare.
Centro Studi Unioncamere
Lo sforzo compiuto dal Centro Studi Unioncamere nella valorizzazione del patrimonio informativo gestito a fini amministrativi dalle Camere di commercio, unito alle varie indagini
condotte periodicamente su campioni statisticamente rappresentativi di impresa, ha permesso
anche nel corso del 2006 di disporre di un’imponente mole di informazioni sugli andamenti
dei diversi settori economici e delle economie locali, con particolare riferimento a:
1. analisi sulla struttura imprenditoriale e mercato del lavoro;
2. previsioni economiche e congiunture dei settori produttivi;
3. analisi economico-aziendali.
Analisi sulla struttura imprenditoriale e mercato del lavoro
In questo ambito il Centro Studi ha aggiornato al 2003 “L’Osservatorio sulla demografia
delle imprese”. Tale filone di attività ha come obiettivo di contribuire ad una più approfondita conoscenza dell’evoluzione della demografia imprenditoriale, attraverso elaborazioni
anagrafiche sul Registro delle imprese, con specifico approfondimento sulle “vere” nuove
imprese, non legate cioè a posizioni preesistenti nel Registro.
In particolare, il Centro Studi Unioncamere ha realizzato in collaborazione con l’Associazione delle Camere di commercio Europee “Eurochambres” il Rapporto 2006 sull’andamento congiunturale delle piccole e medie imprese europee “Eurochambres Economic
Survey 2006”, con riferimento all’economia italiana. L’indagine, condotta su un campione
di 2.000 imprese, ha consentito di analizzare l’andamento dei principali indicatori economici (fatturato, export, investimenti, occupazione, clima di fiducia) registrato dalle imprese
italiane e di effettuare una comparazione territoriale con le analoghe indagini realizzate in
27 diversi Paesi europei. I dati, che sono stati presentati nel corso di un convegno internazionale a Bruxelles il 4 dicembre 2006, sono confluiti nel rapporto di Eurochambres “The
Business Climate in Europe’s Regions in 2006”.
In collaborazione con Prometeia il Centro Studi Unioncamere ha realizzato due approfondimenti di ricerca finalizzati ad analizzare la vulnerabilità internazionale delle Province
italiane e la relazione tra demografia e sviluppo economico.
Nell’ambito delle attività di analisi della struttura imprenditoriale e mercato del lavoro nel
2006 sono stati valorizzati i risultati di un progetto di ricerca – realizzato in collaborazione
con il Politecnico di Milano – finalizzato a valutare effetti diretti e indiretti della delocalizzazione internazionale delle imprese italiane, con particolare riferimento al cambiamento
dei fabbisogni professionali e organizzativi delle imprese stesse.
238
3. L’Azione di servizio
Previsioni economiche e congiunture dei settori produttivi
Sulla base delle interviste ad un campione di 8.000 imprese, è proseguita l’indagine sugli
andamenti congiunturali e occupazionali delle imprese, di cui si è dato conto – con cadenza
trimestrale – attraverso appositi comunicati stampa riguardanti i settori del commercio,
manifatturiero e dei servizi. A tal riguardo, specifiche elaborazioni sono state poi realizzate
per conto di strutture del Sistema camerale quali le Unioni Regionali dell’Emilia-Romagna
e della Basilicata, la Camera di commercio di Milano e quella di Perugia.
In collaborazione con la Società Ref, ed attraverso il raccordo delle informazioni di fonte
propria e di altri istituti di ricerca (AC Nielsen e IRI Infoscan, società leader nelle ricerche
di mercato in Italia), sono stati integrati ed armonizzati i dati relativi alle indagini congiunturali sul commercio al dettaglio condotte trimestralmente sugli andamenti della Grande
Distribuzione e della Distribuzione Tradizionale. Sempre in collaborazione con Ref è stato
diffuso nel mese di maggio 2006 un volume sulla dinamica dei consumi e delle vendite del
commercio al dettaglio tradizionale e GDO per l’anno 2004.
Infine, in collaborazione con la società Prometeia, è stato aggiornato il modello di previsione
economica per l’Italia e le Regioni italiane realizzato a partire dal 2002, costruendo quattro scenari
inediti di previsione per le Regioni e per l’economia italiana (quattro scenari per trimestre).
Analisi economico-aziendali
Il Centro Studi sta curando da ormai cinque anni un’attività di elaborazione sull’universo dei
bilanci delle società di capitale (circa 600.000), volta a favorire una più approfondita analisi economica settoriale e territoriale in Italia. La fornitura dei bilanci riferiti agli anni 2003 e 2004 ha
consentito di aggiornare l’archivio bilanci di Unioncamere. I dati così ottenuti sono stati utilizzati
nell’ambito di una serie di ricerche ed indagini svolte dal Centro Studi Unioncamere e valorizzati
sia nell’ambito della Giornata dell’Economia, sia attraverso la predisposizione dei appositi report
territoriali che sono stati richiesti da diverse Camere di commercio e Unioni regionali.
Sempre nel corso dell’anno 2006, in collaborazione con Mediobanca, è stata realizzata
la quarta edizione dello studio sui bilanci delle medie imprese industriali in Italia. Esse
rappresentano oggi il modello aziendale punta di diamante del nostro sistema produttivo;
obiettivo della ricerca studiarne, anche in un’ottica settoriale e territoriale, i fattori competitivi che hanno consentito loro di raggiungere posizioni di leadership nel mondo (qualità,
stile, flessibilità produttiva, innovazione di prodotto e di processo).
I risultati della ricerca sono stati presentati in occasione del convegno: “Le medie imprese
industriali italiane (1996-2003), tenutosi il 12 dicembre 2006 a Roma; tuttavia, al fine di
garantire la più ampia diffusione dei risultati, sono stati organizzati a livello territoriale, due
specifici convegni (a Forlì-Cesena il 30 gennaio 2007 e a Brescia il 26 febbraio 2007).
Infine, in collaborazione con la società di Mediobanca R&S S.p.A., il Centro Studi
Unioncamere ha dato seguito alle attività finalizzate alla costruzione di un inedito modello
matematico-statistico in grado di misurare, utilizzando le informazioni presenti nella banca
dati dei bilanci, la capacità economica e finanziaria delle società di capitale in Italia. I risultati della sperimentazione del modello sono stati diffusi in un apposito volume “Il Modello
R&S-Unioncamere per lo scoring delle P.M.I.” (agosto 2006).
239
Rapporto 2006 sul sistema camerale
I progetti sul territorio
Camera di commercio
ALESSANDRIA
Titolo progetto
Partenariato
Impatto dei flussi migratori sull’economia locale
Giornata dell’economia 2006
Universita’ degli studi “A. Avogadro” di
Alessandria
AREZZO
Progetto “Creso - sviluppo del terzo
settore”
Retecamere, Banche credito cooperativo,
Istituto G. Tagliacarne, forum terzo settore, cooperazione, Provincia di Arezzo
ASCOLI PICENO
BOLOGNA
Analisi dell’economia picena attraverso
il censimento generale dell’industria e
dei servizi
Aggiornamento e ampilamento volume
“Economia biellese 2005”
Giornata dell’economia 2006
CAGLIARI
Progetto “Polos 2005”
CAMPOBASSO
CATANZARO
Osservatorio economico statistico regionale e studio di fattibilità per progetti
di filiera
Osservatorio economico permanente
CROTONE
Il bilancio sociale
FERRARA
Giornata dell’economia 2006
FORLI’ CESENA
Progetto “Simet - sistema monitoraggio
economia del territorio”
Studio di approfondimento sul distretto
del vestiario della Valle del Liri
Osservatorio innovazione con altre
Camere liguri e Unioncamere Liguria
Indagine congiunturale sulle imprese
della provincia di Gorizia
Indagine sul settore della distribuzione
importazione ed esportazione di prodotti
floricoli
Analisi congiunturale sull’economia
locale
Organizzazione banca dati per report
aggiornati sull’ economia provinciale
Osservatorio Economico su web
ANCONA
BIELLA
FROSINONE
GENOVA
GORIZIA
IMPERIA
LATINA
LIVORNO
LODI
MANTOVA
PERUGIA
PISA
Facoltà di Economia dell’università di
Bologna.
Unioncamere Molise, Associazioni di
categoria
Istituto G. Tagliacarne
Istituto G. Tagliacarne
Camere liguri e Unioncamere Liguria
Università di Genova, dipartimento di
tecnica ed economia delle aziende
Istituto di ricerche Nomisma, Bologna
Volume “I giovani imprenditori mantovani e la successione di impresa”
Osservatorio congiunturale
PISTOIA
Rapporto informazione statistica territoriale
Osservatorio bilanci
PORDENONE
Indagine congiunturale
240
Unione industriale biellese
Gruppo di lavoro Sistan allargato a
Comuni e società della salute
Camere di commercio della Toscana
3. L’Azione di servizio
RAVENNA
REGGIO CALABRIA
REGGIO EMILIA
RIETI
ROMA
Avvio del centro studi con l’amministra- Provincia di Ravenna
zione provinciale
Indagine provinciale sull’impatto di
Basilea 2 sulle imprese minori e società
di capitali della Provincia
Ricerca “Reggio Emilia e Lisbona 2010”: Gruppo di lavoro con gli attori locali e
cosa manca per raggiungere gli obiettivi regionali
dell’Agenda di Lisbona
Progetto “Polos 2005”
SASSARI
Progetto di sicurezza partecipata e
dedicata - estensione ad aree di nuova
individuazione
Osservatorio sulle PMI 2006
SIENA
Report trimestrale sull’economia locale
TERNI
Progetto Excelsior
TORINO
Progetto “Pamel@ - portale dell’arco
mediterraneo latino”
UDINE
VARESE
VENEZIA
VERBANIA
VERCELLI
VERONA
VITERBO
Prefettura di Roma, Municipi XIII e
XVI e forze dell’ordine
Provincia di Terni
Camera di Genova, di Cuneo,
Unioncamere Piemonte e Liguria,
Camere di commercio francesi e spagnole
Progetto “Pool - realizzazione della banca Carinzia Joanneum Recearch Center di
dati Carinzia - nord-est italiano”
Graz
Progetto “Smail - sistema monitoraggio
annuale imprese e lavoro”
Rapporto sull’andamento economico
della Provincia di Venezia nel 2005
Giornata dell’economia 2006
Osservatorio economico statistico provinciale
Provincia di Vercelli, Centri per l’impiego, Confindustria, Osservatorio regionale mercato lavoro, Inps Vercelli
Progetto “Best- bilanci numerici a scopo Universita’ degli studi di Verona
statistico”
Partecipazione alla conferenza nazionale Prefettura di Viterbo, Comune e
di statistica e redazione volume extraco- Provincia di Viterbo
munitari
241
Rapporto 2006 sul sistema camerale
3.13 Regolazione del mercato
Tabella 3.13.1. I numeri di “Regolazione del mercato”
421
136
423,7
60
18
673
9.326
218,6
59
58
1.188
424
40
43
Arbitrati gestiti nel 2006
Giorni di durata media degli arbitrati conclusi nel 2006
mila euro di valore medio delle controversie arbitrali concluse nel 2006
Camere di commercio hanno svolto azione di promozione dell’arbitrato
Camere di commercio hanno realizzato corsi di formazione sull’arbitrato nel bienno 20052006
Arbitri formati nel 2006
Conciliazioni gestite nel 2006
mila euro di valore medio delle conciliazioni concluse nel 2006
Giorni di durata media delle conciliazioni concluse nel 2006
Camere di commercio hanno realizzato corsi di formazione sulla conciliazione nel 2006
Conciliatori formati nel 2006
Conciliatori formati in materia di diritto societario
Camere di commercio hanno promosso iniziative per la predisposizione di contratti-tipo
Camere di commercio hanno istituito un servizio per il controllo delle clausole vessatorie
nei contratti
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
LA RETE ARBITRALE
Nel 2006 il numero delle Camere arbitrali risulta sostanzialmente invariato rispetto
a quello del 2005.
Per quanto riguarda la natura giuridica dei servizi i dati confermano quelli dell’anno
precedente ovvero:
• la maggior parte delle Camere arbitrali sono organizzate come ufficio camerale;
• 4 sono risultate le Camere arbitrali organizzate in Aziende speciali (Bolzano, Como,
Milano e Roma);
• mentre 16 Camere arbitrali hanno costituito associazioni con altre Camere arbitrali
oppure con le categorie e gli ordini professionali.
242
3. L’Azione di servizio
Le 69 Camere arbitrali nel periodo 1997-2006 hanno gestito complessivamente 2.704
arbitrati, di questi 2.121 relativi a rapporti tra imprese e 637 relativi a rapporti tra
imprese e consumatori.
Nel 2006 sono stati amministrati 421 arbitrati: 358 relativi a controversie tra imprese e 63 relativi a controversie tra imprese e consumatori. Si registra, rispetto al 2005,
un lieve aumento del numero degli arbitrati amministrati dalle Camere di commercio.
Il valore medio delle domande di arbitrato amministrate nel 2006 è risultato di euro
423.700 mentre la durata media è stata di 136 giorni. Risulta, rispetto all’anno precedente, un forte aumento del valore medio degli arbitrati gestiti dalle Camere a fronte di
una significativa diminuzione della durata.
Figura 3.13.1. Il numero degli arbitrati negli anni 1997-2006
(valori assoluti)
500
404
400
421
353
313
300
236
194
200
254
210
178
141
100
0
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Per quanto riguarda, in particolare, gli arbitrati tra le imprese il valore medio è risultato di euro 745.000 e la durata media di 132 giorni. Mentre per gli arbitrati tra imprese
e consumatori il valore medio è stato di euro 102.381 e la durata media di 140 giorni.
Nel grafico seguente è riportata in valore percentuale la distribuzione degli arbitrati
in relazione alle fasce di valore economico.
Rispetto all’attività di formazione in materia di arbitrato risulta che 18 Camere di
commercio hanno realizzato nel 2006 iniziative formative che hanno contribuito a formare 673 arbitri.
243
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Figura 3.13.2. La distribuzione percentuale degli arbitrati tra imprese
e consumatori per settore nel 2006
Immobiliare
Finanziario
15,9%
31,7%
Diritto societario
Appalto
25,4%
Assicurativo
3,2%
1,6%
Commerciale
22,2%
Altro
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Nei grafici seguenti sono riportati in valore percentuale i settori più ricorrenti oggetto delle domande di arbitrato:
Figura 3.13.3. La distribuzione percentuale degli arbitrati tra imprese
per settore nel 2006
Immobiliare
8,7%
27,7%
Finanziario
3,1%
Appalto
20,9%
Commerciale
Assicurativo
Altro
22,1%
1,6%
15,9%
Diritto societario
Subfornitura
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
244
3. L’Azione di servizio
Figura 3.13.4. La distribuzione percentuale degli arbitrati tra imprese
e consumatori per valore economico nel 2006
Fino a 25 mila
2% 3% 2%
Da 25 a 50 mila
21%
39%
Da 50 a 100 mila
Da 100 a 250 mila
Da 250 a 500 mila
Da 500 mila a 2,5 milioni di
Da 2,5 a 5 milioni di
17%
Oltre 5 milioni di
16%
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Si ritiene opportuno evidenziare i motivi che hanno indotto una o entrambe le parti
a rivolgersi al servizio di arbitrato delle Camere di commercio:
• 42% per la rapidità della procedura;
• 33% per l’economicità del servizio;
• 25% per l’affidabilità del servizio.
Figura 3.13.5. La distribuzione percentuale degli arbitrati tra imprese
per valore economico nel 2006
12%
3%
Fino a 25 mila
6%
27%
Da 25 a 50 mila
Da 50 a 100 mila
Da 100 a 250 mila
Da 250 a 500 mila
9%
Da 500 mila a 2,5 milioni di
13%
15%
Da 2,5 a 5 milioni di
Oltre 5 milioni di
15%
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
245
Rapporto 2006 sul sistema camerale
LA RETE CONCILIATIVA
Le Camere di commercio nel periodo 1997-2006 hanno gestito complessivamente
25.810 conciliazioni di cui 5.579 relative a controversie nascenti da rapporti tra imprese
e 19.831 controversie in materia di consumo.
Nel 2006 le domande di conciliazione gestite dalle Camere di commercio sono risultate 9.326, 1.936 relative a controversie nascenti da rapporti tra imprese e 6.890 relative a rapporti tra imprese e consumatori. Si è rilevato inoltre che le domande concluse
con un verbale – di avvenuta o mancata conciliazione – sono state 3.215.
Anche nel 2006 si è registrato un trend di crescita del numero delle domande di
conciliazione che, rispetto al 2005, hanno avuto un incremento del 32%.
La distribuzione territoriale delle conciliazioni è rappresentata nel grafico che segue,
che pone in evidenza la forte concentrazione nel Sud-Isole delle conciliazioni amministrate nel 2006 dalle Camere di commercio:
Il valore medio delle conciliazioni è risultato pari a euro 17.513 mentre la durata
media di 59 gg.
Per quanto riguarda le controversie relative a rapporti tra imprese, il valore medio è
stato di euro 28.206 e la durata media di 60 giorni; mentre per le controversie relative
a rapporti tra imprese e consumatori il valore medio è risultato di euro 6.820 e la durata
media di 58 giorni.
Si è registrata rispetto all’anno precedente una diminuzione del valore medio delle controversie gestite dalle Camere, cui ha corrisposto un lieve aumento della durata media.
Nel 2006 le Camere di commercio hanno gestito circa 100 domande di conciliazione
in materia di diritto societario. La durata media di questi casi è stata di 61 giorni ed il
valore medio di euro 430.922.
Figura 3.13.6. Il numero delle conciliazioni negli anni 1997- 006
10.000
9.326
7.500
6.304
4.583
5.000
2.128
2.500
485
864
274
696
112
1997
1998
1999
2000
2001
1.138
0
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
246
2002
2003
2004
2005
2006
3. L’Azione di servizio
Figura 3.13.7. La conciliazione sul territorio
Nord Ovest
13%
Nord Est
12%
Centro
17%
Sud
58%
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Per quanto riguarda invece il settore delle telecomunicazioni risulta che nel 2006
sono state amministrate complessivamente 5.667 conciliazioni (circa il 64% del numero
complessivo delle conciliazioni gestite) di cui 1.213 relative a rapporti tra imprese e
4.454 relative a rapporti tra imprese e consumatori.
Il valore medio delle domande di conciliazione relative al settore delle telecomunicazioni è risultato di 6.192 euro, mentre la durata media di 64 giorni.
Le Camere di commercio che hanno dichiarato di aver adottato il Regolamento di
conciliazione predisposto nel maggio 2005 dall’Unioncamere sono state 80.
Rispetto all’attività di formazione in materia di conciliazione risulta che 58 Camere
di commercio hanno realizzato iniziative di formazione che hanno contribuito a formare
1.188 conciliatori, di questi 424 specializzati in materia societaria.
Complessivamente le domande di conciliazione gestite dalle Camere di commercio
riguardavano sostanzialmente contratti stipulati nell’ambito dei seguenti settori.
Si ritiene opportuno evidenziare i motivi che hanno indotto una o entrambe le parti
a rivolgersi al servizio di conciliazione delle Camere di commercio:
247
Rapporto 2006 sul sistema camerale
• 50% per la rapidità della procedura;
• 30% per l’economicità del servizio;
• 20% per l’affidabilità del servizio.
Figura 3.13.8. La distribuzione percentuale delle conciliazioni tra
imprese per settore nel 2006
Artigianato
11,6%
2,0%
4,6%
3,9%
9,1% 0,4%
Commercio
2,1%
Manifatturiero
1,4%
Edile
Turismo
Telecomunicazione
Diritto societario
64,9%
Subfornitura
Altro
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Figura 3.13.9. La distribuzione percentuale delle conciliazioni tra
imprese e consumatori per settore nel 2006
Artigianato
16,7%
2,8%
7,9%
1,1%
Commercio
3,0%
0,1%
0,1%
Manifatturiero
Edile
Turismo
Subfornitura
Telecomunicazione
68,2%
Diritto societario
Altro
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
248
3. L’Azione di servizio
LA PREDISPOSIZIONE DEI CONTRATTI-TIPO E IL CONTROLLO SULLE CLAUSOLE
ABUSIVE
Nel 2006, 40 Camere di commercio hanno dichiarato di aver promosso iniziative
rivolte a favorire la predisposizione di contratti-tipo, e i settori di riferimento sono
stati i seguenti:
Figura 3.13.10. La distribuzione percentuale dell’attività di controllo
dei contratti-tipo per settore nel 2006
44,3%
26,2%
Immobiliare
Assicurativo
Artigianato
Bancario
3,3%
Multiproprietà
3,3%
Agenzie di viaggio
4,9%
Altro
0,0%
18,0%
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
43 Camere invece hanno istituito un servizio per il controllo delle clausole inique
nei contratti, di queste 37 hanno adottato uno specifico regolamento per la gestione
della procedura di controllo.
L’attività di controllo è avvenuta nei confronti di contratti relativi ai seguenti settori:
Figura 3.13.11. La distribuzione percentuale sulla rilevazione
delle clausole abusive nei contratti per settore nel 2006
Immobiliare
22,6%
34,4%
Assicurativo
Artigianato
Bancario
Multiproprietà
8,6%
Agenzie di viaggio
8,6%
7,5%
6,5%
Altro
11,8%
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
Dai dati risulta che 3 Camere di commercio hanno presentato l’azione inibitoria,
ovvero quelle di Ancona, Bologna, Livorno.
249
Rapporto 2006 sul sistema camerale
I progetti sul territorio
Camera di commercio
Titolo progetto
ALESSANDRIA
Progetto “Contratti puliti”
ANCONA
BOLZANO
Tavolo con le associazioni dei consumatori iscritte al registro regionale
Commissione per la costistuzione della
camera arbitrale
Commissione conciliativa delle pubbliche utenze
Convegno sulla riforma dell’arbitrato e
corso sulla gestione dei conflitti aziendali
Seminari in tema di arbitrato e conciliazione
Formazione per mediatori (conciliatori)
BRESCIA
Convenzioni aziende servizi pubblici
CAGLIARI
Progetto di diffusione della cultura arbitrale e conciliativa
Protocollo d’intesa con le associazioni di
categoria sulla conciliazione
Corso formativo per arbitri
AOSTA
AREZZO
BERGAMO
BOLOGNA
CAMPOBASSO
CROTONE
CUNEO
FERRARA
FIRENZE
FROSINONE
GENOVA
GORIZIA
GROSSETO
Progetto “Servizi Concerto: istituti di
giustizia alternativa a tutela del mercato
e del consumatore”
Convenzione tra tintolavanderie e consumatori
Settimana della conciliazione
MACERATA
MANTOVA
Settimana della conciliazione
LECCO
LODI
LUCCA
250
Ordini professionali
Società di pubblici servizi, Associazioni
di categoria
Ordine dei dottori commercialisti e
Associazioni di categoria
Fondazione forense di Bologna
Protocollo d’intesa con l’Uuniversità di
Cagliari
Corso base formazione per conciliatori +
modulo spec. soc.
Piano di comunicazone e marketing per Gruppo intercamerale “Work”
l’erogazione di consulenza e servizi di
informazione, comunicazione e nuove
tecnologie nell’ambito della conciliazione
Avvio del laboratorio ADR
Università degli studi di Firenze
Master in procedure stragiudiziali di
soluzione delle controversie
La conciliazione in materia condominiale
Partecipazione della rete lombarda dei
servizi conciliazione alla XV Convention
delle Camere di commercio italiane
all’estero
Linee guida per la predisposizione della
modulistica per la mediazione immobiliare
Progetto di promozione “Educare, formare ed informare alla conciliazione”
Corso di formazione per arbitri
LA SPEZIA
Partenariato
Adiconsum Alessandria
Associazioni di categoria e di consumatori
Associazioni di categoria
Università degli studi di Siena
Associazione piccoli proprietari immobiliari
Le 11 Camere di commercio lombarde e
la Camera arbitrale di Milano
Associazioni dei consumatori e
Associazioni dei mediatori immobiliari
Fondazione Banca del Monte di Lucca
3. L’Azione di servizio
MASSA CARRARA
NAPOLI
PIACENZA
PISA
Progetto “Ospitalità per il turista: la conciliazione” per incentivare l’utilizzo della
conciliazione nel settore turistico
Firma di Convenzione in materia di
conciliazione
Assemblea nazionale dei conciliatori
REGGIO CALABRIA
Informatizzazione del servizio di conciliazione on-line
Iniziative promozionali e formative sulla
conciliazione
Settimana della conciliazione
REGGIO EMILIA
Settimana della conciliazione
SASSARI
Master di 1° livello: procedure alternative di risoluzione delle controversie.
Promozione di conciliazione e arbitrato
RAVENNA
TORINO
TRENTO
TREVISO
TRIESTE
UDINE
VARESE
VENEZIA
VERBANIA
VERONA
VICENZA
VICENZA
VITERBO
Provincia, APT, Associazioni di categoria
e dei consumatori
Comune di Procida e Confservizi
Campania
I.s.d.m.a ( Istituto per lo Studio e la
Divulgazione della conciliazione e l’arbitrato) di Napoli
Associazioni di categoria artigiane,
Associazioni dei consumatori, Istituti
scolastici
Università di Sassari
Regione Piemonte, Associazioni di categoria del settore artigiano
Rete di collaborazioni in ambito proProvincia autonoma di Trento e princivinciale per la diffusione della cultura
pali organizzazioni imprenditoriali della
conciliativa
Provincia di Trento
Convegno sulla riforma dell’arbitrato
Curia mercatorum, Associazione italiana
per l’arbitrato e Ordine Avvocati di
Treviso
La nuova camera arbitrale: adesione alla Tribunale di Trieste, Associazioni di catesettimana nazionale della conciliazione
goria e Associazioni dei consumatori.
Approvazione di Convenzione per con- Associazioni di categoria del settore,
ciliazione in materia di vendita di mobili Adiconsum
di arredamento
Progetto di promozione “Conciliazione
gratuita”
Convenzioni per la promozione del ser- Associazioni di categoria, dei consumavizio di conciliazione
tori e Ordine Avvocati di Venezia
Corso di formazione per conciliatori;
Camera arbitrale del Piemonte,
Corso di introduzione all’arbitrato
Tribunale di Verbania, Collegio dei
Notai della Provinciaa, Ordine degli
Avvocati, ordine dei Dottori commercialisti
Progetto promozionale “Mese gratuito
della conciliazione”
Avvio della Camera arbitrale per i Pesi di
area In.c.e.
Protocolli d’Intesa con associazioni di
Assindustria, Apindustria, Associazione
categoria
artigiani, Ascom, CNA, Coldiretti,
Confcooperative, Confesercenti
Protocollo d’Intesa in materia di conci- Ordine dei Dottori commercialisti e
liazione
Collegio Dottori commercialisti di
Viterbo
251
Rapporto 2006 sul sistema camerale
3.14 Responsabilità Sociale delle Imprese
Tabella 3.14.1. I numeri di “Responsabilità Sociale delle Imprese”
61
2.300
450
11
43
45.000
Sportelli CSR presso le Camere di commercio
Imprese a cui sono state fornite informazioni
Imprese a cui è stata fornita formazione specifica
Corsi di specializzazione attivati
Iniziative di promozione a livello locale
Contatti tramite siti dedicati
Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007
La Responsabilità Sociale delle Imprese – Corporate Social Responsibility – viene
definita dalla Commissione europea come “l’integrazione, su base volontaria da parte
delle imprese, delle preoccupazioni sociali ed ecologiche nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate (stakeholders)”. Da diversi anni il tema
della Responsabilità Sociale delle Imprese – CSR – è argomento di discussione in Italia
e in Europa. A partire dal summit di Lisbona del 2000, l’Unione europea ha inserito la
CSR tra i suoi obiettivi strategici. Da allora sono stati fatti numerosi passi avanti grazie
anche all’impegno di importanti attori istituzionali nella diffusione della cultura della
CSR e delle buone pratiche ad essa connesse. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali si è speso molto su questo tema al punto da averlo inserito, durante il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea (luglio-dicembre 2003) tra le proprie
priorità organizzando un’importante Conferenza europea a Venezia. È stata una tappa
fondamentale nel percorso di condivisione di strategie e di scambio di esperienze e
buone pratiche in seguito alla quale si è arricchito il dibattito e si sono moltiplicate
le iniziative di CSR sia in Italia sia in Europa.
Pochi giorni dopo questo appuntamento, il 27 novembre 2003, tra l’Unioncamere e il
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è stato siglato un importante protocollo di
intesa in materia di Responsabilità Sociale che ha portato all’apertura presso le Camere
di commercio di numerosi sportelli informativi e di supporto alle imprese, soprattutto
quelle piccole e medie imprese che costituiscono il tessuto produttivo italiano e che più
di tutte sono integrate nel territorio e nella comunità in cui operano.
Il sistema delle Camere di commercio, con il coordinamento di Unioncamere1, ha
così avviato uno sforzo per diffondere attraverso le sue strutture sul territorio la cultu1
www.csr.unioncamere.it.
252
3. L’Azione di servizio
ra delle Responsabilità Sociale in un’ottica di crescita continua; questo con azioni ed
iniziative di promozione, informazione e assistenza alle imprese, formazione sugli strumenti di CSR più diffusi ed efficaci, organizzazione di tavoli di confronto istituzionali e
predisposizione di analisi e ricerche sul tema. Si tratta infatti di impegni coerenti alla
missione delle Camere di commercio come istituzioni del mercato, capaci di rappresentare gli interessi “di sistema” delle economie locali e dei loro protagonisti: le imprese,
i lavoratori, i consumatori e l’intera comunità che esprime i bisogni del territorio in
cui opera.
L’impegno delle Camere di commercio e delle Unioni Regionali sulla CSR
61 sportelli presso le Camere di commercio e le UR2 che svolgono iniziative in ambito
CSR;
12 ricerche e studi sui temi della CSR realizzati (una del Centro Studi Unioncamere a
carattere nazionale);
più di 2300 imprese circa incontrate per dare informazioni sulla CSR;
450 imprese hanno partecipato ad incontri di formazione sul tema;
330 casi circa di buone pratiche di CSR censiti sul territorio;
11 corsi di specializzazione sulla CSR attivati con il sostegno delle Camere di commercio;
43 iniziative di promozione a livello locale che hanno coinvolto il 45% delle strutture
camerali.
Le modalità dei servizi erogati
Internet: più del 70% degli sportelli CSR utilizza per la maggior parte delle attività
internet (con una media di circa 45.000 contatti ogni anno per gli sportelli con sito
dedicato);
stampa: sia tramite articoli sui giornali locali che attraverso cataloghi e brochure (molti gli Sportelli che hanno commissionato guide e kit di gestione della
Responsabilità Sociale, più di 20 nel solo 2006). Più del 50% degli Sportelli hanno
utilizzato queste modalità informative;
nel 30/40% dei casi gli utenti sono stati informati con incontri e contatti diretti
presso lo sportello e con l’organizzazione di seminari e convegni di promozione che
vedevano coinvolti direttamente o indirettamente il personale camerale attivo sulla
CSR.
I servizi alle imprese
In più del 90% dei casi informazione;
nell’80% dei casi assistenza;
nel 40% dei casi formazione.
2
46% al Nord, 25% al Centro, 29% al Sud.
253
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Tipologia di utenti
In relazione ai servizi di assistenza, le P.M.I. sono le aziende che si rivolgono maggiormente alle strutture camerali (3/5 dei casi). In misura minore avviene nel caso
di medie imprese. Quasi mai nel caso di grandi imprese;
in relazione ai servizi informativi e formativi, le P.M.I. (3/5 degli utenti totali), ma
anche molti consulenti e studenti. In alcuni casi, organizzazioni di categoria e altre
CCIAA, principalmente con lo scopo di prevedere collaborazioni ed iniziative comuni
(soprattutto nelle Marche, in Toscana e in Lombardia).
Il Centro Studi dell’Unioncamere ha inoltre realizzato una ricerca3 a livello nazionale
sul tema che rappresenta la più ampia ricognizione sulla CSR realizzata in Italia negli
ultimi anni. Oltre che sul versante dalle imprese italiane (soprattutto piccole e medie
imprese), lo studio ha voluto analizzare le attese e i comportamenti dei consumatori
italiani. Ultimo aspetto, fin ad oggi ancora inesplorato, è stato quello relativo alla
relazione tra azioni di CSR e performance di mercato delle aziende. La ricerca è stata
svolta su un campione di 2.000 imprese e 1.500 famiglie e ha prodotto risultati molto
interessanti.
Alcuni risultati della ricerca
Più del 90% delle imprese ha realizzato una o più iniziative in ambito di CSR;
oltre il 60% delle imprese svolge azioni di CSR coerentemente alla strategia aziendale;
oltre il 60% dei consumatori è pronto a pagare di più per un prodotto di un’impresa
socialmente responsabile;
circa il 65% dei consumatori ritiene che le imprese debbano farsi carico dei problemi
della società;
oltre il 90% dei consumatori ritiene necessario che le imprese vengano obbligate a
rendere pubblico il loro modo di operare nei confronti dei dipendenti, dell'ambiente e
dei consumatori;
i consumatori nutrono un alto livello di fiducia nei confronti delle P.M.I. (oltre il
65%), mentre banche e multinazionali registrano valori molto più bassi (circa il
30%);
tra le imprese impegnate in azioni di CSR, il 35% riscontra un aumento di fatturato
pari al 10/15%, il 50% una sostanziale stabilità, il 15% una lieve diminuzione (tra
il 5 e il 10%).
Le evidenze dello studio prodotto hanno così confermato la bontà della scelta di
Unioncamere e del Sistema camerale, rinnovando la sfida a essere uno degli attori istituzionali più impegnati sul fronte della CSR nei prossimi anni.
3
La responsabilità sociale delle imprese e gli orientamenti dei consumatori, Franco Angeli, Milano 2006.
254
3. L’Azione di servizio
Nel corso dell’ultimo anno, inoltre, l’Unioncamere ha rappresentato Eurochambres ai
lavori della Commissione europea, questo come riconoscimento del grande impegno in
ambito di Responsabilità Sociale e perché l’Italia è l’unico Paese in Europa che vede un
sistema integrato di Camere di commercio attivo su questo tema. L’Unioncamere partecipa, tra i 6 rappresentanti designati dall’Italia, ai lavori per l’elaborazione del nuovo
standard ISO 26000 (nuovo strumento di riferimento in ambito di CSR) che vedono la
presenza di Paesi di tutti i continenti con circa 200 delegazioni.
Diverse inoltre le collaborazioni e le sinergie con altri soggetti pubblici e privati:
Protocollo d’intesa con la Fondazione per la Diffusione della Responsabilità Sociale
delle Imprese (Fondazione I-CSR);
Protocollo d’intesa con l’ILO per la promozione congiunta del Global Compact delle
Nazioni Unite;
Protocollo d’intesa con FITA/Confindustria per azioni comuni di promozione della CSR
tra le imprese;
Protocollo d’intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico per la promozione delle
Linee Guida OCSE;
collaborazioni e iniziative comuni con l’INAIL e l’ABI.
Infine, le linee di sviluppo che vedranno impegnato il Sistema camerale nei prossimi mesi, frutto del confronto con le CCIAA e le UR nel corso di un incontro presso
Unioncamere nazionale.
Individuazione e diffusione di buone pratiche di CSR: la diffusione della CSR attraverso la promozione di esempi concreti di imprese impegnate con successo in questo
ambito è risultata una delle azioni che più accomunano i vari sportelli camerali.
Istituzione di tavoli di confronto e coordinamento per la diffusione delle pratiche di CSR: si è evidenziato da più parti come Unioncamere e soprattutto gli
sportelli CSR sul territorio siano diventati dei punti di riferimento istituzionalmente
riconosciuti.
Diffusione della CSR attraverso moduli formativi inseriti nella programmazione
corrente: molti sportelli CSR hanno utilizzato tale modalità di lavoro come efficace
strumento di promozione della CSR, conseguendo ottimi risultati.
Promozione della CSR nelle scuole: strettamente connesso al tema della formazione,
molti sportelli CSR hanno evidenziato l’importanza della diffusione della CSR negli
istituti scolastici.
Sviluppo della collaborazione con l’INAIL sui temi della sicurezza sul luogo di
lavoro: il Sistema camerale collabora già da due anni con l’INAIL, con particolare
riferimento all’iniziativa del tasso di sconto sul premio INAIL per le imprese socialmente responsabili. Si è quindi deciso di continuare la collaborazione tra il Sistema
camerale e l’INAIL, facendone uno degli strumenti attraverso i quali coinvolgere le
imprese nelle iniziative degli sportelli CSR.
255
Rapporto 2006 sul sistema camerale
Individuazione di una priorità tematica “annuale”: alcuni sportelli CSR hanno
sottolineato la necessità di promuovere la CSR focalizzando alcune iniziative e
alcuni progetti su un tema specifico ogni anno. Temi come il risparmio energetico
ad esempio, sul quale ogni anno il Sistema camerale concentrerebbe parte della sua
attività, creando network sul territorio (in alcuni casi gli sportelli camerali sono già
impegnati in attività di questo tipo) e prevedendo eventi nazionali e locali sul tema
individuato.
Campagna di comunicazione: come precedentemente sottolineato, le Camere di
commercio sono ormai un punto di riferimento istituzionale su questi temi. Si è
valutata positivamente l’eventualità di lanciare una campagna di comunicazione del
Sistema camerale circa le iniziative degli sportelli CSR a livello nazionale e soprattutto locale.
256