Edizione 2007 del Rapporto sul Sistema Camerale
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Edizione 2007 del Rapporto sul Sistema Camerale
Osservatori e rapporti Rapporto 2007 sul sistema camerale Strutture e servizi per l’impresa A cura dell’Osservatorio sul Sistema camerale dell’Unioncamere Coordinamento: Alberto Caporale, Paolo Bulleri, Michaela Travaglini. Hanno collaborato in Unioncamere: Mario Altavilla, Sandra Asaro, Stefano Casagrande, Orietta Castellacci, Giuseppe Del Medico, Amedeo Del Principe, Daniele De Rita, Sabrina Diella, Gabriella Di Girolamo, Carlo De Vincentiis, Roberto Frisari, Monica Giacomini, Barbara Longo, Francesca Luccerini, Domenico Mauriello, Andrea Muti, Fabrizio Pacetti Bustini, Sandro Pettinato, Fabio Pizzino, Tiziana Pompei, Marco Pozzoli, Alessandra Procesi, Antonia Rasile, Luisa Romano, Alessandra Saraco, Pierluigi Sodini, Carlo Spagnoli, Daniela Tauro, Francesco Vernaci, Simona Zanelli. Hanno inoltre collaborato: Flavia Coccia (Isnart), Domenico Simonetti (IBS), Caterina Pampaloni (Retecamere) © 2007 Unioncamere, Roma Finito di stampare nel mese di dicembre 2007 da – Roma ISBN 978-88-xxxx-xxx-x L’utilizzo delle informazioni contenute nel presente volume è consentito solo su autorizzazione dell’editore Sommario Introduzione ANDREA MONDELLO CAPITOLO 1. Camere Istituzioni in rete 1.1 I Consigli camerali 1.2 Le autonomie funzionali 1.3 L’Unioncamere 1.4 Il Sistema camerale nel contesto europeo CAPITOLO 2. L’organizzazione 2.1 Gli scenari e i modelli organizzativi del Sistema camerale 2.2 La struttura della rete 2.2.1 La rete camerale: lo stadio di evoluzione raggiunto nel 2006 2.2.2 Le Aziende speciali 2.3 Le scelte organizzative delle Camere di commercio 2.4 Le professionalità: leva per lo sviluppo e l’innovazione 2.5 La partecipazione in enti, società e infrastrutture per il territorio CAPITOLO 3. L’azione di servizio 3.1 e-Government 3.2 Internazionalizzazione 3.3 Orientamento, formazione, alternanza scuola-lavoro, mercato del lavoro e università 3.4 Promozione delle filiere 3.5 Finanza e credito 3.6 Innovazione 3.7 Ambiente 3.8 Nuova impresa 3.9 Sviluppo locale 3.10 Programmazione comunitaria 3.11 Turismo e cultura 3.12 Studi, ricerche ed informazione economico-statistica 3.13 Regolazione del mercato 3.14 Responsabilità Sociale delle Imprese 9 15 17 27 42 57 58 60 66 69 77 97 109 126 138 169 183 196 204 208 213 218 224 235 242 252 Introduzione Introduzione Andrea Mondello Presidente Unioncamere 9 Rapporto 2006 sul sistema camerale 10 Introduzione 11 Capitolo 1 Camere Istituzioni 1.1 I Consigli camerali La l. 580/1993 (art. 10, comma 1) stabilisce che il numero dei componenti dei Consigli camerali sia determinato in base al numero delle imprese iscritte nel Registro delle imprese o nel Registro delle ditte ovvero annotate nello stesso, nel modo seguente: • sino a 40.000 imprese: 20 consiglieri; • da 40.001 a 80.000 imprese: 25 consiglieri; • oltre 80.000 imprese: 30 consiglieri. Gli Statuti definiscono la ripartizione dei consiglieri secondo le caratteristiche economiche della circoscrizione territoriale di competenza in rappresentanza dei settori dell’agricoltura, dell’artigianato, delle assicurazioni, del commercio, del credito, dell’industria, dei servizi alle imprese, dei trasporti e spedizioni, del turismo e degli altri settori di rilevante interesse per l’economia della circoscrizione medesima. Nella composizione del Consiglio deve essere assicurata la rappresentanza autonoma delle società in forma cooperativa (art. 10, comma 2). Il numero dei consiglieri in rappresentanza dei settori dell’agricoltura, dell’artigianato, dell’industria e del commercio deve essere pari almeno alla metà dei componenti il Consiglio, assicurando comunque la rappresentanza degli altri settori di cui all’art. 10, comma 4. Nei settori dell’industria, del commercio e dell’agricoltura deve essere assicurata una rappresentanza autonoma per le piccole imprese. Nel Consiglio sono rappresentate le organizzazioni sindacali dei lavoratori e le associazioni di tutela degli interessi dei consumatori e degli utenti (art. 10, comma 5). 15 Rapporto 2007 sul sistema camerale Le designazioni da parte delle organizzazioni avvengono in rapporto proporzionale alla loro rappresentatività in ambito provinciale (art. 12, comma 2). Nei Consigli delle Camere siedono 2.637 membri designati dalle associazioni imprenditoriali; di questi: • 458 sono espressione del settore dell’industria; • 458 sono espressione del settore del commercio; • 445 sono espressione del settore dell’artigianato; • 303 sono espressione del settore dell’agricoltura. I restanti 779 sono espressione di tutti gli altri settori (turismo, trasporti, cooperative ecc.). A questi se ne aggiungono 194 in rappresentanza dei lavoratori e dei consumatori. Tra le materie di competenza previste dalla legge per il Consiglio, vi sono la definizione degli indirizzi generali e l’approvazione del programma pluriennale di attività della Camera di commercio; nonché il relativo bilancio preventivo, le sue variazioni e il conto consuntivo (art. 11, comma 1). Figura 1.1.1. Le Camere di commercio come espressione delle strutture produttive locali: la presenza dei settori economici nei Consigli camerali nel 2006 trasporti e spedizioni turismo 4,5% servizi alle imprese 5,2% 9,1% agricoltura 11,5% artigianato 16,9% organizzazioni sindacali 3,7% industria 17,4% assicurazioni 0,5% credito 3,6% cooperative 3,9% Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2006 16 altro 2,7% commercio 17,4% associazioni consumatori e utenti 3,7% 1. Camere Istituzioni 1.2 Le Autonomie Funzionali In un moderno sistema pluralistico, l’articolazione istituzionale non può trovare la propria esclusiva espressione nella rete degli enti territoriali e, cioè, degli enti legati al circuito della rappresentanza politica generale, ma richiede l’apertura anche a soggetti dotati di forme di legittimazione diverse. In questa prospettiva, vengono in considerazione gli enti operanti in regime di autonomia funzionale, in cui trovano la propria proiezione istituzionale comunità parziali e, più specificamente, le comunità alle quali si rivolge la loro azione. Le autonomie funzionali, mettendo tali comunità in condizione di svolgere direttamente le funzioni ad esse specificamente destinate, si configurano come strumenti di autogoverno delle stesse. Peraltro, le autonomie funzionali collocandosi sul crinale che separa i pubblici poteri dalla società civile, corrispondono a quelle esigenze di graduazione e di proporzionalità senza le quali il principio di sussidiarietà orizzontale verrebbe svuotato. Come noto l’ultima riforma costituzionale, approvata in seconda e definitiva lettura alla fine del 2005, è stata respinta in via referendaria dal corpo elettorale e con essa anche la norma che riconosceva esplicitamente gli enti di autonomia funzionale e attribuiva allo Stato il potere di legiferare sull’ordinamento generale di tali enti. Attualmente, secondo la dottrina più accreditata, sulla base del testo costituzionale in vigore, la tutela degli enti di autonomia funzionale può desumersi solo in via interpretativa. Tuttavia, dopo la consultazione referendaria del giugno 2006, le Commissioni Affari Costituzionali del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, dopo aver svolto un ampio dibattito sulle possibili future prospettive delle riforme costituzionali, hanno convenuto sull’esigenza preliminare di individuare un punto di partenza quanto più condiviso per avviare iniziative mirate su questioni specifiche, avvalendosi anche dell’attività svolta nella XIIIª e XIVª legislatura. Il processo di attuazione e, dove necessario, di revisione del vigente Titolo V è un’esigenza avvertita dalle diverse componenti territoriali e sociali del Paese, pertanto le Commissioni Affari Costituzionali hanno convenuto sulla necessità di ricostruire un quadro conoscitivo sulle esperienze finora acquisite. Alla fine del 2006, le Commissioni Affari Costituzionali del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati hanno congiuntamente svolto un’ampia indagine conoscitiva sullo stato di attuazione del Titolo V della Parte II della Costituzione, alla quale l’Unioncamere ha partecipato, cogliendo l’occasione di ribadire come un’opera di chiarificazione in materia di autonomie funzionali, rivolta a rendere esplicito, quanto oggi è implicito, contribuirebbe sensibilmente alla certezza del quadro costituzionale. Negli oltre cento interventi è emersa con chiarezza che la necessità non è quella di proporre una nuova grande riforma complessiva della Costituzione ma di dare attuazione al vigente Titolo V della carta costituzionale, eventualmente anche apportando specifiche e mirate modifiche all’attuale testo costituzionale. 17 Rapporto 2007 sul sistema camerale Oggi le autonomie funzionali, e tra di esse soprattutto le Camere di commercio, sono chiamate a confrontarsi anche con la più recente legislazione ordinaria di carattere applicativo e con i nuovi orientamenti della giurisprudenza. In particolare, il Sistema camerale sta lavorando per superare le problematiche applicative lasciate aperte dalla ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni del riformato Titolo V della Costituzione; per rendere più definita l’interpretazione dei confini tra gli enti locali e gli enti funzionali; per contemperare le esigenze e gli obiettivi del Sistema camerale con l’azione dei governi regionali e locali; per dare soluzione ai disagi funzionali creati dai vincoli della finanza pubblica. I provvedimenti normativi di interesse delle Camere di commercio approvati nel corso del 2006 (e dei primi mesi del 2007) Legge 27 dicembre 2006, n. 296 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) Allo scopo di contrastare il declino dell’apparato produttivo, anche mediante la salvaguardia e consolidamento di attività e livelli occupazionali delle imprese di dimensioni rilevanti, il Ministero dello Sviluppo economico istituisce una apposita struttura e prevede forme di cooperazione con il Ministero del Lavoro, e si avvale, per le attività ricognitive e di monitoraggio, delle Camere di commercio (comma 852). Al fine di coordinare specifici interventi di contrasto al lavoro sommerso e all’evasione contributiva, le Camere di commercio hanno l’obbligo di fornire i propri dati agli enti pubblici gestori di forme di previdenza ed assistenza obbligatorie (comma 1168). 18 1. Camere Istituzioni Decreto 7 dicembre 2006 Individuazione dei criteri per la determinazione delle tariffe relative alle funzioni metriche svolte dalle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura Successivamente alla soppressione dei trasferimenti dello Stato per l’esercizio delle funzioni già svolte dagli uffici provinciali metrici, il decreto stabilisce i criteri e le modalità di determinazione dei costi sostenuti dalle Camere di commercio per l’esercizio di tali funzioni. Legge 4 agosto 2006, n. 248 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, recante disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all’evasione fiscale Sono soppressi il REC, le autorizzazioni sulla panificazione, la commissione per i mediatori, per gli agenti di commercio. È modificata la composizione dei comitati tecnici per la rilevazione degli usi commerciali. Per la riduzione degli adempimenti delle imprese, è prevista la collaborazione tra le Camere di commercio e l’Agenzia delle entrate. Decreto 24 luglio 2006 Approvazione dei requisiti di accreditamento dei soggetti e/o enti abilitati a tenere corsi di formazione per l’iscrizione nel Registro degli organismi di conciliazione Sono approvati i requisiti per i soggetti e/o gli enti che intendono tenere i corsi di formazione per l’iscrizione nel Registro. Decreto 12 luglio 2006 Modificazioni alla tabella B allegata al decreto dirigenziale 29 luglio 2005, riguardante i diritti di segreteria dovuti alle Camere di commercio per il deposito delle domande di brevetti e marchi ed altri titoli di proprietà industriale A seguito della disciplina del deposito telematico delle domande di brevetto, è stata modificata una tabella che riporta le misure dei diritti di segreteria per servizi svolti dalle Camere di commercio. Decreto 10 maggio 2006 Istituzione dell’Università telematica internazionale non statale “Universitas mercatorum” È istituita l’Università Telematica delle Camere di commercio. 19 Rapporto 2007 sul sistema camerale Decreto 2 maggio 2006 Gestione delle entrate derivante dall’Albo dei Gestori di rifiuti, ai sensi dell’articolo 212, comma 16, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Sono disciplinate la gestione delle entrate derivanti dai diritti di segreteria e di iscrizione all’Albo nazionale Gestori ambientali con un ruolo delle Camere di commercio su molti aspetti. Viene anche istituito presso l’Unioncamere un fondo di compensazione. Decreto 10 aprile 2006 Deposito telematico delle domande di brevetto per invenzioni industriali e modelli di utilità, nonché di registrazione di disegni e modelli industriali e di marchi d’impresa A partire dal 1° giugno 2006, il deposito delle domande di brevetto e di registrazione di disegni, modelli industriali e di marchi di impresa potrà essere effettuato per via telematica. DPR 6 aprile 2006, n. 206 Regolamento recante organizzazione e disciplina dell’Agenzia nazionale del turismo, a norma dell’articolo 12, comma 7, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80 Unioncamere designa un componente del consiglio di amministrazione dell’Agenzia nazionale del turismo; dei 40 membri del Comitato tecnico-consultivo istituito presso l’Agenzia, uno rappresenta le Camere di commercio. DPCM 3 aprile 2006, n. 200 Regolamento recante modalità di coordinamento, attuazione ed accesso al Registro informatico degli adempimenti amministrativi Le Camere di commercio devono garantire l’efficienza delle operazioni di raccolta dei dati da inserire nel Registro e sono referenti, nei confronti del Ministero delle Attività Produttive, per alcuni soggetti tenuti all’obbligo di trasmissione dell’elenco degli adempimenti amministrativi necessari per l’avvio e l’esercizio dell’attività di impresa. Le Camere offrono supporto alle amministrazioni che non sono dotate dei necessari strumenti informatici per l’utilizzo delle funzioni “in linea” del Registro. Il RIAA è reso accessibile nell’ambito del portale nazionale per le imprese realizzato, tra gli altri, dall’Unioncamere. 20 1. Camere Istituzioni Decreto 6 aprile 2006, n. 174 Regolamento per il funzionamento del sistema telematico delle Borse merci italiane, con riferimento ai prodotti agricoli, agroalimentari ed ittici Nel disciplinare il funzionamento e le modalità di vigilanza della Borsa merci telematica, viene affidata una serie di compiti alle Camere di commercio, con il coordinamento dell’Unioncamere. Inoltre: • l’Unioncamere designa, in rappresentanza delle Camere di commercio, tre componenti nell’organismo con funzioni di vigilanza e di indirizzo generale della Borsa; • alle Camere di commercio è riservata la partecipazione maggioritaria nella società di gestione della piattaforma telematica. D. Lgs. 24 marzo 2006, n. 155 Disciplina dell’impresa sociale, a norma della legge 13 giugno 2005, n. 118 Si prevede che al Registro delle imprese vengono depositati: • gli atti costitutivi, le loro modificazioni e gli altri fatti relativi all’impresa sociale; • un apposito documento che rappresenti adeguatamente la situazione patrimoniale ed economica dell’impresa; • il bilancio sociale, che rappresenta l’osservanza delle finalità sociali da parte dell’impresa sociale. 21 Rapporto 2007 sul sistema camerale D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale Sono notevolmente ampliate le competenze dell’Albo Gestori ambientali, con l’iscrizione di nuovi soggetti: • è semplificata la presentazione del MUD, con l’esclusione dei produttori dei rifiuti non pericolosi; • per la fase di riciclo dei rifiuti viene valorizzato il mercato telematico del recupero realizzato dalle Camere di commercio. Decreto 2 marzo 2006 Disposizioni per il finanziamento delle iniziative a vantaggio dei consumatori, di cui all’articolo 148, comma 1, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, ai sensi dell’articolo 2 del decreto del Ministro delle Attività Produttive 23 novembre 2004 È il decreto del Direttore generale per l’armonizzazione del mercato (Ministero attività produttive) che individua le attività di informazione e assistenza dei consumatori, promozione degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie da realizzare attraverso l’Unioncamere, sulla base dei finanziamenti previsti dal DM del 23 novembre 2004. Legge 22 febbraio 2006, n. 84 Disciplina dell’attività professionale di tintolavanderia Le Regioni possono promuovere con le Camere di commercio la costituzione di commissioni arbitrali e conciliative per la definizione delle controversie nell’ambito dell’attività di tintolavanderie. Legge 14 febbraio 2006, n. 55 Modifiche al codice civile in materia di patto di famiglia Le controversie che possono sorgere nell’ambito del trasferimento dell’azienda ai discendenti sono devolute ad uno degli organismi di conciliazione – previsti dalla riforma del diritto societario – tra cui le Camere di commercio. 22 1. Camere Istituzioni Legge 23 febbraio 2006, n. 51 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, recante definizione e proroga di termini, nonché conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all’esercizio di deleghe legislative Viene prorogato anche per il 2006 il regime transitorio del diritto annuale, previsto dalla lettera d) del comma 4 dell’art. 18 della legge 580/1993. Decreto 21 febbraio 2006 Modifiche e integrazioni al decreto ministeriale 11 marzo 2005 sulle modalità e condizioni per il rilascio delle omologazioni dell’apparecchio di controllo e delle carte tachigrafiche, nonché delle autorizzazioni per le operazioni di montaggio e riparazione Vengono modificati alcuni articoli del decreto sulle modalità per le omologazioni del nuovo apparato digitale e delle relative carte tachigrafiche, nonché le disposizioni per l’istruttoria delle domande di autorizzazione dei centri tecnici, che saranno presentate alle Camere di commercio. Decreto 10 febbraio 2006 Aggiornamento della tabella A allegata al decreto 29 novembre 2004 di modificazione dei diritti di segreteria, relativi alle visure rilasciate dalle Camere di commercio È il decreto che rivede l’elenco e le misure dei diritti di segreteria relativi alle visure. Decreto 8 febbraio 2006 Definizione, ai sensi dell’articolo 1, comma 98, della l. 30 dicembre 2004, n. 311, per le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e per l’Unioncamere, degli indicatori di equilibrio economico-finanziario, volti a fissare criteri e limiti per le assunzioni a tempo indeterminato, per il triennio 2005-2007 Il decreto individua gli specifici indicatori previsti dalla legge finanziaria per il 2005, per fissare criteri e limiti per le assunzioni di personale a tempo indeterminato. Inoltre, sono stati monitorati altri provvedimenti, il cui iter – per alcuni – non si è concluso nel corso del 2006. Tra i più rilevanti, si citano: 23 Rapporto 2007 sul sistema camerale Legge 2 aprile 2007, n. 40 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, recante misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di nuove imprese Per la nascita dell’impresa è prevista la comunicazione unica, che vale quale assolvimento di tutti gli adempimenti amministrativi per l’iscrizione al Registro delle imprese ed ha effetto se sussistono i presupposti di legge, ai fini previdenziali, assistenziali, fiscali da individuare con decreto, nonché per l’ottenimento del codice fiscale e della partita IVA; sono previste norme di semplificazione per le attività di acconciatore, attività di pulizia e disinfezione e di facchinaggio. Legge 26 febbraio 2007, n. 17 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 dicembre 2006, n. 300, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative. Disposizioni di delegazione legislativa È prevista la proroga del regime transitorio del diritto annuale anche per l’anno 2007; sono differiti di un anno i termini per l’invio dei bilanci ed altri atti al Registro delle imprese con formato elaborabile. Decreto 22 febbraio 2007 Aggiornamento ed istituzione di diritti di segreteria delle Camere di commercio e relativa approvazione delle tabelle A e B Sono approvati gli importi dei diritti di segreteria Legge 6 febbraio 2007, n. 13 Disposizioni per l’adempimento di obblighi comunitari derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee – Legge comunitaria 2006 Contiene alcune norme per la tutela dei consumatori che vedono coinvolte le Camere di commercio, quali soggetti di cui il Ministero delle Sviluppo economico può avvalersi. 24 1. Camere Istituzioni LE AUDIZIONI PRESSO LE COMMISSIONI PARLAMENTARI NEL 2006 16 gennaio 2006 – Nuova disciplina dei titoli e dei marchi di identificazione dei metalli preziosi presso la 10° commissione della Camera dei Deputati. Ottobre 2006 – Partecipazione al ciclo di audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul Titolo V della Parte II della Costituzione, realizzata dalle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato. 30 novembre 2006 – Norme per la riconoscibilità e la tutela dei prodotti italiani presso la X° commissione della Camera dei Deputati. LE AUTONOMIE FUNZIONALI NEGLI STATUTI REGIONALI Come noto, il ruolo e i poteri delle Regioni e di tutto il sistema delle autonomie sono stati ridefiniti dalle leggi costituzionali n. 1 del 1999 e n. 3 del 2001, relative alle competenze, ai ruoli e ai poteri delle Regioni. Molte e di rilievo le novità apportate dalle leggi di revisione costituzionale. In particolare, alla nuova potestà statutaria, sottoposta al solo vincolo dell’armonia alla Costituzione, è riservata la determinazione della forma di governo e dei principi fondamentali di organizzazione e funzionamento della Regione. Si configura un nuovo modello di Regione, che per l’ampiezza delle conoscenze riconosciute può realizzarsi come soggetto politico, interpretando i bisogni delle proprie comunità, traducendoli in indirizzi programmatici. È occorso, tuttavia, del tempo dall’approvazione delle riforme costituzionali, che hanno aperto la seconda stagione statutaria, ancora in corso, per vedere il primo Statuto promulgato. Ad oggi sono dieci, su un totale di quindici, le Regioni a statuto ordinario che hanno approvato e promulgato il proprio Statuto: Puglia (maggio 2004); Calabria (ottobre 2004); Lazio (novembre 2004); Toscana (febbraio 2005); Emilia-Romagna, Marche, Piemonte (marzo 2005); Umbria (aprile 2005); Liguria (maggio 2005); Abruzzo (settembre 2006). Mancano, dunque, ancora cinque Regioni: Basilicata, Campania, Lombardia, Molise e Veneto. 25 26 – Si Si Si Si PROMULGATO Non approvato PROMULGATO PROMULGATO PROMULGATO PROMULGATO Non approvato Molise Piemonte Puglia Toscana Umbria Veneto Artt.17-19 Art.60 Artt.8-13-16-46 Artt.2-3-62 Artt.2-39 Artt. 2-69 Artt. 16-66 Art.58 Artt.2-54-55 Artt.11-51-73 Articoli rilevanti - No No Sì Sì - No - No No No - No - Sì programmazione attività di Partecipazione ad - Si No Sì Sì - No - Sì No No - No - Sì funzioni consultive Riconoscimento di - No No Sì Sì - Si - No No No - No - No istituzionale/legisl. all’attività Partecipazione Fonte: elaborazioni Osservatorio Istituzioni, Decentramento e Sussidiarietà dell’Unioncamere su dati delle Regioni (*) Per gli Statuti non approvati non si ritiene ancora opportuno offrire dettagli sulla posizione delle autonomie funzionali stante la provvisorietà dei testi. - Si Non approvato Marche Si Si PROMULGATO PROMULGATO Si PROMULGATO Lombardia Liguria Lazio Romagna Emilia Si PROMULGATO Non approvato Calabria Campania - - Non approvato Basilicata Si PROMULGATO funzionali dello Statuto Riconoscimento delle autonomie Iter di approvazione Abruzzo Regioni Tabella 1.2.1. Le autonomie funzionali nei nuovi Statuti regionali Partecipazione ad - CREL No mazione economica nente per la program- Conferenza perma- No - No - CREL nomie locali Consiglio delle auto- No - No - zione per la programma- Conferenza regionale organismi regionali Rapporto 2007 sul sistema camerale 1. Camere Istituzioni 1.3 L’Unioncamere Il Rapporto 2007 sul Sistema camerale si inserisce in un momento di importanti riflessioni per l’intero Sistema camerale, in relazione a come va mutamdo la propria mission per adeguarla a un mutato contesto socio-economico. Un nuovo ruolo che deriva dal più recente scenario su cui è chiamato a confrontarsi l’intero Sistema camerale, in cui alla politica economica generale declinata dallo Stato centrale vanno affiancandosi le politiche di sviluppo territoriale in capo alle Regioni Come già è avvenuto o sta avvenendo in altri Paesi europei, è indispensabile la progressiva definizione di un quadro di coordinamento e di governance che parta da una politica economica generale per declinarsi poi nelle diverse politiche territoriali. L’azione dell’Unioncamere, in un quadro di riferimento di questo tipo – derivato dalle Camere di commercio e unificante rispetto all’intervento economico in scala nazionale – deve quindi contribuire a definire il disegno generale delle iniziative di politica economica territoriale portate avanti dal Sistema camerale, assicurare un forte ruolo di rappresentanza e coordinamento, nonché di supporto consulenziale ed anche logistico alla rete. Una nuova struttura di rappresentanza che abbia quindi un compito non solo di rappresentanza degli universi del sistema, ma di “governo condiviso” della rete, indirizzando le Camere di commercio a: • sostenere i territori attraverso una riorganizzazione strategica del sistema delle partecipazioni infrastrutturali delle Camere di commercio; • Garantire alle imprese strumenti innovativi di finanziamento per lo sviluppo competitivivo (per la crescita dimensionale, per l'innovazione di prodotto e processo, per l’aggregazione, per l’internazionalizzazione); • “mettere in circolo” a livello locale conoscenza, sapere e innovazione; • Gestire l’informazione sulle economie locali quale leva dello sviluppo dei territori. Per quanto concerne l’attività svolta nel 2006, l’Unioncamere – seguendo le priorità stabilite nel programma triennale del sistema – ha puntato a consolidare la propria azione su tre macro-linee di intervento: • il potenziamento delle funzioni di rappresentanza e promozione degli interessi generali delle Camere di commercio; • il rafforzamento dei servizi di assistenza tecnica e consulenza al Sistema camerale; • il monitoraggio e il coordinamento delle iniziative e dei servizi delle Camere di commercio per lo sviluppo. Per la linea d’azione dedicata alla rappresentanza e alla promozione degli interessi generali del Sistema camerale, si sono intensificati l’impegno nelle relazioni istituzionali, il diritto d’impresa e la finanza camerale, gli studi economici e la comunicazione. 27 Rapporto 2007 sul sistema camerale Sul fronte delle relazioni istituzionali, l’Unione ha lavorato al monitoraggio dello stato di attuazione dei processi di riarticolazione istituzionale avviati nel nostro Paese che vedono nella sussidiarietà orizzontale e nel riconoscimento delle autonomie funzionali degli snodi fondamentali. La pubblicazione del Rapporto sullo stato del decentramento in Italia è servita appunto a tracciare lo stato dell’arte di quanto il riconoscimento formale (nei nuovi Statuti regionali) del ruolo delle Camere di commercio si sia associato all’effettivo esercizio delle funzioni loro attribuite. Quanto alla regolazione del mercato, alla realizzazione della oramai tradizionale “Settimana della conciliazione” (giunta alla terza edizione) ha fatto riscontro un’inedita azione di promozione dell’arbitrato come strumento di soluzione delle controversie per i casi previsti dal nuovo diritto societario. In tema di diritto d’impresa e finanza camerale, l’Unioncamere ha puntato anzitutto a consolidare le relazioni tra il Registro delle imprese, il REA e gli altri albi e ruoli delle Camere di commercio. Il decennale del Registro è coinciso con il consolidarsi della consapevolezza della necessità di una profonda revisione normativa in questa materia, alla luce di diverse novità: quelle introdotte nel diritto societario e nel diritto fallimentare, nella disciplina delle cooperative e dell’impresa agricola, quelle connesse alla diffusione della firma digitale; ma anche quelle relative alla definizione del nuovo regolamento ed alle potenzialità legate alla condivisione di standard internazionali per i contenuti degli atti (i bilanci in particolare), supportata dall’impiego delle tecnologie ICT più progredite. Sul fronte degli studi economici, molto si è lavorato con l’obiettivo di affermare la leadership dell’Unioncamere, dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne e del Sistema delle Camere di commercio nel campo dell’analisi territoriale, affinando il sistema degli osservatori ed elaborando nuovi strumenti conoscitivi (si veda il caso del Rapporto sulle piccole e medie imprese, la realizzazione dell’Atlante della competitività delle Province, le analisi sul reddito e la ricchezza delle famiglie). Le ricerche e gli studi, oltre ad essere la fonte di conoscenza che consente all’Unioncamere di elaborare proposte credibili per le nuove policies nazionali e locali, hanno avuto riflessi positivi anche sul versante della comunicazione, consentendo all’ente di alimentare la propria visibilità sugli organi di stampa e le emittenti radio-televisive. La collaborazione con le principali testate economiche nazionali ha prodotto importanti risultati, consentendo all’Unioncamere di affermarsi come fornitore costante di informazioni. Si è poi operato con decisione per migliorare i contenuti della comunicazione on line sia dell’ente (tramite il sito web www.unioncamere.it) che del sistema tutto (www.cameradicommercio.it), anche alla luce delle azioni necessarie al consolidamento del nuovo brand di sistema. Grande attenzione e conseguente investimento di risorse finanziarie ed umane sono stati dedicata al consolidamento dei servizi di assistenza tecnica e consulenza al Sistema camerale, per cui è stata avviata un’erogazione in termini più strutturati. 28 1. Camere Istituzioni Tutte le aree organizzative dell’Unione hanno collaborato all’alimentazione dell’infrastruttura telematica dedicata con contributi di consulenza ed approfondimento sulle diverse tematiche (regolamenti, accordi decentrati ed applicazione del contratto nazionale, quesiti relativi al diritto annuale, la costituzione e il funzionamento dei Consigli camerali, gli albi e i ruoli e la metrologia legale, la riforma degli appalti di servizi, il nuovo regolamento patrimoniale e finanziario delle Camere di commercio ecc., si veda il box di approfondimento dedicato). Il monitoraggio delle attività delle Camere di commercio per lo sviluppo ha consentito l’avvio di un processo di rendicontazione sociale (con la redazione del bilancio sociale dell’Unioncamere e del sistema e con l’alimentazione del relativo network) che ha incontrato il gradimento da parte dei principali target di riferimento (istituzioni ed associazioni di categoria su tutti); processo rendicontativo che ha trovato nelle attività dell’Osservatorio camerale (per i servizi offerti) e di Pareto (per i rispettivi indicatori economici e finanziari) la propria naturale base di informazioni per il confronto tra le diverse strutture del Sistema. Per quanto concerne le principali filiere di attività dell’Unioncamere, ed in coerenza con quanto indicato dal programma triennale del Sistema camerale approvato per il triennio 2004-2006, segnaliamo quanto segue: Innovazione e trasferimento tecnologico alle imprese: l’assegnazione dell’edizione 2006 del Premio Unioncamere “Creatività e innovazione” nella scuola italiana è stato il segnale paradigmatico dell’attenzione posta a questi temi, che hanno visto tra gli snodi fondamentali dell’azione dell’Unione il sostegno alla nascita di nuove imprese innovative (specie nel biomedicale e nell’agroalimentare); l’impegno a facilitare l’incontro fra domanda e offerta di innovazione (contribuendo anche alla valorizzazione economica dei risultati della ricerca) ed a favorire l’attrazione di cervelli e di investimenti diretti esteri nei settori a più elevato contenuto tecnologico; per finire con l’azione di accreditamento dei Centri di trasferimento tecnologico e nella promozione dell’informazione brevettale (Pat Lib) e degli audit aziendali. Formazione del capitale umano: l’ente ha nel corso dell’anno continuato ad operare per un più stretto raccordo tra mondo dell’istruzione, università e imprese, mirando a rafforzare il sistema dell’alternanza previsto dalla “riforma Moratti”, da un lato e ad agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, dall’altro. Un più efficace coordinamento delle attività tese a sostenere la nascita e il consolidamento delle imprese (sistema di accompagnamento all’imprenditorialità, in particolare straniera e femminile) ha coinciso con il potenziamento degli appositi servizi di monitoraggio, informazione, formazione e assistenza. L’avvio della nuova Università telematica del Sistema camerale per lo sviluppo della formazione continua ai lavoratori, che ha visto l’immatricolazione di oltre 100 allievi, ha costituito un’importante novità. 29 Rapporto 2007 sul sistema camerale Internazionalizzazione: l’Unioncamere ha svolto nel 2006 un’azione tesa al sostegno della rete, sviluppando la propria azione lungo tre direttrici fondamentali: • la promozione di strumenti di informazione, a favore delle imprese che vogliono aprirsi al mercato globale (Globus, Extender, banca dati sulla promotion pubblica); • lo sviluppo di azioni di assistenza tecnica e logistica per le attività di internazionalizzazione delle P.M.I.; • la politica degli accordi e delle alleanze istituzionali e il coordinamento delle relazioni di sistema. Nell’ambito della politica di accordi strategici a livello istituzionale per il sistema delle Camere di commercio, la collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e quello dello Sviluppo Economico, nonché l’intesa operativa con ICE, si sono tradotte in iniziative legate alle filiere produttive e settoriali, attuando una selezione dei progetti verso le aree di mercato più rilevanti. A ciò hanno peraltro contribuito pure gli accordi di collaborazione siglati dall’Unioncamere con oltre venti sistemi camerali nazionali dei Paesi esteri. Le attività di supporto per l’Iniziativa Centro-europea nell’area dei Balcani, le iniziative promozionali di sistema per il mercato cinese, quello indiano ed il Mediterraneo e l’azione di raccordo tra il Sistema camerale italiano, la rete delle Camere italiane all’estero (CCIE) e quella delle Camere di commercio miste o estere in Italia hanno rappresentato gli altri snodi fondamentali dell’azione promozionale dell’Unione in questo ambito. Azioni per la competitività dei territori: l’Unioncamere si è fortemente adoperata per migliorare l’accesso delle Camere all’utilizzo dei fondi strutturali (in particolare nelle Regioni dell’Obiettivo 1); coordinare l’impegno della rete nello sviluppo di una solida politica delle infrastrutture (tanto per le reti fisiche che per quelle immateriali), concentrandosi sul partenariato pubblico-privato (project financing in primo luogo); e sulla ricostruzione di un quadro delle risorse ancora disponibili a livello nazionale e regionale (PON e POR), per concentrare l’intervento delle Camere sugli obiettivi più realistici ed a maggior vocazione camerale. Per quanto concerne i temi del credito e della finanza, l’azione dell’ente ha mirato a garantire un più coerente contributo delle Camere verso gli organismi collettivi di garanzia fidi (attraverso la promozione di un processo di razionalizzazione per fusioni ed incorporazioni); nonché la prosecuzione delle attività sulla riforma del Trattato di Basilea, soprattutto indirizzata alle aziende di dimensione minore, costruendo un modello di valutazione per il sistema bancario e finanziario. Politiche per la promozione delle filiere: in questo campo l’Unioncamere ha privilegiato sempre più una logica di filiera, adattando gli interventi di sistema agli specifici problemi dei diversi operatori. 30 1. Camere Istituzioni Nell’agroalimentare sono proseguiti i lavori sulla tracciabilità dei prodotti e sulla denominazione di origine sia dei vini, che degli altri settorioltre alla promozione dei prodotti in collaborazione con l’agenzia BuonItalia. Una particolare attenzione è stata dedicata ai problemi della sicurezza alimentare; alla valorizzazione della filiera vitivinicola; al potenziamento dei laboratori camerali; ai servizi per i distretti rurali e agroalimentari di qualità; alla definizione di iniziative di sistema per lo sviluppo del settore dei metalli preziosi e della filiera della moda (comprese le attività a tutela dei consumatori, ad es. ai fini delle attività di verifica effettuate dalle Camere di commercio nel campo della lotta alla contraffazione). Turismo: l’Unioncamere ritiene indispensabile che le politiche di sviluppo e valorizzazione della filiera del turismo siano poste di nuovo al centro dell’agenda della politica economica del Paese; coerentemente con questa impostazione, nel corso del 2006 si è dato avvio ad un grande progetto da realizzarsi su scala nazionale in collaborazione con ISNART, basato sul miglioramento delle capacità di analisi e previsione del settore già proprie di molte Camere a livello locale. Inoltre si è puntato fortemente sulla qualificazione dell’offerta turistica, con una sorta di certificazione dell’affidabilità delle imprese, anche in vista di una borsa telematica dedicata. Merita evidenziare come vada parallelamente maturando in molte Camere di commercio una nuova sensibilità dell’importanza della valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese ai fini dell’attrazione di nuovi flussi turistici qualificati; l’aumento degli eventi culturali (mostre, festival, eventi) direttamente promossi e/o cosponsorizzati dalle Camere, stanno a dimostrarlo. 31 32 Unioncamere-Cnipa-Inps Unioncamere-Ministero Economia e Finanza Convenzione Protocollo di Intesa Unioncamere-Presidenza del Consiglio 08/03/2006 Realizzazione collegamento telematico tra la banca dati DI.S.E.T e siti internet del Sistema camerale per promozione e diffusione “Opportunità territoriali di investimento” 09/03/2006 Protocollo di Intesa Per il rilascio delle carte tachigrafiche di controllo Completamento Intesa Operativa 2005 volto alla 08/03/2006 realizzazione del Programma di attività Intesa operativa per il monitoraggio del mercato 08/03/2006 del lavoro e per il collocamento nel mondo del lavoro di personale militare volontario congedato nelle strutture delle 5 CdC del Lazio Unioncamere-Infocamere-Anci 15/05/2006 15/05/2006 15/05/2006 26/05/2006 07/06/2006 15/12/2006 19/12/2006 2 anni (Tacitamente rinnovata di biennio in biennio salvo disdetta dei contraenti) 31/12/2008 Salvo disdetta 3 mesi prima di una delle parti 5 anni Salvo disdetta di una delle parti 2 mesi prima della scadenza 31/12/2006 31/12/2006 Salvo rinnovo per il 2007 3 anni (Salvo proroga) 31/12/2007 Indeterminato 31/12/2007 15/12/2010 19/12/2007 Data stipula Durata 01/03/2007 01/03/2007 Completamento Unioncamere-ICE Intesa operativa 2005 Intesa operativa Unioncamere-Ministero Difesa-5 Camere di commercio del Lazio Atto Aggiuntivo al Protocollo di Intesa (sottoscritto in data 23 luglio 2003) Convenzione Contratto Convenzione Accordo Unioncamere-ICE Intesa Operativa Argomento Fornitura servizi di assistenza su tematiche europee per AIC FORUM Programmi congiunti tra Ice e Sistema camerale per il 2006-2007 Portale dei servizi alle imprese Sviluppo e diffusione al sistema imprenditoriale dei nuovi sistemi di e-procurement Unioncamere-Federazione Camere di commercio Per lo sviluppo economico, tecnico e scientifico e industria della Federazione Russa in accordo con le rispettive legislazioni Unioncamere-Governo Italiano e Organizzazione Portale telematico interregionale di promozione Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura turistica (FAO) Unioncamere-Tecnopolis Programma comunicazione per 60° anniversario FAO Unioncamere-Ministero delle Attività Produttive- Prolungamento e rifinanziamento del progetto Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie “Servizi Integrati alle Imprese – portale www. impresa.gov.it” Partecipanti Unioncamere Bruxelles-AIC FORUM Nome accordo Convenzione Tabella 1.3.1. L’azione di raccordo politico-istituzionale svolta dall’Unioncamere: gli accordi conclusi nel 2006 (aggiornato a gennaio 2007) Rapporto 2007 sul sistema camerale 1. Camere Istituzioni Il Servizio On Line di Assistenza Tecnica e Consulenza alle Camere di commercio Nel settembre del 2006 l’Unioncamere ha avviato il nuovo sito web www.unioncamere. net creato come strumento di affiancamento on line alle Camere di commercio ed alle loro strutture operative nello svolgimento delle attività istituzionali. Obiettivo del sito è quello di sistematizzare, consolidare e migliorare in termini di accessibilità e tempestività i servizi di assistenza tecnica alle Camere di commercio, valorizzando al contempo l’esperienza maturata e promuovendo le migliori pratiche che emergono dai territori in una dimensione di rete. Accanto alla parte pubblica e più strettamente informativa del sito (rassegna stampa, archivio delle newsletter, documentazione di rilievo per il sistema, link ai siti web dei progetti di sistema quali LavoroPA, il progetto CRM, la documentazione sul commercio estero, quella relativa ai Fondi comunitari, i progetti Campus e Pareto), ne sono state attivate altre 33 Rapporto 2007 sul sistema camerale riservate alla sola utenza camerale, quali ad es. i servizi relativi al Fondo di perequazione, al Fondo intercamerale e la raccolta delle informazioni relativa all’Osservatorio annuale sulle Camere di commercio e le loro Aziende speciali. Tutti i Segretari generali delle Camere hanno ricevuto una password personale preassegnata che consente loro di accedere a tale area riservata del sistema (peraltro esiste la possibilità di chiedere tale abilitazione al servizio anche per i loro collaboratori). Si è poi dato avvio ad un nuovo servizio di consulenza on line che consente la trasmissione direttamente via web di specifici quesiti all’Unioncamere, di ricevere risposte adeguate in tempi ragionevoli, nonché di consultare un’area archivio delle risposte e consulenze fornite. I servizi offerti dal sito hanno incontrato un forte successo da parte del Sistema camerale (cfr. i grafici successivi, relativi all’andamento degli accessi al sito e dei materiali di approfondimento quali notizie, segnalazioni, documentazione tecnico-normativa scaricati o letti dal sito). Le aree tematiche per le quali è stata attivata l’assistenza on line sono: Il sito “www.unioncamere.net” 140.000 115.355 105.000 94.259 70.000 57.331 36.481 35.000 0 Accessi al sito Totali 34 Accessi all'area applicativa con password di cui nel 2007 1. Camere Istituzioni Documenti scaricati o letti direttamente dal sito 30.000 27.051 26.899 20.000 10.000 6.729 2.353 0 2005 Da sezione "NEWS" • • • • • • • • • • • • 2006 Da sezione "DOCUMENTI" Albi e ruoli; Ambiente; Commercio estero e cronotachigrafi; Composizione dei Consigli camerali; Contrattualistica, contabilità e aspetti fiscali; Costituzione e funzionamento dei Consigli camerali; Diritto annuale; Fondo perequativo; Interpretazione normativa; Rapporto di lavoro, relazioni sindacali e organizzazione; Registro imprese; Sistemi di programmazione e valutazione. Il sistema consente appunto di creare un database con tutti i quesiti evasi in forma pubblica, sì da poter condividere tali informazioni tra tutte le Camere di commercio. 35 Rapporto 2007 sul sistema camerale Riportiamo alcuni dati relativi alla fase di avvio del sistema (periodo settembre-dicembre 2006): • 40 Segretari generali hanno abilitato 247 collaboratori all’utilizzo del servizio di assistenza tecnica e consulenza; • 1.062 sono stati gli accessi complessivi al sistema, di cui 287 da parte dei Segretari generali e 775 da parte dei loro collaboratori; • 79 i quesiti pervenuti (a 63 di questi è stata data risposta); • 88 i commenti ed approfondimenti redatti dai dirigenti e funzionari Unioncamere in relazione ai principali temi di interesse comune (di cui 31 in risposta a quesiti pervenuti). Quesiti pervenuti Albi e ruoli 14% Registro imprese 16% Commercio estero 3% Rapporto di lavoro, relazioni sindacali e organizzazione 20% Interpretazione normativa 9% 36 Composizione deii Consigli camerali 13% Diritto annuale 4% Costituzione e funzionamento Consigli camerali 5% Contrattualistica contabilità e aspettii fiscali 16% 1. Camere Istituzioni Risposte in archivio pubblico Rapporto di lavoro, relazioni sindacali e organizzazione 32% Registro imprese 6% Albi e ruoli 7% Commercio estero 44% Diritto annuale 3% Costituzione e funzionamento Consigli camerali 2% Contrattualistica, contabilità e aspetti fiscali 1% Composizione dei consigli camerali 5% • 807 le consultazioni dei quesiti inseriti nell’archivio pubblico, suddivisi nel modo seguente: Consultazioni in archivio pubblico Registro imprese 5% Albi e ruoli 4% Commercio estero 24% Composizione dei Consigli camerali 3% Rapporto di lavoro,, relazioni sindacali e organizzazione 47% Diritto annuale 5% Contrattualistica, contabilità e aspetti fiscali Costituzione e 8% funzionamento Consigli camerali 4% 37 Rapporto 2007 sul sistema camerale A “caccia” di migliori prassi: i viaggi di studio dell’Unioncamere Unioncamere ha deciso nel corso dell’anno di dare sistematicità ad alcune iniziative di viaggio di studio organizzate in collaborazione con il Sistema camerale negli anni passati (ricordiamo le esperienze in Inghilterra nel 2004 ed in Germania nel 2005, rispettivamente dedicate ai temi dell’innovazione, dei rapporti tra università ed imprese e del trasferimento tecnologico), ritenendo utile che almeno una delle annuali occasioni di incontro e confronto tra i Segretari generali delle Camere di commercio assumesse appunto la forma del learning tour. Obiettivo di quello che vuole diventare un appuntamento tendenzialmente annuale è realizzare un’attività di confronto con modelli ed esperienze di rappresentanza imprenditoriale e di azione promozionale camerale maturati negli altri Paesi europei, traendone spunti ed insegnamenti che possano contribuire alla riflessione strategica sul ruolo e le responsabilità crescenti della figura professionale del Segretario generale della Camera di commercio (e dei dirigenti apicali del Sistema camerale, in coerenza con quelli che sono gli obiettivi dello stesso programma “Campus-Sviluppo della Dirigenza e delle Alte Professionalità del Sistema camerale”). I programmi si basano sull’organizzazione di una fitta agenda di incontri con le principali istituzioni ed agenzie pubbliche dei Paesi visitati, seminari presso qualificati centri accademici e di ricerca, tavole rotonde con esperti, nonché la preparazione di dossier di scenario e di valutazione finale dell’esperienza che vengono distributi ai partecipanti prima e dopo la partenza. Nel corso del 2006, in particolare, si è deciso l’approfondimento del tema del c.detto “Digital Government”, ossia del bilanciamento tra l’utilizzo massiccio dell’informatica nel rapporto tra P.A., cittadini e imprese; l’integrazione dei processi organizzativi e di servizio tra più amministrazioni in una logica di rete; il cambiamento richiesto per allineare costantemente i meccanismi e le pratiche organizzative ed istituzionali alle nuove tecnologie; e l’abilitazione del personale della P.A. ad un utilizzo adeguato delle nuove tecnologie. La sensibilizzazione della rete camerale rispetto a tale ambito di azioni è infatti strategica, sia alla luce dei potenziali risparmi, rispetto agli oneri che gli apparati burocratici “scaricano” sulle imprese, derivanti dal massiccio uso dell’ICT nella P.A.; sia in relazione ai forti impatti in termini di cambiamento organizzativo e riqualificazione delle risorse umane che la digitalizzazione dei processi interni di lavoro ha comportato per le Camere negli anni recenti. L’Uniocamere, in collaborazione con le Camere di commercio di Bologna, Firenze, Milano, Torino e Venezia, nonché Infocamere, ha quindi organizzato un learning tour in Svezia (Stoccolma, 17-20 settembre 2006), Paese considerato dall’Unione Europea (cfr. European Innovation Scoreboard (EIS) 2004) leader in Europa in termini di innovazione (per presenza 38 1. Camere Istituzioni di imprese innovative, per numero di clusters tecnologici e per la forte specializzazione sulle tecnologie mobile). Non di meno, la Svezia è considerata (Centre for European Reform, IDC 2005) tra i primi 5 Paesi del mondo in termini di adozione e sviluppo dell’e-Government, con particolare attenzione allo sviluppo organizzativo ai processi interistituzionali ed alla più generale diffusione della cultura e dell’utilizzo delle tecnologie informatiche tra la popolazione. Il programma dell’iniziativa è stato sviluppato prevedendo una serie di incontri e confronti con soggetti istituzionali e privati tra i più rilevanti nella realtà svedese, così da identificare strategie, metodologie e soluzioni di interesse per il Sistema delle Camere di commercio in materia di e-Government per il prossimo futuro; le principali indicazioni tecnico-organizzative di interesse per il Sistema camerale emerse dal confronto con la realtà svedese sono riassunte nelle due tabelle seguenti: Lesson learnt: il confronto tra i due sistemi – Paese in tema di eGovernment SVEZIA ITALIA TECNOLOGIE: uso delle tecnologie inno- TECNOLOGIE: soluzioni all’avanguardia vative pervasivo a livello europeo (CNS, posta elettronica certificata) LA P.A.: contesto più semplice, forte moti- LA P.A.: complessità dei diversi livelli di vazione del personale, maggior accentra- amministrazione, risorse disponibili ma mento disperse, esigenza di forte integrazione/interoperabilità tra amministrazioni diverse (sia a livello orizzontale, che verticale) L’UTENZA TARGET: preparazione tecnologica diffusa, internet presente in quasi tutte le case, conoscenza della lingua inglese massiccia, ampia diffusione dell’internet banking e familiarità nel dialogo telematico con la P.A.. L’UTENZA TARGET: popolazione anziana poco formata, diffusione di internet nelle case in crescita, minore presenza della lingua inglese, diffidenza per le soluzioni di servizi on line-rischio del digital divide CONTESTO ORGANIZZATIVO: integrazione e riuso delle soluzioni sviluppate nel settore privato (es.: autenticazione on line-riuso delle procedure adottate dalle banche per l’internet banking) CONTESTO ORGANIZZATIVO: scarso riuso delle soluzioni tecnologiche sviluppate, poca collaborazione tra pubblico e privato, eccellenze a “macchia di leopardo” 39 Rapporto 2007 sul sistema camerale Lesson learnt: le linee prioritarie per un consolidamento della strategia di e-Government del Sistema camerale 1. MAGGIORE INTEGRAZIONE TRA FRONT END e BACK OFFICE 2. 3. 4. 5. Necessità di meglio integrare il canale di servizio ed esposizione delle informazioni all’utenza rappresentato dal web con la razionalizzazione e semplificazione organizzativa dei processi e delle procedure interne di servizio FORMAZIONE DEL PERSONALE Necessità di investire nell’aggiornamento delle competenze del personale (sia dirigente che di staff ) ai fini della miglior gestione strategica ed organizzativa del processo di e-Government SVILUPPO DI SOLUZIONI END TO Esistono ancora ampi margini di miglioEND ramento nell’offerta di soluzioni che permettano all’utenza camerale la completa fruizione dei servizi del Sistema camerale attraverso i canali digitali NUOVO MODELLO DI SERVIZIO Basato da un lato sulla maggiore interoperabilità (nei servizi e nella gestione delle informazioni relative alle imprese) con le altre PP.AA. (centrali e locali); dall’altro sulla maggiore diffusione della CNS direttamente alle imprese (oltre che ai loro intermediari professionisti) IL MOBILE GOVERNMENT Alla luce della diffusione pervasiva degli strumenti di comunicazione mobile (telefoni cellulari, PDA ecc.), le tecnologie mobile rappresentano una nuova frontiera per lo sviluppo dei servizi digitali alle imprese Per quanto concerne l’edizione 2007 dello study tour, anche alla luce del dibattito sull’eventuale trasformazione della missione istituzionale del Sistema camerale attualmente in corso, essa vedrà nelle politiche per il finanziamento dello sviluppo delle imprese e dei territori (tanto a livello nazionale quanto a livello regionale) il tema-guida. In particolare, è stata identificata la Francia quale destinazione ideale, da un lato alla luce dell’importanza che in tale Paese ha assunto il processo di riordino ed aggregazione dei servizi di finanziamento pubblico per il sostegno dell’avvio d’impresa e lo sviluppo territoriale; dall’altra, per le similarità – in termini di decentramento regionale della governance pubblica e di strutturazione del Sistema delle Camere di commercio – che tale Paese presenta con la realtà italiana. 40 1. Camere Istituzioni Premio Unioncamere “Scuola, Creatività e Innovazione” Il Premio Unioncamere “Scuola, Creatività e Innovazione” nasce nel 2005 con le finalità dì promuovere, sviluppare e coltivare nei giovani delle scuole medie superiori una propensione al pensiero creativo e all’innovazione e sensibilizzare il mondo della scuola sulla rilevanza, per la crescita sociale ed economica dei territori, di un percorso educativo che tenga conto di temi quali la creatività, l’innovazione, il design e la tutela della proprietà intellettuale. L’iniziativa dedicata alle scuole, naturale complemento del già esistente Premio Unioncamere “Giovane impresa innovativa”, si compone di tre Sezioni e ha come oggetto l’ideazione, per iniziativa di gruppi di studenti coordinati da un docente, di un prodotto, di un servizio o di un elemento dal design innovativo. Inoltre, l’idea deve presentare anche concreti elementi di fattibilità tecnica e sostenibilità economica. Il Premio si è articolato, nelle prime tre edizioni, su due livelli uno provinciale e l’altro nazionale. La prima edizione ha visto la partecipazione di 130 Istituti di scuola media superiore e la presentazione di 115 progetti, mentre alla seconda hanno aderito 167 Istituti che hanno presentato complessivamente 127 idee innovative tra prodotti e servizi. Per la terza edizione gli Istituti iscritti sono stati complessivamente 162, i quali hanno presentato complessivamente 127 progetti, di cui 65 hanno interessato la Sezione “Prodotti Innovativi”, 36 la Sezione “Servizi Innovativi” e 26 la Sezione “Design Innovativo”. Nel corso delle tre edizioni sono state depositate presso l’Ufficio brevetti delle Camere di Commercio 6 domande di brevetto italiano. Il Premio Unioncamere ha conseguito risultati sorprendenti, sia per il numero di adesioni sia per la qualità delle idee presentate dalle scuole, anche per merito del sostegno fornito all’iniziativa da parte delle numerose Camere che hanno promosso il concorso presso tutti gli Istituti scolastici della provincia e messo a disposizione i propri Uffici Brevetti. Alla prima edizione del Premio hanno attivamente collaborato 65 Camere di Commercio, 43 strutture camerali nella seconda e 67 nella terza edizione. Il bando della terza edizione del Premio Unioncamere “Scuola, Creatività e Innovazione” ha previsto la consegna di nove riconoscimenti: 3 per la sezione prodotti innovativi, 3 per quella servizi innovativi e 3 per la nuova sezione design innovativo. Le idee classificate ai primi tre posti hanno vinto una borsa-premio, rispettivamente di 5.000, 2.500 e 1.500 euro, come riconoscimento per il lavoro di gruppo degli studenti. Inoltre, le prime cinque idee classificate in entrambe le sezioni hanno vinto un importo di 500 euro, per l’acquisto di supporti e materiali per l’attività didattica dell’istituto scolastico. Nel mese di ottobre 2007 è stata avviata la quarta edizione del Premio con importanti novità, specialmente per quanto riguarda l’ammontare del premi: per ognuna delle tre sezioni saranno previste borse premio del valore di 7.000 euro al primo classificato, 5.500 euro al secondo, 4.000 euro al terzo, 2.000 euro al quarto e 1.500 euro al quinto. I termini per l’iscrizione al concorso scadranno il 31 dicembre 2007, mentre le proposte innovative dovranno essere presentate entro il 31 marzo 2008. I vincitori della nuova edizione saranno proclamati entro la fine dell’anno scolastico 2007/08. 41 Rapporto 2007 sul sistema camerale 1.4 Il Sistema camerale nel contesto europeo Il Sistema camerale italiano e la stessa Unioncamere sempre più spesso trovano nell’Europa un luogo naturale di confronto per la definizione delle proprie politiche e traiettorie di sviluppo: dall’azione di promozione dell’utilizzo sui territori dei fondi comunitari, anche attraverso il coordinamento e/o la partecipazione ai tavoli con gli altri EE.LL., all’azione di coordinamento della presenza camerale attraverso il proprio ufficio di Bruxelles, per sviluppare un’efficace azione di rappresentanza con le istituzioni europee; dal monitoraggio della normativa europea a tutela delle nostre imprese, anche attraverso un’incisiva attività di lobbying, alla partecipazione attiva alle attività di Eurochambres. La collaborazione con Eurochambres Attraverso le loro associazioni nazionali ed europee, le Camere hanno da tempo dato vita ad un network che si è affermato a livello comunitario come interlocutore significativo dei Governi e delle Istituzioni internazionali, partecipando attivamente al processo di integrazione europea. In tutti i 27 Paesi membri dell’Unione Europea le Camere di commercio promuovono, seppure con profonde diversità di ruoli e di funzioni, gli interessi delle comunità imprenditoriali di cui sono espressione, esercitando un’importante attività di consulenza nei confronti delle autorità pubbliche e svolgendo, in taluni casi, funzioni pubbliche loro delegate dallo Stato, in linea con il principio di sussidiarietà. La stessa attività dell’Unioncamere si è negli ultimi anni caratterizzata nel quadro di una crescente collaborazione con Eurochambres, in particolare su quelle che sono state identificate come linee prioritarie di attività della Presidenza di Pierre Simon: la creazione ed il trasferimento di impresa; il modello dei distretti industriali/poli territoriali di sviluppo; la formazione del capitale umano; l’internazionalizzazione dei sistemi produttivi; l’innovazione. Nel proprio Rapporto annuale 2006, Eurochambres ribadisce che la vision del Sistema camerale europeo è quella di un’Unione Europea allargata e competitiva in cui lo spirito imprenditoriale sia incoraggiato e ricompensato; si persegua con forza un percorso di semplificazione normativa al fine di rendere lo scenario legislativo più favorevole all’avvio ed esercizio dell’attività di impresa; le P.M.I. siano incoraggiate e sostenute; l’apertura al libero scambio ed al commercio internazionale sia basata su di un sistema di regole leali. Il 2006 è stato sicuramente un anno di dinamismo per l’Unione Europea, sia dal punto di vista istituzionale (con l’entrata della Slovenia nell’Unione monetaria e l’adesione di Romania e Bulgaria alla Comunità degli Stati); sia dal punto di vista economico, essendosi mostrati decisi segnali di ripresa economica che dovrebbero proseguire nel corso del 2007 (dato questo confermato anche dall’ultimo studio economico di Eurochambres che mostra come migliaia di imprenditori europei concordino sull’aspettativa di una crescita di tutti gli indicatori economici chiave per l’anno 2007). 42 1. Camere Istituzioni È tuttavia evidente come nel complesso l’Europa sia ancora lontana dal raggiungimento, entro il 2010, degli obiettivi di sviluppo prefissati con l’Agenda di Lisbona, e che l’attuale avvio di una fase di ripresa economica dovrà essere l’occasione di applicare le riforme strutturali che permetteranno al treno dell’Europa di restare sulla via della competitività. In tale contesto, le Camere di commercio europee credono di poter giocare un ruolo importante nella crescita delle imprese. Esse si sono impegnate a svolgere questo ruolo intervenendo in quattro settori principali: la creazione, lo sviluppo e la trasmissione generazionale delle imprese; la formazione e l’istruzione; l’internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali; e l’innovazione. Le Camere europee supportano ed affiancano ogni anno oltre 700.000 imprese in fase di start-up1, avvalendosi, fra l’altro, di strumenti quali: - sportelli unici; - campagne di start-ups; - gestione delle anagrafiche di impresa. Esse forniscono, inoltre, un accesso al finanziamento delle reti di sostegno (per es.: poli tecnologici ed incubatori di imprese, azioni di seed capital e venture capital, azioni di formazione per l’autoimprenditorialità) e spingono a favorire una migliore regolamentazione. Il Sistema camerale gestisce anche programmi di mentoring per facilitare la trasmissione di imprese da una generazione all’altra. Tra le linee strategiche che Eurochambres, in coordinamento con la rete delle Camere europee, intende portare avanti, si segnalano: il riesame, ai fini della sua semplificazione, della normativa europea in materia di impresa; l’obiettivo “creare un’impresa in 7 giorni”; l’elaborazione di uno Statuto europeo per le P.M.I.; l’avvio di un confronto sulla possibilità di promuovere una Carta europea delle Camere di commercio, che valorizzi le reti integrate d’impresa in Europa. Le attività dell’ufficio Unioncamere di Bruxelles L’ufficio Unioncamere di Bruxelles ha orientato le attività svolte nel 2006 su alcune linee prioritarie: la valorizzazione del Sistema camerale, l’analisi e l’intervento sui dossier comunitari, la promozione della partecipazione del sistema ai programmi comunitari e l’attività di valorizzazione e coordinamento delle realtà camerali presenti in loco. Tra le attività di rappresentanza istituzionale ricordiamo la preparazione di un workshop di due giorni (febbraio 2006) con la partecipazione della Commissione europea, della Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’UE, del Parlamento europeo e della BEI con l’obiettivo di tracciare lo stato dell’arte della programmazione dei fondi 1 Si veda a tale proposito il Rapporto annuale 2006 elaborato da Eurochambres. 43 strutturali, sugli strumenti BEI per le P.M.I. e sul ruolo delle Camere di commercio nel territorio europeo. A ciò ha fatto seguito una tavola rotonda sul ruolo dell’Italia nel rilancio della Strategia di Lisbona, in previsione del successivo Consiglio europeo. La valorizzazione del Sistema camerale passa anche attraverso il consolidamento dei rapporti con le Regioni; al riguardo, sono state realizzate due iniziative: il convegno (luglio 2006) sulla presenza italiana nelle istituzioni comunitarie, organizzato da Unioncamere in collaborazione con il Coordinamento delle Regioni presenti a Bruxelles; e la nona edizione della tavola rotonda (12 ottobre 2006) che l’Unioncamere organizza ogni anno con la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, per la prima volta svolta nel quadro degli Open Days (la manifestazione che l’Europa dedica ogni anno alle Regioni ed agli enti locali ed appunto organizzata in collaborazione con 135 Regioni e città d’Europa). Al fine di valorizzare e meglio far conoscere a tutta la rete camerale l’attività dell’ufficio, è poi stata realizzata e messa on line la nuova versione del sito web istituzionale (www.unioncamere.eu). Per quanto concerne l’attività di analisi ed intervento sui dossier comunitari, il lavoro svolto dall’ufficio nel corso del 2006 ha riguardato in particolare le seguenti tematiche prioritarie: - sostegno all’approvazione della proposta di obbligatorietà dell’etichettatura dei prodotti extra-UE (“Made In”) presentata dalla Commissione europea; - Indicazioni geografiche dei prodotti non alimentari; - Proposta di regolamento per i Registri delle imprese; - Assistenza alla rete EuroInfoCentres (EIC) delle Camere di commercio; - Cooperazione internazionale; - Proposta di regolamento REACH; - Proposta di direttiva sui servizi nel Mercato interno; - Strumenti di ADR – Giustizia alternativa; - Aiuti di Stato e capitale di rischio. Infine, l’attività volta a meglio coordinare l’azione delle realtà camerali presenti a Bruxelles ha mirato in particolare a garantire al Sistema delle Camere di commercio un migliore accesso alle opportunità di cofinanziamento dei programmi europei (Progetto APE) in particolare su alcune tematiche chiave quali trasporti, EIC, ricerca e sviluppo e competitività. Per l’ufficio di Bruxelles, ciò si è tradotto nell’offerta dei seguenti servizi: - Assistenza su tematiche specifiche; - Monitoraggio bandi; - Monitoraggio legislativo; - Assistenza alla progettazione; - Servizio APE-net; - Accordi di collaborazione con strutture del Sistema camerale. 1. Camere Istituzioni I progetti in partenariato europeo Il progetto XBRL Il linguaggio XBRL (eXtensibile Business Reporting Language) è uno standard elettronico “aperto”, creato per strutturare e rappresentare i contenuti della comunicazione economica finanziaria. La comunicazione finanziaria d’impresa in Italia è caratterizzata, attualmente, da un insoddisfacente livello di standardizzazione dei contenuti e da un significativo impiego del supporto cartaceo. Ciò comporta evidenti diseconomie per gli operatori economici e per il sistema-Paese nel suo insieme, che vengono rese ancora più evidenti dalla globalizzazione dei mercati finanziari e dal processo di unificazione europea. Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione offrono oggi opportunità accessibili a una vasta platea di soggetti; in questo ambito, ha un ruolo di protagonista sulla scena internazionale lo standard XBRL. In Italia, nel mese di settembre 2006, è stata costituita l’Associazione italiana XBRL, alla quale aderiscono, oltre all’Unioncamere, l’ABI, la Confindustria, la Banca d’Italia, l’Assonime, l’ANIA, la società Borsa Italiana, i Consigli Nazionali dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri, l’ISVAP, l’Organismo Italiano di Contabilità e l’Associazione nazionale degli analisti finanziari. Recentemente il consorzio internazionale che guida l’evoluzione dello standard XBRL International, con sede a New York, ha comunicato l’accreditamento provvisorio della giurisdizione italiana “con effetto dal 15 maggio 2007”. L’accoglimento della domanda italiana segna un’accelerazione delle iniziative per la definizione delle tassonomie necessarie per la documentazione contabile. Infatti, l’accreditamento della giurisdizione italiana apre la strada ad alcune misure di semplificazione che lo stesso Governo ha deciso di attuare. La legge 4 agosto 2006, n. 248 dispone, infatti, il deposito al Registro delle imprese degli atti societari, in generale, e dei bilanci, in particolare, in formato elaborabile. Allo stesso modo le Camere di commercio devono comunicare all’Anagrafe Tributaria i dati e le notizie contenuti nelle domande di iscrizione al Registro delle imprese. Il termine, entro il quale diverrà operativo l’obbligo, è stato fissato al 31 marzo 2008. Tuttavia, le Camere di commercio hanno iniziato la sperimentazione fin dal 2006 quando sono stati ricevuti i bilanci di 40 imprese in formato XBRL. A fine maggio 2007, invece, i bilanci ricevuti in formato XBRL erano già 600, sempre su base volontaria. L’Unioncamere è attualmente impegnata, su incarico dell’Associazione nazionale, a coordinare i lavori del tavolo che deve definire le regole (la c.d. tassonomia) per la redazione del bilancio e degli altri documenti che lo compongono delle società non quotate in Borsa. Lo standard XBRL rappresenta un’importante occasione per la riduzione dei costi per la formazione e la conservazione delle informazioni finanziarie, per accelerare il flusso delle stesse e per migliorare la loro fruizione da parte sia dei soggetti privati che da parte della Pubblica Amministrazione. 45 Rapporto 2007 sul sistema camerale Il progetto BRITE: Business Register Interoperability Throughout Europe BRITE è un progetto integrato lanciato il 1° marzo 2006 dalla Commissione europea, DG per la Società dell’Informazione ed i Media, che coinvolge ben 19 enti che si occupano a vario titolo dei Registri anagrafici di imprese, progetto che vede la partecipazione di Infocamere e della Camera di commercio di Venezia in rappresentanza del Sistema camerale italiano e del modello Registro delle imprese. Obiettivo quello di sviluppare, testare e promuovere un innovativo sistema di interoperabilità tra Pubbliche Amministrazioni europee che, basato su una comune piattaforma informatica, consenta l’interazione e lo scambio di informazioni tra i diversi Business Registers (BRs) europei. Tale integrazione è la base per conseguire una maggiore trasparenza dei mercati economico-finanziari (anche allo scopo di rendere più difficili i crimini finanziari e le truffe a danno della stessa P.A. e dei privati), facilitare il libero movimento da un Paese all’altro delle imprese, uniformare e semplificare a livello europeo la legislazione concernente l’apertura e gestione delle attività d’impresa. La Commissione ha adottato un approccio integrato nell’affrontare il progetto, aprendo tavoli di confronto tra i partecipanti sia per quanto concerne gli aspetti legislativi e regolatori dei Registri, che per quelli più strettamente tecnico-informatici. Il progetto nasce dalla consapevolezza che le Anagrafi d’impresa possono essere una leva di grande importanza per la miglior gestione amministrativa del sistema delle imprese europee, contribuendo fortemente allo sviluppo del mercato integrato oltre che rappresentare un bacino di informazioni economico – statistiche di fondamentale importanza anche per comprendere le dinamiche evolutive dell’economia europea nel suo complesso. Il 22 marzo scorso si è svolta a Dublino la riunione semestrale dei membri aderenti al progetto BRITE, cui sono stati invitati a partecipare altri Stati comunque interessati ad aderire al progetto e che è stata occasione per fare il punto del lavoro già svolto. In particolare, gli obiettivi del progetto sono: • regolamentare le procedure da porre in essere per il trasferimento di sede di imprese; • disciplinare i processi per l’apertura di sedi secondarie di imprese europee in Paesi diversi da quello di origine semplificando, ove possibile, gli adempimenti necessari; • facilitare le imprese nel predisporre il proprio dossier informativo necessario al fine di partecipare a gare pubbliche; • meglio controllare le operazioni di riciclaggio del denaro. Il lavoro dei partecipanti al progetto è stato di conseguenza diviso nei quattro obiettivi precedentemente indicati e ognuno ha cominciato ad effettuare studi ed approfondimenti sugli stessi. CASO 1: Trasferimento di sede La quattordicesima Direttiva disciplina la possibilità di trasferire la sede di una società in un Paese europeo diverso da quello di origine. Il trasferimento di sede infatti comporta la necessità, per i soggetti coinvolti, di scambiarsi documenti ed informazioni relativi alla società che si attiva per tale operazione. 46 1. Camere Istituzioni È apparso al riguardo immediatamente chiaro che è necessario avere un coordinamento tra i diversi Registri delle imprese. Con il Council Regulation n. 2157/2001 è stata disciplinata la possibilità di costituire la Società Europea (SE), la quale, una volta concluso il procedimento per la sua costituzione, può decidere di trasferire la propria sede in un altro Stato della Comunità europea. Tutto ciò è possibile senza la necessità di costituire una nuova persona giuridica. Nel caso di trasferimento di sede sono stati individuati 3 obiettivi prioritari da conseguire: • il Registro di arrivo sarà messo in condizione non solo di ricevere e richiedere informazioni sulla società, ma anche di richiedere e ricevere documenti dal Registro di provenienza; • il Registro delle imprese di arrivo e quello di provenienza potranno scambiarsi notizie rilevanti che riguardano la società durante il procedimento di trasferimento; • ogni Registro sarà messo in condizione di ricevere informazioni rilevanti da un altro Registro. Il raggiungimento di tali obiettivi permetterà ai vari Registri europei di comunicare elettronicamente attraverso la piattaforma BRITE. La possibilità di comunicare direttamente tra gli uffici interessati comporterà che le società ed i loro rappresentanti vedano ridotto il numero delle pratiche amministrative da svolgere. CASO 2: Apertura di sedi secondarie Lo studio di questo processo deve necessariamente avere come punto di partenza l’esistenza di un alto grado di interoperabilità tra il Registro di provenienza e il Registro di arrivo. Requisito fondamentale affinché tale operazione possa essere effettuata è che vi sia un solo numero per la identificazione della società presso qualsiasi Registro e che venga identificato un sistema di comunicazione tra i vari Registri. Al momento questo studio ha approfondito tre ipotesi. • “Richiesta di visura della società”: abilita il Registro al quale viene richiesta l’iscrizione di una sede secondaria a richiedere al Registro in cui è iscritta la sede principale una visura della società; • “Richiesta e ricezione di notizie relative ad eventi rilevanti della vita della società interessata”: il Registro di arrivo potrà prenotarsi per avere dal Registro di provenienza una serie di comunicazioni relative alla sede principale della società (ad es.: il cambio di Stato, la cancellazione della società da questo Registro ecc.); • “Richiesta di documenti”: abilita il Registro di arrivo a richiedere al Registro della sede principale altri documenti quali bilanci, atti costitutivi e certificati di esistenza. CASO 3: Dossier della società Per partecipare a gare pubbliche le imprese devono presentare una documentazione complessa tra cui oltre ai dati relativi alla sanità, alle eventuali procedure concorsuali anche l’iscrizione al Registro delle imprese. 47 Rapporto 2007 sul sistema camerale Tutti questi dati dovrebbero essere forniti dalla Camera di commercio che li predispone. Alcuni di questi dati come quelli relativi al bilancio, all’antimafia, sono dati che la Camera conosce ma non certifica. La novità che il progetto BRITE propone è quella di individuare la Camera di commercio come sportello unico per tali informazioni. CASO 4: Riciclaggio di denaro Il caso 4 si concentra su due differenti tipi di informazioni: • il flusso di informazioni tra il Registro e la Financial Intelligence Unit (FIU); • il flusso di informazioni tra le varie Financial Intelligence Unit nazionali. Al riguardo si deve ricordare che l’articolo 21 della terza Direttiva sul riciclaggio del denaro, stipulato tra gli Stati membri, assicura al FIU l’accesso, diretto o indiretto, alle informazioni finanziarie, amministrative e legali necessarie per svolgere le proprie funzioni. Il FIU ha necessità di avere informazioni sulle società e i loro azionisti e amministratori per rilevare possibili operazioni di riciclaggio. Questo obbligo degli Stati membri, in combinazione con quanto dispone l’articolo 3 della prima Direttiva sulle società, ha condotto alla conclusione che il FIU deve avere l’accesso ai file delle aziende attraverso il Registro delle imprese dei loro Paesi. Attualmente questo scambio di comunicazioni avviene attraverso sistemi quali e-mail, fax o internet con comunicazione pubblica o confidenziale. Questa necessità potrebbe attuarsi attraverso il BRITE che è in grado di soddisfare le necessità espresse dai FIU. Attraverso un interfaccia web, il FIU potrà non solo consultare i dati delle società a livello nazionale, ma anche a livello europeo, dando seguito agli obiettivi della terza Direttiva sul riciclaggio. Relativamente ai tempi di realizzazione dei vari progetti è stato comunicato che i casi numero 1 e 2 saranno attivati entro la fine del 2007. L’interesse che hanno destato questi progetti e l’iniziativa BRITE impongono che l’Italia e per essa il Sistema camerale non possa non tenere il passo con gli altri Paesi europei. Se infatti il progetto BRITE sarà completato nel 2009 e la relativa piattaforma permetterà la interoperabilità tra i vari Registri, il Registro delle imprese nel suo complesso non potrà non essere parte attiva del progetto anche alla luce del fatto che già oggi le società straniere che hanno aperto sedi secondarie in Italia sono pari a seimila e che si tratta di un trend in continua crescita. Il tavolo europeo per l’obiettivo “Impresa in 7 giorni” Uno degli obiettivi che la Commissione europea si è prefissata nel breve termine, è quello di incentivare le attività imprenditoriali riducendo tempi e costi connessi allo start-up d’impresa. Tale obiettivo, essenzialmente volto a ridurre gli oneri burocratici che gravano sulle imprese in fase di costituzione, si allinea a quelli già enucleati nella Strategia di Lisbona e mira, entro la fine del 2007, a creare i cosiddetti “one-stop-shops”. 48 1. Camere Istituzioni Un altro importante obiettivo che si intende perseguire nell’ambito delle strategia di semplificazione comunitaria è quello di gestire, entro la fine del 2009, il dialogo tra P.A. ed imprese attraverso l’utilizzo di un’interfaccia unica (un po’ come avviene in Italia con l’esperienza di cooperazione applicativa ed interoperabilità rappresentata dal portale www. impresa.gov.it). La Commissione europea, al fine di tracciare lo stato dell’arte sulle vigenti disposizioni in materia di apertura di nuova impresa ed allo scopo di eseguire un’analisi di benchmark tra le varie procedure poste in essere in ciascuno dei Paesi membri per avviare un’attività imprenditoriale, ha chiesto il contributo di tutti gli Stati, sì da individuare punti di forza e di debolezza su cui lavorare per raggiungere l’obiettivo della “creazione di un’impresa in 7 giorni”. A questo proposito, la Commissione ha istituito un tavolo di lavoro in materia di semplificazione, cui prende parte anche l’Unioncamere, che si riunisce periodicamente a Bruxelles per discutere sui risultati che scaturiscono dalle consultazioni con i singoli Stati membri, al fine di individuare e ridurre gli oneri burocratici ed economici legati all’avvio d’impresa. L’Unioncamere, in stretto raccordo con il Ministero dello Sviluppo Economico e supportata da 5 Camere di commercio pilota (Ferrara, Padova, Rieti, Roma e Venezia), ha a tal fine condotto un’indagine mirata ad esaminare le procedure, i tempi ed i costi connessi all’avvio 5 diverse tipologie d’impresa, localizzate in territori differenti. Ferrara si è occupata di esaminare il caso di un’attività di commercio al minuto di prodotti alimentari con deposito di almeno 500 mq; Padova di un’attività di produzione di manufatti in metallo (con uso di un piccolo forno); Rieti di un’attività di progettazione e installazione di impianti di riscaldamento/condizionamento per uso civile ed industriale; Roma di un albergo con ristorante; Venezia di un’attività di produzione di componenti elettrici. L’impianto della ricerca è stato creato seguendo le indicazioni trasmesse dalla Commissione europea a ciascuno Stato membro e circoscrivendo lo studio alla sola ipotesi di subentro in attività di impresa. Dall’indagine è emerso quanto segue. Per avviare un’attività imprenditoriale è necessario compiere precisi adempimenti procedurali e fiscali; in particolare ne esistono di 2 tipi: 1. generali (centrali), vale a dire trasversali ad ogni impresa; 2. specifici (locali), che variano cioè in base al tipo di impresa che si intende costituire. Tra i primi vanno sicuramente ricompresi: • L’iscrizione nel Registro delle imprese (che è l’atto finale del procedimento costitutivo della società); • L’apertura della Partita IVA; • L’iscrizione all’INPS ed all’INAIL (al momento dell’effettiva assunzione di personale). 49 Rapporto 2007 sul sistema camerale Tra i secondi rientrano tutte le autorizzazioni e le verifiche delle condizioni necessarie all’esercizio di quella determinata tipologia di impresa (ad esempio idoneità dell’ambiente di lavoro, iscrizione ad albi e/o ruoli, requisiti di igiene ecc.). Adempimenti generali Adempimenti specifici Costi medi tot. Tempi medi tot. in gg. Tempi medi tot. in gg. Camera di Roma € 2.873,00 7 30 Camera di Ferrara € 2.873,00 10 30 Camera di Rieti € 2.673,00 10 30 Camera di Venezia € 2.873,00 10 30 Camera di Padova € 2.873,00 10 30 Ente IL PROGETTO TACHIGRAFO DIGITALE IN ITALIA Nel 2001 il Sistema camerale è stato coinvolto dal Ministero dello Sviluppo Economico in un progetto della Comunità europea, relativo all’introduzione all’interno degli Stati membri di un sistema di rilevazione digitale dei tempi di guida e di riposo dei conducenti dei mezzi di trasporto commerciale di merci e persone. Alla base del progetto v’è una normativa europea (Regolamento CE n. 561/2006) che mira all’armonizzazione di alcune disposizioni in materia sociale nel settore dei trasporti su strada ed il Regolamento (CEE) n. 2135/1998 che ha introdotto il nuovo dispositivo digitale di controllo nel settore dei trasporti su strada, al posto del vecchio cronotachigrafo analogico fino ad allora in uso, fissandone il termine legale per l’obbligo di installazione sui mezzi di nuova immatricolazione al 1° maggio 2006. Il tachigrafo digitale, dunque, è lo strumento che occorre per registrare i tempi di guida dei conducenti di camion, pullman ed autocarri. Il vecchio apparato analogico era infatti nel tempo risultato di facile contraffazione da parte degli utilizzatori, così da consentire la manomissione delle rilevazioni degli orari (su un milione di veicoli controllati nel 2002, erano state riscontrate circa 70.000 frodi o tentativi di frode), rendendo oltretutto molto complessi anche i controlli da parte delle autorità competenti. Il tachigrafo digitale è formato da due elementi fondamentali per il suo utilizzo: • un’unità veicolo; • una smart-card che interagisce con lo strumento di bordo. Collegato in maniera sicura ai sensori del veicolo, il tachigrafo digitale registra nella sua memoria i dati relativi all’uso del veicolo per il periodo di un anno. In particolare, vengono 50 1. Camere Istituzioni rilevati: l’identità del o dei conducenti, i tempi di guida e di riposo, le modalità di guida (singolarmente o in équipe). Un progetto europeo Considerata la complessità della materia, sia sotto il profilo giuridico sia tecnico, al fine di assicurare l’implementazione del sistema digitale in tutti gli Stati membri in maniera uniforme ed armonizzata, la Commissione europea ha invitato sin dal 2001 gli Stati coinvolti (27 Stati membri con l’aggiunta su base volontaria di Svizzera, Liechtenstein, Islanda e Norvegia) a coordinarsi attraverso la partecipazione a due progetti, che si sono posti l’obiettivo di realizzare linee di indirizzo comuni per portare a termine le diverse attività richieste alle Amministrazioni coinvolte nei vari Stati. Per l’Italia hanno partecipato ai lavori il Ministero dello Sviluppo economico, capofila del progetto (Member State Authority) e – alternativamente per le materie di competenza – i Ministeri dei Trasporti, dell’Interno e del Lavoro. Unioncamere, coadiuvata da Infocamere per la realizzazione dell’infrastruttura tecnologica necessaria all’emissione delle carte tachigrafiche, ha partecipato in rappresentanza del Sistema camerale, in quanto le Camere di commercio sono state individuate quali autorità per il rilascio delle carte tachigrafiche (Card Issuing Authorities) per l’Italia (DM interministeriale 31 ottobre 2003, n. 361). Le carte tachigrafiche La carta tachigrafica è il dispositivo che consente l’utilizzo dell’unità veicolare (tachigrafo) nelle sue diverse funzioni. Permette, innanzitutto, di identificare il soggetto che opera con il tachigrafo, sia esso un conducente, un’autorità di controllo, un’officina di manutenzione o un’azienda proprietaria del veicolo (esistono quattro diversi tipi di carta, a seconda al tipo di soggetto che la deve utilizzare). Essa contiene inoltre un sistema di conservazione di dati, relativamente alle operazioni che vengono svolte con il tachigrafo digitale. La rete TACHOnet Uno dei dettami principali della norma europea ha stabilito che ogni conducente dovesse essere dotato di una smart card personale che consentisse la sua identificazione nell’unità di bordo e la rilevazione dei suoi tempi di guida. Condizione fondamentale per il successo del sistema era dunque quella di assicurare che ogni soggetto preposto alla guida non potesse assolutamente disporre di più di una carta. Per garantire ciò è stato richiesto agli Stati coinvolti di essere interconnessi attraverso una rete europea – TESTA II – al fine di scambiarsi, in tempo reale, tutte le informazioni relative ai soggetti detentori di carta tachigrafica. 51 Rapporto 2007 sul sistema camerale Una infrastruttura informatica – TACHOnet –, appositamente realizzata da una società belga su commessa della Commissione europea, ha consentito ad ogni CIA (Card Issuing Authority), e quindi per l’Italia alle Camere di commercio, di: * verificare che un certo conducente che richiede la carta tachigrafica non sia già possessore di un’altra carta; * informare l’amministrazione di un altro Stato dell’avvenuta emissione di una carta conducente nei confronti di un cittadino in possesso di una patente di guida rilasciata da quello Stato; * informare l’amministrazione di un altro Stato di un evento (smarrimento, furto, sospensione) riguardante una carta tachigrafica emessa da quello Stato. Il “cuore” di questo complesso sistema di “hub and spoke” risiede in un laboratorio di Bruxelles ed è presidiato 24 ore su 24. Tali controlli, oltre a non rilasciare più di una carta allo stesso soggetto, consentono di limitare l’uso fraudolento del dispositivo digitale da parte di soggetti che dovessero impropriamente venire in possesso di carte tachigrafiche regolarmente rilasciate. Il Sistema camerale italiano ha avuto un ruolo di primo piano nella realizzazione del processo di interconnessione alla rete europea, assicurandone per primo la piena operatività e fungendo da collaudatore per le altre amministrazioni europee. Il servizio di rilascio delle carte tachigrafiche La tempestività nella realizzazione dell’infrastruttura tecnologica di connessione e di rilascio delle carte tachigrafiche ha consentito al Sistema camerale italiano di poter attivare il servizio di rilascio delle carte all’utenza perfettamente in linea con i tempi imposti dalla normativa (5 agosto 2005), anche se – di fatto – l’obbligo di utilizzo del nuovo strumento digitale è successivamente slittato al 1° maggio 2006. Si riportano di seguito i dati relativi alle carte tachigrafiche emesse a livello nazionale negli anni 2005/2006. Produzione carte 2005 2006 Totale Conducente 746 62.578 63.324 Controllo 501 2.152 2.653 Azienda 128 14.177 14.305 Officina 37 617 654 Totale 1.412 79.524 80.936 52 1. Camere Istituzioni La sostanziale differenza nei dati tra i due anni di riferimento è determinata non soltanto dal fatto che la produzione del 2005 si riferisce a soli cinque mesi di attività (agosto-dicembre 2005), ma anche dal posticipo dell’obbligo di installazione del dispositivo digitale al 1° maggio 2006, che ha indotto l’utenza a rinviare la domanda di rilascio delle carte. Il trend di rilascio andrà sicuramente incrementandosi nel corso del 2007, man mano che saranno immessi in circolazione nuovi mezzi di trasporto immatricolati con il nuovo strumento. Il grafico sottostante fornisce un primo dato di dettaglio del numero complessivo delle carte tachigrafiche rilasciate nel periodo di riferimento 2005/2006 nelle diverse Regioni italiane (il dato esclude le 1.792 carte di controllo emesse a livello centrale alle autorità competenti (Polizia Stradale, Arma dei Carabinieri e Ministero del Lavoro). Produzione regionale delle aarte 2005-2006 3.696 354 2.518 16.284 10.927 7.573 6.438 1.942 5.854 2.341 1.253 5.483 2.102 434 4.157 1.748 407 986 3.211 3.211 53 Capitolo 2 L’organizzazione 2.1 Gli scenari e i modelli organizzativi del Sistema camerale Le Camere di commercio, al pari delle altre strutture pubbliche, devono operare in un quadro economico ed istituzionale sempre più complesso. Il passaggio dall’economia locale a quella globale, i nuovi equilibri geo-politici, i fattori tecnologici, lo stesso costo dell’apparato pubblico non più sostenibile sono solamente alcuni dei fattori che hanno innescato una fase di crisi con la conseguente necessità di ristrutturare completamente i precedenti equilibri e di sperimentare l’inserimento di nuove formule di gestione dell’apparato pubblico; concetti come governance, sussidiarietà orizzontale e verticale, hanno infatti ormai acquisito anche una valenza operativa che guida non solo gli assetti istituzionali, ma ha anche profondi riflessi sullo stesso funzionamento di molti processi inerenti le amministrazioni pubbliche. Tale necessità di un cambiamento ha trovato in parte una sua risposta nei processi di riforma, sia quelli amministrativi che costituzionali. Pur in presenza di un percorso ancora da completare, tali cambiamenti hanno cominciato a dispiegare i loro effetti non solo su gli equilibri istituzionali, ma anche su gli aspetti più operativi, tracciando nuove strade e ponendo le basi per nuove modalità di funzionamento del sistema pubblico, nuovi modelli organizzativi, e soprattutto nuove modalità di concertazione delle politiche e degli interventi pubblici. I precedenti assetti istituzionali erano, infatti, basati su un soggetto centrale, lo Stato, che assumeva decisioni su tutti gli aspetti del vivere sociale ed economico lasciando agli enti periferici funzioni più tipicamente esecutive. I nuovi equilibri istituzionali vedono invece una pluralità di soggetti pubblici posizionati su più livelli di governo e dotati di autonomia organizzativa, normativa e regolamentare che possono intervenire su settori e ambiti che spesso si sovrappongono. 57 Rapporto 2006 sul sistema camerale A causa della mutata natura delle politiche pubbliche e dell’incertezza relativamente agli esiti delle azioni è divenuta, poi, complessa l’autosufficienza dello Stato, ma anche di qualunque altro organismo pubblico, nella soluzione dei problemi collettivi. Non a caso si introduce con forza il tema della multilevel governance che delinea, per l’appunto, una situazione in cui la formulazione e l’implementazione delle politiche pubbliche vede una pluralità di soggetti di diversa natura ed a diversi livelli interagire fortemente tra loro; la diversità degli attori permette di integrare differenti punti di vista, valori e risorse di natura ad esempio economica, tecnologica o professionale per raggiungere, con più efficacia e con minori costi obiettivi di alta complessità. È una modalità che richiede, però, un’alta maturità politica ed organizzativa; altrimenti si prospetta uno scenario alternativo dove la mancanza di capacità di coordinamento e concertazione può innescare delle forti criticità quali, ad esempio, il replicarsi di funzioni non coordinate, sovrapposte che incidono negativamente sui costi dell’apparato pubblico senza un effettivo ritorno di sviluppo o di miglioramento dell’azione pubblica. Scenario che, tra l’altro, si sta già concretizzando per alcuni settori, quali, ad esempio, i processi di supporto all’internazionalizzazione delle imprese, dove si registra a volte la compresenza non coordinata di più soggetti pubblici. L’attuale connotazione del Sistema Camerale e delle singole Camere di commercio rappresenta un modello adattivo al complesso scenario esposto. La particolare natura dell’utenza delle Camere di commercio, le imprese, rende infatti gli enti camerali più esposti alla necessità di offrire reali risposte alle esigenze fin qui riportate. Risposta che è possibile collocare su tre livelli: • la costruzione di un modello di funzionamento a rete in grado di gestire la complessità derivante dagli attori in gioco e dal ruolo svolto dalle Camere di commercio; • la sperimentazione di modelli organizzativi che riescano a coniugare l’efficienza dei processi interni con l’efficacia e la qualità dei servizi erogati; • l’attenzione allo sviluppo professionale; motore principale di tutto il processo di innovazione sia a livello di rete che delle singole realtà organizzative. 2.2 La struttura della rete La crescente capacità delle Camere di commercio di affrontare e rispondere con sistemi sempre più efficaci alla complessa sfida posta dai nuovi scenari economici ed istituzionali si poggia sui processi di innovazione della struttura organizzativa, sulla qualificazione delle risorse umane e sull’utilizzo sempre più avanzato delle infrastrutture tecnologiche. Ma questi processi di innovazione non sono in grado da soli di supportare il ruolo delle Camere di commercio quali agenti di sviluppo delle imprese e del territorio. Per comprendere la capacità delle Camere di commercio di rispondere alla variegata domanda di servizi e di sviluppo proveniente dai diversi punti del territorio italiano è quindi riduttivo focalizzare l’analisi organizzativa sul singolo ente camerale. Singolo ente 58 2. L’organizzazione che è in grado di mettere in campo forze e risorse notevolmente contenute rispetto a quelle a disposizione di altri soggetti pubblici che svolgono attività analoghe sul medesimo territorio; oltre l’80% degli enti camerali non supera le 100 unità di personale in servizio. Eppure si registra, sia a livello nazionale sia a livello di singole realtà provinciali, un riconoscimento delle Camere di commercio quali partner o come soggetti in grado di dare concreta attuazione a programmi di sviluppo che interessano l’economia o le imprese. Le Camere di commercio hanno, infatti, avviato da diversi anni una strategia di interconnessione tra loro e con le altre strutture create per raggiungere i fini istituzionali; i singoli enti camerali sono poi nodi di interconnessione tra le diverse reti che coniugano la dimensione locale con quella internazionale, quale la rete delle Camere di commercio italiane all’estero, ma anche importanti reti locali che mettono in relazione le istituzioni pubbliche, quali i Comuni, la Provincia e la Regione, con le realtà produttive locali. Tale strategia ha permesso lo sviluppo di una rete basata non solo su sistemi tecnologici, ma anche organizzativi e culturali, in modo da consentire la condivisione di processi di sviluppo, progetti, iniziative, servizi. Gli investimenti che le Camere hanno compiuto nel tempo, ed in seguito adattato e perfezionato al mutare delle necessità, permettono oggi di affiancare alla rete telematica (motore dell’interconnessione tra le Camere stesse e tra queste e le imprese) una rete di strutture e punti operativi in grado di assicurare una vicinanza ed un ascolto adeguati alle esigenze della propria utenza. Reti e reti delle reti sono modalità organizzative che rappresentano un’attuale risposta della P.A. ai fenomeni di “gigantismo” di cui le amministrazioni pubbliche hanno sofferto nei decenni passati per affrontare l’aumento della complessità dei nuovi scenari; sono anche modalità organizzative sulle quali il Sistema camerale ha scommesso da anni, potendo così maturare importanti risultati; la “geometria” del sistema rappresentato è quindi il risultato di un processo “storico”, politico e culturale ma è anche una soluzione che permette al Sistema Camerale di adeguarsi costantemente ai cambiamenti in atto. Di certo non è un percorso privo di rischi. La graduale estensione della rete, l’aumento delle interconnessioni e dei soggetti pubblici e privati che entrano in contatto con il Sistema camerale o ne fanno parte, rendono sempre più complessi e difficilmente gestibili: • la regia politica ed operativa in grado di orientare le strategie e i piani di sviluppo dei progetti di sistema; • il pieno utilizzo delle sinergie che possono mettere a fattore comune risorse e attività svolte dai diversi punti della rete; • un efficace sistema di comunicazione e condivisione interno che metta in contatto ogni punto della rete. Rischi che possono essere superati con il rafforzamento di tre importanti aspetti che sono stati già attivati da diversi anni: • la creazione di osservatori in grado di mappare e monitorare costantemente il livello di sviluppo della rete; una quantità di informazioni che opportunamente trattate 59 Rapporto 2006 sul sistema camerale possono supportare sia gli amministratori delle Camere di commercio nella loro attività di sviluppo delle politiche locali, ma anche delle strategie di sistema, sia la dirigenza nell’attività di sviluppo di progetti operativi; • un sistema informativo in grado di veicolare le informazioni in modo capillare ed omogeneo tra i diversi punti del Sistema. Si pensi solamente al valore insito nei costi di progettazione di una iniziativa realizzata da un’Azienda speciale o da una Camera di commercio; è un know how operativo, ma anche esperenziale, che può essere messo a disposizione di tutte le altre Camere di commercio; • il rafforzamento di nuove professionalità in grado di comprendere, progettare e gestire sistemi organizzativi complessi come quelli “a rete”. Il governo della rete, come si vedrà nel paragrafo sulle professionalità, richiede infatti lo sviluppo di nuove competenze e di una cultura manageriale basata su principi innovativi. 2.2.1 La rete camerale: lo stadio di evoluzione raggiunto nel 2006 L’attuale assetto organizzativo della rete delle Camere di commercio, quale riprodotto in figura 2.2.1.1., consente di visualizzare tale ramificazione del Sistema; al suo interno, in una cornice di sostanziale conferma dell’assetto già in essere nel 2005, si registra qualche variazione in alcune delle componenti, anche in questo caso a seguito di precise scelte organizzative. Variazioni che però non inficiano le logiche, la funzionalità e il processo evolutivo che ha permesso la costruzione dell’attuale assetto della rete. È una rete complessa che nasce dall’equilibrio tra l’esigenza di autonomia delle singole Camere di commercio fortemente orientate alle richieste del proprio territorio, la necessità di proporre sistemi funzionali di coordinamento per lo sviluppo di politiche nazionali e al contempo di sviluppare nodi specifici in importanti aree di servizio alle imprese quali l’internazionalizzazione o l’innovazione tecnologica. Elemento centrale della rete è rappresentato dalle 103 Camere di commercio che con i loro oltre 2600 Consiglieri, espressione delle strutture produttive locali, sono in grado, nel pieno principio di sussidiarietà verticale, di leggere e rispondere efficacemente alla domanda che proviene dal territorio. Anche a livello provinciale è importante comprendere come la capacità della Camera di commercio di contribuire allo sviluppo dell’economia e dell’impresa si basa sull’adozione di modalità il cui punto di forza è non solo nella qualità del servizio erogato dagli uffici dell’ente camerale, ma anche nella: • costruzione e/o partecipazione a reti territoriali, come nel caso delle partecipazioni a società e consorzi con altri soggetti pubblici e privati o nel caso degli investimenti in infrastrutture; • utilizzo di Aziende speciali, attraverso le quali la Camera di commercio è in grado di fornire una risposta personalizzata soprattutto alle esigenze delle imprese altrimenti non soddisfatte dal mercato; • diffusione capillare sul territorio, sia attraverso la presenza fisica, grazie anche alle sedi decentrate, ma soprattutto attraverso la digitalizzazione dei servizi. 60 2. L’organizzazione Figura 2.2.1.1. La mappa del Sistema camerale (2006) 1.535 Partecipazioni in infrastrutture e società 69 Camere arbitrali 103 Camere di conciliazione 23 Laboratori chimicomerceologici 43 Borse merci e Sale di contrattazione 139 Aziende speciali 103 Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura InfoCamere 5 Depositi e Magazzini generali 161 Sedi distaccate Ecocerved Tecno Holding 73 Camere di commercio italiane all’estero 19 Unioni regionali 10 Centri estero regionali Tecnocons Assocamerestero 65 Eurosportelli ITF Filiera Moda Agroqualità Assonautica Assicor Sede di Bruxelles BMT Italia 28 Camere di commercio italo-estere Isnart Consorzio Borse valori Indis Unioncamere Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura Istituto Guglielmo Tagliacarne Mondimpresa Dintec Retecamere Uniontrasporti Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 61 Rapporto 2006 sul sistema camerale Sulla rete delle Camere di commercio si “innesta”, poi, una serie di strutture di varia natura, alcune delle quali svolgono un importante ruolo di sviluppo e coordinamento a livello nazionale su macro-aree di intervento, mentre altre sono deputate a svolgere una funzione specialistica su specifici temi ed attività sempre rivolte al tessuto imprenditoriale; funzioni specialistiche, saperi, dati, esperienze che, grazie alla rete informatica ed organizzativa, costituiscono un patrimonio comune a tutte le Camere di commercio. Un terzo livello, infine, è rappresentato dalla “dimensione internazionale” della rete camerale che, ad esempio, con le strutture di coordinamento delle Camere di commercio italiane all’estero e le Camere di commercio italo-estere fornisce un campo di azione europeo ed extra-europeo al complesso sistema di relazioni fino ad ora esaminato. L’estensione della rete camerale, ma anche la sua capillarità, la rende una struttura funzionale sia all’analisi permanente della domanda delle imprese inserite nei differenti contesti territoriali, sia alla capacità di essere un supporto continuo al riposizionamento delle imprese, delle filiere, delle aggregazioni per lo sviluppo del mercato. Tabella 2.2.1.1. I numeri del Sistema camerale 103 19 10 Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura Unioni regionali delle Camere di commercio Centri per il commercio estero Unioncamere Eurochambres 161 139 1.535 10.149 2.637 606,2 121,3 Sedi distaccate per l’erogazione di servizi sul territorio Aziende speciali per la gestione di servizi promozionali e infrastrutture Società e consorzi in partecipazione con altri soggetti pubblici e privati Dipendenti impegnati nei diversi servizi alle imprese e al mercato Consiglieri espressione delle strutture produttive locali Milioni di euro di capitale investito in infrastrutture e partecipazioni societarie Milioni di euro destinati dalle Camere di commercio a servizi per il mercato (internazionalizzazione, formazione per le imprese, promozione delle filiere, finanza e credito, innovazione, ambiente, promozione dello sviluppo locale e di nuove imprese, turismo e cultura) Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 62 2. L’organizzazione Tabella 2.2.1.2. Le strutture delle Camere di commercio (valori assoluti) Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud Totale 2002 2004 2006 2002 2004 2006 2002 2004 2006 2002 2004 2006 2002 2004 2006 Borse merci 4 4 4 7 8 8 5 6 6 3 2 3 19 20 21 Sale di contrattazione 10 10 9 7 8 5 5 5 6 1 1 2 23 24 22 Camere arbitrali 11 11 15 19 19 18 18 19 19 21 21 17 69 70 69 Laboratori chimicomerceologici 4 3 3 6 6 6 4 5 7 7 8 7 21 22 23 1 1 5 Magazzini generali 0 0 1 0 0 3 0 0 0 1 1 1 Aziende speciali 35 34 38 30 25 28 40 37 32 41 40 41 146 136 139 Borsa rifiuti (CdC aderenti) Altre strutture istituzionali 3 3 2 2 4 3 5 6 4 1 3 6 11 16 15 3 4 4 0 1 4 7 7 3 1 1 2 11 13 13 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Figura 2.2.1.2. La distribuzione percentuale delle strutture delle Camere di commercio nel 2006 Sale di contrattazione 7,2% Laboratori chimicomerceologici 7,5% Altre strutture istituzionali 4,2% Borse rifiuti 4,9% Borse merci 6,8% Camere arbitrali 22,5% Aziende speciali 45,3% Magazzini generali 1,6% Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 63 Rapporto 2006 sul sistema camerale Figura 2.2.1.3. L’avvicinamento delle Camere di commercio al territorio: la dinamica delle sedi distaccate per area geografica (valori assoluti) 60 54 50 52 51 48 41 43 43 45 39 40 39 39 41 2002 40 34 34 31 29 2003 27 22 2004 20 2005 0 Nord-Est Nord-Ovest Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 64 Centro Mezzogiorno 2006 2. L’organizzazione Figura 2.2.1.4. Il rapporto tra imprese e sedi camerali (principali e distaccate) nel 2006 Numero di imprese per sedi CCIAA Numero di imprese per sedi CCIAA Oltre 25.000 (34) Da 14.000 a 25.000 (31)(34) Oltre 25.000 FinoDa a 14.000 14.000 a 25.000(38)(31) Fino a 14.000 (38) Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 65 Rapporto 2006 sul sistema camerale 2.2.2 Le Aziende speciali Un importante e qualificato contributo alla sostenibilità ed alla reale operatività della rete camerale, viene dal ruolo svolto dalle Aziende speciali. Figura 2.2.2.1. Le Aziende speciali per Regioni nel 2006 2 20 11 10 10 5 8 10 3 1 8 10 2 10 10 4 5 6 4 Fonte: Unioncamere, Osservatorio Aziende speciali 2007 Le Aziende speciali sono strumenti operativi delle Camere di commercio ampiamente diffuse; la loro missione coincide con quella delle stesse Camere, che eventualmente le Aziende declinano in specifiche attività di servizio; le strategie e la programmazione di tali attività vengono, infatti, determinate all’interno delle politiche di intervento della Camera che ha istituito l’Azienda, divenendo, quindi, quest’ultima un importante “tas- 66 2. L’organizzazione sello” della complessa articolazione dell’attività di servizio che l’ente camerale svolge nei confronti dell’impresa e del territorio più in generale. La flessibilità operativa è però garantita dall’autonomia amministrativa, contabile e finanziaria che la norma attribuisce alle Aziende speciali (DPR 254/2005). Flessibilità, ma anche efficienza; la stessa normativa richiede, infatti, alle Aziende speciali di assicurare, mediante acquisizione di risorse proprie, almeno la copertura dei costi strutturali; risorse proprie che le Aziende acquisiscono sia attraverso la partecipazione a progetti di sviluppo rivolti alle imprese finanziati dai programmi comunitari, sia attraverso l’erogazione di servizi alle imprese stesse. Le azioni delle Aziende speciali si collocano in quelle attività di supporto diretto o indiretto alle imprese che non possono essere svolte da soggetti privati. Si pensi, ad esempio, alle azioni realizzate dalle Aziende speciali in materia ambientale, che hanno permesso di analizzare il rapporto tra impresa e ambiente in termini di fabbisogni ambientali, migliori tecnologie disponibili, tipologie di servizi, sistemi di gestione ambientale, e di riduzione dei consumi energetici, utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, e nuove tecnologie. Sono tutte azioni che sono state realizzate attraverso il coinvolgimento nelle attività di tutte le “parti interessate” (gli enti pubblici territoriali, le associazioni di categoria, le imprese, i lavoratori, i cittadini,), ma anche i soggetti provenienti dal mondo universitario, della ricerca e della consulenza e delle imprese. Analogo discorso si può applicare alle altre aree di intervento delle Aziende speciali come ad esempio l’innovazione e il trasferimento tecnologico. Figura 2.2.2.2. Principali settori di attività delle Aziende speciali (valori %) Promozione economica generale 30,1% Regolazione del mercato 2,9% Altro 5,8% Ambiente 1,0% Internazionalizzazione 16,5% Finanza ed infrastrutture 1,9% Laboratori chimicomerceologici 8,7% Innovazione e trasferimento tecnologico 6,8% Formazione 26,2% Fonte: Unioncamere, Osservatorio Aziende speciali 2007 67 Rapporto 2006 sul sistema camerale Diverse sono le aree di intervento delle Aziende speciali, specializzatesi nei diversi settori di intervento anche in risposta alle specifiche esigenze del proprio territorio: arbitrato e conciliazione, finanza, gestione delle infrastrutture, formazione e servizi per la gestione d’impresa, innovazione e trasferimento tecnologico, promozione economica, laboratori chimico-merceologici, internazionalizzazione. Se, dal settore di attività prevalentemente svolta, l’analisi si sposta al numero delle aree di attività che ogni singola Azienda speciale svolge nel suo complesso si conferma, invece, un trend evolutivo già rilevato nei precedenti monitoraggi: l’Azienda speciale da monospecializzata sta progressivamente divenendo plurispecializzata. Questa evoluzione risponde all’esigenza di integrare le diverse policies settoriali che tradizionalmente sono state sviluppate dalle Aziende speciali. È quindi possibile assistere negli ultimi anni ad un lento, ma progressivo processo di espansione delle competenze e delle attività esercitate dalle Aziende che le rendono sempre di più un importante punto attraverso il quale la rete camerale entra in contatto con le imprese. Per questo motivo si rende necessario rafforzare i punti di contatto tra l’Azienda speciale e il resto del Sistema camerale. Rafforzamento che passa attraverso: • una forte coerenza tra la programmazione dell’Azienda speciale e quella della Camera di commercio. È importante che le scelte strategiche ed operative della Camera di commercio siano effettuate tenendo conto anche delle competenze possedute dalle Aziende speciali. Scelte strategiche che utilizzino come supporto informativo il ricco patrimonio conoscitivo accumulato dalle Aziende speciali nel loro continuo contatto con l’impresa; • un coinvolgimento nel processo di valutazione e monitoraggio anche dei risultati conseguiti dalle Aziende speciali. Il monitoraggio è infatti una indispensabile fase del più ampio processo di programmazione e valutazione. La valutazione del conseguimento dei risultati, la pianificazione dei nuovi obiettivi, l’analisi delle risorse strumentali, finanziarie, tecnologiche e professionali a disposizione per svolgere i progetti sono tutte attività che devono essere svolte analizzando anche le “forze messe in gioco” dalle Aziende speciali; • una diffusione all’interno della rete camerale delle competenze e attività svolte dalle singole Aziende speciali; la progettualità della singola Azienda speciale può infatti divenire un importante patrimonio comune a tutto il territorio; • la capacità di valorizzare in pieno la duttilità offerta da una organizzazione come quella dell’Azienda speciale; duttilità in grado di far modificare rapidamente gli obiettivi per adattarli ai mutamenti degli scenari, ma anche di far modificare la natura stessa dell’Azienda speciale in risposta ad esigenze territoriali. 68 2. L’organizzazione 2.3 Le scelte organizzative delle Camere di commercio L’efficienza della rete, e soprattutto la sua efficacia nel leggere i fabbisogni del territorio e rispondere con servizi efficaci e di qualità, si basa però non solo sul valore aggiunto creato dalle interconnessioni, ma anche sulla capacità di ogni singolo punto della rete stessa di adottare processi organizzativi innovativi e di disporre di risorse professionali adeguate. Con questa consapevolezza, nelle Camere di commercio sono stati sperimentati, ed in alcuni casi sono divenuti prassi, nuovi approcci, nuove metodologie, nuovi strumenti applicati all’agire organizzativo con l’obiettivo di rendere più efficienti e soprattutto più flessibili sia i processi di supporto, sia i processi di servizio alle imprese. Interventi che agiscono su più punti e con diversi obiettivi. Sul versante dei processi di servizio alle imprese l’attività del 2006, confermando i trend già rilevanti negli anni precedenti, ha riguardato progetti, azioni e programmi inscrivibili in tre aree-obiettivo finalizzate a: • Aumentare la capacità di leggere i fabbisogni delle imprese e nello stesso tempo di renderle partecipi delle attività della Camera di commercio. In questo filone di interventi sono presenti non solo le tradizionali attività di comunicazione, ma anche le attività finalizzate a rendere il contatto con le imprese sempre più “personalizzato”, anche grazie all’utilizzo delle tecnologie di Customer Relationship Management che hanno permesso alle Camere di commercio di “patrimonializzare” la conoscenza delle caratteristiche e delle specifiche esigenze dell’utente-impresa e quindi di rendere non solo la comunicazione più mirata, ma anche di progettare servizi più efficienti ed efficaci. A questo utilizzo importante della tecnologia si affianca anche la messa in campo di importanti ed innovativi strumenti di comunicazione quali il bilancio sociale, attraverso il quale le Camere di commercio rendono partecipi non solo le imprese, ma anche tutti gli stakeholders, dei risultati conseguiti, assumendosi dei precisi impegni di miglioramento. • Semplificare i processi amministrativi e l’accesso ai servizi. Obiettivi raggiunti sia attraverso un’azione di semplificazione della normativa e della modulistica sia attraverso l’adozione di sistemi tecnologici di accesso attraverso i quali l’impresa può usufruire sempre di più della vasta gamma di servizi della Camera di commercio. Tecnologia e semplificazione rappresentano in particolare due percorsi che possono dispiegare il loro pieno potenziale solamente se intrapresi sinergicamente. Ne è un esempio l’innovazione introdotta dal servizio di deposito per via telematica delle domande di brevetto per invenzioni industriali e modelli di utilità, nonché di registrazioni di disegni e modelli industriali e di marchi d’impresa; servizio telematico in funzione dal 1° giugno 2006. Il deposito telematico produce gli stessi effetti del deposito delle domande in formato cartaceo, ma ha un maggiore impatto 69 Rapporto 2006 sul sistema camerale positivo sia sull’utente, sia sullo stesso iter di registrazione che può essere avviato più rapidamente. • Aumentare e consolidare la tipologia e la qualità dei servizi di supporto allo sviluppo dell’impresa. Sono tutte le azioni volte a supportare lo sviluppo delle imprese ed in particolare a: 1. favorire il trasferimento dell’innovazione alle piccole e medie imprese, moltiplicando i punti di contatto con il sistema della ricerca; 2. contribuire allo sviluppo di un sistema scolastico e universitario davvero all’avanguardia e collegato strettamente al mercato del lavoro; 3. internazionalizzare le imprese, puntando a far crescere gli investimenti produttivi all’estero e gli investimenti esteri in Italia, valorizzando la presenza nei mercati dell’Est e del Mediterraneo; 4. promuovere la qualità e la tutela dei prodotti, soprattutto agroalimentari, e la valorizzazione dei territori e del turismo. Pianificazione e controllo strategico nella Camere di Commercio di Arezzo: la Balanced Scorecard 1. La Balanced Scorecard come strumento di integrazione tra strategia e gestione operativa Nel corso del 2006 la camera di Commercio di Arezzo ha sviluppato nell’ambito dei propri sistemi di controllo uno strumento innovativo di pianificazione e controllo strategico denominato Balanced Scorecard (di seguito BSC). Tale progetto (ad oggi ancora in fase di sperimentazione) svolto con il supporto del Centro di Valutazione e Controllo dell’Università di Siena (CRESCO) nasce inizialmente con lo scopo di sviluppare un sistema che, partendo dai tradizionali documenti di pianificazione strategica (Bilancio pluriennale e RPP), permettesse di definire in modo chiaro le priorità definite dal vertice camerale, le azioni necessarie per raggiungerle e al tempo stesso gli strumenti per monitorarle in tempo reale. Il motivo di tale interesse nasce principalmente dalla difficoltà dei tradizionali sistemi di controllo di definire un vero e proprio sistema integrato di pianificazione e controllo strategico. Gli obiettivi strategici descritti nei vari documenti di programmazione pluriennale pur rappresentando un importante punto di partenza non sempre permettono di comprendere in maniera puntuale ed esaustiva le effettive priorità, le iniziative che si prevede di dover fare per raggiungere tali obiettivi, gli indicatori in grado di monitorarne la loro realizzazione. 70 2. L’organizzazione Tra i diversi strumenti di pianificazione e controllo strategico la CCIAA di Arezzo ha deciso di impostare un sistema secondo la logica BSC ritenuta quella strumento che meglio permette di raggiungere i seguenti scopi: a. Sviluppo di un sistema di misurazione e gestione delle performance in grado di tradurre la strategia in termini operativi; b. allineare l’organizzazione alla strategia anche al fine di garantire una maggiore efficacia ed efficienza nella comunicazione sia interna che esterna; c. integrare i vari strumenti di pianificazione, controllo e valutazione oggi presenti nelle Camere di Commercio. La BSC pone al centro del proprio sistema la strategia dell’ente. L’individuazione, l’implementazione ed il monitoraggio delle strategie sono da sempre, infatti, presupposti essenziali per il governo di ogni tipologia di azienda sia pubblica sia privata. Secondo Kaplan e Norton (coloro che hanno sviluppato tale metodologia nel 1992), l’esecuzione della strategia ed il conseguente raggiungimento dei risultati desiderati è dato dalla somma di tre componenti fondamentali: (1) la descrizione della strategia, (2) la misurazione della strategia e (3) la gestione della strategia. A questo proposito, il filo logico che lega queste tre componenti è semplice: non si può gestire (terza componente) ciò che non si può misurare (seconda componente); e non si può misurare ciò che non si può descrivere (prima componente). Con la BSC le strategie e gli obiettivi gestionali ad esse collegate, possono essere descritte attraverso l’utilizzo delle “mappe strategiche”, nell’ambito delle quali gli obiettivi e gli indicatori di performance chiave (KPI) sono collegati in una catena di rapporti di causa-effetto in grado di rendere visibili i legami tra i temi strategici che l’azienda intende perseguire e le attività (driver) che porteranno al raggiungimento degli obiettivi prefissati. La misurazione della strategia avviene sulla base di un cruscotto di obiettivi ed indicatori articolato intorno a quattro prospettive: oltre a quella economico-finanziaria, la prospettiva del cliente/utente, quella dei processi interni, e la prospettiva dell’apprendimento e crescita (si veda Figura 1). L’eterogeneità degli indicatori di performance presenti nella BSC deriva dalla necessità di indagare i molteplici driver delle performance dell’ente che, se da un lato trovano sintesi nella prospettiva dei clienti/utenti ed in quella economico-finanziaria, dall’altro possono essere compiutamente spiegati solo alla luce del patrimonio intangibile dell’organizzazione, vera fonte del vantaggio competitivo aziendale e della sostenibilità di lungo periodo. In sintesi, con la BSC il vertice camerale può monitorare la capacità delle singole parti dell’organizzazione di creare valore per i clienti/utenti, nonché la bontà delle strategie messe in atto per affinare le competenze interne e favorire investimenti in persone, sistemi e procedure necessari al miglioramento della performance future. Per ogni prospettiva sono considerati: • gli obiettivi, ovvero quali traguardi strategici ci proponiamo di raggiungere per avere successo; • le misure, ovvero quali indicatori possiamo utilizzare per misurare la nostra prestazione; 71 Rapporto 2006 sul sistema camerale Figura 2.3.1.1. Le quattro prospettive della Balanced Scorecard ECONOMICO-FINANZIARIA Obiettivi CLIENTI/UTENTI Obiettivi Misure Target Iniziative Misure Target VISIONE E STRATEGIA Iniziative PROCESSI INTERNI Obiettivi Misure Target Iniziative APPRENDIMENTO E CRESCITA Obiettivi Misure Target Iniziative • i target, ovvero quali valori quantitativi ci proponiamo di raggiungere in ogni misura per considerarci soddisfatti della nostra prestazione; • le iniziative, ovvero quali attività o comportamenti strategici metteremo in atto per raggiungere i nostri obiettivi. La traduzione della strategia in termini operativi: la Strategy Map La traduzione della strategia in termini operativi, principale obiettivo della BSC, è esplicitata all’interno di quella che viene chiamata la mappa strategica. La mappa strategica descrive in sintesi il percorso che l’organizzazione camerale deve compiere se intende perseguire l’obiettivo della creazione di valore per i diversi portatori di interesse (imprese, associazioni di categoria, cittadini, ecc). La mappa strategica è l’architettura logica a supporto della descrizione della strategia, usata per rendere esplicite le ipotesi formulate nella stessa, attraverso la catena di rapporti causa-effetto che collegano i risultati previsti dalla strategia con i driver che porteranno ai risultati strategici secondo le dimensioni della BSC. Ciò viene fatto attraverso la definizione degli obiettivi che si desidera perseguire, degli indicatori utilizzati per misurare la performance relativa ad un determinato obiettivo, dei target che identificano il livello desiderato di performance per considerare l’obiettivo raggiunto, delle iniziative messe in atto a supporto del raggiungimento dell’obiettivo. A titolo di esempio nella figura 2 si riporta di seguito la mappa strategica realizzata dalla Camera di Commercio di Arezzo (le informazioni per la costruzione della BSC riportate nel presente testo non sono reali). 72 2. L’organizzazione Figura 2.3.1.2. Mappa Strategica della Camera Commercio di Arezzo La Mappa Strategica è stata costruita partendo da quanto previsto nella Relazione Previsionale e Programmatica che, letta e sviluppata operativamente secondo la logica BSC, è stata tradotta in una vera e propria carta di intenti strategica suddivisa nelle quattro prospettive di analisi. Come accennato in precedenza, nel processo di costruzione della mappa strategica, l’attenzione è stata posta non tanto sulle misure di risultato ma sulle determinanti (o driver) del risultato e sulle relazioni causa effetto (evidenziate nella mappa dalle frecce) tra i diversi driver. In questa fase non si è trattato, quindi, di stabilire degli indicatori chiave (definiti successivamente e integrati all’interno del budget direzionale) ma di definire le relazioni causali tra le diverse variabili e gli obiettivi strategici. La mappa strategica è, in sintesi, la rappresentazione grafica di tutte le determinanti della creazione di valore per la Camera e delle loro relazioni causa effetto. Definita la mappa strategica è stato costruito assieme alla direzione e ai singoli responsabili di funzione il cruscotto della BSC (si veda fig 3) individuando per ogni obiettivo uno o più indicatori in grado di monitorare il grado di raggiungimento, il target da assegnare a ciascun parametro, la forbice di oscillazione del risultato (tale da associare alla performance un segnale giallo, rosso e verde, in funzione del grado di raggiungimento dell’obiettivo), l’eventuale iniziativa prevista. Tutto ciò consente al vertice camerale di avere una fotografia quasi in tempo reale dell’andamento dell’ente, il cui aspetto variamente positivo o negativo offre la possibilità di evidenziare i diversi ambiti di miglioramento. 73 Rapporto 2006 sul sistema camerale La BSC rappresenta inoltre un sistema di reportistica estremamente interessante e flessibile sia per la parte politica che per il vertice dirigenziale. Tale sistema raccoglie al proprio interno tutti quegli elementi che vengono richiesti ai moderni modelli di reportistica: sinteticità, selettività, precisione, immediatezza. Figura 2.3.1.3. Cruscotto Balanced Scorecard Camera di Commercio di Arezzo Altro elemento qualificante della BSC applicata alla Camera di Commercio di Arezzo è rappresentato dalla sua integrazione con la gestione dei progetti (previsti, come già evidenziato, dal nuovo regolamento di contabilità). Ad ogni obiettivo strategico è stato collegato uno o più progetti che rappresentano le iniziative che sono state individuate come necessarie per raggiungere quel determinato obiettivo. Un esempio di scheda progettuale è riportata nella Fig. 4. Una attenta e idonea gestione dei progetti rappresenta un elemento di notevole importanza in quanto è in questa fase che avviene un primo collegamento tra strategia e gestione operativa. La logica è la seguente: ogni obiettivo definito nella mappa strategica per essere realizzato può prevedere una o più iniziative che (normalmente) comporta dei costi, che a loro volta dovranno essere previsti all’interno dei diversi budget direzionali. Individuate, grazie alla mappa strategica, gli obiettivi caratterizzati da una forte valenza strategica, si tratta di definire per ciascuna variabile le azioni che si ritiene necessario intraprendere per conseguire gli obiettivi pianificati. Sono queste le azioni che dovranno costituire il fulcro del processo di budget. Partendo dalla BSC il budget direzionale diventa espressione di azioni dai precisi legami con il perseguimento degli obiettivi strategici. Il budget costituisce un indirizzo per una gestione operativa allineata alla strategia. 74 2. L’organizzazione Figura 2.3.1.4. Esempio di gestione di una iniziativa 6 L’allineamento dell’organizzazione alla strategia Ad oggi la Camera di Commercio di Arezzo ha sviluppato la BSC a livello di Ente. In futuro, soprattutto al fine di allineare l’organizzazione con la strategia dell’ente, si valuterà l’ipotesi di prevedere delle BSC “a cascata” Partendo, infatti, dalla strategia e dalla BSC a livello di Ente potranno essere definire le strategie e le relative BSC delle varie unità organizzative (cfr fig. 5). Risulta evidente come tale allineamento risulterà tanto più necessario quanto più esiste complessità organizzativa e quanto più è diffuso il potere di delega. Tale procedimento “a cascata” consente di far comprendere a tutta l’organizzazione quali sono le priorità aziendali e di comunicarle in maniera chiara e univoca. In merito a tale attività alcune Camere di Commercio si potrà ipotizzare, in coerenza con la BSC di ente, di introdurre anche delle BSC per le aziende speciali al fine della verifica del raggiungimento dei risultati conseguiti rispetto agli obiettivi loro assegnati, come prevede tra l’altro il nuovo regolamento di contabilità (art. 35). Integrazione degli strumenti di pianificazione, controllo e valutazione La Camere di Commercio di Arezzo è stata una delle prime Camere ad introdurre sistemi di budget e di contabilità analitica, è certificata dal 2004, adotta sistemi di project management e sta’ attualmente definendo il Bilancio Sociale. Nonostante sia una Camera di 75 Rapporto 2006 sul sistema camerale Figura 2.3.1.5. La “cascata” della BSC CCIAA SCORECARD DI ENTE K-issues SCORECARD DI UNITA ’ ORGANIZZATIVA DI LINE SCORECARD Misure 1. Crescita 2. 3. Leadership 4. Immagine 5. 6. Partnership 7. Competenze 8. Sistema informativo ORGANIZZATIVA DI STAFF SCORECARD DI UNIT A ’ ORGANIZZATIVA DI STAFF SCORECARD PER LE AZIENDE SPECIALI BU 1 BU 2 BU 3 ... XXX XXX XXX XXX XXX XXX La BSC a livello di ente definisce le priorità di carattere generale. xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx Ogni unità organizzativa di line sviluppa una propria strategia competitiva ed un BSC coerente con le priorità definite a livello ente. • Amministrazione •Amministrazione •Risorse • Risorse umane umane •Pianificazione • Pianificazione ee controllo controllo • Information technology Ogni unità di staff sviluppa la propria strategia per supportare le unità organizzative di line. xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx Vengono definite le strategie e le BSC per le aziende speciali al fine della verifica del raggiungimento degli obiettivi definiti dalla CCIAA medio piccole dimensioni il rischio che si poteva correre era quello di avere tanti strumenti non collegati tra loro e ancor peggio che non comunicavano. In questo senso la BSC ha rappresentato lo strumento che ha consentito di integrare tali strumenti e a collegarli tramite un filo logico che è rappresentato dalla volontà di fare della strategia un processo continuo all’interno del processo di pianificazione e controllo. Nella maggior parte delle organizzazioni il processo di gestione si articola intorno al budget ed ai vari piani operativi. Le riunioni periodiche sono organizzate principalmente per discutere e risolvere eventuali variazioni dal budget stabilito. Ovviamente si tratta di interventi necessari, ma che fanno parte però del management tattico, mentre viene rivolta poca attenzione alla revisione della strategia aziendale. A questo proposito, risulta di fondamentale importanza saper integrare la gestione tattica (budget e revisioni mensili o trimestrali) e la gestione della strategia in un processo unico ed ininterrotto. In tal modo, invece di essere un appuntamento annuale, la strategia diventa un processo continuo che impegna gli operatori aziendali nel loro agire quotidiano. Lo stesso bilancio sociale non può essere considerato, come invece avviene in molti enti, un semplice strumento di rendicontazione scollegato dalla pianificazione strategica. La CCIAA di Arezzo in linea con il percorso intrapreso, sta’ utilizzano la metodologia BSC per dare forma alle diverse parti del bilancio sociale integrando informazioni che derivano dal sistema di pianificazione strategica, dal sistema di qualità, dal controllo di gestione e dai diversi sistemi di benchmarking esistenti sia a livello toscano sia a livello nazionale. 76 2. L’organizzazione 2.4 Le professionalità: leva per lo sviluppo e l’innovazione Tabella 2.4.1. Le risorse umane del Sistema camerale nel 2006 10.149 Dipendenti in servizio nel Sistema camerale di cui: 8.222 991 254 71 82 nelle Camere di commercio nelle Aziende speciali (dato su 103 di 139) nelle Unioni regionali in Unioncamere in Agenzie partecipate 24 529 in Mondimpresa, 42 in Retecamere, 12 in Dintec, 4 in Isnart in Infocamere Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Tabella 2.4.2. Le risorse umane delle Camere di commercio nel 2006 8.222 Dipendenti in servizio nelle Camere di commercio di cui: 975 541 602 216 500 335 29 31 part time presso sedi distaccate Dipendenti a tempo determinato Co.co.co. Somministrazione lavoro Lavoratori socialmente utili Ricorsi a cooperative sociali Contratti di formazione lavoro Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 77 Rapporto 2006 sul sistema camerale La qualificazione delle professionalità e il loro adeguamento alle esigenze di innovazione è uno dei temi ad alta rilevanza strategica sul quale il Sistema camerale ha fortemente investito; ciò attraverso iniziative finalizzate non solo a trasferire saperi e contenuti specialistici, ma anche a mettere in condivisione atteggiamenti, approcci, identità professionali. Come nel caso del programma di Sviluppo Manageriale della Dirigenza e delle Alte professionalità delle Camere di commercio, “Campus”, realizzato da Unioncamere e dalla Fondazione Tagliacarne, che si propone non solo come una modalità di spinta all’innovazione e alla qualificazione professionale, ma anche come un luogo, fisico e virtuale, nel quale costruire una identità professionale di sistema. Sviluppo della rete, professionalità e formazione sono stati infatti identificati come elementi strettamente correlati. In una ricerca condotta dalla Fondazione Tagliacarne sul profilo di ruolo del dirigente camerale, è stata evidenziata, tra le altre aree chiave di responsabilità dirigenziale, quella relativa al governo della rete. Area chiave che si basa sul possesso di conoscenze e abilità relative all’analisi degli scenari, alla progettazione di sistemi complessi, alla conoscenza degli attori pubblici e privati che agiscono sul territorio locale, nazionale ed internazionale. Area chiave che però si basa anche su atteggiamenti e valori culturali. In particolare dalle interviste realizzate, è emerso che il tema del governo della rete è stato associato alla cultura del “far fare”. In altri termini ciò che viene richiesto ai dirigenti è il governo, l’organizzazione, la gestione strategica di un processo realizzativo, mediante il coordinamento di una rete di soggetti diversi verso i quali l’ente non può utilizzare la modalità gerarchica del controllo e della sanzione. Ciò in virtù della tipologia di tali soggetti che vanno da quelli “di sistema” (tipicamente Aziende speciali) ad altri esterni quali, ad esempio, enti partecipati dalle Camere con altri soggetti pubblici. L’impossibilità di attivazione della leva del comando rende necessaria la scelta di una modalità di gestione fortemente focalizzata su obiettivi e risultati, ma anche su abilità relazionali e negoziali. I principali fenomeni registrati nel corso del 2006 Il 2006 ha rappresentato l’anno “di mezzo” all’interno del triennio che la manovra finanziaria 2005 ha prefigurato per le Pubbliche Amministrazioni quale orizzonte temporale con il quale fare i conti sotto il profilo del contenimento del turnover (con ulteriori riduzioni delle nuove acquisizioni rispetto ai già ridotti margini degli anni precedenti). Su tale scenario ha pesato, in misura sensibile, il ritardo con il quale è stata emanata la normativa di dettaglio che – per le Camere – doveva dare senso e contenuto precisi alle indicazioni di principio presenti nella finanziaria suddetta. Normativa che, sia pure con il nobile intento di affrontare e disciplinare un aspetto del tutto innovativo (quello della redistribuzione tra le Camere delle opportunità di 78 2. L’organizzazione Figura 2.4.1. Le aree chiave di responsabilità dirigenziale nelle Camere di commercio ACQUISIZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE GOVERNO DELLA RETE PROMOZIONE DEL RUOLO DELLA CCIAA COME ATTORE STRATEGICO AREE CHIAVE DI RESPONSABILITÀ DIRIGENZIALI GESTIONE DELLA QUALITÀ DEI SERVIZI GESTIONE E SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE GESTIONE DELL’INNOVAZIONE TECN. E DEL CAMBIAMENTO PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO IMPLEMENT.NE DELLE STRATEGIE DELL’ENTE Fonte: Istituto G. Tagliacarne assunzioni non colte a livello locale per effetto dell’insufficiente valore del tasso di sostituzione entrate/uscite fissato dal decreto stesso), ha visto la luce solo agli inizi dell’anno 2006. E così, quest’ultimo ha finito per scontare gli effetti di blocco sostanziale relativo al 2005, sommando ad essi le limitazioni che riguardavano direttamente la stessa annualità 2006. Questo ha fatto sì che – non potendo contare, come avvenuto fino al 2005, sul trascinamento, per così dire, delle assunzioni relative all’anno precedente, che in parte contribuivano a mitigare l’impatto dei tagli fissati in manovra per l’anno in corso – l’esercizio 2006 si caratterizza per un saldo negativo (tra entrate e fuoriuscite) significativamente appesantito. Si tratta, infatti, di un valore di saldo quasi più che doppio rispetto agli ultimi anni (fig. 2.4.2.); valore che può sembrare gestibile, sotto il profilo organizzativo, se con- 79 Rapporto 2006 sul sistema camerale siderato in termini assoluti, ma che ha, in realtà, un impatto sensibile sui numeri non elevati tipici delle Camere. Per tali ragioni l’anno trascorso ha posto, una volta di più e in misura ancora più stringente, gli enti di fronte a non agevoli processi di razionale allocazione delle figure professionali esistenti, nonché di investimenti mirati su quelle flessibilità lavorative utili a supportare i processi di lavoro. Si è trattato, per queste ultime, di riallineare le politiche del personale rispetto a tali scenari, puntando soprattutto su: • revisioni nella composizione quali-quantitativa delle diverse aree di attività che caratterizzano l’azione camerale, operando quegli spostamenti di risorse che (in un contesto di progressiva contrazione delle stesse) potessero assicurare un costante livello di attenzione ai bisogni del sistema delle imprese; • prosecuzione nell’innesto di tipologie lavorative flessibili coerenti con i fabbisogni di professionalità rilevati. Figura 2.4.2. Il personale in servizio dal 2002 al 2006 (valori assoluti) 9.000 8.628 8.555 8.500 8.474 8.396 8.222 8.000 7.500 7.000 2002 2003 2004 2005 2006 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Sul primo versante (composizione aree di attività) si registrano, anche se in misura ancora non appieno percepibile, alcuni positivi mutamenti: una tenuta sostanziale nel rendere i servizi core, con una capacità – sempre più diffusa sul territorio – delle strutture di intraprendere il percorso verso un più equilibrato rapporto tra personale in servizio e bacino d’utenza servito (fig. 2.4.5. dalla quale si evince il graduale allargamento del numero di Camere che presentano un rapporto dipendenti per 1.000 imprese al di sotto della soglia del valore 1,6); una conferma di quanto già in parte registrato nel 2005, vale a dire un saldo negativo tra assunzioni e cessazioni concentrato nelle figure di livello medio e medio 80 2. L’organizzazione Figura 2.4.3. Il personale in servizio nelle diverse categorie (valori assoluti) 6.000 4.316 4.500 4.118 3.000 2.304 2.241 1.358 1.500 386 1.254 327 249 297 0 A B C D Dirig. Categorie 2006 2004 2002 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Figura 2.4.4. Accessi e dimissioni a confronto (valori assoluti) 500 401 400 283 300 289 236 273 200 158 125 100 228 226 191 82 166 131 139 97 87 153 142 136** 136 0 2002 2003 2004 2005 2006 Accessi* Dimissioni Complessive di cui Dimissioni Volontarie di cui Dimissioni Vecchiaia * Stima del Trend ** Al dato occorre aggiungere 30 unità assunte presso la Camera di Commercio di Aosta Fonte: Istituto G. Tagliacarne 81 Rapporto 2006 sul sistema camerale Figura 2.4.5. Il rapporto personale camerale in servizio e imprese (31/12/2006) Personale camerale ogni 1.000 imprese Personale Cdc ogni 1.000 imp Oltre 2 (34) Da 1,6Oltre a 2 2(30) (34) a 2 (30) Fino a Da 1,61,6(39) Fino a 1,6 (39) Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 82 2. L’organizzazione basso, dove, con tutta probabilità, si concentra – insieme alla dirigenza – il personale con più elevata anzianità, soprattutto anagrafica, la quale comincia ad esercitare i suoi effetti sul piano dell’incidenza del pensionamento di vecchiaia (cresciuta in una certa misura nel 2006; fig. 2.4.4.); si tratta di livelli rispetto ai quali negli anni precedenti la scelta delle Camere (sempre in contesti normativi di riduzione del turnover) non aveva fatto mancare interventi di ripristino dei vuoti creatisi; una salvaguardia, ed anzi un lieve miglioramento (significativo in un contesto, come quello illustrato in apertura, di crescita alquanto negativa) della concentrazione delle professionalità destinate ai servizi per il sistema delle imprese (fig. 2.4.7.). Figura 2.4.6. Distribuzione del personale complessivo tra i settori di attività negli anni 2003-2006 (numero di unità equivalenti) 3.000 2.815 2.138 2.672 2.183 2.000 1.530 1.525 1.163 1.222 1.000 759 634 215 268 55 123 0 Servizio Registro Servizi di staff e Servizi Imprese di supporto ammin./anagr. Servizi promozionali Servizi di studio 2003 Servizi tecnici 2004 2005 Altri servizi 2006 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Sul secondo versante si segnala un più accorto ricorso al mercato del lavoro flessibile, che – evitando il diffondersi di contratti di collaborazione coordinata e continuativa, più volte finiti sotto gli strali della Corte dei conti e del Dipartimento Funzione Pubblica – ha visto crescere (fig. 2.4.9.) proprio quelle tipologie (ad es. somministrazione lavoro) che più si prestano ad un utilizzo efficace per le finalità di rapporto con l’utenza servita; tipologie che stanno progressivamente sostituendo la figura tradizionalmente dominante nelle Camere, vale a dire il contratto a tempo determinato, in significativa flessione. 83 Rapporto 2006 sul sistema camerale Figura 2.4.7. Evoluzione della distribuzione del personale complessivo per settori di attività (valori %) 100% 80% 60% 40% 20% 13,4% 0,6% 17,6% 13,1% 1,6% 13,6% 1,7% 14,2% 1,4% 17,7% 17,5% 17,7% 8,7% 7,6% 7,5% 7,3% 32,4% 31,2% 31,8% 31,0% 2,5% 2,7% 2,6% 3,1% 24,6% 26,1% 25,2% 25,3% 2003 2004 2005 2006 0% Servizio Registro Imprese Servizi di studio Servizi promozionali Servizi tecnici Servizi ammin./anagr. Servizi di staff e di supporto Altri servizi Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Figura 2.4.8. La forza lavoro delle Camere di commercio per forme “flessibili” nel 2006 (numero di unità) Cooperative sociali 29 Formazione lavoro 31 Co.co.co. 216 Lavori socialmente utili 335 Somministrazione lavoro 500 Tempo determinato 602 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 550 600 650 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 84 2. L’organizzazione Figura 2.4.9. Evoluzione delle forme "flessibili" nelle Camere di commercio (valori %) 100% 19,6% 21,8% 22,1% 12,2% 2,2% 14,0% 1,7% 20,3% 20,3% 40% 2,9% 2,4% 20% 40,6% 39,6% 35,1% 2004 2005 2006 80% 60% 12,6% 1,8% 29,2% 1,7% 0% Tempo determinato Formazione lavoro Cooperative sociali Co.co.co. Somministrazione lavoro Lavori socialmente utili Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Allo stesso tempo, l’anno trascorso ha rappresentato, per le Camere, l’occasione per puntellare un aspetto gestionale che, invece, nel panorama pubblico sta mostrando una certa fatica non solo ad imporsi, ma anche a mantenersi (laddove introdotto). Ci si riferisce alla valutazione dell’azione dell’ente, attraverso la connessione e la coerenza tra loro dei diversi sistemi operativi di gestione, dalla pianificazione delle linee di azione per attuare le strategie delineate dai politici, alla definizione di appositi indicatori di monitoraggio dell’azione, alla verifica dei risultati attesi, alla valorizzazione, anche economica, dell’impegno del management su questo fronte. Sembra entrato in una fase di empasse, infatti, in più settori il modello in tal senso delineato dalla riforma delle Pubbliche Amministrazioni avviata nel 1993. Recenti indagini (non ultima quella promossa da ForumPA, condotta presso la stessa comunità dei dirigenti pubblici) hanno messo in risalto criticità notevoli, quali: • carenza di indicatori omogenei e condivisi e di strumenti di misurazione sia delle performance che degli outcome: si lamenta quindi una scarsa e solo formale attività di valutazione; • dalla carenza nella misurazione e valutazione consegue che non esiste un qualche sistema strutturato di incentivi né di sanzioni; • scarso investimento nella formazione per la categoria dirigenziale. 85 Rapporto 2006 sul sistema camerale Figura 2.4.10. L'assegnazione del salario di produttività: cosa incide? Anzianità / titoli 11% Risultati per obiettivi assegnati 40% Conoscenze tecnico / professionali 21% Caratteristiche personali 28% Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Il sistema delle Camere di commercio, in un simile contesto, si è mosso lungo un suo percorso peculiare, basato su: • il rafforzamento della logica di sistema attraverso la crescita dell’utilizzo degli indicatori di monitoraggio delle singole realtà camerali presenti nel network “Pareto” (in ogni Camera è ormai presente più di una figura accreditata all’accesso, alla visione ed all’utilizzo dei dati che rappresentano l’andamento gestionale del proprio ente da più punti di vista, economico-finanziario, di efficienza, di performance, estesi anche alle Aziende speciali costituite), indispensabili per individuare obiettivi di miglioramento organizzativo e gestionale, nel tempo (serie storiche), ovvero in rapporto a Camere di commercio inserite in cluster di riferimento (in modo da favorire l’individuazione di benchmark di sistema); • la crescita costante, anche attraverso la diffusione delle “pratiche migliori”, del numero di enti nei quali si accetta la logica del valutare l’attività dell’ente prima ancora che quella del personale, dirigente e non dirigente; • la diffusione di sistemi strutturati di valutazione delle prestazioni del personale stesso, che ancorano parte di tale dimensione valutativa ai risultati conseguiti dall’organizzazione in quanto tale; • il coinvolgimento adeguato nel processo del Nucleo di valutazione che è investito di una funzione primaria nel monitoraggio, controllo e verifica del conseguimento degli obiettivi; • l’investimento ad ampio raggio sul potenziamento e la crescita delle skill professionali della dirigenza, attraverso il già citato progetto “Campus”. 86 2. L’organizzazione Figura 2.4.11. La valutazione ha previsto la verifica/certificazione a consuntivo dei risultati totali/parziali raggiunti? NO 24,3% SI 75,7% Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Figura 2.4.12. Il Nucleo di valutazione fornisce informazioni utili per quale delle seguenti attività? La valutazione dei dirigenti 32% L’attività di prorammazione della Camera di commercio 14% L’individuazione degli obiettivi da assegnare al Seg retario generale ed alla dirigenza 18% La valutazione del Segretario generale 36% Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 87 Rapporto 2006 sul sistema camerale La programmazione e valutazione nelle Camere di commercio Sono ormai quattordici anni che si parla di programmazione e valutazione nelle amministrazioni pubbliche; un periodo calcolato a partire dall’emanazione di una norma, il decreto legislativo 29/19931, che oltre a fissare importanti principi quali la separazione dei poteri tra gli organi politici e la dirigenza, obbliga le amministrazioni pubbliche a dotarsi di metodologie di monitoraggio dei costi e dei risultati raggiunti. È un periodo quindi sufficientemente lungo per poter evidenziare le esperienze, i successi ma anche le criticità che si sono evidenziati all’interno delle amministrazioni pubbliche e delle Camere di commercio in particolare. Ma quali sono i tratti essenziali che caratterizzano il percorso intrapreso negli enti camerali? Quello che emerge con forza dall’esperienza condotta in questi anni nelle Camere di commercio è la necessità di mantenere una forte coerenza interna tra tutti gli elementi che compongono il complesso puzzle sottostante al sistema di programmazione e controllo. Per progettare ed implementare un sistema di programmazione e controllo all’interno di un ente pubblico occorre infatti possedere una conoscenza ed una padronanza di tutti gli elementi in gioco, in sostanza occorre creare un “mappa” costruita sulle diverse visuali, ed in particolare: • quella relativa alle metodologie che devono essere adottate per essere in grado, ad esempio, di tradurre le strategie in obiettivi, e quindi di inviduare gli indicatori attraverso i quali effettuare il monitoraggio; • quella relativa al processo: la programmazione e valutazione è composta da una sequenza di azioni che si collocano all’interno della vita organizzativa dell’ente; le azioni compiute nella fase di programmazione sono propedeutiche alla successiva fase di valutazione; la stessa fase di valutazione diventa un momento indispensabile per impostare la successiva programmazione e così via; • quella relativa agli attori che entrano nel processo: quali sono le funzioni, le competenze, come interagiscono tra di loro, solamente alcuni degli aspetti che devono essere ben definiti per evitare una confusione sui ruoli, ma anche sui livelli di responsabilità; • quella relativa ai fattori più legati a variabili di tipo psicodinamico o culturali: il sistema dei controlli viene percepito come un’opportunità di crescita o un limite alle proprie azioni? Si ritiene che i processi possono essere migliorati attraverso il supporto di specifiche metodologie o è sufficiente la personale esperienza? I dati vengono utilizzati per leggere quello che sta succedendo o sono solamente un fastidioso obbligo che fa perdere tempo? Questi sono soltanto alcuni esempi di atteggiamento verso i processi di programmazione e valutazione che possono costituire un ostacolo insormontabile all’introduzione effettiva di tali sistemi; è importante quindi procedere con “piccoli passi” 1 Il decreto legislativo 29/1993, attualmente decreto legislativo 165/2001, introduce l’obbligo nelle amministrazioni pubbliche di dotarsi dei Nuclei di valutazione. 88 2. L’organizzazione all’implementazione dei sistemi e delle metodologie, pur se all’interno di un modello complessivo di riferimento che deve svilupparsi negli anni; lasciando quindi il tempo all’ente di “metabolizzare” gli atteggiamenti, le prassi e i comportamenti organizzativi necessari; • infine, ma non certo per ordine di importanza, quella normativa. Il contesto normativo e giurisprudenziale, infatti, fissa importanti elementi di riferimento indirizzando o orientando la progettazione dei sistemi di programmazione e valutazione sotto diversi profili o aspetti: • il profilo degli obblighi; la norma definisce ciò che è obbligatorio realizzare o quanto deve essere fatto se si vogliono attivare delle procedure; ne è un esempio la retribuzione di risultato che può essere erogata solo in presenza della definizione di indicatori di risultato, di obiettivi, di un sistema di monitoraggio; • i “paletti metodologici”; la norma individua quali sono gli elementi che devono essere presenti anche dal punto di vista metodologico; • gli attori che agiscono nel sistema di programmazione e valutazione, le funzioni, i compiti, i livelli di responsabilità, le interfunzionalità. Diverse sono le norme che agiscono in tal senso; nelle Camere di commercio l’emanazione del DPR 254/20052 costituisce un sorta di testo unico dove non viene solamente sancito il passaggio dalla contabilità finanziaria alla contabilità economica, ma rappresenta anche un momento di razionalizzazione dei presupposti formali e procedurali che rendono possibile il funzionamento del processo di programmazione e valutazione. In coerenza con la normativa vigente3, il decreto dedica diversi articoli alla definizione e alle modalità di funzionamento del sistema dei controlli che devono essere operanti nella Camera di commercio: • il controllo amministrativo contabile, ovverosia quell’insieme di controlli finalizzati a garantire la legittimità, la regolarità e la correttezza dell’azione amministrativa; • il controllo di gestione: è quella tipologia di controlli che consente un monitoraggio anche in “corso d’opera” di importanti aspetti operativi quali ad esempio il livello di realizzazione dei progetti o l’economicità dei servizi realizzati; • il controllo strategico, infine, riguarda l’attività di supporto ai processi decisionali degli organi della Camera di commercio. Tramite il controllo strategico si evidenziano infatti i risultati raggiunti rispetto agli obiettivi predefiniti, si monitora il funzionamento dell’ente si analizza il livello di soddisfazione dell’utenza nei confronti dei servizi erogati. 2 3 Il DPR 254/2005 costituisce il regolamento per la disciplina della gestione patrimoniale e finanziaria delle Camere di commercio. In particolare con il d.lgs. 30 luglio 1999, n. 286 che riguarda il Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell’attività svolta dalle amministrazioni pubbliche. 89 Rapporto 2006 sul sistema camerale Il regolamento di contabilità non è però l’unica fonte normativa esistente, in quando riprende elementi già presenti in altre fonti, dai contratti nazionali, al già citato decreto sul riordino dei sistemi di controllo. Esistono poi altri dispositivi normativi che basano la loro operatività sull’efficacia di un sistema di programmazione e controllo; basti citare solamente la circolare sulla qualità4 o la circolare sul bilancio sociale5; tutte queste norme spingono sulla necessità di avere obiettivi misurabili, indicatori attraverso i quali monitorare il livello di funzionamento dell’ente, un sistema di monitoraggio in grado di fornire in tempo reale dati e soprattutto un sistema di programmazione che utilizza i dati che emergono dal monitoraggio per avviare dei processi di miglioramento. Il processo di pianificazione e controllo nelle Camere di commercio La certificazione ISO 9001:2000, la valutazione della dirigenza, la rendicontazione sociale, l’avvio di processi di miglioramento dei servizi all’utenza, l’impostazione della programmazione annuale contenente interventi rivolti alle imprese, sono tutti obiettivi che possono essere raggiunti con efficacia, garantendo al contempo anche la legittimità delle azioni intraprese, solamente se nell’ente opera realmente un ciclo di pianificazione e controllo. Si è però consapevoli che l’implementazione della complessa architettura alla base di tale ciclo risulta particolarmente costosa, in termini di tempo dedicato, soggetti coinvolti e anche risorse finanziarie; costi che per le Camere di commercio di piccole dimensioni raggiungono soglie anche critiche. Alla complessità delle esigenze è possibile però rispondere con l’adozione di ciclo di pianificazione e controllo che poggia su una struttura “minima di funzionamento”. Con il termine “minimo” s’intende che la struttura proposta deve soddisfare una serie di requisiti (prassi, azioni e metodologie) che devono essere presenti sia perché indispensabili in un ciclo di pianificazione e controllo (non può esserci valutazione, ad esempio, se non si è stabilito a priori gli obiettivi e gli standard da raggiungere), sia perché richiesti dalla normativa o dalla stessa giurisprudenza: diverse recenti sentenze della Corte dei Conti al riguardo si basano ad esempio sulla obbligatorietà dell’individuazione di parametri oggettivi per la valutazione; principi giurisprudenziali si fondono sempre di più con i principi “aziendalistici”. L’economicità della struttura, uno dei requisiti per una sua reale operatività, si basa però sulla capacità di evitare duplicazioni e dispersioni, sulla conoscenza metodologica del funzionamento di un ciclo di pianificazione e controllo, ma anche sulle funzioni e i ruoli svolti da ogni soggetto coinvolto. Coerenza e linearità sono i principi cardine sui quali deve poggiare tale architettura. Una volta impostata una struttura di base, e soprattutto una volta che tale struttura è parte integralmente della vita organizzativa dell’ente e non più un “corpo estraneo”, è possibile elaborare ed implementare nuovi stadi evolutivi che forniscono un ulteriore valore aggiun- 4 5 La direttiva del Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione per una Pubblica Amministrazione di Qualità. La direttiva del Ministro della Funzione pubblica sulla rendicontazione sociale nelle amministrazioni pubbliche del 17 febbraio 2006. 90 2. L’organizzazione to ai processi di programmazione e valutazione, come l’applicazione della metodologia di balance scorecard. Figura 1 – Il ciclo di pianificazione e controllo nelle Camere di commercio IL DPR 254/2005 STRATEGIE - LINEE PROGRAMMATICHE OBIETTIVI STRATEGICI PIANI ED AZIONI OBIETTIVI OPERATIVI E RISULTATI ATTESI ANALISI DELLE PERFORMANCE E DEI RISULTATI CONSEGUITI RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA (ART. 5) BUDGET DIREZIONALE PROGETTI (ART. 8 E 10) CONTROLLO STRATEGICO (ART. 35) CONTROLLO DI GESTIONE (ART. 36) Ma qual è la struttura minima di funzionamento che si evidenzia nell’esperienza delle Camere di commercio anche alla luce delle novità introdotte dal nuovo regolamento di contabilità? E soprattutto come tale struttura si colloca all’interno della vita organizzativa dell’ente? L’analisi della normativa e della giurisprudenza, la raccolta e il confronto delle esperienze realizzate dalle Camere di commercio hanno permesso l’individuazione di un percorso inscrivibile in tre momenti, ognuno dei quali contiene le azioni di base che devono essere compiute per garantire il funzionamento del ciclo di pianificazione e controllo. Il primo momento riguarda la fase di programmazione strategica. In questa fase gli organi dell’ente elaborano il documento di indirizzo strategico: la relazione previsionale e programmatica. In tale relazione vengono descritte le priorità strategiche che la Camera di commercio intende conseguire nell’arco dell’anno e attraverso quali programmi. Già a questo livello possono essere definiti gli indicatori attraverso i quali è possibile monitorare il livello di raggiungimento degli obiettivi strategici; sono indicatori di effetto, che devono misurare 91 Rapporto 2006 sul sistema camerale la ricaduta sociale degli interventi realizzati (outcome). Per citare un esempio concreto, la linea programmatica “sostegno alle imprese” si traduce in obiettivi strategici in termini di “creazione delle condizioni per una crescita delle imprese favorendone l’accesso al credito e l’accesso ai mercati internazionali”. Dopo la descrizione degli specifici programmi che si intende portare avanti, si possono individuare gli indicatori di outcome quali ad esempio il numero delle imprese che hanno attivato dei canali di commercializzazione con l’estero a seguito delle azioni promozionali condotte dalla Camera di commercio o la percentuale di esportazione di merci che è correlata sempre alle azioni promozionali della Camera di commercio indicatori per i quali si possono stabilire degli standard da raggiungere. Indicatori di questo tipo sono importanti non solo per l’attività di controllo strategico, ma anche per l’elaborazione di analisi come quelle di fine mandato o per la redazione del bilancio sociale dove si rendiconta alle imprese la capacità della Camera di commercio di incidere sulla realtà economica ed imprenditoriale. Determinare con chiarezza gli obiettivi strategici e i relativi indicatori permette anche di orientare con forza le attività della dirigenza e di tutto l’ente verso le priorità che gli organi hanno individuato. La seconda fase riguarda la programmazione operativa. L’ente, dopo aver predisposto il preventivo economico e la correlata relazione dove si evidenziano le risorse complessive che si intendono destinare ai diversi programmi individuati in sede di relazione previsionale e programmatica, predispone il budget direzionale. Il budget direzionale rappresenta una fonte di dati sui quali possono essere costruiti molti indicatori di tipo economico. Un’ulteriore fonte è rappresentata dalla predisposizione, prevista dal nuovo regolamento di contabilità, delle schede progetto6 che devono essere elaborate individuando anche i parametri7 per la valutazione dei risultati da conseguire. In queste schede sono contenute una grande quantità di informazioni e dati che devono poi essere monitorati dal sistema di controllo, quali: • • • • • • • • gli obiettivi operativi; la descrizione dei programmi di intervento; i benefici attesi; l’impatto sull’organizzazione; i piani di attuazione; i costi e le eventuali fonti di finanziamento esterne; gli indicatori; gli standard da raggiungere (i risultati attesi). La definizione degli indicatori è anche in questo caso la parte più complessa, in quanto presuppone una conoscenza metodologica elevata. Per questo motivo il regolamento di 6 7 Art. 10 del DPR 254/2005. Art. 8 del DPR 254/2005. 92 2. L’organizzazione contabilità attribuisce all’organo di valutazione strategica8 il compito di indicare le modalità attraverso le quali si devono costruire gli indicatori che siano in grado di misurare: • l’efficacia, ossia il grado di raggiungimento degli obiettivi programmati; • l’efficienza, ossia l’impiego di risorse (input) per il conseguimento di determinati risultati (output); • la qualità, ossia il livello di soddisfazione dell’utenza. Le azioni previste dal nuovo regolamento di contabilità e descritte sinteticamente nelle due fasi (cfr. figura n. 2) forniscono, sé costruite secondo un rigoroso approccio metodologico, già di per se la quantità minima di dati ed informazioni in grado di alimentare e fare funzionare il ciclo di pianificazione e controllo. Figura 2 – Il ciclo di pianificazione e controllo nelle Camere di commercio RELAZIONE PREVISIONALE PROGRAMMATICA PRIORITÀ STRATEGICA 1 PRIORITÀ STRATEGICA 2 RELAZIONE AL PREVENTIVO BUDGET DIREZIONALE PROGRAMMI OPERATIVI PROGR. 1.1 LE RISORSE COMPL.VE PROVENTI ED ONERI ASSEGNATI AL DIRIGENTE SCHEDE PROGETTO E PARAMETRI PROGR. 1.2 LE RISORSE COMPL.VE PROVENTI ED ONERI ASSEGNATI AL DIRIGENTE SCHEDE PROGETTO E PARAMETRI PROGR. 1.n LE RISORSE COMPL.VE PROVENTI ED ONERI ASSEGNATI AL DIRIGENTE SCHEDE PROGETTO E PARAMETRI PROGR. 2.1 LE RISORSE COMPL.VE PROVENTI ED ONERI ASSEGNATI AL DIRIGENTE SCHEDE PROGETTO E PARAMETRI PROGR. 2.2 LE RISORSE COMPL.VE PROVENTI ED ONERI ASSEGNATI AL DIRIGENTE SCHEDE PROGETTO E PARAMETRI PROGR. 2.n LE RISORSE COMPL.VE PROVENTI ED ONERI ASSEGNATI AL DIRIGENTE SCHEDE PROGETTO E PARAMETRI Ciclo che si conclude con la terza fase che riguarda il sistema dei controlli ed in particolare il controllo strategico; come visto nel paragrafo precedente è un tipo di controllo che si configura come un supporto all’attività decisionale degli organi dell’ente ai quali la normativa affida la responsabilità sia dell’attività di pianificazione strategica, sia della verifica del raggiungimento dei risultati e delle eventuali azioni per la rimozione delle criticità indivi8 La valutazione strategica è affidata alla giunta che però si avvale di un apposito organo (art. 35 del DPR 254/2005), normalmente composto da soggetti con una specifica professionalità. 93 Rapporto 2006 sul sistema camerale duate. Per fare questo gli organi della Camera di commercio devono avere informazioni e dati per poter valutare: • il livello di raggiungimento dei risultati rispetto agli obiettivi affidati alla dirigenza; • il livello di funzionamento dell’ente. Due aspetti che si intrecciano, la capacità di raggiungere gli obiettivi affidati dipende da una struttura organizzativa efficiente, che non spreca risorse ed è in grado di tradurre le strategie in azioni e quindi in risultati. L’organo di valutazione strategica supporta la giunta proprio su queste attività attraverso report costruiti sull’analisi dei dati. Dati che se elaborati nelle due precedenti fasi sono a disposizione. Nel riquadro si propone uno schema tipo che poggia su due aree: • le informazioni elaborate nella fase di programmazione (obiettivi ed indicatori) e i risultati conseguiti, che possono permettere di valutare il livello di raggiungimento degli obiettivi programmatici; • gli indicatori di funzionamento dell’ente attraverso tre tipologie – economici, di attività, di struttura – che possono permettere di monitorare il livello di funzionamento dell’ente. …IL CONTROLLO STRATEGICO Il funzionamento “minimo” REPORTS PERIODICI E ANNUALI art. 35 SCOSTAMENTI TRA I PROGRAMMI E I RISULTATI CONSEGUITI FUNZIONAMENTO DELL’ENTE INDICATORI DI ATTIVITA’ INDICATORI DI “STRUTTURA” Efficienza produttiva Registro Imprese Dimensionamento dell'organico Incidenza dei costi interni Ufficio Studi Tasso d'incidenza del personale dedicato alle imprese …………………. …………………. …………………. INDICATORI ECONOMICI INDICATORI DI SISTEMA 94 OBIETTIVI (Rel. Previsionale Programmatica) CCIAA BUDGET DIREZIONALE CONTROLLO DI GESTIONE AZ. SPECIALI PREVENTIVO ECONOMICO SCHEDE PROGETTO SCHEDE PROGETTO progetti con indicatori progetti con indicatori 2. L’organizzazione Il turnover nelle Camere di Commercio: un’analisi in ottica di sistema Il primo elemento che emerge dall’analisi dei dati sul turn over nelle Camere di Commercio negli ultimi anni è il progressivo aumento della non copertura delle cessazioni con nuove assunzioni; infatti nel 2004 le assunzioni coprivano il 73% dei posti lasciati liberi per cessazioni dal servizio, mentre tale percentuale è scesa al 60% nel 2005 e al 49% nel 2006. In numero assoluto e in ottica di sistema tali percentuali non si configurano apparentemente come valori critici; nel 2006 la percentuale sopra evidenziata corrisponde a 147 unità cessate che non sono state coperte da nuove assunzioni. L’analisi delle singole situazioni fornisce invece delle chiavi interpretative diverse, soprattutto laddove la dimensione ridotta della Camera di Commercio “amplifica” il peso anche di singole unità di personale non disponibile. In un’ottica di sistema è interessante invece individuare quali variabili incidono sui trend evidenziati. Dare sostanza a concetti organizzativi, quali quelle relativi a sistemi di rete (concetto sul quale vengono impostate le politiche e le strategie delle Camere di Commercio) significa focalizzare l’attenzione e i programmi di sviluppo non solamente sull’infrastruttura tecnologica o altre variabili analoghe. Occorre anche individuare le professionalità a maggiore valore aggiunto che permettono il funzionamento della rete, occorre comprendere le motivazioni degli andamenti registrati per impostare delle politiche di sviluppo attraverso le quali, ad esempio, disincentivare comportamenti quali quelli relativi alla “emigrazione” verso altre strutture pubbliche e private di personale altamente qualificato. Le dimissioni nel corso del 2006 Totale Dimimissioni Volontarie 53% Totale Dimissioni Vecchiaia/anzianità 47% L’analisi dei dati 2006 evidenzia per l’appunto come il 53% delle dimissioni di personale nel corso del 2006 sono state volontarie (e quindi non da pensionamento). Tale fenomeno si articola differentemente a secondo del territorio preso in esame. Nelle Camere di Commercio del centro Italia si è registrato, in particolare, la più alta percentuale di dimissioni volontarie (con il 60%) rispetto al totale delle dimissioni; dato giustificabile probabilmente con la maggiore “offerta” di posti dovuta al grande numero di istituzioni pubbliche concentrate a Roma. 95 Rapporto 2006 sul sistema camerale Entrando ancora più nello specifico si evidenzia come le dismissioni volontarie si concentrano sensibilmente nella categoria C con il 48% del totale delle cessazioni. Questo dato è comprensibile alla luce del fatto che è anche la categoria dove il 25% del personale è laureato. E’ una categoria che rappresenta quindi per molte persone un punto di passaggio verso posizioni professionali più elevate all’interno della CCIAA; in mancanza di questa mobilità verticale si ha invece una fuoriuscita verso l’esterno. Le cessazioni volontarie: la distribuzione nelle Categorie contrattuali DIR 10% A 1% B 13% D 28% C 48% Se si prendono a riferimento, invece, le cessazioni per pensionamento (di vecchiaia e di anzianità) si rileva come il 71% di tale tipologia è concentrata nelle categorie C e D. Le cessazioni per pensionamento: la distribuzione nelle Categorie contrattuali DIR 10% A 1% B 13% D 28% C 48% 96 2. L’organizzazione 2.5 La partecipazione in enti, società e infrastrutture per il territorio Nell’ambito delle proprie competenze e funzioni, le Camere di commercio agiscono come istituzioni di raccordo tra Stato, mercato e società civile, rivestendo un ruolo di “facilitatori” dei processi decisionali, luoghi privilegiati di democrazia ed innovazione nel cui ambito le dimensioni del pubblico e del privato operano per promuovere e migliorare l’efficienza, l’efficacia, la qualità e l’accessibilità del complesso dei servizi erogati alle imprese. Tale status ha assunto nel tempo un rilievo strategico in molti settori dell’economia e della società: sono gli ambiti della promozione e del sostegno alle attività economiche, dell’internazionalizzazione delle imprese, della tutela del mercato, ambiti rispetto ai quali le Camere di commercio intervengono in modo trasversale e su più livelli: dal livello politico-istituzionale al livello di servizio e sostegno concreto agli operatori del settore, ma sempre con il fine ultimo della crescita ed ammodernamento del Paese. In generale, l’impegno delle Camere di commercio si può misurare facendo riferimento al numero ed al valore economico delle partecipazioni detenute in enti, aziende e consorzi che operano in settori di rilevanza strategica per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale e produttivo: al dicembre 2006 il Sistema camerale conta ben 1.535 partecipazioni trasversalmente distribuite in vari settori dell’economia reale, per un investimento complessivo superiore ai 606 milioni di euro. Sebbene il numero totale di quote detenute risulti sostanzialmente stabile rispetto alla precedente annualità (appena il 7% in più rispetto alle 1.433 partecipazioni rilevate nel 2005), il confronto e l’analisi dei volumi e dell’articolazione degli investimenti realizzati delineano un quadro complessivo dal quale emerge, con sempre maggiore forza, la volontà delle Camere di farsi parti attive e centrali nel processo di risanamento e rilancio del sistema economico nazionale. In particolare, da un punto di vista del numero relativo di partecipazioni sottoscritte (fig. 2.5.1.) i settori che registrano un intervento più “diffuso” risultano soprattutto quelli attinenti la “promozione e sviluppo locale” (217 partecipazioni), la “tutela e la valorizzazione dei prodotti locali” (191 partecipazioni), la “cultura e la ricerca” (170 partecipazioni), le forme di “assistenza e diffusione dell’innovazione tecnologica” (137 partecipazioni) e la “formazione” (134 partecipazioni). Ma è nelle diverse tipologie di infrastrutture che le Camere di commercio, anche per il 2006, continuano a concentrare il maggior volume relativo di risorse, con circa 447,5 milioni di euro complessivamente investiti, pari a ben il 74% del capitale totale impegnato, per 506 quote sottoscritte, vale a dire un terzo del numero totale di partecipazioni (fig. 2.5.2.). Il trend di crescita degli investimenti delle Camere in infrastrutture è ormai un fenomeno consolidato e motivato dalla consapevolezza di come la competitività di un Paese affondi le proprie radici nell’intelaiatura di sistema ancor prima che nei settori produttivi, ovvero nell’adeguatezza della dotazione infrastrutturale. 97 Rapporto 2006 sul sistema camerale Figura 2.5.1. I settori d’intervento delle partecipazioni camerali in enti, società, consorzi ed altri organismi in termini di numero (2006) 22 Ambiente 28 Società di telecomunicazioni ed energia Infrastrutture per la portualità (turistica e comm.) 44 Promozione e comm. all'estero e assistenza all'export 46 Credito (esclusi Confidi e Istituti di Credito) 46 Centri intermodali (interporti, ecc.) 58 62 Mercati agro-alimetari e centri commerciali Turismo 88 Sistema fieristico ed espositivo 90 Infrastrutture aeroportuali 95 107 Infrastrutture stradali Formazione 134 Assistenza e diffusione della innovazione tecnologica 137 Organismi ed istituti di cultura e di ricerca 170 Tutela e valorizzazione dei prodotti locali 191 Promozione e sviluppo locale 217 0 50 100 150 200 250 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 In questo quadro generale, le Camere di commercio espletano sempre più un’azione volta a promuovere e supportare un massiccio e articolato programma di sviluppo il cui obiettivo risiede nel soddisfare le esigenze ed i reali fabbisogni espressi dai sistemi economici locali, in termini di infrastrutture e servizi, superando quello stato di cronico ritardo che caratterizza su molti fronti il territorio nazionale, spesso frutto della scarsa lungimiranza della governance nell’immaginare a tempo debito le dinamiche, i profili e le ricadute che caratterizzano il moderno mercato globale. In particolare, il ruolo delle Camere di commercio nelle infrastrutture si è nel tempo evoluto da quello di soggetti “volano” di una crescita che passa attraverso il finanziamento e la costruzione di nuove opere per il territorio, a soggetti la cui azione si è progressivamente concentrata nel promuovere e facilitare, oltre che finanziare, la realizzazione delle infrastrutture, favorendo la partecipazione dei molteplici stakeholder al processo di programmazione, realizzazione e gestione degli interventi strategici. In questa duplice veste di realizzatori e promotori, quindi, le Camere interpretano il proprio ruolo anche attraverso un’attività di informazione economica, analisi e costante monitoraggio delle infrastrutture locali (anche attraverso la promozione e realizzazione di Osservatori regionali sul settore), agendo sempre di più al fine di favorire momenti di confronto e dibattito tra le amministrazioni e le associazioni di categoria, il mondo imprenditoriale e le parti sociali, gli istituti di credito ed i principali partner istitu- 98 2. L’organizzazione zionali che hanno un ruolo nel settore delle infrastrutture, al fine di promuovere idee e consenso su tematiche inerenti la riorganizzazione ed il potenziamento del parco infrastrutturale nazionale; a contribuire anche di più a questo ruolo è stato il riconoscimento ottenuto con la L. 166/2002 e seguenti (c.d. Merloni-ter) che le ha poste in una posizione possiamo dire “complementare” rispetto a quella dei programmatori locali e nazionali. In un quadro simile il monitoraggio realizzato annualmente dall’Unioncamere sui dati quantitativi inerenti il patrimonio detenuto dalle Camere nelle infrastrutture e nella realizzazione di opere essenziali per la competitività locale, contribuisce solo in piccola parte a dare il senso di una partecipazione strategica e “di sistema” che, passando per le infrastrutture, muove verso la crescita competitiva dell’economia reale e della società. Tuttavia, la rilevazione e la conseguente lettura obiettiva di tali aspetti rappresenta lo strumento più immediato e fruibile per dare contezza della solida presenza delle Camere nel processo di sviluppo ed ammodernamento dei territori e, pertanto, risulta un passaggio essenziale per interpretare il ruolo svolto da queste ultime nel determinare la direzione e la forza di tale processo. Veniamo ora ai dati: al dicembre 2006 la quota più consistente delle risorse investite dalle Camere in ambito infrastrutturale è assorbita nel capitale di aziende, enti e società operanti nel comparto delle infrastrutture di supporto alle attività Figura 2.5.2. Le partecipazioni camerali in enti, società, consorzi ed altri organismi: stock di capitale al 2006 (migliaia di €) Ambiente 1.213,6 Turismo 1.909,8 Società di telecomunicazioni ed energia 2.366,3 Credito (esclusi Confidi e Istituti di Credito) 3.655,5 Promozione e comm. all'estero e assistenza all'export 4.623,2 Organismi ed istituti di cultura e di ricerca 8.996,3 Infrastrutture per la portualità (turistica e comm.) 11.426,6 Formazione 10.397,4 Tutela e valorizzazione dei prodotti locali 16.253,6 Centri intermodali (interporti, ecc.) 20.430,5 Promozione e sviluppo locale 22.068,4 Mercati agro-alimetari e centri commerciali Infrastrutture stradali 48.788,4 58.673,0 Assistenza e diffusione della innovazione tecnologica 90.729,3 Infrastrutture aeroportuali 91.806,2 Sistema fieristico ed espositivo 212.873,9 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 99 Rapporto 2006 sul sistema camerale imprenditoriali e commerciali (mercati agroalimentari e centri commerciali, strutture fieristiche ed espositive, etc.): 261,6 milioni di euro, il 26% in più rispetto ai 207 milioni del 2005, che equivalgono a circa il 58% delle risorse investite in infrastrutture ed al 43% del volume complessivo degli investimenti. Tale cifra è suddivisa in circa 212,9 milioni di euro destinati al sistema fieristicoespositivo – la principale voce di investimento nell’attivo delle Camere, sia in valore assoluto che in termini di valore medio delle partecipazioni (2,3 milioni di euro l’una) – e circa 48,8 milioni di euro al sistema dei mercati all’ingrosso e dei centri commerciali. A questi due comparti corrispondono 152 partecipazioni, cioè “appena” il 10% del numero totale delle quote detenute nei vari settori dell’economia – infrastrutturali e non – per un valore di capitale sottoscritto per singola partecipazione pari a circa 1,7 milioni di euro, in media (tabb. 2.5.1. e 2.5.2.). Tabella 2.5.1. Il capitale medio versato e l’incidenza sul totale per aree d’intervento nel 2006 Area d’intervento Sistema fieristico ed espositivo Incidenza % media sul Capitale medio versato (€) totale capitale sottoscritto 2.365.265,14 35,12 Infrastrutture aeroportuali 966.380,59 15,14 Centri intermodali (interporti ecc.) 352.250,34 3,37 Mercati agroalimetari e centri commerciali 786.909,53 8,05 Assistenza e diffusione della innovazione tecnologica 662.257,50 14,97 Infrastrutture stradali 548.345,89 9,68 Infrastrutture per la portualità (turistica e comm.) 259.696,07 1,88 Promozione e sviluppo locale 101.697,89 3,64 Promozione e comm. all’estero e assistenza all’export 100.503,52 0,76 Tutela e valorizzazione dei prodotti locali 85.097,15 2,68 Società di telecomunicazioni ed energia 84.508,96 0,39 Credito (esclusi Confidi e Istituti di Credito) 79.467,93 0,60 Formazione 77.592,63 1,72 Ambiente 55.161,55 0,20 Organismi ed istituti di cultura e di ricerca 52.919,50 1,48 Turismo 21.702,30 0,32 TOTALE 394.926,30 100,0 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 100 2. L’organizzazione Tabella 2.5.2. Le partecipazioni per macroripartizioni territoriali: incidenze, capitale versato e quote associative nel 2006 Partecipazioni (numero) Quota partecipazione media (%) Capitale medio versato CCIAA Capitale totale versato CCIAA 431 8,76 € 235.996,38 € 101.714.439,00 Nord Est 436 11,57 € 382.660,53 € 166.839.992,00 Centro 364 9,86 € 751.087,70 € 273.395.922,00 Ripartizione territoriale Nord Ovest Mezzogiorno Italia 304 9,53 € 211.386,55 € 64.261.512,00 1.535 9,98 € 394.926,30 € 606.211.865,00 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Questi dati trovano origine in quella capacità, tipica delle Camere, di leggere ed interpretare le dinamiche di sviluppo dei sistemi territoriali mantenendo tuttavia una visione di più ampio respiro sui fenomeni del mercato mondiale: l’apertura dell’ambito europeo ai nuovi Paesi ed il generale ed inevitabile processo di internazionalizzazione delle economie locali, hanno infatti stimolato gli enti camerali a farsi protagonisti attivi dell’ammodernamento del comparto fieristico per potenziare la capacità attrattiva del Paese rispetto ai flussi del commercio internazionale. Ciò attraverso interventi mirati a consolidare pochi grandi poli in grado di intercettare tali flussi – Roma e Milano fra tutti – e molteplici centri specializzati a livello locale (tra i quali Firenze, Bologna, Brescia e Rimini), al fine di potenziare la capacità attrattiva rispetto all’aumento dei traffici di merci e persone. Testimone principale di questo percorso è la Camera di commercio di Roma che, da sola, investe in infrastrutture di supporto all’economia circa 127,5 milioni di euro (pari al 49% delle risorse investite dall’intero sistema), di cui 104,8 milioni solo nel capitale della società che gestisce la Fiera di Roma di cui è azionista di maggioranza. La possibilità di disporre di tali centri attrattivi, tuttavia, può tradursi in maggiore competitività per ogni dimensione del territorio soltanto attraverso il funzionamento di un efficiente e capillare settore dei trasporti, componente primario di quel motore di globalizzazione che può essere fonte di sviluppo e coesione economica, sociale e culturale; a maggior ragione per un Paese come il nostro, crocevia di flussi commerciali e turistici per l’Europa e l’intero Mediterraneo. Questa consapevolezza ha portato le Camere a presidiare in modo massiccio e diffuso il sistema nazionale dei trasporti (stradali, aeroportuali, portuali ed inerenti l’intermodalità e la logistica), che nel complesso convoglia circa il 60% delle quote sottoscritte in infrastrutture, per un totale di 304 partecipazioni su un totale di 506 ed un ammontare di risorse investite pari a circa 182,3 milioni di euro, con un incremento di ben 40% rispetto ai volumi investiti nel 2005 (130 milioni di euro). In particolare, anche per il 2006 le infrastrutture di tipo aeroportuale rappresentano l’area di intervento verso la quale le Camere hanno veicolato in partecipazioni la quota 101 Rapporto 2006 sul sistema camerale maggiore di finanziamenti: circa 92 milioni di euro, il 50% delle risorse impiegate nel settore dei trasporti ed al 35% degli investimenti totali in infrastrutture. Il tutto a fronte di “sole” 95 partecipazioni, il cui valore medio si aggira intorno al milione di euro, (un’incidenza percentuale pari, in media, al 14,37% sul totale del capitale sottoscritto). Tra le realtà camerali che maggiormente si discostano da questo profilo spicca la Camera di commercio di Bologna la quale, con un investimento di oltre 37 milioni di euro (quasi il triplo rispetto al 2005), ha partecipato all’aumento di capitale dell’Aeroporto internazionale di Bologna “G. Marconi” – il settimo in Italia per volumi di traffico all’aprile 2007 – mantenendone la sostanziale proprietà, in quanto socia di maggioranza assoluta. Seguono, per volume di investimenti, la Camera di commercio di Cagliari con oltre 12 milioni di euro investiti e le Camere di commercio di Catania, Ragusa e Siracusa, congiuntamente socie di maggioranza nella gestione dello scalo di Catania Fontanarossa la cui moderna aerostazione – inaugurata da pochi mesi – rappresenta uno dei Grandi Progetti realizzati con il cofinanziamento dell’Unione Europea (PON Trasporti 2000-2006). Le infrastrutture stradali e viarie costituiscono, invece, l’ambito trasportistico all’interno del quale, storicamente, la presenza delle Camere risulta preponderante in termini di numerosità delle partecipazioni. Malgrado una flessione dell’11% nel computo delle quote sottoscritte (107 contro le 120 della scorsa annualità), il fenomeno non solo è confermato per il 2006 ma anche rafforzato da un incremento dei volumi investiti di circa 13 milioni di euro sul 2005, per un importo complessivo di circa 59 milioni di euro (il 30% in più rispetto alla scorsa annualità) ed un conseguente aumento dell’incidenza percentuale di ogni quota sottoscritta sul capitale complessivo delle aziende partecipate: in media circa il 9% contro il 3,4% della scorsa annualità. Da sottolineare come, anche per questa annualità, le Camere siano presenti oltre che in società coinvolte nella realizzazione di alcune delle grandi opere previste dal Piano delle infrastrutture strategiche del Governo, come ad es. la BreBeMi, anche in aziende attive nel promuovere e supportare direttamente la realizzazione di infrastrutture, le tecniche e gli strumenti del Partenariato Pubblico-Privato: la Camera di commercio di Firenze, ad esempio, da sola investe oltre 9 milioni di euro nella società preposta alla realizzazione del collegamento autostradale tra i centri industriali e produttivi di Lastra a Signa e Prato. Rispetto alle risorse veicolate nei comparti del trasporto aereo e stradale, per le infrastrutture portuali e per l’intermodalità e la logistica, gli investimenti delle Camere risultano relativamente più contenuti, ammontando a circa 32 milioni di euro, vale a dire appena il 17% degli stanziamenti destinati ai trasporti. Tuttavia, mentre per il settore portuale – in cui le Camere rivestono comunque un ruolo strategico, non tanto per gli investimenti diretti nelle società di gestione, quanto grazie all’attività di Aziende speciali di propria emanazione che gestiscono realtà importanti (come i porti di Monfalcone e Chioggia), nonché alla presenza istituzionale nella governance delle Autorità Portuali attribuita al sistema dalla L. n. 84/1994 e ss. di riordino – è possibile rilevare una crescita dei volumi investiti (11,5 milioni di euro, cioè ben il 49% in più 102 2. L’organizzazione rispetto al 2005), il dato che deve far riflettere consiste nel contenimento degli investimenti camerali nelle infrastrutture per l’intermodalità e la fornitura di servizi logistici, a fronte di un trend crescente, invece, da parte del mercato pubblico. In tale ambito, infatti, le 58 partecipazioni camerali distribuite in poche grandi società (tra le quali l’Interporto di Padova, Logistica Toscana e la Società Interporti Siciliani Spa) veicolano circa 20 milioni di euro. Il dato è in controtendenza rispetto alla politica nazionale, che da diversi anni tenta di supportare lo sviluppo del settore cercando di far quadrare il binomio “opere prioritarie”-“risorse disponibili” in modo da sfruttare al massimo la crescita che seguirà l’apertura della Zona di Libero Scambio Euromediterranea. In questi ambiti, pertanto, il Sistema delle Camere di commercio dovrebbe farsi parte ancora più attiva, non solo a livello di sostegno economico ed istituzionale, ma soprattutto promuovendo con maggior forza forme di partenariato con gli attori pubblici e privati del settore, mettendo a punto strategie efficaci finalizzate ad accelerare quel processo di adeguamento qualitativo e quantitativo delle strutture, processo aggravato peraltro da lungaggini burocratiche ed amministrative che negli anni hanno fatto crescere il divario con i principali competitors internazionali. Il settore delle reti energetiche, ambientali e delle telecomunicazioni (infrastrutture “di rete”) rappresenta l’ultimo ambito di intervento infrastrutturale presidiato dalle Camere di commercio. Rispetto a tali infrastrutture, che comprendono servizi dal contributo determinante per la modernizzazione del territorio in quanto finalizzati ad accrescere il livello innovativo e tecnologico del tessuto locale, la partecipazione del sistema delle Camere è pari ad appena 3,5 milioni di euro investiti (l’1% del capitale totale impiegato nelle infrastrutture) per 50 partecipazioni complessivamente detenute, tra le quali spicca la quota sottoscritta dalla Camera di commercio di Torino nella società Iride Spa, la nuova multiutility del Nord-Ovest nata di recente dall’integrazione delle aziende ex municipalizzate del settore di Genova e Torino. Sebbene in questo settore la partecipazione delle Camere risulti ancora quantitativamente limitata, l’impatto sul territorio dei servizi di rete e, soprattutto, il loro grado di sviluppo atteso nell’ambito del generale processo di ammodernamento del Paese, prefigura per i prossimi anni un ruolo crescente del Sistema camerale, sia in termini di investimenti che di diffusione dell’informazione, della cultura dell’innovazione e della responsabilità sociale del tessuto produttivo. I segnali di questo trend sono evidenti già oggi, laddove si analizzi in modo più dettagliato il patrimonio totale di partecipazioni detenute dalle Camere: gli investimenti realizzati nelle strutture di “assistenza e diffusione dell’innovazione tecnologica”, infatti, rappresentano la voce per la quale l’investimento complessivo del Sistema risulta quintuplicato rispetto alla scorsa annualità, attestandosi su un valore superiore ai 90 milioni di euro. Tale valore, tuttavia, risulta quasi integralmente riconducibile agli oltre 72 milioni versati dalla sola Camera di commercio di Roma in Tecnopolo Spa, società il cui obiettivo risiede nello svolgere un’azione di riqualificazione e stimolo per lo sviluppo del tessuto industriale e tecnologico del Lazio. 103 Rapporto 2006 sul sistema camerale Dal punto di vista, infine, della distribuzione territoriale dell’intervento delle Camere (figg. 2.5.3. e 2.5.4.; tab. 2.5.3.) si consolida anche per il 2006 il profilo che vede gli enti camerali del Centro Italia detenere il sostanziale “primato” con circa 306 milioni di euro investiti (il 45% del totale) nei vari settori economici, con un versamento mediamente pari ad 840 mila euro per partecipazione sottoscritta (anche in questo caso il dato è fortemente influenzato dalle performance della Camera di commercio della capitale). Dal punto di vista dell’incidenza delle quote detenute, e quindi dell’effettivo potere decisionale delle Camere nell’ambito delle compagini azionarie delle società partecipate, sono tuttavia le Camere del Nord che, detengono il primato, con un valore percentuale medio superiore all’11,5%, raccogliendo inoltre più del 56% del numero complessivo di quote sottoscritte. Figura 2.5.3. Le partecipazioni delle Camere di commercio in enti, società, consorzi e altri organismi per area geografica in termini di capitale 50% 45,1% 44,4% 40% 38,5% 30% 31,9% 24,5% 27,5% 20,4% 20% 20,8% 16,8% 16,2% 10,6% 10% 3,3% 0% 2002 Nord Est 2004 Nord Ovest Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 104 Centro 2006 Mezzogiorno 2. L’organizzazione Figura 2.5.4. La distribuzione territoriale delle partecipazioni camerali nel 2006 in termini di numero Sud 19,8% Centro 23,7% Nord Ovest 28,1% Nord Est 28,4% Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Tabella 2.5.3. Il capitale medio versato, il numero di partecipazioni e l’incidenza sul totale per aree d’intervento nel 2006 Capitale medio versato (€) Incidenza % media sul totale capitale sottoscritto Numero partecipazioni 2.365.265,14 47,6 90 Infrastrutture aeroportuali 966.380,59 20,5 95 Centri intermodali (interporti ecc.) 352.250,34 4,6 58 Mercati agro-alimetari e centri commerciali 786.909,53 10,9 62 Infrastrutture stradali 548.345,89 13,1 107 Infrastrutture per la portualità (turistica e comm.) 259.696,07 2,6 44 Area d’intervento Sistema fieristico ed espositivo Società di telecomunicazioni ed energia 84.508,96 0,5 28 Ambiente 55.161,55 0,3 22 TOTALE 677.314,76 100,0 506 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 105 Rapporto 2006 sul sistema camerale Tabella 2.5.4. Distribuzione del capitale investito per area di intervento e macroripartizione territoriale Centro Nord Est Nord Ovest Sud Sistema fieristico ed espositivo 124.449.555,00 38.786.778,00 34.434.215,00 15.203.315,00 Mercati agro-alimetari e centri commerciali 25.367.507,00 12.514.616,00 2.676.467,00 8.229.801,00 Infrastrutture aeroportuali 6.555.522,00 50.986.316,00 8.604.652,00 25.659.666,00 Infrastrutture stradali 14.061.437,00 19.156.817,00 25.208.635,00 246.121,00 Centri intermodali (interporti ecc.) 4.628.112,00 13.318.909,00 987.048,00 1.496.451,00 Infrastrutture per la portualità (turistica e comm.) 5.218.390,00 4.951.614,00 504.418,00 752.205,00 Ambiente 236.530,00 0,00 951.063,00 25.961,00 Società di telecomunicazioni ed energia 86.019,00 1.092.164,00 1.133.068,00 55.000,00 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 106 Capitolo 3 L’Azione di servizio 3.1 e-Government Tabella 3.1.1. I numeri di “e-Government” 2,4 101 298 Milioni di pratiche telematiche ricevute e gestite dalle Camere di commercio nel 2006 (72% del totale) Camere di commercio hanno attivato un proprio sito internet Attività di e-Government sono state sperimentate da Camere di commercio di cui: 73 66 65 31 46 17 in diffusione della firma digitale in informazioni/servizi forniti tramite web in protocolli informatici/digitalizzazione flussi documentali interni mediante collaborazioni con enti locali in tema di e-Government in attività di CRM (Customer Relationship Managment) gestione on-line dell’acquisto di beni e servizi (e-procurement) Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 109 Rapporto 2006 sul sistema camerale In uno scenario in rapida evoluzione che vede la rete telematica crescere progressivamente d’importanza quale canale di relazione tra Pubblica Amministrazione, cittadini ed imprese, l’interoperabilità (intesa come piena cooperazione fra le Amministrazioni mediante la condivisione on line dei propri archivi e informazioni), costituisce il principale obiettivo strategico per ridurre gli oneri amministrativi e dunque per il rilancio della competitività del Paese. Il nuovo paradigma dell’e-Government sposta dunque l’attenzione, come ribadito dal Ministro Nicolais nel documento “Linee strategiche”1, sul back-office e su una gestione, sempre più integrata delle informazioni presenti in alcuni importanti registri pubblici, realizzando una politica meno visibile ma certamente più efficace, tesa a migliorare sensibilmente i servizi offerti attraverso il front-office, allo scopo di rendere facilmente accessibili alle imprese i servizi offerti dalle PP.AA. Figura 3.1.1. Le iscrizioni al Registro imprese per via telematica 250.000 200.000 168.564 180.723 190.283 150.000 100.000 82.453 50.000 6.522 8.811 11.517 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Fonte: elaborazione Unioncamere su dati Infocamere Il Sistema camerale è da tempo pronto ad affrontare tale cambiamento potendo contare, da una parte sul Registro delle imprese, che per sua natura, oltre ad essere un database utile a molte Pubbliche Amministrazioni, si avvale di una struttura informatica che ben si dispone all’integrazione delle procedure ed alla interoperabilità con altre piattaforme; dall’altra, più recentemente, sul portale per le imprese che si configura come un sistema informatizzato per l’erogazione di servizi integrati, caratterizzato da 1 “Verso il Sistema nazionale di e-Government – Linee strategiche” (Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione). 110 3. L’Azione di servizio due moduli funzionali: il front-office ed il back-office. Il primo rappresenta l’interfaccia di accoglienza con l’utenza, mentre il secondo rende possibile la cooperazione tra gli enti. L’elevato livello di coinvolgimento del Sistema camerale nel processo di riforma amministrativa, avviato dal Governo attraverso una serie di recenti provvedimenti e di iniziative che vanno a modificare sensibilmente la relazione tra mondo pubblico e privato, testimonia quanto le Camere continuino a collocarsi, oramai da diversi anni, tra i più autorevoli attori del processo di riforma legato all’attuazione delle strategie Figura 3.1.2. I progetti di e-Government delle Camere di commercio distinti per obiettivi 17 16 Gestione on-line dell’acquisto di beni e servizi (e-procurement) 17 46 43 Attività di CRM Customer Relationship Management 27 31 32 Collaborazione con enti locali in tema di e-Government. 30 65 64 71 Protocollo informatico/digitalizzazione flussi documentali interni 66 Informazioni/servizi forniti tramite web 61 76 73 81 Diffusione firma digitale 77 0 20 40 60 2004 80 2005 100 2006 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 di e-Government. Esse offrono anche un complesso di strumenti e servizi (CNS, servizio di posta elettronica certificata, la gestione telematica delle comunicazioni ed interrogazioni del Registro Imprese e delle altre banche dati camerali) che hanno fortemente contribuito a promuovere tra le imprese (ed in parte minore anche tra gli stessi intermediari profes- 111 Rapporto 2006 sul sistema camerale sionali) il dialogo telematico con la P.A., abilitandole tecnicamente ed attuando così le previsioni del Codice della P.A. digitale. La validità di tale impostazione strategica trova tanta più conferma quanto più vanno accumulandosi le difficoltà (tecnologiche ma soprattutto economiche) e, di conseguenza, i ritardi nella diffusione, da parte dei Comuni, delle Carte d’Identità Elettroniche – CIE, difficoltà recentemente ricordate dallo stesso Ministro Nicolais che ha avviato un ripensamento del modello stesso di diffusione (e pagamento da parte dell’utenza) dello strumento. Nel corso del 2006, le Camere hanno avviato e realizzato un rilevante numero di progetti di e-Government, incentrati sulle seguenti linee prioritarie: √ Carta Nazionale dei Servizi/Posta elettronica certificata: per sostenerne la diffusione tra le imprese; √ Protocollo informatico: per implementare il protocollo informatico come modalità organizzativa di gestione della comunicazione interna; √ Presenza sul web: per migliorare la visibilità delle Camere attraverso la riorganizzazione dei siti web istituzionali; √ Telematizzazione degli Albi/servizi via web: per la virtualizzazione delle attività di alimentazione e gestione degli albi detenuti dalle Camere; √ Customer Relationship Management: per conseguire una maggiore conoscenza della propria utenza ed impostare azioni di servizio e di comunicazione personalizzate. Gli strumenti di e-Government nel Sistema camerale: uno sguardo di sintesi Come ribadito nelle linee programmatiche e di indirizzo dal Ministro per le Riforme e le innovazioni nella Pubblica Amministrazione, il Governo sta lavorando al fine di rendere pienamente operativo il Codice dell’Amminstrazione Digitale, attraverso la diffusione della firma digitale, la dematerializzazione dei documenti delle PP.AA.2 e la conseguente possibilità da parte dell’utenza di richiedere in qualsiasi momento copia informatica dei documenti (certificati, atti) che i diversi enti della P.A. (centrale e locale) hanno nel corso degli anni richiesto ed “accumulato”. Il Sistema camerale si sta muovendo in tale direzione da più di quattro anni, da quando cioè è divenuta obbligatoria la pratica telematica. Ciò è ampiamente dimostrato dal fatto che attualmente le pratiche telematiche sono più dell’80% di quelle totali. Tenuto conto del crescente utilizzo di internet da parte dell’utenza singola nonché delle imprese, il processo di digitalizzazione delle Camere è stato in parte indirizzato a migliorare i servizi e le informazioni che popolano i siti ed i portali del Sistema, sì da trasformarli in veri e propri strumenti di lavoro. La rete delle Camere di commercio può ad oggi contare su un elevato numero di portali, che consentono di divulgare capillarmente servizi ed informazioni alle imprese dislocate sul territorio nazionale e locale. 2 Tratto dall’intervento del Ministro L. Nicolais “Audizione I Commisione Senato della Repubblica – 4 luglio 2006 – Linee programmatiche di indirizzo”. 112 3. L’Azione di servizio Figura 3.1.3. L’andamento (in percentuale sul totale) delle diverse tipologie di pratiche ricevute e gestite dalle Camere di commercio nel periodo 2000-2006 100% 80% 60% 40% 20% 0% 2000 Floppy non firmato 2001 2002 Manuale 2003 Per posta 2004 2005 Telematica o floppy firmato 2006 Inserite d'ufficio Fonte: elaborazione Unioncamere su dati Infocamere L’utilizzo di un linguaggio comune e la standardizzazione delle informazioni rendono il Sistema camerale immediatamente riconoscibile come sistema fortemente integrato. Attualmente le Camere sono impegnate a conseguire il riconoscimento dell’accessibilità dei propri siti, allo scopo di rendere ancor più agevole il dialogo tra imprese e PP.AA. Già alcune Camere (segnaliamo i casi di Ferrara, Reggio Emilia e Savona) si sono allineate alle disposizioni vigenti in materia (L. n. 4 2004); altre Camere hanno comunque conseguito la certificazione W3C. La Carta nazionale dei servizi e Business Key La Carta nazionale dei servizi è stata progettata per divenire lo strumento nazionale di autenticazione in rete ed accesso telematico ai servizi on line della P.A. (centrale e locale) per tutti i cittadini italiani (ad es. per ottenere documenti, servizi, certificazioni anagrafiche, accesso ai servizi sanitari ecc.). La CNS delle Camere consente a tutte le imprese, attraverso il sito https://telemaco. infocamere.it, l’accesso ai servizi legati alla propria posizione: • visura ordinaria, visura storica, visura artigiana e scheda società; • modello di dichiarazione sostitutiva del certificato Registro imprese; • statuti, atti e bilanci depositati; 113 Rapporto 2006 sul sistema camerale • situazione dei pagamenti del diritto annuale; • stato delle pratiche del Registro imprese; • servizio Bank Pass Web3. Al momento ne sono state distribuite ed attivate circa 370.000 (dato aggiornato al maggio 2007). Già da qualche settimana, Infocamere ha reso disponibile per le imprese e gli intermediari che ne facciano richiesta, un nuovo strumento di lavoro ancora più completo della CNS: la Business Key. Trattasi di una chiavetta USB portatile che contiene al suo interno tutti gli strumenti necessari a: • firmare digitalmente i documenti; • accedere con sicurezza ai servizi on line delle PP.AA.; • avere disponibili e aggiornati sulla chiavetta stessa i documenti della propria impresa depositati in Camera di commercio. La Business Key, oltre a contenere funzioni e software che ne facilitano la gestione, incorpora in sé gli strumenti necessari ad avviare e consolidare il dialogo telematico tra P.A. ed imprese. La Business Key è dunque un autentico kit a supporto delle politiche per la semplificazione e l’e-Government che, nell’ottica di una cooperazione sempre più spinta tra PP.AA. centrali e locali, è destinato a sostituire la CNS per diventare la “chiave” di accesso privilegiato alla comunicazione on line con le PP.AA. Il portale per le imprese Nel corso del 2006, il portale si è arricchito di ulteriori nuovi servizi: ai 20 iniziali si sono andati a sommare 24 nuovi servizi dispositivi ed altri 59 saranno gradualmente esposti, al termine delle procedure di collaudo poste in essere da Unioncamere e CNIPA finalizzate a testare la funzionalità dei nuovi servizi telematici. 3 Si tratta del nuovo sistema di pagamento promosso dall’ABI per le transazioni on line. 114 3. L’Azione di servizio Tabella 3.1.2. Nuovi servizi integrati on line (collaudati nel corso del 2006) Amministrazione proponente Totale servizi collaudati Progetto INAIL Denuncia di infortunio con comunicazione automatica al Commissariato e alla Procura Interno Richiesta ai Vigili del fuoco del certificato di prevenzione incendi 1 MIPAF Controllo dell’origine e classificazione delle carcasse suine 3 Salute Salute Salute Salute 1. controllo DOP 1 – 2. controllo DOP 2 – Gran suino Padano 3. controllo classificazione carcasse Richiesta di autorizzazione per convegni e congressi all’Agenzia del Farmaco (AIFA) 1. richiesta di autorizzazione per convegni e congressi 2. monitoraggio dello stato amministrativo delle pratiche Comunicazioni per la gestione del rapporto di lavoro di marittimi e aeronaviganti 1. stipula contratto di assunzione di un dipendente 2. richiesta visita fiscale per malattia di un dipendente 3. interruzione rapporto di lavoro Richiesta di Nulla Osta sanitario per merci da Paesi terzi e di certificati per i mezzi di trasporto 1. richiesta Nulla Osta Merci 2. richiesta Certificato di Controllo Mezzi di Trasporto 3. ricerca Codice TARIC 4. ricerca Impresa 5. ricerca Pratiche 6. interroga Pratica 7. annulla Pratica Gestione delle anagrafi nazionali delle specie animali 2 3 7 7 1 iscrizione di un allevamento 2 iscrizione di un’impresa 3 variazione dei dati anagrafici degli operatori del settore zootecnico 4 iscrizione dei capi nati in stalla 5 prenotazione dei contrassegni identificativi 6 richiesta di ristampa dei contrassegni 7 visualizzazione della situazione di stalla degli allevamenti di competenza Totale servizi collaudati 24 115 Rapporto 2006 sul sistema camerale Tabella 3.1.3. Nuovi servizi integrati (in fase di collaudo) Amm.zione proponente Ministero Ambiente Progetto Registro produttori/venditori di materiale elettrico e dichiarazione rifiuti (MUD) ad un elenco presso la Camera di commercio competente per ter1. iscrizione ritorio annuale da parte degli stessi soggetti dei dati relativi ai quantita2. trasmissione tivi di RAEE immessi sul mercato Ministero Beni Accesso in consultazione agli atti di tutela dei beni culturali culturali 1. accesso in consultazione agli atti di tutela dei beni culturali 2. aggiornamento banca dati dei vincoli Ministero delle Richieste autorizzazioni e concessioni nel settore telecomunicazioni Comunicazioni 1. compilazione e trasmissione di domande amministrative di vario genere in relazione alla posizione amministrativa della 2. interrogazioni società 3. pagamento on line a fronte di oneri previsti dalla legge Ministero della Albo fornitori e codifica NATO materiali approvvigionati Difesa 1. iscrizione on line all’albo dei costruttori della Difesa on line della codificazione dei materiali acquisiti dalla Difesa secondo 2. gestione gli standard NATO Agenzia delle Richiesta di tutela di marchi e brevetti registrati Dogane 1. trasmissione delle istanze di tutela per via telematica Tot. servizi da collaudare 2 2 3 2 2 Agenzia delle Entrate 2. informazioni sui sequestri di merce contraffatta Richieste di verifica di correttezza del Codice fiscale e di operatività della Partita IVA Posizione fiscale complessiva del contribuente INPS Rilascio della Partita IVA Estensione ai commercianti delle filiere di apertura e movimentazione di un’attività. 1. apertura di attività 2 INPS 2. variazione di attività Estensione alle imprese agricole delle filiere di apertura e movimentazione di un’attività. 1. apertura di attività 2 INPS 2. variazione di attività Estensione ai coltivatori diretti delle filiere di apertura e movimentazione di un’attività. 1. apertura di attività 2 1 1 1 2. variazione di attività (segue) 116 3. L’Azione di servizio (segue) Tabella 3.1.3. Nuovi servizi integrati (in fase di collaudo) Amm.zione proponente Progetto Tot. servizi da collaudare INPS Richiesta di visita fiscale per un lavoratore temporaneamente assente 1 Ministero del Lavoro Invio delle comunicazioni obbligatorie concernenti la movimentazione della forza lavoro 5 1. visura azienda 2. gestione comunicazione obbligatoria 3. lista comunicazioni obbligatorie 4. visura comunicazione obbligatoria 5. notifica comunicazione obbligatoria Ministero Sviluppo Economico Gestione degli adempimenti riferiti all’organizzazione di manifestazioni a premio 6 1. comunicazione di apertura/modifica di concorso (mod. CO1) 2. comunicazione di chiusura manifestazioni a premio (mod. CO2) 3. operazione a premi (mod. OP1) 4. gestione cauzione 5. funzioni di controllo specifico (segnalazioni e richiesta documentazione) 6. cessazione della manifestazione a seguito di violazione della norma Gestione dei permessi di import-export relativi a merci contingentate 9 1. richiesta rilascio titolo 2. revisione titolo 3. variazione titolo 4. proroga titolo 5. annullamento titolo 6. cessione titolo svincolo cauzione 7. stato dei titoli 8. stato delle richieste 9. lista prodotti Ricerca su base di dati contenente i marchi depositati Ministero della Richiesta di autorizzazione all’apertura di stabilimenti di produzione e distriSalute buzione alimenti 1 3 1. richiesta di autorizzazione di un’azienda e tracking dello stato della pratica 2. variazioni della ragione sociale di una ditta 3. variazioni strutturali di uno stabilimento Sistema nazionale reti di sorveglianza sanità animale 1 (segue) 117 Rapporto 2006 sul sistema camerale (segue) Tabella 3.1.3. Nuovi servizi integrati (in fase di collaudo) Amm.zione proponente Agenzia del Territorio Tot. servizi da collaudare Progetto Servizi per le imprese relativi alla ricerca continuativa di soggetti presenti nelle formalità ipotecarie 2 1. monitoraggio di una sequenza di soggetti via internet 2. monitoraggio di una sequenza di soggetti via porta applicativa Salute Gestione delle anagrafi nazionali delle specie animali 1. iscrizione dei capi importati 2. acquisto o cessione capo da allevamento italiano 3. macellazione/abbattimento capo 4. validazione assegnazione dei contrassegni identificativi 5. distribuzione dei contrassegni identificativi 6. conferma avvenuta consegna dei contrassegni identificativi 7. sostituzione marche per smarrimento 8. comunicazione furto di marche, passaporti o animali 9. sostituzione passaporto per smarrimento 11 10. richiesta stampa passaporti da parte dei fornitori, dei dati anagrafici delle aziende 11. interrogazione, richiedenti contrassegni identificativi Totale servizi da collaudare 59 Trascorsi due anni dall’avvio del sistema, si può affermare che il numero e la natura dei servizi integrati esposti è ormai tale da costituire un incentivo affinché le imprese si dotino della CNS che è lo strumento indispensabile per accedere alla scrivania virtuale e quindi a tutti i servizi disponibili. In tal senso, il portale delle imprese, rappresentando una concreta occasione d’utilizzo della CNS, ne favorisce la diffusione. A fare data da aprile 2007, il portale si è arricchito di un ulteriore strumento di supporto all’utenza denominato S.I.R. (Suggerimenti, Informazioni e Riferimenti). Il servizio fornisce indicazioni sugli adempimenti che devono essere posti in essere nei confronti della Pubblica Amministrazione a fronte dei principali eventi relativi alla nascita ed alla gestione di un’impresa. Le indicazioni fornite sono da considerarsi “suggerimenti” rivolti ad un primo orientamento. La ricerca degli adempimenti avviene per passi successivi: il primo consiste nello scegliere il settore di attività di interesse attraverso una parola chiave oppure parte di essa, ovvero una classe di attività o il codice ISTAT. Per il futuro, il portale si prepara ad allargare i servizi integrati guardando verso le realtà locali, non solo perché si tratta del naturale sviluppo successivo alla proposta di 118 3. L’Azione di servizio Figura 3.1.4. Link a S.I.R. (Suggerimenti, Informazioni e Riferimenti) cooperazione offerta alle amministrazioni centrali, ma soprattutto perché opportuno, se non addirittura, indispensabile. Basti qui ricordare le funzioni delle amministrazioni locali nel rapporto impresa-P.A., funzioni che trovano conferma anche nella strategia europea volta alla semplificazione delle procedure d’avviamento dell’attività d’impresa. Entro l’anno corrente l’obiettivo “un’impresa in 7 giorni” dovrebbe divenire realtà in tutta Europa e gli sportelli unici (in Italia gestiti dai comuni) saranno il centro del procedimento amministrativo. L’offerta di un servizio integrato tra tutte le amministrazioni (locali e centrali) coinvolte nel procedimento è nell’interesse delle imprese (… e del Sistema camerale). Il portale è oggi il luogo deputato all’integrazione dei servizi, aprirlo alla cooperazione delle istituzioni locali comporterebbe: da un lato, vantaggi tangibili per gli utenti che in un unico ambiente potrebbero svolgere tutti gli adempimenti richiesti; dall’altro, il consolidamento e la crescita dello strumento. 119 Rapporto 2006 sul sistema camerale Tabella 3.1.4. I Portali europei: un’analisi di benchmark Paese URL Servizi Servizi Accessibilità integrati di interazione Multicanalità on line http://www.help.gv.at/Content.Node/ index_buerger.html x x x - Belgio http://www.belgium.be/ x x x x Bulgaria http://www.government.bg/fce/index. shtml?s=001&p=0023 http://www.cyprus.gov.cy/portal/portal.nsf/dmlcitizen_gr/dmlcitizen_ gr?OpenDocument - - - - - x - x Danimarca http://www.100svar.dk/english_frame.asp - - - - Estonia http://www.eas.ee/?lang=est - - x - Finlandia http://www.yrityssuomi.fi/liston/portal/ page.lsp?I=fi http://www.entreprises.minefi.gouv. fr/index.htm - x - - - x - x Germania http://www.bund.de x x x - Grecia http://www.e-gov.gr/index. php?newlang=greek http://www.basis.ie/home/home.jsp?pca tegory=10055&ecategory=10055&lang uage=EN - - x - x x - - http://www.impresa.gov.it x x x - Lettonia http://www.liaa.gov.lv/?object_id=789 - x - - Lituania http://www.svv.lt/index.php/en/30935/ - - - - Austria Cipro Francia Irlanda Italia Lussemburgo http://www.entreprises.public.lu/ - - x - Malta http://www.gov.mt/index.asp?I=2 - x x - Paesi Bassi http://www.overheid.nl/ x x x - Polonia http://www.kprm.gov.pl/ - - - - Portogallo http://www.portaldaempresa.pt/cve/pt x x - x Regno Unito http://www.businesslink.gov.uk/bdotg/ action/home http://www.businessinfo.cz/default. Rep. Ceca asp?MainPage=MAIN x x x - x - x - Romania http://www.e-guvernare.ro/ - x x - Slovacchia http://www.nadsme.sk/ - - - - Slovenia http://www.pcmg.si/index.php - - x - Spagna http://www.060.es/index-ides-idweb.jsp - x x x Svezia http://www.swedishtrade.se/ - - - - Ungheria http://www.magyarorszag.hu/english - - - x 120 3. L’Azione di servizio Dall’analisi condotta da Retecamere sui siti istituzionali dei 27 Paesi membri dedicati alle imprese, si è evinto che più del 55% dei siti web offre servizi integrati on line e più del 51% degli stessi assicura agli utenti servizi di interazione. Dati ben diversi riguardano invece la certificazione di accessibilità, essa è infatti ancora poco diffusa nella maggior parte dei Paesi, basti pensare che oltre all’Italia, il cui portale per le imprese ha conseguito la dichiarazione di accessibilità (WC3 CSS; W3C WAI – AI WCAG.1.0), solamente altri 8 Paesi hanno già provveduto ad adeguarsi alle disposizioni in materia. Lo stesso dicasi per la multicanalità che è ancora ampiamente disattesa: solamente 6 Paesi su 27 utilizzano portali in grado di colloquiare con le imprese attraverso più canali interattivi. La presenza on line del Sistema camerale Una recente indagine4 ha messo in evidenza come gli intermediari utilizzino i servizi on line erogati dalle Camere di commercio più di quanto lo facciano le imprese; e questo, sebbene le imprese abbiano espresso, su una scala da 1 a 10, un giudizio di gradimento sui servizi telematici esposti sui siti camerali ancor più positivo di quello – peraltro più che sufficiente – fornito dai professionisti. Tabella 3.1.5. Servizi on line delle Camere di commercio: utenti e gradimento Servizi on line 1 % di utilizzo del servizi on line (imprese) % di utilizzo del servizi on line (intermediari) Indice di gradimento dei servizi on line (imprese)1 Indice di gradimento dei servizi on line (intermediari)1 17% 26% 7,7 6,7 Indice medio: scala 1-10. Tale apparente paradosso può essere in parte spiegato riflettendo sul “rifiuto” che ancora moltissime P.M.I. italiane mostrano nei confronti dell’ICT e dell’offerta di servizi on line e sulla maggiore rassicurazione che traggono dal ricorso all’intermediazione di professionisti. Gran parte delle imprese, nel dialogare con la P.A., prediligono ancora il ricorso ai canali indiretti per una questione di costi-opportunità: gli oneri connessi all’intermediazione restano minori di quelli che le imprese dovrebbero sostenere per dotarsi degli strumenti informatici e del know-how necessari ad utilizzarli. Alla luce di quanto detto e tenendo conto del gradimento di tali servizi da parte delle imprese, si può però ben sperare per il futuro: se l’impedimento principale all’uso del canale diretto è legato ai costi opportunità, le azioni intraprese dai policy makers 4 Retecamere (con la collaborazione di Publica ReS): Informazione e comunicazione: per la costruzione di un nuovo rapporto con i territori – pubblicata nel marzo 2007. 121 Rapporto 2006 sul sistema camerale e volte a ridurre il digital-divide, dovrebbero condurre nel medio periodo ad un uso più massivo dei servizi on line da parte delle imprese. Un ruolo fondamentale in tale partita è, inoltre, giocato dal progressivo allineamento dei siti della P.A. centrale e locale ai requisiti dell’usabiltà e dell’accessibilità che rendono più semplice l’accesso alle informazioni ed ai servizi on line ed incentivano le imprese ad utilizzare il canale telematico. A tale proposito, il positivo giudizio espresso dalle imprese sui servizi erogati in via telematica sembrerebbe non essere casuale, quanto piuttosto legato alla sensibilità che le Camere stanno mostrando nei confronti delle problematiche connesse all’usabilità e all’accessibilità: molte di esse stanno già provvedendo a rendere i loro siti conformi a tali caratteristiche. Ulteriori dati, rilevati nel corso dell’indagine condotta da Retecamere, indicano che i canali interattivi preferiti dalle imprese e dagli intermediari sono costituiti da internet e dalla posta elettronica; le newsletter, invece, risultano maggiormente apprezzate dai liberi professionisti. Segnale questo che forse deve far riflettere alcune Camere di commercio sul fatto che la pure virtualizzazione della comunicazione rivolta alle imprese, senza un’attenzione profonda sulle modalità di linguaggio che debbono essere coerenti al media di comunicazione scelto, non garantisce di per sé il raggiungimento del risultato atteso. Figura 3.1.5. Servizi di interazione presenti nei siti delle Camere di commercio 100% 92% 75% 59% 50% 25% 0% Newsletter / Mailing list Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 122 Info via mail 3. L’Azione di servizio Questo sembrerebbe confermare il fatto che le imprese prediligono un accesso alla notizia immediato e facilitato da un linguaggio semplice e poco “burocratico”. Ciò naturalmente non implica che non vada evidenziato ed apprezzato il grande lavoro svolto di concerto negli anni passati dalle Camere e dagli intermediari per la diffusione del digitale, collaborazione che ha lasciato alle imprese il tempo necessario per adeguarsi progressivamente al cambiamento di scenario. I dati rilevati nell’Osservatorio confermano poi che più della metà delle Camere offre agli utenti servizi interattivi, in particolare il 59% delle Camere di commercio si avvale della newsletter quale mezzo di comunicazione con l’utenza; il 92% preferisce inviare informazioni tramite e-mail (Fig. 3.1.5.). Infine, merita rilevare come oramai nella gran parte dei siti camerali siano presenti rubriche e mailing list degli uffici; mappe di navigazione; e motori di ricerca. Viceversa, solo un terzo dei siti offre anche il servizio di FAQ (tab. 3.1.6.). Tabella 3.1.6. Servizi offerti dai siti delle Camere di commercio Tipologia di servizio % Camere che presidiano questi canali Rubrica uff./indirizzi e-mail 86,41 Mappa navigazione 74,76 Motore di ricerca 73,79 FAQ 29,13 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 123 Rapporto 2006 sul sistema camerale I progetti sul territorio Camera di commercio ANCONA AOSTA AREZZO ASTI BRESCIA CASERTA CATANZARO CHIETI COMO CREMONA CROTONE CUNEO FERRARA FORLI’ CESENA GROSSETO LODI LUCCA MACERATA MASSA CARRARA Titolo progetto Partenariato Customer Relationship Management della rete camerale Progetto “Partout - rete regionale pubblica amministrazione” Tavolo coordinamento provinciale per le Provincia di Arezzo, Enti locali politiche di e-Government SUAP provinciali, Comuni della Progetti “Rete sportelli unici” Provincia di Asti, Unioni collinari, Comunità montana Customer Relationship Management per promozione e comunicazione dei servizi promozionali Sperimentazione del Protocollo informa- ASL Caserta1, Comuni di S.Nicola la tico - interoperabilità tra PA strada, Marcianise, Maddaloni Customer Relationship Management per promozione e comunicazione dei servizi promozionali Customer Relationship Management per promozione e comunicazione dei servizi promozionali Realizzazione di convegni promozionali sulla CNS e sua integrazione con il portale delle imprese Customer Relationship Management per promozione e comunicazione dei servizi Camere di commercio lombarde promozionali Customer Relationship Management per promozione e comunicazione dei servizi promozionali Customer Relationship Management per promozione e comunicazione dei servizi Camere di commercio del Piemonte promozionali Creazione nuovo portale web e portale vocale integrato con la telefonia VOIP e messaggistica SMS Progetto pluriennale “SIMET - sistema integrato di monitoraggio economia del territorio” Progetto di digitalizzazione dei flussi documentali interni Progetto “eLaus” Customer Relationship Management per promozione e comunicazione dei servizi promozionali Diffusione dei servizi camerali anagrafici, certificativi e statistici a tutti i Comuni Provincia di Macerata del territorio provinciale Avvio della società consortile “P: Provincia di Massa, Comunità montana MS:web” per politiche comuni di edella Lunigiana, Comuni di Massa e Government Montignoso (segue) 124 3. L’Azione di servizio (segue) I progetti sul territorio Camera di commercio UDINE Titolo progetto Servizi di e-government per le imprese del distretto industriale del mobile imbottito della Provincia di Matera Customer Relationship Management per promozione e comunicazione dei servizi promozionali Customer Relationship Management per promozione e comunicazione dei servizi promozionali Progetto di CRM: sviluppo della fase inbound Interoperabilità del protocollo informatico Promozione e rilascio della CNS Gestione integrata del portale per le imprese e della CNS Progetto “Trasmissione telematica tramite PEC delle comunicazione relative alle procedure concorsuali” Progetto “Agenda territoriale” Accordo di collaborazione per lo sviluppo dell’ e-government tra Camera e Provincia di Sondrio Progetto “Workflow - gestione automatizzata dei flussi documentali” Gestione integrata del portale per le imprese e della CNS Diffusione della CNS e della posta certificata Customer Relationship Management per promozione e comunicazione dei servizi promozionali Customer Relationship Management per promozione e comunicazione dei servizi promozionali CRM per l’invio della newsletter camerale VENEZIA Progetto “Public & business workspace” (finanziamento fondi Docup ob. 2) VERCELLI Gestione integrata del portale per le imprese e della CNS Progetto di Customer Relationship Management della rete camerale MATERA NOVARA PISA POTENZA PRATO RAGUSA REGGIO CALABRIA REGGIO EMILIA SALERNO SONDRIO TERAMO TERNI TORINO TREVISO TRIESTE VITERBO Partenariato Regione Basilicata Camere di commercio del Piemonte Associazioni di categoria Tribunale di Reggio Emilia Provincia, Comuni e Comunità montane, Associazioni imprenditoriali di categoria Comune di Venezia, Comune di Concordia Sagittaria, Associazioni di categoria 125 Rapporto 2006 sul sistema camerale 3.2 Internazionalizzazione Tabella 3.2.1. I numeri di “Internazionalizzazione” 93 73 47 Camere di commercio hanno svolto, nel corso del 2006, attività per l’internazionalizzazione delle imprese italiane Sportelli al pubblico dedicati all’internazionalizzazione Antenne e desk all’estero gestite direttamente dalle Camere di commercio di cui: 22 in Europa 11 in Asia 8 in Sud America 3 in Nord America 3 in Africa 148 77 188 5.070 Partecipazioni dirette a fiere e mostre all’estero Missioni commerciali all’estero Delegazioni estere ricevute in Italia Aziende che hanno partecipato ad attività promozionali inerenti l’internazionalizzazione di cui: 1.509 Aziende hanno partecipato a fiere e mostre all’estero 627 Aziende hanno partecipato a missioni commerciali all’estero 2.934 Aziende coinvolte nel ricevimento di delegazioni 12 51 14 8 62 Joint venture promosse Accordi di distribuzione e collaborazione commerciale Iniziative di promozione agli investimenti diretti Accordi per acquisto di licenze, marchi e brevetti Iniziative di collaborazione con Camere di commercio di altri Paesi di cui: 31 in Europa 9 in Nord America 7 in Asia 8 in Sud America 6 in Africa 263 9.070 29 126 Attività formative Partecipanti ad attività formative inerenti l’internazionalizzazione Camere di commercio hanno pubblicato riviste e/o bollettini specializzati in tema di scambi con l’estero nel corso del 2006 3. L’Azione di servizio 22.849 28.034 73 10 65 28 17,1 Attività di consulenza alle imprese erogate dalle Camere di commercio Utenti di attività di consulenza erogate dalle Camere di commercio Camere di commercio italiane all’estero Centri Estero Regionali Eurosportelli Camere di commercio italo-estere Milioni di euro liquidati per l’internazionalizzazione dalle Camere di commercio Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 L’azione del Sistema camerale per l’internazionalizzazione presenta un quadro con notevoli elementi di novità. Le Camere si trovano ad operare in un contesto competitivo particolarmente delicato per il Sistema-Paese, in cui emergono nuove economie fortemente votate all’export come quelle cinese ed indiana; in cui mercati tradizionalmente ricchi come quelli europei assorbono di meno; ed in cui, infine, alcuni Paesi concorrenti hanno attuato una decisa specializzazione produttiva nei settori a maggiore valore aggiunto. Il primo dato che emerge è come si sia affermato ulteriormente il ruolo delle aziende speciali per l’internazionalizzazione. Sono oggi 62 le Aziende speciali che si occupano, insieme ad altre competenze, di servizi ed attività a supporto dell’internazionalizzazione; tra queste, un numero considerevole svolge tale attività come competenza principale o esclusiva. Si è estesa l’esperienza di desk, antenne all’estero gestite dalle strutture camerali, generalmente in collaborazione con le Camere di commercio italiane all’estero. La grande importanza che va assumendo l’Asia come macro-area di sviluppo del commercio internazionale è testimoniata dall’incremento delle antenne e desk in Asia gestite dal Sistema, passate in un anno da 7 a 11, su un totale di 47 (123 con quelle delle Aziende speciali). Il consolidamento delle relazioni e della collaborazione con le Regioni si caratterizza sicuramente come uno degli obiettivi strategici su cui più intensamente si stanno confrontando le Unioni Regionali; in tale ambito, l’azione di coordinamento e progettuale delle Unioni Regionali trova il tema dell’internazionalizzazione tra quelli più ricorrenti. A questo proposito, si segnala come sia in corso un processo di razionalizzazione dei dati relativi al numero di delegazioni estere ricevute nel nostro Paese; mentre si confermano mediamente in crescita nel triennio – anche se con analogo percorso di ottimizzazione e di riduzione in termini assoluti – sia le missioni commerciali organizzate all’estero per la promozione delle nostre imprese, che il supporto alla partecipazione a fiere e mostre da parte dei nostri operatori. Allo stesso modo, nel corso dell’ultimo quadriennio risulta una forte razionalizzazione dei processi di utilizzo degli strumenti a supporto dell’internazionalizzazione delle 127 Rapporto 2006 sul sistema camerale Figura 3.2.1. La distribuzione del numero di antenne e desk rispetto ai continenti interessati - (valori assoluti) 2 Nord America 3 4 Africa 3 6 Sud America Iniziative di collaborazione con8 Camere di commercio di altri Paesi 7 Asia 11 21 Europa 22 26 Camere di commercio italiane all'estero 0 5 Camere di commercio italo-estere 10 15 2006 Milioni di € liquidati per l'internazionalizzazione dalle Camere di commercio 20 25 2005 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 imprese, segnalano il ricorso alle joint venture, la chiusura di accordi di distribuzione e collaborazione commerciale e la realizzazione di IDE. Tale processo di coordinamento e consolidamento è coerente con la legge costituzionale n. 3 del 2001 che ha inserito la materia del commercio estero tra quelle di legislazione concorrente tra lo Stato e le Regioni. In questo ambito, ci sono anche casi di riconoscimento del ruolo del Sistema camerale a livello di legislazione regionale. Un esempio importante in tal senso si è avuto con la costituzione della Società consortile per azioni per l’internazionalizzazione del sistema Piemonte (l.r. del 13 marzo 2006 n. 13) che vede come soci fondatori la Regione stessa e le Camere di commercio, e destinata a sostituire, nell’attività e nella funzione, il Centro Estero delle Camere di commercio. Un quadro in movimento dunque che corrisponde, come sempre nella vita del Sistema camerale, ai mutamenti intervenuti nel tessuto istituzionale e produttivo del nostro Paese. 128 3. L’Azione di servizio Figura 3.2.2. Il numero di attività svolte per l’internazionalizzazione per tipologia: 2003-2006 188 234 229 Ricevimento di delegazioni estere in Italia 189 148 167 Partecipazione a fiere e mostre all'estero Iniziative di collaborazione con Camere di commercio di altri Paesi 188 106 77 Organizzazione di missioni commerciali con operatori all'estero 81 86 56 0 50 100 2003 150 2004 200 2005 250 2006 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 La stessa Unioncamere è stata, di conseguenza, investita da un percorso per certi aspetti nuovo. In materia di internazionalizzazione, l’Unione ha voluto potenziare, in primo luogo, la componente di struttura a servizio delle Camere di commercio. Proprio con questa finalità, nel luglio 2006, Unioncamere ha voluto affiancare le strutture più rappresentative del Sistema camerale in termini di internazionalizzazione nella realizzazione di una missione imprenditoriale nella Repubblica Popolare Cinese. Tale modalità di lavoro, specificatamente rivolta al Sistema delle imprese, viene rinnovata nel 2007 con le missioni imprenditoriali programmate in Messico, Cina e Russia. Unioncamere rimane, tuttavia, anche una istituzione che dialoga con il Ministero del Commercio Internazionale e Ministero degli Affari Esteri con propri Accordi di Programma, che consentono al Sistema camerale di interagire con i maggiori soggetti preposti ad attività di internazionalizzazione quali ICE ed associazioni di categoria. Con l’ICE, in particolare, i programmi congiunti di attività realizzati annualmente con il Sistema camerale rappresentano un modello di complementarietà nell’azione di soggetti pubblici preposti ad attività di internazionalizzazione. 129 Rapporto 2006 sul sistema camerale Unioncamere ha rafforzato questo carattere di istituzione a servizio della politica estera del Paese supportando il Ministero del Commercio Internazionale ed il Ministero degli Affari Esteri in alcune grandi aree geo-economiche come nel caso della legge 21 marzo 2001, n. 84 recante Disposizioni per la stabilizzazione, la ricostruzione e lo sviluppo dell’area balcanica. Un ulteriore, importantissimo campo di attività per l’Unioncamere è quello dello sviluppo degli strumenti informativi ed in generale delle reti telematiche, con particolare riferimento a Globus e ad Extender, unitamente al progetto realizzato da Mondimpresa nei mesi scorsi denominato “Accordi”. Si è trattato soprattutto di sviluppare non tanto le infrastrutture, ormai acquisite e ben consolidate, quanto la parte relativa all’utilizzo dei servizi in esse contenuti, spesso indirizzati indistintamente ad imprese ed utenti istituzionali, senza un’adeguata campagna di promozione e di comunicazione mirata, elemento indispensabile ad assicurare maggiori successi a tutte le iniziative del Sistema camerale in questo campo. A questo proposito si è realizzata – a partire dall’inizio dei primi mesi dell’anno 2007 – un’adeguata azione di divulgazione sul Sistema camerale, sul mondo associativo, Figura 3.2.3. Gli obiettivi perseguiti dalle iniziative di collaborazione con Camere di commercio di altri Paesi 4 Accordi per acquisto di licenze, marchi e brevetti 8 8 9 Joint venture (società miste) 19 17 9 Investimenti diretti 20 19 29 Accordi di distribuzione e collaborazione commerciale 48 44 2004 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 130 2005 2006 3. L’Azione di servizio Figura 3.2.4. Le tematiche di consulenza maggiormente richieste in ambito di internazionalizzazione nel 2006 (valori %) Partecipazione a finanziamenti comunitari o internazionali 5,9% Partecipazione a progetti comunitari 3,4% Aspetti fiscali 3,0% Stesura di contratti 2,6% Partecipazione a gare d'appalto 0,8% Assistenza ad iniziative imprenditoriali di investimento produttivo diretto 4,5% Dogane e trasporti 15,1% Aspetti finanziari e assicurativi 3,4% Orientamento / Informazione 61,3% Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 sulle istituzioni locali e sulle altre strutture presenti sul territorio nazionale al fine di rendere maggiormente conosciuto e quindi utilizzabile la vasta gamma di servizi in essi contenuti. Gli Accordi di Programma con il Governo e l’intesa operativa ICE/ Unioncamere Le intese operative che Unioncamere stipula annualmente con l’ICE sono la diretta conseguenza dell’Accordo di Programma a suo tempo sottoscritto con il Ministero del Commercio Internazionale. ICE e Sistema camerale promuovono, pertanto, un programma congiunto di attività composto da progetti in materia di promozione, cooperazione industriale e formazione. L’impegno finanziario per la promozione dei progetti si è andato via via estendendo, coinvolgendo, a partire dal 2004, le stesse imprese interessate a partecipare alle iniziative. In questi anni, le iniziative concordate hanno interessato comparti quali l’agroalimentare, l’abitare, la meccanica, le filiere della moda e dell’oro, la nautica e diverse aree geo-economiche con particolare riferimento a quelle del BRIC (Brasile, Russia, India, Cina), al Giappone, al NAFTA, al Mercosur ed ai Paesi dell’area MEDA. 131 Rapporto 2006 sul sistema camerale Nel 2006 si è voluto incentrare il programma di attività su progetti di filiera sui quali, nella fase di elaborazione, è stato coinvolto il mondo associativo. Oltre questi progetti specifici, sono stati inseriti quattro progetti speciali: • “Sapori d’Italia nel mondo, l’agroalimentare italiano in Cina, USA e Corea del Sud”, per la promozione del settore agroalimentare in Estremo Oriente; • “Fiera immobiliare MIPIM e internazionalizzazione dei mercati immobiliari locali”, per favorire la partecipazione dell’imprenditoria italiana alla fiera immobiliare di Cannes del marzo 2007; • “Promozione internazionale dell’editoria italiana”, per favorire la partecipazione dell’imprenditoria italiana a IBF – International Book Forum e BFB – Book Film Bridge (borse internazionali di incontri B2B organizzati presso la Fiera Internazionale del Libro di Torino 2007). Unioncamere gestisce, congiuntamente con ICE, un quarto progetto speciale che prevede la promozione sulla stampa nazionale del programma di attività. Le missioni di sistema Tra le attività di sistema rivestono particolare importanza quelle legate alle missioni istituzionali del Sistema camerale. Se ne traccia una breve sintesi. INDIA: la missione in India, realizzata dal 10 al 14 febbraio ha rappresentato il conseguimento di un importantissimo risultato, poiché il sistema delle Camere di commercio – in posizione paritetica rispetto agli altri soggetti organizzatori – ha collaborato con Confindustria, ABI, ICE ed ovviamente con la Presidenza del Consiglio, nella realizzazione di questa iniziativa, a complemento della visita governativa indiana, svoltasi in Italia nello scorso mese di novembre. Si è trattato di una missione finalizzata principalmente al raggiungimento di due obiettivi: in primis i tradizionali incontri d’affari tra P.M.I. italiane ed indiane e, in secondo luogo, alcuni incontri tecnici su specifici settori economici, con riferimento agli strumenti finanziari a sostegno degli investimenti nelle aree interessate. CINA: proprio per favorire iniziative imprenditoriali da e verso la Cina, è stato stipulato un accordo di cooperazione con il CCPIT, l’organismo camerale cinese omologo ad Unioncamere. D’intesa con le strutture camerali specializzate in materia di internazionalizzazione è stata effettuata una missione imprenditoriale in Cina, nel luglio 2006, che ha coinvolto 23 imprese proprio in attuazione dell’accordo sottoscritto con il CCPIT. Per il 2007, invece, si è ipotizzata la realizzazione di una nuova missione imprenditoriale avente ad oggetto le nuove tecnologie ed i temi legati all’Information & Comunication Technology. Il contributo delle organizzazioni di sistema Il Gruppo delle Strutture Camerali per l’Internazionalizzazione: la particolare esigenza di internazionalizzazione avvertita dalle aziende italiane nell’ultimo decennio ha sollecitato le Camere di commercio ad una risposta che fosse di sostegno nel penetrare e nel praticare i mercati esteri ed, altresì, nell’attirare i capitali e gli investimenti stranieri sul nostro territorio. 132 3. L’Azione di servizio Tra le molteplici articolazioni in cui tale azione si è tradotta rientra a pieno titolo la nascita e lo sviluppo del Gruppo delle Strutture Camerali per l’Internazionalizzazione: un tavolo permanente e strutturato di confronto e concertazione tra soggetti del mondo camerale italiano (Unioni regionali, Centri Estero, singole Camere di commercio, Aziende speciali ed Eurosportello facenti riferimento alle provincie di Torino, Milano, Vicenza, Firenze ecc.) che – insieme ad Unioncamere – intendono capitalizzare il proprio know-how mettendo a fattore comune un sistema di relazioni, sviluppando reti di cooperazione volte all’internazionalizzazione, sempre nel rispetto del più ampio contesto istituzionale territoriale e dell’articolata realtà camerale. Le Camere di commercio italiane all’estero: il sistema delle Camere di commercio italiane all’estero (CCIE) è un network di organizzazioni a base associativa imprenditoriale di natura bi-nazionale, per la promozione dell’internazionalizzazione, organicamente e istituzionalmente inserito all’interno del sistema italiano di promozione all’estero, per radicare la presenza delle imprese sui mercati mondiali. Oggi le Camere di commercio italiane all’estero che partecipano ad Assocamerestero sono 73, attive in 48 Paesi del mondo che coprono l’84% delle esportazioni complessive italiane; associano 23.000 imprese italiane e locali, dispongono di circa 500 dipendenti ai quali si aggiungono gli oltre 1.300 amministratori che svolgono un’azione importante per il radicamento della presenza sui mercati esteri. Ulteriore strumento a disposizione del Sistema è rappresentato dalle antenne e desk all’estero gestite direttamente dalle Camere di commercio. Tali strutture hanno raggiunto nel 2006 il numero di 47, di cui 22 in Europa, 11 in Asia, 8 in Nord America e 3 in Africa. Le Camere Miste: la rete delle Camere miste è in continua espansione. Ogni anno giungono alla Sezione diverse richieste di iscrizione all’albo delle Camere di commercio italo-estere o estere in Italia da parte di enti e associazioni imprenditoriali in rappresentanza di nuovi Paesi ed aree geografiche. Le Camere miste attualmente riconosciute dal Ministero sono 28; la maggior parte di esse – 23 – sono Camere bilaterali alle quali si affiancano 5 Camere regionali, dedicate a sviluppare le relazioni economiche tra il nostro Paese e un ampio numero di Paesi appartenenti alla stessa area geografica. Nel complesso, le Camere miste sono in grado di offrire servizi per l’internazionalizzazione in oltre 60 Paesi del mondo e ad oltre 5.600 associati, italiani ed esteri. I Programmi di sistema Il progetto “Network” per l’internazionalizzazione: l’iniziativa mira a rafforzare la conoscenza all’interno della rete camerale delle varie attività in tema di internazionalizzazione, in quanto aspetti importanti da presidiare per una rete che vuol fare “sistema” quale quella camerale. 133 Rapporto 2006 sul sistema camerale È stato pertanto da un lato avviato un percorso di informazione sulle principali attività promosse dal Comitato di Presidenza di Unioncamere e dall’area internazionalizzazione stessa che vengono comunicate periodicamente via posta elettronica al network; dall’altro, Unioncamere intende realizzare un monitoraggio delle principali azioni svolte dalle Camere di commercio e dalle proprie strutture (Aziende speciali, Centri estero, Unioni regionali ecc.) sui temi dell’internazionalizzazione, rendendo visibile da tutti i punti del territorio la numerosa mole di azioni svolte. Il progetto “Balcani” e la legge 84/2001: la legge 21 marzo 2001, n. 84 reca Disposizioni per la partecipazione italiana alla stabilizzazione, alla ricostruzione e allo sviluppo dei Paesi dell’area balcanica. Questa legge ha, a suo tempo, individuato in Croazia, Serbia e Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Albania, Romania e Bulgaria i sette Paesi destinatari di interventi pubblici ripartiti tra il Ministero degli Affari Esteri, per la cooperazione allo sviluppo, ed il Ministero del Commercio Internazionale, per la promozione del sistema delle imprese. La legge ha assunto una valenza strategica per il Sistema camerale in quanto ha previsto all’art. 5, comma 2, lettera f) la “promozione e finanziamento da parte dell’Unione Italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, nell’ambito di una sezione speciale dei finanziamenti previsti per progetti del Sistema camerale dal proprio fondo di perequazione, di progetti presentati da enti del Sistema camerale italiano di provata esperienza e qualificazione”. Iniziativa Centro Europea – INCE: l’Iniziativa Centro Europea – cosiddetta In.CE o CEI nella sua versione in lingua inglese – è nata a Budapest nel 1989, con la denominazione di “Quadrangolare” e su iniziativa dei Ministri degli Esteri di Italia, Austria, (ex) Jugoslavia ed Ungheria. L’In.CE ha sviluppato nel corso degli anni una consistente azione di coordinamento e di dialogo in molti settori in particolare legati alle politiche dei Governi e dei Parlamenti dei Paesi INCE. Accanto alla dimensione governativa e parlamentare di INCE esiste una dimensione economica rappresentata dalle Camere di commercio. In particolare, le Unioni nazionali delle Camere di commercio dei Paesi INCE hanno infatti avviato nel 1995 una rete di cooperazione multiregionale, la cosiddetta CECCI – Central European Chamber of Commerce Initiative (www.unioncamere.net/cei/). Attraverso il CECCI le Camere sviluppano progetti comuni di cooperazione, realizzano scambio di migliori pratiche, attuano iniziative promozionali, consolidano relazioni con i Governi per promuovere lo sviluppo delle imprese a livello locale e regionale; svolgono una missione di consulenza nei confronti dello Stato e di altre pubbliche autorità; esercitano funzioni che sono loro affidate dallo Stato o da altre pubbliche autorità, in coerenza con il principio di sussidiarietà. 134 3. L’Azione di servizio I sistemi informativi e di supporto a disposizione della rete Il Progetto ExTender per i bandi di gara internazionali: il progetto ExTender è frutto dell’intesa operativa siglata in data 24 luglio 2002 – e rinnovata quest’anno – da Assocamerestero, Unioncamere e Ministero per gli Affari Esteri, nel quadro dell’Accordo di programma tra Ministero Affari Esteri e Sistema camerale, con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo del processo di internazionalizzazione del sistema economico italiano. Il progetto prevede un’attività di raccolta di informazioni su gare d’appalto realizzate dalle amministrazioni pubbliche e/o organismi sopranazionali ed internazionali e/o aziende nei settori forniture, lavori e servizi, da parte della rete estera italiana. A partire dal 2006, le informazioni veicolate dal sistema informativo ExTender riguardano oltre alle gare d’appalto internazionali, le notizie di “Early warning – anticipazione di gare e grandi progetti”, ossia notizie acquisite principalmente attraverso contatti con i centri decisionali locali, e che proprio in virtù del carattere “anticipato”, costituiscono una risorsa strategica per favorire lo sviluppo economico del Paese e la competitività del sistema produttivo italiano sui mercati esteri. Finalità di ExTender è favorire una interazione operativa tra reti italiane all’estero, allo scopo di sistematizzare e veicolare un patrimonio informativo di estrema utilità per le imprese italiane, specie quelle piccole e medie che spesso non hanno una struttura organizzativa in grado di raccogliere sistematicamente le informazioni necessarie per affrontare con successo la competizione internazionale. Il portale della rete Globus: il progetto Globus nasce su iniziativa dell’Unioncamere e consiste nell’attività di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese attraverso l’utilizzo di una piattaforma multiterritoriale delle Camere di commercio d’Italia (www. globus.cameradicommercio.it) a supporto dei processi di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. Da gennaio 2006 è on line il nuovo portale, esito di un lavoro di analisi, progettazione, restyling e reingegnerizzazione avviato nel novembre 2004. Un portale ancora più vicino alle piccole e medie imprese interessate a operare sui mercati internazionali, in grado non solo di rilanciare i servizi per l’internazionalizzazione offerti dal Sistema camerale, ma anche di valorizzare e rendere fruibile in modo chiaro e organico il vasto patrimonio informativo disponibile in materia. Una piattaforma che supera, quindi, la logica del “sito vetrina” per rispondere alle reali esigenze del target di riferimento. Un comitato di redazione, organizzato in collaborazione con le strutture camerali per l’internazionalizzazione, si occupa dell’aggiornamento del portale, reperendo le notizie da pubblicare da siti internet della P.A., comunicati stampa e newsletter, e dalle segnalazioni che arrivano dagli Sportelli camerali per l’internazionalizzazione con cui è in diretto contatto. L’esistenza di una redazione centrale e l’utilizzo di regole redazionali comuni assicura alle imprese un’informazione puntuale e mirata e garantisce al Sistema camerale la massima diffusione delle diverse iniziative. 135 Rapporto 2006 sul sistema camerale I progetti sul territorio Camera di commercio ANCONA Titolo progetto Progetto “Affiancamento all’export” Partenariato Esperti di marketing internazionale AREZZO Programma di seminari per l’internazionalizzazione Attivazione sportello provinciale SPRINT Campania (POR Campania 2000-2006) Accordo di programma Regione Lombardia - sistema camerale lombardo (asse2) Progetto promozionale “Business Forum Egitto” Bando per l’internazionalizzazione delle imprese Workshops “Italia - Germania - Canada” Agenzia delle Dogane, Bancaetruria AVELLINO BERGAMO BOLOGNA BRESCIA CALTANISSETTA CATANZARO COMO CREMONA CROTONE CUNEO FERRARA FORLI’ CESENA GENOVA GROSSETO LODI LUCCA MASSA CARRARA NAPOLI ORISTANO Progetto per l’internazionalizzazione dei distretti industriali, filiere produttive e consorzi di imprese Tavolo transfrontaliero per gli accordi bilaterali UE/Svizzera Workshop per il settore packaging con delegazione operatori egiziani in ingresso Regione Lombardia Assindustria Associazioni di categoria, Questura, Inail, Inps, sindacati, organismi svizzeri corrispondenti, Camera di commercio del Canton Ticino Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia Progetto “Programma 2006: promozione Provincia di Napoli, Assessorato all’indelle PMI industriali della Provincia di dustria Napoli” Progetto “SPRINT” Regione Sardegna Progetto “Docere - formazione/promozione nella Repubblica Moldava” PARMA Progetto “Parma cluster India: le tecnologie dell’agro-industria di Parma sul mercato indiano” Sportello per l’internazionalizzazione “Lombardiapoint” 136 Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia Bando per l’internazionalizzazione delle imprese Progetto di valorizzazione opportunità commerciali per l’internazionalizzazione Progetto “La Regione Olimpica: evento Unioncamere Piemonte di promozione internazionale per la valorizzazione del made in italy e l’attrazione di capitali esteri” Progetto di penetrazione commerciale in 14 imprese del territorio germania (Magazzini Kaufhof ) Azioni sull’india previste dal progetto meccatronica Meeting 2006 - Italia-Svizzera Ambasciata Svizzera in Italia, istituzioni svizzere Progetto di promozione commerciale Consorzio Grosseto Export, Rete di “Gdo Hagkaup” distribuzione all’ingrosso “Hagkaup” Progetto “Export manager in azienda” Provincia di Lodi e Centro Estero Camere di commercio lombarde Protocollo di intesa con le Camere di commercio dell’Ungheria per collaborazioni varie Incontri bilaterali per il settore lapideo PADOVA PAVIA Regione Campania, Camere della Campania, ICE, SACE, SIMEST RegioneVeneto, vari Ministeri della Repubblica Moldava, Venetos Grup, Veneto Finanza Unione Industriali di Parma Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia, ICE, SACE, SIMEST 3. L’Azione di servizio PIACENZA PORDENONE RAGUSA REGGIO CALABRIA REGGIO EMILIA SAVONA SONDRIO TERNI TORINO TRENTO TREVISO VERBANIA VERCELLI VERONA VITERBO Accordo con la Regione Emilia Regione Emilia Romagna Romagna per l’avvio degli sportelli SPRINT-ER Progetto “Serbia: una porta verso est (l.r. Camere di commercio della Serbia, 1/2005)” ICE di Belgrado, FINEST, IAL Friuli, Associazioni di categoria, Pordenone Fiere spa, Ambasciata Italiana a Belgrado, UNIDO, Università di Belgrado Workshop Regno Unito e Svezia Comune di Ragusa Progetto pilota per l’internazionalizzazio- Centro Estero delle Camere di commerne delle imprese della Provincia cio della Lombardia Partecipazione fiera di san Liborio a Paderborn Mappatura regionale delle PMI Liguria International, Regione Liguria Accordo di programma tra la Camera e la Banca di Sondrio a sostegno dell’internazionalizzazione Promozione del nuovo archivio “Italiancom” Progetto promozionale tramite desk per le imprese piemontesi 22 operatori del settore agroalimentare provenienti da Usa, Messico e Canada, 19 imprese locali Creazione di desk della Camera a S.Paolo del Brasile, Casablanca, Romania, Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia, Lettonia Progetto “Inde - Interreg” ICE, alcune Regioni dell’Unione Europea Progetto “Paesi & mercati business: Responsabili commerciali, Area manager comunicazione, approccio interculturale di imprese (in collaborazione con il e introduzione ai mercati” Centro Estero Veneto) Progetto “Mercato cinese: opportunità Unindustria, Confartigianato Novara e per le imprese del casalingo e del lapideo VCO, Api Novara e VCO in zona phasing out del Verbano Cusio Ossola” Progetto “Made in Italy in area IN.C.E.” Camere di commercio italiane all’estero e progetto “Russia - investire per credei Paesi INCE e di Russia scere” Progetto aeroporti Verona-MonacoFrancoforte Manifestazione “Summer fancy food Unioncamere Lazio - New York” 137 Rapporto 2006 sul sistema camerale 3.3 Orientamento, formazione, alternanza scuola-lavoro, mercato del lavoro e università Nel corso del 2006 il Sistema camerale ha proseguito nello sviluppo di una serie di attività nel campo della formazione del capitale umano e del mercato del lavoro, finalizzate soprattutto a rafforzare il rapporto tra sistemi formativi e territorio. Ciò anche alla luce dei processi di riforma in atto e dei nuovi spazi ed opportunità, nonché delle nuove funzioni, che si sono venuti prefigurando per le strutture camerali. In tale ambito, l’impegno è stato rivolto soprattutto al potenziamento delle iniziative di rete tese a rafforzare: il rapporto tra scuola, università e territorio; il sistema dell’alternanza scuola-lavoro (in applicazione dell’art. 4 della legge 53/2003 e del relativo decreto legislativo attuativo); le azioni per orientare le scelte formativo-professionali dei giovani e degli adulti; gli Sportelli camerali per i tirocini formativi e di orientamento; gli altri servizi e strumenti (anche in attuazione delle normative di riforma del mercato del lavoro e dei vari accordi istituzionali sottoscritti negli ultimi anni) per facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro e formazione. Tabella 3.3.1. I numeri di “Orientamento, formazione, alternanza scuola-lavoro, mercato del lavoro e università” 79 509 14.949 9.273 34 154 11.028 99 5.389 5,3 Camere di commercio hanno svolto attività d’informazione, orientamento e preformazione al lavoro di cui 32 delegando l’attività alle Aziende speciali Corsi e/o seminari realizzati direttamente dalle Camere Partecipanti a corsi e/o seminari realizzati direttamente dalle Camere di commercio Ore di corsi e/o seminari Camere di commercio hanno svolto attività d’informazione, orientamento al lavoro, accompagnamento e incontro domanda-offerta di lavoro Servizi/attività di informazione e orientamento al lavoro Utenti di servizi d’informazione ed orientamento al lavoro Servizi/attività di accompagnamento e incontro domanda-offerta di lavoro Utenti di servizi di accompagnamento e d’incontro domanda-offerta di lavoro Milioni di € liquidati per “Orientamento, formazione, alternanza scuola-lavoro e mercato del lavoro” dalle Camere di commercio Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 In stretto collegamento con il tema dell’alternanza e del raccordo tra periodi di studio ed esperienze lavorative, particolare impulso è stato dato, inoltre, alla formazione continua e permanente, soprattutto per innalzare i livelli di partecipazione e di coinvolgimento del personale e dei titolari delle piccole e medie imprese nei processi di aggiornamento delle conoscenze e competenze professionali. Si tratta di un elemento (life-long learning) 138 3. L’Azione di servizio sempre più rilevante nelle recenti strategie dell’Unione Europea per l’occupazione e lo sviluppo, in merito al quale numerosi organismi camerali vantano rilevanti esperienze, basate su un utilizzo integrato e combinato di varie metodologie e tecniche didattiche innovative come la formazione a distanza (e-learning). Specifico rilievo ha così assunto l’attività di sostegno e supporto operativo alla fase di start up della nuova Università Telematica del Sistema camerale, denominata “Universitas Mercatorum”. In sintesi, quindi, il Sistema delle Camere di commercio ha attivato e sviluppato un’ampia e diversificata gamma di servizi, concentrando i propri sforzi specialmente sui seguenti ambiti: • supporto, a partire dai dati del Sistema Informativo per l’occupazione e la formazione “Excelsior”, al collegamento tra i vari canali formativi e le esigenze delle imprese e dei diversi territori, nonché alle funzioni ed alle reti di orientamento scolastico-universitario e professionale per favorire, anche attraverso il portale www.jobtel.it, le scelte degli studenti e delle persone in cerca d’occupazione; • realizzazione di un sistema efficiente su tutto il territorio nazionale che garantisca l’inserimento di percorsi in alternanza sia nei licei e nell’istruzione e formazione professionale (in attuazione dell’art. 4 della riforma Moratti) che nell’IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) e nei corsi universitari (lauree triennali e specialistiche), tramite un adeguato supporto progettuale, informativo ed organizzativo per i tirocini formativi ed altri tipi di esperienze in ambito lavorativo, soprattutto per quanto concerne il loro sviluppo nei contesti di piccola impresa, con il supporto dei servizi tecnologici offerti tramite la banca dati ed il portale www.polaris.unioncamere.it; • sperimentazione di nuovi servizi ed iniziative che, partendo dalla rilevazione dei fabbisogni professionali e formativi espressi dalle imprese locali, favoriscano ed accompagnino l’incontro domanda-offerta di lavoro; • sviluppo di una cultura del lavoro imprenditoriale e dell’auto-impiego; • sostegno ai processi di aggiornamento e formazione continua e permanente di imprenditori, manager, quadri e tecnici, con particolare riguardo per gli addetti delle piccole e medie imprese, anche attraverso la nuova Università Telematica “Universitas Mercatorum”. Elemento comune e punto di forza delle azioni in atto è la centralità assunta dal tirocinio formativo e di orientamento, come esperienza diretta sul campo, finalizzata a favorire l’incontro tra giovani ed imprese grazie e all’acquisizione di competenze concretamente spendibili nel modo del lavoro. In generale, quasi l’80% delle Camere di commercio garantisce, direttamente (circa il 60% del totale) o tramite delega alle proprie articolazioni funzionali (il rimanente 40%), attività formative. In questo campo, il Sistema camerale può contare inoltre su un network di oltre 70 strutture specializzate (Aziende speciali o specifici uffici o Sportelli camerali dedicati) distribuite capillarmente su tutto il territorio nazionale. Le dimensioni complessive dell’offerta formativa erogata dal Sistema camerale sono tuttavia di gran lunga superiori; si tenga presente, infatti, che, sulla base delle informazioni (ancora in corso di elaborazione ed analisi) ricavabili dai questionari dell’Osserva- 139 Rapporto 2006 sul sistema camerale Figura 3.3.1. Fonti di finanziamento dei corsi di formazione promossi e/o realizzati direttamente dalle Camere di commercio (valori %) Contributo di altri enti 5,4% Da vendita di servizi 7,5% Contributo diretto camerale e Fondo perequativo 87,1% Contributo diretto camerale e Fondo perequativo Contributo di altri enti Da vendita di servizi Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 torio camerale 2007 relativi alle Aziende speciali è possibile stimare che siano oltre 100 gli organismi camerali impegnati in tale ambito e che essi eroghino complessivamente ogni anno più di 2 mila corsi per un’utenza complessiva pari ad oltre 80 mila allievi. A proposito del profilo finanziario (sempre però limitatamente alle attività promosse e realizzate dalle sole Camere di commercio), emerge il peso nettamente prevalente (oltre l’87%) delle risorse derivanti da contributi diretti delle stesse o comunque da fonti di finanziamento interne al Sistema camerale, a fronte di un 7,5% derivante dalla vendita di servizi sul mercato e di un 5,4% ottenuto da finanziamenti comunitari e contributi di Ministeri, Regioni, Province ed altri enti locali. La maggior parte dei corsi è destinata specificamente a persone già occupate, sia come lavoratori dipendenti sia come imprenditori o lavoratori autonomi. Gli altri destinatari delle iniziative sono disoccupati o inoccupati, nonché diplomandi e diplomati delle scuole tecniche superiori e studenti universitari e laureati. Da notare la crescente diffusione di corsi rivolti indistintamente sia ad occupati che a disoccupati o inoccupati, nonché delle attività formative relative ai percorsi di alternanza scuola-lavoro, cui è appositamente dedicato il paragrafo seguente. L’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO: UN BILANCIO DEI PRIMI QUATTRO ANNI DI VITA DELLE SPERIMENTAZIONI CAMERALI Lo sviluppo e consolidamento del “network” camerale per l’alternanza scuola-lavoro, in parallelo con il varo e l’entrata in vigore del d.lgs. n. 77 (attuativo dell’art. 4 della legge delega di Riforma della Scuola 53/2003 ed attualmente sottoposto a parziale 140 3. L’Azione di servizio revisione)1, sono alcuni degli elementi più rilevanti nel quadro delle iniziative sui temi dell’orientamento e della formazione. Nel 2006 sono, infatti, continuate, per il quarto anno consecutivo, le attività di sperimentazione dell’alternanza che – come noto – vedono le Camere di commercio, per la prima volta, investite di un ruolo istituzionale quali soggetti da coinvolgere in sede di progettazione, attuazione e valutazione di questo tipo di percorsi formativi, nonché come potenziali soggetti di convenzioni per l’accoglienza di studenti in tirocinio formativo. Si sono così sempre più intensificate, in tale ambito, le collaborazioni con scuole ed Uffici Scolastici Regionali per la promozione e la realizzazione di azioni congiunte in applicazione del Protocollo di Intesa del 27 giugno 2003 tra Unioncamere e MIUR (ora Ministero della Pubblica Istruzione), tramite un’apposita linea di finanziamento a valere sul Fondo di Perequazione. Lo scorso anno, secondo i dati tratti dall’apposito monitoraggio, le Province coinvolte in progetti di alternanza scuola-lavoro con il concorso delle strutture camerali (avviati – a valere sul Fondo Perequativo 2003 – a fine 2005 e completati nel 2006) sono salite ad 88, per un numero complessivo di percorsi attuati (tra il 2005 ed il 2006) pari a 576 (199 in più rispetto a quelli avviati e realizzati – sul Fondo dell’annualità 2002 – tra il 2003 ed il 2004). Le scuole impegnate nelle attività di alternanza scuolalavoro chiuse nel 2006 (licei, istituti tecnici, professionali e d’arte) sono state 406, con un incremento del 20% rispetto al precedente periodo di sperimentazione. Il numero di alunni coinvolti, invece, pari a 13.736 (con una media di 34 alunni in alternanza per scuola), è addirittura più che raddoppiato. Lo stesso vale per il numero di imprese: più di 3 mila nel 2006, contro le 1.400 del periodo precedente (vedi tabella sotto). Tabella 3.3.2. Percorsi di alternanza scuola-lavoro cofinanziati dal Fondo Perequativo e realizzati nei quattro anni di sperimentazione: bienni a confronto 2003/2004 2005/2006 85 88 277 576 324 406 5.478 13.736 1.400 3.029 34.820 74.520 4 milioni di 4 milioni di Risorse investite dal Sistema camerale (Fondo Perequativo + bilanci camerali) euro euro Fonte: Rapporto di monitoraggio sulle sperimentazioni del sistema di alternanza scuola-lavoro 2006 Province coinvolte Percorsi complessivi realizzati Scuole coinvolte (tra licei e istituti tecnici, istituti professionali ed istituti d’arte) Studenti partecipanti Imprese coinvolte Monte ore formazione erogate 1 La legge 228/2006 (conversione in legge del c.d. decreto legge “milleproroghe” – n. 173 del 12 maggio 2006) ha posticipato di ulteriori 18 mesi il termine ultimo per la definizione dei decreti legislativi collegati alla legge 53/2003 la cui possibilità di integrazione non era ancora scaduta (18 mesi dalla loro entrata in vigore). Ne consegue che il decreto legislativo 77/2005 sull’alternanza scuola-lavoro potrà ancora essere modificato entro maggio 2008. In virtù di ciò, è prevedibile, a seguito della suddetta riapertura dei termini di modificabilità, una parziale revisione del quadro applicativo in materia. 141 Rapporto 2006 sul sistema camerale L’investimento complessivo del Sistema camerale è stato pari a circa 4 milioni di euro (praticamente invariato al confronto con il periodo precedente), integrato, in molti casi, dal cofinanziamento (in misura variabile) degli Uffici Scolastici Regionali (con risorse MIUR, poi MPI) e, seppure in pochi casi, di Regioni, Province o altri enti locali. Complessivamente, quindi, sommando a quanto finora investito nei quattro anni (8 milioni di euro) anche l’importo dei progetti approvati per il periodo 2006-2007 (sul Fondo annualità 2004), avviati a fine 2006 ed attualmente in fase di conclusione, si giunge ad un importo di 12 milioni di euro (cui vanno sempre aggiunti i cofinanziamenti esterni). Si tratta di un dato particolarmente rilevante, specialmente ove si consideri che il solo Sistema camerale ha speso ad oggi una somma equivalente a più di un terzo dello stanziamento globale di 30 milioni di euro su base triennale finora previsto dal sopracitato decreto attuativo 77/2005. Ad oggi, tra l’altro, non si dispone a livello ministeriale di un quadro complessivo aggiornato di dati statistici certi ed esaustivi sulle sperimentazioni in atto (fatta eccezione per quelle realizzate dal Sistema camerale), né risulta possibile ricostruirlo con esattezza sulla base di informazioni ricavabili a livello regionale. Appare quindi ancora difficile valutare l’effettivo impatto finora determinato dal nuovo quadro normativo sulla diffusione dell’alternanza scuola-lavoro. Tuttavia, gli unici elementi disponibili, ancorché probabilmente incompleti, sul complesso delle iniziative di alternanza censite dal Ministero della Pubblica Istruzione per il quadriennio 2003-2006 consentono, comunque, di stimare che le sperimentazioni del Sistema camerale, nello stesso arco temporale, siano giunte a coprire quasi un quarto dei percorsi realizzati nel nostro Paese – tra alternanza in senso stretto ed IFS (Impresa Formativa Simulata) –, oltre il 70% del totale degli istituti coinvolti, quasi un quarto dei progetti ed oltre la metà degli studenti. Confrontando i due periodi considerati (2003-2004 e 2005-2006), limitatamente alle iniziative promosse dal Sistema camerale, si evidenzia come, pur restando invariato l’ammontare complessivo delle risorse investite, aumentino le province coinvolte e, soprattutto, tutti i principali indicatori riconducibili al volume delle iniziative fanno registrare fortissime crescite: il numero dei percorsi, degli alunni partecipanti, delle imprese coinvolte e del monte ore formativo è più che raddoppiato. Si tratta, evidentemente, di un risultato di notevole rilievo, soprattutto ove si consideri che è stato conseguito senza dover incrementare le risorse spese. Ciò è stato reso possibile da un vero e proprio abbattimento del costo medio a livello nazionale per percorso2. In particolare, dal punto di vista della qualità della spesa, però, si registra, in base alla differente distribuzione dei costi, una 2 Il costo medio, basato su uno standard di 20 allievi, si è abbassato di circa 3 mila euro rispetto al primo periodo di sperimentazione, passando dai precedenti 13 mila euro agli attuali 9.886 (valore che si attesta molto vicino ai parametri standard suggeriti in vari documenti elaborati in ambito ministeriale). Sotto questo profilo, tuttavia, va precisato che la media aritmetica a livello Italia può risultare poco rappresentativa data l’estrema variabilità che il costo per percorso assume in ciascuna regione. Lo scostamento, infatti, al di sopra e al di sotto della suddetta media nazionale, è in valore assoluto di 5 mila euro, anche a riprova del fatto che esistono una notevole flessibilità ed adattabilità nella progettazione ed esecuzione di percorsi di alternanza sui vari territori, che si riflettono anche sui costi. Rimanendo nel campo dei costi, è interessante porre l’attenzione sul costo medio per alunno, pari a 292 euro, ma anch’esso con forti variazioni a livello regionale. 142 3. L’Azione di servizio crescente capacità di realizzare economie di scala principalmente in quelle regioni dove, già dagli inizi della sperimentazione, si sono instaurate proficue sinergie (esternalità positive) collaborative ed organizzative tra i soggetti partner del progetto (Regione, Ufficio Scolastico Regionale, scuole, associazioni di categoria ecc.) e, soprattutto, grazie ad una maggiore capacità di reperire aziende disponibili ad ospitare studenti in alternanza nella fase di tirocinio ricorrendo alla banca dati POLARIS (vedi oltre). Sei i modelli di apprendimento sperimentati, incentrati su metodologie e modalità formative differenziate e rispondenti ad un approccio improntato alla gradualità nell’avvicinamento alla realtà lavorativa ed aziendale. Nell’insieme, i percorsi realizzati hanno sviluppato un monte ore formativo complessivo pari a circa 74.520 (più che raddoppiato), di cui quasi 46 mila in azienda (tirocini, stage o visite aziendali), circa 9 mila in “impresa formativa simulata” e oltre 20.000 in aula (laboratori e moduli di orientamento e cultura d’impresa). Figura 3.3.2. La mappa delle sperimentazioni camerali di alternanza scuola-lavoro nel 2006 Province Fonte: Rapporto di monitoraggio sulle sperimentazioni del sistema di alternanza scuola-lavoro 2006 143 Rapporto 2006 sul sistema camerale Tra le scuole partecipanti, sono in maggioranza gli istituti tecnici (169, pari al 42%), seguiti dagli istituti di istruzione superiore (93, pari al 23%, che offrono più indirizzi di studio), professionali e d’arte (89, pari al 22%), ma significativo è anche il coinvolgimento di 55 licei (13% e occorre, tra l’altro, considerare che almeno una parte delle attività svolte negli istituti di istruzione superiore potrebbe riguardare sezioni riconducibili al canale dei licei, anche se non è possibile determinarlo con precisione in quanto non si dispone di dati sufficientemente dettagliati in merito). Tutte le iniziative hanno visto territorialmente la costituzione o il rafforzamento di network relazionali ed organizzativi che hanno coinvolto normalmente, sulla base di apposite convenzioni ed accordi operativi, almeno quattro tipologie di soggetti: le singole Camere o l’Unione Regionale; l’Ufficio Scolastico Regionale; le singole scuole; le singole aziende. In vari casi, inoltre, ai suddetti attori si sono affiancate le Associazioni di categoria e/o i competenti uffici degli enti locali (Regioni, Province, Centri per l’Impiego, Comuni). Più raramente sono stati coinvolti anche altri soggetti quali Sindacati, Centri di Formazione Professionale o strutture tecniche territoriali specializzate. Nell’ambito dei percorsi realizzati o in corso di realizzazione, il Sistema camerale esercita un ruolo di anello di congiunzione tra sistema scolastico-formativo e mondo del lavoro, interagendo con gli altri partner per assicurare la progettazione e la realizzazione di iniziative formative coerenti con i fabbisogni professionali e formativi delle imprese attive sul territorio. Le Camere di commercio assicurano generalmente le seguenti attività: • analisi del contesto territoriale e dei fabbisogni professionali e formativi; • ricerca delle aziende disponibili ad ospitare tirocinanti o ad assistere “imprese formative simulate”; • gestione delle banche dati Polaris relative alle aziende, alle scuole, agli studenti, alle proposte di tirocinio e ai tirocini attivati; • preparazione degli studenti per l’inserimento in stage; • formazione degli operatori scolastici e camerali; • servizi di assistenza e tutoraggio per la progettazione, gestione e valutazione degli stage; • offerta di strumenti, guide e manuali di supporto. Uno dei compiti centrali assunti dagli organismi camerali, specialmente nell’ambito delle attività di progettazione e preparazione degli interventi, è quello di rilevare e monitorare i fabbisogni professionali del territorio per individuare e descrivere i settori prioritari d’intervento, le figure aggregate più richieste dalle imprese e le relative competenze. In alcuni casi, le strutture camerali svolgono altri ruoli a maggior valore aggiunto o contenuto qualitativo in sede di progettazione, coordinamento, monitoraggio e valutazione, partecipando attivamente, ad esempio: • alla definizione dei profili professionali e formativi in termini di competenze; • alle azioni di monitoraggio e valutazione dei percorsi e dei relativi esiti occupazionali e formativi; 144 3. L’Azione di servizio • alle attività di valutazione e riconoscimento delle competenze e dei crediti formativi; • alla definizione delle linee guida adottate territorialmente in materia; • a comitati, commissioni e gruppi di lavoro per la valutazione e selezione dei progetti o con funzioni di coordinamento ed indirizzo. In altri, ancora, le Camere di commercio o le loro Aziende speciali assumono anche impegni operativi più diretti nella gestione degli stage, svolgendo funzioni di tutoring o di raccordo tra gli operatori scolastici, gli studenti e gli operatori aziendali. Due dati interessanti emergono dall’analisi delle sperimentazioni condotte dal Sistema camerale: da un lato, sotto il profilo territoriale, al primo posto si colloca il Nord Ovest (ben 205 percorsi, pari al 36% del totale buona parte dei percorsi, con un vero e proprio boom rispetto al periodo precedente, determinato dall’estensione delle attività a tutte le Province lombarde ed al decollo delle iniziative piemontesi, in virtù della piena attuazione degli Accordi implementati a livello regionale con l’Ufficio Scolastico Regionale e con le associazioni industriali), seguito però, molto da vicino, dal Mezzogiorno (anch’esso in notevole crescita, con 182 percorsi, pari a quasi il 41%), che sopravanza il Centro Italia (altra area comunque in forte espansione, con 111 percorsi) ed il Nord Est (55); dall’altro, le “imprese tutor” (che hanno ospitato tirocini o hanno svolto funzioni di “impresa madrina” nei confronti di “imprese formative simulate”) sono nella stragrande maggioranza di dimensioni piccole (quasi 22% da 10 a 49 addetti) o piccolissime (addirittura prevalenti con il 56%), anche se, naturalmente, le aziende di maggiori dimensioni, pur essendo in minor numero, sono in grado mediamente di seguire più studenti. Il bilancio di questo primo quadriennio, dunque, non solo sotto il profilo quantitativo, ma anche e soprattutto qualitativo, è senz’altro estremamente positivo. Si può infatti affermare che il Sistema camerale sia riuscito nella difficile impresa di porsi, in un lasso di tempo relativamente ridotto, come il primo (e per ora unico) network realmente nazionale per l’alternanza scuola-lavoro. IL PROGETTO E IL SISTEMA INFORMATIVO POLARIS PER L’ALTERNANZA SCUOLALAVORO Unioncamere ha messo a punto e rafforzato, nel corso degli anni, una serie di strumenti a sostegno delle iniziative degli enti camerali per la formazione, l’orientamento e la promozione di tirocini formativi. Dal 2003 è attivo un sistema informativo, denominato POLARIS (Portale per l’Orientamento al Lavoro, l’Alternanza e il Raccordo tra Imprese e Sistemi formativi), che, tramite internet, consente la gestione on line di una “banca dati tirocini” nonché la condivisione di strumenti, informazioni e contenuti editoriali utili agli operatori e agli utenti dell’alternanza formativa. I servizi del portale, accessibili all’indirizzo www.polaris.unioncamere.it, si rivolgono infatti: ai giovani (prioritariamente studenti delle scuole superiori, ma anche universitari); alle imprese (in particolare piccole e medie); alle scuole e agli altri operatori impegnati nei processi di orientamento e formazione in alternanza (università, enti formativi, associazioni imprenditoriali, ordini professionali, centri per l’impiego e l’orientamento, ecc). Si tratta 145 Rapporto 2006 sul sistema camerale Figura 3.3.3. La nuova versione del portale POLARIS al momento di uno dei più importanti siti per l’incontro domanda-offerta di tirocini e, soprattutto, dell’unico portale tematico specializzato sull’alternanza scuola-lavoro, se si eccettua “Scuola Lavoro” (solo recentemente attivato dall’INDIRE – trasformato ora in Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica – per conto del Ministero dell’Istruzione). I principali obiettivi del portale sono: favorire l’abbinamento tra domanda e offerta di tirocini formativi, rendendo disponibile un “borsino telematico degli stage” per l’inserimento e la consultazione dei curricula di studenti e delle offerte di stage da parte delle aziende; offrire notizie, manuali, guide, riferimenti normativi ed altri strumenti per l’orientamento al lavoro, la formazione e la progettazione di percorsi di apprendimento mirati; dare visibilità agli sportelli POLARIS attivi in circa 90 Camere di commercio e 146 3. L’Azione di servizio Aziende speciali, attraverso mini siti provinciali accessibili dalla homepage di Polaris e gestiti dagli operatori degli enti camerali. Il 2006 è stato l’anno del pieno e definitivo decollo di POLARIS, con un bilancio nettamente positivo, riassumibile in questi termini: 93 sportelli camerali attivi in altrettante Province; oltre 290 mila visitatori sul portale; superati i 1.500 utenti registrati; quasi 27 mila schede inserite nei database (vedi dettaglio nella tabella seguente). Tabella 3.3.3. I principali numeri del portale POLARIS al 31/12/2006 N. visite al portale N. visitatori diversi N. utenti registrati N. curricula N. aziende N. proposte di stage N. enti formativi N. tirocini attivati Fonte: Rapporto di monitoraggio e statistiche Sistema Informativo Polaris 291.950 186.849 1.666 15.390 4.083 3.107 711 3.550 Al fine di supportare le attività degli sportelli POLARIS, Unioncamere, oltre a provvedere nel 2006 ad un adeguato restyling grafico, ad una riorganizzazione dei contenuti e dei database, allo sviluppo ed all’implementazione di nuove funzionalità, ha potenziato, negli ultimi due anni, alcuni strumenti di assistenza per i soggetti impegnati nelle attività di alternanza e incontro tra domanda e offerta di stage, in particolare per il personale degli enti camerali, gli insegnanti e gli imprenditori coinvolti. È stato attivato, innanzitutto, un servizio di call center che fornisce all’interno e all’esterno del Sistema camerale: informazioni sui progetti camerali per l’orientamento, l’alternanza scuolalavoro e i tirocini e sull’organizzazione e gestione delle esperienze di stage; assistenza e supporto nell’utilizzo del portale Polaris nelle sue diverse funzioni. Inoltre si sono intensificate le iniziative di formazione sul territorio, realizzando numerose giornate formative presso varie Unioni regionali, Camere di commercio e Aziende speciali, rivolte al personale degli enti camerali, a insegnanti e imprenditori, sulle modalità di interazione e inserimento dati nel portale POLARIS, nonché su normativa, stato dell’arte e modalità di realizzazione dell’alternanza scuola-lavoro. È infine stato realizzato una serie di prodotti editoriali destinati a studenti ed operatori del mondo della scuola, dell’università, delle imprese, in particolare per la gestione di tirocini formativi. Si tratta di: volumi, pubblicati e distribuiti a tutti gli enti camerali, di approfondimento sui temi dell’alternanza, dei tirocini formativi, delle figure professionali richieste dalle imprese; una collana editoriale on line che raccoglie 5 guide sintetiche agli stage, scaricabili gratuitamente dal portale Polaris, per studenti universitari e neo-laureati, per studenti delle scuole secondarie superiori, per le imprese, per 147 Rapporto 2006 sul sistema camerale gli insegnanti e per gli operatori camerali; le due newsletter POLARIS per operatori e per studenti, a cadenza bisettimanale, che forniscono informazioni e notizie su scuola, università e mondo del lavoro. DALLA SCUOLA ALL’ISTRUZIONE TECNICA SUPERIORE: L’IMPEGNO DEL SISTEMA CAMERALE SUI TEMI DELL’IFTS E DEI POLI FORMATIVI Un altro elemento d’interesse nel quadro delle recenti politiche in materia d’istruzione e formazione è rappresentato dalla progressiva rilevanza che va assumendo, soprattutto in prospettiva, il canale post-diploma (parallelo ai percorsi universitari) per la specializzazione tecnica superiore dei giovani e degli adulti diplomati, occupati e non occupati. Si tratta del sistema attualmente denominato IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore), istituito dall’art. 69 della legge 144/1999 (Obbligo formativo), il cui funzionamento si basa sulla definizione di accordi e piani d’intervento pluriennali a livello locale che coinvolgono scuole, università, centri di formazione professionale ed altri soggetti del territorio, tra cui le Camere di commercio, che operano all’interno di appositi “Poli formativi”. Gli obiettivi principali di questo canale formativo, che integra le risorse di scuola, formazione professionale, università e mondo del lavoro, sono: accelerare l’ingresso nel mondo del lavoro per i giovani; riqualificare chi è già in possesso di un’esperienza lavorativa. Ampio spazio è dedicato al conseguimento di abilità professionali tramite esperienze pratiche (è obbligatorio uno stage in azienda pari al 30% delle ore complessive del corso), nel rispetto di standard di livello nazionale con un adeguato spessore culturale e metodologico. I Poli formativi per l’IFTS sono stati invece introdotti dall’Accordo Conferenza Unificata Stato-Regioni del 25/11/2004, quali percorsi che hanno l’obiettivo di formare figure professionali innovative a livello post-secondario (giovani, soprattutto della fascia d’età 20/34 anni) e riferiti a specifici settori economico-produttivi, secondo le priorità indicate dalla programmazione economica regionale ed in linea con i seguenti principali obiettivi: assicurare i collegamenti dei percorsi IFTS con i processi di innovazione e di trasferimento tecnologico e le relazioni tra istruzione, formazione e ricerca; capitalizzare il know-how accumulato; assicurare la riconoscibilità del sistema IFTS sul territorio, con sedi stabili riferite a specifici settori produttivi; rilanciare la competitività dei settori produttivi a sostegno soprattutto delle piccole e medie imprese; sviluppare la continuità con i percorsi di istruzione e formazione professionale. Le nuove linee di programmazione per il periodo 2004-2006 hanno definito alcuni passaggi generali per la costituzione dei Poli formativi che possono essere sintetizzati come segue: costruzione di una rete territoriale con atenei, centri di ricerca, imprese, scuole e agenzie formative; ricerca-azione presso le imprese del settore, per la rilevazione dei fabbisogni formativi e per promuovere l’innovazione di processo e di prodotto; progettazione e realizzazione di percorsi IFTS anche con partenariati diversi; accompagnamento al lavoro dei giovani specializzati al termine dei percorsi; formazione congiunta degli operatori della scuola e della formazione per la ricaduta dei risultati nei percorsi scolastici e formativi. 148 3. L’Azione di servizio Anche le strutture formative delle CCIAA si sono avvicinate in questi anni al panorama dell’IFTS e dei Poli formativi. Si tratta, del resto, di un ambito già individuato, insieme all’alternanza scuola-lavoro, nel sopracitato Protocollo d’Intesa Unioncamere-MIUR (nonché di un precedente accordo siglato con il Ministero della Pubblica Istruzione) quale terreno di collaborazione tra strutture scolastiche e strutture camerali, in cui si prevede per i prossimi anni un sensibile sviluppo, anche tramite la realizzazione di legami più stretti, organici e di continuità con i percorsi e le istituzioni del sistema dell’istruzione e formazione secondaria. La partecipazione del Sistema camerale al sistema IFTS segue finora due direzioni: 1) operativa; 2) assistenza tecnica alla messa a regime. Per quanto concerne la partecipazione operativa, le strutture formative delle CCIAA sono presenti dal 1999 in più di 40 percorsi IFTS, realizzati in 15 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto). Il ruolo svolto, all’interno della compagine che realizza i percorsi IFTS, si sostanzia nel carattere istituzionale di anello di congiunzione tra mondo della formazione e mondo produttivo: la cultura d’impresa, l’organizzazione aziendale e di mercato, la realizzazione di forme di alternanza (particolarmente stage formativi in azienda), alle quali è rivolta particolare attenzione. Relativamente alle attività di assistenza tecnica per la messa a regime del sistema IFTS, invece, da vari anni alcuni tecnici delle strutture formative camerali sono stati designati e partecipano, presso il MPI (Direzione Generale per l’Istruzione post-secondaria): alla Commissione nazionale; ai Gruppi di lavoro; ai Comitati di settore. Il contributo tecnico fornito riguarda la definizione delle regole del sistema, sulla base delle esperienze direttamente maturate nei percorsi IFTS. Recentemente, in alcune realtà territoriali il Sistema delle Camere di commercio è stato coinvolto anche per l’attivazione dei Poli formativi IFTS. Vanno segnalati, in particolare, i casi: • della Liguria (dove, a seguito dell’accordo territoriale tra Regione, Province, Università di Genova, U.S.R., Confindustria Liguria, Confitarma, Ucina, Unioncamere liguri, CGIL, CISL e UIL, è stato istituito nel 2005 il Polo formativo dell’Economia del mare, con l’attivazione di 11 percorsi); • del Molise (nel 2006 è stato sottoscritto dall’Unioncamere Regionale un accordo per la costituzione del Polo formativo dell’Agroalimentare); • del Veneto (la Fondazione G. Rumor – CPV di Vicenza è coinvolta nel Polo Logistica e qualità nel settore manifatturiero; l’Azienda speciale della Camera di Rovigo, Polesine Innovazione, nel Polo Sistema Polesine – Produzione e Logistica; l’Azienda Speciale Verona Innovazione nel Polo Agroalimentare e valorizzazione del territorio; l’Azienda Speciale Treviso Tecnologia nei Poli Tessile Moda e Meccanica e Legno); • della Lombardia (l’Azienda Speciale della Camera di Milano, Formaper, opera nell’ambito del Polo formativo a favore della filiera della P.M.I. brianzola, l’Azienda Speciale 149 Rapporto 2006 sul sistema camerale Bergamo Formazione in quello del Turismo e l’Azienda Speciale Paviaform nel Polo pavese dell’ICT per la logistica integrata e sostenibile); • del Lazio (la Società consortile partecipata dalla Camera di Latina, Step, collabora al Polo Economia del mare, nell’ambito del distretto della nautica); • della Campania (l’Azienda speciale della Camera di Napoli, Cesvitec, partecipa ai Poli Economia del mare ed ICT). Nell’ambito dei Poli formativi IFTS sono attive anche alcune Agenzie nazionali e strutture comunque operative su base sovraregionale quali, ad esempio, Retecamere, impegnata in attività di progettazione ed assistenza tecnica alle strutture camerali interessate a partecipare con proprie proposte a bandi e avvisi IFTS, ed IFOA, che partecipa invece operativamente alla gestione, oltre che alla progettazione, di interventi in questo ambito. IFOA, infatti, progetta e realizza percorsi di IFTS sin da quando, nel 1998, la Regione Emilia-Romagna avviò, per conto del Ministero dell’Istruzione, le prime sperimentazioni sulla Formazione Integrata Superiore. Da allora ha realizzato sino ad oggi, sempre in qualità di soggetto proponente o di mandatario delle ATI/ATS proponenti, oltre 25 percorsi di IFTS in 7 Regioni italiane (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Basilicata, Puglia) e 14 Province, con oltre 500 partecipanti. Generalmente, nell’ambito degli Accordi per i Poli formativi IFTS, alle strutture camerali compete: • partecipare alle azioni promosse dalla Regione e ai tavoli locali di concertazione; • partecipare alle analisi dei fabbisogni formativi locali partendo dai dati del sistema informativo Excelsior ed alle collegate attività di progettazione delle figure professionali e definizione delle relative competenze; • svolgere le attività di monitoraggio fisico in itinere ed ex-post, nonché partecipare alle valutazioni sull’efficacia formativa e sull’impatto occupazionale dei percorsi IFTS realizzati; • partecipare alla formazione dei formatori; • partecipare alla realizzazione delle misure di accompagnamento con particolare attenzione alla promozione/sostegno alla creazione d’impresa e alla promozione dell’associazionismo d’impresa; • promuovere l’adozione di un sistema di crediti formativi che consenta la concreta integrazione del sistema formativo regionale a livello post-secondario; • supportare le attività di placement e di stage formativo su tutti i settori economici, mettendo a disposizione gli strumenti di collegamento in rete del Sistema camerale (POLARIS). Da segnalare, infine, che vi sono anche altre realtà provinciali in cui le Camere di commercio, pur non avendo ancora ruoli all’interno di Poli formativi presentati ed approvati o comunque anche al di fuori di essi, contribuiscono significativamente, già da diversi anni, a percorsi IFTS. Tra queste si segnalano le esperienze di Perugia (vari 150 3. L’Azione di servizio progetti promossi, realizzati e coordinati dall’Azienda speciale Centro di Formazione Imprenditoriale della Camera), di Cagliari (progetti nel campo delle tecnologie innovative per la valorizzazione e la fruizione dei beni culturali in collaborazione dell’Azienda speciale Centro Servizi per le Imprese), di Campobasso (impegno dell’Azienda Speciale FAI nell’agroalimentare) e di varie Province liguri (la Camera di Genova partecipa a progetti nel campo della progettazione e sviluppo di applicazioni web, quella di Savona a corsi per tecnici informatici per la logistica integrata, la Scuola Nazionale di Trasporti e Logistica di La Spezia offre percorsi di specializzazione tecnica per la gestione operativa dei trasporti). Si può quindi affermare che l’IFTS ha rappresentato in questi ultimi anni un altro ambito d’attività emergente abbastanza “battuto” dalle strutture camerali sia a livello locale sia a livello nazionale (potendo tra l’altro disporre del supporto e dell’esperienza specifica accumulata da alcune Agenzie di sistema), che potrebbe trarre impulso in virtù delle recenti normative, contenute nella legge finanziaria per il 2007 e nella legge n. 40/2007 (conversione del c.d. “decreto Bersani”). Queste ultime, infatti, offrono strumenti idonei all’ulteriore sviluppo di una fase di più completa messa a regime del sistema dell’IFTS, nel quadro del rafforzamento della filiera tecnico-scientifica e dell’alta formazione professionale, con l’obiettivo di un forte raccordo con le misure di sostegno alla competitività ed allo sviluppo economico. Innanzi tutto, con il comma 1 dell’art. 1 della manovra finanziaria 2007 si è stabilito, per la prima volta, che gli IFTS faranno parte dell’Ordinamento Nazionale dell’Istruzione, riorganizzandoli nell’ambito del potenziamento dell’offerta formativa post-diploma ad alta specializzazione, alternativa al percorso universitario, la cui promozione servirà a valorizzare la cultura tecnica e scientifica. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della Pubblica Istruzione formulata di concerto con i Ministri del Lavoro e dello Sviluppo Economico, previa intesa in sede di Conferenza Unificata, saranno adottate le linee guida che disciplineranno la riorganizzazione del sistema dell’IFTS e sarà costituito un apposito e stabile fondo per il suo finanziamento. Le strutture presso le quali i percorsi dell’IFTS si realizzeranno, rinnovati anche nel loro impianto, si chiameranno, in base a quanto specificato nell’art. 13, comma 2 della l. 40/2007, “Istituti Tecnici Superiori”. Gli ITS saranno parte integrante dei nuovi Poli tecnico-professionali, previsti anch’essi nel sopracitato comma per diffondere in modo stabile ed organico la diffusione della cultura scientifica e tecnologica e per sostenere le misure destinate allo sviluppo sociale, economico e produttivo3. Ciò apre nuove ed interessanti prospettive d’impegno anche per le strutture camerali. 3 I nuovi Poli, di natura consortile (strutturati secondo il modello della “fondazione di partecipazione”), potranno essere costituiti, in ambito provinciale o sub-provinciale, tra gli istituti tecnici e gli istituti professionali, le strutture della formazione professionale accreditate a livello regionale e i nuovi istituti tecnici superiori (anch’essi da costituire come “fondazioni di partecipazione”), con gli strumenti dell’autonomia scolastica e nell’ambito delle scelte di programmazione dell’offerta formativa di competenza regionale e provinciale. I Poli, secondo la prescrizione normativa, saranno dotati di propri organi da definire nelle relative convenzioni. 151 Rapporto 2006 sul sistema camerale IL SISTEMA INFORMATIVO EXCELSIOR, L’ANALISI DEI FABBISOGNI PROFESSIONALI DELLE IMPRESE ED IL SITO JOBTEL PER L’ORIENTAMENTO Unitamente alle citate azioni di orientamento, formazione, alternanza scuola-lavoro sono proseguite le attività di analisi sulle tendenze del mercato del lavoro legate al Sistema Informativo Excelsior, realizzato dall’Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro che dal 1997 fornisce un quadro previsionale della domanda di figure professionali espressa dalle imprese. L’Osservatorio camerale 2007 segnala come Excelsior sia in 44 Camere lo strumento più utilizzato per l’analisi dei fabbisogni collegati alla progettazione e realizzazione degli interventi formativi e delle azioni di orientamento. Figura 3.3.4. Strumenti utilizzati dal Sistema camerale per l’analisi dei fabbisogni professionali e formativi sul territorio 10,2% 45,9% 21,4% 5,1% 17,3% Sistema informativo per l'occupazione e la formazione (Excelsior) Studi e ricerche promossi in sede locale dalla Camera o da sua Azienda speciale Studi e ricerche promossi in sede locale da organismi bilaterali delle parti sociali Tavoli di confronto con associazioni imprenditoriali, organismi sindacali, singole aziende Altro Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Excelsior, tramite un’indagine annuale, inserita nel Programma Statistico Nazionale e condotta attraverso interviste telefoniche con metodo CATI presso un campione di circa 100 mila aziende, rileva i programmi di assunzione delle imprese italiane, con dati statisticamente significativi per tutti i settori economici, le dimensioni aziendali e le 103 Province, fornendo indicazioni di estrema utilità per supportare le scelte di programmazione della formazione, dell’orientamento e delle politiche attive del lavoro. Le informazioni raccolte con Excelsior riguardano, in sintesi: 152 3. L’Azione di servizio • i movimenti occupazionali previsti per livello di inquadramento; • le assunzioni previste dalle imprese per tipologia contrattuale; • l’impiego di personale con rapporti di lavoro “non standard” e contratti “a causa mista” (lavoro dipendente a termine e part-time, collaborazioni a progetto, lavoro stagionale, apprendistato, contratti d’inserimento ecc.); • le figure professionali, i titoli di studio, i livelli formativi ed i relativi indirizzi richiesti; • le principali caratteristiche delle assunzioni programmate (difficoltà di reperimento, necessità di ulteriore formazione, esperienza pregressa, conoscenze informatiche e linguistiche); • le previsioni di assunzione di lavoratori provenienti da Paesi extracomunitari e per quali figure professionali; • le dimensioni e le caratteristiche degli investimenti annuali delle imprese italiane in formazione continua, per quali tipologie di risorse umane e con quali fonti di finanziamento; • le imprese che ospitano tirocinanti e quanti sono i tirocini ogni anno complessivamente attivati. Figura 3.3.5. La nuova versione del portale per l’orientamento Jobtel 153 Rapporto 2006 sul sistema camerale Da Excelsior trae impulso anche l’attività del Sistema camerale in tema di orientamento, consolidatasi negli ultimi anni con il Progetto Virgilio – anch’esso realizzato da Unioncamere e finanziato dal Ministero del Lavoro (la quarta edizione è stata approvata ed avviata proprio nel 2006), con un ampio coinvolgimento a livello territoriale delle Camere di commercio – finalizzato alla diffusione e valorizzazione dei dati raccolti tramite Excelsior ed alla realizzazione di una serie di supporti per favorirne l’utilizzo integrato con altre fonti conoscitive esistenti sul mercato del lavoro. Tra gli strumenti a supporto della funzione di orientamento al lavoro svolta dalle Camere di commercio si segnala il portale dell’orientamento www.jobtel.it, (recentemente oggetto di un radicale restyling grafico e contenutistico), che fornisce ad educatori, insegnanti, animatori e quanti si propongono di sviluppare le potenzialità dei giovani il materiale specifico per progettare contenuti e strategie efficaci per l’apprendimento e valutare le reali e/o potenziali competenze di singoli allievi e/o gruppi-classe, rintracciando le abilità comunicative e di apprendimento nonché individuare i percorsi (individuali/collettivi) utili per lo sviluppo di tali competenze. VERSO I SERVIZI PER L’INCONTRO DOMANDA-OFFERTA DI LAVORO: TIROCINI ED ALTRE AZIONI PER L’INSERIMENTO LAVORATIVO A seguito dell’approvazione del decreto legislativo 276/2003, attuativo della legge di riforma del mercato del lavoro (n. 30 del 2003), è previsto (art. 6) che anche le Camere di commercio possano essere abilitate a livello regionale, in “regime particolare di autorizzazione”, allo svolgimento di attività di intermediazione tra domanda ed offerta di lavoro, gettando così le basi normative favorevoli all’apertura, anche per il Sistema camerale, di nuovi possibili spazi di intervento e di servizio alle imprese e al territorio. Le Camere di commercio, del resto, in considerazione della loro natura e delle loro finalità istituzionali, sono tra i soggetti più adatti a favorire l’incontro della domanda ed offerta di lavoro, disponendo di una consolidata esperienza nel campo dell’orientamento, della formazione e dell’analisi dei fabbisogni professionali. Allo scopo di dare in questa fase impulso e sostegno economico ed istituzionale alle iniziative camerali in tale ambito, Unioncamere ha promosso, a partire dal 2004, la destinazione di una specifica linea di finanziamento del Fondo Perequativo del Sistema camerale per progetti finalizzati alla creazione di una rete di sportelli per l’offerta di servizi integrati per l’“Orientamento professionale, i tirocini e l’inserimento lavorativo”, come sviluppo dell’attuale rete degli sportelli POLARIS. Ne è scaturita l’elaborazione di un prototipo progettuale condiviso, che ha permesso alle Camere di commercio ed alle loro Unioni Regionali, adattandolo alle specificità dei rispettivi contesti territoriali, di presentare progetti, approvati ed ammessi dunque a finanziamento, che, nel complesso, hanno interessato, nel 2006, 27 Province (cfr. fig. 3.3.6.). L’ipotesi progettuale riguarda la sperimentazione di uno o più modelli di servizi del Sistema camerale per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, incentrati sui tirocini formativi e di orientamento, a carattere professionalizzante e con finalità di inserimento lavorativo, nonché su altre tipologie di azioni che le strutture camerali potrebbero 154 3. L’Azione di servizio Figura 3.3.6. La mappa delle sperimentazioni sulla linea di attività “Orientamento, tirocini e inserimento lavorativo” Province con spo tirocini per il lavo Si (27) No (76) Fonte: Rapporto di monitoraggio sulle sperimentazioni del sistema nel campo dei tirocini per il lavoro mettere a disposizione anche nell’ambito di network integrati per la gestione di sportelli pubblico/privati ed interventi nel campo delle politiche del lavoro. Il ruolo delineato per il Sistema camerale, nel quadro generale dei soggetti e degli interventi per sviluppare l’occupazione, è, dunque, quello di “facilitatore” per quanto attiene al necessario raccordo con la domanda espressa dalle imprese. È, infatti, soprattutto sul versante delle imprese, con particolare riguardo per le P.M.I., che emerge lo specifico delle Camere di commercio, la loro competenza distintiva, che possiamo sintetizzare nella conoscenza del loro linguaggio e dei loro fabbisogni, nella capacità di cogliere ed esprimere le loro necessità. In sintesi, il modello proposto prevede, oltre alle ormai consolidate attività di analisi ed informazione sui fabbisogni professionali e formativi delle imprese, di gestione di banche dati e di abbinamento tra domanda e offerta di tirocini: 155 Rapporto 2006 sul sistema camerale • orientamento finalizzato all’analisi e al bilancio delle competenze e conseguente formazione breve di adattamento delle competenze; • eventuali servizi (a richiesta) di pre-selezione e pre-formazione dei tirocinanti; • azioni promozionali e divulgative, produzione e diffusione di manualistica, modellistica, guide e strumenti di supporto per l’organizzazione, la gestione e la valutazione dei tirocini; • formazione operatori (personale camerale, tutor scolastici ed aziendali). Oltre al suddetto progetto di sistema, per sperimentare in alcune realtà provinciali queste nuove importanti funzioni di servizio alle imprese e al territorio, sono state attivate, negli ultimi anni, apposite partnership tra Unioncamere ed altri organismi istituzionali (nazionali ed internazionali), finalizzate a favorire ed accompagnare l’inserimento lavorativo di specifiche categorie di lavoratori, rientranti in fasce di particolare rilievo ed interesse sociale ed istituzionale. Prime opportunità, in tal senso, sono venute dall’attuazione di tre accordi, attivati dal 2004, che hanno visto impegnate le strutture del Sistema camerale anche nel 2006, rispettivamente, con: • il Ministero della Difesa - LEVADIFE, finalizzato al reinserimento sul mercato del lavoro di militari volontari congedati, tramite percorsi integrati di formazione, riqualificazione e stage aziendali; • il Ministero di Giustizia - Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria, per favorire la diffusione delle lavorazioni carcerarie, attraverso seminari territoriali di informazione e sensibilizzazione, rivolti alle imprese, sulle connesse agevolazioni contributive e fiscali previste dall’attuale quadro normativo; • l’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), con l’obiettivo di promuovere e realizzare congiuntamente specifici percorsi sperimentali, a carattere provinciale o regionale, di selezione, reclutamento, formazione ed inserimento lavorativo di personale immigrato presso le imprese locali. Per quanto riguarda la collaborazione con il Ministero della Difesa, l’accordo siglato nel 2004 ha trovato seguito nella firma di analoghe intese operative territoriali tra alcune Camere di commercio e i presìdi militari sul territorio. In particolare (dopo gli accordi stipulati nel 2005 tra tutte le Camere del Lazio e il Comando Militare della Capitale e tra la Camera di Campobasso e il Comando Militare del Molise, attivati operativamente nel 2006), lo scorso anno si è lavorato alla definizione di nuove convenzioni a Teramo, ad Isernia e in altre Province. L’obiettivo è quello di promuovere esperienze di tirocinio in azienda negli ultimi mesi della leva volontaria per agevolare il reinserimento nel mondo del lavoro civile. Gli sforzi del Sistema camerale in questa direzione si sono, inoltre, concretizzati nel progetto Fermalavoro, promosso da una partnership comprendente Unioncamere, Istituto Tagliacarne, IFOA ed alcune aziende, ammesso a finanziamento nel mese di novembre 2004 nell’ambito dell’Iniziativa Comunitaria EQUAL, avviato nel 2005 ed entrato nel vivo della sua attuazione nel 2006, destinato a realizzare percorsi di orientamento e di formazione professionale ed esperienze di tirocinio 156 3. L’Azione di servizio in azienda mirati a valorizzare in chiave occupazionale le competenze acquisite dai militari durante il periodo di ferma. Nel 2006, nell’ambito del progetto, sono stati tenuti contatti istituzionali costanti a livello nazionale e territoriale tra strutture del Sistema camerale e del Ministero della Difesa (LEVADIFE e Comandi Militari Territoriali). Grazie a tali contatti sono stati definiti appositi accordi strategico-operativi, nonché iniziative di promozione, informazione e sensibilizzazione presso i miltari in congedo. È stato inoltre possibile ottenere, dai presidi territoriali e attraverso LEVADIFE, i curricula e le schede personali sull’utenza per l’avvio delle attività formative. Una delle attività previste da Fermalavoro consisteva, infatti, nella progettazione, creazione e gestione di uno spazio web dedicato, con una duplice finalità: da una parte, contenere materiale informativo-promozionale sulle attività del progetto, per sensibilizzare i soggetti interessati (in particolare, giovani volontari in ferma breve e aziende interessate ad ospitare i giovani in tirocinio); dall’altra, strutturare un database che favorisca l’incontro tra domanda e offerta di stage. A tal fine, all’interno di POLARIS, il portale del Sistema camerale per l’orientamento, l’alternanza scuola-lavoro e i tirocini formativi, è stata realizzata una pagina web dedicata a Fermalavoro (www.polaris.unioncamere.it/fermalavoro)4. Figura 3.3.7. Progetto Fermallavoro 4 Oltre allo spazio contenutistico, è stato realizzato un database per l’inserimento dei curricula dei militari in uscita, attraverso il quale favorire l’incontro tra domanda e offerta di tirocini; sono stati individuati i campi per la compilazione della scheda/curriculum dei militari, verificandone la rispondenza con le esigenze e la peculiarità dell’utenza. Successivamente, sono state predisposte le opportune funzioni, all’interno del database di POLARIS, per agevolare l’attività di matching tra i curricula dei militari in uscita e le richieste di tirocinanti da parte delle imprese. I curricula sono visibili, in forma anonima, a tutti gli utenti registrati, mentre l’inserimento e la lettura completa dei dati personali sono accessibili solo ad utenti autorizzati. Il database è a disposizione del personale del Ministero della Difesa che può inserire, previa richiesta di ID e password, i curricula dei militari in congedo, e, analogamente, delle aziende interessate, oltre che degli operatori delle Camere di commercio già impegnate in attività di incontro tra domanda e offerta di stage, operanti nel database POLARIS. 157 Rapporto 2006 sul sistema camerale L’impegno finora profuso si è concretizzato operativamente in alcuni primi risultati concreti: sono stati realizzati percorsi di orientamento, di 2 giornate ciascuno, presso 15 reggimenti su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo circa 200 militari, di cui circa 30 donne; sulla base di queste prime azioni di orientamento, è stato poi possibile individuare alcuni percorsi formativi specialistici, per l’ambito dell’informatica e telecomunicazioni e nel campo della sicurezza e vigilanza, con l’avvio di 2 corsi che si sono replicati in più edizioni, coinvolgendo circa 60 allievi. Si sono inoltre tenute 2 edizioni di un corso di formazione per orientatori professionali, destinato a dipendenti delle strutture centrali e periferiche del Ministero della Difesa (appositamente selezionati), finalizzato all’effettuazione, da parte degli stessi, di colloqui con i militari volontari utenti delle azioni progettuali e non solo. Unioncamere e le altre strutture camerali attuatrici hanno inoltre partecipato alle iniziative previste dalla fase transnazionale, in collaborazione con i partner stranieri del progetto (finlandesi, olandesi, tedeschi e polacchi). È stato infine avviato lo studio preliminare per una ricerca, relativa alle aspettative dei militari oggetto dell’intervento e dei fabbisogni del mondo del lavoro, finalizzata alla individuazione dei profili professionali in uscita dal percorso di orientamento/formazione. L’obiettivo della ricerca sarà, pertanto, quello di ricostruire la mappa dei profili professionali di uscita prevalenti per la figura del militare raffermato e di incrociarla con il quadro delle aspettative occupazionali e professionali della popolazione di riferimento. La ricerca sarà completata, nel corso del 2007, dall’Istituto Tagliacarne. Il Protocollo d’Intesa con il Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria, invece, ha generato l’avvio di alcune iniziative territoriali, nate dalla collaborazione tra le Camere di commercio o Unioni Regionali e i Provveditorati regionali del Ministero della Giustizia, per organizzare incontri e iniziative informative e promozionali al fine di incentivare gli investimenti nelle lavorazioni carcerarie e stimolare opportunità di reinserimento lavorativo per i detenuti ed ex detenuti. Sono state avviate, tra l’altro, azioni per la diffusione nazionale, tramite web, di informazioni sulla realtà delle lavorazioni penitenziarie e la normativa di interesse per le imprese. Le attività realizzate si sono indirizzate inizialmente alla sensibilizzazione delle strutture camerali (da parte di Unioncamere, con il supporto operativo di Retecamere), circa le opportunità di collaborazione con i rispettivi Provveditorati regionali dell’Amministrazione Penitenziaria. È stata inviata a tutti i Segretari generali una comunicazione relativa alla linea di assistenza attivata da Unioncamere, contenente in allegato una scheda sintetica con le principali agevolazioni fiscali e contributive previste per le imprese che assumono detenuti. Si è richiesto inoltre alle strutture camerali di segnalare eventuali attività simili già avviate al fine di valutare la possibilità di integrarle all’interno della linea di azione proposta. Le Camere di commercio che hanno mostrato interesse per le attività sono: Bergamo, Mantova (attraverso l’Azienda speciale Promoimpresa), Oristano, Potenza, Siena e Vicenza. Il secondo step di questa prima fase di attività è consistito in uno scambio di 158 3. L’Azione di servizio informazioni e di indicazioni con il Ministero della Giustizia, per raccogliere i riferimenti dei rispettivi Provveditorati regionali. Il Ministero ha anche fornito indicazioni relativamente ad alcune lavorazioni carcerarie attive all’interno dei penitenziari che si trovano nei territori di competenza delle Camere di commercio interessate. Di seguito una sintesi dello stato dell’arte in relazione all’interesse iniziale segnalato dalle varie Camere: • Bergamo e Mantova (la seconda attraverso l’Azienda speciale Promoimpresa) hanno preso contatti con il Provveditorato regionale della Lombardia. È stata inviata al Provveditore tutta la documentazione attestante la disponibilità della Camera alle attività previste dal Protocollo d’Intesa. Il Provveditore ha preso atto della disponibilità e si riserva di fissare al più presto un primo incontro congiunto con le due Camere per la condivisione di un programma comune di lavoro. • per Cagliari, Oristano e Siena, si è in attesa da parte del Ministero di informazioni dettagliate sulle strutture carcerarie ubicate nelle rispettive tre Province al fine di valutare le possibilità di collaborazione con i Provveditorati. Per Cagliari e per Oristano, potrebbe essere opportuno organizzare incontri congiunti con la Direzione regionale. • Potenza (dove la Camera è affiancata dall’Azienda speciale Forim) è impegnata nei lavori della Commissione regionale per il lavoro penitenziario. È stato inviato il riferimento del Provveditorato regionale, che si occupa, tra l’altro, dell’inserimento lavorativo dei detenuti. • Vicenza ha già partecipato ad un incontro con la Direzione della casa locale circondariale per valutare le possibili attività da realizzare. Alcune attività sono state promosse anche attraverso l’Unioncamere regionale, seppure la Camera sia propensa anche a realizzare attività in modo “autonomo”; tra i vari propositi c’è la realizzazione di materiale informativo da distribuire alle imprese per promuovere le possibilità di collaborazione lavorativa con le strutture carcerarie. Nel frattempo è stato contattato il Provveditorato per un ulteriore incontro per definire un piano di promozione condiviso. È da evidenziare che, durante lo svolgimento delle suddette attività, a seguito del provvedimento relativo all’indulto (agosto 2006) i Provveditorati regionali, così come gli uffici centrali del Ministero della Giustizia, hanno dato priorità operativa alla gestione di progetti per facilitare l’inserimento lavorativo di ex detenuti. Da segnalare, a tale proposito, il particolare attivismo dimostrato in tale ambito da alcune Camere ed Aziende speciali meridionali (si vedano, ad esempio, varie iniziative attuate dall’IFOC di Bari, in partnership con altri soggetti istituzionali locali, nell’ambito di progetti finanziati a valere sul Programma di Iniziativa Comunitaria EQUAL). Per quanto concerne infine le azioni collegate all’accordo tra Unioncamere ed OIM (per promuovere iniziative congiunte di selezione, orientamento e formazione di personale immigrato per favorirne l’inserimento lavorativo nelle imprese italiane), da circa due anni si sta lavorando ad un apposito “Osservatorio sull’Immigrazione” ed è stata anche messa a punto una proposta progettuale, volta a sostenere le politiche europee di gestione delle migrazioni per motivi economico-lavorativi e di supporto all’integrazione nel mercato del lavoro dell’UE, per favorire il matching quantitativo e qualitativo tra domanda e offerta di lavoro e, di conseguenza, il pieno inserimento 159 Rapporto 2006 sul sistema camerale socio-economico dei migranti. Il progetto intende impostare e sperimentare in 6-8 Paesi un modello di sistema informativo di rilevazione e analisi (sul modello Excelsior) dei fabbisogni occupazionali nei mercati europei per i quali, soprattutto in situazioni di disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, è prevedibile l’impiego di lavoratori immigrati. I risultati rifluiranno, dopo la sperimentazione, in un rapporto di analisi per ciascun Paese europeo. Si punta inoltre a definire proposte concrete di miglioramento nella gestione dei flussi, indicando percorsi regolari e sostenibili di incontro tra domanda e offerta. Da segnalare anche le iniziative che ormai da vari anni realizzano sul territorio alcune Aziende speciali camerali come, ad esempio: Formaper Milano (le cui attività di informazione, orientamento, formazione e assistenza tecnica per favorire la creazione di nuove imprese da parte di immigrati costituiscono una componente praticamente strutturale dell’offerta di servizi); Aries Trieste (realizza da due anni, nell’ambito delle iniziative finanziate dal Fondo Perequativo sulla già citata linea di attività “Orientamento, tirocini e mercato del lavoro”, un progetto rivolto all’orientamento ed alla formazione di personale immigrato, collegato alla specifica tematica dei lavoratori transfrontalieri); IFOC di Bari (partecipa a vari progetti in materia di immigrazione finanziati sul PIC EQUAL). I RAPPORTI TRA SISTEMA CAMERALE ED UNIVERSITÀ Tra i rapporti consolidati dalle Camere di commercio con enti e istituzioni sul territorio, una posizione di rilievo meritano quelli con il mondo accademico, anche in virtù della comune natura istituzionale di “enti autonomi funzionali”. La formazione universitaria è da sempre ritenuta, dal Sistema camerale, strategica per lo sviluppo economico e sociale del Paese. La collaborazione tra rete camerale e università, rafforzata, dal 1998, con la firma dell’Accordo di Programma tra Unioncamere e la CRUI, si è sviluppata, nel corso degli anni, in molteplici modalità, a partire dal modello formativo sperimentato nell’ambito dei diplomi universitari, con i progetti Ponte, Campus e CampusOne, finalizzato, quest’ultimo, a favorire il decollo del nuovo sistema universitario, con particolare riguardo per le lauree triennali e i temi connessi alla realizzazione dell’autonomia didattica, al rinnovamento del management didattico e al miglioramento qualitativo dell’offerta. In altri casi le Camere di commercio hanno favorito l’attivazione di nuovi poli e sedi universitarie, hanno contribuito finanziariamente ad iniziative di formazione e ricerca realizzate negli atenei e si sono impegnate nel sostegno ai processi di innovazione e di sviluppo locale e nel migliorare la rispondenza dell’offerta formativa accademica alle esigenze del mondo del lavoro e del territorio. Il censimento avviato due anni fa da Unioncamere ha consentito di aggiornare il quadro di questa collaborazione ed i numeri che emergono sono importanti: • gli organismi camerali attivi nelle collaborazioni con le università sono 121 e danno luogo a 266 collaborazioni in totale, attivate in 93 province. Si tratta, in dettaglio, di 75 Camere di commercio, 41 Aziende speciali e 5 Unioni regionali; • la modalità di collaborazione prevalente è la concessione di contributi per iniziative specifiche; una voce importante per le Camere di commercio è anche quella legata alla partecipazione a consorzi, fondazioni o società di sostegno all’università; 160 3. L’Azione di servizio • l’impegno finanziario garantito dalle Camere di commercio a favore delle università supera ogni anno i 14 milioni di euro (in media oltre 220.600 euro stanziati da ciascun organismo camerale). • l’attività di collaborazione numericamente più praticata è l’attivazione di stage (41% del totale delle collaborazioni), seguita da convegni e seminari che si fermano al 27%. Le ricerche e studi economici sono presenti nel 24% delle collaborazioni, mentre i master e le scuole di specializzazione figurano nel 23% delle collaborazioni. Il 18% delle collaborazioni riguarda anche borse di studio o ricerca e progetti con finanziamenti pubblici. Scarsamente presenti sono le attività di placement (6%) e i dottorati di ricerca (5%). Tabella 3.3.4. Contributo finanziario erogato dagli enti camerali per tipologia di attività (Dato riferito a 65 organismi camerali) Macroattività Euro Formazione 8.749.387 Comprende: Stage/tirocini Docenze Master e scuole di specializzazione Servizi di orientamento studenti Placement Ricerca, innovazione e sviluppo Comprende: 1.650.932 Ricerche e studi economici Ricerche scientifiche Ricerche tecnologiche/trasferimento tecnologico Progetti innovativi con le imprese Progetti e iniziative di sviluppo locale Progetti con finanziamenti pubblici Convegni, seminari, assistenza 450.660 Comprende: Seminari, convegni ed altre iniziative di promozione Consulenza ed assistenza Altro Dottorati e borse Comprende: 460.478 Dottorati di ricerca Borse di studio o di ricerca Altro 856.342 Non specificato 2.175.095 Totale 14.342.894 Fonte: Rielaborazione 2006 dati Unioncamere, Sistema camerale e università, 2005 161 Rapporto 2006 sul sistema camerale DALL’ALTERNANZA ALLA FORMAZIONE CONTINUA DI LIVELLO ACCADEMICO: L’UNIVERSITÀ TELEMATICA DEL SISTEMA CAMERALE “UNIVERSITAS MERCATORUM” La formazione continua e permanente costituisce un tema di rilevanza crescente nelle recenti strategie dell’Unione Europea per l’occupazione. Nuove opportunità di sviluppo per le attività in questo ambito si sono ravvisate a seguito del cosiddetto “decreto Moratti-Stanca” del 17 aprile 20035, che ha sancito la possibilità di realizzare corsi di studio a distanza per le università italiane già esistenti, nonché la nascita di nuove “università telematiche” non statali che eroghino corsi esclusivamente o prioritariamente via web. Di conseguenza, allo scopo di razionalizzare e valorizzare a livello di sistema il patrimonio di esperienze accumulate dalle strutture camerali nel campo della formazione continua e, in particolare, della formazione a distanza, nonché quelle realizzate da molti anni nell’ambito delle collaborazioni con le Università e dell’offerta di Master di alta formazione, è stato avviato e messo a punto un progetto di “università telematica” del sistema camerale, denominata “Universitas Mercatorum”, al fine di favorire il progressivo incremento della partecipazione ai processi di formazione continua ed aggiornamento permanente del capitale umano già occupato presso le imprese, con particolare riguardo per i lavoratori e i titolari delle aziende di piccole e medie dimensioni. Si rammenta che la domanda di autorizzazione del nuovo ateneo “Universitas Mercatorum” (corredata di tutta la documentazione richiesta), era stata consegnata al MIUR il 21 dicembre 2005 da parte della omonima Società consortile a responsabilità limitata promotrice, costituita il 10 novembre dello stesso anno da una compagine comprendente 23 organismi del Sistema camerale, espressione di tutte le aree geografiche del Paese: oltre ad Unioncamere, 18 Camere di commercio (Ascoli Piceno, Bologna, Campobasso, Foggia, Genova, Grosseto, Imperia, Massa Carrara, Padova, Parma, Reggio Emilia, Roma, Sassari, Taranto, Treviso, Verona, Vicenza e Viterbo), un’Unione regionale (Calabria) e 3 agenzie e strutture specializzate (Istituto G. Tagliacarne, IFOA e Dintec). Nei primi tre mesi del 2006 si sono tenute le audizioni presso il CNVSU (Comitato Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario) ed il CUN (Consiglio Universitario Nazionale), che hanno avuto esiti positivi. In virtù di ciò, a conclusione dell’iter di accreditamento, in data 10 maggio 2006 il Ministro competente ha firmato il decreto di autorizzazione per l’istituzione dell’Università Telematica delle Camere di commercio italiane “Universitas Mercatorum”, che è stata così abilitata ad attivare, già a partire dall’anno accademico 2006/2007, i primi due corsi di laurea, in “Gestione d’Impresa” e in “Management delle Risorse Umane”. Negli ultimi mesi del 2006, a seguito della costituzione e dell’insediamento degli organi della Società consortile promotrice (Consiglio di Amministrazione e Presidenza) e dell’Università Telematica (Comitato Tecnico Organizzatore e Presidenza), dell’atti5 Diventato operativo il 16 maggio del 2004. 162 3. L’Azione di servizio vazione di un apposito Gruppo di lavoro per lo start-up dell’iniziativa, della Segreteria d’Ateneo e del sito internet www.unimercatorum.it, parallelamente al lancio della campagna di comunicazione a mezzo stampa e via web, è stata completata la procedura di reclutamento e formazione dei docenti e dei tutor, e sono state avviate l’implementazione della piattaforma tecnologica, la predisposizione dei materiali didattici e le immatricolazioni ai due corsi di laurea. L’avvio della didattica è stato previsto per la prima parte del 2007. Si tratta di un’importante iniziativa di Sistema, che intende attribuire una forte centralità alle Camere di commercio aderenti all’iniziativa, in vari momenti: 1. costituzione e attivazione di infrastrutture tecnologiche locali (es.: aule telematiche e sistema di videoconferenze in rete); 2. raccordo operativo con la domanda territoriale (per l’indirizzo della didattica e della ricerca) e servizi agli studenti (es.: punti informativi e di contatto con l’utenza; borse di studio; selezione, formazione e coordinamento tutor locali; organizzazione Figura 3.3.8. Il sito e la piattaforma e-learning dell’“Universitas Mercatorum” 163 Rapporto 2006 sul sistema camerale e gestione attività locali di fruizione della didattica e dei vari strumenti diffusi; supporto al placement in stage aziendali ed altre attività complementari ed integrative dell’offerta formativa; informazioni ad imprese e lavoratori su contributi finanziari e voucher per la formazione continua; 3. promozione, comunicazione e diffusione dell’iniziativa sul territorio (es.: campagne di comunicazione istituzionale interna ed esterna tramite i vari canali; predisposizione e diffusione di materiali informativi, divulgativi e promozionali; eventi istituzionali locali di promozione, informazione e sensibilizzazione sull’offerta di servizi dell’Ateneo). In virtù di ciò, è stata anche attivata un’apposita linea di finanziamento nell’ambito del Fondo Perequativo 2005, a fronte della quale, a fine 2006, sono pervenute 34 proposte progettuali (presentate da Camere di commercio ed Unioni regionali ed attualmente in fase di valutazione). Ad ulteriore conferma dell’interesse suscitato all’interno del sistema dall’iniziativa promossa, vi sono già varie altre Camere di commercio che hanno manifestato disponibilità o hanno richiesto di entrare nella compagine societaria. A tale scopo, nonché per sostenere ulteriormente lo start-up, lo sviluppo e l’ampliamento dell’offerta formativa e di ricerca dell’ateneo, il CdA della Consortile, nella seduta del 26 ottobre u.s., ha deliberato di proporre all’Assemblea dei soci un aumento del capitale sociale, per un importo massimo di 150 mila euro, da riservare alle Camere di commercio ed agli altri organismi camerali interessati. Il Progetto “Marco Polo” della Camera di Commercio di Padova “Marco Polo” è un progetto promosso dalla Camera di Commercio di Padova, in collaborazione con il Comune e la Provincia di Padova, l’Ufficio Scolastico Provinciale di Padova del Ministero della Pubblica Istruzione e la “Rete di Scuole” del progetto medesimo, con lo scopo di promuovere nella scuola la cultura d’impresa e nelle aziende la cultura dell’alternanza scuola-lavoro. Il progetto, giunto nell’anno scolastico 2006-2007 alla sua nona edizione, si è avvalso della consulenza scientifica e della collaborazione del prof. Renato Di Nubila, ordinario di Metodologia della Formazione presso la facoltà di Scienze della Formazione all’Università degli Studi di Padova. Il nome del Progetto ricorda il mercante veneziano Marco Polo, i cui viaggi in Oriente sono stati alla base del “Milione”, esempio di curiosità, di voglia di scoprire nuove terre e nuovi itinerari. Il solco di esperienze didattiche e formative tracciato da ben 9 edizioni del Marco Polo ha acquisito, ormai nella provincia di Padova e in molte scuole, la dimensione di una pratica consolidata e, in altre, lo sforzo di una convergenza significativa verso approdi metodologici nuovi e risultati formativi da tutti riconosciuti positivi. 164 3. L’Azione di servizio Nel corso degli anni le azioni del progetto, articolate in segmenti formativi, hanno seguito in particolare le seguenti linee: • la formazione congiunta dei tutor scolastici e aziendali impegnati nello stesso percorso formativo (itinerario “Mentore”) per un’efficace progettazione e gestione degli stages di studenti e insegnanti nelle imprese; • un sapere minimo di cultura d’impresa (“Res Gestae”) per gli studenti liceali; • il contatto diretto e vissuto con i contesti culturali organizzativi delle imprese venete (“Formazione itinerante”); • i corsi di formazione manageriale per i futuri dirigenti scolastici; • l’avvio di un’azione diffusa di educazione cooperativa e collaborativi (“Cooperative Learning”). I destinatari del progetto sono quindi: • gli insegnanti; • i dirigenti scolastici; • gli studenti; • le imprese; • gli istituti superiori della provincia. Sono stati coinvolti anche gli enti pubblici e privati impegnati nella formazione e nelle politiche attive del lavoro. A partire dalla settima edizione il progetto è stato incentrato sulla cultura e pratica dell’alternanza scuola-lavoro, come processo integrabile di formazione e di istruzione, nell’intento di avviare una prima sperimentazione con alcuni istituti scolastici di Padova e provincia in attuazione della riforma della scuola introdotta dalla Legge 53/2003. Nelle ultime due edizioni l’iniziativa, pur rimanendo incentrata sul tema dell’alternanza, ha inteso sviluppare inoltre la conoscenza dell’area dei mercati mondiali in maggiore espansione, quali la Cina e l’India: in particolare, gli studenti sono stati invitati a conoscere più da vicino il fenomeno cinese prodotto dalla globalizzazione dei mercati, a prepararsi ad affrontarne le sfide e a denunciarne le contraddizioni non solo sul piano commerciale, ma anche su quello sociale e dei diritti umani, ovvero ad approfondire la conoscenza dell’India nei suoi aspetti culturali, religiosi, storico-politici e di innovazione tecnologica. In entrambe le edizioni (8° e 9°) gli elaborati così predisposti dagli allievi sono stati premiati attraverso l’indizione di Concorsi Premio rivolti a classi e insegnanti, che hanno riscosso notevole successo. Oggi, il progetto Marco Polo è considerato best practice a livello internazionale: Padova si sta così accreditando non solo nel Veneto e in Italia, ma anche all’estero come l’avamposto di una cultura dell’alternanza scuola - lavoro cui molti fanno riferimento. 165 Rapporto 2006 sul sistema camerale Progetto Equal “Jump: creare condizioni per inserire soggetti deboli nel mercato del lavoro” – Camere di Commercio di Terni e Perugia Nell’ambito della iniziativa comunitaria Equal - II fase, le Camera di Commercio di Terni e Perugia hanno realizzato, in partnership con altri soggetti privati e istituzionali, il progetto “Jump: creare condizioni per inserire soggetti deboli nel mercato del lavoro”. Partner del progetto, oltre alle due Camere di Commercio, sono la cooperativa ARIS – Formazione e Ricerca (soggetto capofila), la Provincia di Perugia e nove Comuni delle due province umbre. “Jump” offre un contributo innovativo in termini di strumenti, metodi, dispostivi e prodotti che si riferiscono in modo trasversale agli ambiti di intervento regionali e alle specificità regionali in materia di lavoro e formazione. Il Progetto è imperniato su tre direttrici generali: • integrazione stabile tra politiche del lavoro e politiche sociali; • sviluppo di una società della conoscenza non discriminatoria; • integrazione tra sviluppo locale, sviluppo sociale e sviluppo occupazionale. Gli obiettivi dell’iniziativa sono: innovare il rapporto tra politiche sociali e politiche del lavoro, promuovere lo sviluppo integrato dei territori volto ad abbassare e possibilmente eliminare il disagio sociale di lavoratori svantaggiati, superare e contrastare il “digital divide“ trasformandolo in opportunità di adeguamento, concorrere all’affermazione di una crescita territoriale sostenibile armonizzando lo sviluppo sociale con quello economico e professionale attraverso l’innalzamento della coesione sociale e della condivisione degli obiettivi. I soggetti partners del progetto, dopo incontri in ambito territoriale predefiniti per omogeneità, unitamente ai rappresentanti delle imprese e delle categorie professionali, hanno individuato esigenze primarie di accoglienza in aziende, strategicamente importanti per il territorio di appartenenza, a cui si chiede di accettare soggetti in tirocinio formativo per un periodo di otto mesi senza costo alcuno per l’azienda accogliente. I soggetti accolti, durante il periodo di permanenza in azienda, saranno seguiti secondo norma, dal Servizio di Accompagnamento al Lavoro (SAL) dei vari Comuni partecipanti al progetto. Le Camere di Commercio di Terni e Perugia, nel quadro del progetto Equal “Jump”, oltre a collaborare nella ricerca di aziende idonee ad accogliere persone svantaggiate nei propri organici, hanno intrapreso un’interessante iniziativa per attribuire un riconoscimento alle imprese della provincia che si adoperano per facilitare le attività che i Servizi per l’accompagnamento al lavoro comunali svolgono per l’inserimento delle persone svantaggiate. Il Premio, che avrà un valore soprattutto simbolico e morale, verrà attribuito a tutte le imprese che si sono rese concretamente disponibili a collaborare con i SAL accogliendo persone svantaggiate, con una menzione speciale per quelle che hanno trasformato questi inserimenti in occupazione a tutti gli effetti, per quelle che hanno raggiunto i migliori risultati occupazionali e per quelle che, pur avendo già provveduto al collocamento di disabili in base alla legge n. 68/1999, sono andate al di là degli obblighi di legge con ulteriori inserimenti in azienda di persone disabili. 166 3. L’Azione di servizio Salone Orientamenti - Genova La Camera di Commercio di Genova, insieme con la Regione Liguria, l’Università degli Studi di Genova, la Provincia, il Comune e la Direzione Scolastica Regionale, ha realizzato nel 2006 la seconda edizione del salone “Orientamenti”. Il Salone è la vetrina espositiva di tutti i servizi inerenti alle tematiche legate al mondo del lavoro: presentazioni delle Facoltà agli studenti di scuola superiore con relativi test di orientamento alla scelta, formazione post laurea e formazione continua, servizi inerenti il passaggio dall’università all’azienda (professioni e percorsi formativi più richiesti, incontri e colloqui con le aziende), informazioni sui tirocini formativi e di orientamento, verifica delle attitudini e delle capacità personali, compilazione del curriculum vitae e strumenti per valutare la capacità di mettersi in proprio (informazioni, orientamento e formazione per avviare nuove imprese). La partecipazione camerale al Comitato Organizzatore si è concretizzata da un lato nell’organizzazione vera e propria della manifestazione e, dall’altro, nello sviluppo all’interno del Salone di tematiche riguardanti le informazioni e i dati necessari alla creazione di nuova impresa e agli incentivi economici che ne supportano l’avvio. L’Ente camerale, anche nell’edizione 2006, ha allestito uno stand espositivo dei propri servizi, dove sono stati altresì presenti l’Unioncamere Liguria e il Servizio Nuove Imprese del Centro Ligure per la Produttività, Agenzia formativa della Camera di Commercio di Genova, che ha illustrato i servizi di orientamento a supporto della creazione d’impresa. A tal proposito la Camera di Commercio ha realizzato pertanto colloqui e seminari di orientamento, per coloro che intendono mettersi in proprio, sviluppando alcuni argomenti di sicuro interesse, legati ai servizi camerali e al mondo dell’autoimprenditorialità. Inoltre, poiché l’edizione 2006 della manifestazione si è concentrata in particolar modo sulle tematiche legate all’innovazione tecnologica e alla ricerca, l’Ente camerale si è impegnato a invitare al Salone alcuni imprenditori di aziende operanti nel settore, disponibili a trasferire la loro esperienza a studenti universitari degli ultimi anni. 167 Rapporto 2006 sul sistema camerale I progetti sul territorio Camera di commercio Titolo progetto Partenariato BRESCIA Progetto Alternanza scuola-lavoro GENOVA Salone “Orienta Menti” GROSSETO Master 2° livello “Esperto dei prodotti agroalimentari di qualità e del territorio” Progetto Alternanza scuola-lavoro Ufficio scolastico regionale, Associazioni di categoria, Provincia di Perugia e scuole Progetto Alternanza scuola-lavoro Ufficio amministrativo provinciale (ex Provveditorato studi) di Ragusa, Scuole secondarie della Provincia Progetto Alternanza scuola-lavoro Provincia e scuole superiori. PERUGIA RAGUSA RAVENNA REGGIO CALABRIA SONDRIO VERCELLI 168 Seminari sulla responsabilità sociale d’impresa per commercialisti Avvio del polo formativo territoriale per lo sviluppo integrato della Provincia di Sondrio Progetto “Orientagiovani” Associazione industriale bresciana, Associzione scuole autonome bresciane, Ufficio scolastico provinciale. Regione Liguria, Agenzia Liguria Lavoro, Provincia di Genova, Università degli studi di Genova Polo universitario grossetano Ordine dei Dottori Commercialisti di Palmi Provincia di Sondrio, Associazioni di categoria, Enti pubblici e privati, Istituzioni scolastiche Confindustria 3. L’Azione di servizio 3.4 Promozione delle filiere Tabella 3.4.1. I numeri di “Promozione delle filiere” 70 Camere di commercio hanno svolto, nel corso del 2005, attività per la promozione delle filiere in Italia di cui 12 delegando l’attività alle Aziende speciali 5.348 424 Imprese partecipanti alle attività promozionali Progetti realizzati in tema di attività promozionali di cui 248 inerenti il settore agroalimentare 310 Progetti promozionali hanno visto il coinvolgimento delle Camere di commercio di cui 232 inerenti il settore agroalimentare 72 67 14,8 Progetti relativi alla promozione di produzioni locali attraverso consorzi Progetti relativi alla valorizzazione di prodotti locali attraverso azioni di sostegno per il riconoscimento di denominazione di origine Milioni di euro liquidati dalle Camere di commercio per le attività di promozione delle filiere Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Le azioni di tutela e valorizzazione delle produzioni e delle filiere di qualità fortemente ancorate alle tradizioni del territorio, rientrano da sempre nelle priorità delle politiche per lo sviluppo locale del Sistema camerale, anche nella prospettiva di rilanciare i c.detti “giacimenti locali” di saperi, sapori e abilità. Da questo punto di vista, occorre partire dai territori per farne la chiave di un nuovo concetto di made in Italy che sia efficace sia sul piano della competitività internazionale, che dello sviluppo delle realtà produttive. Per quanto concerne la filiera dell’agroalimentare, segnaliamo diverse iniziative promozionali promosse dall’Unioncamere in collaborazione con la rete camerale, tra cui: • “Lingua e Pane d’Italia”, manifestazione patrocinata dalla Presidenza della Repubblica e realizzata in collaborazione con l’Accademia della Crusca di Firenze e la locale Camera di commercio; • “L’olio dei territori per comunicare l’Italia”, in collaborazione con la Camera di commercio di Perugia; • “Studio sui prodotti tipici”, in collaborazione con Unicom; • “Insieme c’è più gusto”, in collaborazione con la Fondazione Banco Alimentare; • “I formaggi DOP italiani”, con la collaborazione della Camera di commercio italiana a Francoforte e di tre Unioni regionali; • l’edizione 2006 del concorso “Ercole Olivario” (giunto alla XIV edizione). 169 Rapporto 2006 sul sistema camerale L’Unioncamere ha promosso la valorizzazione delle produzioni agroalimentari anche con alcune iniziative editoriali innovative: è stato infatti realizzato e pubblicato l’Annuario delle Sagre d’Italia, un volume che nel fotografare la crescente offerta di sagre di prodotti tipici del nostro Paese ha colto un grande successo di pubblico (oltre 7.000 copie vendute nei primi mesi di distribuzione in libreria). Figura 3.4.1. L’andamento dei progetti svolti direttamente dalle Camere di commercio per tipo 300 200 100 0 2004 2005 2006 organizzazione diretta di fiere e mostre in Italia partecipazione a fiere e mostre in Provincia missioni e visite guidate partecipazione a fiere e mostre fuori Provincia Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 La seconda pubblicazione di particolare rilievo è stato il Rapporto sul Settore Vitivinicolo 2007 (si veda il box di approfondimento in questo paragrafo), un utile strumento conoscitivo rivolto ad imprese, studiosi, policy makers che approfondisce sia le recenti performance del settore vitivinicolo italiano sui mercati europei e mondiali, sia le dinamiche del settore in termini di crescita imprenditoriale e produttiva. Una linea di progetto innovativa cui si è dato vita nel corso dell’anno, con il contributo scientifico di Agroqualità, è stata infine quella mirata ad introdurre il concetto del rating sulla sicurezza alimentare, così da fornire alle imprese strumenti che consentano di velocizzare i loro rapporti con gli altri attori del mercato. 170 3. L’Azione di servizio Figura 3.4.2. I progetti svolti direttamente dalle Camere di commercio per tipo, con specifica di quelli riguardanti il settore agroalimentare nel 2006 - (valori assoluti) 200 172 150 130 N° progetti "agroalimentare" 93 109 100 72 50 N° progetti complessivi 54 29 13 0 organizzazione diretta partecipazione a fiere partecipazione a fiere e mostre fuori di fiere e mostre in e mostre in Provincia Provincia Italia missioni e visite guidate Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 FILIERE DEL TESSILE E DELL’ORO L’attività dell’Unione legata al Made in Italy si sta caratterizzando per l’affinamento dell’organizzazione dell’ITF che ha visto una maggiore adesione delle strutture camerali che sono passate dalle originarie 21 alle attuali 26. L’obiettivo è naturalmente quello di mettere a fattore comune le esperienze delle singole realtà camerali e di produrre azioni e iniziative comuni per la promozione del sistema Made in Italy. Con appositi gruppi di lavoro istituiti in collaborazione con le Camere di commercio e ITF sono state predisposte due proposte di riordino normativo, una dedicata al tessile e l’altra al settore calzaturiero. I filoni di lavoro riguardano da un lato la promozione di un sistema di tracciabilità della produzione e, dall’altro lato, la messa a regime dei controlli cogenti ex Upica – oggi affidati alle Camere di commercio – nei settori del tessile, abbigliamento, calzaturiero. Sul tema della qualità e regolazione del mercato è proseguita l’attività a favore della rete dei laboratori. L’attività comprende anche il supporto alla presentazione di progetti comunitari e nazionali. In questo ambito sono state avviate le prime attività per la diffusione di un network tra le Camere di commercio per la definizione di strategie comuni nel settore delle energie rinnovabili. 171 Rapporto 2006 sul sistema camerale L’Unione, avvalendosi della collaborazione della Camera di commercio di Grosseto, ha promosso la partecipazione coordinata del Sistema camerale alla manifestazione Vegetalia portando le esperienze e i progetti che le Camere di commercio stanno realizzando sul tema delle energie derivanti dalle biomasse agricole e da fonti rinnovabili. Inoltre, a seguito dell’emanazione del regolamento ministeriale sulla Borsa merci telematica italiana e la conseguente trasformazione della società Meteora in Borsa merci telematica italiana Scrl, nel 2006 l’Unioncamere ha tenuto un convegno di presentazione di questa rinnovata struttura del Sistema camerale. Questa nuova struttura è dotata di un organo di vigilanza e controllo, la Deputazione Nazionale, che garantisce la trasparenza delle transazioni. L’Unioncamere è stata chiamata a dare sede e supporto di segreteria alla Deputazione Nazionale che nel 2007 approverà i regolamenti operativi di mercato e le regole di negoziazione. Infine, in collaborazione con Borsa merci telematica italiana Scrl è stato portato avanti il progetto per l’implementazione dell’Area Prezzi che, raccogliendo le quotazioni camerali, consentirà di ottenere dei veri e propri fixings nazionali di prodotto. 172 3. L’Azione di servizio L’attività di certificazione dei vini svolta dal sistema camerale Nell’ambito dell’agroindustria italiana il settore vitivinicolo costituisce una delle realtà più rilevanti. L’Italia, occupa da tempo un posto stabile tra i primi Paesi al mondo sia in termini di consumo sia in termini di produzione ed esportazione del vino. Negli ultimi anni si è però entrati in una fase di transizione particolarmente delicata sulla quale incombono nuove importanti sfide ed il mercato enologico sta conoscendo profonde trasformazioni. La prima e più evidente è il sensibile calo dei consumi interni: il vino, penalizzato dai nuovi modelli e stili di vita, ha perso parte del suo appeal soprattutto tra le giovani generazioni. Questo fenomeno non riguarda soltanto l’Italia ma è comune a molti Paesi di antica tradizione vitivinicola. Viceversa i consumi registrano un andamento positivo nei Paesi non produttori come ad esempio la Gran Bretagna e il Giappone. Tutto ciò ha determinato una forte spinta all’internazionalizzazione del mercato, favorita anche dall’avvio di un processo di riduzione della protezione tariffaria e non tariffaria guidato dalle regole degli accordi Wto siglati nel 1994. Il fenomeno può essere colto considerando il rapporto tra esportazioni e produzione che è passato, secondo i dati Fao, dal 14% dei primi anni Ottanta a quasi il 25% nel 2002 e da quello tra importazioni e consumo, passato nello stesso periodo dal 16,5% al 27%. La redistribuzione geografica non avviene soltanto dal lato della domanda: anche il sistema dell’offerta si presenta sempre più articolato e nuovi player come ad esempio il Cile o l’Australia, sono da tempo comparsi sul mercato mondiale e puntano con strategie molto aggressive ad incrementare la loro quota sugli scambi internazionali L’altra importante sfida che incombe sul settore vitivinicolo italiano è indubbiamente la proposta di riforma dell’Organizzazione Comune di Mercato del settore vitivinicolo, che fissa come obiettivi strategici del settore a livello comunitario da un lato un rafforzamento della notorietà dei vini di qualità europei e dall’altro la creazione di una legislazione semplice e chiara. In questo quadro, Unioncamere ha realizzato il Rapporto sul Settore Vitivinicolo 2007, per tracciare le dinamiche del settore in termini di crescita imprenditoriale e produttiva, anche attraverso la contestuale valorizzazione del patrimonio informativo messo a disposizione dal sistema delle Camere di Commercio, che da oltre 40 anni operano per far crescere la qualità dei nostri vini diffondendo in tutto il territorio una nuova “cultura della qualità”. La mappa dei vini di qualità in Italia A fine 2005 si contavano in Italia 320 vini DOC, 34 DOCG e 123 IGT. Il Piemonte detiene sia il primato delle DOC riconosciute, sia il primato delle DOCG, seguito dalla Toscana. Per quanto concerne i vini IGT, Sardegna e Calabria, insieme alla Lombardia, detengono il maggior numero di certificazioni. 173 Rapporto 2006 sul sistema camerale Nel 2005, si è registrata una produzione di circa 11 milioni di ettolitri di vino DOC, con un tasso di variazione medio annuo del 2,9%. Le regioni che contribuiscono maggiormente alla produzione vinicola DOC sono il Veneto (21% della produzione nazionale), Emilia Romagna e Piemonte. In crescita le produzioni della Liguria (+17,6% annuo), Basilicata (+15,5%) e Toscana (+13,1%). In diminuzione, al contrario, la produzione in Friuli (-4,9% annuo). Per i vini DOCG nel 2005 si è registrata una produzione complessiva di circa 2,2 milioni di ettolitri (+4,2% rispetto al 2000), il 54% della quale concentrata nella sola Toscana (1,2 milioni di ettolitri circa). Forti incrementi produttivi si registrano in Campania, Veneto e Umbria, seppur con produzioni notevolmente inferiori, dal punto di vista quantitativo, rispetto alle due regioni leader Toscana e Piemonte. Infine, sempre nel 2005 la produzione di vini IGT si è attestata a circa 12 milioni di ettolitri, con un tasso di variazione medio annuo del 3% a partire dal 2000. Le regioni che producono di più sono Veneto (3,8 milioni circa di ettolitri), Emilia Romagna (2,4 milioni), Sicilia (1,6 milioni) e Puglia (1,3 milioni). Ettolitri di vini di qualità prodotti per regione (Anni 2000-2005) DOC DOCG IGT Var. media Var. media annua annua Regione 2005 2005 2005 2005-2000 2005-2000 (%) (%) Piemonte 1.217.359 3,0 784.069 -0,6 Valle d’Aosta 11.300 10,2 Lombardia 651.959 -1,1 73.272 2,0 171.206 Trentino-A.A. 909.162 -0,2 124.376 Veneto 2.335.999 5,6 4.875 23,8 3.786.250 Friuli- V.G. 712.750 -4,9 2.156 2,9 459.837 Liguria 61.692 17,6 3.548 Emilia-Romagna 1.252.710 3,9 20.505 -12,2 2.378.927 Toscana 292.018 13,1 1.175.105 7,6 527.565 Umbria 180.861 -1,7 10.469 17,0 187.307 Marche 442.980 1,5 5.756 -4,1 535.942 Lazio 716.614 3,9 310.897 Abruzzo 1.042.260 5,6 8.941 28,1 218.178 Molise 50.492 5,1 89.996 Campania 126.793 -1,9 66.423 42,0 133.956 Puglia 376.482 1,9 1.358.463 Basilicata 31.384 15,5 24.557 Calabria 55.896 6,9 13.225 Sicilia 233.708 7,1 1.200 1.603.975 Sardegna 289.562 8,5 38.942 0,4 140.022 Italia 10.991.979 2,9 2.191.712 4,2 12.068.228 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Camere di Commercio e Istat 174 Var. media annua 2005-2000 (%) -1,0 -8,6 -0,5 12,5 -2,7 0,4 0,8 27,7 8,1 10,7 10,1 3,4 0,5 5,3 2,1 -3,1 11,9 1,6 3,0 3. L’Azione di servizio I controlli delle Camere di Commercio A garanzia della qualità del prodotto che raggiunge le tavole dei consumatori, i vini a denominazione d’origine (DOC e DOCG) per essere commercializzati devono essere sottoposti ad esame da parte della Commissione di degustazione istituita presso la Camera di Commercio (una in ogni provincia). Per quanto concerne le DOC nel 2005, le Camere di Commercio hanno effettuato poco meno di 38 mila prelievi – riferiti a complessivi 8 milioni di ettolitri di vini DOC - al fine di sottoporli ad analisi chimico-fisica ed organolettica prima di essere commercializzati. Negli ultimi 5 anni gli incrementi più accentuati di queste attività di controllo si sono registrati in Abruzzo (+14,8% in media ogni anno), Valle d’Aosta (+7,7%) e Sicilia (+6,1%). Al contrario, si è avuto un decremento medio annuo del –6,6% in Molise e del –5% nel Lazio. A valle di queste verifiche, nel 2005 le Camere di Commercio hanno dichiarato idonei alla vendita vini DOC relativi a 36,2 mila campioni di vini (corrispondenti a circa 7,8 milioni di ettolitri di vino), con un aumento significativo della percentuale di campioni approvati a partire dal 2000, con punte in Trentino Alto Adige (+9,3%) e Valle d’Aosta (+8,1%). Per le DOCG, nel 2005 le Camere di Commercio hanno effettuato quasi 8 mila prelievi, l’83% dei quali in Piemonte e Toscana. Se si eccettua la Campania - dove pesa l’istituzione recente delle due DOCG Greco di Tufo e Fiano di Avellino - il maggior incremento dei controlli negli ultimi cinque anni si è registrato in Friuli Venezia Giulia (+16,2 in media ogni anno) e Lombardia (+15,5%). I controlli hanno riguardato circa 1,95 milioni di ettolitri di vini DOCG, con il risultato di dichiarare idonei più di 7,6 mila campioni, corrispondenti a oltre 1,9 milioni di ettolitri di vini DOCG. L’incremento medio annuo del numero di campioni dichiarati idonei è pari al 4,5% con aumenti più consistenti concentrati in Campania (+49,8%), Friuli (+21,6%) e Lombardia (+15,8%). Le aziende leader italiane del settore vitivinicolo Per comprendere meglio la struttura e l’evoluzione dell’intero settore, l’Unioncamere ha indagato attraverso un campione gli assetti organizzativi che le aziende leader hanno scelto, i loro comportamenti e le scelte strategiche che esse pongono in essere. Nella scelta delle aziende, si è tenuto conto di una serie di fattori quali localizzazione, marchio/immagine, specializzazione produttiva, strategia di vendita. Il 70% circa delle aziende leader che hanno risposto segnala una crescita del fatturato nel triennio 2003-2005 e, addirittura, il 100% prevede un fatturato in crescita nel triennio 2006-2008 (oltre i 2/3 attendono incrementi superiori al 15%). Quanto alle strategie adottate, a detta delle aziende le performance del recente passato sono state influenzate positivamente prima di tutto dal marchio/immagine dell’azienda. Non meno importante è stata la segmentazione del mercato e l’innovazione del prodotto. È interessante notare come negli anni passati, la cosa più importante per le aziende vitivinicole era l’affermazione del marchio e la crescita di immagine e notorietà, mentre per gli 175 Rapporto 2006 sul sistema camerale anni futuri questo aspetto del business sia stato sorpassato dalla necessità di individuare e creare una rete distributiva efficace (con un’importanza passata dal 42,9 all’85,7% del campione). Oltre alla conoscenza delle tecniche produttive, gli intervistati sottolineano le competenze di marketing e la conoscenza del mercato. La competizione si basa, quindi, su un duplice equilibrio basato non solo sulla qualità del prodotto ma soprattutto sulla capacità di venderlo. Il quadro che emerge è quello di un gruppo di aziende che possiedono strutture organizzative particolarmente attente al mercato e ai mutamenti comportamentali sia dal lato della domanda che dell’offerta. Essere leader significa, infatti, anche prevenire le mosse dei competitor, acquisire vantaggi competitivi che possono rafforzare la presenza dell’azienda sui mercati e/o portare a conquistare nuove “quote” di mercato. Infine, per quanto attiene al valore degli strumenti di certificazione, due posizioni emergono su tutte dalle risposte delle imprese del campione. La prima è che la certificazione è ancora uno strumento valido per le imprese leader (35,7% delle risposte). L’altra, invece, limita la valenza della certificazione solo per le vendite sui mercati emergenti (28,6% degli intervistati). Giudizi delle aziende leader sulla certificazione DOC (Valori percentuali sul totale delle risposte) La certificazione D.O.C. è ormai uno strumento superato 7,1% La certificazione D.O.C. è uno strumento ormai superato dal marchio proprio 14,3% La certificazione D.O.C. può essere uno strumento utile per i mercati emergenti 28,6% La certificazione D.O.C. è ancora utile solo per i piccoli produttori 14,3% Fonte: Rapporto sul Settore Vitivinicolo, 2007 176 La certificazione D.O.C. è ancora utile 35,7% 3. L’Azione di servizio INDIS – Istituto Nazionale Distribuzione e Servizi Monitoraggio della legislazione commerciale L’attività di monitoraggio normativo della disciplina legislativa nazionale e regionale è resa, quale servizio, mediante una strumentazione telematica: la banca dati on line Lexcom presente sul sito internet dell’Istituto (www.indisunioncamere.it). Detta banca dati è la fonte ufficiale alla quale rinvia anche il Ministero dello Sviluppo Economico. Il monitoraggio è effettuato attraverso la collaborazione di una rete di corrispondenti regionali sul commercio. Detta rete è stata radicalmente potenziata nel 2005 ed è ora composta, per ogni ambito territoriale, da un rappresentante delle Regioni ed uno del Sistema camerale (per lo più a livello di Unioni regionali). La Rete dei corrispondenti regionali si riunisce periodicamente nel corso dell’anno, e le riunioni sono mirate all’approfondimento tecnico delle disposizioni normative nazionali in materia di commercio. Nel 2006 particolare attenzione è stata data alla legge n. 248/2006 (c.d. decreto Bersani/Visco) ed ai successivi provvedimenti legislativi in tema di liberalizzazione e semplificazione delle attività economiche, soprattutto con riferimento alle tematiche inerenti le questioni interpretative ed attuative della legge per le Regioni, Comuni e le Camere di commercio. I risultati delle riunioni – spesso precedute da apposite rilevazioni – sono pubblicate nell’ambito della rubrica “Cronache regionali” della Rivista dell’Istituto Disciplina del commercio e dei servizi. Il monitoraggio della disciplina sovranazionale è svolto invece da un gruppo di Camere di commercio italiane all’estero, con il supporto di Assocamerestero. Le tematiche affrontate sono state presentate in apposite pubblicazioni o sul sito dell’Istituto. Approfondimenti sulla distribuzione commerciale Accanto al commercio al dettaglio, l’Istituto si occupa anche del commercio all’ingrosso e del commercio su aree pubbliche, argomenti con i quali si qualifica la presenza del Sistema camerale (come nel primo caso), ovvero si avviano collaborazioni con i Comuni. Sempre sulla distribuzione commerciale l’INDIS, che annovera tra le sua attività tradizionali iniziative di tipo formativo grazie alla collaborazione con le più qualificate strutture del Sistema camerale, ha collaborato con IFOA alla realizzazione del master in Food marketing e comunicazione di impresa nell’agroalimentare, per specializzare giovani laureati interessati ad entrare in aziende nell’area commerciale e marketing nel settore agroalimentare. 177 Rapporto 2006 sul sistema camerale Interventi operativi a) Di supporto alla legislazione L’attività di consulenza tecnica, sviluppata a partire dal 1999, ha riguardato gli adempimenti di Regioni e Comuni con riferimento all’attuazione del d.lgs. n. 114/1998 sulla disciplina del commercio e, ora, rispetto alle competenze attribuite dal Titolo V della Costituzione. Il valore degli interventi è legato alla logica di “concertazione” tra il mondo istituzionale e quello associativo cui è chiamato l’Istituto, al di là della mera predisposizione di un testo normativo. Da ultimo, l’impegno si è rivolto a tematiche mirate allo sviluppo del territorio e al rilancio dell’economia locale anche attraverso la leva commerciale: è il caso dello studio sul “Distretto del commercio, dell’artigianato e del tempo libero” (con la Regione Piemonte e la CCIAA di Vercelli), presentato a Vercelli nel marzo del 2006, con l’intento di sviluppare un modello generale per la possibile istituzione di un distretto del commercio in altri contesti regionali. b) Di supporto alle Amministrazioni per la riqualificazione del territorio: “Interventi di rivitalizzazione commerciale dei centri storici e delle aree urbane” L’Istituto – anche attraverso un apposito Comitato tecnico – effettua degli interventi di sostegno alla riqualificazione dei centri storici (L’Aquila 1996; Perugia 2000; Teramo 2001; Taranto 2004; Colle Val d’Elsa 2004; Salerno 2005). Gli interventi sono proposti, ovvero collaborano alla loro realizzazione, le rispettive Camere di commercio. Su queste tematiche l’Istituto ha presentato il report su “Interventi di rivitalizzazione commerciale dei centri storici e delle aree urbane” a completamento di un progetto di monitoraggio sugli interventi di rivalutazione commerciale dei centri storici e delle aree urbane, realizzato dall’INDIS – con il supporto tecnico dell’Istituto Tagliacarne – con l’obiettivo di condividere un insieme di strumenti cognitivi e tecnici da rendere fruibili ai Comuni che – anche con la presenza del Sistema camerale – intendono attivarsi con politiche mirate al recupero ed alla valorizzazione dei centri storici e/o di parti significative del tessuto cittadino. Altro importante progetto realizzato riguarda lo studio dell’Istituto sui “Centri commerciali naturali”, approvato dalla Camera di commercio di Salerno. Lo studio ha riguardato la realizzazione di indicazioni di marketing territoriale per il centro commerciale naturale di Torrione (quartiere di salerno) ed altre aree del centro storico, nonché in dieci Comuni. È stato, infine, ultimato anche il progetto di ricerca sul commercio su aree pubbliche mirato a quantificare e qualificare tale forma di commercio, nonché ad impostare un sistema di indagine diretta per il suo monitoraggio esportabile su scala locale. Dello svolgimento della ricerca è stato incaricato l’Istituto Tagliacarne che ha focalizzato i risultati della ricerca sulla ricostruzione dell’archivio dei mercati, la redazione dei questionari, la sperimentazione dell’indagine a livello nazionale e provinciale con particolare riferimento alla provincia di Ragusa. 178 3. L’Azione di servizio Prezzi e tariffe a) L’Osservatorio “Prezzi e Mercati” Da più di venti anni è svolta una attività di ricerca sui prezzi e le tariffe curata nell’ambito dell’Osservatorio INDIS su “Prezzi e Mercati”, anche attraverso la predisposizione del Bollettino trimestrale “Tendenze dei prezzi”. All’attività di ricerca si aggiunge quella di valutazione/discussione dei risultati svolta in seno all’Osservatorio. Detta struttura, fortemente potenziata dal 2004 dalla partecipazione fattiva di alcuni Ministeri e di altri soggetti istituzionali (ISTAT, ISMEA ecc.), è diventata una sorta di “forum” dove bimestralmente si individuano anche i potenziali temi sui quali l’Istituto, in collaborazione con il mondo istituzionale ed associativo, può avviare delle riflessioni. In particolare oltre alla disamina e diffusione dei dati mensili provenienti dalla distribuzione organizzata riferibili ai prezzi al consumo, si è approfondito l’andamento dei prezzi dei beni di largo consumo confezionato. Inoltre nella materia del comparto energetico (elettricità, gas carburanti) l’Istituto ha sviluppato un progetto affidato alla società Ref. di Milano relativo alla rilevazione dei prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica e del gas e analisi di filiera dei carburanti per autotrazione in Italia. A tal proposito è stata completata l’analisi di filiera sulla distribuzione dei carburanti, mentre la rilevazione sul prezzo dell’energia, la cui sperimentazione si sta compiendo con la Camera di commercio di Milano, è sata completata agli inizi del 2007 e sarà presentata – in una iniziativa pubblica – in vista della liberalizzazione del settore a partire dal luglio 2007. Fanno parte dell’Osservatorio anche le Unioni regionali delle Camere di commercio, attraverso le quali vengono veicolati sul territorio i risultati delle attività svolte. Tra i progetti diffusi al Sistema camerale e poi discussi e “validati” dall’Osservatorio vanno menzionati: • l’analisi delle tariffe idriche a livello nazionale (con realizzazione del relativo Rapporto) nonché nella Regione Emilia-Romagna grazie alla Convenzione triennale tra la Regione Emilia-Romagna, l’INDIS e l’Unione regionale delle Camere di commercio che è stata riconfermata per un successivo triennio ed estesa anche al settore dei rifiuti urbani; • sviluppo del mercato telematico grazie alla collaborazione tra l’INDIS e la Borsa merci telematica italiana (BMTI) finalizzata alla condivisione e alla valorizzazione delle informazioni relative ai prezzi e ai mercati; • monitoraggio delle tariffe idriche a livello nazionale (2203/2005). Il monitoraggio a livello locale è svolto in Emilia-Romagna sulla base di una Convenzione tra la Regione, l’INDIS e l’Unioncamere Emilia-Romagna; • analisi di filiera nel settore alimentare: a) carni bovine e suine fresche; b) prodotti ittici freschi (2005). 179 Rapporto 2006 sul sistema camerale b) I prezzi dei materiali da costruzione L’INDIS, per conto dell’Unioncamere, è presente nella Commissione centrale per il rilevamento dei costi dei materiali da costruzione, istituito presso il Ministero delle Infrastrutture. Le attività che vengono svolte qualificano le fonti informative di provenienza del Sistema camerale che, unitamente a quelle dei SIIT a livello regionale e dell’ISTAT, consentono al Ministero di emanare – entro il 30 giugno di ogni anno – un decreto che consente alle imprese del settore di rivedere il prezzo degli appalti pubblici per i materiali le cui variazioni sono state considerate “eccezionali”. Il Sistema camerale collabora all’attività trasmettendo le informazioni richieste con un apposito questionario predisposto da detto Ministero. Nel 2007 hanno fornito i dati, per le successive elaborazioni, 67 Camere di commercio. Attività convegnistica Tra i convegni curati dall’Istituto si menziona unicamente l’annuale appuntamento con il Convegno Nazionale del Commercio. Questa iniziativa sin dal suo avvio, quattro anni fa, si è sempre svolta con la collaborazione della locale Camera di commercio (Firenze, 2002, 2003, Bologna, 2004 e Napoli, 2005, Venezia 2007). Nell’ultima edizione – dedicata alle politiche regionali tra programmazione, liberalizzazioni e concorrenza – sono stati trattati i seguenti temi: a) le conseguenze delle liberalizzazioni; b) la filiera della distribuzione dei carburanti e, infine, c) le politiche attive per i centri urbani. Nell’occasione sono stati distribuiti il documento sull’analisi di filiera dei carburanti, nonché il report definitivo sugli “Interventi di rivitalizzazione commerciale dei centri storici e delle aree urbane”. 180 3. L’Azione di servizio I progetti sul territorio Camera di commercio ANCONA AREZZO ASCOLI PICENO BARI BERGAMO BRESCIA CREMONA CROTONE CUNEO FERRARA FIRENZE FROSINONE GENOVA GROSSETO LATINA LECCO LODI LUCCA Titolo progetto Partenariato Protocollo di intesa con la Provincia per la promozione delle filiere Programma promozionale congiunto Provincia di Ancona, Associazioni di categoria del settore agricolo Provincia di Arezzo Promozione dell’evento “Euroflora 2006” Premio “Biol” Regione Marche, Provincia di Ascoli Piceno Promozione del riconoscimento del marchio IGP al salame bergamasco Valorizzazione e promozione vini DOC / DOCG Azioni di promozione dei prodotti tipici locali: partecipazione alle più importanti manifestazioni di settore Riconoscimento del marchio DOP alla ricotta crotonese Programma per la promozione del marchio collettivo “Frutta di qualità” di Cuneo Azioni di promozione dei prodotti tipici locali: le “14 Perle ferraresi” (prodotti tipici agroalimentari) al Salone del Gusto di Torino Contributo alla meccanizzazione del settore oleicolo Realizzazione del volume “Tra monti e valli... come un libro da sfogliare” Regione Lombardia, Provincia di Cremona, Associazione “Strada del gusto” Provincia di Firenze (che ha cofinanziato l’iniziativa con € 100.000) Provincia di Frosinone, APT Frosinone, Comuni di Amaseno, Castro dei Volsci, Pastena e Villa S. Stefano Promozione del salone “Euroflora 2007” Regione Liguria, Associazioni di categoria del settore agricolo Azioni di promozione dei prodotti tipici Provincia di Grosseto, Associazione locali: partecipazione al salone “Vinitaly “Strade del vino”, Toscana promozione 2006” Azioni di promozione dei prodotti Provincia di Latina, APT di Latina, tipici locali: partecipazione alla Fiera di SECI (Società consortile per l’internazioGenova nalizzazione) Progetto “Delicatezze di Lombardia” Unioncamere Lombardia, Isnart, Agriteam Promozione dell’innovazione ed interna- Provincia di Lodi zionalizzazione della filiera dei prodotti tipici - partecipazioni a fiera internazionale Progetto “Rete del gusto” Enti locali MASSA CARRARA Promozione del marchio “Marmo di Carrara” ORISTANO Progetto “Sardegnacavalli” PADOVA Progetto “Rilancio del settore tessileabbigliamento” Associazioni di categoria locali, Provincia di Massa, Comuni di Carrara e Massa, imprese del distretto apuo-versiliese Associazioni di categoria ed imprese del settore 181 Rapporto 2006 sul sistema camerale PARMA PERUGIA PESARO E URBINO PIACENZA PISA PISTOIA RAGUSA Progetto “Nord Europa - promozione Regione Emilia-Romagna, Unioncamere settore agroalimentare nei paesi del nord Emilia - Romagna Europa” Promozione dell’olio di qualità in Italia e all’estero Azioni di promozione dei prodotti tipici locali: partecipazione al Salone internazionale del Gusto di Torino Progetto “Piacenza 100 sapori - marchio collettivo dei prodotti agro-alimentari piacentini” Progetto “Filiera del valore nel comparto Comuni locali olivicolo” Promozione della “Festa del pane” SALERNO Promozione della “FAM - Fiera Agricola Mediterranea” Promozione dell’olio di oliva della Provincia attraverso il riconoscimento DOP Progetto “Strada dell’olio e dei prodotti tipici della Sabina reatina e romana” Promozione del pomodoro pelato SASSARI Progetto “Sapori d’Italia in Cina” SIRACUSA Riconoscimento della IGP del limone femminello di Siracusa TERNI Promozione del salone “Arti e mestieri Expo” Realizzazione della pubblicazione promozionale “I maestri del gusto Produzioni agroalimentari tipiche” Promozione del settore vitivinicolo e grappicolo Promozione in occasione delle Olimpiadi di Torino 2006 Progetto “Giro d’Italia del riso piemontese di qualità” Progetto”Verona Wine Top” REGGIO CALABRIA RIETI TORINO TRENTO VERBANIA VERCELLI VERONA VIBO VALENTIA VITERBO 182 Progetto “Festa nazionale dei sapori: profumi e colori dell’agricoltura” Coordinamento delle feste del vino, della castagna e dell’olio Comune di Ragusa, Associazioni di categoria Confagricoltura, Copagri, CIA, Coldiretti, Università di Reggio Calabria, ARSSA, Archivio di Stato Associazioni di categoria del settore agricoltura A.N.I.C.A.V. Napoli Consorzio di Tutela, Assessorato regionale agricoltura, Provincia regionale di Siracusa Provincia di Torino Province di Novara e Biella, Consorzio dei fiori tipici del Lago Maggiore 3. L’Azione di servizio 3.5 Finanza e credito Tabella 3.5.1. I numeri di “Finanza e credito” 69 Camere di commercio hanno svolto, nel corso del 2006, attività relative alla finanza e al credito di cui 4 delegando l’attività alle Aziende speciali 157 Attività svolte relative alla finanza ed al credito di cui: 46 Rapporti/convenzioni con banche, raccordi con confidi 43 Seminari, congressi, ecc. 34 Servizi di promozione e consulenza sul credito 15 Iniziative per la formazione diretta alle imprese 13 Pubblicazione di bollettini e servizi di informazione 6 Tavoli periodici di rilevazione e diffusione dei dati 54,1 Milioni di euro di contributi finanziari diretti erogati dalle Camere di commercio alle imprese di cui: 19,7 destinati al settore “Artigianato” 11,3 destinati al settore “Commercio” 10,7 destinati al settore “Industria” 6,7 destinati al settore “Servizi” 5,7 destinati al settore “Agricoltura” Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 I dati raccolti dall’Osservatorio per l’anno 2006 confermano la propensione del Sistema camerale ad intervenire sui temi della finanza, con azioni volte sia a diffondere informazione sul rapporto tra impresa e sistemi finanziari che a promuovere e favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta creditizia. L’impegno delle Camere di commercio in tal senso è confermato dal fatto che ben 69 Camere hanno realizzato nel corso dell’anno attività finalizzate in via generale a migliorare le condizioni di accesso al credito delle piccole e medie imprese. In particolare (fig. 3.5.2.), l’intervento delle Camere si è concentrato prevalentemente su iniziative volte a facilitare l’intermediazione con il sistema creditizio anche attraverso azioni realizzate in collaborazione con i confidi. A conferma di ciò, quasi il 30% della specifica attività del Sistema camerale si è concentrata sulla definizione e sul perfezionamento di accordi e/o convenzioni stipulati con le banche e sul raccordo con gli organismi di garanzia. Non meno rilevante, inoltre, risulta l’attività svolta ai fini di “informare” direttamente il tessuto imprenditoriale locale sulle tematiche di maggiore interesse per le imprese di piccole e medie dimensioni, attraverso la realizzazione di seminari e congressi a tema 183 Rapporto 2006 sul sistema camerale Figura 3.5.1. Attività prevalentemente svolte nell’area finanza e credito Tavoli periodici di rilevazione e diffusione dei dati 5 Pubblicazione di bollettini e servizi di informazione 6 13 11 Iniziative per la formazione diretta alle imprese 16 15 Servizi di promozione e consulenza sul credito 34 27 Realizzazione di seminari, congressi, ecc. 43 38 Rapporti/convenzioni con le banche, raccordo con i confidi 46 54 - 10 20 30 40 50 60 2005 70 2006 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Figura 3.5.2. Evoluzione delle attività prevalentemente svolte dalle Camere di commercio - (valori %) 29,3% 2006 27,4% 41,3% 2004 19,6% 43,4% 2002 0% 20% 21,7% 16,7% 19,4% 40% 16,3% 60% Rapporti/convenzioni con le banche, raccordo con i confidi Realizzazione di seminari, congressi, ecc. Servizi di promozione e consulenza sul credito Iniziative per la formazione diretta alle imprese Pubblicazione di bollettini e servizi di informazione Tavoli periodici di rilevazione e diffusione dei dati Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 184 9,6% 8,3% 3,8% 11,6% 6,5% 4,3% 8,5% 9,3% 80% 3,1% 100% 3. L’Azione di servizio (27,4% del volume di attività), la fornitura di servizi di promozione e consulenza sul credito (21,7%), e l’attività di formazione diretta alle imprese del territorio (9,6%). Stante il tipico ruolo del Sistema camerale, quale osservatorio dei fenomeni economici e finanziari prevalenti, la spinta verso attività di carattere prettamente divulgativo si è manifestata anche attraverso la pubblicazione di bollettini e servizi di informazione, nonché attraverso l’attivazione di tavoli periodici di rilevazione e diffusione di dati. Rispetto alle altre attività, tuttavia, questa risulta marginale poiché nel complesso assorbe un 12,1% del volume totale di attività. Dal confronto con i dati degli anni precedenti, emerge chiaramente la tendenza ad una progressiva diminuzione del peso delle azioni di natura convenzionale con gli Istituti bancari (dal 41,3% del 2004 al 29,3% del 2006) mentre invece crescono progressivamente sia la realizzazione di eventi, seminari, congressi (dal 19,6% al 27,4%), che i servizi diretti alle imprese di promozione e consulenza sul credito (dal 16,7% al 21,7%). Dal punto di vista dei flussi finanziari, nel corso del 2006 l’intervento camerale ha movimentato complessivamente circa 54 milioni di euro in qualità di contributi erogati direttamente in favore dell’imprenditoria nazionale. L’importo complessivo supera le risorse investite l’anno precedente di quasi 20 milioni di euro e tale dato testimonia il livello di crescente attenzione delle CCIAA verso il tessuto produttivo locale cui vengono offerti gli strumenti necessari per tradurre in atto le proprie potenzialità di sviluppo. Figura 3.5.3. Settori destinatari dei contributi finanziari diretti erogati dalle Camere di commercio (migliaia di euro) 5.699,17 Agricoltura 2.306,84 6.670,86 Servizi 5.412,63 10.660,53 Industria 7.411,62 11.289,87 Commercio 9.721,79 19.734,42 Artigianato 10.082,34 0 5.000 10.000 15.000 2005 20.000 2006 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 185 Rapporto 2006 sul sistema camerale Osservando il riparto intersettoriale dei fondi erogati (fig. 3.5.3.) si conferma come la maggior parte dei contributi sia diretta al settore dell’artigianato, che convoglia su di sé circa il 37% del capitale totale investito, per un importo di 19,7 Meuro pari a quasi il doppio dell’ammontare investito nello stesso settore nel 2005 (circa 10 Meuro). A seguire il settore del commercio, che assorbe 11,3 Meuro dei fondi pari al 21% del totale, il settore dell’industria, con 10,7 Meuro investiti, pari al 20%, il settore dei servizi, con 6,7 Meuro ivi destinati, pari al 12% del totale ed, infine, il settore dell’agricoltura, che attira 5,7 Meuro, vale a dire l’11% del capitale complessivamente erogato, più che raddoppiando comunque gli impieghi rispetto al 2005. L’evoluzione dei confidi: il ruolo delle Camere di commercio Le novità intervenute negli ultimi anni nei settori del credito e della garanzia sia sotto il profilo regolamentare che di mercato – dai processi di aggregazione degli istituti bancari, al nuovo Accordo di Basilea 2, alla legge quadro di riforma del sistema della garanzia mutualistica – stanno necessariamente portando i confidi verso un’evoluzione sia dimensionale che strutturale e patrimoniale. Figura 3.5.4. Confidi in Italia anno 2006 (Tot. 954) Nord Centro Sud Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 186 2005 364 309 372 1045 2006 346 280 328 954 Diff. -18 -29 -44 -91 3. L’Azione di servizio Sono in corso numerosi processi di fusioni e di aggregazioni delle strutture (soprattutto per il comparto artigianato ed industria), orientati verso una dimensione territoriale sempre più di tipo “regionale”. Nel corso del 2006 si è registrata infatti una sensibile diminuzione del numero dei confidi sul territorio nazionale (da 1.045 strutture del 2005 a 954 nel 2006) che si è realizzata soprattutto nel Mezzogiorno (da 372 nel 2005 a 328 nel 2006), ma anche nel Centro (da 309 nel 2005 a 280 nel 2006) e nel Settentrione (da 364 nel 2005 a 346 nel 2006). In tale mutato scenario caratterizzato dalla razionalizzazione del sistema di garanzia, il Sistema camerale sta ridefinendo il proprio ruolo di sostegno ai confidi. Come risulta dai dati raccolti su 75 Camere di commercio, solo 22 Camere non hanno sostenuto finanziariamente i confidi sul territorio. In particolare, su un totale nazionale di 954 confidi, gli enti camerali nel 2006 hanno erogato contributi a favore di 440 confidi favorendo oltre 15 miliardi di finanziamenti a più di 700.000 imprese. Nell’ambito di tali partecipazioni, i contributi ai fondi rischi erogati dalle CCIAA ammontano, nel 2006, a oltre 18 milioni di euro mentre quelli in conto interessi si attestano su circa 13 milioni. Si vanno poi affermando nuove forme di contribuzione, non finalizzate all’accrescimento dei fondi di garanzia o all’abbattimento degli interessi pagati dalle imprese sui finanziamenti bancari, che ricomprendono gli incentivi camerali volti a favorire i processi di aggregazione, attraverso accorpamenti e fusioni, dei confidi territoriali o la trasformazione degli organismi di garanzia in veri e propri intermediari finanziari vigilati dalla Banca D’Italia. Tabella 3.5.2. Partecipazione ai confidi del Sistema camerale Numero imprese associate Totale affidamenti garantiti Contributi Fondo Rischi Contributi C/ interessi Altri contributi Partecipazioni capitale sociale 733.841 15.525.346.429 18.055.359 13.039.571 1.557.723 171.275 Fonte: Unioncamere Oltre a garantire un cospicuo flusso di risorse finanziarie, diverse sono le iniziative che le Camere di commercio hanno favorito in un’ottica di rafforzamento e evoluzione del sistema della mutua garanzia. Negli ultimi anni, esse hanno rafforzato il loro impegno sia politico che finanziario a favore della crescita e dell’evoluzione del sistema della garanzia. Rispetto al passato sono emersi però degli importanti elementi di novità: gli interventi delle Camere hanno infatti assunto un carattere di maggiore selettività. I contributi, infatti, puntano spesso a favorire operazioni di fusione e aggregazione tra strutture di garanzia finalizzate alla razionalizzazione della rete dei confidi. L’operatività a livello regionale sta diventando un requisito minimo richiesto alle strutture di garanzia da Basilea 2, dalla legge quadro di riforma e dalla riorganizzazione del sistema bancario e finanziario italiano. 187 Rapporto 2006 sul sistema camerale In questo nuovo contesto, in alcuni casi, le contribuzioni camerali sono veicolate attraverso le Unioni regionali che così sostengono la creazione e lo sviluppo di organismi di garanzia operanti su un livello almeno regionale tali da potersi affermare su un mercato della garanzia sempre più ampio e competitivo e fornire un migliore supporto alle imprese nel facilitare il loro accesso al credito. Alcune Camere di commercio stanno poi favorendo la trasformazione dei confidi in veri e propri intermediari finanziari vigilati in grado di fornire garanzie elegibili ai fini di Basilea 2 che possano avere un forte effetto di mitigazione dei rischi bancari e quindi avere un impatto molto significativo sul credito concesso alle imprese. Sta cambiando anche la modalità tecnica di intervento: ai tradizionali contributi ai fondi rischi si vanno sempre più sostituendo contributi tesi ad abbattere gli interessi a carico delle imprese che accedono a finanziamenti garantiti dai confidi. Ciò consente di sostenere specifiche tipologie di imprese, come ad esempio le imprese giovanili e femminili, nonché le aziende in fase di start-up, anche in riferimento ad operazioni di private equity. Alcune Camere di commercio (sotto diverse forme e con un modello di calcolo ponderato) finalizzano il contributo in base al livello delle erogazioni effettuate negli anni precedenti, in base al numero delle imprese effettivamente finanziate (non solo iscritte), alle sofferenze registrate ed al volume degli impieghi garantiti, migliorando così l’efficacia degli interventi di sostegno posti in essere. Ancora più innovative sono le misure volte a creare dei fondi di controgaranzia che interagiscono con i fondi di garanzia mutualistica operanti sul territorio, creando preziose sinergie tra sistema pubblico e privato e accrescendo gli effetti moltiplicativi delle risorse camerali stanziate. Basilea 2: l’impegno delle Camere di commercio nel valutare l’affidabilità delle imprese minori Il nuovo Accordo di Basilea rappresenta un’opportunità unica per le imprese e le banche di ridefinire i loro rapporti in un’ottica di partnership. Il sistema Italia deve necessariamente affrontare tali cambiamenti con una maggiore consapevolezza delle dinamiche economiche e finanziarie in atto in un mondo costituito da un fitto tessuto di micro e piccole imprese che rappresenta la vera forza economica e sociale del Paese. Il Sistema camerale ha realizzato il suo “originale” contributo alla conoscenza di tale universo di riferimento, proseguendo nel filone di ricerca inaugurato nel 2005 ed arricchendo l’indagine attraverso una metodologia più complessa, un nuovo e più ampio campione di imprese (oltre 17.000), e soprattutto un’analisi dello stato di default delle aziende. L’indagine 2006 sull’affidabilità delle imprese minori si è posta l’obiettivo di misurare il grado di rischiosità economico-finanziaria delle imprese diverse dalle società di capitale (ditte individuali e società di persone) sulla base dei nuovi criteri innescati da Basilea 2 e di offrire un vero e proprio modello di rating utilizzabile dalle banche ai fini della concessione del credito a questa tipologia di aziende. 188 3. L’Azione di servizio L’applicazione del modello di rating ha evidenziato due risultati lusinghieri: applicando i parametri definiti da Basilea 2 per individuare le situazioni di default, il 96% del campione appare solvibile e, in una proiezione a 12 mesi, il 95% delle imprese non è a rischio di insolvenza. È un risultato importante per la solidità economico-finanziaria delle imprese minori e rassicurante nella prospettiva della ormai imminente entrata a regime del nuovo Accordo sul capitale. Questo risultato è tanto più significativo in quanto basato su due solidi pilastri dal punto di vista statistico e concettuale. Da un lato, infatti, esso scaturisce dall’analisi della rischiosità di un campione ampio e rappresentativo dell’universo delle imprese minori italiane, costituito da quasi 17.000 società di persone e ditte individuali selezionate in modo da rappresentare il più fedelmente possibile la composizione settoriale e geografica del tessuto produttivo nazionale. Dall’altro, esso deriva dall’applicazione di un modello di rating appositamente concepito – e validato – per tener conto non solo delle grandezze economico-finanziarie ma anche di quelle informazioni di carattere qualitativo e di andamento che permettono di cogliere, con maggior precisione, le dinamiche che caratterizzano queste imprese. Più in particolare, l’analisi della probabilità di default – del rischio cioè che queste imprese possano ritrovarsi in una condizione di insolvenza nei prossimi 12 mesi – indica non solo che questo rischio è circoscritto al 5% del campione, ma evidenzia, soprattutto, che il 17% di queste imprese presenta degli eccellenti “fondamentali”, che le collocano nelle classi più elevate della scala di rating utilizzata in questa indagine. Bisogna, d’altra parte, rilevare che tre quarti del campione si colloca in una zona grigia, che nel contesto di questa indagine è idealmente rappresentata dalle fasce di solvibilità sufficiente o debole. Una collocazione, peraltro, che non indica un rischio più o meno imminente di default ma che comunque segnala la presenza di criticità, via via più consistenti mano a mano che si scende lungo la scala di rating, che potrebbero favorire il verificarsi di crisi di liquidità a fronte di eventi negativi o imprevisti che dovessero interessare queste aziende. Appare, invece, meno critica del previsto la situazione delle imprese meridionali che pur denotando, nel complesso, una struttura più fragile rispetto alle aziende del Nord, presentano una percentuale di soggetti “vulnerabili” poco superiore alla media del campione. Nella prospettiva dei 12 mesi, le imprese delle costruzioni e quelle dei servizi appaiono più “virtuose”, anche se il manifatturiero e il commercio, soprattutto nell’analisi “a consuntivo” sembrano aver assorbito con sufficiente elasticità gli effetti negativi della crescita alquanto rallentata che ha caratterizzato la domanda nell’ultimo periodo. Significativi sono i risultati relativi al rapporto con il sistema bancario. Ancora una volta, come già era emerso nella precedente edizione, viene smentito il luogo comune che immagina un rapporto fatto di multi-affidamenti ed elevato turn-over. Al contrario, le imprese dimostrano di coltivare rapporti duraturi, spesso con una sola banca anche se si tratta di un rapporto a volte difficile: il costo del credito rimane, ad esempio, una questione aperta e le imprese intervistate nel corso della rilevazione affermano, nella 189 Rapporto 2006 sul sistema camerale quasi totalità dei casi, di non voler prendere in considerazione l’ipotesi di accettare un tasso di interesse più elevato per poter accedere più facilmente ai finanziamenti. Conoscenza personale con i responsabili di filiale e disponibilità adeguata di garanzie restano, per buona parte delle aziende, elementi decisivi per facilitare la concessione del credito. Ancora minoritaria è la posizione di quanti vedono nella patrimonializzazione piuttosto che nella competitività dell’azienda o, ancora, nelle prospettive del settore gli atout su cui puntare nell’approccio alla richiesta di finanziamenti. Elementi che in realtà, sia pure in misura diversa, sono destinati a crescere di importanza in regime di Basilea 2. Il Progetto PattiChiari PattiChiari è il consorzio costituito da 170 banche italiane, per un totale di 26.000 sportelli (corrispondenti all’84% degli sportelli dell’intero sistema bancario italiano), nato con l’obiettivo di offrire servizi di formazione ed informazione che favoriscano la comprensione dei prodotti finanziari da parte delle imprese e permettano loro di scegliere il prodotto più adatto alle proprie specifiche esigenze. Il sistema delle Camere di commercio ha avviato una collaborazione con il Consorzio volta essenzialmente a favorire la diffusione delle iniziative PattiChiari nell’ottica di: a) fornire strumenti e servizi di educazione finanziaria alle imprese; b) ridurre l’asimmetria informativa tra banca e impresa sui criteri adottati per l’analisi delle richieste di credito da parte delle P.M.I.; c) misurare l’efficienza delle banche attraverso la comparabilità dei tempi di risposta alle richieste di finanziamento effettuate a livello regionale; d) promuovere il processo di autoanalisi dell’impresa attraverso la disponibilità di una Guida sui “criteri generali di valutazione del credito”. Tale iniziativa rientra in un percorso che vede coinvolti a livello istituzionale il mondo camerale e quello bancario, sia su base nazionale che locale dove la costituzione delle ABI regionali ha rafforzato il confronto strategico e operativo sul territorio in merito alle tematiche del credito. La collaborazione con PattiChiari per l’anno 2006 è stata avviata in fase pilota per la parte di interventi sul territorio con una selezione di CCIAA (12 Camere: Ancona, Belluno, Benevento, Brindisi, Campobasso, Como, Cuneo, Grosseto, Isernia, L’Aquila, Lucca, Matera), per mettere a punto i format di intervento da realizzare a regime nel 2007, su tutte le Camere di commercio che vorranno partecipare al progetto. In particolare le iniziative congiunte previste riguardano: • formazione di referenti all’interno delle CCIAA aderenti al progetto; • creazione di un’area informativa sui temi identificati all’interno delle sedi camerali; • valorizzazione partnership e veicolazione contenuti identificati; • incubazione momenti di incontro imprese-banche e di comunicazione c o n giunta sul territorio; • creazione momenti di formazione per le imprese. 190 3. L’Azione di servizio La finanza innovativa: il ruolo del Sistema camerale I forti cambiamenti che caratterizzano il sistema finanziario ed economico internazionale coinvolgono in pieno il sistema imprenditoriale italiano, costituito lungo la spina dorsale delle piccole e micro imprese, affidate nella maggior parte dei casi ad una conduzione di carattere familiare. Le piccole e medie aziende del nostro Paese sono fortemente dipendenti dal credito bancario a causa della ristrettezza dei margini di autofinanziamento e della carenza di afflusso di capitale di rischio. Ne deriva incertezza riguardo sia la stabilità delle fonti che il costo dei finanziamenti. La maggiore incidenza degli oneri finanziari determina inoltre una più forte esposizione della piccola impresa ai rischi congiunturali. Una politica per lo sviluppo delle P.M.I. dovrebbe quindi porsi l’obiettivo di favorire la differenziazione delle forme di finanziamento delle piccole imprese, accrescendo il peso del capitale di rischio all’interno della loro struttura finanziaria e sostenendo l’impresa anche nella fase di avvio dell’iniziativa imprenditoriale. In tale prospettiva, il sistema finanziario può svolgere un ruolo attivo per avvicinare le imprese di dimensioni minori al mercato dei capitali, attraverso la promozione di forme di finanziamento con capitale di rischio, ovvero mediante l’investimento diretto e indiretto da parte del sistema bancario nel capitale delle imprese (merchant-banking, private equity) o mediante l’affiancamento delle imprese nei processi di quotazione su alcuni dei circuiti dei mercati regolamentati quali quello denominato Expandi o quello, di recente introduzione in Italia, del Mercato Alternativo del Capitale di Borsa Italiana S.p.A. In tal senso, il Sistema camerale si potrà configurare sempre più come una componente economico-istituzionale in grado di fornire un significativo contributo alla definizione-realizzazione delle politiche economiche e di sviluppo dei diversi contesti territoriali. La mission istituzionale del Sistema camerale negli ultimi anni si è orientata sullo svolgimento di attività di collegamento e facilitazione tra il sistema bancario e quello imprenditoriale, cercando di favorire proprio quei processi virtuosi sopra descritti, incentivando sempre più il passaggio da un ricorso a strumenti creditizi, verso forme di vera e propria finanza alternativa, spostando anche il periodo temporale del finanziamento dal breve al medio-lungo termine. Le Camere di commercio hanno accumulato negli anni sul tema della finanza innovativa per le piccole e medie imprese numerose esperienze e attività, attraverso azioni, strumenti, ruoli che possono essere rappresentati (ma non certo in maniera esaustiva) nelle esperienze di seguito riportate in materia di fondi rotativi di partecipazione per le nuove imprese innovative, e di esercizio di un ruolo di promozione e coordinamento sul territorio. 191 Rapporto 2006 sul sistema camerale Il ruolo di promozione e di coordinamento: il Consorzio camerale per il credito e la finanza Il Consorzio camerale per il credito e la finanza ha per oggetto sociale lo svolgimento di azioni volte a migliorare l’accesso delle P.M.I. al mercato del credito e ai mercati finanziari, nonché a promuovere e sostenere lo sviluppo di nuove e più articolate forme di finanza per i sistemi locali. I soci fondatori del Consorzio sono le Camere di commercio industria artigianato e agricoltura di Bari, Brescia, Firenze, Genova, Imperia, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Treviso, Trieste e l’Unione italiana delle Camere di commercio. Il Consorzio camerale per il credito e la finanza ha raccolto, a partire dal 2004, la prestigiosa quanto impegnativa eredità del Consorzio camerale per il coordinamento dei mercati locali, nato nel 1986 – con la denominazione di Consorzio camerale per il coordinamento delle borse valori – per favorire e supportare la nascita della Borsa telematica. Il cambiamento della ragione sociale, lungi dall’essere una semplice operazione di restyling, è invece indicativo di come gli ambiti di interesse e di responsabilità del Consorzio si siano notevolmente ampliati nel corso degli ultimi anni. L’ampliamento del campo d’azione non è andato a discapito dell’impegno “storico” che il Consorzio ha profuso nello studio e nella promozione del capitale di rischio per le P.M.I.. Al contrario, continua il lavoro di formazione, informazione e animazione del mercato, che ha avuto e ha tuttora nel portale telematico P.M.I. Finance (www.pmifinance.it) uno dei principali strumenti operativi per favorire lo sviluppo e il consolidamento della cultura del capitale di rischio – e del venture capital – tra le oltre 300.000 imprese iscritte alle Camere di commercio aderenti all’iniziativa. I risultati raggiunti sono stati lusinghieri, nonostante la fase di incertezza che ha caratterizzato negli ultimi anni il mercato del venture capital in Italia e il ridimensionamento del fenomeno della net economy che, almeno inizialmente, ha rappresentato la punta di diamante di questo mercato. P.M.I. Finance si avvale tuttora della partnership con i principali attori presenti sul mercato del credito e della finanza operanti in Italia: AIFI, ABI, IBAN e Borsa Italiana, che, in questi anni, hanno offerto il proprio contributo propositivo e operativo per garantire il successo del progetto. A questa iniziativa si è affiancato, a partire dal 2003, il progetto Venture Route (www.venture-route.com). Questo progetto, che ha ottenuto il patrocinio della Commissione europea, va a inserirsi nel solco della tradizionale innovatività delle iniziative del Consorzio: si tratta, infatti, di una piattaforma europea di matchmaking on line a disposizione di imprese, manager e aspiranti imprenditori per identificare e sviluppare alleanze strategiche, accedere a progetti internazionali, conoscenze e competenze specialistiche, servizi di supporto e di assistenza personalizzati, capitali di rischio e finanziamenti pubblici. Al progetto, a cui hanno già aderito 400 investitori e oltre 3000 aziende, partecipano anche Sviluppo Italia, e altri partner di diversi Paesi europei, tra cui Germania, Austria e Irlanda. Coerentemente con le nuove esigenze ma anche con le interessanti opportunità che derivano dall’evoluzione, sempre più rapida, della finanza d’impresa, il Consorzio si è posto però nuovi obiettivi strategici e operativi, con particolare riferimento alla finanza per l’internazionalizzazione, alla finanza per lo sviluppo locale e alla finanza per l’innovazione tecnologica. Il Consorzio punta a individuare e proporre, anche in collaborazione con altri soggetti sia del Sistema camerale sia del mondo associativo e accademico, linee di sviluppo per strumenti e iniziative volti a promuovere il finanziamento di progetti imprenditoriali focalizzati sull’innovazione tecnologica o sull’implementazione di strategie di internazionalizzazione. 192 3. L’Azione di servizio Fondo di garanzia Unioncamere Lombardia a sostegno dell’accesso al credito delle imprese artigiane Il funzionamento di questo fondo è definito in un accordo/convenzione con Artigiancredit Lombardia, Consorzio di 2° grado tra i Confidi artigiani della Lombardia, che a sua volta ha convenzionato i Confidi territoriali. Questa convenzione è definibile come accordo quadro e quindi può essere utilizzata per diversi prodotti (fino ad oggi è stata utilizzata per tre prodotti: riequilibrio finanziario, SMART nuove imprese, SOFIA imprese femminili, a cui potrebbero aggiungersene altri con lo stesso meccanismo di funzionamento). I soggetti interessati alla gestione sono fondamentalmente tre: • Artigiancredit Lombardia, e quindi il sistema dei Confidi, che gestisce gli aspetti operativi, convenziona le banche interessate e cura il rapporto con Unioncamere Lombardia, ponendosi come intermediario nei confronti dei Confidi territoriali; • Unioncamere Lombardia, e quindi il sistema camerale, che mette a disposizione i fondi a garanzia; • le banche che finanziano le imprese, a condizioni e costi convenzionati con Artigiancredit. Artigiancredit, con periodicità trimestrale, rendiconta ad Unioncamere sull’andamento del prodotto e richiede il rimborso delle pratiche insolute, nella percentuale prevista, per le quali i Confidi hanno rimborsato la banca. Unioncamere Lombardia, verifica il tutto e procede a rimborsare Artigiancredit, che, a sua volta, rimborsa il Confidi. In caso di recupero totale o parziale dell’insolvenza, Artigiancredit rimborsa Unioncamere per la quota di competenza. Il fondo di garanzia costituito è vincolato alla destinazione prevista e quindi, essendo attivi i prodotti, non può essere utilizzato per altri fini; resta però in gestione ad Unioncamere e non entra nel patrimonio dei confidi. Pertanto non è interessato dalle norme previste nell’ultima finanziaria. Si configura come uno strumento di politica industriale che indirizza il credito verso finalità ritenute prioritarie dal sistema camerale al momento della sua costituzione. Il fondo si decrementa a seguito della liquidazione delle insolvenze e si incrementa a seguito dei recuperi o perché viene integrato con successivi versamenti, per mantenere in essere il rapporto necessario con il montante dei finanziamenti erogati Il vantaggio per il sistema delle imprese sta nella possibilità per i confidi territoriali, controgarantiti tramite Artigiancredit dal fondo di Unioncamere Lombardia, di rilasciare alla banca una garanzia più elevata (65/80%) e quindi di facilitare l’accesso al credito per specifiche categorie di imprese (es. nuove imprese, imprese femminili) oppure per prodotti a rischio elevato (es. riequilibrio finanziario). Artigiancredit Lombardia ha, poi, in corso un contratto con il Fondo europeo degli investimenti (FEI), che controgarantisce al 50% finanziamenti per investimenti e avvio di nuove imprese. Nel caso quindi di un prodotto come SMART l’intervento del FEI consente di ridurre del 50% il rischio a carico del fondo Unioncamere. Dopo qualche perplessità iniziale da parte del sistema Confidi, che per ovvie ragioni preferisce ricevere i contributi direttamente sui propri fondi rischi, il sistema ha funzionato, tanto da far ritenere oggi il riequilibrio finanziario un prodotto di successo, largamente utilizzato dalle imprese artigiane. 193 Rapporto 2006 sul sistema camerale I progetti sul territorio Camera di commercio Titolo progetto Partenariato ALESSANDRIA Convegno “Crescere insieme: perché ?” ABI ANCONA Contributi ai consorzi fidi della Provincia di Ancona Progetto “Basilea 2” Sistema dei confidi Protocollo di intesa per favorire l’accesso al credito delle PMI Acquisto partecipazione nel Centro estero internazionalizzazione Piemonte Servizi innovativi per la finanza: progetto “Rating model on line - Basilea 2” Servizi innovativi per la finanza: progetto “Rating point” Servizio alle imprese sulla finanza e il credito Incentivi alle imprese per la capitalizzazione aziendale Realizzazione di analisi di bilancio finalizzate all’ottenimento del rating per le PMI Protocollo di intesa con Prefettura in materia di antiracket e antiusura Concessione di contributi a fondo rischi e in conto interessi ai Consorzi fidi della Provincia di Ferrara Servizi innovativi per la finanza: progetto “Rating model on line - Basilea 2” Avvio della nuova contabilità economica camerale Progetto “Impresapiù”: avvio di un fondo di controgaranzia intersettoriale Servizi innovativi per la finanza: progetto “Basilea 2” Seminario sulla legge 488/92 Regione Toscana AOSTA AREZZO ASTI AVELLINO BERGAMO CAMPOBASSO COMO CREMONA CROTONE FERRARA FIRENZE FROSINONE GENOVA LECCO LUCCA MANTOVA MASSA CARRARA MILANO MODENA NAPOLI PADOVA 194 Regione Piemonte Associazioni di categoria, Confidi, imprese locali Banche e Confidi Associazioni di categoria Prefettura, Enti locali Università di Firenze, Centro studi Finanza Firenze Istituto G. Tagliacarne Provincia di Genova e Consorzi fidi provinciali Consorzio camerale per il credito e la finanza di Milano Fondazione bancaria Bandi camerali per il finanziamento di PMI mantovane Servizi innovativi per la finanza: il siste- ABI, Consorzio camerale per il credito ma bancario, strumento al sostegno della crescita dell’economia del territorio Costituzione “Veicolo 107” CPL, Fidicomet, Fidimpresa, Sinvest, Cooperativa artigiana lombarda di garanzia, Agrifidi Progetto “Fondo innovazione: fondo Provincia di Modena, 3 Istituti bancari, rotativo per il sostegno agli investimenti Comuni locali in innovazione delle imprese” Nuovo regolamento sull’efficienza e riorganizzazione dei Confidi Azioni di sostegno all’operatività dei Consorzi fidi della Provincia di Padova Consorzi fidi 3. L’Azione di servizio PARMA PAVIA PERUGIA PISA POTENZA RAGUSA RAVENNA RIETI SIRACUSA TERNI TORINO VERCELLI VICENZA VITERBO Progetto di riorganizzazione del sistema provinciale dei Confidi Accordo di programma UnioncamereRegione Lombardia per il finanziamento di bandi per la concessione di contributi a progetti di interesse per l’economia locale Contributi camerali ai Consorzi fidi e Cooperative di garanzia Progetto di sviluppo ed accesso al credito per le PMI nell’ottica di Basilea 2 Bando per contributi per servizi promozionale alle imprese 2006 Servizi alle imprese sull’assistenza al credito Avvio di un Fondo a sostegno dell’artigianato di servizio Finanza e credito: Osservatorio sui bilanci delle societa’ di persone in relazione a Basilea 2 Progetto Basilea 2: ruolo e prospettive dei confidi nelle nuove dinamiche dei rapporti banche-imprese Progetto di formazione ed assistenza per l’accesso al credito per le PMI nell’ottica di Basilea 2 Costituzione del Comitato Torino finanza Associazioni di categoria, Confidi Regione Toscana Provincia di Ravenna ABI Consorzio finanza e credito di Milano, Associazioni di categoria, Banche locali API Torino, Eurofidi, Università di Torino, Ferrero Spa, Lavazza Spa, Locat spa, Politecnico di Torino, Sanpaolo IMI, Telecom Italia, Unicredit Banca, Unionfidi ABI, Associazioni di categoria Convegno ABI: “Il territorio, le banche e le imprese” Progetto “Private equity”: costituzione di Confidi e banche locali una società per finanziare i nuovi startup di impresa Progetto di sviluppo ed accesso al credito per le PMI: vademecum Basilea 2 195 Rapporto 2006 sul sistema camerale 3.6 Innovazione Tabella 3.6.1. I numeri di “Innovazione” 73 Camere di commercio svolgono azioni di supporto all’innovazione di cui 12 delegando l’attività alle Aziende speciali 1.554 Azioni di supporto all’innovazione ed al trasferimento tecnologico di cui: 813 relative all’assistenza e consulenza tecnologica alle imprese 651 relative al trasferimento tecnologico e alla diffusione di brevetti 51 relative alla formazione ed organizzazione di seminari 39 relative al campo della sicurezza, normazione e qualità 4.186 7,8 29 67 11,0 Imprese utenti delle attività di diffusione di informazioni e banche dati Milioni di euro di finanziamenti diretti alle imprese Sportelli dedicati Collaborazioni con università e centri di ricerca Milioni di euro liquidati dalle Camere di commercio in attività a supporto dell’innovazione Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 L’innovazione rappresenta uno dei più rilevanti fattori di sviluppo delle economie locali e dei sistemi imprenditoriali, soprattutto nel contesto di trasformazione e riposizionamento che il nostro apparato produttivo sta sperimentando da alcuni anni. In uno scenario sempre più selettivo e competitivo a livello globale, le performance imprenditoriali sono infatti sempre più legate a una serie di assets aziendali mirati alla ricerca di posizioni di mercato strategiche e a elevati margini di crescita. E fra questi assets, il processo di ricerca, trasferimento tecnologico e realizzazione delle innovazioni (sul versante del processo e, ancor più, del prodotto o servizio offerto) assume un ruolo centrale per le aziende italiane e per l’upgrading complessivo del nostro sistema. Il Sistema della Camere di commercio ha da alcuni anni avviato, con il coordinamento di Unioncamere, un insieme di attività di sostegno, promozione e accompagnamento alle imprese proprio per favorire nei territori di propria competenza l’avvio di processi innovativi sistematici e duraturi. A tal fine, di rilevanza strategica è stato il raccordo con organismi/enti esterni (come università, istituti di ricerca, consorzi 196 3. L’Azione di servizio e poli tecnologici), nella consapevolezza che il gap tecnologico del nostro Paese rispetto ai principali competitors internazionali sia legato non tanto all’entità delle risorse pubbliche in ricerca, quanto piuttosto alla quota “rilevata” di investimento delle imprese private, a causa soprattutto della problematica capacità di collegamento inter-aziendale e della limitata comunicazione tra il mondo della ricerca e il mondo delle imprese. Nell’ultimo anno, le Camere hanno proseguito e intensificato le azioni a supporto dell’innovazione e del trasferimento tecnologico, anche attraverso attività di rilevazione, monitoraggio e aggregazione dei fabbisogni tecnologici – spesso inespressi – delle imprese in domanda “aggregata” di innovazione tecnologica, favorendo al contempo il raccordo con l’offerta d’innovazione tecnologica da parte degli enti pubblici di ricerca. La maggior parte delle Camere di commercio svolge direttamente azioni in tema di innovazione e trasferimento tecnologico, mentre una parte più esigua si affida alle proprie aziende speciali. Nel dettaglio, sono 73 le Camere che svolgono sistematicamente azioni di supporto all’innovazione, di cui 29 attraverso Sportelli dedicati e di cui 12 delegando tale attività alle loro Aziende speciali. Figura 3.6.1. Le attività svolte per il supporto dell’innovazione (valori assoluti) 1.000 813 750 651 500 359 250 205 76 82 39 51 Innovazione nel campo della sicurezza, normazione e qualità Formazione e seminari Progetti TT e diffusione Assistenza e consulenze brevetti tecnologiche alle imprese 2005 2006 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 197 Rapporto 2006 sul sistema camerale Le iniziative del Sistema camerale sono finalizzate soprattutto ad assistere le imprese ad approfondire e a soddisfare i propri fabbisogni tecnologici, nonché alla diffusione (anche attraverso modalità di erogazione on line) di informazioni in campo brevettuale e al supporto nelle operazioni di protezione della proprietà industriale. Oltre a proseguire uno specifico impegno nel campo della normazione, certificazione, sicurezza e qualità, il Sistema camerale ha altresì promosso la realizzazione di interventi formativi a sostegno delle imprese che intendono confrontarsi con la sfida dell’innovazione, nella convinzione che la formazione di risorse umane in grado di gestire, controllare e promuovere il complesso processo innovativo sia un indispensabile elemento propulsivo per la crescita dimensionale e strategica e per il potenziamento della competitività delle imprese del nostro Paese. Innovare non è solo incoraggiare le imprese già esistenti sul mercato, ma anche creare uno sbocco a tutti quei potenziali imprenditori dotati di idee vincenti ma con scarse possibilità di attuazione. In questo scenario si inserisce, inoltre, l’impegno della rete camerale nel favorire la nascita di nuove imprese innovative tramite attività di scouting di idee, anche approntando specifici strumenti per la partecipazione al capitale di rischio delle nuove imprese (seed capital). Figura 3.6.2. Gli strumenti utilizzati per la promozione dell’innovazione tecnologica - (valori assoluti) 80 59 60 67 48 40 35 31 30 20 0 Collaborazioni con Università e centri di ricerca Sportelli informativi dedicati (fisici e/o virtuali) Pubblicazioni, convegni e mostre 2005 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 198 2006 3. L’Azione di servizio Un’altra dimensione del vantaggio competitivo di un’impresa sul mercato può essere considerata quella relativa non tanto all’innovazione in senso stretto (sia essa di prodotto/servizio o di processo), quanto all’innovazione nel design e in tutti gli elementi di carattere semantico-simbolico-funzionale interconnessi con il prodotto/servizio/processo. In questo contesto, il sistema delle Camere di commercio sta fornendo il proprio contributo alle imprese, promuovendo azioni di sensibilizzazione e sostegno per la diffusione della cultura del design e della creatività. Con riferimento allo scenario sopra delineato, è importante avere una dimensione delle attività e delle relazioni del Sistema camerale con gli altri attori del processo innovativo e degli strumenti utilizzati per la promozione dell’innovazione tecnologica. Al riguardo, è significativa la crescita rilevata nel 2006 con riferimento alle collaborazioni con università e centri di ricerca, a testimonianza dello sforzo verso la creazione di un network e di una community sia fra le Camere, sia fra queste e alcuni soggetti esterni, per condividere iniziative, esperienze ed esiti delle attività svolte. La Piattaforma Innovazione Per facilitare l’accesso alle imprese ai servizi e alle attività delle Camere di commercio in tema di innovazione, Dintec ed Unioncamere hanno realizzato un portale che raccoglie i diversi interventi del Sistema camerale (www.innovazione.dintec.it). La Piattaforma Innovazione unisce le Camere di commercio in un network esteso su tutto il territorio italiano, offre alle imprese servizi informativi ed è uno strumento di comunicazione da e verso le singole Camere. Nella Piattaforma le imprese possono trovare non solo informazioni sulle attività delle Camere, ma anche: • il servizio di auto-profilatura della propria impresa: attraverso una check list si raccolgono informazioni circa la struttura economica, organizzativa ed innovativa dell’impresa e si offre la possibilità di confrontare le proprie risposte con quelle della media nazionale del settore; • il servizio PatNews: assieme all’imprenditore è individuata l’area tecnologica di interesse e quindi è inviata, con cadenza mensile, una e-mail “personalizzata” contenente le relative domande di brevetto depositate presso l’Ufficio europeo brevetti (complete di titolo, abstract e collegamento verso il testo integrale del brevetto); • il servizio contatta la Camera: un canale di comunicazione privilegiato della singola impresa verso la propria Camera ed in generale verso il Sistema camerale. Nel 2006 è stato ampliato il network delle Camere partecipanti alla Piattaforma Innovazione includendo gli uffici PatLib e PIP (uffici di informazione sul brevetto europeo) del Sistema camerale. Parallelamente è cresciuta la quantità di informazioni sulla normativa e sulle procedure per la brevettazione italiana ed europea, confermando così l’importanza del tema della brevettazione a supporto dei processi innovativi. 199 Rapporto 2006 sul sistema camerale Futura Innovazione Spa “Futura Innovazione spa” è una società finanziaria partecipata dalla Camera di commercio di Vicenza creata per supportare lo start up di imprese innovative. Di fronte alle difficoltà legate alla fase di nascita e avvio delle imprese (in primo luogo quelle a più elevato contenuto innovativo), è apparso opportuno sviluppare un’attività di sostegno coordinato e di ampio respiro per incoraggiare la realizzazione di nuove idee imprenditoriali, considerati anche i problemi di accesso al credito da parte dei giovani e dei piccoli imprenditori in possesso di una business idea innovativa. Il sistema delle Camere di commercio sta mettendo in campo una serie di interventi per contribuire a risolvere tali difficoltà: in particolare, nell’ultimo triennio sono state avviate partecipazioni al capitale di rischio (seed capital) da parte dalle Camere di commercio di Pisa, Ferrara e Reggio Calabria. In questo contesto, il recente intervento della Camera di commercio di Vicenza merita un’attenzione particolare, sia per le caratteristiche del modello individuato, sia per la dinamicità del tessuto economico in cui si svilupperà. Si tratta di un’iniziativa definita “Progetto private equity”, che prevede la costituzione di una società finanziaria partecipata denominata “Futura Innovazione Spa” avente lo scopo di selezionare piccole e medie imprese costituite sotto forma di società di capitali da meno di un anno ed attive nella provincia di Vicenza che si trovino in fase di start up e che presentino dei piani industriali innovativi, in cui poter effettuare interventi di partecipazione al capitale di rischio. Tale progetto prevede, fin dalla sua fase di attuazione, il coinvolgimento di soggetti privati, anche al fine di mantenere un atteggiamento di mercato nei confronti dell’assunzione, della gestione e della dismissione delle partecipazioni assunte. Ogni partecipazione non potrà superare, direttamente o indirettamente, la misura del 40% del capitale della società partecipata e il valore massimo sarà pari a 300.000,00 euro per intervento. La società finanziaria di partecipazione avrà la forma di una società per azioni, con capitale sociale iniziale pari a 600.000,00 euro, 400.000,00 dei quali forniti dalla Camera di commercio e 200.000,00 forniti da investitori privati, con l’obiettivo del raggiungimento della partecipazione degli investitori privati al 50% del capitale sociale. “Futura Innovazione spa” utilizzerà una dotazione finanziaria complessiva pari a 4 milioni di euro per assumere le partecipazioni nelle imprese selezionate, attraverso una linea di credito ottenuta a condizioni di mercato. L’iniziativa verrà adeguatamente pubblicizzata e promossa dalla Fondazione G.Rumor-Centro Produttività Veneto, la quale si attiverà per fornire informazioni e consulenza alle imprese interessate al progetto. La Camera di commercio si adopererà ogni anno per indire una procedura selettiva pubblica per la raccolta di candidature, al fine della presentazione delle domande da parte delle imprese interessate. Futura Innovazione Spa avrà il compito di valutare i progetti presentati e selezionare le imprese meritevoli di un intervento partecipativo, sulla base di criteri predefiniti e che tengano conto del grado di interesse del progetto presentato, nonché della verifica della sua sostenibilità finanziaria. 200 3. L’Azione di servizio La Camera di commercio di Vicenza ha intrapreso questo cammino, riconoscendo la necessità di un intervento pubblico e realizzando un progetto ritenuto di alta valenza per il sistema delle imprese locali. Tale ruolo di volano dell’economia è stato altresì riconosciuto esplicitamente dalla Commissione Europea che - con la Decisione n°360 del 30 gennaio 2007 relativa all’aiuto di Stato n° 644/2006 “Progetto di private equity” della Camera di commercio di Vicenza, ha confermato la validità dell’operazione proposta e valutato positivamente il modus operandi della CCIAA, avendo rinvenuto l’esistenza di un aiuto di Stato considerato compatibile con il Trattato CE. Le attività di Dintec nel campo dell’innovazione e della qualità Dintec, consorzio per l’innovazione tecnologica tra Unioncamere ed ENEA, opera con l’obiettivo di ideare, progettare e attuare interventi sui temi dell’innovazione, della normativa tecnica, della certificazione e della qualità. Dintec ha realizzato, in collaborazione con Unioncamere, un Osservatorio sulla brevettazione delle imprese italiane presso l’Ufficio europeo brevetti, rendendo così possibile l’individuazione – non solo a livello nazionale, ma anche a livello provinciale – delle dinamiche brevettuali italiane; da questo osservatorio è possibile individuare i soggetti che più degli altri contribuiscono al patrimonio conoscitivo e brevettuale italiano, in cui hanno un ruolo di primo piano le medie imprese italiane. Dintec, in collaborazione con circa quaranta Camere di commercio, sta costituendo una rete di relazioni e conoscenze non solo sulla brevettazione ma, più in generale, sull’innovazione e il trasferimento tecnologico. Questa rete è un mezzo di scambio di informazioni interno alle Camere di commercio per diffondere le migliori pratiche, ma anche una risorsa per reperire informazioni e dare assistenza alle imprese. Sono, inoltre, in aumento i rapporti di collaborazione tra le Camere di commercio e l’ENEA. In particolare – grazie alla collaborazione Unioncamere, ENEA e Dintec – è stata avviata un’attività di check up energetico degli edifici delle strutture camerali. Con questa attività sono analizzati i punti di forza e di debolezza delle sedi delle Camere di commercio e definiti possibili interventi di miglioramento dell’efficienza energetica delle strutture, verificando l’eventualità di ricorrere anche all’utilizzo di fonti di energia alternative. Inoltre sono stati progettati seminari – rivolti alle imprese e da realizzare con le singole Camere di commercio, l’ENEA e Dintec – per fornire informazioni riguardanti gli strumenti per migliorare l’efficienza energetica delle P.M.I.. Con riferimento, invece, al campo della certificazione e della qualità, le attività si concentrano principalmente nella progettazione ed implementazione di Sistemi di gestione in conformità alle principali normative volontarie internazionali (es. UNI EN ISO 9001, UNI EN ISO 1400l, SA 8000 ecc.). Ad oggi, le strutture camerali certificate o in corso di certificazione (a fronte della norma UNI EN ISO 9001), con il supporto di Dintec, sono 13 CCIAA, 1 Unione regionale e 11 Aziende speciali. Dintec svolge, infine, attività di consulenza per l’accreditamento dei laboratori di prova a fonte della norma ISO/IEC 17025. 201 Rapporto 2006 sul sistema camerale I progetti sul territorio Camera di commercio ANCONA AREZZO ASTI AVELLINO BERGAMO BOLOGNA BRESCIA CAMPOBASSO CATANIA COMO COSENZA CREMONA CROTONE CUNEO FERRARA FIRENZE FROSINONE GENOVA ISERNIA L’AQUILA LA SPEZIA LATINA LECCO LODI LUCCA 202 Titolo progetto Check up tecnologici per le imprese del settore della meccanica Progetto “Tech shop” Partenariato Dintec, Università Politecnica delle Marche Consorzio Arezzo Innovazione, Provincia di Arezzo Progetto “PICO - innovazione e compe- Regione Piemonte titività del sistema Piemonte” Progetto di innovazione e trasferimento Dintec tecnologico alle PMI Progetto per il risparmio di energia elettrica nel condizionamento del latte nelle sale di mungitura Progetto “PIU’ - trasferimento tecnolo- Università di Bologna gico tra Università e PMI” CMST gestione - Centro Servizi multi- Comune, Università cattolica settoriale per il trasferimento tecnologico Progetto “PIN - Polo innovativo Associazioni di categoria, enti ed istituUnioncamere Molise” zioni locali Sostegno finanziario per processi di informatizzazione Progetto “i -Como: la fabbrica delle Aziende locali e Centro di cultura scienidee” tifica “A. Volta” Azioni di trasferimento dell’innovazione Dintec alle PMI Bando innovazione all’interno dell’adp Regione Lombardia, Provincia di Regione-Camere lombarde Cremona Progetto per la competitività territoriale e di sistema: sicurezza nell’agroalimentare Progetto “PICO - innovazione e compe- Regione Piemonte titività del sistema Piemonte” Fondo di rotazione per imprese innovative Progetto per la competitività territoriale ITF - Italian Textile Fashion e di sistema: settore pellettiero Progetto “AIDA - apportare innovazione direttamente in azienda” Promozione del tavolo istituzionale su Regione Liguria, Università degli studi innovazione e ricerca di Genova, Sviluppo Italia Liguria, CNR Sistema innovazione (2^ annualità) Azioni di trasferimento dell’innovazione alle PMI Azioni di trasferimento dell’innovazione Università degli studi di Genova alle PMI Progetto “AIDA - apportare innovazione direttamente in azienda” Bando innovazione all’interno dell’adp Regione Lombardia ed Unioncamere Regione -Camere lombarde Lombardia Bando per la promozione di progetti innovativi per micro, piccole e medie imprese della Provincia di Lodi Progetto “Ecodatabase” Ministero dell’Ambiente 3. L’Azione di servizio MACERATA SIRACUSA TORINO Azioni di trasferimento dell’innovazione alle PMI Bando innovazione all’interno dell’accordo di programma Regione - Camere lombarde Bando per la concessione di contributi in conto capitale per l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Accordo di programma per lo sviluppo economico e la competitività del sistema lombardo Azioni di trasferimento dell’innovazione alle PMI Azioni di trasferimento dell’innovazione alle PMI Analisi dei fabbisogni tecnologici delle imprese e predisposizione di una rete per il trasferimento tecnologico Bando per la diffusione dell’innovazione nel sistema produttivo locale Azioni di trasferimento dell’innovazione alle PMI Contributi a favore delle PMI operanti nell’area montana della Provincia di Pistoia (sviluppo di tecnologie informatiche ed accesso alla banda larga) Progetto “Innovare per competere” Disciplinare sull’innovazione tecnologica e la ricerca Azioni di trasferimento dell’innovazione alle PMI: settore biomedicale Azioni di trasferimento dell’innovazione alle PMI Analisi dei fabbisogni tecnologici delle PMI e predisposizione di una rete per il trasferimento tecnologico Progetto “S.P.IN.A - sportello per l’innovazione tecnologica delle aziende” Monitoraggio dei fabbisogni formativi delle imprese ed analisi dell’ offerta tecnologica Progetto Archimed - Pic Interreg III b Alps Innovation Relay Centre VARESE Avvio Laboratorio RFID VENEZIA Progetto di diffusione e trasferimento tecnologico alle imprese della Provincia di Venezia Progetto “PICO - innovazione e compe- Unioncamere Piemonte titività del sistema Piemonte” Azioni di trasferimento dell’innovazione alle PMI MANTOVA MASSA CARRARA MILANO ORISTANO PADOVA PARMA PERUGIA PISA PISTOIA PORDENONE PRATO REGGIO CALABRIA RIETI RIMINI ROVIGO SASSARI VERCELLI VERONA Tecnomarche ed Innotecno Provincia di Massa Carrara Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia, Provincia di Milano Parco Scientifico e Tecnologico Galileo Unioncamere Emilia-Romagna, Dintec, Aster, Cise Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia Unione Industriali di Pordenone Parco scientifico biomedico S. Raffaele di Roma Confindustria Rovigo Unioncamere Piemonte, Camera di Genova Regione Lombardia, Unione Industriali Varese, Università Carlo Cattaneo Venezia Tecnologie s.p.a. 203 Rapporto 2006 sul sistema camerale 3.7 Ambiente Tabella 3.7.1. I numeri di “Ambiente” 61 Camere di commercio hanno effettuato attività inerenti la tutela e la salvaguardia del patrimonio ambientale di cui 8 delegando l’attività alle Aziende speciali 142 55,6 260,8 45 1,6 Azioni svolte dalle Camere di commercio per la tutela e la salvaguardia del patrimonio ambientale Mila modelli MUD ricevuti per via telematica (45,9 nel 2005) Mila modelli MUD presentati su supporto magnetico Sportelli Ambiente attivati dalle Camere di commercio Milioni di euro liquidati dalle Camere di commercio alle attività ambientali Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 La maggiore attenzione nei confronti di uno sviluppo economico equilibrato ha mutato l’approccio ai problemi ambientali da parte delle imprese. Queste infatti stanno investendo nella riduzione dell’impatto ambientale delle attività produttive in quanto tali interventi non sono più percepiti come costi aggiuntivi, ma come azioni utili a migliorare la competitività dell’impresa sul mercato interno e, soprattutto, su quello internazionale. Figura 3.7.1. Le modalità di presentazione del MUD (valori assoluti in migliaia) 350 300 289 248 250 279 258 231 285 279 295 290 262 278 278 261 214 188 200 167 155 150 140 143 130 142 129 100 50 19 35 46 56 0 1996 1997 supporto cartaceo 1998 1999 2000 supporto magnetico Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 204 2001 2002 2003 2004 invio telematico 2005 2006 3. L’Azione di servizio La legislazione ambientale europea e gli standard di compatibilità ambientale dei prodotti e dei processi hanno portato molte imprese ad adottare tecnologie meno inquinanti e ad utilizzare in modo più razionale le materie prime e l’energia per ottenere un beneficio sia in termini di qualità della vita che di riduzione dei costi. Le Camere di commercio testimoniano all’opinione pubblica sia l’esistenza di questo processo di modificazione del rapporto tra impresa ed ambiente, e sottolineano come questo processo abbia bisogno di nuovi strumenti normativi, sia di uno snellimento degli adempimenti amministrativi e di efficaci servizi che possano supportare concretamente le imprese impegnate su questo difficile, ma importantissimo, fronte. In questi ultimi anni alle Camere di commercio sono state affidate competenze di rilievo in materia ambientale, a partire dalla raccolta e dalla gestione informatica del Modello Unico di Dichiarazione ambientale (MUD) e dal coordinamento delle Sezioni regionali dell’Albo delle imprese che effettuano la gestione dei rifiuti. Tabella 3.7.2. MUD telematico 2007: le prime 10 Camere di commercio CCIAA MUD telematici TORINO 3.541 FIRENZE 3.530 MILANO 3.320 BOLOGNA 3.187 ROMA 2.735 MODENA 1.903 BERGAMO 1.874 TRENTO 1.545 ASTI 1.404 BRESCIA 1.360 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Il Sistema camerale ha cercato di interpretare queste competenze amministrative in campo ambientale come un’occasione per sviluppare una capillare serie di iniziative volte a promuovere la compatibilità ambientale dei processi e dei prodotti, quale elemento di competitività delle imprese. In questo contesto molte Camere, in qualche caso in anni precedenti alla formale attribuzione di competenze in materia, hanno istituito specifici servizi di informazione e assistenza in merito alla legislazione ambientale e agli adempimenti connessi. In anni più recenti, l’attività delle Camere ha affiancato alle attività di assistenza normativa una serie di iniziative volte a far conoscere, apprezzare e diffondere gli strumenti volontari di miglioramento delle prestazioni ambientali delle imprese messi a disposizione dalla legislazione comunitaria. Si tratta in particolare dei Regolamenti Ecolabel ed EMAS e delle norme tecniche internazionali, quali la certificazione dei 205 Rapporto 2006 sul sistema camerale Figura 3.7.2. L’evoluzione delle principali attività svolte dalle Camere di commercio in materia di ambiente 2006 27,6% 2004 16,0% 25,8% 2002 12,3% 17,2% 10,2% 18,3% 24,5% 0% 17,2% 23,5% 20% 16,0% 40% 9,7% 13,0% 7,0% 6,5% 60% Sportello ambiente Convegni e manifestazioni Incentivi finanziari Laboratori chimico-merceologici, Aziende speciali, ecc. 8,6% 4,3% 4,9% 9,2% 6,5% 5,4% 7,5% 3,5% 5,5% 80% 100% Borse rifiuti/residui Corsi di formazione Pubblicazioni Partecipazione ad organismi, consorzi, società Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Figura 3.7.3. Gli strumenti utilizzati per l’espletamento dell’attività in materia di ambiente (valori assoluti) 8 Partecipazione ad organismi, consorzi, società 6 7 Laboratori chimico-merceologici, Aziende speciali, ecc. 8 14 Pubblicazioni 12 15 Incentivi finanziari 18 20 20 Corsi di formazione 28 27 Convegni e manifestazioni 26 Borse rifiuti/residui 31 45 Sportello ambiente 41 0 10 20 2005 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 206 30 40 2006 50 3. L’Azione di servizio sistemi di gestione ambientale in conformità della norma UNI EN ISO 14001, e la certificazione ambientale di prodotto in conformità alla famiglia di norme ISO 14000 e ai marchi di qualità ambientale di prodotto. Nel corso del 2006 Unioncamere – avvalendosi di Ecocerved – ha sviluppato insieme al Ministero dell’Ambiente ed al CNIPA le attività volte a mettere a disposizione, nell’ambito del portale ww.impresa.gov.it, l’iscrizione dei soggetti obbligati al finanziamento del sistema di gestione per lo smaltimento dei rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, come previsto dal d.lgs. 151/2005. Unioncamere ha ottenuto un contributo finanziario dal CNIPA per la predispzoione del sistema informativo che consentirà alle Camere di ricevere le iscrizioni dei produttori di tali apparecchiature per via telematica. I progetti sul territorio Camera di commercio ANCONA Titolo progetto Scuola Emas europea accreditata Partenariato Provincia di Ancona; Regione Marche, Comune di Ancona, Università Politecnica delle Marche, Arpam ed Associazioni di categoria BERGAMO Progetto “Network sviluppo sostenibile” BIELLA Seminario: evoluzione della normativa ambientale post d.lgs. 3 aprile 2006, n.152 Formazione a favore delle nuove imprese iscritte all’Albo Gestori Progetto pilota sull’impiego delle bioCentro di ricerca sulle biomasse delmasse a fini energetici l’Università di Perugia; Scuola Superiore S.Anna di Pisa; GEA s.p.a., Consorzio Agrario di Grosseto Progetto “Life pioneer” Provincia di Lucca, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Università Bocconi, Comune di Pescia, Associazione industriali di Lucca Progetto “Green Public Procurement” Regione Lombardia, Arpa Lombardia, Provincia di Cremona Censimento delle aree industriali: banca dati interattiva sulle aree produttive della Provincia per la progettazione di uno sviluppo sostenibile Convegno su borsa telematica del recupero e Albo gestori ambientali Progetto “Emas di distretto” GENOVA GROSSETO LUCCA MILANO PADOVA POTENZA PRATO SIRACUSA TERNI VENEZIA VERCELLI Seminario sul Modello Unico di dichiarazione Ambientale Seminario sul Modello Unico di dichiarazione Ambientale Invio telematico delle pratiche all’Albo gestori ambientali Gestione delle “Sportello ambiente” Ecocerved srl 207 Rapporto 2006 sul sistema camerale 3.8 Nuova impresa Tabella 3.8.1. I numeri di “Nuova impresa” 93 Camere di commercio svolgono azioni volte alla crezione di nuova imprenditorialità di cui 21 delegando l’attività alle Aziende speciali 218 47 10.608 3.118 1,2 Convegni e seminari realizzati dalle Camere di commercio sul tema della nuova imprenditorialità Attività per la promozione dell’imprenditoria giovanile Giovani entrati in contatto con lo sportello nel 2006 Attività per la promozione dell’imprenditoria femminile Milioni di euro liquidati per la promozione di nuove imprese Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 L’azione del Sistema camerale nell’ambito delle politiche volte al sostegno alla creazione d’impresa si inserisce nella più ampia strategia europea di promozione dell’imprenditorialità definita in vari documenti tra i quali, in particolare, il “Piano d’azione: un’agenda europea per l’imprenditorialità” e nella successiva comunicazione per “Attuare il programma comunitario di Lisbona. Una politica moderna a favore delle P.M.I. per la crescita e l’occupazione”1, in cui si rimarca la necessità di promuovere lo spirito imprenditoriale e le competenze, migliorare dell’accesso delle P.M.I. ai mercati, ridurre gli appesantimenti burocratici, migliorare le capacità di crescita delle P.M.I., consolidarne il dialogo e la consultazione, attraverso la mobilitazione e l’impegno totale di tutti gli interessati, pubblici e privati, a livello regionale, nazionale ed europeo. Il sistema delle Camere di commercio, nel tempo, si è dotato di un proprio “modello operativo” distribuito sul territorio nazionale che coinvolge in modo pressoché omogeneo tutte le Camere di commercio, spesso supportate nell’erogazione dei servizi dalle loro Aziende speciali. Tale modello, noto come “Servizio nuove imprese” e “Punto nuova impresa”, è caratterizzato da attività di sportello a prevalente contenuto informativo e promozionale, alle quali fanno seguito una intensa attività di orientamento, formazione, affiancamento allo start-up, accompagnamento alla redazione del business plan e, in misura minore, erogazione di contributi all’avvio d’impresa. L’evoluzione tecnologica e la presenza di altri soggetti, pubblici e privati, che offrono servizi agli aspiranti imprenditori, stanno facendo evolvere i servizi camerali, sia nella direzione del maggiore utilizzo della rete internet per le relazioni con l’utenza, la 1 Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni – COM (2004) 70 definitivo – Bruxelles, 11.02.2004; Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni – COM (2005) 551 definitivo – Bruxelles, 10.11.2005. 208 3. L’Azione di servizio Figura 3.8.1. Il numero di Camere di commercio per tipi di servizi forniti agli aspiranti imprenditori nel 2006 Informazioni su possibili collaborazioni con altri imprenditori 9 Formazione agli aspiranti imprenditori per la messa a punto di progetti di fattibilità 11 Informazioni su imprese potenzialmente concorrenti, clienti o fornitrici 14 Formazione ai nuovi imprenditori nella fase di avvio dell’impresa 16 33 Informazioni sul mercato 44 Informazioni per l’accesso al credito Informazioni sulle agevolazioni offerte dalle leggi nazionali per lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile 52 Informazioni su altre agevolazioni e incentivi finanziari regionali e/o nazionali e/o comunitari 53 0 20 40 60 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 messa a disposizione di strumenti e banche dati, sia nell’avvio di partenariati con gli altri soggetti del territorio. I servizi a favore dell’imprenditorialità si caratterizzano poi per una forte trasversalità con gli altri ambiti di azione camerale, che ne arricchiscono l’efficacia: le principali sinergie si trovano con le attività del Registro delle imprese (sia dal lato “amministrativo” che dal lato “statistico”) e le attività di formazione del capitale umano (alternanza scuola-lavoro e politiche attive del lavoro). Nel 2006 sono stati realizzati numerosi convegni e attività seminariali, sistematicamente erogati informazioni sul credito, agevolazioni di fonte pubblica, dati e opportunità di mercato, realizzati percorsi formativi destinati ad aspiranti e neo-imprenditori, raggiungendo un’utenza giovanile che ha superato le diecimila unità. Negli ultimi anni si va pure evidenziando una tendenza alla specializzazione del servizio, che si rivolge con strumenti e prodotti ad hoc a determinate utenze, portatrici di esigenze specifiche. 209 Rapporto 2006 sul sistema camerale Accanto alla declinazione di genere, informazione, servizi e strumenti a vantaggio dell’imprenditoria femminile – per la quale il Sistema camerale è “tradizionalmente” uno dei maggiori protagonisti a livello nazionale con un’azione promozionale attraverso i Comitati costituiti in quasi tutte le Camere di commercio – comincia ad emergere una precisa attenzione all’imprenditorialità straniera, dei cittadini extracomunitari e neocomunitari. Tale azione si concretizza sia nella realizzazione di studi e ricerche quantitative e qualitative sul fenomeno (classica la partecipazione alla redazione degli Osservatori regionali e provinciali sulle migrazioni, con i dati delle imprese a titolarità straniera estratti dal Registro delle imprese, ma anche, iniziative più specifiche come le ricerche “Imprenditorialità migrante” e “Imprese di migranti”, realizzate dalla Camera di commercio di Biella); sia nell’edizione di specifiche guide di accompagnamento all’imprenditorialità per aspiranti e neo-imprenditori stranieri, nonché progetti pilota o sperimentazioni mirate a favorire la successione di imprese artigiane da cittadini italiani a cittadini stranieri, desk e sportelli informativi. Esempi interessanti sono il progetto NISIA (Iniziativa Comunitaria Equal II) che vede coinvolte le Aziende speciali delle Camere di commercio di Bari, Genova e Roma in collaborazione con Retecamere, per costruire un luogo per l‘incontro fra domanda e offerta di subentro delle imprese straniere; lo sportello “Punto Imprenditoria Immigrata” Figura 3.8.2. L’ evoluzione dei servizi di informazione e formazione per la promozione dell’imprenditorialità 100% 80% 60% 40% 20% 7,8% 6,0% 20,3% 20,9% 5,1% 8,7% 9,3% 20,0% 6,9% 4,7% 22,8% 21,2% 22,4% 4,5% 3,9% 18,5% 17,0% 19,0% 6,9% 5,7% 6,0% 14,6% 13,7% 14,2% 2002 2004 2006 0% Formazione ai nuovi imprenditori nella fase di avvio dell’impresa Formazione agli aspiranti imprenditori per la messa a punto di progetti di fattibilità Informazioni su altre agevolazioni e incentivi finanziari regionali e/o nazionali e/o comunitari Informazioni sulle agevolazioni offerte dalle leggi nazionali per lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile Informazioni su possibili collaborazioni con altri imprenditori Informazioni per l’accesso al credito Informazioni su imprese potenzialmente concorrenti, clienti o fornitrici Informazioni sul mercato Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 210 3. L’Azione di servizio Figura 3.8.3. L’evoluzione nel tempo delle informazioni maggiormente richieste durante le attività di promozione dell’imprenditorialità giovanile 100% 11,1% 16,5% 10,8% Dati di mercato 80% 35,0% 21,7% 33,3% 17,1% 32,2% 19,4% Modalità di erogazione dei contributi 60% 40% 20% Assistenza tecnica e formazione nella fase di avvio Settori ammessi ai finanziamenti 36,8% 29,6% 36,6% 0% 2002 2004 2006 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 realizzato da Formaper, Azienda speciale della Camera di commercio di Milano, in partnership con Unioncamere Lombardia, nell’ambito del progetto Equal Koinè, finanziato da Comunità europea, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Regione Lombardia; e da Welcome Communication, progetto di accoglienza e informazione della Camera di commercio di Torino che raccoglie iniziative diverse indirizzate all’utenza straniera, fornendo sia un’informazione di primo livello su come iscriversi alla Camera di commercio, ottenere la partita IVA e aspetti relativi al permesso di soggiorno, sia un’informazione più mirata all’avvio di precise attività d’impresa. È significativamente in crescita anche l’attenzione verso le imprese innovative e quelle a crescita rapida sulle quali la Commissione europea sollecita l’interesse degli Stati membri2, nonché verso l’imprenditorialità sociale che ha nella legge n. 118/2005 il fondamento legislativo. Su quest’ultima linea di attività il Sistema camerale è presente con il progetto “Creso – Credito, Relazioni E Sviluppo delle Organizzazioni di terzo settore” (Iniziativa Comunitaria Equal II fase) che mira a favorire il consolidamento e lo sviluppo delle organizzazioni di terzo settore ed in particolare delle imprese sociali; azione che si basa sulla sinergia tra il Sistema camerale, il terzo settore e le Banche di Credito Cooperativo, per concentrare l’attenzione su quattro ambiti ritenuti prioritari per lo sviluppo delle imprese sociali: Mercato e nuovo welfare; Accesso al credito; Qualità sociale; Competenze manageriali. 2 Comunicazione della Commissione al Consiglio del 10 novembre 2005, cfr. nota 1. 211 Rapporto 2006 sul sistema camerale I progetti sul territorio Camera di commercio Titolo progetto Partenariato ANCONA Progetto “Prestito d’onore regionale” AREZZO LA SPEZIA Progetto promozionale per l’imprendito- Comune di Arezzo ria femminile Contributi per la nascita d’imprese creative ed innovative Promozione dell’imprenditoria femmini- Provincia e Comune di Brescia, Ufficio le nelle scuole scolastico di Brescia, Università Cattolica del Sacro Cuore Progetto per l’imprenditorialità femminile “Sicilia S.In.Te.D.i.” Avvio dello sportello “Info-point Sviluppo Italia Sviluppo Italia” Progetto “Donne creano impresa” Comune e Provincia di Enna, Banca di Credito Cooperativo, Formaper Progetto “Azioni positive per l’imprendi- Regione Puglia toria femminile (l.215/92)” Progetto “Starter (FSE)” Centro per l’impiego della Spezia LATINA Progetto “NIS - Nuova Impresa Sociale” LODI MASSA CARRARA Progetto “Azioni positive per l’imprenditoria femminile (l.215/92)” Progetto “Orienta la tua idea di impresa Fondazione bancaria (V e VI edizione) Bando “Impresa donna” Fondazione Cassa Risparmio di Carrara ORISTANO Sportello per l’imprenditoria femminile PADOVA Sportello nuove imprese AVELLINO BRESCIA CATANIA CROTONE ENNA FOGGIA LUCCA PESARO E URBINO Progetto “ISIDE” PISTOIA VERBANIA VI bando legge 215/92: azioni positive per l’imprenditoria femminile Progetto “Network: sviluppo della cultura imprenditoriale” Progetto “Reggio start-up: bando per l’accompagnamento di idee innovative (ediz. 2006)” Progetto “Saturno” e Programma regionale imprenditoria femminile Progetto “L’idea diventa realtà: crea la tua impresa!” Sportello creazione di impresa D3 VERCELLI Sportello giovane RAVENNA REGGIO CALABRIA SONDRIO VENEZIA 212 Regione Marche Associazioni di categoria, Legacoop e Confcooperative Regione Toscana Unioncamere Emilia-Romagna Università di Reggio Calabria, Università della Calabria Unioncamere Lombardia, Formaper Associazioni di categoria, Veneto Sviluppo Spa Associazione temporanea di scopo con otto Associazioni di categoria della Provincia 3. L’Azione di servizio 3.9 Sviluppo locale Tabella 3.9.1. I numeri di “Sviluppo locale” 101 38 63 Interventi a sostegno delle imprese Camere di commercio coinvolte in attività di attrazione di investimenti esogeni Attività di attrazione di investimenti esogeni di cui: 23 in animazione e coordinamento del partenariato locale 16 in contributi all’individuazione di aree d’insediamento (pacchetti localizzativi) 19 in promozione diretta dell’area ai potenziali investitori 5 in assistenza diretta all’insediamento imprenditoriale 88 Collaborazioni delle Camere di commercio con altri enti per attività di marketing territoriale Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Figura 3.9.1. I soggetti con i quali le Camere di commercio hanno collaborato nelle attività di marketing territoriale nel 2006 (valori assoluti) Rappresentanze sindacali 8 Università e centri di ricerca 14 Associazioni di categoria 31 Enti Locali 35 0 10 20 30 40 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 213 Rapporto 2006 sul sistema camerale Figura 3.9.2. Le principali attività svolte per l’attrazione di investimenti esogeni nel 2006 (valori assoluti) Assistenza diretta all’insediamento imprenditoriale 5 Contributo all’individuazione di aree d’insediamento (pacchetti localizzativi) 16 Promozione diretta dell’area ai potenziali investitori 19 Animazione e coordinamento del partenariato locale (nella logica dello one stop shop) 23 0 5 10 15 20 25 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 TERAMO PROVINCIA DI SERIE A In un momento di particolare difficoltà che purtroppo si prolunga nel tempo per chi “fa e vuole fare impresa”, ed in cui la quotidianità deve necessariamente tendere a nuove sfide dal risultato sempre più incerto, l’azione di enti ed istituzioni come quelle camerali ha l’obbligo di tendere con costante impegno all’agevolazione del tessuto imprenditoriale del proprio territorio, al fine di garantire quello sviluppo economico e sociale che inevitabilmente si concretizza in nuove opportunità con conseguenti immediate risposte alla richiesta di lavoro che viene costantemente rivolta al sistema impresa. Proprio in tale ottica va letta la partecipazione dell’Ente Camerale Teramano a “Teramo Provincia di Serie A”: tale azione è infatti finalizzata all’assolvimento di uno dei compiti, e forse il più importante, istituzionalmente demandati alle Camere: la promozione del sistema impresa e dalla produzione del tessuto imprenditoriale locale. “Teramo provincia di serie A”, è infatti un progetto di marketing territoriale che ha visto e vede coinvolti attori istituzionali quali la Camera di Commercio di Teramo, l’Amministrazione Provinciale di Teramo ed il Bacino Imbrifero, la Ruzzo Reti e la Ruzzo Servizi come aziende pubbliche e la Teramo Basket e la Roseto Basket (solo per l’anno 2006) come società sportive: nel corso dell’anno 2007, con l’uscita dal progetto della Roseto Basket, sono entrati come partner sportivi la Teramo Handball (serie A1 maschile), la HC Handball 2002 (serie A1 femminile), la Handball SD. Nicolò (serie A 2 femminile), 214 3. L’Azione di servizio l’Atletica Vomano (serie A) il Volley Pineto (serie A2 maschile) e la Pallamano S.Nicolò (serie A2 femminile). Il progetto è un importante promozione territoriale ed ha lo scopo di diffondere il sistema turistico ed il sistema impresa della provincia teramana, con le società sportive che, militando nei massimi campionati nazionali, hanno assunto la veste di testimonial dei valori e delle eccellenze di questo pezzo d’Abruzzo: con tale iniziativa infatti nel corso del primo anno sono già state raggiunte direttamente almeno 50.000 persone e decine tra istituzioni, associazioni imprenditoriali, tour operator e giornalisti e tale successo consente di prevedere una crescita esponenziale dei contatti stessi. Il marketing territoriale quindi crea un connubio con il marketing sportivo: gli incontri fuori casa delle società sportive sono state quindi utilizzate nell’azione di diffusione del progetto con una delegazione teramana che ha visto coinvolte le istituzioni, le associazioni di categoria, i rappresentanti delle squadre di basket che hanno dato vita ad una serie di iniziative rivolte al sistema istituzionale ed al sistema impresa locali con eventi a tema che fanno leva su prodotti simbolo del territorio (agro-alimentare, turismo, etc.). In tale contesto, per il girone di ritorno del campionato di basket 2005/2006, sono state promosse iniziative a Forlì (in occasione della disputa della fase finale di Coppa Italia), Treviso e Bologna: l’apprezzamento ottenuto dagli eventi proposti ed il ritorno che l’iniziativa ha avuto presso le imprese che hanno partecipato sono una eloquente testimonianza della validità del progetto ed uno stimolo a proseguire sulla strada intrapresa. In particolare il programma delle manifestazioni sin qui svolte è il seguente: Forlì – dal 16 al 19 febbraio 2006 in occasione della fase finale della Coppa Italia di Basket a) incontro istituzionale presso la Camera di Commercio di Forlì per la presentazione del progetto, b) incontro con operatori dei settori ristorazione ed alberghiero di Forlì con degustazione guidata di prodotti tipici teramani, c) workshop sul turismo con incontro tra operatori del settore alberghiero della provincia di Teramo ed agenzie di viaggio forlivesi, d) istituzione di uno stand per la promozione del territorio presso l’area ingresso del Palafiera di Forlì (luogo di svolgimento delle gare di pallacanestro per le finali di Coppa Italia”, e) degustazione di prodotti tipici teramani presso l’area ospitalità del Palafiera di Forlì dal 16 al 19 febbraio 2006; Treviso – 26 e 27 marzo 2006 a) saluto tra le Istituzioni trevigiane e tramane presso l’hotel Villa Pace Park Hotel Bolognese, b) premiazione dei ttestimonial dell’evento nel corso dell’incontro di basket tra la Benetton Treviso e la Roseto Basket presso il Palaverde di Treviso, 215 Rapporto 2006 sul sistema camerale c) incontro istituzionale di presentazione del progetto presso l’hotel Villa Pace Park Hotel Bolognese; d) workshop sul turismo con incontro tra operatori del settore alberghiero della provincia di Teramo ed agenzie di viaggio trevigiane, e) degustazione di prodotti tipici teramani presso l’hotel Villa Pace Park Hotel Bolognese con istituzioni, stampa ed agenzie di viaggio; f ) incontro con operatori dei settori ristorazione ed alberghiero di Treviso con degustazione guidata di prodotti tipici teramani, Bologna 20 aprile 2006 a) incontro istituzionale di presentazione del progetto presso l’hotel Europa di Bologna, b) incontro tra la cucina bolognese e quella teramana presso l’Hotel Europa di Bologna: buffet di prodotti tipici per stampa, operatori ed istituzioni, c) workshop sul turismo con incontro tra operatori del settore alberghiero della provincia di Teramo ed agenzie di viaggio bolognesi, d) incontro con operatori dei settori ristorazione ed alberghiero di Bologna, presso l’Hotel Europa, con degustazione guidata di prodotti tipici teramani, e) premiazione dei testimonial del progetto nel corso dell’incontro di pallacanestro tra Fortitudo Bologna e Teramo Basket presso il Paladozza di Bologna. Prossime iniziative saranno promosse per la stagione sportiva 2007/2008 nel corso di manifestazioni sportive a cui partecipano i partner del progetto. I progetti sul territorio Camera di commercio ANCONA AVELLINO BIELLA Titolo progetto CREMONA Realizzazione del progetto “Equal competence” CROTONE Progetto “Radio SME’s” FIRENZE Progetto “T2mp.net” FROSINONE Patto territoriale della Provincia di Frosinone 216 Partenariato Progetto “Itac : Innovazione Tecnologica Camere di Trieste, Venezia, Ravenna, per la competitività dell’Adriatico” l’Aquila, Teramo, Chieti, Foggia, Unioncamere Veneto, Camera dell’economia di Durazzo, Uzice, Montenegro, Canton, Bihac, Spalato Progetto di internazionalizzazione del borgoTerminio Cervialto Progetto “Open to knowledge (O2K)” vedi nota Province di Lodi e Cremona, Università Cattolica, Parco Tecnologico Padano, Consorzio CDIE CNR, Comune di Scandicci, Confartigianato Firenze, CNA Firenze, Arezzo innovazione, 8 imprese Provincia, Enti locali, Universita’ di Cassino, Associazioni di categoria, Organizzazioni sindacali ed imprese 3. L’Azione di servizio GROSSETO LODI LUCCA Progetto di incoming turistico attraverso la valorizzazione dell’aeroporto civile di Grosseto Progetto “Equal Competence - un sistema di biotecnologie per l’agroalimentare” Progetto “Ape - net per la partecipazione ai programmi europei” MASSA CARRARA Bando PIC Urban II Carrara MATERA Progetto “Creso - credito, relazioni e sviluppo delle organizzazioni del terzo settore it-s2-mdl-203” Progetto “Valorisation des “terres d’eau” pour la sauvegarde de l’environnement et la promotion d’un tourisme “alternatif ” et durable” NOVARA ORISTANO Regione Toscana, Provincia di Grosseto, Comune di Grosseto, Università la Sapienza di Roma Provincia di Lucca, Comune di Lucca, Viareggio, Capannori, GAL Garfagnana, Lucense scpa, Ceseca scrl Comune di Carrara e Associazioni di categoria Federcasse e Istituto G. Tagliacarne Provincia di Novara, Comune di novara, Provincia di Vercelli, Chambre de commerce et d’industrie du Pays d’Arles, Càmara de comercio, industria y navegación de Sevilla, Chamber of commerce and industry of Thessaloniki 373 soggetti pubblici e privati firmatari del Protocollo d’Intesa PADOVA Progetto integrato per il distretto agroalimentare di qualità e filiere produttive della Provincia di Oristano Progetto “LO.DE” PISTOTIA Progetto “Intergy service” PORDENONE Programma interreg III Italia - Slovenia Camere di commercio del Friuli “e-Cubis” Patto Integrato territoriale “Quattro città Comune di Ragusa e un parco” Progetto “Open it” Camera di commercio di Salonicco, Università della Macedonia, Università di Cipro, Regione della Macedonia centrale, Camera di commercio dell’egeo Progetto “Equal Spring out” Provincia di Rimini, Comuni di Rimini, Bellaria, Cattolica, Riccione, Confcooperative, Legacoop, Enaip Progetto LeaderPlus per la individuaGAL Hyblon Tukles, Comuni montani zione delle filiere attive nel comprensorio Progetto “Ape - net per la partecipazione Unioncamere Bruxelles ai programmi europei” Bando sviluppo reti telematiche Camere del Friuli RAGUSA REGGIO CALABRIA RIMINI SIRACUSA TERNI TRIESTE UDINE VENEZIA VERBANIA VERCELLI VITERBO Progetto “Pilot action on the tranSfer of expertise through mentoring in SME’s” Progetto “P.o.n.t.i. - Pari Opportunità Nei Territori e nelle Imprese” Progetto Cina: opportunità per le aziende del casalingo e del lapideo Promozione internazionale del Sacro Monte di Varallo Protocollo di Intesa per il distretto di Civita Castellana Assindustria, Confartigianato, CNA Unioncamre Emilia Romagna; Camera di Bolzano; Centro Produttivita’ Veneto Coldiretti di Venezia, Confcommercio di Venezia, Legacoop V, Mediaculture a r.l. Provincia di Venezia, Sinergica onlus, Unioncamere Veneto - Università Ca’ Foscari Direzione regionale Parchi, Comune di Varallo, Pinacoteca. Vari enti locali 217 Rapporto 2006 sul sistema camerale 3.10 Programazione comunitaria Tabella 3.10.1. I numeri di “Programmazione comunitaria” 101 28 100 4,4 Interventi a sostegno delle imprese Camere di commercio coinvolte all’interno di Patti Territoriali Partecipazioni delle Camere di commercio a progetti con cofinanziamento comunitario Milioni di euro di programmi comunitari finanziati cui le Camere di commercio partecipano Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2006 LA POLITICA REGIONALE E LA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA: IL 2006 ANNO DECISIVO PER IL PERIODO 2000-2006 E PER LA PREPARAZIONE DEL NUOVO CICLO 2007-2013 Il 2006 è stato l’anno decisivo per le amministrazioni nazionali e regionali, in quanto è stata l’ultima occasione per rimodulare le risorse finanziarie dei Programmi Operativi Nazionali e Regionali 2000-2006, al fine di evitare il disimpegno automatico dei finanziamenti comunitari, da spendere entro la fine del 2008. Entro tale data, si dovranno completare circa il 40% degli interventi, pari a oltre 20 miliardi di euro per le Regioni obiettivo 1 e per le aree del Centro-Nord. Sul versante del nuovo ciclo 2007-2013, con il 2006 si è concluso il lungo percorso partenariale fra amministrazioni centrali e regionali, rappresentanti del partenariato istituzionale e di quello economico-sociale per la preparazione del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 (QSN) la cui versione finale è stata inviata il 13 giugno dal Ministero dello Sviluppo Economico alla Commissione europea per la consultazione finale, a seguito del negoziato intercorso durante i primi mesi del 2007. L’Unioncamere ha partecipato ai Tavoli partenariali presieduti dal Dipartimento per le Politiche di Sviluppo, in cui le amministrazioni hanno effettuato scelte rilevanti, anche in discontinuità con l’esperienza precedente, che riguardano in particolare: • l’unitarietà programmatica della politica regionale nazionale e comunitaria e la conseguente “settennalizzazione” complessiva della programmazione finanziaria dei fondi strutturali e dei fondi FAS (Fondo per le Aree Sottoutilizzate); • l’individuazione delle priorità per l’orientamento delle scelte operative da realizzarsi con modalità coerenti e integrate tra i livelli di governo e strumenti di intervento e rivolte al miglioramento degli standard di vita dei cittadini ed a obiettivi di produttività, competitività e innovazione da perseguire in tutto il Paese; • l’indicazione di alcuni obiettivi vincolanti di servizio ai cittadini per il Mezzogiorno. Il Programma di investimenti per lo sviluppo che prende le mosse dal QSN è di notevole entità: gli investimenti previsti sono pari a circa 123 miliardi di euro, di cui 28,8 di risorse comunitarie, 64,4 di risorse FAS e 29,5 miliardi di cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali. Oltre 100 milardi sono destinati alle Regioni del Mezzogiorno. 218 3. L’Azione di servizio Priorità del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 1. Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane 2. Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per la competitività 3. Energia e ambiente: uso sostenibile e efficiente delle risorse ambientali per lo sviluppo 4. Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale 5. Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo 6. Reti e collegamenti per la mobilità 7. Competitività dei sistemi produttivi e occupazione 8. Competitività e attrattività delle città ed dei sistemi urbani 9. Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse 10.Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali ed efficaci L’Unioncamere, nel corso del processo partenariale, ha formulato al DPS la necessità di inserire in alcune priorità del QSN il Sistema camerale, quale soggetto portatore di saperi specialistici e teso al raccordo con il mondo delle imprese sul territorio. Il Dipartimento ha accolto, in buona parte, tale richiesta, citando il Sistema camerale e le Camere di commercio, quali autonomie funzionali, nelle seguenti priorità: • Priorità 5. Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo; • Priorità 7. Competitività dei sistemi produttivi e occupazione; • Priorità 9. Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse. Attuazione del Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) al 31 dicembre 2006 La percentuale di attuazione della spesa del Quadro Comunitario di Sostegno Ob. 1 2000-2006, ha raggiunto – al 31 dicembre 2006 – il 63,1% degli stanziamenti totali. In valori assoluti, risultano essere stati spesi a quella data circa 29 miliardi di euro a fronte di oltre 43 miliardi di impegni giuridicamente vincolanti assunti alla suddetta data. Nel Mezzogiorno, le risorse sono concentrate su investimenti in infrastrutture ambientali (23&) di trasporto (23%) e nell’ambito del sostegno e rafforzamento del settore produttivo industriale che assorbe circa il 18% del totale. La spesa realizzata al 2006 ha riguardato per il 22% il settore industria e servizi, seguito dal settore viabilità e trasporti con il 13,4%. Disponibilità ingenti di risorse programmate ancora non spese nel Mezzogiorno si rilevano nei settori agricoltura e pesca, industria e servizi, formazione e lavoro. L’attuazione finanziaria per singolo Programma Operativo – riportata nella tabella 1 – evidenzia fra i Programmi Regionali, uno stato dei pagamenti pari al 56,6% del contributo totale, con situazioni diversificate in merito ai pagamenti effettuati: il POR Molise mostra la migliore capacità realizzativa, con pagamenti pari al 71,2% del contributo 219 Rapporto 2006 sul sistema camerale totale 2000-2006, seguito – con performance al di sopra del 60% – dal POR Calabria con 64,1% e dal POR Sardegna con il 61,2%. Dati di attuazione delle Regioni Ob. 2 al 31 dicembre 2006 I dati di attuazione finanziaria dei Documenti unici di programmazione (Docup) Ob. 2 aggiornati al 31 dicembre 2006, indicano che le Regioni del Centro-Nord hanno raggiunto una spesa complessiva del 71,2% e una capacità di impegno che si attesta sul 101,8%. Come si rileva dalla tabella 2, l’intervento che risulta aver impegnato e speso di più rispetto al contributo totale è il Docup della Valle d’Aosta, con una capacità di impegno del 148,5% ed un’efficienza realizzativa del 125,1%. Livelli di avanzamento significativi sono stati raggiunti anche dai Docup Veneto ed Emilia-Romagna, con pagamenti superiori all’80% delle risorse stanziate. In coda, si colloca l’Abruzzo con una spesa al 55,9% delle risorse programmate, risultando al di sotto dei valori medi. Tabella 3.10.2. QCS Obiettivo 1: attuazione finanziaria per intervento al 31 dicembre 2006 Intervento Contributo Totale 2000/2006 (a) PON ATAS PON Pesca PON Ricerca PON Scuola per lo Sviluppo PON Sicurezza PON Sviluppo PON Trasporti Totale PON 517.101.147,00 Attuazione finanziaria Impegni (b) 482.786.761,42 Pagamenti Impegni (c) (b/a) 397.258.069,07 Pagamenti (c/a) 93,4% 76,8% 306.004.285,78 253.264.526,00 159.511.712,30 82,8% 52,1% 2.267.330.812,00 2.553.650.237,34 1.531.900.314,90 112,6% 67,6% 830.014.570,93 865.472.069,12 650.681.269,01 104,3% 78,4% 1.225.836.571,00 1.048.424.858,99 818.391.002,63 85,5% 66,8% 4.457.218.830,00 5.853.136.085,10 3.971.063.041,31 131,3% 89,1% 4.520.161.290,00 4.851.317.019,30 3.491.497.027,42 107,3% 77,2% 14.123.667.506,71 15.908.051.557,27 11.020.302.436,64 112,6% 78,0% POR Basilicata 1.696.070.000,00 1.744.285.450,32 1.032.619.066,78 102,8% 60,9% POR Calabria 4.036.398.002,00 3.414.985.900,49 2.587.238.762,09 84,6% 64,1% POR Campania 7.748.172.781,00 6.178.799.577,04 4.248.742.870,05 79,7% 54,8% POR Molise 469.483.995,00 501.180.834,01 334.468.792,18 106,8% 71,2% POR Puglia 5.284.458.691,00 4.701.510.325,84 2.954.089.740,89 89,0% 55,9% POR Sardegna 4.258.555.040,00 3.549.430.876,02 2.607.451.532,98 83,3% 61,2% POR Sicilia 8.459.909.318,00 7.182.214.590,71 4.309.535.675,94 84,9% 50,9% Totale POR 31.953.047.827,00 27.272.407.554,43 18.074.146.440,91 85,4% 56,6% Totale QCS 46.076.715.333,71 43.180.459.111,70 29.094.448.877,55 93,7% 63,1% Fonte: elaborazione IGRUE 220 3. L’Azione di servizio Tabella 3.10.3. Obiettivo 2: attuazione finanziaria per intervento al 31 dicembre 2006 Intervento Attuazione finanziaria Contributo Totale 2000/2006 Impegni Pagamenti Impegni Pagamenti (a) (b) (c) (b/a) (c/a) Docup Abruzzo 558.411.394,00 556.098.865,59 312.323.234,53 99,6% 55,9% Docup EmiliaRomagna 263.804.866,00 333.222.025,00 226.754.416,21 126,3% 86,0% Docup Friuli V. G. 335.758.981,00 343.611.586,23 224.885.031,52 102,3% 67,0% Docup Lazio 884.433.902,00 925.395.634,58 588.636.136,68 104,6% 66,6% Docup Liguria 694.481.800,00 683.505.440,38 448.996.614,12 98,4% 64,7% Docup Lombardia 421.037.469,00 391.157.567,63 276.214.177,65 92,9% 65,6% Docup Marche 346.974.876,00 276.567.856,07 241.082.613,87 79,7% 69,5% Docup P.A. Bolzano 67.639.646,00 80.445.765,59 56.332.286,25 118,9% 83,3% Docup P.A. Trento 58.692.343,00 57.279.125,43 46.019.848,68 97,6% 78,4% Docup Piemonte 1.290.973.667,00 1.271.071.181,53 942.158.025,19 98,5% 73,0% Docup Toscana 1.231.925.638,00 1.247.375.150,65 906.826.102,38 101,3% 73,6% Docup Umbria 400.201.038,00 348.517.681,39 268.044.424,93 87,1% 67,0% Docup Valle d’Aosta 41.870.658,00 62.178.685,42 52.364.760,54 148,5% 125,1% 596.858.548,00 743.631.244,72 529.028.630,35 124,6% 88,6% 7.193.064.826,00 7.320.057.810,21 5.119.666.302,90 101,8% 71,2% Docup Veneto Totale Fonte: elaborazione IGRUE INIZIATIVE DEL SISTEMA CAMERALE E UNIONCAMERE A FAVORE DELL’UTILIZZO DEI FONDI STRUTTURALI 2000-2006 I workshop realizzati nelle Regioni ob. 1 Nel corso del 2006, l’Unioncamere, in collaborazione ad alcuni Sistemi camerali delle Regioni Ob. 1 ha organizzato degli incontri sul territorio (specificatamente in Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia) invitando i rappresentanti delle Regioni citate, allo scopo di creare un maggiore confronto fra la dirigenza camerale locale (sostenuta dal sistema nazionale) e quella regionale, aprendo la strada ad una più efficace cooperazione fra le strutture ed anche ad una maggiore conoscenza, da parte della Regione, sulle molteplici attività che le strutture camerali svolgono, a livello locale. Un elemento particolarmente rilevante emerso nel corso dei suddetti incontri, è stata la mancanza di conoscenza da parte delle Regioni di progetti realizzati dal Sistema camerale, utili e/o coerenti alla programmazione dell’ente regionale. 221 Rapporto 2006 sul sistema camerale Quello che qui si vuole evidenziare – in rapporto all’esperienza finora acquisita e all’incalzare dei processi di partecipazione alle politiche di sviluppo da parte dei soggetti locali – è la misura sempre maggiore dei contributi che possono essere forniti all’Ente programmatore, dall’ampio panorama degli interessi organizzati – e quindi del Sistema camerale nella sua complessità – i quali possono costituire dei veri e propri “mediatori di conoscenza”, capaci di rafforzare l’efficacia della programmazione stessa. Al di là delle differenziazioni tra le diverse realtà locali e registrando attività consolidate su cui le strutture camerali operano costantemente, come nei settori relativi all’internazionalizzazione, alla formazione e (più in generale) ai servizi per le imprese, ciò che i rappresentanti regionali, costantemente hanno espresso e “suggerito” al Sistema camerale è quello di lavorare maggiormente su proposte progettuali “di sistema”, utili per la programmazione 2007-2013, tuttora in corso di elaborazione. Ciò che conta, quindi, è la qualità della proposta progettuale: coerente con i fabbisogni del territorio, in grado di mobilitare l’intera rete regionale delle Camere di commercio (non in sovrapposizione con attività progettuali già previste) che valorizzino buone pratiche sperimentate dal Sistema camerale, anche in altri contesti territoriali. Il sistema informativo sui bandi di gara Il sistema informativo sui bandi di gara, denominato “Sistema Monitoraggio Gare” anche nel corso del 2006 è stato costantemente aggiornato, rendendo sistematica l’azione di monitoraggio e diffusione (via internet tramite il sito www.unioncamere.net) delle Figura 3.10.1. La distribuzione percentuale dei programmi a cofinanziamento comunitario cui le Camere di commercio hanno partecipato nel 2006 Programmi Operativi Regionali per le Regioni ob.3 (POR) 9% Programmi Operativi Regionali per le Regioni ob.1 (POR) 7% Documenti Unici di programmazione per le Regioni ob.2 (DOCUP) 13% Programmi Operativi Nazionali per le Regioni ob. 1 (PON) 2% Iniziativa Comunitaria EQUAL 25% Iniziativa Comunitaria URBAN 2% Iniziativa Comunitaria LEADER + 16% Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 222 Iniziativa Comunitaria INTERREG 21% Programmi Integrati Territoriali (PIT) 5% 3. L’Azione di servizio opportunità per il Sistema camerale, derivanti (prevalentemente) dall’utilizzo dei fondi strutturali, sulla base di una selezione dei bandi ed avvisi di gara nazionali, regionali e provinciali, sui temi di interesse delle Camere di commercio. I dati riguardanti gli ultimi 16 mesi sono quantificati in 111 bandi segnalati, 18 offerte presentate, di cui 4 gare aggiudicate per un valore indicativo di circa 4 milioni di euro e altre 3, tuttora in attesa di esito, il cui valore è di oltre 3 milioni di euro. Tale attività – in base ai settori di intervento richiesti nei singoli bandi di gara – vede coinvolte le agenzie nazionali e le strutture camerali di volta, in volta, interessate. La rilevazione dei dati dell’Osservatorio camerale A livello territoriale, in base ai dati pervenuti dalle strutture camerali, è possibile dare una fotografia sulla partecipazione delle Camere agli interventi della programmazione in corso, incluse le quattro iniziative comunitarie: Equal, Interreg, Leader+ e Urban. Il grafico riportato illustra le percentuali di partecipazione: permane bassa la partecipazione delle strutture camerali nelle Regioni Ob. 1 ai Programmi Regionali e Nazionali di riferimento, rispettivamente con il 7% (POR) e 2% (PON); nelle regioni del CentroNord, la percentuale di partecipazione camerale è decisamente maggiore, con il 13% nell’ambito dei Docup e del 9% per i POR Ob.3, questi ultimi riguardano esclusivamente gli interventi per l’adattamento e l’ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione. Risultano, infine, buone le partecipazioni verso i programmi di iniziativa comunitaria, con particolare riferimento a Equal (25%), Interreg (21%) e Leader+ (16%). 223 Rapporto 2006 sul sistema camerale 3.11 Turismo e cultura Tabella 3.11.1. I numeri di “Turismo e cultura” 82 0 Camere di commercio svolgono attività per la promozione turistica di cui 5 delegando l’attività alle Aziende speciali Investimenti diretti effettuati dalle Camere di commercio per la promozione del settore turistico di cui: 49 60 107 11 159 70 29 117 16,2 per lo sviluppo infrastrutturale per l’assetto del territorio Attività di ricerca e/o analisi di settore Corsi di formazione e/o aggiornamento professionale per operatori turistici Attività per la promozione e qualificazione delle imprese turistiche del territorio Partecipazioni a manifestazioni fieristiche Camere di commercio detengono partecipazioni finanziarie in enti culturali Sponsorizzazioni ad eventi culturali Milioni di euro liquidati dalle Camere di commercio per le attività a sostegno del turismo Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Il ruolo delle Camere di commercio nel settore è in questi anni cresciuto e ha conquistato funzionalità fondamentali per la conoscenza, lo sviluppo e la promozione dell’intero comparto che ha peraltro trovato, negli ultimi 2/3 anni, una nuova centralità tra le linee prioritarie della politica economica italiana. Con la riforma dell’ENIT (l. 14 maggio 2005, n. 80), le Camere di commercio hanno trovato uno spazio di assoluto rilievo per sfruttare il vantaggio territoriale della rete capillare che le contraddistingue e per qualificarsi come soggetto promotore. Le macro-linee di azione più importanti attivate nel 2006, che peraltro hanno tratto impulso dalle priorità che erano state identificate dall’Assise sul Turismo 2005 e che miravano alla costruzione di progetti di sistema (a valenza locale ma coordinati a livello nazionale), si sono concentrate su: • attivare osservatori territoriali in linea con quanto già avviato a livello nazionale; • sviluppare e promuovere le politiche della qualità nel sistema delle imprese turistiche; • promuovere eventi sui territori che ne esaltino le specificità culturali e aumentino l’attrattività turistica. 224 3. L’Azione di servizio LE INIZIATIVE IN TEMA DI OSSERVATORI SUL TURISMO: Da 11 anni, l’Unioncamere realizza, in collaborazione con l’IS.NA.R.T., l’Osservatorio nazionale sul turismo italiano e la relativa pubblicazione annuale “Impresa Turismo” che fornisce una lettura strategica dei risultati di tale monitoraggio, riconosciuti in Italia e all’estero tra le le fonti di riferimento per il settore. Grazie alla continuità di questa azione, il Sistema camerale ha garantito agli amministratori locali e agli operatori della filiera un supporto fondamentale alle scelte della programmazione turistica, al monitoraggio dei risultati raggiunti, alla conoscenza delle esigenze degli operatori di uno dei settori più importanti della nostra economia. Figura 3.11.1. Il numero di Camere di commercio per investimenti effettuati nel 2006 per la promozione del settore turistico (valori assoluti) Per lo sviluppo infrastrutturale 1 Aree attrezzate 4 Per l'assetto del territorio Altro 6 7 Punti di accoglienza e di informazione per turisti 15 16 Attrezzature sportive 2 24 Interventi per la valorizzazione del territorio e del patrimonio artistico 34 0 10 20 30 40 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Nel 2006 ci si era posti due obiettivi principali: quello di arricchire ulteriormente il valore informativo dell’Osservatorio; e quello di consolidare l’autorevolezza del Sistema camerale come riferimento del monitoraggio economico e conoscitivo del settore. Per fare questo, sono stati avviati gli osservatori territoriali (regionali e provinciali), attivati dalle Camere di commercio utilizzando la stessa metodologia di quello nazionale e con un sistema di rilevazioni continue che permette di interpretare le dinamiche, le 225 Rapporto 2006 sul sistema camerale Figura 3.11.2. Le Camere di commercio che hanno svolto attività di promozione del settore turistico negli anni 2004-2006 (valori assoluti) 30 22 20 19 19 23 23 24 22 24 23 21 20 18 10 0 Nord Est Nord Ovest Sud Centro 2004 2005 2006 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 esigenze e i mutamenti in atto nel settore; di comparare la situazione del turismo sui territori rispetto alle tendenze a livello nazionale; e di fare analisi e confronti rispetto alle serie storiche dei dati. L’impatto di un impianto coordinato e comparabile ha permesso di attivare tavoli di confronto sul settore tra Camere di commercio ed enti locali (Regioni, Province e Comuni). In particolare, sono stati attivati 4 osservatori regionali e 6 territoriali (tra Province e sistemi turistici locali); l’80% degli osservatori sono nati di concerto con le amministrazioni locali e 3 di questi hanno anche ottenuto una partecipazione economica importante. In assoluto sono stati prodotti oltre 70 interventi e azioni accompagnati da momenti di incontro con gli operatori a livello territoriale per la comunicazione dei risultati e di formazione sulle tendenze del mercato turistico nazionale e locale. LE INIZIATIVE IN TEMA DI QUALITÀ DEL TURISMO L’esperienza dei marchi di qualità, che nel corso di questi anni sono stati adottati da numerose strutture lungo la filiera dell’offerta turistica ricettiva ed extra-ricettiva su iniziativa delle Camere di commercio, ha consentito di diffondere la notorietà e la conoscenza di questo strumento come garanzia della qualità del servizio offerto dalle imprese in questo comparto. Il riconoscimento del marchio di qualità, oltre che importante strumento di marketing, può divenire infatti anche un passo decisivo verso la condivisione degli obiettivi 226 3. L’Azione di servizio Figura 3.11.3. Dimensione del progetto per tipologia Stabilimenti balneari 1% Ristoranti 41% Agriturismo 14% B&B 2% Campeggio 1% Hotel 41% Fonte: elaborazione su dati Isnart e delle strategie da parte degli attori locali, sia pubblici che privati, ed il presupposto per la realizzazione di una più ampia politica di riqualificazione dell’offerta. I marchi di qualità rilasciati dalle Camere di commercio, con il coordinamento nazionale dell’ISNART, riguardano oggi hotel, ristoranti, agriturismi, campeggi, bed&breakfast e stabilimenti balneari, happy hour. Nel corso degli ultimi 4 anni, abbiamo assistito ad una crescita di adesioni, sia in termini di numero di strutture certificate che di Camere di commercio attive, passando dalle 1.298 strutture certificate da 17 Camere di commercio (nel 2003), alle 4.021 strutture certificate in 69 Province nel 2006. L’edizione 2006 dei marchi di qualità si è caratterizzata per il lancio di un nuovo logo, a rappresentare il marchio di qualità con un messaggio più fortemente legato alla qualità dell’ospitalità italiana; l’adozione di uno standard di certificazione da parte di un ente certificatore terzo; e l’avvio di laboratori formativi rivolti agli operatori per attivare programmi di quality coaching. Con l’inizio dell’anno, sono state poi lanciate nuove iniziative promozionali quali: • la pubblicazione di una guida nazionale in vendita nelle maggiori librerie italiane, nonché nuovi accordi con importanti case editrici per la promozione delle strutture di qualità all’interno di guide già note; • la messa on line di guide turistiche provinciali virtuali; • la presenza del marchio di qualità nel materiale promozionale distribuito e edito in accordo tra Camere di commercio e Provincia/Regione; • la predisposizione per l’inserimento del marchio “Qualità” nel portale Italia.it. 227 Rapporto 2006 sul sistema camerale Tabella 3.11.2. I marchi di qualità: confronto tra candidati e marchiati 2007 Regione Somma candidati 2007 Marchiati su nuovi Lombardia 862 Piemonte 651 Liguria 403 Toscana 328 Campania 277 Sardegna 267 Abruzzo 240 Umbria 206 Marche 175 Calabria 174 Emilia-Romagna 95 Basilicata 78 Sicilia 72 Puglia 65 Veneto 63 Molise 35 Friuli Venezia Giulia 17 Lazio 13 Totale 4.021 Fonte: elaborazione Isnart sui risultati di un’indagine ad hoc 317 157 86 88 66 33 73 25 54 58 37 7 49 14 13 8 14 1 1.100 % assegnazione Marchi di Qualità su nuove adesioni 69,2 80,9 58,1 53,3 54,5 26,6 45,6 44,6 42,8 28,5 63,7 28,0 68,0 73,7 72,2 28,6 82,3 12,5 Figura 3.11.4. Le Camere che hanno realizzato piniziative per la g territorio in termini di: valorizzazione del territorio in termini di: 18 19 turismo ambientale turismo d'affari e congressuale 21 24 turismo storicoculturale 37 36 turismo enogastronomico 61 40 0 25 50 75 2005 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 228 2006 3. L’Azione di servizio È stata condotta per il terzo anno consecutivo una analisi di soddisfazione sulle imprese certificate: l’indagine condotta tra dicembre 2006 e gennaio 2007 ha dimostrato che: • le aziende del marchio hanno registrato un’occupazione media superiore a quella delle strutture nazionali dai 6 agli 8 punti percentuale, hanno mostrato di attuare politiche di “destagionalizzazione” ed una maggiore attenzione alla clientela straniera (39% di clientela straniera contro il 31% della media italiana); • le “strutture di qualità” conquistano la fedeltà della clientela (45,5%) e dei tour operators che veicolano il 21,6% degli ospiti; Per premiare l’eccellenza dell’ospitalità italiana, a novembre 2006 a Bari è stato realizzato l’evento finale della seconda edizione del Premio Ospitalità Italiana, la manifestazione ideata dall’Isnart in collaborazione con le Camere di commercio, rivolta alle strutture turistiche già in possesso del marchio di qualità. LE AZIONI DI PROMOZIONE DELLA CULTURA E GLI EVENTI SUL TERRITORIO Il Sistema camerale ha fatto della promozione di eventi e di iniziative turistiche o comunque della promozione dei territori locali una delle sue principali attività, utilizzando a questo scopo una pluralità di canali e strumenti di promocomunicazione. Nello specifico, il canale più usato è rappresentato da siti web/portali. Tabella 3.11.3. Le Camere di commercio e gli strumenti di promocomunicazione siti web, portali % Camere di commercio che utilizza strumenti di promocomunicazione 86,3 quotidiani e televisioni locali 77,5 cartellonistica, affissioni 50,0 magazine, newsletter 35,3 riviste di settore 18,6 corner espositivi 14,7 totem pubblicitari 13,7 riviste di largo consumo 2,9 banner pubblicitari su altri siti 1,0 Fonte: elaborazione Isnart sui risultati di un’indagine ad hoc Segue, al secondo posto, l’insieme delle azioni sulla stampa da quotidiani locali/ pagine locali di quotidiani nazionali e tv locali. Anche le affissioni e la cartellonistica hanno ottenuto un ottimo posizionamento. Interessante rilevare come le Camere di commercio partecipino economicamente in spazi espositivi che poi utilizzano per la promozione del territorio a fini turistici: ben il 61% delle Camere rispondenti ha dichiarato di avere quote in infrastrutture locali o 229 Rapporto 2006 sul sistema camerale comunque presenti in territori limitrofi e, nel particolare, sono gli aeroporti e le fiere a contare il maggior numero di partecipazioni. Tabella 3.11.4. Le partecipazioni camerali a infrastrutture che dispongono di spazi espositivi % Camere che partecipano Aeroporti 69,8 Fiere 41,3 Centri congressi/centri affari 9,5 Autostrade 7,9 Business info point a malpensa 7,9 Interporti/scalo merci 6,3 Porti 3,2 Parcheggi, metropolitane 3,2 Auditorium 1,6 Soc. Costruzioni 1,6 Fonte: elaborazione Isnart sui risultati di un’indagine ad hoc Come già detto gli aeroporti ottengono la prima posizione di questa classifica. Le fiere sono al secondo posto con il 41,3%. Seguono i centri congressi/centri affari, le autostrade e il business info point come ad esempio quello a Malpensa ovvero un meeting-point allestito dalle Camere di commercio di Canton Ticino, Milano, Verbano Cusio Ossola, Varese e Como per gli operatori economici, ideato per fornire servizi di informazione economica e di accoglienza e per promuovere i rapporti d’affari e di partnership. L’84% delle Camere intervistate ha dichiarato di prendere parte a fiere di settore (numerosissime, sia a livello nazionale sia a livello internazionale) e ciò fa risaltare la grande importanza data a questo strumento di promozione ormai consolidato. Tale presenza si conta soprattutto negli eventi legati al settore del turismo e dell’enogastronomia, anche se non mancano le fiere dell’artigianato, della nautica e le campionarie. La Borsa Internazionale del Turismo di Milano risulta la manifestazione in cui le Camere sono maggiormanete presenti (ben il il 31%); più del 56% di Camere risulta avere investito in uno spazio espositivo in fiere del turismo diverse (come le fiere enogastronomiche nazionali Cibus, il Salone del Gusto di Torino, il Vinitaly di Verona ed altre meno note come il Sana di Bologna), mentre il 54% promuove, collabora e/o partecipa a fiere agroalimentari/vitivinicole e di promozione delle produzioni dell’artigianato locali. Negli ultimi anni, poi, sempre più spesso il Sistema camerale ha iniziato ad utilizzare la realizzazione e/o sponsorizzazione di eventi culturali, grandi mostre, manifestazioni 230 3. L’Azione di servizio e/o itinerari tematici di interesse locale (anche attivando collaborazioni a livello internazionale), quale leva di valorizzazione e promozione dell’attrattività del territorio a fini turistici. Ne sono esempio la Camera di commercio di Arezzo (con la mostra “Piero della Francesca e le corti italiane”), la Camera di Rovigo (con la mostra “La pittura tra Venezia e Ferrara da Bellini a Tiepolo”); oppure la Camera di Caserta, con la proposta di itinerario storico – culturale “Da Annibale a Garibaldi”. Il consistente sostegno ed apporto organizzativo garantito dalla Camera di Roma nell’organizzazione della “Notte Bianca” ha poi già da alcuni anni dimostrato come l’animazione del territorio in sinergia con gli altri enti locali si traduca in un forte ritorno in termini di visiblità e successo turistico, tanto da essere stata rapidamente presa a modello da numerose altre realtà italiane (si pensi a Napoli, Firenze, a Rimini ed alle “Notti di luce” di Bergamo). Merita infine segnalare come molte Camere di commercio non si siano limitate a promuovere eventi culturali per la valorizzazione del territorio, ma stanno viceversa sviluppando ed applicando un modello di misurazione dell’impatto e dei ritorni di tali eventi (tra le altre, Cremona, Ferrara, Mantova, Macerata e Brindisi stanno portando avanti questo filone di attività). A livello nazionale, tra le iniziative di turismo culturale che sta realizzando l’Unione nazionale, con un gruppo di lavoro composto da Isnart, Kanso ed altre professionalità, segnaliamo il progetto Dante che persegue il duplice obiettivo di creare un progetto- Figura 3.11.5. La distribuzione delle partecipazioni finanziarie delle Camere di commercio in ambito culturale Fondazioni bancarie 20% Opere liriche / musicali 20% Musei / Gallerie 23% Teatri 37% Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 231 Rapporto 2006 sul sistema camerale contenitore che permetta di sperimentare tecnologie e metodologie innovative per il turismo culturale; e lanciare un’iniziativa che abbia un respiro concretamente italiano che combatta la parcellizzazione del marketing turistico e diventi occasione concreta per guidare (ma in maniera non massificata) il turista colto attraverso le meraviglie dell’Italia. Figura 3.11.6. La distribuzione delle sponsorizzazioni delle Camere di commercio ad iniziative culturali nel 2006 Restauri 9% Altro 10% Spettacoli 38% Premi 15% Mostre 28% Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 La scelta di Dante, e in particolare della Divina Commedia, nasce dalla sua fortissima “presa sul pubblico”, derivata dall’essere un capolavoro della letteratura, conosciuto in tutto il mondo, con una trama che si svolge nelle più importanti località italiane (Firenze e Roma, ma anche Bologna, Brindisi, Mantova, Padova, Palermo, Siena, Verona), ed utilizzando una tecnica narrativa affascinante, tipica degli story tellers medioevali, molto attuale e particolarmente adatta ai nuovi media. Il progetto ha avviato due attività principali: da un lato, l’individuazione e scelta dei luoghi da inserire nel circuito stimandone in via preliminare il potenziale impatto di incremento dei flussi turistici; dall’altro, un’analisi di fattibilità interpellando direttamente un campione di soggetti (operatori e autorità locali, editori, tour operators ecc.) e di opinion leaders con competenze specifiche nell’ambito del turismo culturale. 232 3. L’Azione di servizio I progetti sul territorio Camera di commercio ANCONA BARI Titolo progetto Progetto “Welcome to Ancona - coordinamento delle iniziative di acoglienza/ promozione in occasione della stagione crocieristica” Mostra “Piero della Francesca e le corti italiane” Promozione del marchio di qualità del turismo (hotel, ristoranti agriturismi, campeggi, bed & breakfast) Evento “Bariphotocamera” BERGAMO Evento “Notti di luce” BOLOGNA Presentazione alla stampa statunitense delle eccellenze territoriali ed imprenditoriali bolognesi Promozione del marchio di qualità per le imprese turistico-ricettive Mostra “Da Annibale a Garibaldi” AREZZO AVELLINO BRESCIA CASERTA CATANZARO COMO CREMONA CROTONE CUNEO FERRARA FIRENZE FROSINONE GENOVA GROSSETO Promozione della ricettività e del turismo di qualità nella Provincia di Catanzaro Avvio dell’Osservatorio del sistema turistico del Lago di Como Osservatorio promozionale del turismo Promozione del marchio di qualità per le imprese turistico-ricettive Promozione del marchio di qualità per le imprese turistico-ricettive Manifestazione internazionale “Cento città d’arte” Progetto “Pannelllo di controllo strategico per il settore turistico” Progetto promozionale “Naturalmente... Ciociaria - edizione 2006” Tavolo di promozione di Genova e del suo territorio Evento “Fiera vacanze - Grosseto” Partenariato Regione Marche Provincia e Comune di Ancona, Associazioni degli operatori turistici APT, Provincia, Enti locali, Bancaetruria, Regione Toscana Comune di Bergamo, Università di bergamo, Camera di commercio del Cantone Ticino Regione Lombardia, Provincia di Cremona, Unioncamere Lombardia Centro studi turistici, APT, Università Bocconi Universita’ di Cassino, Comune di Frosinone, Unioncamere Lazio, Comunita’ montane GAL Comune e Provincia di Genova, Agenzia regionale “ Inliguria “ LATINA Avvio del Centro studi sul turismo LECCO Tavolo di coordinamento provinciale per Provincia di Lecco, Comuni turistici il turismo locali, Comunità montane, Consorzi turistici ed Associazioni di categoria 2a edizione dell’evento promozionale Provincia e Comune di Lucca, Comune “Olio e tesori di Lucca” di Capannori, APT, Fondazioni bancarie Osservatorio turistico provinciale Provincia di Macerata LUCCA MACERATA MANTOVA Promozione del marchio di qualità per le Provincia e organizzazioni di categoria imprese turistico-ricettive 233 Rapporto 2006 sul sistema camerale MASSA CARRARA Progetto promozionale “Qualità Lunigiana” Realizzazione della guida turistica di Milano, valorizzazione delle imprese turistiche del territorio Partecipazione al salone “BIT Milano” Touring Club italiano PADOVA Progetto strategico per la promozione turistica del territorio Provincia di Padova, APT, associazioni di categoria, Consorzi di promozione turistica PARMA Progetto di promozione sul mercato londinese Osservatorio provinciale turismo MILANO NAPOLI PAVIA PERUGIA RAVENNA REGGIO CALABRIA RIMINI ROVIGO SALERNO SAVONA SIRACUSA SONDRIO TERAMO TERNI TORINO VENEZIA VERBANIA VERCELLI VERONA VIBO VALENTIA VICENZA VITERBO 234 Progetto strategico per la promozione Associazioni di categoria turistica del territorio Promozione del marchio di qualità per le Provincia e Comune di Ravenna, imprese turistico-ricettive Associazioni di categoria, Associazioni di tutela del consumatore Progetto di promozione turistica della Provincia di Reggio Calabria (turismo culturale ediz. 2006) Forum sul turismo nel Mediterraneo Paesi coinvolti: Croazia, Marocco, Tunisia, Giordania, Siria, Egitto, Turchia, Libia Promozione della mostra “Le meraviglie Comune di Rovigo, Confcommercio, della pittura tra Venezia e Ferrara” Confesercenti Progetto per l’incentivazione dei flussi turistici in bassa stagione Promozione del marchio di qualità per le imprese turistico-ricettive Progetto di comunicazione e promozio- Provincia regionale di Siracusa ne turistica Progetto di promozione del marchio “Valtellina” Tavolo del turismo - progetto di marke- Associazioni di categoria, imprese ting turistico Progetto di valorizzazione dei prodotti Provincia e Comune di Terni, Comune turistici di sistema:consolidamento offer- di Orvieto,Cconsorzi turisitici della ta e promocommercializzazione Provincia “Yes! Torino quality for travellers: Associazioni di categoria ed imprese; marchio di qualità per le imprese alber- promosso da CdC Torino e Provincia ghiere” Progetto di promozione del distretto Province di Venezia, Vicenza, Treviso turistico Verona, Vicenza, Treviso, e Rovigo, Associazioni di categoria e Rovigo: portale ed osservatorio turistico imprese Progetto di promozione “Lagomaggioreconference” Promozione del marchio di qualità per le Imprese alberghiere, ristorative ed agriimprese turistico-ricettive turismi Progetto di promozione turistica di Verona e Lago di Garda Promozione del marchio di qualità per le imprese turistico-ricettive ed artigiane Promozione del marchio di qualità per le imprese turistico-ricettive Progetto di promozione “Buy Lazio” 3. L’Azione di servizio 3.12 Studi, ricerche ed informazione economico-statistica Tabella 3.12.1. I numeri di “Studi, ricerche ed informazione economico-statistica” 444 154 89 70 99 95 98 92 Studi e ricerche autonomamente effettuate dalle Camere di commercio Studi e ricerche commissionate all’esterno Riviste pubblicate sulle economie locali Pubblicazioni non periodiche di carattere promozionale Sportelli diretti Camere di commercio svolgono attività di informazione e divulgazione al pubblico tramite servizio telefonico Camere di commercio svolgono attività di informazione e divulgazione al pubblico tramite e-mail Camere di commercio svolgono attività di informazione e divulgazione al pubblico tramite sito web Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Figura 3.12.1. Il numero di Camere di commercio per tipologia di canali utilizzati nell’attività di informazione e divulgazione al pubblico 120 98 92 91 93 95 97 99 84 80 40 Sito Web e-Mail Servizio Telefonico 2004 Sportello Diretto 2006 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 235 Rapporto 2006 sul sistema camerale Figura 3.12.2. Le linee di attività maggiormente presidiate dagli uffici studi e statistica delle Camere di commercio (N° assoluto di Cdc per attività) 8 Iscrizione liste di collocamento 12 14 13 Retribuzioni Conti economici nazionali 18 15 Cassa integrazione guadagni 18 17 Indici della produzione industriale 18 17 23 Commercio interno 26 Dati sul credito 24 26 Conti economici territoriali 25 26 Prezzi alla produzione 27 30 32 32 Prezzi materie prime 36 33 Bilancia del turismo 55 55 Prezzi all'ingrosso 67 Occupazione 61 72 72 Lavoro e Professioni 76 78 Congiuntura provinciale e regionale 77 Commercio con l'estero 67 89 91 Indice prezzi 97 96 Demografia imprese - 40 80 2004 120 2006 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Particolarmente diversificate sono state le linee di attività svolte dagli uffici studi e statistica delle Camere di commercio nel campo dell’informazione economico-statistica: anche nel corso dello scorso anno i temi legati all’analisi del territorio quali la demografia delle imprese, la dinamica dei prezzi, gli osservatori e le analisi congiunturali, gli studi sul mercato del lavoro, il capitale umano ed il commercio con l’estero, si sono confermati essere quelli maggiormente valorizzati e diffusi dagli uffici di studi e di statistica della rete camerale. Ogni ufficio di statistica, oltre a produrre studi propri e di utilità al tessuto imprenditoriale su cui si innesta, opera quale organo del più ampio sistema statistico nazionale (SISTAN, secondo quanto disciplinato dal d.lgs. 322/1989 che trasforma radicalmente il 236 3. L’Azione di servizio sistema statistico italiano affiancando all’ISTAT una pluralità di enti ed organismi tra cui le Camere di commercio), garantendo una serie di funzioni di fondamentale importanza in quanto rete territoriale di riferimento per tutte le statistiche economiche. Il ruolo delle Camere di commercio quali “osservatori privilegiati” economico-statistici delle economie locali ha trovato particolare espressione e valorizzazione in occasione della 5a edizione della Giornata dell’Economia che si è tenuta a livello nazionale il 7 maggio 2007 e a cui ha fatto seguito la manifestazione a livello provinciale il 10 maggio 2007, nel corso della quale è stato presentato in maniera congiunta nelle 103 Camere di commercio il consueto Rapporto annuale sullo stato dell’economia provinciale. Il Rapporto ha suscitato come di consueto un grande interesse presso i media e l’opinione pubblica: numerose testate giornalistiche nazionali e locali vi hanno dato risalto, spesso con servizi dettagliati finalizzati ad analizzare e commentare i dati economici e statistici messi a disposizione degli utenti. I dati elaborati in occasione della Giornata dell’Economia sono stati successivamente resi disponibili al pubblico su STARNET (www.starnet.unioncamere.it), il portale statistico del Sistema camerale. Il sito viene costantemente aggiornato da una redazione di oltre 100 persone degli uffici studi e statistica di Camere di commercio ed Unioni regionali ed è diventato rapidamente lo strumento di accesso principale al patrimonio informativo sulle economie locali delle Camere. Il Rapporto va di anno in anno arricchendosi, arrivando quest’anno a contare su di un set complessivo di 16.400 tabelle (circa 135 per Camera di commercio), articolate su diversi ambiti economici, ognuno definito in 17 apposite sezioni, così che ciascuna Camera di commercio possa leggere in modo originale le tendenze evolutive dei sistemi produttivi locali. Figura 3.12.3. Tipologia di evento organizzato dalle Camere di commercio in occasione della 5a Giornata dell’Economia nel 2007 15,7% 20,5% 63,9% Convegno / Seminario Conferenza stampa Altro Fonte: Unioncamere, Ufficio studi 237 Rapporto 2006 sul sistema camerale La valorizzazione dei dati tratti dal Registro imprese ha consentito di trattare il tema delle modificazioni del tessuto produttivo territoriale, in particolare approfondendo le analisi relative alla nuova imprenditorialità femminile e immigrata; e valutando la ripresa del ciclo economico attraverso la lettura dell’analisi economica e finanziaria desunta dai bilanci della totalità delle società di capitale in Italia e delle medie imprese manifatturiere, in particolare. Centro Studi Unioncamere Lo sforzo compiuto dal Centro Studi Unioncamere nella valorizzazione del patrimonio informativo gestito a fini amministrativi dalle Camere di commercio, unito alle varie indagini condotte periodicamente su campioni statisticamente rappresentativi di impresa, ha permesso anche nel corso del 2006 di disporre di un’imponente mole di informazioni sugli andamenti dei diversi settori economici e delle economie locali, con particolare riferimento a: 1. analisi sulla struttura imprenditoriale e mercato del lavoro; 2. previsioni economiche e congiunture dei settori produttivi; 3. analisi economico-aziendali. Analisi sulla struttura imprenditoriale e mercato del lavoro In questo ambito il Centro Studi ha aggiornato al 2003 “L’Osservatorio sulla demografia delle imprese”. Tale filone di attività ha come obiettivo di contribuire ad una più approfondita conoscenza dell’evoluzione della demografia imprenditoriale, attraverso elaborazioni anagrafiche sul Registro delle imprese, con specifico approfondimento sulle “vere” nuove imprese, non legate cioè a posizioni preesistenti nel Registro. In particolare, il Centro Studi Unioncamere ha realizzato in collaborazione con l’Associazione delle Camere di commercio Europee “Eurochambres” il Rapporto 2006 sull’andamento congiunturale delle piccole e medie imprese europee “Eurochambres Economic Survey 2006”, con riferimento all’economia italiana. L’indagine, condotta su un campione di 2.000 imprese, ha consentito di analizzare l’andamento dei principali indicatori economici (fatturato, export, investimenti, occupazione, clima di fiducia) registrato dalle imprese italiane e di effettuare una comparazione territoriale con le analoghe indagini realizzate in 27 diversi Paesi europei. I dati, che sono stati presentati nel corso di un convegno internazionale a Bruxelles il 4 dicembre 2006, sono confluiti nel rapporto di Eurochambres “The Business Climate in Europe’s Regions in 2006”. In collaborazione con Prometeia il Centro Studi Unioncamere ha realizzato due approfondimenti di ricerca finalizzati ad analizzare la vulnerabilità internazionale delle Province italiane e la relazione tra demografia e sviluppo economico. Nell’ambito delle attività di analisi della struttura imprenditoriale e mercato del lavoro nel 2006 sono stati valorizzati i risultati di un progetto di ricerca – realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano – finalizzato a valutare effetti diretti e indiretti della delocalizzazione internazionale delle imprese italiane, con particolare riferimento al cambiamento dei fabbisogni professionali e organizzativi delle imprese stesse. 238 3. L’Azione di servizio Previsioni economiche e congiunture dei settori produttivi Sulla base delle interviste ad un campione di 8.000 imprese, è proseguita l’indagine sugli andamenti congiunturali e occupazionali delle imprese, di cui si è dato conto – con cadenza trimestrale – attraverso appositi comunicati stampa riguardanti i settori del commercio, manifatturiero e dei servizi. A tal riguardo, specifiche elaborazioni sono state poi realizzate per conto di strutture del Sistema camerale quali le Unioni Regionali dell’Emilia-Romagna e della Basilicata, la Camera di commercio di Milano e quella di Perugia. In collaborazione con la Società Ref, ed attraverso il raccordo delle informazioni di fonte propria e di altri istituti di ricerca (AC Nielsen e IRI Infoscan, società leader nelle ricerche di mercato in Italia), sono stati integrati ed armonizzati i dati relativi alle indagini congiunturali sul commercio al dettaglio condotte trimestralmente sugli andamenti della Grande Distribuzione e della Distribuzione Tradizionale. Sempre in collaborazione con Ref è stato diffuso nel mese di maggio 2006 un volume sulla dinamica dei consumi e delle vendite del commercio al dettaglio tradizionale e GDO per l’anno 2004. Infine, in collaborazione con la società Prometeia, è stato aggiornato il modello di previsione economica per l’Italia e le Regioni italiane realizzato a partire dal 2002, costruendo quattro scenari inediti di previsione per le Regioni e per l’economia italiana (quattro scenari per trimestre). Analisi economico-aziendali Il Centro Studi sta curando da ormai cinque anni un’attività di elaborazione sull’universo dei bilanci delle società di capitale (circa 600.000), volta a favorire una più approfondita analisi economica settoriale e territoriale in Italia. La fornitura dei bilanci riferiti agli anni 2003 e 2004 ha consentito di aggiornare l’archivio bilanci di Unioncamere. I dati così ottenuti sono stati utilizzati nell’ambito di una serie di ricerche ed indagini svolte dal Centro Studi Unioncamere e valorizzati sia nell’ambito della Giornata dell’Economia, sia attraverso la predisposizione dei appositi report territoriali che sono stati richiesti da diverse Camere di commercio e Unioni regionali. Sempre nel corso dell’anno 2006, in collaborazione con Mediobanca, è stata realizzata la quarta edizione dello studio sui bilanci delle medie imprese industriali in Italia. Esse rappresentano oggi il modello aziendale punta di diamante del nostro sistema produttivo; obiettivo della ricerca studiarne, anche in un’ottica settoriale e territoriale, i fattori competitivi che hanno consentito loro di raggiungere posizioni di leadership nel mondo (qualità, stile, flessibilità produttiva, innovazione di prodotto e di processo). I risultati della ricerca sono stati presentati in occasione del convegno: “Le medie imprese industriali italiane (1996-2003), tenutosi il 12 dicembre 2006 a Roma; tuttavia, al fine di garantire la più ampia diffusione dei risultati, sono stati organizzati a livello territoriale, due specifici convegni (a Forlì-Cesena il 30 gennaio 2007 e a Brescia il 26 febbraio 2007). Infine, in collaborazione con la società di Mediobanca R&S S.p.A., il Centro Studi Unioncamere ha dato seguito alle attività finalizzate alla costruzione di un inedito modello matematico-statistico in grado di misurare, utilizzando le informazioni presenti nella banca dati dei bilanci, la capacità economica e finanziaria delle società di capitale in Italia. I risultati della sperimentazione del modello sono stati diffusi in un apposito volume “Il Modello R&S-Unioncamere per lo scoring delle P.M.I.” (agosto 2006). 239 Rapporto 2006 sul sistema camerale I progetti sul territorio Camera di commercio ALESSANDRIA Titolo progetto Partenariato Impatto dei flussi migratori sull’economia locale Giornata dell’economia 2006 Universita’ degli studi “A. Avogadro” di Alessandria AREZZO Progetto “Creso - sviluppo del terzo settore” Retecamere, Banche credito cooperativo, Istituto G. Tagliacarne, forum terzo settore, cooperazione, Provincia di Arezzo ASCOLI PICENO BOLOGNA Analisi dell’economia picena attraverso il censimento generale dell’industria e dei servizi Aggiornamento e ampilamento volume “Economia biellese 2005” Giornata dell’economia 2006 CAGLIARI Progetto “Polos 2005” CAMPOBASSO CATANZARO Osservatorio economico statistico regionale e studio di fattibilità per progetti di filiera Osservatorio economico permanente CROTONE Il bilancio sociale FERRARA Giornata dell’economia 2006 FORLI’ CESENA Progetto “Simet - sistema monitoraggio economia del territorio” Studio di approfondimento sul distretto del vestiario della Valle del Liri Osservatorio innovazione con altre Camere liguri e Unioncamere Liguria Indagine congiunturale sulle imprese della provincia di Gorizia Indagine sul settore della distribuzione importazione ed esportazione di prodotti floricoli Analisi congiunturale sull’economia locale Organizzazione banca dati per report aggiornati sull’ economia provinciale Osservatorio Economico su web ANCONA BIELLA FROSINONE GENOVA GORIZIA IMPERIA LATINA LIVORNO LODI MANTOVA PERUGIA PISA Facoltà di Economia dell’università di Bologna. Unioncamere Molise, Associazioni di categoria Istituto G. Tagliacarne Istituto G. Tagliacarne Camere liguri e Unioncamere Liguria Università di Genova, dipartimento di tecnica ed economia delle aziende Istituto di ricerche Nomisma, Bologna Volume “I giovani imprenditori mantovani e la successione di impresa” Osservatorio congiunturale PISTOIA Rapporto informazione statistica territoriale Osservatorio bilanci PORDENONE Indagine congiunturale 240 Unione industriale biellese Gruppo di lavoro Sistan allargato a Comuni e società della salute Camere di commercio della Toscana 3. L’Azione di servizio RAVENNA REGGIO CALABRIA REGGIO EMILIA RIETI ROMA Avvio del centro studi con l’amministra- Provincia di Ravenna zione provinciale Indagine provinciale sull’impatto di Basilea 2 sulle imprese minori e società di capitali della Provincia Ricerca “Reggio Emilia e Lisbona 2010”: Gruppo di lavoro con gli attori locali e cosa manca per raggiungere gli obiettivi regionali dell’Agenda di Lisbona Progetto “Polos 2005” SASSARI Progetto di sicurezza partecipata e dedicata - estensione ad aree di nuova individuazione Osservatorio sulle PMI 2006 SIENA Report trimestrale sull’economia locale TERNI Progetto Excelsior TORINO Progetto “Pamel@ - portale dell’arco mediterraneo latino” UDINE VARESE VENEZIA VERBANIA VERCELLI VERONA VITERBO Prefettura di Roma, Municipi XIII e XVI e forze dell’ordine Provincia di Terni Camera di Genova, di Cuneo, Unioncamere Piemonte e Liguria, Camere di commercio francesi e spagnole Progetto “Pool - realizzazione della banca Carinzia Joanneum Recearch Center di dati Carinzia - nord-est italiano” Graz Progetto “Smail - sistema monitoraggio annuale imprese e lavoro” Rapporto sull’andamento economico della Provincia di Venezia nel 2005 Giornata dell’economia 2006 Osservatorio economico statistico provinciale Provincia di Vercelli, Centri per l’impiego, Confindustria, Osservatorio regionale mercato lavoro, Inps Vercelli Progetto “Best- bilanci numerici a scopo Universita’ degli studi di Verona statistico” Partecipazione alla conferenza nazionale Prefettura di Viterbo, Comune e di statistica e redazione volume extraco- Provincia di Viterbo munitari 241 Rapporto 2006 sul sistema camerale 3.13 Regolazione del mercato Tabella 3.13.1. I numeri di “Regolazione del mercato” 421 136 423,7 60 18 673 9.326 218,6 59 58 1.188 424 40 43 Arbitrati gestiti nel 2006 Giorni di durata media degli arbitrati conclusi nel 2006 mila euro di valore medio delle controversie arbitrali concluse nel 2006 Camere di commercio hanno svolto azione di promozione dell’arbitrato Camere di commercio hanno realizzato corsi di formazione sull’arbitrato nel bienno 20052006 Arbitri formati nel 2006 Conciliazioni gestite nel 2006 mila euro di valore medio delle conciliazioni concluse nel 2006 Giorni di durata media delle conciliazioni concluse nel 2006 Camere di commercio hanno realizzato corsi di formazione sulla conciliazione nel 2006 Conciliatori formati nel 2006 Conciliatori formati in materia di diritto societario Camere di commercio hanno promosso iniziative per la predisposizione di contratti-tipo Camere di commercio hanno istituito un servizio per il controllo delle clausole vessatorie nei contratti Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 LA RETE ARBITRALE Nel 2006 il numero delle Camere arbitrali risulta sostanzialmente invariato rispetto a quello del 2005. Per quanto riguarda la natura giuridica dei servizi i dati confermano quelli dell’anno precedente ovvero: • la maggior parte delle Camere arbitrali sono organizzate come ufficio camerale; • 4 sono risultate le Camere arbitrali organizzate in Aziende speciali (Bolzano, Como, Milano e Roma); • mentre 16 Camere arbitrali hanno costituito associazioni con altre Camere arbitrali oppure con le categorie e gli ordini professionali. 242 3. L’Azione di servizio Le 69 Camere arbitrali nel periodo 1997-2006 hanno gestito complessivamente 2.704 arbitrati, di questi 2.121 relativi a rapporti tra imprese e 637 relativi a rapporti tra imprese e consumatori. Nel 2006 sono stati amministrati 421 arbitrati: 358 relativi a controversie tra imprese e 63 relativi a controversie tra imprese e consumatori. Si registra, rispetto al 2005, un lieve aumento del numero degli arbitrati amministrati dalle Camere di commercio. Il valore medio delle domande di arbitrato amministrate nel 2006 è risultato di euro 423.700 mentre la durata media è stata di 136 giorni. Risulta, rispetto all’anno precedente, un forte aumento del valore medio degli arbitrati gestiti dalle Camere a fronte di una significativa diminuzione della durata. Figura 3.13.1. Il numero degli arbitrati negli anni 1997-2006 (valori assoluti) 500 404 400 421 353 313 300 236 194 200 254 210 178 141 100 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Per quanto riguarda, in particolare, gli arbitrati tra le imprese il valore medio è risultato di euro 745.000 e la durata media di 132 giorni. Mentre per gli arbitrati tra imprese e consumatori il valore medio è stato di euro 102.381 e la durata media di 140 giorni. Nel grafico seguente è riportata in valore percentuale la distribuzione degli arbitrati in relazione alle fasce di valore economico. Rispetto all’attività di formazione in materia di arbitrato risulta che 18 Camere di commercio hanno realizzato nel 2006 iniziative formative che hanno contribuito a formare 673 arbitri. 243 Rapporto 2006 sul sistema camerale Figura 3.13.2. La distribuzione percentuale degli arbitrati tra imprese e consumatori per settore nel 2006 Immobiliare Finanziario 15,9% 31,7% Diritto societario Appalto 25,4% Assicurativo 3,2% 1,6% Commerciale 22,2% Altro Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Nei grafici seguenti sono riportati in valore percentuale i settori più ricorrenti oggetto delle domande di arbitrato: Figura 3.13.3. La distribuzione percentuale degli arbitrati tra imprese per settore nel 2006 Immobiliare 8,7% 27,7% Finanziario 3,1% Appalto 20,9% Commerciale Assicurativo Altro 22,1% 1,6% 15,9% Diritto societario Subfornitura Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 244 3. L’Azione di servizio Figura 3.13.4. La distribuzione percentuale degli arbitrati tra imprese e consumatori per valore economico nel 2006 Fino a 25 mila 2% 3% 2% Da 25 a 50 mila 21% 39% Da 50 a 100 mila Da 100 a 250 mila Da 250 a 500 mila Da 500 mila a 2,5 milioni di Da 2,5 a 5 milioni di 17% Oltre 5 milioni di 16% Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Si ritiene opportuno evidenziare i motivi che hanno indotto una o entrambe le parti a rivolgersi al servizio di arbitrato delle Camere di commercio: • 42% per la rapidità della procedura; • 33% per l’economicità del servizio; • 25% per l’affidabilità del servizio. Figura 3.13.5. La distribuzione percentuale degli arbitrati tra imprese per valore economico nel 2006 12% 3% Fino a 25 mila 6% 27% Da 25 a 50 mila Da 50 a 100 mila Da 100 a 250 mila Da 250 a 500 mila 9% Da 500 mila a 2,5 milioni di 13% 15% Da 2,5 a 5 milioni di Oltre 5 milioni di 15% Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 245 Rapporto 2006 sul sistema camerale LA RETE CONCILIATIVA Le Camere di commercio nel periodo 1997-2006 hanno gestito complessivamente 25.810 conciliazioni di cui 5.579 relative a controversie nascenti da rapporti tra imprese e 19.831 controversie in materia di consumo. Nel 2006 le domande di conciliazione gestite dalle Camere di commercio sono risultate 9.326, 1.936 relative a controversie nascenti da rapporti tra imprese e 6.890 relative a rapporti tra imprese e consumatori. Si è rilevato inoltre che le domande concluse con un verbale – di avvenuta o mancata conciliazione – sono state 3.215. Anche nel 2006 si è registrato un trend di crescita del numero delle domande di conciliazione che, rispetto al 2005, hanno avuto un incremento del 32%. La distribuzione territoriale delle conciliazioni è rappresentata nel grafico che segue, che pone in evidenza la forte concentrazione nel Sud-Isole delle conciliazioni amministrate nel 2006 dalle Camere di commercio: Il valore medio delle conciliazioni è risultato pari a euro 17.513 mentre la durata media di 59 gg. Per quanto riguarda le controversie relative a rapporti tra imprese, il valore medio è stato di euro 28.206 e la durata media di 60 giorni; mentre per le controversie relative a rapporti tra imprese e consumatori il valore medio è risultato di euro 6.820 e la durata media di 58 giorni. Si è registrata rispetto all’anno precedente una diminuzione del valore medio delle controversie gestite dalle Camere, cui ha corrisposto un lieve aumento della durata media. Nel 2006 le Camere di commercio hanno gestito circa 100 domande di conciliazione in materia di diritto societario. La durata media di questi casi è stata di 61 giorni ed il valore medio di euro 430.922. Figura 3.13.6. Il numero delle conciliazioni negli anni 1997- 006 10.000 9.326 7.500 6.304 4.583 5.000 2.128 2.500 485 864 274 696 112 1997 1998 1999 2000 2001 1.138 0 Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 246 2002 2003 2004 2005 2006 3. L’Azione di servizio Figura 3.13.7. La conciliazione sul territorio Nord Ovest 13% Nord Est 12% Centro 17% Sud 58% Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Per quanto riguarda invece il settore delle telecomunicazioni risulta che nel 2006 sono state amministrate complessivamente 5.667 conciliazioni (circa il 64% del numero complessivo delle conciliazioni gestite) di cui 1.213 relative a rapporti tra imprese e 4.454 relative a rapporti tra imprese e consumatori. Il valore medio delle domande di conciliazione relative al settore delle telecomunicazioni è risultato di 6.192 euro, mentre la durata media di 64 giorni. Le Camere di commercio che hanno dichiarato di aver adottato il Regolamento di conciliazione predisposto nel maggio 2005 dall’Unioncamere sono state 80. Rispetto all’attività di formazione in materia di conciliazione risulta che 58 Camere di commercio hanno realizzato iniziative di formazione che hanno contribuito a formare 1.188 conciliatori, di questi 424 specializzati in materia societaria. Complessivamente le domande di conciliazione gestite dalle Camere di commercio riguardavano sostanzialmente contratti stipulati nell’ambito dei seguenti settori. Si ritiene opportuno evidenziare i motivi che hanno indotto una o entrambe le parti a rivolgersi al servizio di conciliazione delle Camere di commercio: 247 Rapporto 2006 sul sistema camerale • 50% per la rapidità della procedura; • 30% per l’economicità del servizio; • 20% per l’affidabilità del servizio. Figura 3.13.8. La distribuzione percentuale delle conciliazioni tra imprese per settore nel 2006 Artigianato 11,6% 2,0% 4,6% 3,9% 9,1% 0,4% Commercio 2,1% Manifatturiero 1,4% Edile Turismo Telecomunicazione Diritto societario 64,9% Subfornitura Altro Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Figura 3.13.9. La distribuzione percentuale delle conciliazioni tra imprese e consumatori per settore nel 2006 Artigianato 16,7% 2,8% 7,9% 1,1% Commercio 3,0% 0,1% 0,1% Manifatturiero Edile Turismo Subfornitura Telecomunicazione 68,2% Diritto societario Altro Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 248 3. L’Azione di servizio LA PREDISPOSIZIONE DEI CONTRATTI-TIPO E IL CONTROLLO SULLE CLAUSOLE ABUSIVE Nel 2006, 40 Camere di commercio hanno dichiarato di aver promosso iniziative rivolte a favorire la predisposizione di contratti-tipo, e i settori di riferimento sono stati i seguenti: Figura 3.13.10. La distribuzione percentuale dell’attività di controllo dei contratti-tipo per settore nel 2006 44,3% 26,2% Immobiliare Assicurativo Artigianato Bancario 3,3% Multiproprietà 3,3% Agenzie di viaggio 4,9% Altro 0,0% 18,0% Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 43 Camere invece hanno istituito un servizio per il controllo delle clausole inique nei contratti, di queste 37 hanno adottato uno specifico regolamento per la gestione della procedura di controllo. L’attività di controllo è avvenuta nei confronti di contratti relativi ai seguenti settori: Figura 3.13.11. La distribuzione percentuale sulla rilevazione delle clausole abusive nei contratti per settore nel 2006 Immobiliare 22,6% 34,4% Assicurativo Artigianato Bancario Multiproprietà 8,6% Agenzie di viaggio 8,6% 7,5% 6,5% Altro 11,8% Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 Dai dati risulta che 3 Camere di commercio hanno presentato l’azione inibitoria, ovvero quelle di Ancona, Bologna, Livorno. 249 Rapporto 2006 sul sistema camerale I progetti sul territorio Camera di commercio Titolo progetto ALESSANDRIA Progetto “Contratti puliti” ANCONA BOLZANO Tavolo con le associazioni dei consumatori iscritte al registro regionale Commissione per la costistuzione della camera arbitrale Commissione conciliativa delle pubbliche utenze Convegno sulla riforma dell’arbitrato e corso sulla gestione dei conflitti aziendali Seminari in tema di arbitrato e conciliazione Formazione per mediatori (conciliatori) BRESCIA Convenzioni aziende servizi pubblici CAGLIARI Progetto di diffusione della cultura arbitrale e conciliativa Protocollo d’intesa con le associazioni di categoria sulla conciliazione Corso formativo per arbitri AOSTA AREZZO BERGAMO BOLOGNA CAMPOBASSO CROTONE CUNEO FERRARA FIRENZE FROSINONE GENOVA GORIZIA GROSSETO Progetto “Servizi Concerto: istituti di giustizia alternativa a tutela del mercato e del consumatore” Convenzione tra tintolavanderie e consumatori Settimana della conciliazione MACERATA MANTOVA Settimana della conciliazione LECCO LODI LUCCA 250 Ordini professionali Società di pubblici servizi, Associazioni di categoria Ordine dei dottori commercialisti e Associazioni di categoria Fondazione forense di Bologna Protocollo d’intesa con l’Uuniversità di Cagliari Corso base formazione per conciliatori + modulo spec. soc. Piano di comunicazone e marketing per Gruppo intercamerale “Work” l’erogazione di consulenza e servizi di informazione, comunicazione e nuove tecnologie nell’ambito della conciliazione Avvio del laboratorio ADR Università degli studi di Firenze Master in procedure stragiudiziali di soluzione delle controversie La conciliazione in materia condominiale Partecipazione della rete lombarda dei servizi conciliazione alla XV Convention delle Camere di commercio italiane all’estero Linee guida per la predisposizione della modulistica per la mediazione immobiliare Progetto di promozione “Educare, formare ed informare alla conciliazione” Corso di formazione per arbitri LA SPEZIA Partenariato Adiconsum Alessandria Associazioni di categoria e di consumatori Associazioni di categoria Università degli studi di Siena Associazione piccoli proprietari immobiliari Le 11 Camere di commercio lombarde e la Camera arbitrale di Milano Associazioni dei consumatori e Associazioni dei mediatori immobiliari Fondazione Banca del Monte di Lucca 3. L’Azione di servizio MASSA CARRARA NAPOLI PIACENZA PISA Progetto “Ospitalità per il turista: la conciliazione” per incentivare l’utilizzo della conciliazione nel settore turistico Firma di Convenzione in materia di conciliazione Assemblea nazionale dei conciliatori REGGIO CALABRIA Informatizzazione del servizio di conciliazione on-line Iniziative promozionali e formative sulla conciliazione Settimana della conciliazione REGGIO EMILIA Settimana della conciliazione SASSARI Master di 1° livello: procedure alternative di risoluzione delle controversie. Promozione di conciliazione e arbitrato RAVENNA TORINO TRENTO TREVISO TRIESTE UDINE VARESE VENEZIA VERBANIA VERONA VICENZA VICENZA VITERBO Provincia, APT, Associazioni di categoria e dei consumatori Comune di Procida e Confservizi Campania I.s.d.m.a ( Istituto per lo Studio e la Divulgazione della conciliazione e l’arbitrato) di Napoli Associazioni di categoria artigiane, Associazioni dei consumatori, Istituti scolastici Università di Sassari Regione Piemonte, Associazioni di categoria del settore artigiano Rete di collaborazioni in ambito proProvincia autonoma di Trento e princivinciale per la diffusione della cultura pali organizzazioni imprenditoriali della conciliativa Provincia di Trento Convegno sulla riforma dell’arbitrato Curia mercatorum, Associazione italiana per l’arbitrato e Ordine Avvocati di Treviso La nuova camera arbitrale: adesione alla Tribunale di Trieste, Associazioni di catesettimana nazionale della conciliazione goria e Associazioni dei consumatori. Approvazione di Convenzione per con- Associazioni di categoria del settore, ciliazione in materia di vendita di mobili Adiconsum di arredamento Progetto di promozione “Conciliazione gratuita” Convenzioni per la promozione del ser- Associazioni di categoria, dei consumavizio di conciliazione tori e Ordine Avvocati di Venezia Corso di formazione per conciliatori; Camera arbitrale del Piemonte, Corso di introduzione all’arbitrato Tribunale di Verbania, Collegio dei Notai della Provinciaa, Ordine degli Avvocati, ordine dei Dottori commercialisti Progetto promozionale “Mese gratuito della conciliazione” Avvio della Camera arbitrale per i Pesi di area In.c.e. Protocolli d’Intesa con associazioni di Assindustria, Apindustria, Associazione categoria artigiani, Ascom, CNA, Coldiretti, Confcooperative, Confesercenti Protocollo d’Intesa in materia di conci- Ordine dei Dottori commercialisti e liazione Collegio Dottori commercialisti di Viterbo 251 Rapporto 2006 sul sistema camerale 3.14 Responsabilità Sociale delle Imprese Tabella 3.14.1. I numeri di “Responsabilità Sociale delle Imprese” 61 2.300 450 11 43 45.000 Sportelli CSR presso le Camere di commercio Imprese a cui sono state fornite informazioni Imprese a cui è stata fornita formazione specifica Corsi di specializzazione attivati Iniziative di promozione a livello locale Contatti tramite siti dedicati Fonte: Unioncamere, Osservatorio camerale 2007 La Responsabilità Sociale delle Imprese – Corporate Social Responsibility – viene definita dalla Commissione europea come “l’integrazione, su base volontaria da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali ed ecologiche nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate (stakeholders)”. Da diversi anni il tema della Responsabilità Sociale delle Imprese – CSR – è argomento di discussione in Italia e in Europa. A partire dal summit di Lisbona del 2000, l’Unione europea ha inserito la CSR tra i suoi obiettivi strategici. Da allora sono stati fatti numerosi passi avanti grazie anche all’impegno di importanti attori istituzionali nella diffusione della cultura della CSR e delle buone pratiche ad essa connesse. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali si è speso molto su questo tema al punto da averlo inserito, durante il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea (luglio-dicembre 2003) tra le proprie priorità organizzando un’importante Conferenza europea a Venezia. È stata una tappa fondamentale nel percorso di condivisione di strategie e di scambio di esperienze e buone pratiche in seguito alla quale si è arricchito il dibattito e si sono moltiplicate le iniziative di CSR sia in Italia sia in Europa. Pochi giorni dopo questo appuntamento, il 27 novembre 2003, tra l’Unioncamere e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è stato siglato un importante protocollo di intesa in materia di Responsabilità Sociale che ha portato all’apertura presso le Camere di commercio di numerosi sportelli informativi e di supporto alle imprese, soprattutto quelle piccole e medie imprese che costituiscono il tessuto produttivo italiano e che più di tutte sono integrate nel territorio e nella comunità in cui operano. Il sistema delle Camere di commercio, con il coordinamento di Unioncamere1, ha così avviato uno sforzo per diffondere attraverso le sue strutture sul territorio la cultu1 www.csr.unioncamere.it. 252 3. L’Azione di servizio ra delle Responsabilità Sociale in un’ottica di crescita continua; questo con azioni ed iniziative di promozione, informazione e assistenza alle imprese, formazione sugli strumenti di CSR più diffusi ed efficaci, organizzazione di tavoli di confronto istituzionali e predisposizione di analisi e ricerche sul tema. Si tratta infatti di impegni coerenti alla missione delle Camere di commercio come istituzioni del mercato, capaci di rappresentare gli interessi “di sistema” delle economie locali e dei loro protagonisti: le imprese, i lavoratori, i consumatori e l’intera comunità che esprime i bisogni del territorio in cui opera. L’impegno delle Camere di commercio e delle Unioni Regionali sulla CSR 61 sportelli presso le Camere di commercio e le UR2 che svolgono iniziative in ambito CSR; 12 ricerche e studi sui temi della CSR realizzati (una del Centro Studi Unioncamere a carattere nazionale); più di 2300 imprese circa incontrate per dare informazioni sulla CSR; 450 imprese hanno partecipato ad incontri di formazione sul tema; 330 casi circa di buone pratiche di CSR censiti sul territorio; 11 corsi di specializzazione sulla CSR attivati con il sostegno delle Camere di commercio; 43 iniziative di promozione a livello locale che hanno coinvolto il 45% delle strutture camerali. Le modalità dei servizi erogati Internet: più del 70% degli sportelli CSR utilizza per la maggior parte delle attività internet (con una media di circa 45.000 contatti ogni anno per gli sportelli con sito dedicato); stampa: sia tramite articoli sui giornali locali che attraverso cataloghi e brochure (molti gli Sportelli che hanno commissionato guide e kit di gestione della Responsabilità Sociale, più di 20 nel solo 2006). Più del 50% degli Sportelli hanno utilizzato queste modalità informative; nel 30/40% dei casi gli utenti sono stati informati con incontri e contatti diretti presso lo sportello e con l’organizzazione di seminari e convegni di promozione che vedevano coinvolti direttamente o indirettamente il personale camerale attivo sulla CSR. I servizi alle imprese In più del 90% dei casi informazione; nell’80% dei casi assistenza; nel 40% dei casi formazione. 2 46% al Nord, 25% al Centro, 29% al Sud. 253 Rapporto 2006 sul sistema camerale Tipologia di utenti In relazione ai servizi di assistenza, le P.M.I. sono le aziende che si rivolgono maggiormente alle strutture camerali (3/5 dei casi). In misura minore avviene nel caso di medie imprese. Quasi mai nel caso di grandi imprese; in relazione ai servizi informativi e formativi, le P.M.I. (3/5 degli utenti totali), ma anche molti consulenti e studenti. In alcuni casi, organizzazioni di categoria e altre CCIAA, principalmente con lo scopo di prevedere collaborazioni ed iniziative comuni (soprattutto nelle Marche, in Toscana e in Lombardia). Il Centro Studi dell’Unioncamere ha inoltre realizzato una ricerca3 a livello nazionale sul tema che rappresenta la più ampia ricognizione sulla CSR realizzata in Italia negli ultimi anni. Oltre che sul versante dalle imprese italiane (soprattutto piccole e medie imprese), lo studio ha voluto analizzare le attese e i comportamenti dei consumatori italiani. Ultimo aspetto, fin ad oggi ancora inesplorato, è stato quello relativo alla relazione tra azioni di CSR e performance di mercato delle aziende. La ricerca è stata svolta su un campione di 2.000 imprese e 1.500 famiglie e ha prodotto risultati molto interessanti. Alcuni risultati della ricerca Più del 90% delle imprese ha realizzato una o più iniziative in ambito di CSR; oltre il 60% delle imprese svolge azioni di CSR coerentemente alla strategia aziendale; oltre il 60% dei consumatori è pronto a pagare di più per un prodotto di un’impresa socialmente responsabile; circa il 65% dei consumatori ritiene che le imprese debbano farsi carico dei problemi della società; oltre il 90% dei consumatori ritiene necessario che le imprese vengano obbligate a rendere pubblico il loro modo di operare nei confronti dei dipendenti, dell'ambiente e dei consumatori; i consumatori nutrono un alto livello di fiducia nei confronti delle P.M.I. (oltre il 65%), mentre banche e multinazionali registrano valori molto più bassi (circa il 30%); tra le imprese impegnate in azioni di CSR, il 35% riscontra un aumento di fatturato pari al 10/15%, il 50% una sostanziale stabilità, il 15% una lieve diminuzione (tra il 5 e il 10%). Le evidenze dello studio prodotto hanno così confermato la bontà della scelta di Unioncamere e del Sistema camerale, rinnovando la sfida a essere uno degli attori istituzionali più impegnati sul fronte della CSR nei prossimi anni. 3 La responsabilità sociale delle imprese e gli orientamenti dei consumatori, Franco Angeli, Milano 2006. 254 3. L’Azione di servizio Nel corso dell’ultimo anno, inoltre, l’Unioncamere ha rappresentato Eurochambres ai lavori della Commissione europea, questo come riconoscimento del grande impegno in ambito di Responsabilità Sociale e perché l’Italia è l’unico Paese in Europa che vede un sistema integrato di Camere di commercio attivo su questo tema. L’Unioncamere partecipa, tra i 6 rappresentanti designati dall’Italia, ai lavori per l’elaborazione del nuovo standard ISO 26000 (nuovo strumento di riferimento in ambito di CSR) che vedono la presenza di Paesi di tutti i continenti con circa 200 delegazioni. Diverse inoltre le collaborazioni e le sinergie con altri soggetti pubblici e privati: Protocollo d’intesa con la Fondazione per la Diffusione della Responsabilità Sociale delle Imprese (Fondazione I-CSR); Protocollo d’intesa con l’ILO per la promozione congiunta del Global Compact delle Nazioni Unite; Protocollo d’intesa con FITA/Confindustria per azioni comuni di promozione della CSR tra le imprese; Protocollo d’intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico per la promozione delle Linee Guida OCSE; collaborazioni e iniziative comuni con l’INAIL e l’ABI. Infine, le linee di sviluppo che vedranno impegnato il Sistema camerale nei prossimi mesi, frutto del confronto con le CCIAA e le UR nel corso di un incontro presso Unioncamere nazionale. Individuazione e diffusione di buone pratiche di CSR: la diffusione della CSR attraverso la promozione di esempi concreti di imprese impegnate con successo in questo ambito è risultata una delle azioni che più accomunano i vari sportelli camerali. Istituzione di tavoli di confronto e coordinamento per la diffusione delle pratiche di CSR: si è evidenziato da più parti come Unioncamere e soprattutto gli sportelli CSR sul territorio siano diventati dei punti di riferimento istituzionalmente riconosciuti. Diffusione della CSR attraverso moduli formativi inseriti nella programmazione corrente: molti sportelli CSR hanno utilizzato tale modalità di lavoro come efficace strumento di promozione della CSR, conseguendo ottimi risultati. Promozione della CSR nelle scuole: strettamente connesso al tema della formazione, molti sportelli CSR hanno evidenziato l’importanza della diffusione della CSR negli istituti scolastici. Sviluppo della collaborazione con l’INAIL sui temi della sicurezza sul luogo di lavoro: il Sistema camerale collabora già da due anni con l’INAIL, con particolare riferimento all’iniziativa del tasso di sconto sul premio INAIL per le imprese socialmente responsabili. Si è quindi deciso di continuare la collaborazione tra il Sistema camerale e l’INAIL, facendone uno degli strumenti attraverso i quali coinvolgere le imprese nelle iniziative degli sportelli CSR. 255 Rapporto 2006 sul sistema camerale Individuazione di una priorità tematica “annuale”: alcuni sportelli CSR hanno sottolineato la necessità di promuovere la CSR focalizzando alcune iniziative e alcuni progetti su un tema specifico ogni anno. Temi come il risparmio energetico ad esempio, sul quale ogni anno il Sistema camerale concentrerebbe parte della sua attività, creando network sul territorio (in alcuni casi gli sportelli camerali sono già impegnati in attività di questo tipo) e prevedendo eventi nazionali e locali sul tema individuato. Campagna di comunicazione: come precedentemente sottolineato, le Camere di commercio sono ormai un punto di riferimento istituzionale su questi temi. Si è valutata positivamente l’eventualità di lanciare una campagna di comunicazione del Sistema camerale circa le iniziative degli sportelli CSR a livello nazionale e soprattutto locale. 256