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Anno 4 · n. 5 · settembre/ottobre 2016 · Aut. del Trib. di Vibo Valentia n. 1/13 del 14/01/2013
PIANIFICARE SUBITO
L’ESTATE 2017!
Foto di Riccardo Artesi
Direttore responsabile: Francesco Apriceno
pag. 2 - settembre/ottobre 2016
editoriale
PIANIFICARE SUBITO
L’ESTATE 2017!
di Francesco Apriceno
La stagione estiva si è da poco conclusa
con un bilancio che sembra essere positivo
anche se provvisorio. Molteplici sono i fattori
che hanno incrementato i flussi turistici e che
abbiamo analizzato insieme a due operatori
del settore, come leggerete nelle prossime
pagine.
La situazione internazionale, infatti, vede
destinazioni maggiormente competitive
rispetto alla nostra arretrare e perdere
posizioni a causa del rischio terrorismo. In
conseguenza di ciò, una parte consistente
dei viaggiatori decide di scegliere come alternativa il nostro territorio per trascorrere le
proprie vacanze.
Sulla base di questo dato, è necessario che
tutte le parti in causa nell’incoming turistico,
nel sistema ricettivo e nella pianificazione
dell’offerta turistica si mettano a confronto
già da ora per sfruttare questa fortuita congiuntura. Regione Calabria, operatori turistici, Comuni e altri enti devono collaborare
per mettere in piedi un sistema turistico che
possa far decollare l’economia della zona attraverso una serie di azioni di miglioramento
dell’offerta a 360 gradi, attrazione di nuovi
I
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flussi da diversi Paesi, investimenti mirati
sul trasporto aereo e ferroviario, nonché miglioramento della rete stradale. L’occasione
è propizia adesso che gli organi politici regionali e comunali attraversano una fase di
stabilità.
Gli stessi dovranno però dare una prova di
maturità iniziando a progettare per tempo i
suddetti interventi. Questi suggerimenti non
nascono da un’improvvisata competenza
turistica dello scrivente o della redazione di
questa testata, ma sono il risultato del confronto che è stato idealmente animato in
questi anni su RicadInforma da operatori turistici qualificati, ma anche da cittadini desiderosi di vedere risollevate le sorti turistiche
del proprio Comune e da giovani che hanno
la speranza che le cose migliorino e che il sistema turistico progredisca poiché sono andati via in cerca di condizioni migliori.
Pianificare e progettare sono due parole
che finora sono sfuggite alla classe dirigente
locale e agli operatori, ma sono le precondizioni per uno sviluppo concreto dell’economia turistica di un territorio che parte da
un’ottima base di ricchezze naturali, tanto
per ripetere una facile verità. Si inizi quindi
a pensare all’investimento della tassa di soggiorno per creare nuovi servizi e migliorarne
altri tra cui i trasporti locali con navette e treni, a curare l’ambiente in modo che sia pulito
e accogliente, a pianificare eventi culturali
destinati a target diversi e collegati all’offerta
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turistica, in modo da creare format attrattivi
e ripetibili di anno in anno, incentivando così
la prenotazione da parte di turisti interessati
alla cultura.
Questa è l’occasione propizia, non si devono aspettare i prossimi mesi di gennaio o
febbraio per cercare di “pescare” flussi turistici indecisi che possono fruttare ben poco
per il territorio poiché in cerca di una qualsiasi destinazione di mare dove trascorrere le
proprie ferie, quindi non si tratta di turismo
qualificato. La nostra testata vuole farsi portavoce di questo appello in tempi non sospetti affinché chi legge possa essere stimolato a
fare di meglio rispetto al solito.
La tendenza endemica è quella di ripetere
in modo stereotipato le azioni di promozione turistica che riescono ad attrarre il solito
flusso di viaggiatori interessati alla località
per il mare e le spiagge. Ogni anno ci si accontenta di accogliere i turisti balneari con i soliti
servizi, magari livellando i prezzi e le offerte
in modo da fidelizzarli e si fanno pochi investimenti sulle strutture (non è mia intenzione
generalizzare, esistono anche imprenditori
virtuosi). È ora di invertire questo trend e di
prepararsi a pensare in grande, investendo
le migliori energie per creare un’offerta di
qualità che comprenda le bellezze paesaggistiche, la cultura, l’arte, la cucina, l’intrattenimento e i divertimenti. Il “piatto” deve essere
guarnito con servizi di ospitalità e mobilità
all’avanguardia. Siamo pronti?
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emigrazione
RICADI–SYDNEY:
SOLO ANDATA
di Maurizio Pantano
Chiunque scelga di allontanarsi dalla propria terra, per qualsiasi ragione, ha
sempre una storia da raccontare, un’esperienza di vita arricchita da migliaia di piccole cose; sono quelle piccole cose che la sua
terra non riesce ad offrirgli, per vari motivi,
e che probabilmente non gli offrirà mai. I
giovani di Ricadi oggi tendono sempre più a
guardarsi attorno per comprendere quale
futuro ci sia al di là dei 18/20 anni, cioè oltre quella soglia d’età per la quale si tende a
rimanere legati alla propria terra.
Il legame principale, quasi sicuramente, è
dato dagli studi scolastici che i giovani compiono fino alla maggiore età, ma la mancanza di un ruolo preciso all’interno della
società dopo la scuola dell’obbligo rappresenta oggi il maggior ostacolo da superare.
E allora si prova ad andar via, alla ricerca
di quelle piccole cose che, se messe insieme, possono garantire un futuro dignitoso
a chiunque ne tenti la sorte. La storia che
stiamo per raccontarvi è una vicenda molto interessante di un giovane ricadese che
all’età di 20 anni, finite le scuole superiori,
decide di andare alla ricerca della sua felici-
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tà dall’altra parte del mondo, in Australia, e
lo fa con quell’entusiasmo che solo un ventenne può avere: la voglia di scoprire, la voglia di realizzarsi ma soprattutto la voglia di
imparare al meglio il suo mestiere, il cuoco.
È la storia di Salvatore Gerace, ricadese
classe ’92, che ha vissuto fino all’età di 20
anni nella piccola frazione di Lampazzone e
che il 5 settembre 2012 è partito alla volta
di Sydney alla ricerca di quel lavoro che ha
sempre desiderato. In Italia ha frequentato la scuola alberghiera e già in età adolescenziale ha maturato diverse esperienze
stagionali presso strutture turistiche di
nicchia, tra Ricadi, Tropea e Drapia. Da quel
5 settembre 2012 Salvatore non è più tornato a Ricadi se non pochi giorni fa, dopo
quattro lunghi anni, per trascorrere un
paio di mesi di ferie con la famiglia. Lo abbiamo incontrato per cercare di conoscere
le ragioni che lo hanno spinto ad andar via.
Salvatore, quando e perché hai deciso
di andare via da Ricadi?
La decisione di andar via da qui è nata
molto prima del 2012, già dall’età di 16
anni volevo andare altrove a fare esperienze nuove. Mia madre ha insistito affinché io
portassi a termine gli studi, al fine di conseguire il diploma, per poi scegliere la strada
che più ritenevo giusta. Ho scelto di andare
via perché non mi sentivo realizzato lavorando per 3 mesi all’anno, sottopagato peraltro, rispetto alle ore reali di lavoro.
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Perché hai scelto proprio l’Australia?
Ho passato parecchio tempo a documentarmi in merito ed ho scoperto che l’Australia era, ed è tuttora, un paese molto giovane
e molto produttivo, in fase d’espansione.
Ho creduto che potesse darmi le chances
che cercavo da tempo. Inoltre, sono stato
spinto da un amico ricadese a cercare lavoro presso il locale di un suo amico, calabrese d’origine, residente in Australia da
oltre 20 anni, il quale gestisce un ristorante
italiano a Camden, a 70 km da Sydney. La
voglia di partire era tanta tant’è che fino al
31 agosto ho lavorato a Capo Vaticano e
dopo soli 5 giorni sono andato via.
Di cosa ti occupi? Quali sono le tue
mansioni?
Appena arrivato ero l’addetto agli antipasti in cucina, ora sono cresciuto professionalmente e preparo anche secondi di
carne; per un periodo mi sono occupato
anche della pizzeria. In pratica, ho acquisito
diverse conoscenze in questi anni, ed è un
aspetto molto positivo perché ciò ti permette di poter avere competenze in qualunque settore di una cucina.
Quali sono le pratiche burocratiche da
rispettare per garantirsi un futuro in Australia?
Sicuramente un buon punto di partenza
è conoscere bene la lingua inglese, la quale
permette non solo tanti vantaggi dal punto
di vista lavorativo, ma assicura la perma-
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pag. 4 - settembre/ottobre 2016
nenza in Australia garantendo un’ottima
comunicazione. Appena arrivato mi sono
dovuto arrangiare con quello che sapevo,
non conoscevo molto bene l’inglese; tuttavia percepivo un buono stipendio che è stato il sostegno primario affinché io, l’anno
scorso, frequentassi una scuola d’inglese
per conseguire l’IELTS, una certificazione
che attesta la conoscenza dell’inglese nei
paesi anglofoni. Inoltre questa certificazione mi garantirà di poter rimanere in
Australia per ulteriori 4 anni e, tra un anno,
posso richiedere la residenza australiana. Il
futuro è assicurato dal costante impegno
nel lavoro; pur conducendo una vita normale, senza troppi svaghi e perdizioni, è
possibile pagare un affitto di una casa che,
rispetto ad uno stipendio, è ben rapportato. In questi 4 anni sono riuscito a mettere
da parte un po’ di soldi che mi hanno permesso di fare qualche viaggio alla scoperta
di alcuni posti fantastici rimanendo sempre
in Australia, cosa che mai avrei immaginato
di fare in Italia nonostante io abbia sempre
lavorato.
Cosa hai pensato alla vigilia della tua
partenza?
Ho pensato alle difficoltà che ci sono in
Italia per crearsi un futuro, per cercare una
posizione lavorativa stabile. Tuttavia non
nascondo che la convinzione di voler partire mi mettesse un po’ di paura allora, ma ho
voluto provarci lo stesso.
I
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Quali sono gli aspetti che ti hanno motivato a rimanere in Australia in questi
anni? E quali ti hanno deluso?
L’aspetto che più mi ha motivato è sicuramente quello economico. Nei primi 5 mesi
di lavoro ho realizzato un bel guadagno,
in Italia avrei dovuto lavorare circa 2 anni
per guadagnare la stessa cifra; questo mi
ha fatto intendere che in Australia avrei
potuto condurre una vita dignitosa. Invece
sono rimasto un po’ deluso dalle modalità
di gestione del sistema sanitario. Se hai un
problema e vai al pronto soccorso, prima di
essere visitato, un responsabile ti chiede
la carta di credito per verificare che ci sia
una certa disponibilità economica. In realtà
questa operazione serve, in un certo senso,
come identificativo per far accertare che il
possessore sia una persona che vive e lavora in Australia. Io credo che in casi di cattiva
salute bisognerebbe essere disponibili e
non pretendere una copertura economica.
Quali sono i rapporti con la tua famiglia? Cos’hanno pensato i tuoi genitori di
questa scelta?
I rapporti sono ottimi, ci sentiamo periodicamente. La famiglia è in assoluto l’aspetto che più mi manca in Australia. Appena
sono partito i miei genitori erano felicissimi
perché mi vedevano desideroso di questa
esperienza, ma quando poi ho deciso che
sarei rimasto lì, questa felicità è venuta
un po’ meno; o meglio, a malincuore sono
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contenti perché sanno che vivo bene. Sto
insistendo affinché i miei genitori vengano
a trovarmi, per far intendere loro la vita
che conduco; probabilmente verranno a
trovarmi per il prossimo Natale.
Oltre agli affetti familiari, c’è qualcosa
che ti manca veramente tanto di Ricadi?
Mi manca tanto il mare di Capo Vaticano, i luoghi di mare che ci sono in Australia
non avranno mai lo stesso fascino. E tornare dopo 4 anni è stato molto commuovente sin da quando, a Lamezia Terme, ho
imboccato l’autostrada verso casa ed ho
visto il colore del mare che non vedevo da
tempo. Inoltre mi manca tanto la realtà naturalistica che abbiamo qua, che a Sydney
è sostituita dalla frenesia di una città in
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continua espansione: non ricordavo quali
erano i profumi dell’aria. Infine, credo che
una delle cose fondamentali sia la cultura
enogastronomica che abbiamo in Italia e
che, nonostante la mia professione, non riesco ad avere in Australia. Lavorando in un
ristorante italiano all’estero, a volte tendo
a disconoscere il gusto di alcune pietanze
che abbiamo nel menù, perché le ritengo
troppo elaborate; in Italia invece una caratteristica essenziale è la semplicità dei piatti, avendo sempre a disposizione prodotti
di qualità già all’origine.
intervista
INCONTRIAMO
PAOLO MORABITO,
ASSESSORE
AL BILANCIO
di Carmelina Pontoriero
Abbiamo intervistato l’Assessore al
bilancio, all’ambiente, al ciclo delle acque, alla depurazione, alle risorse idriche ed al decoro urbano, con l’obiettivo
di fare un punto della situazione sulle
questioni urgenti che sono sotto gli occhi di tutti alla luce di alcuni disservizi verificatisi nel corso di questi mesi.
Assessore, può dirci qual è la situa-
I
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zione del bilancio di Ricadi? C’è stato un
risanamento sotto questo importante
aspetto gestionale e amministrativo
da parte dei Commissari straordinari?
Appena insediati abbiamo richiesto una
relazione relativa alla reale situazione
del comune. Purtroppo questa relazione
non ci è stata mai consegnata, nonostante le sollecitazioni. Sicuramente rispetto
al passato i Commissari hanno risanato
un po’ le casse del Comune di Ricadi, ma
la situazione attuale non è rosea. Consideri che il nostro Comune ha un debito
con l’Enel di quasi 3 milioni di euro. Stiamo cercando le soluzioni più funzionali
per estinguere tale debito. L’idea è quella
di fare una richiesta all’Enel per un programma di ammortamento, in questo
modo, nel giro di qualche anno potremmo riuscire a risanare questo debito. Va
anche detto che nelle casse del Comune
sta entrando la tassa di soggiorno 2016
ed è entrata una parte dell’Imu. Proprio
in vista di queste entrate, la situazione
dovrebbe nettamente migliorare. Entro
fine novembre, inoltre, dovrebbe essere
approvato il nuovo bilancio per quanto
riguarda il 2017. Si tratta di un’azione necessaria per poter programmare nuovi interventi. L’intenzione da parte del Consiglio Amministrativo c’è, ma ci sono anche
gli intoppi burocratici. Da parte nostra ce
la metteremo tutta per lavorare in siner-
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gia con gli uffici del Comune e far approvare il bilancio entro la fine di novembre.
In qualità di delegato all’ambiente
quali sono le iniziative già programmate
o in via di programmazione per rendere
Ricadi quel “locus amoenus” che merita
di essere sia per i turisti che per i cittadini? Quanto può essere efficace la collaborazione dei cittadini su questo punto
di vista e quindi una maggiore sensibilizzazione sul rispetto dell’ambiente?
Questo è un punto molto importante, ci
tengo tantissimo, come del resto l’intera
amministrazione. Eletti il 6 giugno, siamo
diventati efficaci dal 20 giugno con l’affidamento delle deleghe e il primo consiglio.
Sin da subito abbiamo dovuto affrontare
l’emergenza rifiuti con una nuova ditta
per la raccolta della differenziata. Infatti, a
partire dal primo di giugno è subentrata la
ditta M.E.A. Con orgoglio posso dire che,
dopo i primi giorni di organizzazione su
come poter svolgere al meglio il servizio,
abbiamo raggiunto un accordo. Il Comune
di Ricadi richiede un numero di uomini e
mezzi cospicuo per riuscire a mantenere
la pulizia e far funzionare la raccolta differenziata, così come specificato nel capitolato. Constatato questo, la ditta si è subito
attrezzata per il nostro Comune. Abbiamo
ricevuto apprezzamenti per il modo in cui
è stata svolta, in questi due mesi, la raccolta dei rifiuti. Abbiamo portato avanti
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pag. 6 - settembre/ottobre 2016
una campagna di sensibilizzazione con dei
cartelli di divieto perché i rifiuti non venissero abbandonati lungo le strade. In alcuni punti ci siamo riusciti, in altri purtroppo
no. Spesso andavamo in giro la mattina
per vedere cosa accadeva, le chiamate per
rifiuti abbandonati ovunque erano continue e la ditta M.E.A. non si è mai rifiutata
di ripassare anche due o tre volte al giorno
dallo stesso posto, sia nei giorni lavorativi sia di domenica. Quindi un riferimento
particolare di elogio per il lavoro svolto va
proprio alla ditta M.E.A. Questo inverno
abbiamo in programma incontri con i cittadini e gli operatori turistici per rendere
maggiormente efficace la raccolta dei rifiuti. Sicuramente perché le cose vadano
bene ci vuole la collaborazione di tutti, dei
cittadini e degli operatori turistici. Una
nota negativa è legata proprio a questi
ultimi. Infatti, a fronte di 140 strutture alberghiere, circa, solo il 25% ha effettuato
la differenziata in modo ottimale, in modo
discreto un altro 25%. Il rimanente 50%,
invece, non lo ha fatto. Mi sono recato
personalmente sul posto, sollecitando gli
operatori alla collaborazione. La differenziata è un guadagno prima di tutto per le
strutture stesse, per il territorio e poi per
il Comune. Proprio per questo motivo,
nel mese di ottobre intendiamo fare una
riunione, e convocare prima di tutto gli
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operatori turistici per programmare già
da adesso un piano efficace per garantire
che la differenziata venga effettuata nel
modo corretto. Avremmo intenzione di
fare la raccolta con il codice a barre, questa sarebbe la soluzione più funzionale.
È importante riuscire a trasmettere questo messaggio: i rifiuti ben differenziati
vengono venduti, in tal modo il Comune
acquista denaro e i cittadini pagano tasse
meno onerose. Ad oggi abbiamo raggiunto un’ottima percentuale, siamo al 60%.
Il funzionamento della depurazione
è l’annoso problema di questo Comune, ma anche del comprensorio tanto
che è stato progettato un intervento,
in parte accantonato, dal titolo “Pisl
mare pulito Tropea e dintorni”. Può
aggiornarci sullo sviluppo di questo
progetto e spiegarci come si intende
risolvere il problema in via definitiva?
Quest’anno non abbiamo avuto grossi
problemi di depurazione. Le uniche di-
sfunzioni sono state causate dalle pompe di sollevamento e siamo intervenuti
nell’immediatezza. Grazie agli operatori
e all’amministrazione eravamo spesso in
questi luoghi per controllare di persona
come andavano le cose. Posso affermare, senza possibilità di smentita da parte
di nessuno, che rispetto al passato la situazione è migliorata. Non perché sono
cambiate le pompe, ma grazie all’assiduo
controllo che la ditta, sotto nostro mandato, eseguiva. Un cenno di merito va al
geometra Giovanni Paparatto, sempre
con noi sul posto ogni qual volta si è verificato qualche problema, anche di notte. Altre disfunzioni sono state causate
dall’Enel per abbassamento di tensione,
e anche in questo caso siamo intervenuti
nell’immediatezza. Abbiamo in programma tutta una serie di interventi per evitare questi piccoli problemi. Interventi
tecnici sui sollevamenti, perché i depuratori hanno funzionato, sia quelli di San
Nicolò sia quelli di Santa Maria. L’unica
ordinanza di divieto di balneazione è stata nella zona del torrente Mandricelle, ma
non per cause legate al Comune di Ricadi.
Abbiamo constatato che alcune reti fognarie del Comune di Joppolo scaricano
nel fosso Mandricelle che è al confine tra
Ricadi e Joppolo (ma ma è compreso nel
Comune di Ricadi). Il Comune di Joppolo
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portano spesso delle perforazioni, sono
tubi impregnati di acqua. Attualmente
stiamo riparando un pozzo a Spilinga che
ci fornirà 400 litri di acqua al minuto, che
andranno nei serbatoi di proprietà comunale per la zona di Ricadi. Abbiamo in programma per questo inverno, e ci sono già
i fondi per poterlo fare, un nuovo pozzo
che sarà realizzato nella zona di Ciaramiti,
al fine di eliminare il problema dell’acqua
per Santa Domenica e Ciaramiti stesso.
Quali sono i margini di miglioramento del servizio di raccolta
differenziata
dei
rifiuti?
In parte ho risposto nella precedente
domanda. Il punto centrale è sicuramente una collaborazione tra ente comunale, operatori turistici e cittadini. Solo
in questo modo raggiungeremo alti liStocco di Mammola
è stato sensibile alla nostra richiesta di
incontro e si sono attivati affinché questi
sversamenti nel torrente non vengano
più effettuati. Stiamo già progettando
con i tecnici comunali delle iniziative e
interventi che dovrebbero migliorare il
servizio di depurazione. Interventi legati alle vasche di sollevamento, precisamente al pompaggio che va ai depuratori.
L’approvvigionamento delle risorse
idriche è un fatto di civiltà, ma spesso non appare scontato a causa di
gravi disfunzioni nella rete idrica verificatesi in diversi periodi dell’anno.
Che cosa rende il sistema così fragile
ed esposto a malfunzionamenti quali interruzione della fornitura di acqua ed erogazione di acqua sporca?
È da marzo che si parla di acqua sporca.
La Sorical ha provveduto all’installazione
dei filtri, ma la condotta è di diversi km,
finché l’acqua pulita non ripulisce l’intera
condotta ci saranno sicuramente dei residui di manganese. Dopodiché devono
essere ripuliti realmente tutti i serbatoi
della Sorical. Perché se si inserisce acqua
pulita in quei serbatoi, dove per anni c’è
stato il manganese, quest’ultimo al passaggio dell’acqua si staccherà venendo a
galla e giungendo, tramite condotte, nelle case. Inoltre abbiamo una rete idrica
alquanto obsoleta, tubi in ferro che com-
pag. 7 - settembre/ottobre 2016
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Quali sono gli altri interventi che
ha in mente di disporre per migliorare la vivibilità nel comune di Ricadi?
Il primo intervento riguarda la strada
Palo-Campia. Abbiamo, infatti, ottenuto
da parte della Regione un finanziamento
di 300.000 euro. Stiamo già preparando la
gara per poter affidare l’incarico ai tecnici
per la fase progettuale. Sicuramente entro
la primavera prossima sarà terminata una
volta per tutte. In questo periodo abbiamo
potuto fare poco per i centri urbani, abbiamo pensato solo a una pulizia generale
e immediata, i nostri centri erano un po’
abbandonati. Abbiamo pensato, dunque, a
una pulizia straordinaria, ma nell’inverno
programmeremo insieme al Consiglio e alla
Giunta degli interventi mirati affinché tutti
I
Ricad nforma
pag. 8 - settembre/ottobre 2016
i nostri centri possano essere tali, come si
merita il comune di Ricadi, altamente turistico e ricco di potenzialità. Sicuramente
quello che non succederà più è che il comune si ritrovi con le strade piene di buche.
Con urgenza, ad agosto, abbiamo realizzato la segnaletica orizzontale insieme ai
parchimetri. Facendo tutto nella massima
legalità e trasparenza, abbiamo dovuto
aspettare i tempi necessari per le gare di
evidenza pubblica, ecco perché sia segnali, sia parchimetri sono stati installati nel
mese di agosto. Voglio sottolineare che i lavori non verranno mai affidati direttamente ad una ditta, ma tramite gare di evidenza
pubblica che richiedono tempo. Gli 8 parchimetri sono entrati in funzione proprio
il 10 agosto e da allora ad oggi abbiamo
incassato oltre 60.000 euro di ticket per i
parcheggi. Cifra che verrà investita sempre
per il decoro urbano e le urgenze del Comune. Tra i progetti in programma sicuramente c’è la sistemazione dell’accesso alla
spiaggia Scalea. È già previsto un progetto.
Così sarà anche per gli altri accessi al mare.
Renderli fruibili a tutti è lo scopo. In conclusione vorrei ringraziare tutta la Giunta e
tutti i consiglieri per il supporto che mi hanno fornito. Ho, infatti, delle deleghe delicate e particolari, ma il nostro segreto è proprio quello di lavorare in team. Io ne sono
convinto che se siamo uniti andremo avanti
senza problemi e per il bene del Comune.
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CYBERBULLISMO
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il cyberbullismo richiede alla vittima una
maggiore resistenza all’insulto ed obbliga a
livelli di sopportazione a volte insostenibili.
di Simone Tocco
Basta veramente poco. L’invio di una foto
ad un amico per condividere un’esperienza, il salvataggio di un’immagine su un uno
smartphone o pc non sicuri o un semplice
post su un social network per finire nella
trappola del cyberbullismo.
Un attacco continuo, ripetuto, offensivo
e sistematico contro una persona, attuato
mediante la rete web. Le analogie con il
bullismo tradizionale sono molte: abbiamo
il bullo, la cerchia che incita il bullo, la vittima ed il pubblico che spesso è spettatore
impotente o accondiscendente.
La differenza sostanziale nel caso di
cyberbullismo è che la vittima tornando a
casa non potrà sentirsi al sicuro, ma continuerà ad essere attaccata costantemente.
Diversamente dal bullismo tradizionale,
Di recente sono balzati agli onori delle
cronache casi in cui le vittime non sono riuscite a sostenere la pressione mediatica,
amplificata dagli strumenti del web, portandole a togliersi la vita.
Quando fortunatamente questo non avviene, bassa autostima, depressione, ansia,
paura e frustrazione sono spesso le conseguenze di questo fenomeno. Soprattutto i
bambini e gli adolescenti cresciuti con uno
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smartphone in mano, si sentono immuni e
distanti da questa problematica che invece
è molto concreta e a loro vicina.
È sufficiente inviare ad un amico una
propria immagine per ritrovarsela in canali online che non ci aspetteremmo mai
o salvare qualche foto sul proprio dispositivo che può essere spesso facilmente accessibile da malintenzionati. Secondo una
ricerca di Save the Childern, presentata al
Safer Internet Day, per il 69% dei giovani
intervistati, il bullismo (online e offline) è in
testa ai pericoli di tutti i giorni, seguito poi
da droghe e molestie o aggressioni da parte degli adulti.
Ma come ci si difende dal cyberbullismo?
Il primo passo dev’essere fatto dai genitori: è fondamentale conoscere e capire gli
strumenti utilizzati dai figli ed instaurare
un rapporto di fiducia reciproca, trovando
i tempi e modi giusti per dare consigli. Altro
aspetto fondamentale è quello insegnare
un forte concetto di privacy e tutela della
propria persona che deve poi corrispondere nell’applicazione di utilizzo della rete.
Accettare solo persone fidate all’interno dei social network, utilizzare password
robuste, non alimentare chat con persone
sconosciute o di cui non ci si fida, segnalare immediatamente qualsiasi avvisaglia
di un utilizzo non consentito della propria
immagine ai propri genitori o alle autorità
competenti, sono tutte ottime precauzioni
per non diventare vittime di fenomeni di
cyberbullismo.
Rispetto al bullismo tradizionale, fermare questi attacchi è estremamente difficile e talvolta impossibile. La rete consente
anonimato, estrema facilità di divulgazione
ed un pubblico potenzialmente infinito. È
quindi necessario prestare molta attenzione al fenomeno come genitori, come insegnanti e come individui.
pag. 9 - settembre/ottobre 2016
integrazione
JENNY GENNARO
DALLA GERMANIA
di Ilaria Giuliano
Per la nostra rubrica dedicata all’integrazione abbiamo incontrato, per questo nuovo appuntamento, Jenny Gennaro, tedesca
di nascita e ricadese d’adozione, la quale si
è aperta a noi e ai nostri numerosi lettori
raccontandoci un po’ la sua esperienza di
integrazione nella nostra comunità.
Gentile Jenny, ci racconti la tua storia?
Mi chiamo Jenny, sono nata ad Hamm,
una cittadina del nord-ovest della Germania. Ho 36 anni, sono sposata con un
calabrese e sono madre di una meravigliosa bambina di 12 anni di nome Laura. Nel
1998, durante una vacanza scolastica, ho
conosciuto a Roma mio marito. Per vari
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motivi, abbiamo perso ogni contatto per
tre anni. Il destino, però, ha voluto che ci
ritrovassimo nel 2001. In quell’anno, ho
visitato la Calabria per la prima volta rimanendo stupita dai paesaggi mozzafiato
e dal mare cristallino. Dopo alcuni mesi
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- PAGINE A CURA DEL COMUNE DI RICADI REGOLAMENTO COMUNALE PER LA CELEBRAZIONE DEI MATRIMONI CIVILI E DELLE UNIONI CIVILI
Approvato con delibera del Consiglio Comunale n° 15 del 02 Settembre 2016
Art. 1 - Oggetto e finalità del regolamento
1. Il presente regolamento disciplina le modalità di organizzazione delle attività inerenti la celebrazione nel territorio del Comune di Ricadi dei matrimoni civili e delle unioni civili,
come rispettivamente regolati dalle disposizioni di cui dall’art. 106 e seguenti del codice civile e dalla l. 20 maggio 2016, n. 76.
2. La celebrazione dei matrimoni o unioni civili è attività istituzionale garantita ai cittadini ai sensi dell’art. 43 della l. 27 dicembre 1997, n. 449 ed è prestata a titolo gratuito, se lo
svolgimento delle stesso avviene secondo le modalità ordinarie previste dall’articolo 6 del presente regolamento.
3. La celebrazione dei matrimoni o unioni civili secondo le modalità straordinarie previste dall’articolo 7 del presente regolamento non rientra tra i servizi pubblici essenziali del
Comune ovvero non costituisce un servizio espletato a garanzia di diritti fondamentali ed è pertanto soggetta al pagamento di un contributo da parte dell’utenza ai sensi dell’art.
43 della l. 27 dicembre 1997, n. 449.
Art. 2 - Disposizioni generali in materia di celebrazione dei matrimoni civili ovvero delle unioni civili
1. La celebrazione di matrimoni e unioni civili nel territorio del Comune viene effettuata dal Sindaco, nella sua qualità di ufficiale dello stato civile, su richiesta degli interessati, alla
presenza di due testimoni maggiorenni, muniti di documento di identità in corso di validità.
Il Sindaco può delegare le funzioni di ufficiale di stato civile ai dipendenti a tempo indeterminato del Comune ovvero a cittadini in possesso dei requisiti per la elezione a consigliere
comunale.
2. Durante la celebrazione del matrimonio o unione civile l’ufficiale di stato civile indossa la fascia tricolore, secondo le modalità previste dall’art. 70 del D.P.R. n. 3 novembre 2000,
n. 396 e dall’art. 50, comma 12, del D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267.
3. La celebrazione del matrimonio civile dovrà essere preceduta dall’esecuzione delle pubblicazioni previste dagli articoli 50 e ss. del D.P.R. n. 3 novembre 2000, n. 396.
La richiesta di pubblicazioni presso l’Ufficio Anagrafe del Comune può essere presentata solo qualora uno dei nubendi sia residente nel territorio del Comune.
Nell’ipotesi di matrimonio da celebrarsi esclusivamente con rito civile, la richiesta di pubblicazioni deve essere presentata all’Ufficio Stato Civile dagli sposi, i quali devono esibire i
propri documenti di identità in corso di validità in originale e in copia fotostatica.
Nell’ipotesi di matrimonio con rito religioso e contestuale attribuzione degli effetti civili, la richiesta di pubblicazioni dovrà essere corredata anche dalla richiesta di pubblicazioni
civili rilasciate dal Ministro di Culto che ha proceduto alle pubblicazioni religiose.
In esito al procedimento di pubblicazioni di matrimonio, l’Ufficiale di Stato Civile rilascia il Certificato di Avvenuta Pubblicazione, il quale ha una validità di 180 (centottanta) giorni.
Art. 3 – Procedura per la celebrazione del matrimonio con rito civile e delle unioni civili nel territorio del Comune di Ricadi
1. La richiesta di celebrazione di un matrimonio civile o di un’unione civile può essere presentata da soggetti residenti e non residenti nel territorio del Comune.
Per “residente” si intende il cittadino iscritto all’anagrafe della popolazione residente del Comune di Ricadi o presso l’AIRE del medesimo Comune.
La disciplina individuata dal presente Regolamento per il “residente”, ad esclusione dell’art. 2, si applica anche al soggetto - anche non residente nel territorio del Comune di Ricadi
o presso l’AIRE del medesimo Comune - il cui atto di nascita sia stato trascritto allo stato civile del Comune di Ricadi.
2. La richiesta di celebrazione del matrimonio o unione civile deve essere consegnata a mano all’Ufficio Stato Civile del Comune o trasmesso a mezzo posta elettronica certificata
all’indirizzo di cui all’articolo 9 del Regolamento utilizzando il modello allegato sub Allegato A al presente Regolamento almeno 60 (sessanta) giorni prima della data prescelta per
la celebrazione della cerimonia.
La richiesta dovrà essere sottoscritto da entrambi i nubendi o richiedenti la celebrazione dell’unione civile e dovrà essere corredato da copia fotostatica di documento di identità in
corso di validità.
3. La richiesta di celebrazione del matrimonio civile può essere presentata solo ed esclusivamente da nubendi in possesso di un valido certificato di eseguite pubblicazioni rilasciato
dal Comune competente ai sensi del D.P.R. n. 3 novembre 2000, n. 396.
Nell’ipotesi in cui le pubblicazioni di cui sopra siano state eseguite in un Comune diverso dal Comune di Ricadi, la richiesta di celebrazione dovrà essere corredata da apposito
atto di delega alla celebrazione del matrimonio civile o dell’unione civile rilasciata ai sensi dell’art. 109 del codice civile dall’ufficiale dello stato civile del Comune che ha rilasciato il
Certificato di Avvenute Pubblicazioni.
4. La richiesta di celebrazione del matrimonio civile o dell’unione dovrà in ogni caso contenere:
a) le generalità degli richiedenti;
b) l’indirizzo email o PEC presso cui i richiedenti intendono ricevere le comunicazioni inerenti la procedura;
c) l’indicazione della data, dell’orario e dal luogo prescelto per la cerimonia;
d) il regime patrimoniale prescelto;
e) l’eventuale ulteriore documentazione necessaria ai fini della celebrazione dell’unione civile.
5. Entro 10 (dieci) giorni dalla ricezione della richiesta di cui al comma 1, l’Ufficio Stato Civile del Comune, verificata la disponibilità del Sindaco o suo delegato alla celebrazione
del rito e la disponibilità del luogo richiesto per la celebrazione compatibilmente con le esigenze istituzionali del Comune e, se necessario, del Polo Museale di Ricadi (MURI),
comunica ai richiedenti a mezzo email o posta elettronica certificata la prenotazione del luogo prescelto oppure indica le ragioni del mancato accoglimento della richiesta di
celebrazione del matrimonio o unione civile. La comunicazione di cui al presente comma dovrà avere contenuto sostanzialmente conforme al modello allegato sub Allegato B al
presente regolamento.
6. Nell’ipotesi in cui il matrimonio avvenga secondo le modalità straordinarie previste dall’art. 7 del presente regolamento, a seguito della ricezione della comunicazione dell’Ufficio
Stato Civile di cui al comma 5 che precede ed in ogni caso entro e non oltre il ventesimo giorno precedente la data fissata per il matrimonio o unione civile, i nubendi o richiedenti
la celebrazione dell’unione civile devono provvedere al versamento del contributo previsto dall’art. 7, se dovuto, e al versamento di un deposito cauzionale pari a Euro 500,00 (Cinquecento/00) a garanzia delle obbligazioni assunte dagli sposi ai sensi dell’art. 8.3 del presente regolamento.
Gli importi di cui sopra dovranno essere versati dai nubendi o dai richiedenti la celebrazione dell’unione civile secondo le seguenti modalità:
- presso la Tesoreria Comunale
- con bollettino di c/c postale intestato alla Tesoreria del Comune di Ricadi con l’indicazione della causale : “prenotazione matrimonio civile” ed il nome dei nubendi (o richiedenti
la celebrazione dell’unione civile);
- con bonifico bancario.
La mancata consegna a mano o trasmissione a mezzo PEC all’Ufficio Stato Civile del Comune della ricevuta attestante il pagamento degli importi di cui sopra entro e non oltre il
quindicesimo giorno precedente la data fissata per il matrimonio o unione civile comporta l’inefficacia della stessa prenotazione: in tale ipotesi l’ufficio anagrafe potrà destinare il
luogo oggetto della prenotazione alla celebrazione di altri matrimoni o unioni civili.
7. Entro e non oltre il quindicesimo giorno precedente la data fissata per la celebrazione della cerimonia, i nubendi o richiedenti la celebrazione dell’unione civile devono consegnare
a mano o trasmettere a mezzo PEC all’Ufficio Stato Civile del Comune i nominativi dei testimoni e la copia dei relativi documenti di identità.
8. I nubendi o richiedenti la celebrazione dell’unione civile ed i testimoni non aventi cittadinanza italiana devono dimostrare all’ufficiale dello stato civile, prima della celebrazione
del matrimonio, di comprendere la lingua italiana. Qualora i soggetti di cui sopra dimostrassero di non comprendere la lingua italiana dovranno avvalersi di un interprete, come
previsto dagli articoli 13 ss. del D.P.R. 3 novembre n. 2000, n. 396, il cui reperimento dovrà avvenire a cura e spese dei nubendi o dei richiedenti. In tal caso, l’interprete dovrà presentarsi presso l’ufficio anagrafe del Comune, esibendo un documento di identità in corso di validità, per comunicare la propria disponibilità ad assumere l’incarico e dichiarare
essere capace di effettuare la traduzione richiesta.
Art. 4 – Luoghi di celebrazione dei matrimoni civili e delle unioni civili
1. I matrimoni civili e le unioni civili nel Comune di Ricadi sono celebrate di regola presso la sala consigliare della casa comunale sita a Ricadi in Piazza Marconi.
2. I matrimoni civili e le unioni civili nel territorio del Comune di Ricadi possono essere altresì celebrati nei locali e negli spazi degli uffici decentrati dello stato civile istituiti dall’Amministrazione Comunale ai sensi dell’art. 3 del D.P.R. 3 novembre n. 2000, n. 396 presso i seguenti immobili:
a) “Museo e osservatorio del mare”, sezione del Polo Museale di Ricadi (MURI), sito presso l’ex vedetta di Capo Vaticano in Viale G. Berto, località Faro;
b) “Museo archeologico e paleontologico”, sezione del Polo Museale di Ricadi (MURI), sito presso Palazzo Fazzari nella frazione Santa Domenica, via Strada Provinciale;
c) “Museo antropologico e della civiltà contadina e della cultura immateriale”, sezione del Polo Museale di Ricadi (MURI), sito presso il fabbricato dell’ex oleificio “Marcello
Sculco”, in Ricadi, via Artigiani;
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pag. 11 - settembre/ottobre 2016
d) anfiteatro “Torre Marrana” nella frazione Brivadi;
e) ulteriori luoghi di proprietà o nella disponibilità dell’ente comunale, da individuare con provvedimento della Giunta Comunale adottato ai sensi dell’art. 3 del D.P.R. 3 novembre
n. 2000, n. 396.
3. In deroga ai commi 1 e 2 che precedono, la Giunta Comunale può autorizzare la celebrazioni di singoli matrimoni civili e unioni civili sulle spiagge presenti nel territorio comunale, anche se assentite in concessione a privati. Il rilascio dell’autorizzazione da parte del Comune non esonera comunque i richiedenti dall’ottenimento di eventuali ulteriori
provvedimenti autorizzatori o concessori che dovranno essere rilasciati dalla capitaneria di porto, ovvero da altra autorità amministrativa preposta alla tutela dell’ordine pubblico e
degli interessi paesaggistici, ambientali e sanitari, competenti per territorio.
Art. 5 - Orari delle celebrazioni
1. I matrimoni o le unioni civili sono celebrati di norma durante l’ordinario orario di apertura al pubblico degli uffici comunali e quindi:
a) Lunedi dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 17;
b) Martedi dalle 9 alle 13;
c) Mercoledi dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 17;
d) Giovedi dalle 9 alle 13;
e) Venerdi dalle 9 alle 13.
Gli orari di cui sopra possono essere modificati con provvedimento della Giunta Comunale.
2. In deroga al comma 1 che precede, i matrimoni civili e le unioni civili possono essere celebrati anche al di fuori degli orari e dei giorni di apertura al pubblico degli uffici comunali.
3. I matrimoni civili e le unioni civili non possono in ogni caso essere celebrati dopo le ore 20 e nelle giornate di festività religiose e civili di seguito indicate: 1° Gennaio (Capodanno), 6 Gennaio (Epifania), Domenica di Pasqua, Lunedì in Albis, 25 aprile (Festa della Liberazione Nazionale), 1° maggio (Festa internazionale del Lavoro), 2 giugno (Festa della
Repubblica), 15 agosto (Assunzione Maria Vergine), 1° novembre (Ognisanti), 5 novembre 2015 (Festa del Patrono), 8, 25, 26 dicembre,31 dicembre (pomeriggio).
Art. 6 – Modalità ordinaria di celebrazione del matrimonio o unione civile
1. Il matrimonio civile e l’unione civile vengono celebrati di norma presso la sala consiliare del Casa Comunale e negli orari ordinari di servizio individuati dall’articolo 5.1 che precede.
2. Lo svolgimento della cerimonia di cui al comma 1, qualora almeno uno dei nubendi sia residente nel Comune, è gratuito. In tale ipotesi, non trovano applicazione le disposizioni
di cui all’art. 3.6 che precede.
Art. 7 – Modalità straordinaria di celebrazione del matrimonio o unione civile
1. I matrimoni o le unioni civili meglio individuati di seguito costituiscono modalità straordinarie di celebrazione di tali cerimonie nel territorio del Comune di Ricadi:
a) i matrimoni o le unioni civili celebrate presso la sala consiliare della Casa Comunale e durante gli orari ordinari di servizio precisati all’articolo 5.1 che precede, qualora entrambi
i nubendi o richiedenti la celebrazione di unione civile non siano residenti nel Comune di Ricadi;
b) i matrimoni o le unioni civili celebrate presso la sala consiliare della Casa Comunale e al di fuori degli orari ordinari di servizio individuati dall’articolo 5.1 che precede, anche
nell’ipotesi in cui uno dei nubendi sia residente nel Comune di Ricadi;
c) i matrimoni o le unioni civili celebrati nei luoghi e negli spazi di celebrazione di cui all’art. 4.2. e all’art. 4.3 del presente regolamento, anche nell’ipotesi in cui uno dei nubendi sia
residente nel Comune di Ricadi e il matrimonio o unione civile venga celebrato durante gli orari ordinari di servizio precisati all’art. 5.1 che precede.
2. La celebrazione dei matrimoni o delle unioni civili di cui al comma 1 sono soggetti al versamento del corrispondente contributo individuato dalla tabella allegata sub Allegato C
al presente regolamento.
Il contributo di cui al presente articolo viene versato dai richiedenti a titolo di rimborso forfettario delle spese sostenute dal Comune per l’erogazione dei servizi offerti per la celebrazione della cerimonia – ivi incluse a titolo esemplificativo, spese gestionali e di pulizia – nonché per la retribuzione del personale necessario per l’espletamento del servizio.
3. L’ammontare del contributo di cui al presente articolo può essere aggiornato periodicamente con provvedimento della Giunta, previa acquisizione del parere non vincolante del
dirigente dell’Ufficio Anagrafe.
4. La mancata celebrazione del matrimonio o dell’unione civile per causa non imputabile al Comune di Ricadi comporta l’incameramento del 50% del contributo versato dal richiedente ai sensi del presente articolo.
Art. 8 – Prescrizioni per l’utilizzo dei luoghi di celebrazione del matrimonio e dell’unione civile.
1. Le sale e gli spazi di cui agli articoli 4.1 e 4.2 del presente Regolamento vengono consegnate ai nubendi o richiedenti la celebrazione dell’unione civile 3 (tre) ore prima dell’orario
fissato per la celebrazione della cerimonia.
Il Comune metterà a disposizione dei nubendi o dei richiedenti la celebrazione dell’unione civile 1 (un) tavolo e 4 (quattro) sedie per la cerimonia.
I richiedenti possono, a propria cura e spese arricchire la sala e gli spazi con ulteriori arredi e addobbi, i quali al termine della cerimonia dovranno essere tempestivamente ed integralmente rimossi, sempre a cura dei richiedenti.
La sala ed il luogo di celebrazione rimangono a disposizione dei richiedenti per le attività di accoglienza prima e dopo la cerimonia, fermo restando che essi dovranno essere in ogni
caso essere restituiti nelle medesime condizioni in cui sono stati consegnati dal Comune entro e non oltre 3 (tre) ore dalla conclusione della cerimonia.
E’ fatto divieto di spargere riso, coriandoli, confetti ed altro all’interno dei locali utilizzati per la cerimonia e negli altri spazi messi a disposizione.
2. L’orario di consegna delle sale e/o dei luoghi di celebrazione da parte del Comune e l’orario di restituzione degli stessi devono risultare da apposito verbale sottoscritto da un
incaricato del Comune e dai richiedenti (o da loro delegati). Il verbale contiene altresì una descrizione dello stato dei luoghi al momento della consegna ed eventuali danni alle cose
o alle strutture verificatesi durante la cerimonia.
3. A seguito della consegna dei locali come risultanti dal verbale di cui al comma 2 che precede, il Comune si intende sollevato da ogni responsabilità legata alla custodia degli arredi
o altri oggetti all’interno delle strutture comunali temporaneamente depositati dai nubendi.
I nubendi o richiedenti sono responsabili dei danni arrecati alle strutture, alle persone o alle cose che si dovessero verificare in occasione della cerimonia. A tal fine, al momento
della presentazione della domanda di cui all’art. 3 che precede i nubendi o richiedenti sottoscrivono apposita dichiarazione di responsabilità e costituiscono apposita cauzione ai
sensi dell’art. 3.6 del presente regolamento.
4. L’importo versato a titolo di deposito cauzionale ai sensi dell’art. 3.6, qualora non vengano riscontrati danni alle strutture o cose messe a disposizione dal Comune, viene restituito
integralmente ai richiedenti entro 30 giorni dalla celebrazione del matrimonio o dell’unione civile. E’ fatto salvo in ogni caso il risarcimento del maggior danno subito dal Comune
o dai beni demaniali di cui all’art. 4.3 del presente regolamento.
5. Ulteriori prescrizioni per l’utilizzo delle sale e dei luoghi di cui all’art. 4 possono essere formulare dall’Ufficio Stato Civile con la comunicazione di cui all’art. 3.5 del presente
regolamento
6. Le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano ai matrimoni celebrati sulla spiaggia del territorio del Comune a seguito del rilascio dell’autorizzazione di cui all’art. 4.3
del presente regolamento, ad esclusione dell’art. 8.4 e 8.5.
Art. 9 – Comunicazioni
1. Le comunicazioni o richieste indirizzate all’Ufficio di Stato Civile e agli altri uffici e/o organi del Comune ai sensi del presente Regolamento dovranno essere :
a) consegnate a mano all’ufficio protocollo del Comune di Ricadi; oppure
b) trasmesse a mezzo PEC all’indirizzo [email protected].
2. Le comunicazioni indirizzate ai nubendi o ai richiedenti la celebrazione di un’unione civile saranno inviate a mezzo email o PEC agli indirizzi indicati dagli stessi al momento del
deposito della domanda di cui all’art. 3.1 che precede.
Art. 10 – Disciplina transitoria
1. Il presente regolamento entra in vigore decorsi i termini di pubblicazione della deliberazione di approvazione.
2. In deroga al comma 1 che precede, i matrimoni civili ovvero le unioni civili per i quali alla data di entrata in vigore del presente regolamento siano state già eseguite le pubblicazioni
previste dagli articoli 50 e ss. del D.P.R. n. 3 novembre 2000, n. 396 ovvero sia stata già presentata al Comune formale richiesta di celebrazione del matrimonio o dell’unione civile non
saranno soggetti al pagamento del contributo e del deposito cauzionale previsti rispettivamente dall’art. 7 e dall’art. 3.6 del presente regolamento.
Art. 11 - Rinvio
1. Per quanto non espressamente previsto dal presente regolamento, si rinvia alle disposizioni del codice civile, del D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, del D.P.R, 3 novembre 2000 n. 396
e dello Statuto Comunale.
pag. 12 - settembre/ottobre 2016
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[email protected]
to un nuovo mestiere. Colgo l’occasione
per ringraziare la mia datrice di lavoro,
che in questi anni è stata anche una madre, amica e consulente di vita.
nonostante le varie problematiche, abbiamo deciso di costruirci un futuro insieme
nel mio paese. Mentre io ho continuato
il mio lavoro come segretaria presso una
concessionaria, mio marito ha imparato la
lingua tedesca.
Quando hai deciso, dunque, di trasferirsi a Ricadi?
Nel 2003 ci siamo sposati e, dopo circa un anno, ho dato alla luce nostra figlia
Laura. Nello stesso periodo, anche mia
cognata aveva avuto un bambino ed i miei
suoceri ci tenevano tanto che battezzassimo insieme i due cuginetti a Spilinga,
paese natale di mio marito. Ci siamo ritrovati, quindi, senza prevederlo, in Calabria
e quella che sembrava una breve vacanza
divenne un bivio della nostra vita. Grazie
alla conoscenza della lingua tedesca, appresa durante gli anni vissuti in Germania,
mio marito ha trovato subito occupazione
come receptionist in una struttura turistica, dove tuttora lavora. Dopo un anno
e mezzo di maternità, ho deciso di dare il
mio contributo alla famiglia. Grazie ai miei
suoceri, che mi hanno accolto come una
figlia e mi hanno supportato nella crescita della bambina, ho imparato le basi della
lingua italiana pronta così a cominciare la
mia esperienza lavorativa in Calabria. Ho
trovato, quindi, anche io un posto di lavoro
in una struttura turistica, dove ho impara-
zo. Sinceramente, venire qui in vacanza e
viverci sono due cose molto differenti. Se
l’estate scivola via velocemente, l’inverno,
di contro, può essere molto lungo e solitario. Trascorrere il primo natale lontano dai
miei cari, mi ha fatto riflettere parecchio.
Come detto precedentemente, la meravigliosa famiglia di mio marito mi ha accolta
come una figlia, ma lasciare il proprio paese vuol dire lasciare indietro una parte della propria esistenza. In tutta onestà, però,
quando mi trovo in Germania, mi manca
vedere lo Stretto dal tetto di casa nostra,
Qual è stata la tua prima impressione
riguardo al nostro territorio? E com’è
stato rapportarsi con una nuova mentalità?
La mia prima impressione è stata piuttosto strana. La città in cui sono cresciuta,
conta più di 180 mila abitanti. Ricadi, invece, circa 5 mila in tutto il comune. I servizi
offerti, chiaramente, non possono essere
paragonati. Nonostante non venissi da
una metropoli, avevo la possibilità di prendere un autobus ogni
cinque minuti verso
ogni angolo della città,
mangiare cibo di ogni
nazionalità in qualsiasi
ora del giorno, andare
la domenica al parco e
dare da mangiare alle
anatre, fare una passeggiata lungo il fiume
o giocare a minigolf.
Qui, invece, vista la totale assenza di marciapiedi, mezzi pubblici e
percorsi percorribili a
piedi, è quasi impossibile potersi muovere
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STAGIONE 2016:
UN PRIMO
BILANCIO
di Valeria Muzzupappa
le Eolie al tramonto, lo Stromboli fumare,
mangiare una buona pizza, sentire il calore del sole, vedere il cielo stellato e camminare a piedi scalzi sulla spiaggia. Nella vita
bisogna sempre scendere a compromessi,
non si può avere tutto. Sta ad ognuno di
noi scegliere le proprie priorità. Per quanto riguarda la mentalità, penso che più che
dalla nazionalità dipenda dal carattere.
Ognuno di noi ha i suoi pregi e difetti. Certamente la visione rigida della vita dei tedeschi è opposta a quella bonaria dell’italiano medio, che nel meridionale è ancora
più marcata. Purtroppo ci vorrebbe una
giusta via di mezzo: il tedesco dovrebbe
imparare ad essere più tollerante e flessibile e il calabrese meno superficiale e più
aperto al cambiamento.
Infine, cosa miglioreresti del paese in
cui ora vivi?
Mi piacerebbe che le persone, da queste parti, girassero un po’ il mondo, per
capire che basta poco per rendere un paesaggio magnifico più vivibile e confortevole. Ho notato che in Calabria, spesso per
comodità, ci si paragona a chi offre meno,
rendendo il mal comune mezzo gaudio.
Bisognerebbe, invece, aprire gli occhi e
prendere spunto da chi le cose le fa nel
modo giusto: solo allora si potrà sperare in
un miglioramento.
pag. 13 - settembre/ottobre 2016
mento che l’amministrazione, gli operatori
e la collettività dovranno a mio avviso, affrontare.
Di Marco: Possiamo dire che questa è
stata una buona stagione, anche se è partita sottotono a causa del drastico calo dei
turisti russi che da alcuni anni riempivano
le strutture nel mese di giugno e parte di
luglio; poi c’è stata una ripresa nei mesi di
luglio e agosto fino alla data odierna con
un flusso sicuramente superiore agli anni
passati.
Finita la stagione estiva 2016 si è ancora
in attesa dei dati definitivi sulle presenze
negli alberghi, nei villaggi e nelle varie case
vacanza e B&B, anche perché ancora il sistema ricettivo è attivo e la Regione non ha
ancora elaborato il suo rapporto ufficiale.
Abbiamo pertanto deciso di intervistare
due titolari di strutture ricettive site nella
zona di Capo Vaticano per conoscere le
loro stime e le prospettive di miglioramento che il sistema ricettivo ha per il futuro.
I due imprenditori che hanno gentilmente
risposto alle nostre domande sono Domenico Pantano (Villaggio Il Gabbiano) e Roberto Di Marco (Hote Resort Tonicello).
È possibile trarre un primo bilancio
Avete ricevuto lamentele da parte dei
dell’andamento della stagione estiva? Si turisti? Se sì, a cosa si riferiscono prinpuò essere soddisfatti del flusso di turisti cipalmente: servizi pubblici, trasporti o
registrato quest’anno?
viabilità?
Pantano: Ad un solo mese dalla chiusura
Pantano: Il nostro è un territorio magico
della stagione è possibile fare un bilancio che affascina, ammalia, conquista. Sebbene
numerico veritiero sui flussi nei mesi di le lamentele non manchino, riferite a promaggio/giugno. Nella media le presenze blemi noti e irrisolti, quello che colpisce è
non si sono discostate dai
dati registrati negli anni
precedenti, fatta eccezione per il mese di luglio
in cui abbiamo notato un
lieve calo. Come sempre in agosto c’è stato un Ci sono viaggi
incremento a vantaggio che il vostro corpo e la vostra mente non dimenticheranno...
delle case private dei piccoli residence. Da qualche
Capovaticano Resort Thalasso & SPA ****s, MGallery by Sofitel
anno registriamo anche
il dato evidente di uno
spostamento del flusso di
maggiore concentrazione a favore delle ultime
settimane di agosto e di
settembre, anche la previsione di ottobre è buona
ed anche superiore alle
attese. Questa è un analisi
numerica delle presenze,
ben più importante sarebbe un’analisi sulla qualità/
disservizi e sui costi/ricavi.
La riflessione sull’immagine che questo territorio
lascia, questo è un argo-
pag. 14 - settembre/ottobre 2016
l’immagine che il turista si costruisce per
un territorio che apprezza e non paragona
ad altri posti, pur riconoscendo che altrove
un simile potenziale e una tale ricchezza
sarebbero stati rispettati e valorizzati meglio e a vantaggio di tutti.
Di Marco: Le lamentele sono più o meno
le stesse degli ultimi anni; in particolare
quelle relative al decoro urbano, allo stato
della viabilità e ai trasporti pubblici sono
quelle che vengono evidenziate costantemente. A queste c’è da aggiungere la carenza, per non dire assenza, di servizi pubblici. Un esempio è significativo: nel 2015 è
stato inaugurato il museo della cipolla ma
dopo 20 gg è stato chiuso e da allora non
può essere visitato.
Quali sono i flussi che stanno producendo maggiori benefici per l’economia
turistica della nostra zona? Quali, a suo
avviso, dovrebbero essere incentivati
dalle politiche locali e regionali attraverso l’incremento dei voli diretti verso gli
aeroporti calabresi?
Pantano: Il nostro territorio, nonostante
tutto, ha ancora un fascino misterioso. Chi
ha soggiornato nelle nostre località spesso ne rimane così colpito e affascinato da
provare poi una sensazione di nostalgia e
desidera ritornarci. Questo sentimento è
paragonabile al “mal d’Africa” e consente,
unitamente ai nuovi strumenti di comunicazione, di raggiungere una miriade di possibili utenti di quasi tutto il mondo. Questo
però non significa che questa è una vera
destinazione turistica, dobbiamo ancora e
faticosamente con l’impegno di tutti crearla, mantenendo comunque quel fascino
misterioso.
Di Marco: Vista la presenza di un grande
numero di strutture, l’esigenza di allunga-
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re la stagionalità e considerando che anche questo settore ha avuto un processo
di globalizzazione, direi che la nostra zona
deve porre attenzione a tutti i flussi turistici. Purtroppo le politiche locali e regionali
non aiutano in questo senso, infatti continuano a essere confinate alla promozione
vecchio stile (la solita BIT di Milano, ormai
da tempo quasi un inutile spreco di denaro)
oppure agli incentivi sui voli, dimenticandosi completamente del territorio il quale
è completamente abbandonato e non fruibile. Oggi il turismo nella nostra zona è
quasi esclusivamente balneare, questo può
andare bene se ci rivolgiamo ad un turismo
Italiano e nei mesi di luglio ed agosto, ma se
vogliamo allargare il nostro bacino di utenza all’Europa ed al mondo intero, allungando conseguentemente la stagionalità, bisogna creare interesse non solo sul mare,
ma rendere fruibile tutto il territorio ed in
particolare i siti di interesse storico, culturale, naturalistico. In questo gli enti regionali e locali mi pare siano un po’ latitanti,
basterebbe prendere esempio dalla Sicilia!
Qual è il suo giudizio in merito all’utilizzo della tassa di soggiorno? Quali sono
i benefici prodotti dall’imposta e come,
secondo lei, potrebbe diventare strumento finanziario determinante per lo
sviluppo dell’offerta turistica?
Pantano: Da quello che riesco a capire
mi pare che la tassa di soggiorno si applichi nelle mete e dico mete o destinazioni
turistiche. Non sono contrario alla tassa di
soggiorno, anzi ben venga, purché non sia
distratta e occultata, purché venga utilizzata; che sia veramente tassa di scopo. E credo che solo su questo gli operatori turistici
possano discutere e non sull’opportunità
dell’applicazione. A mio avviso la finalità
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della tassa di soggiorno è stata distratta,
è servita, cioè ad una sbrigativa e sbagliata soluzione del problema, diventando da
uno strumento finanziario determinante
per lo sviluppo ad un inutile tassazione. Da
tenere in considerazione che le tassazioni
non condivise possono indurre all’evasione
fiscale. In altre parole se utilizzata in modo
appropriato ben venga e tutti saranno obbligati e ben contenti di pagarla.
Di Marco: Ad oggi la tassa di soggiorno
è servita solo a far quadrare i bilanci ed a
pagare gli stipendi dei dipendenti. Visto il
volume di flussi, sarebbe uno strumento
finanziario potentissimo per sviluppare
il territorio in termini di decoro urbano,
viabilità, e servizi da offrire al turista, ma
purtroppo ad oggi gli amministratori non
hanno dato ascolto ai suggerimenti che la
categoria cerca quotidianamente di dare.
Qual è il rapporto degli operatori con
la nuova amministrazione comunale? A
suo avviso cosa potrebbe fare insieme
per cercare di migliorare alcuni aspetti
riguardanti la gestione del territorio che
sono vitali per l’immagine turistica della
località?
Pantano: È troppo breve il tempo intercorso dall’insediamento per poter esprimere un giudizio. Però bisogna dare atto di
piccole e grandi cose che stando un po’ attenti si leggono. Siamo diventati comunità
www.facebook.com/ricadinforma
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Ricad nforma
U.C.A.S. di F. Curcio & Co. Agente di commercio gruppo DAC
[email protected] - [email protected]
+39.393.849.8786 - +39.340.137.3958
“eccellente”, lasciamoli lavorare, aiutiamoli,
stimoliamoli, critichiamoli costruttivamente. Aggreghiamoci siamo finalmente diventati, sulla carta, una comunità.
Di Marco: Credo che per una serie di
motivazioni tra cui l’insediamento ad inizio
stagione, ad oggi tra operatori ed amministrazione non sia presente alcun dialogo,
spero che con l’autunno e la chiusura delle
strutture ci sia la volontà ed il buon senso
da parte di tutti di sedersi ad un tavolo e
cercare una sinergia che permetta di far
progredire il nostro territorio.
Cosa potrebbero fare invece gli operatori turistici per migliorare l’ospitalità’
delle loro strutture e competere ad armi
pari con altre località?
Pantano: Le nostre strutture in generali
sono buone, anche se, per mancanza di un
filo conduttore, qualche volta senza identità. Serve un indirizzo (ad esempio giovani,
anziani, famiglie, turismo straniero, nazionale e locale, mare, cultura e gastronomia),
serve la politica, l’indirizzo delle scelte. In
risposta, gli operatori, come già hanno ben
dimostrato, sapranno interpretare il ruolo.
Di Marco: La maggior parte degli operatori turistici negli ultimi anni ha fatto e sta
facendo grandi sforzi per migliorare le proprie strutture. Questo però non è sufficiente perché migliorare l’ospitalità significa anche migliorare la qualità dei servizi erogati
al cliente e purtroppo devo dire che ci sono
colleghi (anche grossi gruppi familiari) che,
anziché perseguire la politica della qualità,
seguono quella dei prezzi, abbassando di
conseguenza la qualità. Questa situazione
impedisce di poterci confrontare con le più
rinomate località italiane in quanto la zona
viene vista non qualitativa; questo mi dispiace un po’ perché non abbiamo nulla in
meno rispetto a località come la Costiera
amalfitana, ma dovremmo solo cambiare
atteggiamento.
In riferimento agli ultimi attentati ter-
roristici che purtroppo incidono profondamente sulla psicologia del viaggiatore,
a suo avviso, le vicende intercorse hanno
in un certo senso disincentivato i viaggi
in località ad alto rischio attentati (Egitto, Marocco e Tunisia) e di conseguenza
contribuito ad incrementare i flussi turistici nel nostro territorio?
Pantano: Purtroppo sicuramente sì, ma
non abbiamo saputo sfruttare, mi dispiace
dirlo, questo brutto momento.
Di Marco: Sicuramente l’incremento delle presenze di questa stagione non è da
imputare alle politiche regionali o locali, ma
alla situazione internazionale che ha disincentivato i viaggi verso le mete a rischio,
molto probabilmente questa situazione
ci avvantaggerà ancora di più per il 2017.
Infatti molti tour operator, avendo cancellato alcune destinazioni, stanno dirottando
i flussi verso l’Italia e la Spagna.
Quali sono le principali criticità che
puntualmente si trova ad affrontare
l’imprenditore che opera nel settore:
(burocrazia, formazione del personale,
reperimento personale?
Pantano: La burocrazia certamente è
un problema, però con pazienza e “rispetto” si potrebbe risolvere. Gli uffici pubblici
dovrebbero fare “prevenzione” e informazioni. Gli addetti dovrebbero essere soddi-
pag. 15 - settembre/ottobre 2016
sfatti e orgogliosi di chiudere una pratica.
L’amministrazione deve dare risposte. Il
personale, quello buono, bisogna fare tanti
sforzi per tenerselo, per formarlo e migliorarlo. Gli imprenditori devono farsi promotori di corsi professionali rivolti alla propria
azienda e al territorio.
Di Marco: Purtroppo operiamo in un territorio che, pur vivendo prevalentemente
di turismo, ha una cultura turistica ostile,
pertanto un imprenditore turistico deve
combattere quotidianamente con questa
realtà. Burocrazia farraginosa, poca professionalità del personale ed ostilità della
popolazione sono le principali difficoltà.
In virtù dell’alta vocazione turistica del
nostro comprensorio, quale consiglio si
sente di dare ad un giovane studente che
ha scelto di intraprendere un percorso
formativo nel settore turistico? In base
alla sua esperienza i collaboratori di cui
si avvale hanno una solida formazione di
base oppure la formazione scolastica si
rileva carente in rapporto al lavoro che
poi andrà a svolgere?
Pantano: Con un giovane studente che
ha scelto un percorso formativo collegato al turismo posso solo complimentarmi
perché ha scelto un settore in cui c’è il confronto con le culture di tutto il mondo e le
culture degli altri ti lasciano sempre qualcosa. Complimenti ai nostri collaboratori,
perché, anche se non tutti hanno solide
basi di formazione scolastica, hanno dato il
loro massimo impegno partecipando a corsi, seminari e riunioni aziendali. A loro va il
nostro applauso, certo non tutto il giardino
è fiorito…
Di Marco: Ai giovani direi di intraprendere il percorso formativo con impegno e
passione in modo da uscirne con un valido
bagaglio di conoscenza della loro materia
che gli darà poi grandi opportunità e soddisfazioni; purtroppo nella provincia di Vibo
le scuole del settore (alberghiero in primis)
pag. 16 - settembre/ottobre 2016
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lasciano passare l’idea che ci sia poco da
studiare e che sia sufficiente fare pratica.
Ci troviamo quindi con grandi difficoltà
nel reperire personale qualificato e spesso o ci dobbiamo rivolgere fuori regione o
dobbiamo prevedere un lungo periodo di
preinserimento per formare i ragazzi.
arte
FRANCESCO
MANGIALAVORI,
FOTOAMATORE
DI TALENTO
di Pasquale Scordamaglia
“Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare, tre concetti
che riassumono l’arte della fotografia”.
I
Ricad nforma
Con queste parole, il noto fotografo tedesco Helmut Newton, dava risalto al
fascino dell’arte fotografica. Un pensiero,
questo, che è possibile rintracciare anche
negli scatti del fotoamatore Francesco
Mangialavori.
Nato nel 1981 a Tropea e cresciuto nella comunità di Ricadi, Francesco ha iniziato ad avvicinarsi già da bambino al meraviglioso mondo della fotografia. Iniziando
a maneggiare in tenera età una Polaroid,
questo giovane ha maturato delle straordinarie capacità nella realizzazione di
scatti paesaggistici e naturalistici, sempre
in totale autonomia e da autodidatta. Nelle sue foto sono presenti degli incantevoli
giochi di luce naturale, immortalati specialmente nei luoghi più belli della Costa
degli Dei.
Diversi anni fa ha preso parte ad una
giornata fotografica presso il Popilia Resort di Maierato. La stagione estiva del
2016 si è rivelata poi del tutto positiva
per il fotoamatore ricadese, soprattutto
attraverso l’allestimento di esposizioni
fotografiche in varie strutture ricettive della zona. In particolare, il 19 luglio
2016, il giovane è stato intervistato dal
famoso conduttore Lino Polimeni, presso l’Hotel Stromboli, in occasione di una
diretta della trasmissione “Raggio di Sole”.
Una seconda intervista è stata poi quella rilasciata al sito www.ricadieventi.it, realizzata il 16 agosto per la I edizione del
“Capo Festival”. Nel corso della stagione
estiva, inoltre, sono state allestite delle
esposizioni fotografiche nell’ambito di importanti iniziative come la Festa Patronale di Santa Domenica di Ricadi (6 luglio),
la Sagra della ‘Nduja di Spilinga (8 agosto)
e il Tamburello Festival di Zambrone (18
agosto).
È possibile, tra l’altro, vedere alcune
delle foto di Francesco Mangialavori sulla pagina Facebook: www.facebook.com/
www.twitter.com/ricadinforma
capovaticanocalabria. La nostra testata
ha avuto il piacere di intervistare questo
bravissimo fotoamatore, conoscendo più
da vicino la sua passione e il suo talento.
Caro Francesco, come ti sei avvicinato al mondo della fotografia?
A parte la parentesi “gioco” da bambino
con la Polaroid, le primissime foto ho iniziato a scattarle in età adolescenziale con
la Fujica a rullino di mio padre, una macchina fotografica degli anni ‘80. Ricordo
che la portai in gita a Taormina e Messina,
con risultati non proprio ottimi. Però cominciai a capire cosa fosse l’esposimetro,
la differenza di sensibilità delle pellicole, a
provare i parametri in manuale. La voglia
di approfondire e sperimentare è iniziata
comunque nel 2003, quando ho deciso
di acquistare una bridge Olympus: da lì è
cominciata la ricerca di un mio personale
punto di vista. Tanti errori, tante foto inutili, poi ho cercato di affinare l’occhio con
il tempo. Dopo aver aggiornato la macchina fotografica qualche anno dopo, sempre una bridge Olympus in regalo da cari
amici, da pochi mesi sono felice possessore di una Mirrorless Sony a6000. Voglio,
infine, ringraziare chi ha creduto e crede
ancora in me: Giusy e Fabio del negozio
“Ai Gazebo” di Capo Vaticano, dove ho cominciato e continuo ancora ad esporre le
mie foto in estate, ed Enzo Scordo e Antonio Varrà delle associazioni “Cosi Mali”
e “Passione Sud”. Collaboro con tutti loro
condividendo la passione per questo territorio.
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I
Ricad nforma
pag. 17 - settembre/ottobre 2016
nel mio piccolo, di esserci riuscito e spero
di fare ancora tanto per questo comprensorio attraverso i miei scatti.
libri
IL BALLO
DEL VENTO
di Carmelina Pontoriero
Quali paesaggi ami immortalare maggiormente nei tuoi scatti?
Sicuramente le fasi del tramonto e
dell’ora blu sono, almeno fino ad ora, le
mie preferite. Tra l’altro, i turisti ricordano sì il nostro mare, ma anche, e forse
soprattutto, i nostri tramonti. Le persone,
prese dalla frenesia del quotidiano, ricercano in vacanza le semplici emozioni, che
poi sono le più belle, e quelle della natura
dei nostri paesaggi ne sono un esempio
lampante. Ecco, forse ci manca tutto questo a volte, presi dalla frenesia, dall’avidità, dalla quotidianità: l’emozionarci con
poco. La semplicità in tutto ciò che facciamo. Vedere il sole dirti “arrivederci, a
domani” colorando ogni metro del cielo
è per me qualcosa di straordinario, di immutabile e al tempo stesso sorprendente,
di quasi perfetto. Si può dire che è sempre
uguale, che è ripetitivo, quello che vi pare,
ma se ci pensate bene non lo è mai. È sempre meraviglioso. Soprattutto a quell’ora,
poi, il mare ti dà dei grandi insegnamenti
anche solo osservandolo: se calmo, ti fa
capire che riflettere e ascoltare è saggio
e rilassante, mentre dalle onde si può imparare che, a costo di infrangersi, superano gli scogli per andare avanti. Da parte
mia, cerco di dare un tocco personale per
quanto possibile tra inquadratura e scelta
del soggetto in base alla situazione.
Tra le foto che hai realizzato in questi
anni, ce n’è una alla quale sei particolarmente affezionato?
Forse più di una. I motivi sono diversi:
per l’interpretazione della scena in quel
momento, oppure per l’attimo giusto venuto per eseguire lo scatto, pensato da
tanto tempo, da un determinato punto.
Una è certamente quella dell’Etna con il
mare mosso in primo piano, un tramonto invernale al Tono. Poi due delle ultime,
una scattata tra gli scogli che vivevo e
vedevo da bambino, in località Fortino a
Santa Maria, l’altra con lo scoglio del Palombaro che osserva la luna al tramonto e
le prime luci dell’alba delle 5. Ma non posso non citare quella scattata dall’aereo a
largo di Lamezia con i due vulcani, Etna e
Stromboli, in un tramonto d’aprile.
Nell’ambito di questa tua passione,
quali idee e quali progetti futuri vorresti attuare?
Ampliare le conoscenze, sperimentare… Insomma,
il cammino è
ancora lungo!
Che messaggio ti senti
di lanciare ai
giovani che si
stanno avvicinando a questo settore?
Non mi sento in grado di
lanciare
un
messaggio a
chi è più giovane di me. Devo
fare
ancora
tanta strada
per migliorarmi. Voglio però
dire una cosa:
l’importante,
nella vita, è
lasciare delle
impronte, dei
valori, dei messaggi, prima
che tutto venga cancellato
per far posto
ad altri. Spero,
«Ti ricordi il ballo del vento?» chiede nonno Peppi a Pamela. […] Tutti, disposti in un
cerchio, cominciamo a ballare. Con questo
strano movimento e l’unione che si crea fra
di noi, ancora una volta mi sembra di sentire davvero il venticello, che come un flebile
gemito mi avvolge tutto e mi pare che anche gli altri percepiscano le stesse sensazioni nel vederli euforici ed emozionati nello
stesso tempo.
Il rumore del vento, il suo muovere
ogni elemento della natura, lo scorrere
della fiumara, i campi. È la terra il centro
del nuovo romanzo di Pasquale Schiariti, “Il ballo del vento”. La natura domina
incontrastata tra le pagine del libro, le
descrizioni paesaggistiche si susseguono
pag. 18 - settembre/ottobre 2016
proprio come mosse dal vento. L’intera
opera ruota intorno alle sensazioni che
i protagonisti provano a contatto con
gli elementi del creato, vi si immergono,
come se annullandosi nella bellezza della
campagna ritrovassero se stessi.
Passeggiamo per la campagna e col silenzio dell’inverno si sente chiaro lo scorrere
della fiumara, la terra è brulla e gli alberi
sono spogli. I riferimenti agli elementi naturali non vengono meno in nessuno dei
due unici capitoli. Osservo il cielo che traspare dalle foglie. È bello limpido, è il cielo
I
Ricad nforma
della mia terra di Calabria. I protagonisti
esaltano la bellezza della terra, l’importanza delle tradizioni e della famiglia.
E così Schiariti, attraverso la vicenda di
Giorgio e Pamela, fa rivivere le tradizioni della nostra Calabria: le 13 pietanze
il giorno di Natale, la partita a briscola, le
curuje e le zeppole ripiene di alici salate o
di uva passa, il pane tostato e l’olio nuovo,
le more di gelso, le polpette profumate di
aglio, prezzemolo e formaggio pecorino
nostrano, i peperoni e le melanzane ripiene, l’anguria che il giorno di ferragosto si
lascia nell’onda del mare.
Ogni pagina ha un sapore diverso, emana profumi. Tutto sa di Calabria, di bellezza, di semplicità e di valori ritrovati. Valori
che via via sono andati perdendosi ma che
il nostro autore fa riemergere con potenza, irrompono sulla scena. Mi piace la vita
così piena di luce, d’aria, di sole. Mi piace di
notte guardare la luna, le stelle.
Quelli di cui ci parla Schiariti sono sen-
[email protected]
timenti semplici ma autentici, veri. Infatti,
il messaggio che l’autore vuole lasciare
ai suoi lettori è altrettanto semplice ma
rivoluzionario in una società sempre più
tecnologizzata e meno umana: «Ho creato
questo personaggio, Pamela, ispirandomi
a Natasha, l’eroina del libro Guerra e pace
di Tolstoj. Io consiglio a tutte le ragazze di
dire ogni giorno con convinzione “Io sono
Pamela”, perché è una ragazza pulita, pulita
dentro e fuori. Oltre alla bellezza esteriore, con questo libro ho voluto mettere in
evidenza la bellezza interiore. Ecco perché
ho descritto il paesaggio della natura come
il paesaggio dell’anima. Abbiamo bisogno
di cose pulite, genuine, sincere.»
La tecnica di cui si serve Schiariti, all’interno del libro, è particolare. Il protagonista Giorgio e l’autore si confondono per
poi separarsi, un tira e molla che parte dalla prima pagina e si chiude nell’ultima. Due
sono le passioni che li avvicinano: la campagna e la scrittura.
È lo stesso Schiariti a precisare: «Sa, ho
iniziato a scrivere così, all’improvviso, con
la famosa Lettera a mio padre scritta in
occasione della Messa in suffragio di mio
padre. Il maestro Matteo Schiariti la volle
pubblicare nel suo libro e così ebbe inizio la
mia avventura. La mia ispirazione costante
è la campagna. Sono arrivato al punto che
lavoro in campagna pensando a quello che
devo scrivere e scrivo ispirandomi alla
campagna. È un matrimonio tra scrittura e
lavoro nella terra. Non riesco a lavorare se
non scrivo, e non scrivo se non lavoro. Le
due cose vanno a braccetto. Il miei segreti
sono la pace e il silenzio della campagna, mi
aiutano molto. Mi ispiro così.»
Un libro che punta interamente sulla
semplicità, sulla bellezza quella autentica.
Perché proprio come diceva Tolstoj, nel
libro che ha ispirato il nostro autore, non
v’è grandezza dove non vi sono semplicità,
bontà e verità.
visita anche www.tropeainforma.it
I
Ricad nforma
pag. 19 - luglio/agosto 2016
Pittore, scultore, incisore, ha avuto riscontro anche all’estero dove vi sono esposizioni permanenti a Tokio, Osaka, Hong Kong,
Singapore e Stati Uniti. Della sua arte si
sono interessati critici e pittori di fama internazionale tra i quali Ugo Attardi, Renzo
Vespignani, Emilio Greco, Ennio Calabria,
Roberto Locci, ecc.
arte
L’ARTISTA
MODESTO FURCHI’
di Ilaria Giuliano
Riprende l’appuntamento con la nostra rubrica dedicata all’aspetto artistico
di Ricadi. Infatti, apriamo questo numero
autunnale con Modesto Furchì, al secolo Modesto Schiariti. Nato nella vicina
frazione di Santa Domenica il 26 marzo
1956, autodidatta, si trasferisce a Roma
nel 1968, con studio in Trastevere. Membro dell’Accademia Universale “Guglielmo
Marconi”, ha allestito innumerevoli mostre
personali in varie città d’Italia. Le sue opere
figurano in collezioni pubbliche e private.
A una recente manifestazione culturale
e artistica a Roma, al cospetto di stampa e
televisione nazionale, gli è stato conferito il
primo premio “Categoria Scultura”.
«La chiusura dell’evento - racconta l’artista - è stata affidata da S.E. Rev. Mons. Rino
Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione e responsabile del Giubileo
della Misericordia. Ha inoltre provveduto
alla premiazione dei vincitori del concorso,
abbinato alla manifestazione. Ho partecipato, poi, alla manifestazione “Repertorio
di Arte e Poesia - seconda edizione”, presso
l’Accademia dei Bronzi di Catanzaro, con il
rilascio dell’attestato di selezione per l’opera “Finestre a Trastevere”, opera che è stata
inserita nell’opera edita da Ursini Editore.
Nel 2014, ho realizzato il trofeo “Roma
città aperta” per il torneo internazionale
di calcio tra ambasciate. Scultura in bronzo, presentata il 26 settembre 2014 presso la Sala Protomoteca del Campidoglio,
con il patrocinio del Parlamento Europeo,
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Presidente della Regione Lazio, Roma Capitale, CONI Regione Lazio, Ambasciata delle
Filippine e Ambasciata Onoraria di Santo
Domingo. Nel corso della mia attività, - conclude Modesto - ho ricevuto innumerevoli
premi e attestazioni di merito. Testimonianze delle mie opere, figurano in collane
poetico-letterarie come “Le perle di Roma”,
“Poesia Oggi”, “Lo specchio dell’anima”, “In
riva all’acqua”. Oltre che nel campo pittorico, ho operato anche in quello scenografico
realizzando delle scenografie per il Teatro
Piccolo di Roma e il Teatro Ex Alberico».
RICADINFORMA
Bimestrale gratuito di informazione indipendente
Autorizzazione dei Tribunale di Vibo Valentia
n. 1/2013 del 14 gennaio 2013
Anno 4 - n. 5 - settembre/ottobre 2016
Chiuso in redazione il 30 settembre 2016
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Fabio Muzzupappa
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