Report Commissione INTA
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Report Commissione INTA
TITOLO Riunione Commissione INTA LUOGO E DATA 19 novembre 2015 Parlamento europeo rue Wiertz, 60 – 1000 Bruxelles ORGANIZZATORE Commissione per il Commercio Internazionale RELAZIONE In data 19 novembre 2015 si è riunita la Commissione INTA del Parlamento europeo: il presente report si soffermerà sui punti 12 e 14 dell’Ordine del Giorno. 12. Attuazione e revisione della strategia UE-Asia Centrale In assenza del Presidente della Commissione INTA, ha introdotto il tema all’ordine del giorno il presidente decano David Martin (S&D), ricordando che la relazione del relatore David Borrelli, assente in data odierna, è stata preceduta da uno scambio di opinioni il 26 ottobre. Ha quindi dato la parola a Dario Tamburano (EDFF) che ha esposto la relazione. Dopo aver puntualizzato che l’Asia Centrale rappresenta per l’Europa una sfida strategica, il relatore ha illustrato le tre direttrici principali su cui si articola la relazione: rafforzamento delle relazioni commerciali e interscambio bilaterale per sfruttare al meglio gli accordi esistenti; supporto alle riforme strutturali interne per favorire lo sviluppo economico dell’UE e gli investimenti stranieri; assistenza a politiche che promuovano un clima di fiducia reciproca. In particolare, Dario Tamburano ha affermato che attualmente le relazioni tra Europa e Asia Centrale riguardano essenzialmente il Kazakhstan, partner ormai strategico. Bisognerà quindi allargare l’azione anche ad altri Paesi, come il Turkmenistan. Inoltre, l’Asia Centrale è un partner chiave sia per l’approvvigionamento energetico, sia per la differenziazione delle fonti energetiche. Al contempo, l’UE deve impegnarsi a favorire una diversificazione economica di quell’area. In aggiunta, fondamentale dovrà essere il ruolo dell’Europa nel supportare il consolidamento dello stato di diritto e il processo di democratizzazione. Requisito essenziale è stabilire un clima di fiducia reciproca tra i Paesi dell’Asia Centrale, possibile solo attraverso il superamento degli ostacoli infrastrutturali e dei conflitti etnici che ancora sono presenti. A tal fine il relatore ha sottolineato l’importanza cruciale dell’educazione e, quindi, la necessità di favorire la partecipazione dei Paesi dell’area a programmi europei come Erasmus+ e a progetti di 1 cooperazione transfrontaliera. Lo scambio di pareri sulla relazione è stato aperto da Gabrielius Landsbergis (PPE), il quale ha osservato che l’UE ha già investito in precedenza in infrastrutture in Asia Centrale senza avere risultati, impedendo anzi ai governi locali di investire loro stessi e destinando quelle risorse all’acquisto di armi. Ha proposto quindi una strategia alternativa che preveda investimenti sulle risorse umane e il coinvolgimento dei Paesi in un sistema di libero scambio internazionale. Maria Arena (S&D) ha invece affermato che la strategia fin qui messa in campo non è stata completamente fallimentare, per quanto sarà necessario rivedere alcuni punti, come i danni all’ambiente provocati dallo sfruttamento delle risorse, la corruzione ancora molto presente e l’ampliamento delle relazioni anche con altri Paesi, come la Mongolia. Hannu Takkula (ALDE) ha sottolineato quanto sia importante rafforzare la collaborazione tra UE e Asia Centrale con un impegno reciproco e di pari livello. Inoltre, ha affermato che l’Europa deve aiutare l’Asia Centrale ad avviare le riforme, a combattere la corruzione e a promuovere i diritti dell’uomo ancora non rispettati in quelle aree. Helmut Scholz (GUE) si è chiesto se esista una vera strategia efficace e ha auspicato un’impostazione più ampia nelle relazioni con l’Asia Centrale. Klaus Buchner (V-ALE) ha invece ribadito la preminenza della salvaguardia dei diritti dell’uomo prima degli interessi commerciali, ricordando che l’esportazione presuppone il rispetto dei diritti umani, requisito che spesso non viene soddisfatto. Ha quindi denunciato la necessità di un meccanismo che controlli in modo efficace il rispetto dei diritti umani. Ha chiuso il suo intervento ricordando che, se è vero che negli ultimi mesi è migliorata la collaborazione tra questi Paesi e l’OIL, è comunque necessaria più attenzione perché i governi si impegnino in modo fattivo contro i lavori forzati e lo sfruttamento del lavoro minorile. Edouard Ferrand (ENF) ha invece focalizzato il suo intervento sulla fragilità degli Stati di quell’area, ancora sotto l’influenza di Russia, India e Cina e della complessità per l’Europa di imporre il proprio modello. Ha quindi preso la parola il rappresentante della Commissione europea ricordando che l’Asia Centrale è di importanza strategica e che gli investimenti e il ruolo dell’UE sono sottovalutati, mentre l’Europa costituisce un partner fondamentale. Ha poi aggiunto che l’UE si sta impegnando a controllare che i diritti umani siano rispettati e, in tema di ambiente, il Kazakhstan sta mostrando il proprio impegno a sviluppare nuove forme di energia. La rappresentante dell’EEAS ha informato che nella nuova strategia è stato introdotto il principio di differenziazione che rispecchia le diverse ambizioni dei Paesi e che per il periodo 2014-2020 il programma pluriennale ha una dotazione finanziaria molto più consistente destinata alla cooperazione regionale. Nei campi del diritto all’acqua, l’ambiente, lo stato di diritto e l’istruzione l’UE sta cercando una sempre maggiore interazione con l’Asia Centrale. Per quanto riguarda i rapporti commerciali, la rappresentante ha confermato la necessità di lottare contro la corruzione e che sul tema diritti umani ci sono state riforme che cercano di evitare la tortura. Infine, ha reso noto che la Delegazione dell’EEAS organizza regolarmente incontri con i difensori dei diritti umani e seminari con la società civile per verificare lo stato di rispetto dei diritti dell’uomo. 14. Apertura dei negoziati in vista di un accordo di libero scambio UE-Tunisia 2 Dopo aver ricordato che l’annuncio dei negoziati tra UE e Tunisia risale al 13 ottobre, appuntamento a cui ha fatto seguito uno scambio di opinioni con l’Ambasciatore della Tunisia, il Presidente decano David Martin (S&D) ha dato la parola alla relatrice permanente per i Paesi del Magreb, Marielle de Sarnez (ALDE), la quale, mettendo l’accento sull’importanza dei negoziati tra UE e Tunisia, ha sottolineato che non si tratta solo di un accordo commerciale, ma anche politico, poiché mira a una stabilità politica a lungo termine in Tunisia. Ha quindi ricordato che il Paese sta attraversando un periodo storico particolare, a cinque anni dalla rivoluzione tunisina: crisi del turismo, disoccupazione giovanile, presenza di profughi e situazione alla frontiera libica che causa un’instabilità permanente. Ha poi affermato che l’accordo dovrà essere asimmetrico a favore della Tunisia e che sarà necessario un dialogo permanente tra le parti in causa durante tutto l’iter negoziale. Ha chiuso il suo intervento ribadendo che dovrà servire a creare più investimenti nei settori chiave dell’economia. Salvatore Cicu (PPE), affermando di sottoscrivere i punti della relazione sulla necessità di dialogo tra Commissione e Parlamento europeo, ha posto l’accento sull’importanza del capitolo sull’energia, su cui tuttavia la Commissione ha rimandato le trattative ai prossimi round negoziali. Emmanuel Maurel (S&D) ha asserito che quello tra UE e Tunisia dovrà essere un accordo esemplare, caratterizzato da trasparenza e dialogo con la società civile tunisina. Ha poi sottolineato l’importanza di proteggere il settore agricolo-industriale tunisino non ancora pronto alla concorrenza europea e l’opportunità di trasferire le tecnologie europee in Tunisia. Infine, ha notato che poco presenti o del tutto assenti nella relazione sono i capitoli relativi ad appalti pubblici, diritti sociali e protezione degli investimenti. Edouard Ferrand (ENF) ha ricordato che la destabilizzazione della Tunisia è una responsabilità dell’UE e ancora prima della Francia. Ha poi affermato che tale negoziato potrà avere ripercussioni negative sul mercato europeo, in particolare italiano, con riferimento al settore dell’olio di oliva. Patrick Le Hyaric (GUE) ha accolto favorevolmente la relazione, ma ha affermato la necessità di un coinvolgimento dei sindacati tunisini prima di lanciare le trattative, presupposto che manca, e per questo ha chiesto una pausa nei negoziati finchè la società civile tunisina non sarà completamente coinvolta. Maria Arena (S&D) si è detta favorevole a studi di impatto che siano realizzati a livello tunisino con il finanziamento europeo, così da coinvolgere la società civile locale. Infine, il rappresentante della Commissione europea ha assicurato che i negoziati avranno come obiettivo l’integrazione dell’economia tunisina in quella europea e che la Commissione sta pensando di varare misure di accompagnamento a favore della Tunisia nel periodo di negoziato e nella fase successiva di applicazione. Inoltre, la Commissione si impegna a garantire trasparenza e inclusione nel processo e a includere i capitoli relativi a energia, appalti pubblici, investimenti e sviluppo sostenibile. Marielle de Sarnez (ALDE) ha ripreso la parola per dirsi favorevole a studi di impatto e assicurando che i capitoli relativi a energia e dimensione sociale saranno rafforzati. LINK 3 http://www.europarl.europa.eu/news/en/newsroom/20151112IPR02437/Committee-on-International-Trade-meeting19112015-(AM) DISPONIBILITÀ SLIDES NO Eseguito da: Nicoletta MAIELLARO Av. de Tervueren 67 - B - 1040 Bruxelles Tel. +32 2 5510490 Fax +32 2 5510499 e-mail: [email protected] 4