La stanchezza cronica dipende dall`intestino

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La stanchezza cronica dipende dall`intestino
07-07-2016
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dall’intestino
FABIO DI TODARO
Quello che era un indizio, oggi è un sospetto con radici ben fondate. La sindrome da stanchezza
cronica, condizione che in Italia colpirebbe all’incirca duecentomila persone (manca un registro
ufficiale), è quasi certamente una malattia che nasce da un’alterazione della flora intestinale e
non ha invece un’origine psicologica. Questo, almeno, è quanto sostiene un gruppo di ricercatori
della Cornell University (Ithaca) in uno studio pubblicato sulla rivista «Microbiome ».
«La sindrome da stanchezza cronica nasce dall’intestino, non dalla testa», hanno sentenziato gli
scienziati, le cui parole confermano l’ipotesi più battuta dagli specialisti impegnati
nell’individuare l’esatta eziologia della malattia.
L’ORIGINE DELLA MALATTIA RISIEDE NELL’INTESTINO
Nell’ultimo studio, i ricercatori hanno identificato alcune alterazioni delmicrobiota
intestinale comuni a tutte le persone coinvolte nello studio (48) che segnalavano sintomi
riconducibili alla sindrome da stanchezza cronica (rispetto ai 39 soggetti inseriti nel gruppo di
controllo). L’osservazione, riferibile all’83 per cento delle persone che segnalavano i sintomi
caratteristici della condizione (stanchezza protratta, difficoltà di concentrazione, dolori
articolari, mal di gola e mal di testa che non si attenuano con i farmaci), è avvenuta attraverso il
campionamento delle feci e un semplice prelievo.
«Il nostro lavoro dimostra che chi soffre di affaticamento cronico ha un’alterazione della flora
batterica intestinale che risulta probabilmente responsabile dei sintomi gastrointestinali e dei
processi infiammatori riscontrabili in questi pazienti», afferma Maureen Hanson, docente di
genetica e biologia molecolare alla Cornell University e prima firma della pubblicazione. Molti
aspetti restano ancora da scoprire, ma secondo la scienziata l’evidenza è «sufficiente a escludere
l’origine psicologica della malattia», finora presa in esame vista la frequente concomitanza con
le sindromi depressive.
Sequenziando le regioni di Dna microbico raccolte attraverso i campioni di feci, i ricercatori
hanno identificato diverse tipologie di batteri, tra le persone sane e quelle colpite dalla sindrome
da stanchezza cronica. In particolare nelle persone malate è stata individuata una quota inferiore
di microrganismi dotati di azione antinfiammatoria. Il riscontro, ottenuto anche in alcuni studi
mirati a indagare il possibile ruolo della flora batterica intestinale nei meccanismi di insorgenza
delle malattie infiammatorie croniche intestinali , ha convinto gli esperti a cercare nel
microbiota le possibili cause della risposta immunitaria sovradimensionata che innesca la
sindrome da stanchezza cronica. Resta poco chiaro se le alterazioni siano una causa o un effetto
della malattia, ma su un aspetto gli esperti concordano: il legame non è da trascurare. Oltre ai
batteri, i ricercatori puntano a capire se un ruolo determinante non sia giocato anche da virus e
funghi.
ALTRI FATTORI RESPONSABILI
L’ipotesi non è peregrina. Finora, infatti, tra le possibili cause della malattia è stato considerato
anche il virus di Epstein-Barr, responsabile della mononucleosi: spesso presente nel sangue dei
pazienti, al momento della diagnosi. Non si esclude comunque che a innescare i meccanismi
immunologici alla base del disturbo ci siano altri fattori: alimentari, ambientali o endocrini.
Senza trascurare l’ipotesi ormonale, viste le disfunzioni riscontrate in molti pazienti a carico
dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. La strada per completare la conoscenza della sindrome da
stanchezza cronica rimane ancora lunga.
Twitter @fabioditodaro