universita` degli studi di napoli federico ii abstract tesi di laurea
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II SCUOLA POLITECNICA E DELLE SCIENZE DI BASE Dipartimento di Strutture per l’ingegneria e l’architettura CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA ABSTRACT TESI DI LAUREA ANALISI DELLA VULNERABILITÁ SISMICA DI EDIFICI ESISTENTI DI CARATTERE STORICO ED APPROVAZIONE, IN POST OPERAM, DI TECNICHE INNOVATIVE PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO SISMICO RELATORE PROF. ING. G. M. VERDERAME CANDIDATO: FERDINANDO GATTA M56/160 CORRELATORE PROF. ING. CARMINE MASCOLO Anno Accademico 2014/2015 Il lavoro di tesi redatto, è frutto dell’attività di tirocinio svolta durante il percorso di laurea magistrale, in cui si è scelto di approfondire le tematiche di analisi della vulnerabilità e di interventi innovativi finalizzati al miglioramento sismico e per la salvaguardia di edifici esistenti in muratura di interesse storico-patrimoniale, oggetto di danneggiamento a seguito di eventi sismici violenti. Sulla base di tale tema, il lavoro è stato organizzato in 2 parti: 1) nella prima parte sono state riportate alcune note che spiegano la differenza tra la procedura per la valutazione della sicurezza riportata nel Decreto Ministeriale del 14/01/2008 e nelle Linee Guida del 09/02/2011, dove è stato evidenziato che in quest’ultimo viene prescritto un ulteriore stato limite che si va ad unire con quelli inerenti allo SLU ed SLE prescritti anche nel D.M. 14/01/2008, ovvero lo SLA (Stato limite di Danno ai beni Artistici), con lo scopo di effettuare delle analisi tenendo conto un’azione sismica più gravosa. A seguire è stata riportata la descrizione del metodo scelto per la modellazione dell’edificio analizzato, ovvero il metodo del telaio equivalente (metodo SAM), e la procedura svolta per l’analisi sismica globale, ovvero l’analisi statica non lineare con la valutazione dell’indicatore di rischio. A monte di tale spiegazione si è ritenuto necessario riportare alcune nozioni riguardanti il comportamento delle strutture storiche in muratura in zona sismica, evidenziando che gli eventi sismici sono tra le cause principali del danno e della perdita del patrimonio culturale a causa dell’inadeguatezza di questi edifici di rispondere positivamente alle azioni sismiche, a causa della qualità scadente del materiale con cui sono stati edificati nei tempi passati e soprattutto per l’assenza di presidi antisismici, quali: assenza di cordoli di collegamento tra gli elementi verticali costituenti, assenza di catene metalliche e presenza di solai deformabili. L’assenza di questi dispositivi, infatti, accresce il pericolo di formazione di meccanismi locali fuori piano, che si tramuta in un comportamento flessionale e/o ribaltamento di intere facciate. La presenza, invece, di cordoli di coronamento, di solai rigidi e altri dispositivi di collegamento e di ripartizione dell’azione sismica tra i vari elementi costituenti, fa si che l’edificio assuma un comportamento scatolare, e che quindi la presenza di lesioni, anche di più elementi, non provoca il collasso della struttura ma, 1 invece, accresce il periodo proprio di vibrazione e di conseguenza la deformabilità, il che si traduce in aumento della capacità di smorzamento. A seguire, prima della presentazione del caso-studio, sono stati riportati alcuni interventi di miglioramento sia globali che locali da poter prendere in considerazione per gli edifici in muratura che, a fronte di analisi sia visive che quantitative, li richiedono. In particolare è stata riportata la tabella C8A.2.2, dove la relativa Circolare n° 617/2009, mette a disposizione i coefficienti di incremento delle resistenze dei vari materiali costituenti le murature, in modo che in corrispondenza dell’intervento globale scelto, il progettista può utilizzare il corrispondente coefficiente di incremento delle resistenze. 2) La seconda parte riguarda la presentazione del caso-studio. Il lavoro che è stato riportato, descrive in un certo senso le problematiche più presenti che riguardano la categoria di edifici storici-patrimoniali investiti da un terremoto violento. Il caso svolto è stato l’analisi della vulnerabilità sismica di “Palazzo Margherita”, ovvero un edificio storico in muratura edificato nel XIII secolo, sito a L’Aquila e sede principale del municipio cittadino, oggetto di danneggiamento a causa del disastro sismico avvenuto il 6 Aprile del 2009. Si riporta un immagine raffigurante l’edificio in questione: 2 La struttura è composta dalla Torre civica alta 41 metri, costituita da muratura portante classificabile in blocchi di pietra squadrata, e dal Palazzo, che si sviluppa su 3 piani e che costituito anch’esso da muratura portante ma classificabile in pietrame disordinato. L’analisi della vulnerabilità dell’edificio in questione è stata svolta sia nella condizione ante-operam che nella condizione post-operam, promuovendo, nell’arco della valutazione della sicurezza interventi innovativi mirati al miglioramento sismico e quindi alla diminuzione della domanda. Le valutazioni svolte, sono state effettuate in ottemperanza a quanto previsto dalle seguenti normative: - D.M. 14.01.2008, Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni; - Circolare Ministeriale n° 617 del 2009; - Linee Guida per la Valutazione e Riduzione del Rischio Sismico del Patrimonio Culturale, allineamento alle nuove Norme tecniche per le costruzioni. In particolare sono state effettuate verifiche di sicurezza in condizioni pre-sisma, considerando l’edificio connesso alla torre civica, ed in condizioni post-sisma, dove la struttura è stata studiata dividendola in 2 parti (Palazzo e Torre), per effetto della rottura della giunzione, manifestatosi durante l’evento sismico, e che teneva congiunti i 2 blocchi. Tutti gli interventi globali proposti, sono stati applicati ad una struttura integra, resa cioè completamente collaborante e coesa, per cui, visto lo stato di danneggiamento presente e rilevabile attraverso le analisi visive effettuate e disponibili nella documentazione a base di gara consultabile sul sito del comune dell’Aquila, sono state effettuate prima le analisi locali, in modo da disinnescare la formazione di eventuali meccanismi fuori piano delle facciate. Quindi, visto il danneggiamento presente, ad esempio, sintomi di attivazione di meccanismi locali, lesioni riscontrate in corrispondenza di murature a martello e cantonali, scarso sistema di vincolo in sommità dei maschi rilevabile sia dalla quantificazione del meccanismo di ribaltamento che dalla rottura dell’ancoraggio delle capriate in sommità, si è stati costretti ad intervenire prioritariamente prima di una qualsiasi indagine quantitativa attraverso tecniche appropriate come: “cucitura dei muri cantonali e a martello”, in modo da ristabilire l’ammorsamento tra le varie pareti portanti, e l’istituzione di un “cordolo sommitale in mattoni, armato con fibra in acciaio 3 e tiranti per l’ancoraggio della copertura”. Si precisa, altresì, che tale sistema di ancoraggio non è stato calcolato, ma è stata riportata solo la descrizione tipologica dell’intervento. Una volta apportati tali interventi locali, visto che le pareti risultano ben vincolate alla base ed in sommità, ma con i 2 solai intermedi non efficacemente trattenuti, è stato indagato come meccanismo locale, quello verticale a 3 piani per le facciate che si sviluppano per l’intera altezza del Palazzo, e ad 1 piano per quelle che si sviluppano in corrispondenza di un sol piano. Fatta questa analisi quantitativa si è constatato che alcune pareti, corrispondenti al piano terra e primo piano, necessitano di ulteriori interventi per disinnescare l’effetto locale a cui vanno incontro. A tal proposito, si è scelto di utilizzare una coppia di tiranti per le pareti non verificate, adatti sia al consolidamento che alla conservazione dei beni architettonici, ovvero il sistema di incatenamento “BOSSONG”. Reintegrato il comportamento originario, si è passati alla verifica globale dell’edificio utilizzando l’analisi statica non lineare per la valutazione dell’indice di rischio. In particolare, prima della modellazione, sono state riportate le tecniche di riparazione dei solai, che dalle indagini conoscitive riportate nella documentazione a base di gara sono state riscontrate diverse lesioni riconducibili ad un comportamento flessionale. Pertanto si è ritenuto opportuno intervenire prioritariamente mediante tecniche specifiche per l’irrigidimento dei solai in questione e l’ammorsamento degli stessi alle pareti verticali. Fatto ciò si è passati alla modellazione della struttura a telaio equivalente (metodo SAM), mediante il codice di calcolo MIDAS gen, e, considerando gli impalcati infinitamente rigidi nel proprio piano, si è svolta l’analisi di pushover, dove il programma fornisce il valore delle capacità da utilizzare per la verifica dell’indicatore di rischio. Si riporta il modello meccanico dell’edificio implementato nel codice di calcolo: 4 Attraverso la creazione di un foglio excel, è stata effettuata la valutazione delle PGA capaci relative a ciascun caso di analisi, scalando opportunamente gli spettri attraverso una procedura analitica, e, rapportando alle stesse il valore delle PGA richieste, si è giunti alla determinazione dell’indicatore di rischio, che è risultato, per ciascun caso di analisi, sia per la Torre che per l’edificio, inferiore del 60%. Visto il risultato quantitativo ottenuto, ed avendo recepito che il danno comprende all’incirca il 75% degli elementi costituenti, ovvero più dei 2/3, in accordo a quanto prescritto nelle Linee Guide 2011 che da ovvero che danno delle indicazioni per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio tutelato, in accordo alle Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14/01/2008) e la relativa Circolare n° 617/2009, si è deciso di intervenire mediante “miglioramento sismico”. Come primo intervento apportato, visto che gli elementi appaiono visivamente lesionati si è deciso di intervenire dapprima mediante la tecnica delle iniezioni di miscele leganti, e valutando i grado di miglioramento apportato dopo l’applicazione di tale intervento, si è ritenuto opportuno migliorare l’edificio mediante l’applicazione di intonaci armati in GFRP e “diatoni attrezzati”. A monte dell’applicazione di questi interventi, per la valutazione del miglioramento apportato, sono stati applicati i coefficienti di incremento delle resistenze dei materiali costituenti le murature portanti che appaiono nella tabella C8A.2.2. Dalle analisi definitive, si è scaturito che il livello di sicurezza è aumentato di quasi il doppio per quanto concerne il palazzo, e di circa il 30% riguardo la Torre civica. Si riportano, in definitiva, le seguenti tabelle contenenti i risultati degli indicatori di rischio inerenti sia al Palazzo che alla Torre, e per ciascun caso di analisi: 5 EDIFICIO STATO DI FATTO CASO modo X modo Y massa X massa Y PGA c 0,143 0,138 0,133 0,135 PGA r 0,301 0,301 0,301 0,301 Ir 0,475 0,458 0,442 0,449 EDIFICIO STATO DI PROGETTO (INIEZIONI) CASO modo X modo Y massa X massa Y PGA c 0,176 0,171 0,183 0,189 PGA r 0,301 0,301 0,301 0,301 Ir 0,585 0,568 0,608 0,628 TORRE STATO DI FATTO CASO modo X modo Y massa X massa Y PGA c 0,176 0,166 0,185 0,173 PGA r 0,301 0,301 0,301 0,301 Ir 0,585 0,551 0,615 0,575 TORRE STATO DI PROGETTO (INIEZIONI) CASO modo X modo Y massa X massa Y PGA c 0,216 0,201 0,219 0,211 PGA r 0,301 0,301 0,301 0,301 Ir 0,718 0,668 0,728 0,701 EDIFICIO STATO DI PROGETTO (INTONACO ARMATO) TORRE STATO DI PROGETTO (INTONACO ARMATO) CASO modo X modo Y massa X massa Y CASO modo X modo Y massa X massa Y PGA c 0,236 0,229 0,241 0,249 PGA r 0,301 0,301 0,301 0,301 Ir 0,784 0,761 0,801 0,827 PGA c 0,250 0,242 0,256 0,247 PGA r 0,301 0,301 0,301 0,301 Ir 0,831 0,804 0,850 0,821 con: - PGAc = PGAcapace; - PGAr = PGArichiesta; - Ir = Indicatore di rischio. 6