Diapositiva 1

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Diapositiva 1
CASA
Dove abitano le emozioni
Definizione
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Per casa si intende una qualsiasi struttura utilizzata dall'uomo per
ripararsi dagli agenti atmosferici; essa generalmente ospita uno o
più nuclei familiari e talvolta anche animali.
Può in parte corrispondere al concetto di unità abitativa coniato dal
Movimento moderno in architettura ed è stato nella storia il primo
elemento fabbricato, che è andato ad incidere sull'ambiente
naturale realizzando l'ambiente costruito proprio dei paesi e
delle città.
Tipologie
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La grotta è la prima forma di casa riparata, scavata nella roccia in
seguito a fenomeni d'erosione, soprattutto marina, fluviale o glaciale
e di altre specie.
• La tenda, invece, accompagna fin dal suo apparire il nomadismo
dell'uomo e ancora esiste in forme assai varie.
• La capanna, che compare nel Neolitico, implica già un progetto di
architettura primitiva; il tipo più elementare è un riparo costruito con
rami piegati ad arco e fissati al terreno per le due estremità e quindi
ricoperti di frasche.
• Un tipo particolare di abitazione, anch'esso risalente al Neolitico, è
costituito dalle palafitte, ovvero da case di legno innalzate su
piattaforme infisse nell'acqua su alti pali, allo scopo di difesa in
ambienti acquitrinosi e paludosi.
Materiali
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I materiali variano secondo il clima e la cultura del popolo: dal feltro
dei Mongoli alla pelle di bufalo dei Sioux al ghiaccio per gli igloo.
L'uso del legno per le abitazioni è comunque tipico delle aree
boschive settentrionali ed estremo orientali, mentre l'uso del
mattone contraddistingue le aree meridionali e orientali.
La costruzione con muri di argilla, ciottoli e pietre a blocchi
cominciò alla fine del Neolitico, nelle grandi civiltà d'oriente. Qui
iniziarono ad essere costruite case la cui struttura rimarrà immutata
nel corso dei secoli. Sono prevalentemente abitazioni ad uno o più
piani, con il tetto a forma di terrazza che serve a raccogliere l'acqua
piovana.
Attualmente in Giappone le case sono strutturate per i frequenti
terremoti, per questo sono leggerissime e mobili.
Matti Suuronen, FUTURE HOUSE, 1968, siti vari
A
Soluzioni abitative odierne
Casa monofamiliare destinata ad ospitare un solo nucleo famigliare e
può essere o:
– casa isolata se circondata da uno spazio verde privato. Questa
tipologia abitativa richiede un considerevole sviluppo di strade e
condutture per i servizi ed è caratteristica delle aree a densità
abitativa molto bassa.
– casa a schiera se costituite dall'aggregazione di alloggi
unifamiliari, ciascuno dei quali ha due lati in comune con gli
alloggi contigui e dispone di due fronti liberi, l'ingresso e il
giardinetto privato, e generalmente si dipana su due piani.
Paul Rudolph, MILAM RESIDENCE, 1962, Jacksonville Florida, Usa
Palazzina plurifamiliare
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La Palazzina plurifamiliare è un condominio consistente in un
fabbricato solitamente libero da ogni lato, costruito su aree piuttosto
ristrette, con 2-6 appartamenti per piano e con un numero variabile
di piani solitamente 3-6. Caratteristico di questa tipologia abitativa
sono i cortili interni o le chiostrine sulle quali si affacciano i vani di
servizio.
Questa soluzione abitativa si è diffusa nelle prime fasce
periferiche delle grandi città nel secondo dopoguerra, non
sempre con effetti positivi. Difatti questa soluzione abitativa
spesso dà luogo a edifici isolati ma vicinissimi gli uni dagli altri,
senza i servizi pubblici e le aree verdi
Casa a torre
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Casa a torre è un particolare tipo di condominio isolato a sviluppo
verticale le cui origini nascono dalla necessità di diradare nel verde
gli edifici pur mantenendo alta la densità abitativa.
• Questa soluzione abitativa fu promossa soprattutto dagli architetti
razionalisti nella prima metà del '900 perché offriva maggior
superficie libera di suolo per uso pubblico e gli alloggi erano dotati di
migliori condizioni di illuminazione e aerazione. La casa a torre può
superare i 30 metri e presenta un numero variabile di appartamenti
per piano
Spazi interni e aggregazione
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Le moderne case sono dotate di più spazi interni adibiti a specifiche
funzioni. Tra i principali:
• l'ingresso è la stanza in cui si apre la porta di entrata;
• il salotto o soggiorno è la stanza accogliente e di dimensioni
relativamente ampie in cui si sta abitualmente nel tempo libero;
• la cucina è la stanza adibita alla preparazione a alla cottura dei cibi.
È detta cucina abitabile qualora è abbastanza grande da poter
consumare in lei i pasti (altrimenti vi è la sala da pranzo). In Italia la
cucina molto spesso è utilizzata alla stregua del salotto diventando
la stanza principale in cui si soggiorna;
• la sala da pranzo stanza destinata al consumo dei cibi;
• il disimpegno o corridoio di servizio è il locale della casa che
consente l'accesso ad altri locali della casa;
Steffan Berglund, VILLA SPIES, 1969, Toro, Svezia
Spazi interni e aggregazione
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il bagno è la stanza destinata all'igiene personale ed è dotata dei
necessari apparecchi igienici. Spesso per questioni di economicità e
spazio il bagno ricopre anche il ruolo della lavanderia, dotandosi
degli apparecchi necessari al lavaggio dei capi di vestiario;
• la lavanderia è la stanza adibiti al lavaggio e trattamento dei capi di
vestiario;
• la camera da letto è la stanza destinata al riposo e al recupero
notturno e può essere "matrimoniale" se adibiti a letto matrimoniale,
"doppia" se adibiti a due letti singoli o "singola" se adibita a un solo
letto singolo. Si chiama "camera degli ospiti" se adibiti
esclusivamente al pernottamento degli ospiti;
• il balcone, la terrazza o la loggia negli appartamenti sono tesi a
sopperire all'assenza di un giardino.
Il valore simbolico e sociale
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La casa non è solo il luogo fisico costruito e abitato dagli
uomini. Essa è anche una rappresentazione simbolica
A livello psicologico profondo, la casa va a costituirsi come le
fondamenta stesse della vita psichica di un individuo, per cui
«la casa non è soltanto un luogo, ma anche l’insieme di
sentimenti associato a esso.»
L'azione simbolica realizzata dalla "casa" sulla vita psichica
degli individui si riflette anche su quella sociale, andando a
rappresentare un costrutto chiave che riunisce, e in parte
sovrappone, tre campi: oltre che quello intrapsichico, anche quello
interpersonale e quello sociopolitico.
Di conseguenza, quando si perde la "casa" si perdono o si
frammentano anche le sue funzioni organizzatrici e contenitrici e ciò
può portare alla frantumazione dei tre livelli: individuale-personale,
familiare-coniugale e socio-economico/culturale-politico
Casa - alloggio
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L'abitazione è lo spazio nel quale la famiglia organizza le
proprie attività, elabora i propri stili di vita, sperimenta le
proprie immagini culturali, esplica le proprie funzioni.
A volte, per riferirsi a questi aspetti funzionali del posto dove si
svolge la sfera privata, si utilizzano anche i termini di alloggio o di
casa. In realtà alloggio, anche appartamento, indica uno spazio per
svolgere la funzione dell'abitare inserito in un complesso
(condominio) composto di spazi simili o più in generale si riferisce
alla funzione di riposo/rifugio assolta da tale spazio; casa indica una
costruzione isolata e completa in se stessa e i significati culturali e
globali dell'abitare.
Semantica - Sociologia
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Nella analisi semantica di diversi intellettuali ed artisti il termine
viene collegato ai concetti di fermarsi, sostare e più ancora "essere
in pace, essere portato alla pace, dimorare in essa".
Fermarsi, costruire, essere sono tanti significati di abitare e
tutti esprimono radicamento, identificazione, sicurezza,
trasformazione dello spazio geografico e dell'habitat.
In termini globali, casa ed abitare indicano rifugio delle cose più
preziose dell'universo (e anzitutto di sé), ma anche riferimento e
inseparabilità di questo essere rifugio con l'ambiente circostante
La “casa” come storia della famiglia
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Un'altra funzione importante della casa è quella di fornire una
base coerente alla storia delle famiglie.
Una storia che non ha valore obiettivo ma che ordina e rende
coerente tutti i momenti che gli individui hanno vissuto, da quelli
peggiori a quelli migliori. In questo modo essi sono resi intellegibili,
comprensibili e danno, agli attori di quegli stessi eventi, un senso di
continuità e di prevedibilità
La ricerca estetica
Casa su misura
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La casa è molto di più che una “macchina per abitare”. Può
essere un luogo di lavoro, una galleria d’arte, un teatro, uno
spazio per il tempo libero.
È un edificio da modellare secondo il nostro modi di operare e
di organizzare la nostra vita.
L’idea di una casa su misura, calibrata esattamente sul modo in
cui vogliamo vivere, è un sogno che tutti vogliono realizzare
anche se per molti rimane un lusso.
La casa con un layout progettato su misura è anche e
naturalmente una fonte di bellezza e di piacere.
La casa e l’architetto
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Per l’architetto l’ambiente domestico ha una risonanza e una
valenza particolari: l’incarico per una casa diventa da subito un
progetto fortemente personale e determina un legame unico tra
cliente e progettista, una collaborazione che si protrae nel
tempo.
• Questa relazione può essere talvolta facile e armoniosa, altre
volte tesa e difficoltosa.
• Nella storia dell’architettura alcuni dei committenti lamentarono
infatti che molto spesso la “sperimentazione d’avanguardia” di alcuni
progetti architettonici abitativi non si conciliava con l’esigenza di uno
spazio confortevole, abitabile. Tuttavia diversi di questi mecenati
riconoscevano che questa tipologia di casa “ diventa un oggetto
culturale”.
Architetto – progetto - innovazione
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L’incarico residenziale consente di formulare idee e sviluppare un
sistema di principi che si spera possano ispirare la produzione
futura per molto tempo. (Richard Meier)
Dal punto di vista dell’espressione delle idee architettoniche si tratta
di una tipologia essenziale che formalmente offre la scala più intima
alla quale lavorare e simbolicamente ha sempre mantenuto una
forza straordinaria, sia come nitida rappresentazione delle vite che
si svolgono tra le sue pareti sia come influenza determinante
sull’evoluzione dell’architettura del corso dei secoli.
Philip Johnson, CASA DI VETRO, 1949, Connecticut, USA
La casa dell’architetto
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La casa che l’architetto disegna per sé è molto spesso una
sorta di manifesto della sua ricerca formale-poetica. È un
banco di prova che determina un impatto anche sulla carriera
futura.
Ma lo stesso vale anche per le case realizzate per amici o parenti,
dove l’architetto ha ampi margini di libertà
Queste figure di architetti hanno inoltre una visione “rinascimentale”:
sono scrittori e teorici, dipingono, disegnano e spesso nelle loro
case esprimono il loro talento di disegnatori di mobili, di lampada, di
design.
Frank O. Gehry, GEHRY HOUSE, 1978, Santa Monica, Los Angeles, California, USA
La visione dell’architettura e la casa
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Esistono case che hanno condizionato la storia dell’architettura
e che fanno parte dell’immaginario collettivo.
Ad esempio la Rotonda di Palladio o la Casa sulla cascata di
Wrigth.
Il valore iconico di questi edifici deriva da molti motivi:
– Sono sperimentazioni innovative
– Sono diventate un paradigma architettonico per un
determinato movimento di architettura o stile
– Ciascuno di essi ha costituito molto spesso un momento
chiave della carriera di un architetto, divenendo addirittura
l’opera più conosciuta
Case - riviste d’architettura – turismo
architettonico
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Particolarmente dal secondo
dopoguerra le riviste
d’architettura diventano
strumenti sempre più
importanti per la presentazione
delle idee e della figura
dell’architetto.
Esempi: “Art & Architecture”,
“Domus”, ecc.
Il turismo architettonico
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Fenomeno recente, il turismo architettonico consiste in un pacchetto
di viaggio, organizzato attraverso agenzie specializzate, che
comprende la visita di celebri opere di architettura contemporanea.
XX SECOLO
Nuovi spazi – nuove tecnologie
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Seguire lo sviluppo dell’unità abitativa, nel passaggio tra Ottocento e
Novecento, è molto complesso; possiamo comunque prendere
come riferimento due elementi:
– Un più libera articolazione degli spazi (con planimetrie
innovative-spazi fluidi, area domestica multifunzionale-”spazio
universale”, ecc.) con un sempre maggiore interesse verso un
forte rapporto tra spazi interni ed esterni; è venuta meno quindi
la distinzione tra “spazi privati” e “spazi comuni/di
rappresentanza/formali”
– Utilizzazione di nuove possibilità strutturali con l’impiego di
nuovi materiali (es. il calcestruzzo, acciaio, vetro, ecc.) in modi
inediti o l’utilizzazione di materiali naturali
– Eliminazione dell’ornamento
ART NOUVEAU
Henri Sauvage, Villa Majorelle, Nancy, Francia,1902
Antoni Plàcid Guillem
Gaudí i Cornet
Gaudì
Casa Milà
Barcellona, 1905-10
Il valore simbolico
Antoni Gaudì, Casa Milà, Barcellona, 1905-10
Il capolavoro
Casa Milà
Barcellona, 1905-10
Un capolavoro
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Perché è un capolavoro?
– Rompe con i codici e le convenzioni architettoniche
precedenti, anticipando soluzioni tecniche e formali che
avranno grande seguito nel secolo appena concluso;
– Rimanda ad istanze e ricerche artistiche quali
l’Espressionismo, il Cubismo, il Surrealismo, l’Informale,
ecc.
– Sottende una geometria complessa, molto creativa (ripresa
dagli architetti contemporanei) che rifiuta ogni
rappresentazione bidimensionale; è quasi una geometria
non-euclidea che rifugge le superfici rigate e che si sviluppa
su forme avvolgenti che negano lo iato tra elementi portati e
portanti.
– Si pone in modo anticlassico rispetto alla tradizione
Antoni Gaudì, Casa Milà, Barcellona, 1905-10
Storia
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La Casa Milà, detta La Pedrera (dal catalano Pedrera = cava), fu
costruita tra il 1905 e il 1907 da Antoni Gaudí a Barcellona al
numero 92 del celebre Passeig de Gràcia, nella zona barcellonese
dell'Ensanche (in catalano Eixample), su incarico di Roser Segimon
y Pere Milà, ricco uomo d’affari, per il suo imminente matrimonio. Al
piano nobile troverà sistemazione l’appartamento della famiglia Milà;
gli altri appartamenti saranno affittati.
L'edificio che occupa un lotto angolare, è composto da 6 piani,
su ognuno dei quali ci sono 4 appartamenti; sono presenti 2
cortili interni, che garantiscono elevata luminosità a tutti gli
appartamenti; un’autorimessa nel sotterraneo e una lavanderia
comune nella mansarda
Storia
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Rimangono pochi disegni originali, che documentano
l’evoluzione del progetto.
Contesto urbano
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Gaudì con il suo progetto rompe la rigida ortogonalità della
struttura urbana basata su rigidi isolati.
• Gaudì inoltre deve confrontarsi con i rigidi regolamenti edilizi che
vincolano l’alzato e tutta la struttura.
• Sia la pianta che i prospetti contraddicono la rigidità della maglia
urbana.
• La struttura si apre all’esterno con i cortili interni che inglobano
uomini e spazio. Il pubblico (la strada) e il privato (i cortili) si
integrano
• I prospetti si isolano dal contesto architettonico in modo potente e
dissonante; l’edifico dichiara la propria presenza.
Forma – la linea curva Espressionismo
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Gaudí progettò l'abitazione mantenendo fede all'indirizzo del
modernismo catalano, esaltando appieno il suo spirito innovatore
sia per quanto riguarda le strutture che le forme architettoniche e le
decorazioni ed adottando come elemento fondante la linea curva,
chiaramente fitomorfica e richiamante l'immagine delle onde del
mare, che trionfa in svariati motivi presenti nella struttura (facciata,
interni, mobili); l’angolo viene negato
• L’architettura ha qualcosa di fiabesco, riprende la tradizione
popolare, ma anche elementi del mondo arabo.
• Imperfezione, apertura alla casualità, rifiuto di gerarchie; nutrito
di Medioevo e Barocco Gaudì permea la sua architettura di
immaginazione ma rigorosamente verificata dal controllo
razionale.
• L’edifico si pone come un masso materico come se delle forze
contrastanti lo scuotessero ora espandendolo ora risucchiandolo in
un continuo gioco di concavo e convesso; tutto questo è sottolineato
dalla luce che crea intensi effetti di luce-ombra
Il primo progetto della facciata
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Il primo progetto della facciata presenta della variazioni rispetto
a quanto realizzato; l’elemento più evidente era l’inserimento di
un grande gruppo scultoreo rappresentante la Vergine con il
Bambino sul coronamento;
Questo elemento rimanda alla cultura popolare che vedeva in tutto il
quotidiano la dimensione del sacro e quindi anche nello spazio
abitativo.
Il progetto sarà poi abbandonati a causa dei movimenti anticattolici
Ricostruzione del progetto
del gruppo scultoreo
della Vergine del Rosario
– mai realizzato – per il
coronamento dell’edificio.
Finestre - balconi
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Sono “buchi”, tutti diversi, senza una forma precisa: non cerchi,
quadrati, rettangoli, ecc.
• Sono curvi, ovoidali, ecc. sono cavità che si ritagliano nel muro
marcandone la profondità.
• Gaudì evita la monotononia reiterativa a favore di una
molteplicità che diviene fondamento dell’insieme.
• Queste cavità si pongono su piani diversi e sono orientati in
direzioni diverse
Casa Milà
Pianta
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Nella Casa Milà non c'è simmetria; le proiezioni orizzontali dei
piani si differenziano l'una dall'altra.
Gaudì riesce a comporre in questo modo lo spazio eliminando i
muri portanti, poggiando tutto su travi e pilastri collocati in
modo libero
Anche negli interni non ci sono linee rette, e tutto è modellato in
modo plastico.
Gaudì adotta la pianta libera, instabile; viene negata ogni
simmetria e ortogonalità generando spazi irregolari e molteplici
Gli spazi degli appartamenti si articolano in tre zone:
– spazi comunicanti con funzione di rappresentanza che danno
sullo spazio esterno urbano;
– Spazi di servizio (cucina, bagno, ecc.) che si raggruppano
intorno ai cortili
– Camere da letto che danno sull’affaccio interno dell’isolato.
I cortili
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L'architetto catalano introduce un'innovazione: i due cortili
interni non sono rettangolari, ma ovali, con le pareti che si
allargano salendo, per cercare di raccogliere tutta la luce
possibile.
Sono veri e propri pozzi di luce
Piano interrato
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Lo sperimentalismo strutturale si manifestò anche al piano interrato
con un grande vano coperto con una struttura metallica a "ruota di
bicicletta"
Il tetto – desván - azotea
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Il sottotetto (desván) è adibito a lavanderia; la copertura è
sostenuta da un gran numero di archi parabolici in laterizio a
sezione catenaria, che dopo il recente restauro danno l'idea,
dall'interno di una struttura scheletrica ed all'esterno di un
paesaggio montagnoso popolato dagli episodi plastici dei camini
• Un grande spazio percorribile, attraversato da scalette e gradini
che seguono i saliscendi dove le donne possono incontrarsi,
incrociando gli scorci di cielo e città
• Nel sottotetto attualmente è allestito un interessante museo sulle
tecniche costruttive di Antoni Gaudí.
• L’azotea è il percorso scoperto popolato dalla presenza dei
camini
I camini
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Sono inserti plastici inafferrabili per il loro carattere fortemente
intriso di mistero
Sono forme quasi antropomorfiche, presenze oniriche, magiche
I materiali
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A livello tecnico egli decise fra i primi di utilizzare il cemento armato
come elemento base, sul quale poi sovrapporre i materiali di
copertura, come azulejos frammentati e pietra viva.
La facciata esterna dell'edificio è rivestita di pietra grezza
proveniente dal massiccio di El Garraf e di Vilafranca del
Penedès; fu proprio questa particolarità che le avvalse
l'appellativo de La Pedrera. In effetti l'edificio presenta l'aspetto di
parete rocciosa, ondulata, plasmata da forze geologiche;
cromaticamente la pietra, lavorata in modo scabro e con blocchi di
forma diversa, varia in relazione alla luce.
La variazione dei materiali in facciata si nota soprattutto nella parte
superiore dove prevale una lavorazione in diagonale.
Altro materiale fondamentale per Casa Milà è sicuramente il
ferro battuto, utilizzato nelle porte, nei balconi e nella struttura
stessa dell'abitazione.
Altra importante innovazione tecnica fu l'utilizzo del vetro armato
che costituisce la pavimentazione trasparente di diversi balconi
presenti nella struttura.
Analisi
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Trencadis: termine catalano che indica il mosaico composto da
pezzetti di ceramica e marmi frantumata.
• Diverso dal mosaico, dove ogni tessera è il relazione con l’altra; qui
tutto è dovuto alla casualità.
• Gaudì usa la potenzialità della materia di scarto conferendogli
attraverso la creazione una valore artistico
Gli appartamenti
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La delimitazione degli spazi avviene attraverso elementi mistilinei,
che evitano l’ortogonalità
Alcuni appartamenti sono stati arredati da Gaudì
All’interno ritroviamo l’ispirazione fitomorfica dell’esterno.
In Europa
Gerrit Rietveld, CASA SCHRÖDER, 1924, Utrecht, Olanda
Razionalismo
Le Corbusier
1931 - Villa Savoye
Veduta del fronte sud-occidentale
Veduta del fronte settentrionale
Schizzo prospettico
Soggiorno, primo piano
Terrazza
Dettaglio
Analisi
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Il tema della machine à habiter
La struttura della villa si può intendere come una promenade
architettonica in quanto fulcro dell’edifico è una rampa che dal
vestibolo di ingresso conduce al primo piano, dove consente di
addentrarsi nei vari ambienti, tutti definiti da volumi primari, e infine
porta alla terrazza superiore.
Sul tetto abbiamo dei volumi liberi nello spazio ponendosi quali
fattori di mediazione tra l’ordine cartesiano dell’edifico e l’ordine
naturale.
Le Corbusier ricerca quindi la conciliazione degli opposti.
I cinque punti per una nuova
architettura
Pilotis
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I Pilotis (piloni) sostituiscono i voluminosi setti in muratura che
penetravano fin dentro il terreno, per fungere infine da fondazioni,
creando invece dei sostegni molto esili, poggiati su dei plinti, su cui
appoggiare poi i solai in calcestruzzo armato. L'edificio è retto così
da alti piloni puntiformi,di cemento armato anch'essi, che elevano la
costruzione separandola dal terreno e dall'umidità. L'area ora
disponibile viene utilizzata come giardino, garage o - se in città - per
far passare strade.
Tetto-giardino
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Il Tetto-giardino (tetto a terrazza ) restituisce all'uomo il verde, che
non è solo sotto l'edificio ma anche e soprattutto sopra.
• Tra i giunti delle lastre di copertura viene messo il terreno e seminati
erba e piante, che hanno una funzione coibente nei confronti dei
piani inferiori e rendono lussureggiante e vivibile il tetto, dove si può
realizzare anche una piscina.
• Il tetto giardino è un concetto realizzabile anche grazie all'uso del
calcestruzzo armato: questo materiale rende infatti possibile la
costruzione di solai particolarmente resistenti in quanto resiste alla
cosiddetta trazione, generata dalla flessione delle strutture (gravate
del peso proprio e di quanto vi viene appoggiato), molto meglio dei
precedenti sistemi volti a realizzare piani orizzontali.
Plan libre (pianta libera)
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Il Plan libre (pianta libera) è resa possibile dalla creazione di uno
scheletro portante in cemento armato che elimina la funzione delle
murature portanti che 'schiavizzavano' la pianta dell'edificio,
permettendo all'architetto di costruire l'abitazione in tutta libertà e
disponendo le pareti a piacimento.
La Fenêtre en longueur (o finestra a nastro)
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La Fenêtre en longueur (o finestra a nastro) è un'altra grande
innovazione permessa dal calcestruzzo armato.
La facciata può infatti ora essere tagliata in tutta la sua lunghezza
da una finestra che ne occupa la superficie desiderata, permettendo
una straordinaria illuminazione degli interni ed un contatto più diretto
con l'esterno.
Facciata libera
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La Facciata libera è una derivazione anch'essa dello scheletro
portante in calcestruzzo armato. Consiste nella libertà di creare
facciate non più costituite di murature aventi funzioni strutturali, ma
semplicemente da una serie di elementi orizzontali e verticali i cui
vuoti possono essere tamponati a piacimento, sia con pareti isolanti
che con infissi trasparenti.
Razionalismo - ITALIA
Giuseppe Terragni, VILLA BIANCA, 1937, Seveso, Milano, Italia
Bauhaus
Walter Gropius, GROPIUS HOUSE, 1938, Lincoln, Massachusetts, Usa
Architettura organica
Frank Lloyd Wright
The Fallingwater (La casa sulla cascata)
1936
L’architettura organica
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Frank Lloyd Wright è stato un architetto statunitense e una
figura centrale dell' architettura organica.
Assieme a Le Corbusier, che rappresenta forse in maniera più
emblematica l'altro lato dell'architettura moderna, quello della
cosiddetta architettura funzionale, è uno dei maggiori esponenti del
Movimento Moderno in architettura.
Romanticamente legato all'ideologia individualistica del
"pionierismo" statunitense, si volse all'approfondimento del
rapporto fra l'individuo e lo spazio architettonico e fra questo e
la natura, assunta come fondamentale riferimento esterno.
Questi suoi interessi lo portarono a prediligere come tema le case
d'abitazione unifamiliari ("prairie houses"), che costituirono l'aspetto
determinante del suo primo periodo di attività.
L’architettura organica
•
Nel suo volume Architettura organica del 1939 Frank Lloyd
Wright esprime compiutamente la sua idea di architettura.
• Un'architettura che ha come idea trainante il rifiuto della mera
ricerca estetica o il semplice gusto superficiale, così come una
società organica dovrebbe essere indipendente da ogni imposizione
esterna contrastante con la natura dell'uomo.
• La progettazione architettonica deve creare un'armonia tra
l'uomo e la natura, costruire un nuovo sistema in equilibrio
tra ambiente costruito e ambiente naturale attraverso
l'integrazione dei vari elementi artificiali propri dell'uomo
(costruzioni, arredi, ecc.) e naturali dell'intorno ambientale del
sito.
• Tutti divengono parte di un unico interconnesso organismo, spazio
architettonico.
L’architettura organica
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The Fallingwater (la casa sulla cascata) del 1936 è l'esempio più
pragmatico ed eccezionale di questo modo wrightiano di fare ed
intendere l'architettura.
Una frase molto significativa del pensiero architettonico di Frank
Lloyd Wright è la seguente : "... Per Architettura Organica io intendo
un'architettura che si sviluppi dall'interno all'esterno, in armonia
con le condizioni del suo essere, distinta da un'architettura che
venga applicata dall'esterno...".
L’architettura organica
Egli definì inoltre architettura organica quella architettura che è:
• appropriata al tempo,
• appropriata al luogo
• appropriata all’uomo.
L’architettura organica - Appropriata al tempo
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Appropriato al tempo egli intendeva che un edificio dovrebbe
appartenere all’epoca in cui è creato.
Un edificio del ventesimo secolo non deve imitare uno del
diciassettesimo. Egli sosteneva che gli edifici del passato
rispecchiavano stili di vita, schemi sociali e situazioni non più valide
in tempi moderni. Un edifico del ventesimo secolo, inoltre dovrebbe
essere costruito con i materiali e le tecniche a disposizione nel
momento in cui viene progettato
L’architettura organica - Appropriata al luogo
•
•
•
Wright riteneva appropriata al luogo un edifico che fosse
armonizzato con l’ambiente naturale e con il paesaggio e da
questi valorizzato.
Questa concezione, all’inizio del secolo, lo poneva all’avanguardia
in quella che oggi chiamiamo pianificazione ambientale.
Nelle Prairie Houses egli costruì avendo in mente il paesaggio delle
praterie, per cui le case ebbero uno sviluppo prevalentemente
orizzontale e gli ambienti abitativi furono elevati rispetto al piano
della prateria per consentire la vista panoramica circostante.
L’architettura organica - Appropriata all’uomo
•
Con appropriata all’uomo Wright intendeva che la funzione
primaria di un edifico è quella di servire la gente.
• Per questo progettò le sue strutture con l’uomo come unità di
misura. Egli esaltava i valori umani, e la sua architettura faceva
altrettanto.
• Ed è con la centralità dell’uomo che si spiega il concetto che “la
realtà di un edifico è rappresentata dallo spazio interno vivibile, non
dai muri e dal soffitto.”
• La sua ricerca tesa a rendere libero lo spazio iniziò già nelle prime
case, in cui egli aprì gli ambienti eliminando i divisori non necessari
e creando per la famiglia quella che è stata chiamata “pianta libera”.
Sul presente
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•
In tempi più recenti nuovi settori dell'architettura rispettosi della
natura come l'architettura bioclimatica l'architettura sostenibile,
l'architettura alternativa, l'architettura ecologica, la bioarchitettura
hanno portato nuovi apporti specialisti.
Queste nuove tendenze “naturalistiche” ricercano un nuovo rapporto
con la tecnologia "appropriato" all'insieme di riferimento. Da ciò è
derivato il termine di tecnologia appropriata. Questa ricerca però è
da sempre ossatura portante dell'Architettura organica, che può
essere definita come "madre" di tutte le architetture che tendono
all'armonia tra uomo tecnologia e natura.
La formazione
La vita provinciale (Wisconsin)
1887 - Lo Studio Sullivan
Tipica casa di pionieri, 1683
1893
Apre uno studio di architettura
Prime commissioni
(Casa Winslow a River Forest, Illinois)
1905
Primo viaggio in Giappone
Le “prairie house”
Prairie houses
•
L'architettura organica può riconoscersi nel programma di Wright
per le prairie houses, che sembra plasmare la struttura della
costruzione armonizzandola con l'uomo e l'intorno ambientale; è la
realizzazione di quel nuovo sistema in equilibrio tra ambiente
costruito e ambiente naturale che è il fine essenziale di questa
architettura e che raggiunge nelle opere di questo maestro il suo
livello più alto.
Il tema della casa
1.
2.
3.
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5.
6.
7.
Ogni individuo deve avere una propria casa e questa deve
essere espressione della personalità di chi la abita
Integrare l’edificio con il sito. Ogni architettura dovrà crescere
senza sforzo dal luogo
Ridurre al minimo il numero delle stanze che compongono
l’edifico, superando la logica della pianta ottocentesca
composta da vani rigidi e semi indipendenti a favore di uno
spazio libero e variabile
Garantire continuità tra interno ed esterno dell’edificio,
intendendo le pareti e aperture come elementi partecipi di un
unico sistema spaziale
Usare pochi materiali cercando di metterne in risalto le
caratteristiche proprie alla loro natura.
Ricercare la maggiore integrazione possibile tra elementi
tecnici, arredi e spazio interno.
Eliminare tutti quegli elementi decorativi che, unicamente fini
a se stessi, ingombrano i fronti degli edifici
Il “progetto organico”
I punti più importanti di questo progetto organico:
1. ridurre al minimo le partizioni , l'aria e la luce devono
permeare l'insieme realizzando un'unità architettonica;
2. creare un armonia dell' edificio con l 'ambiente esterno
accentuando l'aggetto delle superfici orizzontali della casa;
3. dare proporzioni logiche ed umane alle aperture interne ed
esterne rendendole naturalmente ricorrenti in tutta la struttura
dell'edificio;
4. evitare le combinazioni di diversi materiali usando per quanto
possibile un unico materiale la cui natura deve legarsi
all'edificio divenendo espressione della sua funzione
5. incorporare organicamente gli impianti come elementi
interreagenti nella struttura dell'edificio;
6. far divenire l'arredamento parte integrante dell'edificio come
architettura organica col tutto.
Il camino
•
•
Il camino diventa il perno del sistema compositivo, elemento di
unione tra cielo e terra, simbolo della dimensione domestica.
E’ l’elemento più intimo dell’abitazione, l’elemento attorno a cui si
riunisce la famiglia, anzi ne costituisce il cuore interno, il perno
simbolico più evocativo, secondo la più schietta tradizione dei
pionieri
Ideologia
•
La centralità del tema della “casa” è l’espressione di quella
componente inconfondibile ed intrinseca all’opera di Wright:
l’orgoglioso aspetto soggettivizzante, espressione
dell’individualismo creativo, del culto della personalità che
riconosciamo come uno degli elementi caratterizzanti della cultura
americana.
Robie Hause, 1909, Chicago
Il capolavoro
The Fallingwater
(La casa sulla cascata)
1936
Una vecchia cartolina con la cascata prima della costruzione della casa
Storia
•
La Casa sulla cascata è il nome italiano con cui è più nota
Fallingwater, o Casa Kaufmann dal nome del suo proprietario, una
villa progettata e realizzata a Bear Run in Pennsylvania (Stati Uniti
d'America) dall'architetto Frank Lloyd Wright e considerata uno dei
capolavori dell'architettura moderna.
Storia
•
Fallingwater nasce da un progetto del 1935 per Edgar J. Kaufmann,
un ricco e sofisticato commerciante di Pittsburgh.
• La sua costruzione, iniziata nel 1936, termina nel 1939. Frank Lloyd
Wright è ispirato dalla famiglia Kaufmann che è affascinata da una
cascata su un ruscello chiamato Bear Run che corre sui boschi
montuosi dell’ovest della Pennsylvania.
• Così realizza una serie di piani a terrazza a sbalzo e
sovrapposte, che si richiamano alla stratificazione delle rocce
del sito e che aggettano audacemente sopra la cascata creando
un eccezionale effetto scenico.
• La pietra nativa si fonde con le strutture in cemento armato color
beige (originariamente color albicocca chiaro) che si amalgamano
come in un unico impasto; così che la costruzione non può essere
immaginata in nessun altro luogo se non in questo.
Casa - Museo
•
•
La famiglia Kaufmann usa l’abitazione come casa di vacanza sino
agli anni cinquanta, donandola nel 1963 al Western Pennsylvania
Conservancy, che la fa diventare una casa museo aperta al pubblico
con migliaia di visitatori ogni anno.
L’abitazione conserva intatto quasi tutto l’arredamento disegnato da
Wright e numerosi oggetti d’arte di famosi artisti dell’epoca, oltre a
tappezzerie e libri originali.
Poetica
•
Quest'architettura (definita dal suo autore "architettura organica")
promuove un'armonia tra l'uomo e la natura, la creazione di un
nuovo sistema in equilibrio tra l'ambiente costruito e l'ambiente
naturale attraverso l'integrazione dei vari elementi artificiali
(costruzioni, arredi, ecc.) e naturali dell'intorno ambientale del sito.
• Tutti divengono parte di un unico interconnesso organismo
architettonico. Wright in FallingWater adopera per raggiungere la
sua architettura organica non solo i materiali del luogo, come la
pietra, ma anche e soprattutto una moderna tecnologia espressiva,
che nonostante la sua apparente dirompenza si integra
meravigliosamente con i suoi volumi nello spazio del luogo
Una vecchia cartolina con la cascata prima della costruzione della casa
F
Struttura
•
•
•
•
Al piano principale ed al lato del camino, poggiante su un
macigno e fulcro della composizione, è il grande soggiorno
aperto verso sud e fiancheggiato da due terrazze; sul suo angolo
ad est è l'ingresso al quale segue la scala che porta ai piani
superiori.
La zona giorno occupa il lato nord dell'edificio; dal soggiorno con
una scala si scende al basamento dell'edificio, dove dall'acqua della
cascata emergono sagomati sostegni di cemento ed altri elementi
portanti, formati da blocchi di pietra locale.
I tre piani della casa si arretrano gradualmente dal corpo
roccioso centrale, il succedersi dei piani equivale ad un
continuo incrociarsi di un volume sull'altro. La logica
compositiva si basa sul saldo rapporto con l'ambiente
circostante: la dissimmetricità dei corpi e lo slittamento dei
volumi riflettono e al contempo esaltano l'organico "disordine"
proprio della natura del luogo.
La tradizionale scatola dell’abitazione è “esplosa” lasciando
liberi i volumi.
F
dettaglio
Ricerche architettoniche di
altri architetti
Alvar Aalto, VILLA MAIREA, 1939, Noormarkku, Finlandia
Philip Johnson, CASA DI VETRO, 1949, Connecticut, USA
Ludwig Mies van der Rohe
Farnswort house
Aquisgrana, 27 marzo
1886
Chicago,17 agosto 1969
Biografia
• Nato ad Aquisgrana con il nome di Maria Ludwig Michael Mies, è il
più giovane di cinque fratelli. Il padre Michael Mies è uno scalpellino
• Sarà l’architetto ad aggiungere al cognome paterno anche quello
materno.
• Nel 1907 entra nello studio di Peter Behrens, architetto di fama
internazionale, dove rimane fino al 1912. Sotto l'influenza di
Behrens, Mies sviluppa un approccio stilistico basato su una tecnica
strutturale avanzata. Sviluppa anche una simpatia per il "credo"
estetico sia del Costruttivismo Russo che del gruppo del De Stijl
olandese
• I suoi contributi maggiori alla filosofia architettonica dei tardi anni '20
e '30 li dà come direttore della Bauhaus.
• Durante questo periodo progettò numerosi edifici, tra i quali il
Padiglione di Barcellona (inclusi gli arredi interni e la celebre
poltrona Barcellona)
Biografia
• Nei tardi anni '30 dovette lasciare il paese, amareggiato per l'ascesa
del potere nazista. Quando arrivò negli Stati Uniti, la sua influenza
come designer era già notevole: era stato il direttore della scuola del
Bauhaus per molti anni ed aveva vinto numerosi ed importanti
concorsi per la progettazione di opere architettoniche.
• Mies van der Rohe si stabilì a Chicago, dove divenne il preside della
scuola di architettura al Chicago's Armour Institute of Technology
(più tardi rinominato Illinois Institute of Technology - IIT)
• Dal 1946 al 1950, Mies van der Rohe costruì la Farnsworth House
per Edith Farnsworth, un ricco medico di Chicago. Fu la prima casa
costruita da Mies van der Rohe negli Usa.
• Nel 1958, costruì quella che è considerata l'espressione massima
dell'International Style dell'architettura, il Seagram Building, a New
York.
Biografia
• Nel 1962, ormai anziano e malato, è incaricato di realizzare il museo
di arte contemporanea a Berlino.
• La Neue Nationalgalerie è l'opera più grandiosa e tragica di Mies:
un'aula quadrata di quasi sessantacinque metri di lato con un tetto
che poggia solo su otto pilastri in acciaio. L'ultimo edificio realizzato
da Mies van der Rohe ne consacra la figura ad un'architettura
classica senza tempo, paragonabile a quella dei templi greci.
Poetica - Pensiero
Poetica
L’architettura è la volontà dell’epoca tradotta in spazio. Vivente. In
cambiamento. Nuova.
• Rifiuto del storicismo: l’architettura deve esprimere il proprio
tempo
Poetica
L’architettura è la volontà dell’epoca tradotta in spazio. Vivente. In
cambiamento. Nuova.
• L’essenza dell’architettura è il costruire (da qui la sua
attenzione per ogni dettaglio costruttivo). L’architettura è
ricondotta a tecnica
• Gli edifici devono perciò assumere un valore atemporale,
recuperando quella che è la sostanza dell’architettura: il
costruire
Poetica
L’architettura è la volontà dell’epoca tradotta in spazio. Vivente. In
cambiamento. Nuova.
• La scopo dell’architettura non è dare una forma (stabilita a
priori); piuttosto la forma è il risultato di un processo (di
progettazione) che diventa l’elemento essenziale. Variando il
processo cambia anche la forma.
• Il procedimento-progettazione è il momento in cui ci si confronta
con la sostanza dell’architettura (il costruire, la funzionalità), che
rimane distinta dalle componenti figurative (decorazione) e di
rappresentazione (il valore simbolico).
• Determinare la forma a partire dall’essenza del compito,
con i mezzi del nostro tempo.
Poetica- Uomo e ambiente
• L’uomo quando si insedia nel mondo attua un processo
imprescindibile di “culturalizzazione” dell’ambiente naturale,
processo che crea un’inevitabilmente frattura e distacco (non
esiste il “silenzio della forma”).
• Tuttavia secondo Mies è possibile ridurre al minimo questa
distanza attraverso un processo di riduzione arrivando a un
grado zero dell’atto costruttivo.
Poetica
Edifici pelle ossa ("skin and bone")
Da qui un processo a ritroso, una rigorosa ricerca di
semplificazione e purificazione dell’atto costruttivo.
Nella sua lunga ricerca si configura quindi una grammatica basata su:
• il pilastro in acciaio
• il telaio in acciaio e vetro
Poetica
Edifici pelle ossa ("skin and bone")
• La struttura, la sua tamponatura (vetro, mattoni, marmo, cemento,
ecc.) e il basamento diventano i punti fondanti.
• È il grado zero del costruire: base (stilobate) struttura (verticali e
orizzontali) chiusura.
• Famoso il suo motto: "il meno è più" ("less is more")
Poetica
Due spazialità: protettiva / di apertura
Gli spazi creati (se pur isomorfi, liberi, astratti, contemplativi) sono
pensati per accogliere la vita, ma non abbandonandosi alla sua
casualità.
Mies lavora su due tipi di spazialità complementari:
• lo spazio scatolare chiuso e tradizionale, che rimanda alle
necessità primarie dell’uomo e alla natura protettiva dell’architettura;
• dall’altro una spazialità isomorfa e aperta al mondo che riguarda
la dimensione quasi divina dell’uomo, il suo desiderio di abitare nel
mondo, il suo liberarsi dalla stretta necessità e dunque dalla
dimensione corporea.
Casa Farnsworth
Fox River Valley, Plano (Illinois)
1945/50
Casa in vetro a struttura d’acciaio
Storia
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•
La Casa Farnsworth (in inglese Farnsworth House) è uno dei più
celebri progetti. Progettata e costruita, tra il 1945 e il 1951, come
casa per i weekend è costituita da un monolocale, con al centro il
blocco dei servizi.
È collacata in un contesto un tempo rurale, a 90 chilometri a sudovest di Chicago, nei pressi del fiume Fox, a sud della cittadina di
Plano.
La casa in vetro e acciaio fu commissionata dalla dr.ssa Edith
Farnsworth, che desiderava un luogo dove poter godere della natura
e dedicarsi ai suoi hobby.
Mies creò una casa di 140 m² che è divenuta uno dei simboli del
movimento moderno.
Storia
•
•
La commessa aveva le caratteristiche ideali per un architetto, ma fu
rovinata da una controversia pubblica, fra il committente e l'autore,
iniziata a costruzione quasi ultimata.
La casa costò 74.000 dollari del 1951, equivalenti a circa un milione
di dollari del 2006, contro un preventivo di 58.400 dollari, con un
onere aggiuntivo di oltre il 26% dovuto all'aumento dei prezzi dei
materiali del dopoguerra e alla scarsità di mano d'opera per i
massicci arruolamenti nella Guerra di Corea.
Storia
•
Giunti vicino al completamento della costruzione, l'inasprirsi dei
rapporti tra la dottoressa Farnsworth e Mies condusse alla denuncia
da parte dell'architetto/costruttore per un mancato pagamento di
$28,173 nei costi di costruzione.
• La proprietaria allora fece domanda di risarcimento per presunti
danni. L'avvocato di Mies riuscì a dimostrare che la Farnsworth
aveva approvato i piani e l'aumento di spesa, e la corte impose alla
proprietaria di saldare i conti.
• Le accuse di negligenza da parte della dottoressa vennero dunque
respinte come infondate. È stata comunque una vittoria amara per
Mies, considerando la pubblicità negativa che seguì la vicenda. Il
conflitto portò come risultato il non completamento dell'opera e la
mancanza di arredo all'interno.
Analisi
Grandi cristalli posati nella natura.
L’arte di levare fino all’estrema semplicità di
aspetto, lascia meglio indovinare la pura
bellezza dei volumi
Struttura
•
•
•
•
Le caratteristiche essenziali della casa sono immediatamente
evidenti. L'uso di pareti vetrate apre l'interno verso l'ambiente
circostante, limitando l'opacità alle sole partizioni orizzontali, due
lastre, che racchiudono l'ambiente abitabile.
I bordi delle lastre sono caratterizzati dall'uso di acciaio a vista,
dipinto di bianco. La casa si trova a circa 1,5 metri da terra,
sopraelevata mediante 8 pilastri (con il profilo ad H), anch'essi in
acciaio bianco, collegati alla piastra del pavimento e a quella del
soffitto.
L'edificio sembra galleggiare senza peso sopra la superficie che
occupa. Una terza piastra, leggermente ribassata rispetto al livello
della casa, funge da collegamento tra il suolo e il piccolo portico
antistante l'ingresso.
I gradini, la terrazza e il pavimento sono in lastre di travertino; i vetri
hanno tende di shantung grezzo.
Interno - OPEN SPACE
•
Mies applica qui il concetto di open space, un grande spazio non
strutturato, ma disponibile ad adattarsi alle esigenze di più persone.
Al centro della grande camera si trova il "nocciolo" dei servizi, due
blocchi in legno contenenti un guardaroba, il bagno e la cucina.
• Lo spazio restante è caratterizzato dalla presenza di elementi mobili
che suggeriscono una suddivisione spaziale non rigida.
• Il concetto di stanza singola utilizzabile liberamente e flessibile,
priva di ostacoli all'interno e racchiusa da una cortina vetrata retta
da un esile apparato strutturale, è uno degli ideali architettonici che
più caratterizzeranno la carriera americana di Mies van der Rohe.
• La Farnsworth House è molto significativa in quanto prima completa
realizzazione di questo ideale, prototipo della sua visione di come
dovrebbe essere l'architettura in un'era tecnologica.
Casa Farnsworth, 1945-1951, Plano, Illinois, Usa
Architettura
•
•
L'edificio ricevette grandi elogi da parte delle riviste architettoniche,
con il risultato di attirare sciami di visitatori indesiderati che volevano
rimirare il capolavoro di Mies. Tuttavia, a seguito dell'azione legale
indetta da Edith Farnsworth, la casa divenne un simbolo dei conflitti
sociali caratterizzanti l'era McCarthy. L'abitazione fu oggetto di
critiche da parte delle riviste anti-moderniste, che arrivarono perfino
ad additarla come tentativo comunista di soppiantare l'abitazione
tradizionale americana.
I punti principali delle critiche vertevano sulle grandi pareti vetrate, il
tetto piano e la mancanza di calore rispetto agli edifici tradizionali.
Nonostante ciò, la casa Farnsworth è stata acclamata come uno dei
capolavori del Movimento Moderno, e Mies ha ricevuto la Medal of
Freedom dal presidente americano per il suo contributo
all'architettura. Philip Johnson vi ha tratto ispirazione per realizzare
la sua Glass House
Opere
Seagram Building
a New York
Altre case
Curzio Malaparte, CASA MALAPARTE, 1941, Capri, Italia
Carlo Scarpa, VILLA OTTOLENGHI, 1978, Bardolino, Verona, Italia
Antti Lovag, PALAIS BULLES, 1989, Canne, Francia
A
A
A
Simon Ungers, T-HOUSE, Wilton, Saratoga Sprongs, New York, Usa
Anthony Hudson, BAGGY HOUSE, 1994, Devon, Inghilterra
Shigeru Ban, PAPER HOUSE, 1995, Yamanashi, Giappone
Future Systems, CASA IN GALLES, 1996, Milford Haven, Galles
Ken Shuttleworth, CRESCENT HOUSE, 1997, Wiltshire, Inghilterra
A
Steven Holl, Y HOUSE, 1999, New York, Usa
Steven Holl, Y HOUSE, 1999, New York, Usa
A
Sean Godsell
CARTER/TUCKER HOUSE
2000
Victoria, Australia
ARCHITETTURA
CONTEMPORANEA
Sostenibilità e consapevolezza
ambientale
Norman Foster
L’architettura high tech
Norman Foster
Biografia
•
•
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•
•
•
Sir Norman Foster (Stockport, 1 giugno 1935) è un architetto e
designer britannico, tra i principali esponenti dell'architettura high tech.
Foster nacque a Manchester in una famiglia di operai, lasciò la scuola
a 16 anni e andò a lavorare negli Uffici del Tesoro del comune di
Manchester.
Dopo il servizio militare nella Royal Air Force si iscrisse alla Scuola di
Architettura e Pianificazione Urbana dell'Università di Manchester e
conseguì il diploma nel 1961.
Continuò gli studi all'Università di Yale, negli Stati Uniti. Tornato in
Inghilterra, Foster fondò nel 1965 uno studio, Team 4, con Richard e
Sue Rogers e la moglie Wendy.
Nel 1967 Rogers lasciò Team 4 per lavorare con Renzo Piano, e
Foster fondò con la moglie la Foster Associates, ora nota come Foster
and Partners.
Tra il 1971 e il 1983 collaborò con Buckminster Fuller su diversi
progetti, affermandosi a livello internazionale.
Architetto “superstar”
• Foster ha ricevuto importanti riconoscimenti e premi. Nel 1990 è
stato nominato baronetto dalla corte britannica, nel 1997 gli è stato
conferito l'Order of Merit e nel 1999 è stato insignito del titolo di
Lord.
• Ha vinto due premi Stirling (1998 e 2004) e un premio Pritzker
(1999). Foster ha tuttavia ricevuto alcune critiche nel Regno Unito,
dove è definito da alcuni un architetto "superstar", in conseguenza
del fatto che a certi architetti viene riservato uno stato preferenziale
in base alla loro fama.
• Attualmente la società Foster and Partners ha sedi a Berlino,
Francoforte, Glasgow, Hong Kong, Londra e Tokyo e conta più di
700 dipendenti
Pensiero - Poetica
Sede della Hong
Kong and Shanghai
Bank nel cuore del
quartiere finanziario
di Hong Kong (197986)
Il pensiero – Qualità della vita
• "...Fin dagli inizi, trent'anni fa, lo Studio ha improntato la propria
attività alla ricerca della qualità, nella convinzione che la qualità di
ciò che ci circonda abbia un'influenza diretta sulla qualità della
nostra vita sia sul posto di lavoro, sia nelle nostre case, sia negli
spazi pubblici.
Il pensiero – Dalla maniglia al grattacielo
• L'attenzione alla dimensione sociale deriva dalla consapevolezza
che l'architettura è generata dai bisogni dell'uomo, che sono bisogni
dello spirito oltre che materiali. Questa filosofia e questi valori, che
ispirano ogni nostro lavoro, non mutano a seconda della scala e
delle dimensioni dei progetti.
• Il che spiega perchè, per noi, nessun dettaglio è di poca importanza
e perchè prodighiamo la stessa cura anche al disegno di un mobile,
di una maniglia, di un rubinetto. Sono tutti elementi, infatti, che
contribuiscono a creare l'ambiente con cui veniamo in contatto ogni
giorno della nostra vita: la qualità del design, della funzionalità, della
fabbricazione di ognuno di essi ha rilevanza fondamentale...".
Il progetto
• L’affermazione cardine del pensiero di Foster è che “virtualmente
tutto quanto è stato costruito dall’uomo ha subito un processo
progettuale che implica scelte e decisioni”. Da qui la considerazione
che ogni atto di trasformazione è architettura.
• Il progetto è l’idea chiave del suo metodo: il progetto inteso
come un processo realizzato da un team affiatato che riunisce,
senza confonderle ma fondendole in unità d’intenti, diverse
competenze che si confrontano tra loro e con i soggetti che il
progetto implica (committenti, realizzatori, utilizzatori).
• La pratica dell’architettura è ripristinare un ordine possibile in un
mondo disordinato; da qui il pensiero di come un luogo possa
essere reso migliore, attraverso l’architettura, rispetto allo stato delle
cose.
Il progetto
• Lo scopo dell’architettura-progetto è quindi ripristinare un
ordine possibile in un mondo disordinato; da qui il pensiero di
come un luogo possa essere reso migliore, attraverso l’architettura,
rispetto allo stato delle cose.
Il luogo e la tipologia architettonica
• La visione del luogo dove il progetto va ad inserirsi è l’atto
preliminare e fondativo; il luogo va interrogato nella sua
complessità fisica e nell’affollamento delle presenze
umane.
• Perciò non esistono tipologie architettoniche predeterminate (da
riproporre) ma ogni soluzione è diversa perchè in relazione al
luogo.
• “L’unica costante è il cambiamento”; ogni tipologia (il museo,
gli uffici, l’aereoporto) va ripensata e tenuta aperta a future
trasformazioni in relazione agli usi ed al tempo.
Flussi - Trasparenza - Luce
• L’architettura viene definita e strutturata dal pensiero del movimento
e dal flusso di persone che vi si muovono internamente.
• Perciò è importante che la comunità che abita un edifico sia resa
visibile all’esterno e a se stessa; da qui la “religione della
trasparenza” che rende visibile i flussi delle persone e che permette
di mantenere un contatto visivo e fisico con la realtà naturale esterna.
• Tuttavia non si tratta dell’idea modernista dello spazio aperto sul
mondo in quanto rimane l’idea della prestazione-funzione dell’edifico
dunque la sua natura di rifugio.
• Tutto questo si concretizza nelle grandissime superfici trasparenti
che caratterizzano le sue architetture.
• All’idea della trasparenza è legata quella della luce, componente
fondamentale della sua ricerca; grandi diaframmi trasparenti che
lasciano filtrare dall’alto la luce naturale
Reichstag, Berlino (1999)
T
Spazio isomorfo e polifunzionale
• Conseguente all’idea di un’architettura volta a lasciarsi attraversare
da flussi vitali e materiali, teatro di tempo e movimento, è la
concezione di uno spazio isomorfo e polifunzionale (i modelli sono
molti tra cui il Crystal Palace, o la ricerca di Mies van der Rohe).
• Uno spazio privo di caratterizzazione spaziale, estensibile all’infinito
fondato sul principio costruttivo del montaggio.
• L’idea di uno spazio aperto dove ci si muove liberamente si richiama
ad una dei modelli spaziali cari a Foster, ovvero il volo.
Tecnologia
• L’idea dell’edificio come luogo di flussi , si estende alla sua vita
materiale al pensiero del movimento di acqua, rifiuti, aria, elettricità,
informazioni, automobili, treni, aerei, ecc.
• Tutta la componente impiantistica non è vista come un limite, non
come un impedimento alla qualità formale dell’architettura, ma al
contrario come occasione non meno di altre degna di attenzione
progettuale e formale.
• Da qui la definizione un po’ riduttiva di “estetica high tech”
• L’aspetto tecnologico si sviluppa in relazione anche alla
realizzazione dei progetti: rapidità costruttiva e drastica riduzione dei
costi attraverso l’utilizzazione di materiali industriali prefabbricati. A
questo iniziale interesse si aggiunge nel tempo la sperimentazione
di tecnologie estremamente innovative e tecnologicamente avanzate
a cui si affianca tuttavia la costante attenzione alla tradizione
The Sage Gateshead, Gatheshead, Gran Bretagna
La definizione estetica
• Ogni dettaglio merita un’attenzione progettuale che si va ad
integrare quindi alla scala dell’edifico che a sua volta si
relaziona con la città o il paesaggio circostante.
• Foster rifiuta la visione “cosmetica” che interviene sull’edificio
dopo che l’atto costruttivo è stato compiuto.
• Vale a dire non ci sono “decorazioni” nella sua architettura e
l’aspetto estetico è intrinseco all’aspetto progettuale/tecnico; in
questo ci si richiama ancora una volta a figure come quella di
Joseph Paxton.
La definizione estetica
• Vi è in questo anche una sottile polemica contro il Modernismo
che comunque dava molto spazio ad un’elaborazione formale
molto soggettiva e individuale( architetto-artista).
• Foster contrappone l’idea di un progettista anonimo che è
soprattutto problem solver ; da qui il suo lavorare in team, dove
ad esempio la componente ingegneristica non è ancella della
forma architettonica.
• Tuttavia un team ha bisogno di un leader che è appunto
l’architetto che si fa custode della forma complessiva, manager,
comunicatore con l’esterno, ecc.
La storia – Integrazione
Il microchip e il giardino zen
• Il concetto chiave del progetto è: integrazione; non confronto o
scontro tra presente e passato, ma fusione delle loro visibili e
invisibili strutture.
• Ogni epoca lascia un segno ed ha una propria identità.
• La continuità è consustanziale allo spirito del nuovo.
• L’architettura è il matrimonio tra il funzionale (il microchip) e lo
spirituale (il giardino zen).
• Non c’è contraddizione nel coniugare tradizione e nuove tecnologie.
In ogni epoca le strutture più durevoli hanno sempre spinto ai limiti
la tecnologia: la cattedrale gotica, i templi lignei giapponesi, gli
edifici dell’antica Roma
Carr₫ d’Art, 1984-93, Nimes, Francia
Il pensiero “ecologico” - Sostenibilità
• Foster sottolinea come una delle priorità della moderna architettura
sia la necessità di perseguire linee di sviluppo sostenibile.
• La necessità di controllare l’impatto sull’ambiente delle attività
umane non è mai stato tanto urgente come oggi.
• La sostenibilità deve pero essere pensata con un approccio olistico
(olismo= teoria secondo cui l’organismo è un tutto superiore alla
semplice somma delle sue parti) in cui si tenga conto della
collocazione e della funzione di un edificio, della sua flessibilità e
della sua durata, dell’orientamento, della forma e della struttura, dei
sistemi di ventilazione e riscaldamento, dei materiali impiegati; tutto
questo ha un impatto sulla quantità di energia spesa per costruire e
mantenere un edificio
• L’uso quindi di tecnologie per il risparmio energetico: uso di sistemi
di illuminazione a bassa intensità, vetri riflettenti la luce e il calore,
coibentazione, ecc.
Sede Centrale Hearst,
2000-2006, New York,
Usa
Il pensiero “ecologico” - Densità
abitativa e qualità architettonica
•
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•
•
Vi sono altri elementi, non secondari, da considerare: la crescita della
popolazione mondiale e lo spostamento di gran parte di essa verso i
grandi centri urbani.
La pianificazione urbana permette anche il risparmio energetico: ad
esempio le auto rappresentano un problema cruciale; per ridurre gli
spostamenti in auto dobbiamo promuovere lo sviluppo di città compatte
e di nuovi insediamenti ad alta densità.
Quale rapporto tuttavia può esserci tra densità abitativa e qualità
architettonica? L’alta densità ha generato contesti più poveri ma anche
situazioni positive (Monaco, ecc.)
La risposta avviene attraverso molti spunti: il risparmio del “suolo”
rivitalizzando il patrimonio storico esistente e promuovendo appunto
strutture ad alta densità abitativa dove vengono raggruppati funzioni
lavorative e abitative creando così comunità localizzate in cui trasporti,
lavoro, scuole e negozi siano collocati rispetto alla propria abitazione a
distanze raggiungibili a piedi o in bicilcetta.
Lavorando quindi anche sulle infrastrutture (trasporti, ecc.)
Il 30 St Mary Axe
conosciuto anche come The Gherkin (Il
Cetriolino)
oppure, facendo riferimento al proprietario (il
gruppo assicurativo Swiss Re) come The
Swiss Re Tower, Swiss Re Building o Swiss
Re Centre
Chesa Futura
St. Moritz, Svizzera 2000-2002
Modello metodologico
•
“Chesa Futura”, espressione “romancia” per dire “Casa Futura” è’
una specie di “dirigibile” sinuoso la cui costruzione è frutto della
collaborazione di una folta schiera di professionisti locali, inglesi e,
perfino, statunitensi.
• L’edificio per appartamenti è stato progettato unendo tecnologia
all’avanguardia e tradizione antica. In fase di progettazione sono
stati usati programmi avanzati di disegno tridimensionale cad per
ottenere una forma molto innovativa.
• La casa si pone come un possibile modello metodologico,
applicabile anche in altri contesti, incentrato sull’impiego di risorse
locali e sull’applicazione, anche in aree non metropolitane, di un
principio centrale nella ricerca dell’architetto inglese, ovvero la
densificazione abitativa, in chiave di risparmio energetico, con alti
standard di qualità.
Descrizione
•
Norman Foster ha creato un complesso residenziale unico nel suo
genere destinato ad acquirenti esclusivi.
• L’edificio è costituito da tre piani e due livelli sotterranei adibiti a
parcheggio.
• La sua forma arrotondata è una risposta alla conformazione del
territorio ed alle condizioni climatiche locali. Permette di evitare
un’apparenza massiccia e contemporaneamente di avere ampia
vista panoramica sulla valle e sul lago di St. Moritz.
• L'edificio è alto quasi 15 m ed ospita sei appartamenti, ognuno dei
quali composto da 8 a 10 locali, completamente esposti al sole.
• Gli appartamenti si raggruppano rispettivamente attorno ad uno dei
due nuclei cilindrici rivestiti di calcestruzzo,nei quali si trovano i vani
scale e ascensori. L'accesso ai due piani del parcheggio è
sotterraneo, esattamente come tutti i locali tecnici.
• Verso il lato sud gli appartamenti si aprono al sole con grandi
vetrate e logge; qui si collocano gli ambienti di soggiorno; nella zona
a nord è distribuita la zona notte; qui le finestre sono strette e
profonde ispirate all’architettura tradizionale.
Struttura
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La struttura è sollevata dal suolo ed appoggiata su otto pilotis in
acciaio: fa parte della tradizione svizzera che le costruzioni in
montagna siano staccate dal suolo, per ovviare al problema della
neve che si deposita nei mesi invernali.
La forma è stata perfezionata con un programma che unisce pianta
e alzato del progetto per creare un volume tridimensionale. Le
informazioni digitali ottenute sono state direttamente trasferite agli
strumenti di taglio per la realizzazione dei modelli di studio e
successivamente alle macchine con cui sono stati lavorati i
componenti costruttivi in legno.
Tecnica
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Il telaio dell’edificio è costituito da una struttura di sostegno in
acciaio e da travi in legno lamellare di 6 o 7 metri di lunghezza.
Il “pacchetto” delle pareti esterne comprende le scandole, i listelli, la
struttura curva lamellare, la camera d’aria con l’isolamento termico e
la controparete in cartongesso.
Le tegole in larice che formano la pelle esterna dell’edificio sono
state lavorate dalle mani di artigiani che hanno un’esperienza
derivata dalla tradizione nell’uso del legno lunga generazioni.
Queste tegole provengono da alberi che si trovano alla stessa
altitudine del sito dell’intervento e sono state tagliate durante
l’inverno, quando il legno è secco e privo di linfa, in modo che non si
restringano. Nel tempo cambieranno la propria colorazione ed
appariranno come parte integrante del paesaggio.
Tecnica
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La copertura dell’edificio è in rame, anch’esso materiale di antica
tradizione locale perché è sufficientemente malleabile per essere
posato in opera anche quando la temperatura si abbassa.
L’edificio è aperto all’ingresso della luce solare attraverso i balconi
verso sud, mentre è chiuso a nord dove si affaccia sulle montagne
ed è esposto ai venti freddi. Una maggiore inerzia termica dei
tamponamenti su questo lato contribuiscono ad aumentarne
l’isolamento.
• La forma curva permette alle finestre di avvolgersi attorno alla
facciata, proporzionando le viste panoramiche sul lago e sulle
montagne circostanti.
Linguaggio -tecnica
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Con la Chesa Futura Norman Foster ha imposto nuovi standard:
un'intelligente scelta di materiali, la precisione nella lavorazione,
l'inalterabilità per lunghi decenni, l'integrazione nel contesto
esistente e un linguaggio formale che deriva coerentemente da
esigenze tecniche. Tutti requisiti che sono stati anche alla base
della comunicazione integrale del progetto.