Motivi per determinare l`età cronologica di un minore non

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Motivi per determinare l`età cronologica di un minore non
Motivi per determinare l’età cronologica di un minore non accompagnato,
senza documenti o con documenti che sono o potrebbero essere falsi, nel
caso ci siano dubbi sulla reale minore età
Motivi:
1) Estrema vulnerabilità di un minore rispetto ad un adulto che lo fa rientrare nella categoria di stato di
abbandono e quindi necessità di assistenza e tutela;
2) diritto dei minori, rispetto agli immigrati illegali, all’istruzione (che per esempio può cadere se viene
assegnata un’età superiore ai 16 anni), all’assistenza sanitaria e ad altre forme di tutela quali
protezione, assistenza, accoglienza in luogo sicuro, permesso di soggiorno e possibilità di far ricorso agli
istituti giuridici della tutela e dell’affidamento familiare.
3) Diverso comportamento delle leggi italiane nei confronti di minori, che non possono essere espulsi
(art.19, comma 2 T.U. sull’immigrazione), mentre un adulto riceve un’ingiunzione di espulsione e spesso
viene accompagnato fuori dai confini nazionali. Per il minore viene avviato un processo di ricongiungimento
familiare che porta al rimpatrio assistito solo nel caso sia di vantaggio per lui e per la famiglia, in
collaborazione con le autorità del paese di origine.
4) Diverso comportamento dell’autorità giudiziaria, in base alla maggiore o minore età e, per i minori, in
base all’età anagrafica, in seguito a condotte contro le leggi italiane (furti, prostituzione, violenze e altre).
Infatti per i minori di 14 anni vi è una “presunzione di assoluta impunibilità”, per quelli fra 14 e 18 anni
“l’imputabilità va accertata caso per caso”(art. 98 codice penale), e la competenza è del Tribunale per i
minorenni (art 67). “Qualora , anche dopo la perizia, permangano dubbi sulla minore età, questa è presunta
ad ogni effetto (art. 8 codice di procedura penale). Infine l’art. 349 del c.p.p sull’identificazione dei soggetti
indagati stabilisce che le autorità giudiziaria proceda all’identificazione della persona (non dell’età) “anche
eseguendo, ove occorra, rilievi dattiloscopici, fotografici e antropometrici nonché altri accertamenti”. Questo
ultimo punto non indica la possibilità di fare indagini mediche, a parte quella antropometrica che in pratica
si traduce in peso altezza e qualche altro dato, ma l’ultimo punto (altri accertamenti) non le esclude.
Contento se avrò una smentita, non mi pare che le varie disposizioni italiane garantiscano nei casi incerti il
beneficio del dubbio né che venga richiesto il consenso del probando all’esecuzione degli accertamenti,
come avviene, invece, nelle disposizioni e leggi in materia di molti altri paesi europei.
In base ai vari documenti consultati sull’argomento quali:
(a) il parere della II sezione del Consiglio superiore sanità del 25/02/2009 (accertamento dell’età dei minori
non accompagnati); (b) il commento di Save the Children sullo stesso; (c) e il recente “Minori non
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accompagnati – Quadro di riferimento normativo ..” del Dipartimento di Giustizia minorile dell’ 11 ottobre
2012) emerge che, sebbene debba essere sempre l’autorità giudiziaria a richiedere tale
determinazione, la si esegue anche in casi non di competenza delle autorità giudiziarie o di polizia. In ogni
caso tale determinazione, definita multidimensionale, io direi multi-specialistica, si basa soprattutto su
giudizi medici e principalmente su una visita pediatrica che esamina aspetto fisico generale, le
caratteristiche antropometriche e di sviluppo puberale del minore o presunto tale, fornisce un giudizio
psicologico sul suo grado di maturità (sarebbe più corretto che tale giudizio fosse dato da uno psicologo
dell’età evolutiva o da un neuropsichiatra infantile) e su altre metodiche mediche quali l’età dentaria
(fattibile con o senza esami strumentali radiologici) e l’età ossea fattibile solo con esame strumentale
radiologico con esposizione del minore a radiazioni, anche se di minimo di grado. Tale determinazione,
soprattutto medica, è preferita anche in altri paesi della Comunità Europea quali Spagna, Ungheria, Francia
e Romania, mentre in altri come Svezia e Gran Bretagna si preferisce l’indagine sociale e si fa riferimento
al racconto del minore. Solo in casi particolari all’indagine sociale si associa anche una perizia medica ma
sempre sotto la coordinazione e la responsabilità degli operatori sociali. Le critiche mosse da “Save the
Children” alle disposizioni italiane indicano chiaramente una preferenza per la metodologia sociale. In
generale, inoltre, si sottolinea la necessità del consenso da parte del giovane, e l’importanza di indicare il
margine di errore che nei casi ordinari è nell’ordine di più o meno 2 anni ma che in casi particolari può
anche essere di più o meno 5 anni. Infine, nel dubbio di attribuzione dell’età cronologica deve essere
applicato il principio della presunzione della minore età.
Detto questo ed esprimendo in quanto medico pediatra ( esperto in auxologia e con pluridecennale
esperienza dell’uso delle metodiche cliniche e strumentali indicate dai suddetti documenti proprio con
minori non accompagnati e con bambini giunti tramite adozioni internazionali, nonché nella valutazione di
situazioni di interesse clinico come pubertà precoci o tardive, iperandrogenismi, ipogonadismi ed altre ),
che anch’io preferirei l’indagine sociale, eventualmente in alcuni casi completata da una medicopediatrica non invasiva e, soprattutto da quella neuropsicologica. In ogni caso esamino, qui di
seguito e brevemente, le indagini proposte e comunemente eseguite in queste circostanze.
Visita medico-pediatrica e antropometrica da eseguire presso strutture pubbliche dotate di personale in
possesso di competenze specifiche ed in presenza di un mediatore culturale. Il dipartimento di Giustizia
minorile nel “Quadro di riferimento normativo” dell’11 ottobre 2012 prevede, in accordo con il protocollo
sanitario approvato dal Consiglio Superiore di Sanità, una “valutazione integrata dei dati risultanti dalla
rilevazione radiologica del grado di maturazione ossea del distretto polso-mano e dall’esame fisico
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(misurazioni antropometriche, ispezione dei segni di maturazione sessuale, con identificazione degli
eventuali disturbi dello sviluppo, definizione dello stadio di dentizione)”. Inoltre si dovrebbe avere “cura di
utilizzare le tabelle auxologiche dei diversi Paesi o, in alternativa, quelle dei Paesi più prossimi”. Le
indicazioni prevedono anche un colloquio da svolgersi con il presunto minore, senza però indicare chi lo
deve svolgere (in realtà il pediatra perché “gli accertamenti devono essere svolte presso “strutture
sanitarie pubbliche dotate di reparti pediatrici”, capaci di garantire la minore variabilità possibile del
giudizio espresso, nel rispetto delle migliori garanzie per il minore e per il perseguimento dei fini di
giustizia.)
Osservazioni: Le disposizioni attuali privilegiano il parere medico, integrato dalla valutazione radiologica.
Questo (parere medico) in tale circostanza è molto opinabile, possibilmente differente da operatore a
operatore in base alle competenze e all’importanza che si vuole dare a questo o a quell’ aspetto. Le
valutazioni antropometriche possono essere differenti, a parità di età anagrafica, a seconda dell’etnia, della
genetica familiare, delle caratteristiche familiari di crescita e sviluppo puberale - anticipato o regolare o
ritardato-, dello stato di salute e di nutrizione, dello stato sociale e psicologico. Le variabili sono tante che
anche il ricorso a curve di crescita nazionali o a dati statistici riguardanti le differenti popolazioni non è in
grado di eliminare tutti gli elementi di errore e di pregiudizio (bias) statistico. Le curve per popolazioni sono
solitamente di relativa importanza perché costruite su un piccolo campione, spesso non rispecchiante la
variabilità dell’intera popolazione. Ciò è quanto più vero per ragazzi provenienti dall’Africa sub-sahariana o
dall’Asia, (Afganistan e India in particolare), dove convivono etnie profondamente diverse con strutture
fisiche differenti. Anche le popolazioni europee possono presentare grosse differenze in considerazione
delle varie origini e lingue. Tutto sommato, in considerazione della non sempre facile reperibilità dei dati di
normalità per popolazione, io consiglierei di utilizzare anche riferimenti internazionali come quelli
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS o WHO) o altri facilmente reperibili anche in Internet
tramite il WHO stesso o l’UNICEF o altre organizzazioni internazionali.
A questo proposito, in riferimento a quanto detto sopra sulle variazioni etniche e personali, fisiologiche e/o
patologiche, vorrei ricordare che i dati antropometrici sono strettamente dipendenti dallo sviluppo puberale
e che questo presenta ampie oscillazioni intra- e inter- popolazioni e subisce l’influenza di variabili sia
fisiche (genetica, malattie) sia ambientali ( latitudine geografica, stato nutritivo, sostanze esterne alimentari
e ambientali, stato sociale, situazione psicologica ed altre).
Per fare un esempio i popoli mediterranei e i tropicali benestanti tendono ad iniziare e concludere lo
sviluppo puberale in modico anticipo rispetto a quelli del Nord-Europa, ma la media generale di età di
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sviluppo delle popolazioni tropicali, e del sud del mondo in genere, è in ritardo rispetto a quella del nord
Europa e rispetto alle minoranze ambienti (meglio nutrite e con minori stress psicologici) delle loro stesse
nazioni. Un altro esempio è quello delle bambine Rom, con caratteristiche di sviluppo puberale simile a
quello delle ragazze mediterranee, mentre i maschi sono solitamente più lenti sia delle sorelle sia dei
coetanei della stessa nazione. Ragazzi e ragazze Rom hanno in media un BMI (indice di massa corporea,
calcolato dividendo il peso in kg per la statura in metri al quadrato) più basso dei coetanei della stessa
regione, che però non impedisce alle femmine una normale e precoce fertilità con frequenti gravidanze
adolescenziali. Precedenti gravidanze, per esempio, possono spostare in avanti la valutazione dell’età
presunta, e questo è di particolare importanza per mamme Rom adolescenti, spesso costrette dalla
famiglia o, se non accompagnate, da adulti che le hanno portate in Italia con fini delittuosi, a condotte
contrarie alle leggi. Anche un precoce avvio alla prostituzione femminile, con possibili gravidanze e aborti,
o terapie anticoncezionali, può determinare un’accelerazione dello sviluppo puberale e della maturazione
fisica e scheletrica.
In conclusione e in sintesi, non avendo conoscenze anamnestiche non conosciamo se l’aspetto più o
meno maturo, la taglia corporea, lo stadio puberale e l’apparente grado di maturità psicologica siano
correlati all’età reale o a una tendenza familiare a svilupparsi in anticipo o in ritardo o a vere patologia dello
sviluppo stesso.
Radiografia mano e polso per età ossea. Come già detto in precedenza la normalità di questo esame
oscilla fra più o meno 2 anni, inoltre lo stadio di sviluppo puberale influisce enormemente sulla maturazione
scheletrica con differenze anche di 3-4 o più anni in eccesso nelle precocità ed altrettanti in difetto nei
ritardi puberali. C’è da ricordare, inoltre, che tali metodiche utilizzano standard vecchi di decenni, molto
omogenei dal punto di vista etnico e geografico e quindi poco indicativi della situazione odierna e
soprattutto del target multietnico che ci interessa. Io personalmente preferisco ancora utilizzare l’Atlante di
Greulich e Pyle, dando una valutazione globale e attribuendo diverso peso ad ogni distretto (in ordine di
importanza (1) falangi, (2) ulna-radio, (3) carpo e (-) metacarpo). Nella valutazione legale dell’età ossea
penso sia necessario utilizzare anche un altro metodo come quello di Tanner e confrontare i risultati,
mentre escluderei altri metodi meno validati e quelli che comportano altri esami radiologici.
Anche se l’irradiazione è minima è pur sempre presente e, a livello giuridico e internazionale, la mancanza
di un consenso informato potrebbe invalidare l’uso del risultato. Riguardo poi il differente valore da
attribuire in base allo sviluppo del ragazzo, recenti studi su adolescenti di varia origine etnica hanno
mostrato (soprattutto per il metodo Greulich e Pyle), una buona corrispondenza per popolazioni
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caucasiche del centro e nord Europa (compresi quindi anche i numerosi minori rumeni non
accompagnati).
Discreta corrispondenza è stata trovata anche per adolescenti provenienti dal medio oriente (Iran,
Turchia), mentre sono caratteristici i comportamenti di bambini e ragazzi americani: quelli di origine
africana tendono ad avere una maggiore maturazione scheletrica prima dello sviluppo puberale, ma
quelli di origine europea, inizialmente più in ritardo hanno una maggiore maturazione scheletrica
negli anni di medio e avanzato sviluppo puberale.
Non so se tali riscontri possano essere “trasferiti” ai ragazzi provenienti dall’Africa sub-sahariana, penso
che in questi casi possa giocare un ruolo importante lo stato di nutrizione che, se insufficiente, certamente
causa un ritardo di maturazione scheletrica e fisica in generale.
Ragazzi di origine latino-americana e Asiatica, infine, mostrano in differenti studi, la tendenza ad avere
una maturazione scheletrica superiore alla loro età sia se valutata con il metodo di Greulich e Pyle sia
con quelli di Tanner, e superiore a quelle di afro-americani e di bianchi americani.
Pochi sono gli studi su altre popolazioni, fra questi uno su bambini marocchini che mostra una
correlazione dell’età ossea con il BMI e di questo con lo stato socio-economico. Maggiore è il benessere
della famiglia, maggiore è il BMI e l’età ossea (lo stesso concetto espresso sopra per gli altri africani).
Altrettanto poco numerosi e un po’ inconcludenti sono studi su bambini e adolescenti Rom. Nel paesi
balcanici essi tendono ad avere sia una minore taglia corporea (peso, altezza e BMI) con ritardo dell’età
ossea nelle età prepuberali rispetto ai connazionali non Rom. Nonostante ciò le ragazze maturano
presto e quindi successivamente tendono ad avere un’età ossea in sintonia o in anticipo con gli
standard di GP o di Tanner, i maschi, al contrario, continuano ad essere in ritardo.
In conclusione, l’età ossea è solo un indice del grado di maturazione scheletrica che, a sua volta, è
correlata alla maturazione puberale, allo stato di nutrizione ( o denutrizione anche pregressa), al peso
corporeo se in eccesso, e ad altre variabili e quindi può differire di molto dall’età reale del minore. A mio
parere, la valutazione dell’età ossea dovrebbe essere riservata solo a casi particolari e, se eseguita, deve
essere integrata con la valutazione clinica e possibilmente con una valutazione psicologica o
neuropsichiatrica infantile.
Osservazioni conclusive Tralasciando le varie considerazioni etiche sull’opportunità o meno di fare certe
valutazioni (soprattutto quelle radiologiche), da riservare solo a casi vantaggiosi per il minore o presunto
tale, da tutti gli studi e i commenti sull’argomento emerge che è difficile, se non impossibile ed in ogni
caso mai sicuro, fare una stima reale dell’età cronologica.
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Non esiste un metodo sicuro e l’utilizzo di più metodi non può dare risultati certi. La determinazione
dell’età non è una scienza esatta, i risultati possono presentare un considerevole margine di errore,
solitamente indicato come di + 2anni ma in alcuni casi anche di 5 anni.
Certo l’uso di più metodi può portare ad una determinazione globale più precisa, ma non
necessariamente vicina a quella reale.
Gli analisti, anche se esperti nei loro campi (pediatri, auxologici, neuropsichiatri infantili, psicologi,
antropologi, mediatori culturali ed altri) e a conoscenza della diversa influenza di fattori etnici, socioeconomici, alimentari, clinici, di sviluppo mentale e del vissuto precedente, esprimono sempre un giudizio
personale maggiormente correlato agli aspetti ai quali hanno dato maggior importanza o a fattori che hanno
potuto accelerare o ritardare la maturazione fisica, puberale, scheletrica, mentale e psicologica del minore.
Ogni valutazione deve essere globale tenendo conto oltre che dei dati medici anche degli aspetti
sociali, del vissuto (esplorabile solo o soprattutto grazie all’aiuto di mediatori culturali) del ragazzo, della
sua storia e delle esperienze e sofferenze.
Il processo di determinazione dovrebbe svolgersi in tempi prolungati, in modo da poter far sorgere una
certa confidenza da e con il minore, assicurandogli nel frattempo protezione, i servizi necessari al suo
benessere morale, fisico e legale ed anche facendogli apprezzare un “modo” di vita migliore di quello a cui
in molti casi è stato costretto dagli adulti. Indispensabile infine anche, l’intervento e la valutazione, integrata
con quella degli altri operatori, di uno psicologo o neuropsichiatra infantile, per non attribuire a ragazzi/e
maturi/e a livello fisico, età anagrafiche superiori a quelle reali.
A cura di:
Raffaele Virdis
Professore Associato di Pediatria e Auxologia f.r.
Clinica Pediatrica - Università di Parma
17 dicembre 2012
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