Consiglio Pastorale della Comunità Pastorale “Santi Giulio e

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Consiglio Pastorale della Comunità Pastorale “Santi Giulio e
Consiglio Pastorale della Comunità Pastorale “Santi Giulio e Bernardo”
Verbale della riunione del 19-05-2016
In data 19-05-2016, alle ore 21.00, presso la Casa parrocchiale di Piazza Paolo VI, si è svolta la
quinta sessione del Consiglio Pastorale della Comunità Pastorale “Santi Giulio e Bernardo”.
La riunione è stata convocata con e-mail del 13 maggio dal parroco, don Walter.
Alla riunione sono presenti, in qualità di membri del Consiglio:
don Walter MAGNI, don Alessandro ZAPPA, suor Laura AGOSTANI, padre Antonio, Suor Maria DI
RAIMONDO, Suor Margaret WANJIRU, Gabriele COSSOVICH, Stefano BORRONI, Rachele
BOSOTTI, Laura CATTANEO, Mauro FERRARIO, Barbara GADDA, Eugenia LANDI, Ivana
MARCONATO, Claudio MERATI, Olga MOLINA, Luigi MORONI, Fabrizio LENTINI, Giovanni
SOTTOCORNOLA, Andrea VIGNATI, suor Lilly ROSE.
Sono assenti giustificati: don Luigi BRAZZELLI, don Giampietro CERIANI, Monica MORONI,
Rosangela GIUDICI, Alberto RE FRASCHINI.
La riunione si apre con una preghiera e una riflessione guidata da don WALTER
La riflessione si concentra sulla relazione tenuta da papa Francesco a Firenze nel novembre 2015,
in occasione dell’incontro con i rappresentanti del V convegno della chiesa italiana. Vengono
ripresi in maniera sintetica alcuni elementi del discorso, fornito in formato integrale a tutti i
consiglieri. Il Consiglio Pastorale ha il dono del consiglio e pertanto ha bisogno di formarsi, per
sapere da dove partire, su cosa confrontarsi e per poter in ultimo consigliare bene.
A seguito della riflessione, vi sono alcuni interventi.
EUGENIA: questo documento è una buona base anche per quando dovremmo metterci a lavorare
sul progetto pastorale.
Padre ANTONIO: è importante tenere in considerazione anche il discorso di apertura del Papa alla
conferenza episcopale di questi ultimi giorni, in quanto quel discorso può essere considerato come
un documento complementare. Umanità e sacralità si devono innestare. L’idea dell’umanizzazione
del sacramento dell’ordine diventa principio di sacralità dell’umano. C’è una chiesa che si abbozza
con un fascino diverso, basato sulla comunione, che diventa aspetto fondamentale.
OLGA: la Chiesa deve essere capace di tenerezza (risonanza dal testo distribuito).
Si prosegue quindi con l’ordine del giorno
1. In vista del Progetto Pastorale. Andamento raccolta risposte e prospettive di una
prima bozza del progetto.
EUGENIA, a nome della commissione, espone il punto della situazione.
Stiamo raccogliendo le risposte, cercando di riordinarle. L’iniziativa dell’assemblea dell’8
maggio è stata positiva anche se si trattava di una nuova modalità. E’ stato molto
importante dare una possibilità di riflessione. Al di là di piccoli errori nostri tecnici o formali,
le risposte sono arrivate. La commissione ne farà una sintesi da presentare al Consiglio
Pastorale. Le risposte saranno accettate fino alla fine del mese.
Adesso che siamo partiti dobbiamo metterci il nostro cuore, il nostro entusiasmo, la nostra
passione. Ognuno di noi ha un aspetto della comunità che può interessarlo o appassionarlo
di più: in questo contesto dobbiamo portare la nostra esperienza (sia positiva che
negativa).
Eugenia riporta a tutto il Consiglio Pastorale la sua esperienza: l’ambito a cui si sente più
vicina è quello delle carità. Facendo l’insegnante infatti è spesso venuta a contatto con le
esperienze delle famiglie, le loro solitudini, i loro bisogni. Personalmente ha vissuto il dolore
della malattia, momento nel quale la comunità non le è stata molto vicina. Dopo questa
esperienza ha capito che non bisogna mai abbandonare le persone in difficoltà e che
ognuno di noi deve farsi vicino alla gente, domandando e sapendo aiutare. Dobbiamo
educarci alla vicinanza. Dobbiamo aprirci all’altro e chiamare la gente alla vicinanza a chi
soffre. Dobbiamo essere concreti e appassionati.
A conclusione di questo intervento, l’invito è che tutti i membri del Consiglio Pastorale siano
in prima persona coinvolti nel consegnare le proprie risposte alle domande.
In una seconda assemblea presenteremo una bozza del progetto pastorale, ma adesso
quello che conta è completare la prima fase.
A seguito dell’intervento di Eugenia, si hanno alcune riflessioni.
FABRIZIO: sento che nel nostro rapporto con la Comunità Pastorale deve aumentare la
comunicazione. Ho incontrato molta gente che si lamenta o dice cose inesistenti. Le
risposte alle domande che mi facevano le ho trovate nel verbale del Consiglio della scorsa
volta, che penso debba essere girato non solo ai consiglieri, ma anche a tutta la comunità
(ad esempio in formato cartaceo, alla fine della messa). A volta basta solo l’informazione
chiara e completa per far sì che la gente si ponga le domande giuste. Dobbiamo esortare
chi ci fa delle osservazioni a comunicarle in modo ufficiale, per iscritto, così che ciascuno di
noi, come portavoce, le possa riferire in consiglio.
Don WALTER: ciascun membro del Consiglio Pastorale può in primis diffondere il verbale
tra i suoi contatti (ad esempio tramite email). Il bilancio delle due parrocchie verrà
pubblicato a giugno. Conta molto anche il fatto che voi consiglieri siate informati, in modo
da poter rispondere in modo adeguato alla gente.
CLAUDIO: a volte le osservazioni o le domande vengono fatte circa delle banalità per cui
non vale la pena rispondere. L’esposizione del verbale a volte è inutile perché la gente non
lo legge. Personalmente a volte, davanti a certe domande, mi sono permesso di dire basta.
Bisogna andare oltre a certe problematiche poco importanti, fare un salto di qualità nel
proprio pensiero ed impegno. Invece mi accorgo che quando parliamo con gente che
partecipa, il nostro messaggio non sempre sa essere pervasivo: la gente fa fatica a
rispondere alla nostra chiamata, ad impegnarsi concretamente in qualcosa.
Padre ANTONIO: in San Bernardo i parrocchiani leggono spesso il verbale appeso in
bacheca. Anche le critiche non sono mai banali, perché in fondo dimostrano e riflettono la
modalità di pensiero del popolo che ho davanti.
EUGENIA: la conoscenza è importante e dovremmo avere la capacità e l’umiltà di dare
delle risposte. Chi ha scritto (in merito all’interrogazione per il progetto pastorale) merita
delle risposte serie. Le modalità di trasmissione del messaggio sono importanti, ma non
dobbiamo pensare che la gente non capisca o non faccia. Dobbiamo essere rispettosi della
libertà altrui. Dobbiamo dare risposte anche a domande che ci sembrano banali, dobbiamo
‘togliere’ le preoccupazioni con una risposta chiara e precisa, in modo da poter fare un
passo ad un livello più alto.
Don WALTER: anche se ti accorgi che il livello delle domande è banale, devi comunque
fornire una risposta, per non perpetrare la banalità. A volte la gente ha solo bisogno di
essere ascoltata. Il nostro lavoro può e deve servire anche per togliere un po’ di banalità.
Padre ANTONIO: (porta come esempio la chiusura della cappella in oratorio San
Giuseppe) Si può ascoltare, ma allo stesso modo non si può sempre cedere alle
provocazioni. Ci vuole chiarezza nelle scelte fatte, che devono essere dettate da una
progettualità a lungo termine. Bisogna altresì saper mettere a tacere le chiacchiere,
soprattutto quelle che non si capisce dove vanno e da dove vengono.
GIOVANNI: la trasparenza è importante nel dialogo della comunità. Il verbale del Consiglio
Pastorale è fonte di trasparenza in merito alle decisioni ufficiali assunte. Deve quindi essere
nuovamente reso accessibile a tutti sia sul sito che all’albo. In tal modo si aiuta a definire e
chiarificare i vari aspetti e passaggi nella vita della nostra comunità, diminuendo i contrasti
o i fraintendimenti.
I problemi e le domande della gente spesso nascono per mancanza di dati, di
comunicazione e spesso, se sono collegati a questioni economiche, generano ancor più
confusione. Anche in questo contesto non dobbiamo avere paura di essere trasparenti e di
dire esattamente come è la situazione.
RACHELE: il discorso della trasparenza è fondamentale. Noi siamo qui in consiglio e allo
stesso tempo viviamo la realtà. Se nella realtà mi ritrovo con degli strumenti adeguati
(spiegazione delle motivazioni per cui vengono fatte determinate scelte), so rispondere in
modo adeguato anche alle domande che mi vengono poste (ad esempio sul cambio degli
orari delle messe). Ci sono altri casi in cui, pur essendo consigliere, non ho tutti gli
strumenti per poter portare fra la gente risposte che aiutino a capire.
Don WALTER: l’osservazione finale che mi sento di riprendere è sicuramente quella della
COMUNICAZIONE e della TRASPARENZA, ma anche della COMPROMISSIONE da parte
di ciascuno di noi. Bisogna ascoltare e capire che a volte la risposta può anche essere
diversa, rispetto alla domanda che ci viene fatta, in base al contesto o alla situazione
particolare e specifica di colui ci sta ponendo la domanda.
Ritornando alla consultazione per il progetto pastorale, si hanno delle osservazioni finali.
MAURO: dobbiamo sottolineare il fatto che non c’è bisogno di rispondere a tutte le
domande, né che è necessario attenersi a quelle. Le domande sono uno spunto per una
riflessione che può essere più personale, o indirizzata verso alcuni aspetti particolari.
Padre ANTONIO: sulla base delle risposte ricevute, potrebbe essere fatta una seconda
tornata di domande che prevedano una risposta più semplice (un semplice si/no), da
attuare come sintesi.
RACHELE: è importante continuare anche con la consultazione nei propri gruppi (ad
esempio, gruppo catechisti).
Don WALTER: come coinvolgere gli oratori? Anche la consultazione dei giovani è
importante, dobbiamo ancora capire con che modalità effettuarla.
2. Oratorio San Giuseppe: quali prospettive e quali attenzioni; raccolta di fondi a
sostegno delle spese urgenti per l'OsG, già definite dal Caep;
Don WALTER spiega che questa domenica (22 maggio) sarà inserita nel settimanale una
busta nella quale, in ragione di alcune spese in oggetto, viene chiesto a tutta la comunità
pastorale un contributo economico.
E’ sembrato opportuno fare questa richiesta in quanto sul conto dell’oratorio san Giuseppe
ci sono 5000 euro, mentre su quello della parrocchia di San Bernardo ce ne sono 35000,
mentre si ha bisogno di 45000 euro nell’immediato per gli interventi in OSG (rifacimento
erba campo sintetico e bagni). Queste sono spese urgenti per ambienti che devono essere
frequentati nell’immediato (oratorio estivo) e che non potevano più essere rimandate.
Sulle prospettive e sulle intenzioni circa l’OSG, si vuole porre la domanda in positivo. Non è
pensabile che ritorni un prete stabile o un responsabile laico. Dobbiamo invece ragionare
su prospettive che vediamo concretamente realizzabili. La risposta è di apertura, non di
chiusura.
Tuttavia ci sono problemi vari (anche a livello di custodia). Riusciamo, tenendo conto di
tutta la dinamica critica, a capire come si possa andare avanti? E’ una domanda molto
profonda che necessita di una risposta seria.
Don ALESSANDRO: si vogliono mantenere separati fra OSC e OSG il percorso
dell’iniziazione cristiana e l’esperienza dell’oratorio estivo. C’è invece un progetto su tutta la
pastorale giovanile, che deve coinvolgere le attività del sabato e della domenica. L’idea
dell’oratorio domenicale inizia un po’ a vacillare. Il sogno per il quale l’anno prossimo vorrei
spendermi è quello di caratterizzare gli oratori per diverse fasce di età. In particolare vorrei
caratterizzare l’OSG come la casa delle medie, una fascia d’età in cui bisogna fare
proposte accattivanti per avere presenze significative (ad esempio, attività di murales, vita
comune, progettazione e realizzazione di idee, spazio compiti). E’ tutto un po’ da inventare,
ma è un sogno che vorremmo provare a sperimentare.
Di conseguenza bisognerà caratterizzare la domenica pomeriggio in OSC per le
elementari, seguiti e guidati dagli adolescenti, che riescono ad organizzare meglio la
proposta di gioco (il movimento al contrario è più difficoltoso, cioè abbiamo visto che il
giocone proposto per tutti in OSG è stato meno partecipato).
Per poter realizzare tutto questo si pone anche la questione sui consigli dell’oratorio: ha
ancora senso averne due distinti?
Questi sono sogni che stiamo cercando di costruire, anche se sul numero degli educatori
c’è qualche difficoltà.
A seguito dell’intervento di don Alessandro si hanno alcune riflessioni.
EUGENIA: la proposta mi sembra davvero significativa, sarebbe molto bello avere una
casa per i preadolescenti, che è forse l’età più difficile da gestire.
FABRIZIO: si possono proporre diverse attività, ad esempio la formazione di gruppi
musicali, insegnare chitarra, organizzare con atleti mini tornei domenicali.
Don ALESSANDRO: da parte mia le proposte sono tutte ben accette, devo però fare i conti
con le forze che ho a disposizione: io, Suor Laura, qualche adolescente e qualche giovane
volenteroso.
GIOVANNI: invito a provare una nuova esperienza: entrare in rete con tutte le realtà di
associazioni o enti presenti nella citta. Esistono tante realtà, ne cito ad esempio una, quella
della corte del ciliegio gestita da una cooperativa che opera nella stessa fascia di età. A
loro si potrebbero richiedere collaborazioni per definire dei progetti in campo giovanile su
cui richiedere finanziamenti a livello locale, nazionale ed europeo.
Uno strumento specifico, da utilizzare per inserimenti protetti o di valorizzazione di
persone, che porterebbe ad un incremento delle fasce orarie di apertura e custodia dei
nostri ambienti, è la borsa lavoro che può essere attivata attraverso specifici progetti su
scala regionale ma anche locali, promossi in proprio anche dalla comunità pastorale.
Un altro elemento fondamentale che si trascina da anni e credo vada sciolto
definitivamente è il nodo delle società sportive. Non ha senso averne ancora due distinte.
In questo ambito c’è un forte arroccamento di tipo personale che blocca il passaggio verso
l’unità e non aiuta neppure a migliorare a livello agonistico.
Don ALESSANDRO: per quel che riguarda la riorganizzazione delle società sportive si
stanno già facendo passi significativi, a fronte del lavoro paziente di alcuni.
CLAUDIO: credo che ci sia poco impegno da parte dei giovani nelle attività domenicali. Ci
sono dei percorsi che si intendono intraprendere per aiutare i giovani a riprendere certe
attività e per diventare esempio per gli adolescenti?
Don ALESSANDRO: da parte mia c’è un continuo invito al gruppo giovani. In alcuni
momenti sono più presenti (sabato sera, vespero della domenica e cena insieme). Per quel
che riguarda la domenica pomeriggio ci sono dei ritmi di vita diversi (studio, attività
sportive).
Suor LAURA: a 20 anni i giovani devono anche intraprendere attività diverse
dall’animazione domenicale. L’oratorio deve essere un trampolino di lancio verso altro
(attività politiche, universitarie, sociali).
MAURO: le risorse potrebbero venire anche dalle famiglie? In quali attività la presenza
degli adulti potrebbe essere utile?
ANDREA: quale presenza devono avere le famiglie e gli adulti in oratorio? Non devono
diventare i ‘padroni’ della situazione, devono rientrare in un progetto, in linee guida.
Don Alessandro, a valle del suo intervento, chiede una seria riflessione e un aiuto da parte
dei consiglieri per portare avanti un progetto sull’oratorio e sulla pastorale giovanile, con
particolare attenzione alle seguenti problematiche:
 Proposta educativa ed utilizzo degli spazi;
 Criteri per la formazione dell’unico consiglio di oratorio
 Presenza animatori ed educatori
Si decide di formare una commissione che aiuti don Alessandro e suor Laura a ragionare e
decidere circa i punti sopra esposti.
Si rendono disponibili per partecipare alla commissione: Barbara MORONI, Alberto RE
FRASCHINI.
3. Attenzioni: OSC, la proposta di Solidarietà Famigliare di allargare la disponibilità
degli ambienti della Sedes per accoglienza di disabili anziani; sistemazione Taverna
e riordino seminterrato Sedes.
Ci chiedono di poter acquisire nella forma del Comodato gli spazi dell’ultimo piano della
Sedes Sapientiae (piano mansardato) per costruire camere dove poter ospitare persone
disabili over 65.
GIOVANNI: Dal primo di gennaio è in vigore nella Regione Lombardia la nuova legge di
riassetto del sistema socio sanitario.
Tra i punti cardini delle legge vi è il principio per cui la persona è nella sua unità portatore di
bisogni di tipo sia sanitario che sociale. Si ritorna finalmente a considerare la persona
all’interno di un unico progetto di intervento. Questo significa, e qui voglio richiamarmi
anche al passaggio relativo alla costituente Caritas Cittadina, rivedere il proprio modo di
essere protagonisti nell’ambito socio-assistenziale.
I nuovi enti nati dalla riforma ad esempio per il nostro territorio la nuova ASST Valle Olona,
devono per legge entro determinati tempi esplicitare le loro linee di azione (ad esempio il
POA) in cui inserire i vari progetti su cui costruire le risposte operative ai bisogni delle
persone ed identificare anche le varie forme di finanziamento.
La richiesta di Solidarietà familiare a mio avviso, deve quindi essere inserita all’interno di
questi nuovi percorsi in modo tale da realizzare una risposta progettuale e strutturale in
termini sia d’intervento che di copertura finanziaria al fine di evitare una risposta parziale
collegata ad un bisogno contingente.
Ciò significa prendersi del tempo per iniziare le varie verifiche e avviare le procedure
conseguenti.
E’ prevista la sistemazione del seminterrato della Sedes Sapientiae per farne un
magazzino e la sistemazione della taverna OSC per ricavare un salone utilizzabile.
4. Calendario
Alberto Tedesco verrà ordinato diacono in data 1 ottobre. Per completare il discernimento,
anche il nostro Consiglio Pastorale sarà interpellato da un commissario della commissione
"De promovendis", mercoledì 8/6. Sarebbe opportuno coinvolgere in quella occasione
anche il consiglio oratorio OSC.
Viene fissata per sabato 25/6 una mezza giornata di ritiro spirituale per il Consiglio
Pastorale e per i due CAEP.
L’ipotesi circa l'organizzazione degli incontri del teatro di via Dante 2016/2017 (martedi
settimanale e III giovedì mensile) viene rimandata al prossimo consiglio pastorale.
La seduta del Consiglio Pastorale è tolta alle ore 23:25
Don Walter Magni
Laura Cattaneo
Il Presidente
La segretaria verbalizzante
don Walter Magni
Laura Cattaneo