“riparte il futuro” e “diritto di sapere”: al via la campagna video per un

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“riparte il futuro” e “diritto di sapere”: al via la campagna video per un
COMUNICATO STAMPA
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DECRETO TRASPARENZA/ “RIPARTE IL FUTURO” E “DIRITTO DI SAPERE”: AL
VIA LA CAMPAGNA VIDEO PER UN FREEDOM OF INFORMATION ACT SERIO E
UTILE. AGGIUSTARE LA LEGGE È ANCORA POSSIBILE
Roma, 07/03/2016 - Nel corso della settimana, e forse già martedì 8 marzo, le Commissioni Affari
costituzionali di Camera e Senato si esprimeranno attraverso un parere sul Freedom of Information Act
(diritto di accesso ai dati della Pubblica amministrazione, Foia) approvato in via preliminare dal governo il
20 gennaio. Benché non vincolante, il parere del Parlamento potrà essere un segnale fondamentale lanciato
all’esecutivo: il testo in materia di trasparenza è molto lacunoso e va fortemente revisionato, come
chiedono Riparte il futuro e Diritto di Sapere, lanciando un video dal forte impatto comunicativo che
denuncia l’inefficacia dell’attuale decreto.
A suggerire una riscrittura del testo è stato anche il Consiglio di Stato, che ha ribadito quanto sostenuto da
oltre 60.000 cittadini firmatari della petizione Foia4Italy (www.riparteilfuturo.it/foia4italy) di cui Riparte il
futuro e Diritto di sapere fanno parte insieme ad altre 30 associazioni e realtà della società civile. Sono
numerosi i punti controversi del decreto governativo: in primis, la mancata semplificazione. L’introduzione
del Freedom of Information Act non porta infatti a un ridisegno complessivo del diritto di accesso e degli
obblighi di trasparenza da parte della Pubblica amministrazione (Pa), aumentando la confusione per i
cittadini e per i funzionari pubblici. Allo stesso tempo non viene identificato un responsabile unico a cui
rivolgersi per accedere ai dati, complicando ulteriormente la vita del cittadino.
Preoccupa poi l’estensione delle eccezioni (delle materie su cui non è possibile fare domanda di
accesso). In pratica, la vaghezza della formulazione, lasciando ampio spazio di discrezionalità alle
pubbliche amministrazioni, renderà inaccessibili moltissime informazioni in materia di politica
economica del Paese o quelle riguardanti gli interessi economici e commerciali di una persona fisica o
giuridica.
Suscita forti perplessità anche il silenzio-diniego. Infatti, la mancata risposta in trenta giorni a una
richiesta di accesso va considerata come un rigetto da parte dell’amministrazione che non ha l’obbligo
di giustificarsi. In questo modo il cittadino non potrà sapere se il mancato responso sia imputabile all’assenza
del documento o, invece, sia dovuto a una (ma quale?) delle molteplici eccezioni. Di fronte al silenzio
dell’amministrazione resterà un’unica strada per veder riconosciuto il proprio diritto: il ricorso alla giustizia
amministrativa. Che ha però costi elevati (500 euro di contributo), prevede la consulenza di un avvocato e ha
tempi tutt’altro che rapidi e certi. Per questo Foia4Italy ha suggerito ad esempio la via stragiudiziale,
coinvolgendo Anac (com’era previsto anche nella delega parlamentare), senza gravare sul portafoglio del
cittadino e snellendo la procedura. Peraltro il decreto, introducendo il silenzio-diniego, non prevede sanzioni
per le amministrazioni che dovessero rifiutarsi di fornire la documentazione richiesta.
In materia di costi, il provvedimento approvato dal governo non è affatto chiaro. I promotori di Foia4Italy
credono che vada riaffermato quanto già previsto dalla 241/90: la completa gratuità dell’accesso, fatto
salvo il rimborso di eventuali costi eccezionali (come la riproduzione e l'invio fisico dei documenti), che
dovranno essere adeguatamente motivati dall’amministrazione. L’era digitale consente di avere documenti
facilmente accessibili a costo zero.
“Ci aspettiamo un segnale forte dal Parlamento, che faccia proprie le perplessità già espresse dal Consiglio
di Stato e da tutti quei cittadini che sottoscrivendo la petizione di Foia4Italy hanno chiesto una profonda
revisione del testo approvato dal Consiglio dei ministri. Il Freedom of Information Act non può essere solo
un’etichetta senza sostanza ma deve invece essere uno strumento fondamentale per prevenire la corruzione
rendendo trasparente la Pa. Chiediamo ai parlamentari che si pronunceranno sul Freedom of Information
Act di farlo con chiarezza: il testo va modificato, mettendo al centro le esigenze del cittadino e non quelle
della Pa” – sottolinea Federico Anghelé (Riparte il futuro.)
“L'elaborazione di questa legge è stata tormentata e ha prodotto un testo non in linea con la legge delega
della riforma Pa e già cassato dal consiglio di Stato. C'è ancora uno stretto margine per migliorare e spero
che Camera e Senato diano indicazioni al governo in questo senso. Questa legge non solo non può
chiamarsi un Freedom of information Act, ma rischia di peggiorare ancora la scarsa trasparenza che c'è in
italia togliendo diritti ai cittadini e mettendo in difficoltà le amministrazioni che invece vogliono essere
virtuose” – sottolinea Guido Romeo (Diritto di sapere).
GUARDA IL VIDEO
https://youtu.be/DwgsSH2qhB8
IL VIDEO
In un’ambientazione surreale - in cui non è chiaro se siamo finiti dentro Black Mirror o in una commedia
italiana - un ineffabile personaggio ci illustra le mirabolanti caratteristiche della “legge del futuro”. Un
cittadino comune, come potrebbe essere ognuno di noi, viene scelto per essere il primo a richiedere il libero
accesso ai dati della Pa in base al nuovo decreto. Il Freedom of Information Act è incarnato da un
funzionario-robot che ben presto inizia a dare risposte sempre più grottesche e bizantine alla richiesta di
informazioni da parte del cittadino sulla presenza di amianto nel proprio territorio. Il crescendo è
t
r
a
g
i
c
o
m
i
c
o
.
Non vogliamo fare spoiler del finale, per cui lasciamo la sorpresa, ma il messaggio è che siamo ancora in
tempo per aggiustare la legge e dotare il Paese di un Freedom of Information Act serio e utile.
GLI ATTORI
Gianmarco Pozzoli (“Un passo dal cielo”, “Benvenuti al Nord”, Zelig) si cala nella parte del “venditore di
leggi” creando un’irresistibile parodia dell’ottimismo del potere e delle sue idiosincrasie.
Alice Mangione (“Mai dire martedì”, “Oggi sposi”, “Alice Make Up”, “La prova dell’otto”) è un
avveniristico robot… che non funziona. L’intelligenza artificiale al servizio della burocrazia italiana.
Irrazionalmente scientifica nel dare risposte a caso, precisissima nel trovare eccezioni improbabili, la nostra
funzionaria è un androide simile ad Apple Siri, pronta a venirvi incontro per ogni vostra esigenza, a vostro
rischio e pericolo.
Enrico Ballardini (cantautore) interpreta ciascuno di noi, cittadini speranzosi di cambiamento e modernità.
Non sarà un decreto mal scritto a scoraggiarlo. Come noi, crede che un Foia degno di questo nome sia
possibile e non si ferma davanti a nulla.
IL REGISTA
Marco Ferrari ha recentemente debuttato con il primo lungometraggio “Simple Being”, vincitore di
numerosi premi e attualmente distribuito in Sud America. A Los Angeles, dove ha completato gli studi, è
stato shadow director di “Desperate housewives”.
È possibile sostenere la petizione su sito: www.riparteilfuturo.it/foia4italy
Riparte il futuro
Con oltre un milione di firme Riparte il futuro è ad oggi la più grande campagna digitale contro la corruzione mai organizzata in
Italia.
www.riparteilfuturo.it
Diritto di Sapere
Diritto Di Sapere è la principale Ong italiana dedicata alla tutela e all’espansione del diritto di accesso alle informazioni in Italia.
www.dirittodisapere.it
Foia4Italy
Foia4Italy è una rete di circa 30 associazioni e realtà della società civile nata allo scopo di ottenere, anche in Italia, una vera legge sul
Freedom of information Act.
www.foia4italy.it
Ufficio stampa Riparte il futuro
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