DESTINAZIONE DEL TFR E PREVIDENZA COMPLEMENTARE

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DESTINAZIONE DEL TFR E PREVIDENZA COMPLEMENTARE
DESTINAZIONE DEL TFR E PREVIDENZA COMPLEMENTARE
presentazione del seminario
Riprendiamo, con il seminario di oggi, un percorso virtuoso di collaborazione tra
Amministrazione Provinciale e Università Cattolica, che hanno individuato nell’esame e
nell’approfondimento di temi di diritto del lavoro di particolare attualità un elemento
importante di formazione e informazione per il territorio piacentino, per il suo sistema
economico e sociale.
Ne approfitto anche per salutare il Prof. Maurizio Baussola nel suo nuovo importante
incarico di Preside della facoltà di Economia, augurandogli un lavoro proficuo e ribadendo
la massima disponibilità dell’Amministrazione Provinciale di Piacenza a costruire sempre
più occasioni di collaborazione e di interazione, nel comune obiettivo di queste istituzioni di
sostenere la crescita e lo sviluppo del territorio.
Le ormai riconosciute e affermate capacità del Prof. Pier Antonio Varesi e dei suoi
collaboratori, il prestigio accademico, culturale e professionale dei relatori che anche oggi
avremo modo di apprezzare – e che ringrazio per la disponibilità all’intervento – qualificano
il ciclo di seminari formativi, che non a caso hanno riscosso l’interesse di una ampia platea
di soggetti: funzionari pubblici degli enti che direttamente si occupano dei temi trattati,
rappresentanti delle parti sociali, consulenti del lavoro, studenti, semplici cittadini.
Lo scorso anno abbiamo trattato il tema della responsabilità sociale, abbiamo operato una
valutazione degli effetti della Legge 30, affrontato le novità in materia di apprendistato e la
recente Legge Regionale sul lavoro.
Quest’anno iniziamo con la questione della destinazione del TFR e della previdenza
complementare ma già all’orizzonte si profilano diverse tematiche che per ragioni di
attualità e di forte impatto socio-economico meriteranno di essere approfondite: il tema del
cuneo fiscale e degli incentivi alle assunzioni, la revisione del testo unico in materia di
salute e sicurezza dei lavoratori e le nuove disposizioni correlate a questo argomento, il
percorso di avvicinamento alla riforma degli ammortizzatori sociali, la revisione della legge
sull’immigrazione, le modifiche alla Legge 30 e i nuovi indirizzi di contrasto alla precarietà
nel mercato del lavoro, per citarne alcune particolarmente significative.
Un impegno importante, anche oneroso sul piano organizzativo, ma che davvero
rappresenta un contributo alla conoscenza delle novità normative e all’approfondimento dei
suoi aspetti interpretativi più problematici. Un impegno importante e qualificato che merita
di essere sostenuto e valorizzato, io penso anche attraverso la pubblicazione e la
divulgazione degli atti dei seminari., che al di là della contingenza temporale in cui vengono
organizzati per rispondere tempestivamente all’esame delle novità normative, costituiscono
comunque un insieme di competenti riflessioni di notevole densità culturale, utili anche in
chiave di materiali permanentemente disponibili.
Infine qualche parola sull’argomento di oggi.
Come è noto chi parla non è stato tra gli entusiasti sostenitori delle modifiche normative che
hanno coinvolto la gestione e la destinazione del trattamento di fine rapporto. E questo per
due ragioni fondamentali: la prima, trattandosi di salario differito il tfr dovrebbe mantenere
inalterate due condizioni intimamente connesse alla natura salariale, ovvero la certezza della
riscossione e la potestà del lavoratore nel suo impiego: non mi pare che l’andamento spesso
contradditorio dei mercati finanziari, l’irreversibilità del conferimento ai fondi e l’istituto
del silenzio-assenso siano coerenti con le condizioni che dicevo; la seconda è che convengo
sulla natura complementare, ma il punto è il significato di complementare, che, sempre a
mio parere, nell’articolazione dei provvedimenti in esame e nelle motivazioni che li hanno
determinati, è assolutamente sinonimo di integrativo, ovvero di contributo per il
conseguimento di un trattamento previdenziale adeguato e sufficiente, perdendo
definitivamente quel carattere aggiuntivo di certo non indifferente che il tfr ha sempre
rappresentato per i lavoratori rispetto al trattamento previdenziale.
Affrontare e approfondire questi nodi – e non solo alla luce dei mutamenti demografici pure
così rilevanti ma che non possono rappresentare l’unico indicatore utilizzato - mi porterebbe
lontano e, soprattutto, non è neppure l’obiettivo del seminario di oggi, ma l’apertura del
confronto a livello nazionale sulla riforma previdenziale ed i conseguimenti provvedimenti
che saranno adottati può consentirci di tornare sull’argomento anche in una sede come
questa.
Ho però voluto sottolineare molto sinteticamente il mio personale approccio anche per
valorizzare ulteriormente la natura e l’importanza di questo seminario, dei suoi contenuti,
dei suoi obiettivi formativi e informativi.
Al di là delle valutazioni di ciascuno, infatti, l’avvio del nuovo sistema di tfr è destinato a
produrre effetti di grande rilievo sia per i soggetti direttamente interessati, i lavoratori, sia
per il sistema socio-economico nel suo complesso.
Per questo l’elemento formativo-informativo, la sua puntualità, la sua correttezza, la sua
accessibilità, diventa centrale.
Fino ad ora l’adesione dei lavoratori ai fondi è stata scarsa, circa l’11% nel privato e una
quota ancora più modesta e marginale nell’unico settore pubblico coinvolto, la scuola.
E’ stato fissato al prossimo 30 giugno il termine ultimo per la scelta dei lavoratori.
Io penso che debba crescere la consapevolezza dell’importanza della potestà di scelta, la
consapevolezza sul contenuto della scelta, la consapevolezza degli effetti prodotti dalla
scelta. Un ruolo decisivo in questo senso può essere svolto dalle organizzazioni delle parti
sociali: non credo che se alla fine il risultato sarà che il silenzio-assenso diventa lo
strumento principe attraverso cui si opera la destinazione del tfr questo risultato sia
particolarmente qualificante per l’operazione attivata, indipendentemente dalla felicità dei
gestori dei fondi.
Ecco così che anche l’appuntamento di oggi si iscrive a buon diritto, e con il corredo della
competenza e del prestigio dei relatori intervenuti, nella direzione di concorrere a formare le
diverse, fondamentali consapevolezze cui accennavo prima, oltre a fornire alcune prime
precise risposte interpretative ed operative alle novità normative intervenute.
Grazie e buon lavoro
Piacenza, 23 gennaio 2007
Fernando Tribi – Assessore Provinciale al Lavoro -