Notizie - Assopensionati BPM
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2014/10/ 9-10-13-14-15-16 Notizie Raccolta in crescita per il gruppo Anima: 340 milioni in un mese IL SOLE 24 ORE venerdì 10 ottobre 2014 - Raccolta in crescita anche a settembre per il Gruppo Anima, che ha totalizzato nell'ultimo mese afflussi netti positivi per circa 340 milioni di euro. Un risultato accolto con favore dall'amministratore delegato, Marco Carreri, che da parte sua ha sottolineato come «il mese di settembre, tradizionalmente caratterizzato da un andamento rallentato della raccolta, quest'anno ha fatto registrare un dato particolarmente positivo e superiore al mese di agosto, con una accelerazione dell'attività nella seconda parte del mese». Anima ha chiuso il terzo trimestre con una raccolta netta cumulata da inizio anno di oltre 6,5 miliardi di euro, «un dato che premia il nostro continuo impegno di innovazione di prodotto e di supporto formativo alle diverse reti distributive» ha aggiunto Carreri. Sempre a fine settembre, il totale delle masse gestite ha superato i 55,6 miliardi di euro con un aumento di circa il 19% sul dato di fine 2013 e di circa il 27% sullo stesso mese del 2013. A questo risultato si è giunti grazie a un progresso più accentuato per la raccolta sui fondi aperti (+29,3% a 41,6 miliardi) rispetto a quella sulle gestioni individuali (+19% a 14,1 miliardi). «Continuiamo a riscontrare interesse da parte degli investitori verso le soluzioni che permettono di puntare, attraverso un approccio flessibile e a rischio controllato, a rendimenti superiori a quelli minimi oggi offerti dal reddito fisso, che per il risparmiatore italiano rimane la componente centrale del portafoglio», ha osservato Carreri a proposito delle scelte prevalenti fra i risparmiatori in questa particolare fase di mercato. Ieri in Borsa il titolo Anima Holding ha terminato in marginale calo (-0,6% a 4,118 euro) soffrendo il rallentamento finale di Piazza Affari. Le azioni della società che controlla il gruppo del risparmio gestito hanno debuttato lo scorso 16 aprile al prezzo di 4,2 euro. Nella compagine azionaria figurano più di cento investitori istituzionali esteri, fra i quali Wellington (con il 7,5% del capitale) e Aviva (3%), ma anche BlackRock, Ing, Henderson, Threadneedle e Prudential. ^^^^^ Pacchetto unico sulla riforma Bpm - A settembre le minoranze avevano sollevato il tema di un potenziamento del consiglio di sorveglianza per dotarlo di pieni poteri nella supervisione strategica MF-MILANO FINANZA martedì 14 ottobre 2014 di Luca Gualtieri C'è un tema che in queste settimane tiene banco alla Popolare di Milano. L'istituto di Piazza Meda guidato da Giuseppe Castagna ha da tempo in cantiere una riforma della governance, che potrebbe entrare nel vivo tra dicembre e gennaio per poi passare al vaglio dell'assemblea nella primavera prossima. In vista di questi interventi nelle due sedute di settembre alcuni membri del consiglio di sorveglianza (cds) avrebbero posto il problema del recepimento delle indicazioni contenute nella circolare 285 della Banca d'Italia. Tali indicazioni, in linea con la direttiva europea Crd IV, prevedono tra l'altro che, in caso di governance duale (come quella di Bpm), il cds possa avere poteri di supervisione strategica, se previsto dallo statuto. Va da sé che, se accolte, queste indicazioni cambierebbero l'attuale operatività del board presieduto dal professor Piero Giarda, aumentandone il peso nei processi decisionali della banca. Il passaggio oltretutto andrebbe nella direzione auspicata da alcune componenti della Bpm, che chiedono da tempo più voce in capitolo sul governo della popolare. Il problema sollevato nelle sedute del 9 e del 30 settembre da alcuni consiglieri era se queste norme avrebbero potuto avere efficacia immediata, modificando subito gli assetti di Piazza Meda. Questione concreta, visto che le modifiche statutarie ex lege possono teoricamente essere deliberate dal board senza passare dall'assemblea. Un precedente noto tra le popolari italiane, anche se relativo a una materia differente, è quello di Ubi Banca che a inizio anno ha introdotto una modifica statutaria senza passarla al vaglio dei soci. Il problema sollevato a settembre in cds sarebbe stato oggetto di approfondimento, al termine del quale i vertici Bpm avrebbero però deciso di non accogliere subito le indicazioni della circolare 285. Per rendere perfettamente coerente l'impianto complessivo della riforma, la banca dovrebbe pertanto inserire tutte le modifiche in un solo pacchetto, che potrebbe vedere la luce solo a inizio 2015 per poi essere sottoposto all'assemblea di aprile. Il lavoro sul dossier potrebbe entrare nel vivo solo dopo l'esito degli stress test e il pieno efficientamento della rete commerciale, quindi tra dicembre e gennaio. L'iniziativa spetterà al consiglio di gestione, anche se al progetto governance potrebbero contribuire altre componenti della banca, dai dipendenti soci ai sindacati interni fino ai soci non dipendenti rappresentati dal consigliere Piero Lonardi. Senza contare il possibile intervento di associazioni e comitati di azionisti che inizierebbero a proliferare dalle parti di Piazza Meda. Intanto oggi si riunirà appunto il cds. All'ordine del giorno solo temi di natura tecnica, ma non si può escludere che sia toccato il tema sollevato a settembre dalle minoranze. Sarebbe un primo assaggio della partita che si giocherà a fine anno. ^^^^^ - pag. 1 di 10 - 2014/10/ 9-10-13-14-15-16 Notizie Castagna (Bpm): fiduciosi sui test - L'Eurotower dovrebbe conteggiare gli add-on imposti da Bankitalia nel calcolo dei requisiti patrimoniali - MF-MILANO FINANZA giovedì 16 ottobre 2014 di Luca Gualtieri La rimozione degli add on, cioè dei requisiti patrimoniali aggiuntivi imposti alla Banca popolare di Milano dopo l'ispezione Bankitalia del 2011, dovrebbero essere conteggiati dalla Bce nel calcolo dei requisiti patrimoniali di Piazza Meda. L'informazione è preziosa per prevedere quale potrebbe essere l'esito dell'esame della Bce, su cui ieri l'ad, Giuseppe Castagna, ha ammesso di aver ricevuto «anticipazioni rassicuranti». Nel giugno scorso infatti la rimozione degli add-on è valsa a Piazza Meda 169 punti base di capitale, che, sommati all'aumento di capitale da 500 milioni, alla plusvalenza di Anima e all'utile in formazione, hanno fatto balzare il common equity dal 7,3 all'11% nel giro di pochi mesi. Anche se molti analisti ritenevano che la Bce avrebbe tenuto conto della rimozione degli add-on, l'incertezza su questo specifico aspetto è rimasta fino all'ultimo. Per questo ieri le anticipazioni un po' anticonvenzionali di Castagna sono state accolte favorevolmente, anche se la bufera sui mercati ha poi zavorrato il titolo Bpm in borsa facendolo chiudere in ribasso del 7,59% a 0,57 euro. Per gli analisti di Barclays, ad esempio, anche se Bpm resta tra le banche italiane «potenzialmente vulnerabili», la popolare, come Mps e Banco Popolare, ha fatto grandi progressi sul fronte dei ratio patrimoniali e quindi la Bce potrebbe valutare positivamente gli sforzi effettuati e dare la promozione. In generale, Barclays ritiene che un buon esito dell'Asset quality review e degli stress test possa stimolare anche operatori americani a investire nel comparto bancario europeo fornendo quindi una spinta rialzista a tutto il settore. Le parole di Castagna hanno insomma fugato le fosche previsioni di Cassandre come Goldman Sachs, che in un fantasioso report del settembre scorso, aveva messo Bpm al sesto posto tra gli istituti a rischio di non passare i test. Al contrario oggi Piazza Meda sembra in grado di uscire senza grossi problemi dall'esame europeo per poi tornare a concentrarsi sulle altre partite aperte: l'ottimizzazione della rete commerciale prevista dal piano industriale e la riforma della governance. Risolte anche queste due questioni, l'istituto potrebbe giocare un ruolo nel consolidamento del sistema bancario italiano grazie alla solida posizione patrimoniale e alle potenzialità in termini di m&a. E, anche se una fusione con il Banco Popolare resta la suggestione favorita dagli analisti, sembra più plausibile che Piazza Meda provi a integrare istituti di dimensioni inferiori in Lombardia o nelle regioni confinanti. ^^^^^ Draghi, subito le riforme MF-MILANO FINANZA venerdì 10 ottobre 2014 di Andrea Fiano Il rischio di fare troppo poco supera quello di fare troppo, e i problemi strutturali dell'Europa impongono riforme in tempi stretti perché i problemi «non sono ciclici, ma strutturali» e «senza riforme non verrà la ripresa». Il presidente della Bce, Mario Draghi, parlando ieri a Washington al Hutchins Center del Brookings Institute ha presentato la sua lettura del quadro europeo prima con un intervento e poi rispondendo alle domande del pubblico e in una sorta di dibattito con l'attuale vice chairman della Fed (e suo professore al Mit) Stanley Fischer, mentre era assente, impegnato in una testimonianza sul caso Aig, l'ex chairman della Fed, Ben Bernanke. Lo stesso Draghi, nel suo intervento iniziale, ha detto di prevedere una ripresa del credito già quest'anno e un ritorno graduale dell'inflazione nell'eurozona fino al 2% per il 2016-7, sostenendo che le misure prese finora dalla Bce avranno un impatto «significativo» sui bilanci, mentre Fischer ha reso atto che l'enfasi di Draghi sulle politiche fiscali «è sicuramente corretto». A una domanda sul rischio che le azioni della Bce tolgano l'incentivo ai governi a operare sul fronte delle riforme, Draghi ha risposto in modo netto che «una disoccupazione ai livelli attuali è il migliore incentivo per i politici a fare le riforme, altrimenti non verranno rieletti. Troppo spesso le riforme sono state posticipate durante i tempi cattivi e poi dimenticate in tempi buoni. Non sono certo che ci saranno tempi molto buoni, se non facciamo riforme ora». I governi dell'eurozona «sanno bene cosa devono fare» e «non hanno bisogno dei nostri consigli». Per Draghi, i governi «hanno semplicemente bisogno di attuare le loro specifiche riforme strutturali nazionali e più vigorosamente lo faranno, più credibile sarà la crescita e più rapidamente risalirà la fiducia di imprese e di consumatori». E poi, netto, lo stesso Draghi ha ribadito: «Come abbiamo ripetuto molte volte c'è l'impegno unanime a ulteriori misure non convenzionali per affrontare i rischi di un prolungato periodo di bassa inflazione. Significa che siamo pronti ad alterare se necessario la taglia e la composizione dei nostri interventi non convenzionali e del bilancio». …... ^^^^^ MF-MILANO FINANZA venerdì 10 ottobre 2014 • Ai massimi dal 2008 la domanda di prestiti delle aziende. Ma le banche ci sentono poco - L'ultimo aggiornamento dell'analisi periodica prodotta da Crif sulla base del proprio patrimonio informativo, che raccoglie i dati relativi a oltre 77 milioni di posizioni creditizie di cui più di 8 milioni attribuite a utenti - pag. 2 di 10 - 2014/10/ 9-10-13-14-15-16 • ^^^^^^ Notizie business, mostra nel primo semestre del 2014 un'ulteriore crescita nel numero di richieste presentate dalle imprese italiane agli istituti di credito (si tratta di vere istruttorie di credito e non semplici richieste di informazioni o preventivi), con un aumento del 12,1% rispetto al corrispondente periodo del 2013. ….... Tesoro e Abi avviano il Fondo per i mutui da 650 milioni - Ok definitivo al Fondo di garanzia per la casa. Ieri Tesoro e Abi hanno firmato il protocollo di intesa per il nuovo fondo previsto dal decreto interministeriale del 31 luglio e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 29 settembre scorso. Lo strumento presenta alcune peculiarità importanti rispetto alle iniziative precedenti. A cominciare dagli obiettivi. Non più, come sottolineano dal ministero, stanziamento a tutela di alcune categorie protette (giovani, lavoratori precari, giovani coppie...), ma strumento per favorire la crescita del settore immobiliare e del Paese. Con una dotazione finanziaria di circa 650 milioni di euro da impiegare in tre anni, il fondo si impegna a garantire qualunque mutuo accantonando fino al 50% dell'importo erogato. Uniche limitazioni: il mutuo non deve superare i 250 mila euro e deve riguardare l'acquisto (ed eventualmente anche la ristrutturazione a fini di efficienza energetica) dell'abitazione principale del mutuatario. Non deve trattarsi infine di un immobile di lusso. …..... Abi, le sofferenze salgono a 174 miliardi - IL SOLE 24 ORE mercoledì 15 ottobre 2014 Non accenna a placarsi la corsa verso l'alto delle sofferenze del sistema bancario italiano. Ad agosto, secondo quanto emerge dal rapporto mensile dell'Abi diffuso ieri, le sofferenze lorde nei bilanci delle banche italiane sono aumentate a 174 miliardi, facendo segnare un incremento di 1,6 miliardi rispetto a luglio e di ben 32,1 miliardi da agosto 2013 (+22,6% l'aumento su base annua). In rapporto agli impieghi le sofferenze sono pari ora al 9,2%, valore che segna il massimo dall'agosto del 1998, contro il 7,3% dell'agosto 2013. Quanto alle sofferenze al netto delle svalutazioni, ad agosto sono salite a 79,5 miliardi dai 78,2 del mese precedente (+8,2% l'incremento annuo). Il rapporto sofferenze nette/impieghi si è collocato al 4,41% (4,3% a luglio e 3,93% ad agosto 2013). Una corsa che non trova soste e vede accumulare sempre più crediti che non rientreranno, figli della Grande Crisi del 2008. E il ritorno dell'Italia in recessione non fa certo ben sperare per il futuro prossimo. Sul lato dei prestiti, invece, si assiste a una parziale stabilizzazione della caduta, anch'essa di lunga data. ….. ^^^^^^ MF-MILANO FINANZA martedì 14 ottobre 2014 Analisi bce: in cinque anni il sistema creditizio di eurolandia ha cambiato volto - La crisi ha cancellato 750 banche - In Italia gli istituti domestici sono 611, cioè 118 in meno rispetto al 2008. E il consolidamento non è finito. I gruppi dell'Eurozona riducono gli attivi da 33.500 a 26.800 mld. Più depositi, meno mercati …..... ^^^^^ Cariverona muove su B. Marche - La mossa ricorda il progetto messo a punto l'anno scorso per Mps e potrebbe rientrare in una strategia allargata agli enti regionali. Incontri decisivi per definire la cordata con il fondo emiratino e Beauport MF-MILANO FINANZA mercoledì 15 ottobre 2014 di Luca Gualtieri Potrebbe esserci anche la Fondazione Cariverona nel gruppo di investitori pronti a correre in aiuto di Banca delle Marche, il maggiore istituto di credito italiano oggi in amministrazione straordinaria. …..... Se confermata, la partecipazione dell'ente veronese rappresenterebbe un tassello prezioso per il salvataggio di Banca Marche. Proprio nei prossimi giorni sono attesi incontri che potrebbero definire la composizione definitiva della cordata scesa in campo per partecipare all'aumento di capitale da 800-900 milioni previsto per i primi mesi dell'anno prossimo. Come noto, all'operazione dovrebbero partecipare il nuovo Credito Fondiario (Fonspa) di Andrea Munari per 250 milioni e il Fondo interbancario di garanzia sui depositi per 100 milioni. In aggiunta fonti finanziarie danno per altamente probabile l'intervento di un fondo sovrano della famiglia regnante degli Emirati Arabi Uniti per una quota di circa 150 milioni e del fondo di investimento statunitense Beauport Financial per una quota ancora da definire. Il resto dell'aumento dovrebbe essere sottoscritto dalla cordata di imprenditori locali coordinata dall'avvocato d'affari Paolo Tanoni, mentre per il momento sembra invece esclusa la partecipazione di una banca che si era ipotizzata fino a qualche settimana fa. Il progetto prevede la costituzione di una bad bank nella quale confluirebbero gli attivi problematici di Banca Marche e il lancio di una successiva cartolarizzazione su parte della quale dovrebbero arrivare garanzie del Fondo interbancario. Proprio per quanto riguarda Fonspa, sembra che la due diligence prolungata per il mese di ottobre sia ormai alle battute finali. - pag. 3 di 10 - 2014/10/ 9-10-13-14-15-16 Notizie ^^^^^^ Ubi Banca taglia 114 sportelli. Via al tavolo coi sindacati - MF mercoledì 15 ottobre 2014 di Claudia Cervini Ubi Banca vara il riassetto distributivo. La riorganizzazione della rete determinerà la chiusura di 114 sportelli (tra cui 55 filiali e 59 minisportelli) oltre alla riqualificazione di 54 punti vendita che diventeranno sportelli, per così dire, leggeri. Il restyling si inserisce nel quadro del difficile contesto economico e nella mutazione del contesto di mercato nella direzione di una più accesa multicanalità. Questa riorganizzazione avrà, come ovvio, ricadute sul personale e a questo proposito è stata avviata una procedura di confronto coi sindacati «da concludere secondo i termini stabiliti dalle previsioni contrattuali presenti vigenti in materia», si legge in una nota. La procedura segue quella comunicata a febbraio 2013 e relativa all'accordo quadro firmato nel novembre 2012 che ha portato a 736 esodi volontari per risparmi di costo, stimati (a regime) in 107 milioni di euro l'anno. Non si conoscono ancora dettagli in merito ai nuovi esuberi legati alla riorganizzazione distributiva, ma al riguardo sono attesi esuberi su base volontaria. …..... ^^^^^^ Ubi, il riassetto della rete porta gli esuberi a quota 1.200 - MF giovedì 16 ottobre 2014di Claudia Cervini Il riassetto distributivo di Ubi Banca, che prevede la chiusura di 114 filiali, comporterà 1.200 esuberi, di cui 500 verranno gestiti attraverso il Fondo di solidarietà, l'ammortizzatore sociale di categoria. I restanti 700 dipendenti interessati dalla procedura verranno riqualificati con possibilità di spostamento territoriale e in alcuni casi saranno assorbiti all'interno del gruppo, anche attraverso la creazione di nuovi poli che lavoreranno specificatamente nella direzione della multicanalità e dei servizi al cliente. I rappresentanti sindacali hanno avviato una trattativa che durerà 50 giorni per trovare un accordo con l'azienda. …..... ^^^^^^ UniCredit apre il cantiere governance - Cda ridotto, meno posti per le Fondazioni – Il presidente Vita verso un secondo mandato IL PRIMO RITOCCO Il cda pronto ad approvare una prima modifica dello statuto per adeguarsi alla normativa Bankitalia sugli indipendenti IL SOLE 24 ORE mercoledì 15 ottobre 2014 Prima una modifica essenzialmente di carattere formale allo statuto, là dove si parla di consiglieri indipendenti. Poi, l'autovalutazione dell'attività svolta dal consiglio uscente e quindi il documento contenente la composizione qualitativa (e soprattutto quantitativa) ideale di quello che sarà eletto nella primavera prossima. …... ^^^^^^ Germania sull'orlo della recessione - Crolla la fiducia degli investitori e il governo taglia le stime di crescita per il 2014 e il 2015 IL SOLE 24 ORE mercoledì 15 ottobre 2014 Alessandro Merli L'economia dell'Eurozona rischia la terza caduta in recessione, la cosiddetta triple-dip recession, nel giro di sei anni dopo nuovi dati negativi, soprattutto dalla Germania. Il Governo tedesco ha tagliato nettamente le previsioni di crescita per quest'anno e il prossimo, ma non sembra per il momento disponibile ad adottare misure di stimolo fiscale, come viene chiesto dalle istituzioni internazionali e dai partner europei. La produzione industriale nell'area euro è calata ad agosto dell'1,8%, più delle attese, dopo che la settimana scorsa la Germania aveva annunciato una caduta del 4,3%, in parte dovuta a fattori stagionali. Ma quel che ha più colpito i mercati ieri è stata l'entità del taglio alle previsioni ufficiali e il crollo della fiducia degli investitori e analisti tedeschi, illustrata dall'indice Zew. Il Governo ha annunciato che l'economia crescerà quest'anno dell'1,2%, contro l'1,8% stimato ad aprile scorso. Nel secondo trimestre il prodotto interno lordo si è contratto dello 0,2% e una caduta anche nel terzo trimestre, il che farebbe entrare la Germania in recessione tecnica, non è stata esclusa dal Clemens Fuest, uno dei "saggi" economici che consigliano il Governo e direttore del centro studi Zew di Mannheim. Nel 2015, la ripresa sarà minima ….... Oltre alle previsioni del Governo, l'indice Zew pubblicato ieri mostra che la Germania a sua volta non è esente da problemi. La valutazione di investitori e analisti sulle condizioni attuali dell'economia è scesa a 3,2 a ottobre, da 25,4 a settembre. Ma sono soprattutto le aspettative sul prossimo futuro a crollare, scendendo in territorio negativo (-3,6) per la prima volta da due anni a questa parte, dopo il +6,9 di settembre. È il decimo calo mensile consecutivo di questo indicatore. Nell'ultima settimana, sono state pubblicate cifre che mostrano difficoltà per le esportazioni, per gli ordini all'industria e la produzione industriale, in parte influenzate dal calendario delle vacanze. Fuest ritiene tuttavia che, in caso di recessione, questa dovrebbe essere di breve durata. ^^^^^ - pag. 4 di 10 - 2014/10/ 9-10-13-14-15-16 Notizie La scatola nera dell'economia tedesca IL SOLE 24 ORE mercoledì 15 ottobre 2014 Carlo Bastasin Bisogna grattare la superficie dell'economia tedesca per capire come sia possibile che questa macchina potente, lanciata a piena velocità a inizio anno, si sia piantata nel corso del secondo e del terzo trimestre. Ufficialmente la responsabilità viene attribuita alla cattiva congiuntura nei Paesi partner: la crisi tra Russia e Ucraina ha avuto ripercussioni immediate sul commercio con la Germania; la Cina che conta per il 10% dell'export tedesco sta operando una trasformazione strutturale del proprio modello economico e punta più di prima sulla domanda interna; intanto l'area euro che ha sempre accolto almeno il 40% delle esportazioni tedesche è scesa al 35,5%. Per la prima volta da molti anni, il commercio estero sta dando un contributo netto negativo alla crescita tedesca. Ma come è possibile che questo effetto si sia tradotto di colpo in una recessione tecnica negli ultimi due trimestri? L'incertezza che ha colpito le esportazioni del Mittelstand, il settore delle medie imprese con scarsa propensione all'apertura del capitale, si è ripercossa sul proprio primario canale di finanziamento, quello che passa dalle Sparkassen, le Casse di risparmio, fino alle Landesbanken. Si tratta degli stessi istituti di credito dai quali in passato era originato l'accumulo di attività tossiche nel sistema bancario tedesco, addirittura precedente alla crisi di Lehman. Per anni, per tutelare questi istituti poco trasparenti, Berlino ha frenato ogni accordo con i partner sui sistemi di supervisione e risoluzione comune delle banche europee. Da allora le Sparkassen sono rimaste una "scatola nera" legata non solo alle imprese, ma attraverso le Landesbanken anche al sistema dei partiti e dei governi regionali. La scatola è rimasta nera anche con l'avvio dell'unione bancaria visto che il governo tedesco è riuscito a escludere quasi tutte le casse di risparmio dalla supervisione comune, assicurando a esse il proprio sostegno fiscale in caso di crisi. Ora che l'economia si è fermata, in ampi settori del credito tedesco si è posto il problema del l'incerta capitalizzazione di istituti che si affidano a un sistema oscuro di riserve silenziose. L'incertezza, partita dalle esportazioni, si è ripercossa così al cuore di tutto il sistema finanziario tedesco. La difficoltà è aggravata dall'impossibilità per le casse e per le compagnie di assicurazione di rimanere profittevoli investendo in titoli pubblici ora che i rendimenti dei bund sono vicini a zero. Non a caso le associazioni bancarie tedesche, spalleggiate dalla Bundesbank, attaccano la Bce per la politica dei tassi bassi definendola cosmesi finanziaria a favore dei paesi deboli. In realtà, secondo la Bundesbank, senza rendimenti più alti dei titoli pubblici un terzo delle compagnie di assicurazione tedesche potrebbe sparire nel giro di dieci anni. Le prestazioni pensionistiche che esse si sono già impegnate a versare nel futuro sono troppo alte per la loro capacità di fare profitti. Le famiglie tedesche vedono così le proprie pensioni in pericolo e questo frena la loro volontà di spesa, comprimendo anche la domanda interna oltre a quella estera. Da qui lo stallo di tutta l'economia. Improvvisamente, le difficoltà delle banche regionali - da sempre la mucca da latte della politica locale tedesca - stanno trovando ascolto nei politici a capo dei Laender. Per la prima volta da anni nel Partito socialdemocratico si risente la voce di chi chiede alla Grande coalizione di rimettere come priorità il rilancio della crescita. Ma la stessa urgenza è stata condivisa vivacemente dal capo dei conservatori bavaresi e trova eco in un numero crescente di cristiano-democratici. Perfino la cancelliera Merkel pare irritata dallo sbarramento che la Bundesbank sta opponendo ai tentativi di soluzione proposti dalla Bce. In mezzo a questo ingranaggio si è incastrato il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble. Il ministro ha fatto del surplus del bilancio pubblico il proprio obiettivo politico per il 2014. Si tratta di un traguardo storico che in Germania manca dal 1969. In tal modo però si è precluso la possibilità di contrastare con spesa pubblica il rallentamento della macchina tedesca. Il governo si nasconde dietro alle previsioni ufficiali sulla crescita che rimangono molto vicine al tasso di crescita potenziale. Chi guarda dietro le cifre tuttavia nutre dei dubbi: la crescita del 2014 è sostenuta dall'arrivo di 50mila lavoratori immigrati, ma ogni anno la forza lavoro tedesca diminuisce di 200mila unità. L'introduzione del salario minimo dal 2017 non avrà effetto a Ovest ma si farà sentire sul costo del lavoro dei nuovi Laender. La politica energetica infine sta creando costi gravosi a carico delle imprese manifatturiere che spesso infatti preferiscono non investire in Germania, bensì oltre Oceano. Per la prima volta, l'intransigenza fiscale di Schaeuble appare come un puro obiettivo politico a scapito della convenienza economica. Le critiche raccolte dal ministro a Washington nell'ultima visita sono state vigorose e Merkel nutre il timore di passare alla storia come il cancelliere che ha affossato l'Europa. Forse per questo insieme di ragioni a Berlino si fa largo l'idea di non insistere troppo nel criticare la Francia per lo stimolo fiscale che vuole dare alla propria economia e indirettamente a quella tedesca. ^^^^^ Ansa 15-16/10/2014 - pag. 5 di 10 - 2014/10/ 9-10-13-14-15-16 • • • • • • Notizie Countdown per la Tasi, si paga il 16 ottobre, più cara di Imu per una famiglia su due - E' rush finale degli italiani in vista dell'acconto Tasi dovuto entro il 16 ottobre, con la sorpresa di un'imposta che supererà l'Imu 2012 per una famiglia su due (in particolare per le case con minor rendita catastale) e che in media arriverà a 148 euro fra acconto e saldo, con la conclusione che la pressione fiscale sulle famiglie aumenterà nel 2014. In vista della scadenza di giovedì è la Uil a fare le pulci a una delle imposte scaturite dal riordino della tassazione locale che nei piani del governo dovrebbe portare l'anno prossimo a una semplificazione, arrivando a una tassa unica. Il pagamento dell'acconto della Tasi scatta in 5.279 Comuni: oltre 15 milioni di proprietari, circa il 75% del totale, ma in molti comuni anche gli inquilini, saranno chiamati a versare un acconto medio di 74 euro, per un totale fra acconto e saldo, appunto, di 148 euro, che sale nei capoluoghi e tocca punte di 429 euro. ….... Istat: Pil Italia non cresce più dal 2011 - Il Pil dell'Italia è sceso a un livello che ci riporta all'inizio del Duemila, mentre il deficit di metà anno sale al 3,8%. Il restyling dei conti nazionali cancella così anche l'unico segno più degli ultimi tempi. Confermato il calo dello 0,2% del secondo trimestre, la crescita risulta 'latitante' dal 2011, con un'altalena di cali e variazioni zero che rappresenta un rompicapo per chi si volesse cimentare nelle diverse definizioni di recessione o stagnazione. Quel che resta certo è l'impatto della crisi su famiglie e imprese: il potere d'acquisto torna a calare, nonostante l'inflazione sia scomparsa di scena, mentre i profitti delle aziende sono ai minimi storici. Ma c'è qualche nota positiva nella raffica di dati diffusi dall'Istat: i consumi ripartono e, soprattutto, scende la pressione fiscale, che si ferma al 40,7%. …..... Aumenta la deflazione, ma cala il debito - La deflazione non si arresta, anzi peggiora. Nel mese di settembre 2014 l'indice dei prezzi è sceso dello 0,2% rispetto allo stesso mese del 2013. Lo rileva l'Istat, sottolineando che i dati definitivi sono peggiori delle stime provvisorie (-0,1%). Su base mensile i prezzi sono scesi dello 0,4%. ….. Istat, 51 mila i disabili gravi e soli in Italia - Uno su cinque senza sostegno, uno su due è povero …... Manovra da 36 miliardi, meno tasse per 18 miliardi. Tra le misure c’è il Tfr in busta paga - Una manovra da 36 miliardi di euro, espansiva e studiata con l'obiettivo preciso di abbassare le tasse, arrivate ad un livello che, secondo la definizione di Matteo Renzi, è ormai "pazzesco". La legge di stabilità 2015 parte da qui, dalla posizione di "persone normali": dalla volontà di far ripartire l'economia italiana, abbattuta da 3 anni di mancata crescita, di rilanciare l'occupazione e di risollevare famiglie e imprese con un taglio, drastico, della pressione fiscale. Gli 80 euro del dl Irpef sono stati solo un antipasto. Nel 2015 arriverà "la più grande riduzione di tasse mai fatta da un governo nella storia della Repubblica", ha assicurato il premier, annunciando 18 miliardi di tagli complessivi, destinati a famiglie e imprese. Se quest'anno ci si è concentrati più che altro sulle famiglie per rilanciare i consumi, l'anno prossimo è anche sul lato investimenti, la seconda essenziale gamba della crescita, che si porrà tutta l'attenzione possibile. Al centro ci saranno le aziende e quindi l'Irap. La strada scelta è quella della decontribuzione della componente lavoro, con un impatto di cassa di 5 miliardi, che di traduce però in un ulteriore sconto a regime negli anni successivi che porta il totale dell' operazione a 6,5 miliardi. Le imprese potranno inoltre contare su agevolazioni per le assunzioni a tempo indeterminato per quasi 2 miliardi di euro e su un nuovo credito d'imposta per ricerca e sviluppo. I lavoratori si vedranno confermato il bonus da 80 euro con minori entrate per lo Stato di 9,5 miliardi e le famiglie potranno contare su 500 milioni di euro di detrazioni. Quasi un milione di partire Iva sotto i 15.000 euro, ….., potranno inoltre utilizzare un regime forfettario, con un alleggerimento di 800 milioni di euro. Una fetta da quasi 7 miliardi servirà per rifinanziare le cosiddette spese indifferibili (missioni di pace, 5 per mille, autostraporto ecc...) e 3 miliardi saranno necessari, come previsto, per evitare il taglio delle detrazioni lasciato in eredità dal governo Letta. 'operazione Tfr si farà, o almeno così lasciano intendere i 100 milioni di garanzia pubblica previsti tra le "uscite" della manovra, così come saranno stabilizzati i precari della scuola. Un'altra voce monstre è però quella che il governo si è lasciato nelle cosiddette "riserve": 3,4 miliardi su cui Renzi e il ministro Padoan non si sono sbilanciati ma che potrebbero essere usati "anche per il consolidamento" del rientro dell'indebitamento. Anche perche' da Bruxelles hanno fatto sapere che ricalcoleranno, in base alle nuove stime, lo ''sforzo'' che l'Italia dovra' fare per il 2015. In pratica per il percorso di risanamento dei conti pubblici, che l'Italia sta cercando di "ritrattare", abbassando il più possibile gli obiettivi da raggiungere in termini di saldo strutturale di bilancio. …... Lorenzin: esenzione ticket farmaci per famiglie - Esenzione dei ticket farmaceutici per le famiglie con figli: la novita' arrivera' a dicembre con la revisione della compartecipazione alla spesa sanitaria, ha detto - pag. 6 di 10 - 2014/10/ 9-10-13-14-15-16 • • • • • • • Notizie il ministro della Salute Beatrice Lorenzin all'ANSA. La misura fa parte del piano per la natalita' a cui si accompagnano 500 milioni di euro a sostegno della famiglia. Stop contributi neoassunti. Risparmio datori 7.500-10.000 euro - La norma zero contributi per neo assunti, preannunciata dal premier per la Legge di Stabilità, renderà il contratto a tempo indeterminato il più conveniente in termini di costo del lavoro: il risparmio per il datore si attesta tra 7.500 euro (per una retribuzione lorda di 25.000) e i 10.600 euro (per 35.000). E' quanto emerge da una elaborazione del Caf Cisl per l'Ansa. Per il datore di lavoro il costo e' vantaggioso sia rispetto al tempo determinato che alla collaborazione. E il lavoratore trova in busta paga 1.600 euro in più di netto. Il calcolo e' complesso e considera sia i contributi versati dal datore, sia quelli dovuti dal lavoratore, ma anche l'impatto che le diverse formulazioni hanno sulle imposte dovute ….... Da part-time a tempo pieno senza consenso, ok Corte Ue. Datore può cambiare contratto senza consultare lavoratore - Un datore di lavoro può trasformare un part-time in un tempo pieno senza consultare il lavoratore e quindi anche contro il suo parere. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue in una sentenza su una funzionaria del Tribunale di Trento che ha fatto ricorso contro la fine del suo part-time, trasformato, senza consultarla, in un tempo pieno. Secondo la Corte, l'accordo quadro sul lavoro a tempo parziale "ammette una normativa che consente al datore di lavoro di disporre, per ragioni obiettive, la trasformazione del contratto di lavoro da contratto a tempo parziale in contratto a tempo pieno senza il consenso del lavoratore interessato". La Corte precisa che "in virtù della legge 183/2010 del 4 novembre 2010, tutte le amministrazioni pubbliche possono (entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della stessa), nel rispetto dei principi di correttezza e buona fede, sottoporre a nuova valutazione i provvedimenti di concessione della trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale già adottati". ... Con il greggio a picco, prezzi della benzina sotto 1,8 euro al litro. Prezzi dai distributori ai minimi da gennaio 2011 - La discesa vertiginosa dei prezzi del petrolio, con la conseguente riduzione delle quotazioni internazionali di benzina e diesel, ai minimi da gennaio 2011, spinge al ribasso anche i listini dei carburanti. ... Spread Btp/Bund apre in rialzo a 168. Rendimento al 2,46% - Apertura in rialzo per lo spread fra Btp e Bund. Il differenziale segna 168 punti contro i 166 della chiusura di ieri quando aveva toccato, durante la giornata, i 170 punti sull'onda delle fortissime turbolenze dei mercati. Il rendimento espresso è pari al 2,46% Borse Asia deboli, tonfo Tokyo (-2,2%). Timori di rallentamento ripresa, preoccupazione per Europa …..... Svizzera taglia stime Pil 2014-2015 - Anche la Svizzera taglia le previsioni di crescita per quest'anno e il prossimo a causa del rallentamento dell'economia dell'area euro, principale mercato dell'export elvetico. Il governo ha ridotto le stime per il 2014 dal 2 all'1,8% e per il 2015 dal 2,6 al 2,4%. Il segretariato di stato per l'economia di Berna cita "la continua fragilità del quadro globale e in particolare la mancata ripresa dell'area euro" dove anche la Germania mostra "crescenti segni di debolezza". Borsa, Milano +0,9% con Cnh e banche (h 9,30) - Prove di rimbalzo a Piazza Affari in avvio di seduta dopo il crollo della vigilia. L'indice Ftse Mib sale dello 0,89%, in linea con le altre borse europee, trainato da Cnh (+1,89%) e dai bancari, oggetto ieri di un'ondata di vendite. Recuperano Ubi Banca (+1,65%), Unicredit (+1,47%) e Bpm (+1,24%). In ripresa anche i petroliferi Eni (+1,01%) e Saipem (+1,36%), penalizzati nelle ultime sedute dal prezzo del greggio. Ancora debole, invece, Mps (-0,56%). FTSE MIB : Ultimo prezzo: 18.309,03 +0,02% (9.33) BANCA POPOLARE DI MILANO : Ultimo prezzo: 0,557 -1,59% (9.34) ^^^^^ IL SOLE 24 ORE giovedì 16 ottobre 2014 • Decontribuzione, dote di 1,9 miliardi - Se il contratto a tutele crescenti sarà operativo entromaggio, oltre 350mila assunzioni nel 2015 - Tre anni di "zero contributi" per chi assume con un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. La "dote" messa a disposizione dalla legge di stabilità per il 2015 è di 1,9 miliardi, dal momento che sarà lo Stato ad accollarsi la spesa per i contributi per non penalizzare i lavoratori. Verranno azzerati i contributi, sia il 32,70% a carico dell'azienda che il 9,19% a carico del - pag. 7 di 10 - 2014/10/ 9-10-13-14-15-16 • ^^^^^ Notizie lavoratore. Per le imprese intenzionate ad assumere, dal prossimo anno il beneficio si potrà cumulare con l'abolizione della componente "costo del lavoro" dalla base imponibile Irap, con un forte effetto moltiplicatore. ….. La scommessa è rilanciare il tempo indeterminato - Rendere più appetibile il contratto a tempo indeterminato per le imprese che intendono assumere. Si tratta di un obiettivo da conseguire, nei piani del governo, attraverso gli incentivi economici inseriti nella legge di stabilità, che rappresentano un tutt'uno con le novità normative del Jobs act. Guardando ai flussi dei rapporti di lavoro attivati quest'anno, la percentuale di contratti di lavoro a tempo indeterminato va progressivamente assottigliandosi, passando dal 17,6% del primo trimestre al 15,2% del secondo. La scommessa è quella di invertire questa tendenza, e per fa ciò il governo sembra voler evitare di ripetere l'errore commesso con la legge Fornero che con gli irrigidimenti introdotti, finì per ingessare il mercato del lavoro e, complice la crisi, incrementò il numero di disoccupati. La strada scelta dal premier Renzi è un'altra: punta a renderlo più conveniente, rimuovendo gli ostacoli economico-normativi che spingono le imprese ad optare per altre tipologie contrattuali. Come? Azzerando per tre anni i contributi per chi assume con il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e abolendo la componente costo del lavoro che grava sull'Irap. Allo steso tempo si aumenta la flessibilità in uscita per i lavoratori assunti con il nuovo contratto a tutele crescenti, con l'impegno di ridurre la discrezionalità dei giudici. …... Renzi taglia i contributi sulle assunzioni ma... - MF-MILANO FINANZA 16 ottobre 2014 di Edoardo Narduzzi È una proposta non nuova per gli italiani. Negli ultimi anni diverse forze politiche hanno proposto l'azzeramento dei contributi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato. La peggiore recessione del secondo dopoguerra, abbinata alla deflazione e accompagnata da un cuneo fiscale che scoraggerebbe perfino la voglia di fare impresa dei tedeschi, hanno prodotto il record italiano della disoccupazione giovanile, oggi al 44,2%. Ovvio che un premier d'attacco, quale Matteo Renzi sicuramente è, non poteva restare fermo ai soli annunci. Non sorprende, quindi, la sua decisione di varare nella nuova legge di Stabilità gli sgravi triennali del 100% dei contributi sui contratti a tempo indeterminato. Decisione, peraltro, accompagnata dall'eliminazione del costo del lavoro dalla base imponibile Irap. Una scossa vera, dunque, al cuneo fiscale, che punta al cuore delle aspettative di imprenditori e manager italiani per farle girare verso il quadrante positivo della congiuntura economica. Oggettivamente si tratta di decisioni sempre promesse dal duo Berlusconi-Tremonti e mai realizzate in tanti anni di governo. Renzi con la nuova legge di Stabilità completa l'opa, iniziata con gli 80 euro e il primo taglio dell'Irap del 10%, sull'elettorato un tempo del Cavaliere, indossando, senza se e senza ma, i panni della socialdemocrazia riformista tedesca. Il pericolo per il premier, a questo punto, è solo uno: quello incarnato dalla burocrazia italiana, oggettivamente inadeguata a rendere operative rapidamente le politiche anticicliche adottate dai governi. I ministeri fanno marcire nei cassetti le norme a favore di sviluppo e occupazione e quando, dopo vari anni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto che le conteneva, le rendono operative, non servono praticamente più a raggiungere lo scopo per cui erano state varate. In proposito è esemplare il caso del ministero dello Sviluppo e del cosiddetto bonus fiscale per le assunzioni altamente qualificate. Introdotto con decreto dal governo Monti nel giugno del 2012, è diventato operativo solo il 15 settembre del 2014 (solo per le assunzioni del 2012 ovviamente; quelle fatte quest'anno saranno incentivate nel 2016!). Chi assume un PhD nel 2012 per avere un credito di imposta nel 2015? In pratica nessuno, come ora certificano i dati della stessa procedura. Dei 25 milioni di euro messi a disposizione dal ministero per il 2012, ben 20,1 milioni, cioè più dell'80%, sono ancora disponibili dopo un mese dall'avvio del clickday. Trattandosi di assunzioni relative al 2012 possiamo già considerare chiusa la procedura. Morale: quando la burocrazia impiega ben 27 mesi per rendere operativa una norma anticiclica ne uccide la capacità di incidere. La vera nemica del riformismo di Renzi, oggi, è proprio questa pubblica amministrazione da terzo mondo. ^^^^^ E Bankitalia va a caccia degli stipendi milionari - MF-MILANO FINANZA venerdì 10 ottobre 2014 Entro il 31 ottobre le banche e le sim dovranno inviare alla Banca d'Italia i dati sugli stipendi dei manager, in particolare quelli dei cosiddetti «high earner» (coloro che guadagnano più di un milione di euro) e dei «risk taker» (il personale più rilevante nell'attività della banca). Per i primi si dovrà indicare la remunerazione fissa, variabile e differita, precisando la tipologia del pagamento (in contanti, azioni o altri strumenti finanziari). Il tutto va dettagliato per ruolo e funzione nella banca e per fascia di reddito (da 1 a 2 milioni, da 2 a 3 milioni e così via). - pag. 8 di 10 - 2014/10/ 9-10-13-14-15-16 Notizie Inoltre nelle tabelle predisposte da Bankitalia si dovrà comunicare il numero di beneficiari di buonuscite e l'importo complessivo versato. In Italia 109 banchieri guadagnano più di un milione, secondo un'indagine Eba sui dati 2012. Dati simili a quelli per gli high earner sono richiesti anche per i risk taker, con lo scopo di confrontare le prassi remunerative in un campione di grandi banche europee. I dati da inviare sono quelli relativi ai compensi 2013. Rispetto alle indicazioni sugli stipendi richieste in passato, che tenevano conto della direttiva Crd3, Bankitalia ha aggiornato i dati da comunicare, sulla base delle ultime linee guida dell'Eba, che a loro volta seguono gli aggiornamenti dei testi Ue (Crd4 e Crr). Secondo la Crd3 la remunerazione variabile deve essere per almeno il 50% in azioni; inoltre una quota sostanziale, almeno il 40%, dev'essere differita per un periodo non inferiore a 3-5 anni. Perciò è diventato necessario aumentare il numero delle comunicazioni alle autorità nazionali competenti. Con la direttiva Crd4 si è fatto un ulteriore passo avanti (criticato duramente nel Regno Unito) e sono stati introdotti limiti alle retribuzioni variabili: non potranno superare quelle fisse, se non con il consenso dell'assemblea che può al massimo raddoppiare i bonus. A giugno sono entrati in vigore gli standard tecnici della Commissione Ue che individuano i risk taker soggetti al tetto sui bonus, valido per i compensi maturati da gennaio 2014. Gli standard qualitativi (in tutto 15) sono legati al ruolo ricoperto e ai poteri decisionali: per esempio le nuove regole riguarderanno i membri del cda, i senior manager e coloro in grado di incidere sulle rilevanti esposizioni della banca. Inoltre sono previsti tre standard quantitativi: i vincoli Ue scatteranno se la remunerazione totale supera 500 mila euro; se il banchiere fa parte dello 0,3% del personale più pagato della banca; se il compenso è superiore o uguale a quello di un altro risk taker. Solo i criteri quantitativi potranno essere superati, in tre circostanze: se il lavoratore è pagato più di 500 mila euro dovrà notificare l'eccezione all'autorità competente; per quelli oltre 750 mila euro o inclusi nello 0,3% più pagato è necessaria un'autorizzazione preventiva delle autorità; infine per il personale pagato più di 1 milione le autorità devono informare l'Eba prima di qualsiasi decisione. In ogni caso per ottenere l'esenzione le banche devono dimostrare che il personale coinvolto non ha impatto rilevante sul profilo di rischio dell'istituto, nonostante l'elevata remunerazione: così Bruxelles vuole contrastare l'elusione dei banchieri. ^^^^^^^ Pd in pressing su stipendi Bankitalia - MF-MILANO FINANZA venerdì 10 ottobre 2014 di Mauro Romano Quindici senatori del Pd e dei di Ncd riaprono la discussione sugli stipendi della Banca d'Italia. In un'interrogazione urgente al ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, i senatori hanno chiesto aggiornamenti sulla questione. «Il tetto agli stipendi è scattato per la Pubblica amministrazione, il Parlamento si è adeguato con il piano approvato dai presidenti di Camera e Senato. Restiamo in attesa di conoscere in quali tempi Bankitalia, pur nel rispetto della sua autonomia, intenda rispettare il provvedimento del governo Renzi che è stato comunque ritenuto dalla Bce come norma di indirizzo», domandano i senatori ricordando il taglio degli stipendi ai dirigenti pubblici, per i quali ad aprile il governo ha stabilito un tetto di 240 mila euro. A giugno Bankitalia investì della questione la Banca centrale europea, e l'istituto guidato da Mario Draghi rispose che «l'imposizione di un tetto di 240 mila euro al trattamento economico è espressamente qualificata come principio o norma di indirizzo, piuttosto che come norma di cui è imposta la rigida osservanza». Dunque, secondo la Banca Centrale Europea, Via Nazionale non è tenuta ad adeguarsi. Ma i senatori, con Francesco Scalia primo firmatario, insistono, ricordando, che il governatore Ignazio Visco gode di una retribuzione di 495 mila euro, più alta dei 374 mila di Draghi, mentre Camera e Senato, benché non vincolati al provvedimento del governo, in quanto godono della «autonomia del Parlamento», hanno approvato un piano di riduzione degli stipendi dei propri dipendenti. ^^^^^^ Eba: i banchieri sfuggono ai tetti sui bonus - MF-MILANO FINANZA giovedì 16 ottobre 2014 L'Eba interviene per bloccare il tentativo dei banchieri di sfuggire ai limiti Ue sui bonus. Secondo la direttiva Crd4, approvata con la dura opposizione del Regno Unito, i compensi variabili non devono superare quelli fissi. Soltanto con il consenso dell'assemblea i bonus possono arrivare fino al doppio dello stipendio fisso. Quest'ultimo è la base per fissare il tetto massimo delle remunerazioni variabili. Perciò, secondo un'indagine dell'Eba, molti banchieri classificano come fissi alcuni compensi che in realtà dovrebbero essere conteggiati come variabili, con l'obiettivo di poter ricevere più bonus. L'autorità bancaria europea ieri ha diffuso i risultati dell'indagine condotta in 39 banche e ha pubblicato un'opinione ufficiale per la Commissione Ue e per le autorità competenti, chiedendo di fare in modo che le banche si adeguino ai limiti sui bonus entro il 31 dicembre di quest'anno. Nel dettaglio, sono finite sotto la lente dell'Eba le cosiddette role-based allowances, ovvero indennità, benefit e pagamenti versati in aggiunta a salari e bonus. Si ipotizzi il caso di un banchiere che abbia un salario fisso di un - pag. 9 di 10 - 2014/10/ 9-10-13-14-15-16 Notizie milione di euro e un'indennità (allowance) di 300 mila. Se questo benefit è considerato come remunerazione variabile, il bonus massimo potrà essere di 700 mila euro; se invece l'indennità è inclusa nella retribuzione fissa, il bonus potrà arrivare fino a 1,3 milioni. Una bella differenza, che non è certo sfuggita ai banchieri, soprattutto quelli nel Regno Unito, che hanno spesso incluso le indennità nei salari base. Perciò diventano fondamentali i criteri per classificare le entrate. Ieri l'Eba ha chiarito che le indennità aggiuntive, per essere considerate retribuzione fissa, devono essere permanenti, predeterminate, non discrezionali, non revocabili e trasparenti. L'indagine ha invece verificato che la maggior parte delle indennità non rispettano queste condizioni: in particolare, sono spesso discrezionali, cioè le banche possono correggerle unilateralmente, senza giustificazione. Le banche non in regola dovranno cambiare le pratiche remunerative e ricalcolare i bonus massimi. Le autorità nazionali dovranno vigilare in modo che la direttiva Ue sia rispettata. L'Eba non ha fatto i nomi delle banche coinvolte, ma l'uso delle indennità è diffuso soprattutto nella City londinese e nelle banche britanniche ….... In Italia nel 2012 c'erano 109 banchieri con retribuzione di oltre un milione: in media il loro compenso totale è di 1,65 milioni, con rapporto variabile/fisso del 124%. In Uk i banchieri milionari sono 2.714, con guadagni medi di 1,95 milioni e rapporto del 370%. ^^^^^^ Istat: aumentano i minori poveri, effetti limitati da 80 euro - Gli under18 in povertà assoluta crescono del 35% IL GIORNALE martedì 14 ottobre 2014 Chiara Sarra Gli 80 euro del governo Renzi hanno un effetto limitato sulla diseguaglianza economica in Italia. Ma comunque grazie al bonus Irpef ci sarebbero circa 97 mila famiglie povere in meno. Lo rivela l'Istat, secondo cui il Belpaese avrà una riduzione del PIl dello 0,3% per il 2014, con un'economia che calerà ancora dello 0,1% nel terzo trimestre per segnare un +0,1% nel quarto. Preoccupano soprattutto il milione e 400mila (+35%) minorenni in povertà assoluta e la forte crescita nella fascia tra i 18 e i 35 anni (+21,8% a quota 1,249 milioni). …....... ^^^^^ Metà dei pensionati sotto la soglia dei mille euro al mese - CORRIERE DELLA SERA mercoledì 15 ottobre 2014 Per lottare contro la crisi le italiane senza lavoro si sono anche messe a fare le colf (+4% negli ultimi due anni). Il dato emerge nel Bilancio sociale 2013 dell’Inps illustrato ieri. Dal documento emerge, tra l’altro, che la pensione di 6,8 milioni di cittadini è inferiore a mille euro al mese e tra loro oltre due milioni di persone riscuotono un assegno inferiore a 500 euro. …...... ^^^^^ - pag. 10 di 10 -