Patrul, La pratica dell`essenza

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Patrul, La pratica dell`essenza
Za Patrul Rinpoche, Jigme Chökyi Wangpo
Discorso virtuoso
all’inizio, nel mezzo e alla fine:
il sublime gioiello essenziale
della pratica di visione, meditazione e azione.
Namo Lokishwaraya!
1. Se anche solo una goccia di nettare del tuo nome cadesse nelle mie orecchie
il suono del Dharma le riempirebbe per innumerevoli vite.
Meraviglioso Triplice Gioiello, la luce della tua gloria
possa portare ovunque perfetta felicità.
2. Come in autunno un frutto di mango
sembra maturo all’esterno ma all’interno è acerbo,
così io sembro un praticante all’esterno ma la mia mente non si è integrata con il Dharma,
perciò i miei insegnamenti non saranno di gran valore.
3. Ma poiché me lo chiedi con insistenza, caro amico,
non posso rifiutare e parlerò con franchezza.
Senza compromessi con quest’era degenerata
parlerò con chiarezza e tu ascolta attentamente.
4. Il Signore dei Signori, vero Saggio,
percorrendo il vero sentiero conquistò il vero ottenimento,
e con verità mostrò agli altri questo vero sentiero eccellente.
Non è forse per questo che è chiamato vero Saggio?
5. Poveri esseri senzienti di quest’era degenerata!
La loro mente pura è stata oscurata e vivono nella menzogna.
Perciò i loro pensieri sono confusi, le loro parole sono contorte.
Con astuzia ingannano gli altri – come potremmo fidarci di loro?
6. Quanto è deprimente osservare gli esseri senzienti di quest’era degenerata,
chi può fidarsi delle parole di chiunque?
E’ come vivere tra demoni violenti e carnivori.
Riflettici e fatti un grande dono.
7. Non molto tempo fa la tua mente vagava solitaria.
Poi, sospinta dal karma, ha preso questa attuale nascita.
Tra non molto, come un capello che vien tolto dal burro,
la tua mente abbandonerà ogni cosa e tornerà a vagare solitaria.
8. Certo, tutti cerchiamo la nostra felicità.
Perciò dobbiamo essere onesti con noi stessi:
se a nostro beneficio non realizziamo l’essenza del Dharma,
non stiamo forse distruggendo da soli la nostra stessa vita?
9. In quest’era degenerata le persone pensano e agiscono con meschinità,
nessuno ti può davvero aiutare: ti ingannano e ti imbrogliano.
E anche per te è molto difficile essere di beneficio per gli altri.
Non sarebbe meglio abbandonare questa frenetica corsa?
10. Ti metti al servizio di quelli che ti stanno sopra, ma non sono mai soddisfatti;
ti preoccupi per quelli che ti stanno sotto, ma non sono mai contenti;
ti prendi cura di quelli che ami, ma raramente ti ricambiano cure e amore.
Riflettici, e prendi una decisione irremovibile.
11. Essere erudito non reca giovamento agli insegnamenti, aumenta solo i dibattiti;
avere poteri speciali non è di beneficio agli altri, genera solo maggiori critiche.
Avere una importante posizione non aiuta a governare, suscita solo rivolte.
Rifletti con tristezza su quest’era degenerata.
12. Se dai spiegazioni, gli altri non le capiscono o non le accettano;
se hai intenzioni sinceramente altruistiche, gli altri non ti credono.
In quest’era degenerata il disonesto vede l’onesto come disonesto,
non puoi aiutare nessuno – abbandona ogni speranza di riuscirci.
13. Il Vittorioso ha detto: “Tutti i fenomeni sono come illusioni di un mago”.
In questi nostri giorni le illusioni sono più illusorie che mai,
seducenti illusionisti ordiscono inganni,
stai attento alle illusioni di quest’era degenerata.
14. Il Vittorioso ha detto: “Tutti i discorsi sono come un’eco”.
In questi nostri giorni sono come un’eco che riecheggia un’eco,
le parole riecheggiano significati diversi,
non prestare attenzione a questi insidiosi discorsi che riecheggiano.
15. Ovunque guardi, non vedi esseri umani ma imbroglioni,
chiunque ascolti, non senti parole vere ma falsità.
In quest’era non c’è nessuno a cui puoi dare fiducia,
perciò vivi da solo e rimani libero.
16. Se le tue azioni si conformano al Dharma, chiunque ti farà obiezioni,
se le tue parole sono veritiere, la maggior parte delle persone si arrabbierà con te,
se la tua mente è pura, penseranno che è un tuo difetto.
Questo è il tempo di tenere nascosta la tua vera natura.
17. Nascondi il tuo corpo: stai da solo in luoghi isolati;
nascondi la tua parola: evita i contatti e parla poco;
nascondi la tua mente: guarda sempre e solo ai tuoi difetti.
Questo significa essere uno yogi nascosto.
18. Disgusto, perché non puoi fidarti di nessuno;
tristezza, perché niente ha senso;
disillusione, perché non puoi mai realizzare ciò che desideri.
Tieni a mente queste tre parole, ti saranno di beneficio.
19. Non è tempo di felicità, la felicità è finita;
se non vuoi la sofferenza, sradica la sofferenza praticando il Dharma.
Qualsiasi felicità e sofferenza, riconoscile come il frutto delle azioni passate,
e d’ora innanzi non riporre in qualcuno le tue speranze o i tuoi dubbi.
20. Riponi le tue speranze in qualcuno e gli fai salamelecchi;
ti preoccupi di tante cose, hai tanti bisogni da soddisfare;
pensi di fare questo e quello, la tua mente è piena di speranze e paure.
D’ora innanzi evita di comportarti in questo modo, qualunque cosa accada.
21. Se dovessi morire oggi stesso, perché rattristarti? Questo è il samsara.
Se dovessi vivere cent’anni, perché rallegrarti? La gioventù se ne sarebbe comunque andata da tempo.
Che tu vivi o muori, che differenza fa?
Pratica il Dharma per la prossima vita, questo è il punto.
22. Oh fonte di compassione, mio guru radice, Signore Chenrezig,
tu sei il mio unico protettore.
Il mantra delle sei sillabe, essenza dei tuoi discorsi, è il sublime Dharma,
d’ora innanzi ripongo solo in te le mie speranze!
23. Tutto ciò che so, sono solo teorie: ora non mi sono di alcun beneficio.
Tutto ciò che ho fatto, l’ho consumato per questa vita: ora non mi è di alcun beneficio.
Tutto ciò che ho pensato, erano solo illusioni: ora non mi sono di alcun beneficio.
Ora è giunto il tempo di fare ciò che è veramente di beneficio: recitare il mantra delle sei sillabe.
24. L’unico rifugio che non delude sono i Tre Gioielli;
e Chenrezig è l’essenza dei Tre Gioielli.
Con fiducia incrollabile nella sua saggezza,
con risoluta determinazione recita il mantra delle sei sillabe.
25. La mente dell’illuminazione è la radice del sentiero Mahayana;
la sublime compassione è l’unico sentiero percorso da tutti i Buddha.
Senza mai abbandonare questo nobile sentiero della mente dell’illuminazione,
con compassione spontanea per tutti gli esseri migratori, recita il mantra delle sei sillabe.
26. Da tempo senza inizio fino ad ora hai vagato nel samsara,
qualunque azione compiuta era impura e ha condotto ad altro girovagare.
Dal profondo del tuo cuore riconosci i tuoi misfatti e confessa le tue cadute,
applica i quattro poteri opponenti e recita il mantra delle sei sillabe.
27. La mente che si afferra a un “Io”, si afferra a ogni cosa: questa è la causa del samsara:
agli esseri superiori nel nirvana e agli esseri migratori nel samsara
dona ogni cosa: corpo, ricchezze e virtù; e a tutti dedica i meriti.
Getta via ogni attaccamento e recita il mantra delle sei sillabe.
28. Il guru radice è l’essenza di tutti i Buddha,
la sua gentilezza è più grande della gentilezza di tutti i Buddha.
Vedi il tuo guru radice inseparabile da Chenrezig,
conserva una fede entusiastica e recita il mantra delle sei sillabe.
29. Purifica tutte le oscurazioni, inizia la pratica del sentiero e realizza i quattro kaya,
Chenrezig è il detentore delle quattro iniziazioni.
Riconosci la tua stessa mente come il guru radice e le quattro iniziazioni saranno completate,
Ricevi spontaneamente l’autoiniziazione e recita il mantra delle sei sillabe.
30. Samsara è il modo in cui le cose appaiono alla tua mente, nient’altro;
se riconosci tutti i fenomeni come divini, il beneficio altrui sarà perfettamente realizzato.
Vedi la purezza di tutti i fenomeni e conferirai istantaneamente le quattro iniziazioni a tutti gli esseri;
scandaglia le profondità del samsara e recita il mantra delle sei sillabe.
31. La mente non può realizzare tutte le diverse pratiche di visualizzazione,
se mediti su un solo Buddha, mediti sulla natura di tutti i Buddha.
Qualunque fenomeno appaia, è la forma del Grande Compassionevole, Chenrezig;
dimora nel corpo di natura della divinità, inseparabile unione di vacuità e apparenza,
e recita il mantra delle sei sillabe.
32. Recitazioni, mantra, invocazioni e sadhane sono solo complicazioni;
il mantra delle sei sillabe tutto include, è il suono stesso del Dharma.
Tutti i suoni non sono altro che la parola del Sublime Chenrezig,
riconoscili come mantra, inseparabile unione di suono e vacuità, e recita il mantra delle sei sillabe.
33. Se i pensieri e le due oscurazioni sono purificate, meriti e sapienza si accrescono;
se le percezioni sono sotto controllo, i nemici e le ostruzioni sono soggiogate.
È Chenrezig che conferisce in questa stessa vita i siddhi ordinari e supremi;
realizza naturalmente le quattro attività e recita il mantra delle sei sillabe.
34. Qualunque fenomeno sorga, offrilo come torma agli ospiti della liberazione immediata,
plasma l’argilla di tutto ciò che appare come tza-tza in forma di vacuità;
offri prostrazioni di non-dualità al Signore della natura della mente.
Porta a compimento queste attività di Dharma e recita il mantra delle sei sillabe.
35. Sconfiggi il tuo nemico, l’odio, con l’arma dell’amore;
proteggi i tuoi familiari, tutti gli esseri dei sei reami, con i mezzi abili della compassione;
coltiva le raccolte di meriti e sapienza sul terreno fertile della devozione.
Porta a compimento ogni giorno queste attività e recita il mantra delle sei sillabe.
36. Brucia nel fuoco del non-attaccamento questo vecchio cadavere dell’afferrarsi alle cose,
come cerimonia funebre settimanale per la vita ordinaria, pratica l’essenza del Dharma;
come offerta del fumo per i defunti, dedica i meriti accumulati per tutte le loro vite future.
Porta a compimento tutte le pratiche per i defunti e recita il mantra delle sei sillabe.
37. La devozione, come fosse una tua creatura, ponila sulla soglia d’ingresso della tua pratica;
la rinuncia, come fosse tuo figlio, donale il comando su tutte le faccende della vita ordinaria;
la compassione, come fosse tua figlia, portala in sposa allo sposo dei tre reami.
Porta a compimento i tuoi doveri per i vivi e recita il mantra delle sei sillabe.
38. Qualsiasi fenomeno è illusione, non ha alcuna vera esistenza,
samsara e nirvana non sono nient’altro che pensieri, nulla di reale;
realizza l’autoliberazione dei pensieri che sorgono, e così realizzi tutti gli stadi del sentiero.
Applica l’istruzione essenziale per l’autoliberazione dei pensieri e recita il mantra delle sei sillabe.
39. La tua stessa mente, inseparabilmente vuota e consapevole, è il Darmakaya;
lascia ogni cosa così com’è nella sua fondamentale semplicità, e la chiarezza sorgerà da sé.
Non fare nulla e senza sforzo realizzerai tutto ciò che deve essere realizzato;
lascia ogni cosa nella sua nuda consapevolezza e recita il mantra delle sei sillabe.
40. Lascia che la mente tranquilla recida il movimento dei pensieri che si inseguono,
nel movimento dei pensieri vedi la natura stessa della mente tranquilla.
Movimento e tranquillità sono la stessa cosa, mantieni la mente nel suo stato naturale;
dimora in questa esperienza originaria e recita il mantra delle sei sillabe.
41. Esaminando la verità relativa, stabilisci la verità assoluta;
dimorando nella verità assoluta, osserva come sorgono le verità relative.
L’identità non concettuale delle due verità è la stato dell’essenziale semplicità,
con questa visione spontaneamente libera da concettualità, recita il mantra delle sei sillabe.
42. Guardando ai fenomeni, taglia la mente che si afferra;
guardando alla mente, svuota dall’interno i fenomeni ingannevoli.
L’identità inseparabile della mente e dei fenomeni è illimitata apertura non duale,
con la realizzazione spontanea di quest’unico sapore, recita il mantra delle sei sillabe.
43. Nella natura della mente ogni cosa è liberata nella semplicità della vuota consapevolezza,
i pensieri che sorgono nella spontanea creatività della consapevolezza
sono purificati nella propria natura.
L’identità inseparabile di mente e consapevolezza sono l’originaria essenza,
dimorando nella naturale non-meditazione del Darmakaya, recita il mantra delle sei sillabe.
44. Riconoscere come divinità ogni forma che appare, questa è l’essenza dello stadio di generazione:
l’afferrasi alle apparenze come belle o brutte è liberato nella sua propria natura.
Liberi da attaccamento, i fenomeni che appaiono alla mente sono il corpo del supremo Chenrezig.
Dimorando nei fenomeni auto-liberati, recita il mantra delle sei sillabe.
45. Riconoscere ogni suono come mantra, questa è l’essenza della pratica di recitazione:
l’afferrarsi ai suoni come piacevoli o spiacevoli è liberato nella sua propria natura.
Liberi da attaccamento, i suoni spontanei del samsara e del nirvana sono la parola delle sei sillabe.
Dimorando nei suoni auto-liberati, recita il mantra delle sei sillabe.
46. Riconoscere ogni odore come non nato, questa è l’essenza dello stadio di completamento:
l’afferrarsi agli odori come gradevoli o sgradevoli è liberato nella sua propria natura.
Liberi da attaccamento, gli odori sono il profumo della moralità del supremo Chenrezig.
Dimorando negli odori auto-liberati, recita il mantra delle sei sillabe.
47. Riconoscere ogni sapore come sacro banchetto, questa è l’essenza del fare offerte:
l’afferrarsi ai sapori come deliziosi o disgustosi è liberato nella sua propria natura.
Liberi da attaccamento, i sapori di cibi e bevande sono la delizia del supremo Chenrezig.
Dimorando nei sapori auto-liberati, recita il mantra delle sei sillabe.
48. Riconoscere ogni sensazione come essenziale identità, questa è l’essenza dell’equanimità:
le sensazioni di attrazione e repulsione, di caldo e freddo, sono liberate nella loro propria natura.
Libere da attaccamento, tutte le sensazioni e i sentimenti sono l’attività senza sforzo della divinità.
Dimorando nelle sensazioni auto-liberate, recita il mantra delle sei sillabe.
49. Riconoscere ogni fenomeno come vuoto, questa è il punto essenziale della visione:
l’afferrarsi ai concetti di vero e falso è liberato nella sua propria natura.
Libero da attaccamento, ogni fenomeno del samsara e del nirvana è il continuum del Dharmakaya.
Dimorando nei concetti auto-liberati, recita il mantra delle sei sillabe.
50. Non inseguire l’oggetto dell’odio, osserva la mente che odia.
L’odio, auto-liberato nel suo stesso sorgere, è vuota luminosità;
questa vuota luminosità non è altro che saggezza simile ad uno specchio.
Nell’auto-liberazione dell’odio, recita il mantra delle sei sillabe.
51. Non inseguire l’oggetto dell’orgoglio, osserva la mente che si inorgoglisce.
L’orgoglio, auto-liberato nel suo stesso sorgere, è primordiale vacuità;
questa primordiale vacuità non è altro che la saggezza della essenziale identità.
Nell’auto-liberazione dell’orgoglio, recita il mantra delle sei sillabe.
52. Non bramare l’oggetto del desiderio, osserva la mente che desidera.
Il desiderio, auto-liberato nel suo stesso sorgere, è vuota beatitudine;
questa vuota beatitudine non è altro che saggezza discriminante.
Nell’auto-liberazione del desiderio, recita il mantra delle sei sillabe.
53. Non inseguire l’oggetto della gelosia, osserva la mente che nutre gelosia.
La gelosia, auto-liberata nel suo stesso sorgere, è vuota attività;
Questa vuota attività non è altro che saggezza totalmente priva di ostacoli.
Nell’auto-liberazione della gelosia, recita il mantra delle sei sillabe.
54. Non inseguire le idee create dall’ignoranza, osserva la natura stessa dell’ignoranza.
La moltitudine dei pensieri, auto-liberati nel loro stesso sorgere, sono vuota consapevolezza;
questa vuota consapevolezza non è altro che saggezza onnisciente.
Nell’auto-liberazione dell’ignoranza, recita il mantra delle sei sillabe.
55. La forma è non nata, originariamente vuota come il cielo.
L’essenza di questa vuota consapevolezza è Chenrezig,
altro non è che il Sublime Re del Cielo.
Dimorando spontaneamente nella visione della vacuità, recita il mantra delle sei sillabe.
56. Le sensazioni sono il laccio che lega la mente ai suoi oggetti.
Riconosci la loro identità non duale, questo è Chenrezig,
altro non è che il Sublime Generoso Laccio.
Dimorando spontaneamente nell’unico sapore, recita il mantra delle sei sillabe.
57. I giudizi presi per veri portano alla delusione.
Rivolgiti a tutti gli esseri senzienti con compassione, questo è Chenrezig,
altro non è che il Sublime che Scandaglia le Profondità del Samsara.
Dimorando nella compassione equanime, recita il mantra delle sei sillabe.
58. Le passioni e le azioni samsariche ti tengono prigioniero, vagabondo nei sei reami.
Riconosci che samsara e niravana sono identici, questo è Chenrezig,
altro non è che il Grande Compassionevole Trasformatore degli Esseri.
Beneficiando gli altri con equanimità, recita il mantra delle sei sillabe.
59. La coscienza della mente ordinaria ha otto funzioni.
Riconosci che la mente originaria è Dharmakaya, questo è Chenrezig,
altro non è che il Sublime Oceano dei Conquistatori.
Sapendo che la tua stessa mente è Buddha, recita il mantra delle sei sillabe.
60. Considerare il tuo corpo come forma solida provoca schiavitù.
Riconosci il corpo come vuota forma della divinità, questo è Chenrezig,
altro non è che il Sublime Khasarpani.
Riconoscendo il corpo come vuota forma della divinità, recita il mantra delle sei sillabe.
61. Afferrarsi alla parola e ai suoni provoca delusione.
Riconoscili come vuoto mantra divino, questo è Chenrezig,
altro non è che il Sublime Ruggito del Leone.
Riconoscendo ogni suono come vuoto mantra divino, recita il mantra delle sei sillabe.
62. Afferrarsi alle concezioni della mente e prenderle per vere è ignoranza che causa samsara.
Lascia la mente nel suo stato naturale libero da concettualizzazioni, questo è Chenrezig,
altro non è che Il Sublime Sviluppo della Mente Originaria.
Dimorando nella identità originaria della mente, nel Dharmakaya, recita il mantra delle sei sillabe.
63. Tutti i fenomeni esistenti sono il continuum originariamente puro del Dharmakaya.
Osserva il volto immacolato del Dharmakaya, questo è Chenrezig,
altro non è che il Sublime Sovrano dell’Universo.
Rimanendo spontaneamente nel continuum della illimitata purezza, recita il mantra delle sei sillabe.
64. Chenrezig, unica divinità, essenza di tutti i Buddha,
sei sillabe, unico mantra, essenza di tutti i mantra.
Mente dell’illuminazione, unico Dharma, essenza degli stadi di generazione e di completamento.
Dimorando spontaneamente in quest’unico sentiero di liberazione, recita il mantra delle sei sillabe.
65. A che cosa serve tutto quello che hai fatto? Essere così indaffarato è solo causa di altro samsara.
Guarda com’è senza senso tutto quello che hai fatto,
ora faresti meglio a smetterla con i tuoi sforzi per compiere azioni senza senso.
Lasciando perdere ogni attività, recita il mantra delle sei sillabe.
66. A che cosa serve tutto quello che hai detto? E’ solo causa di inutili chiacchiere.
Guarda quante inutili distrazioni hai provocato con le tue parole,
ora faresti meglio a startene in silenzio.
Cessando completamente i tuoi discorsi, recita il mantra delle sei sillabe.
67. A che cosa serve tutto il tuo affaccendarti? Andare e venire provoca solo stanchezza.
Guarda quanto le tue faccende ti hanno portato lontano dal Dharma,
ora faresti meglio a star tranquillo con la mente rilassata.
Rimanendo tranquillo e rilassato, recita il mantra delle sei sillabe.
68. A che cosa serve tutto quello che hai mangiato? Si è solo trasformato in escrementi.
Guarda quanto sono insaziabili i tuoi appetiti,
ora faresti meglio a nutrirti con il cibo del samadhi.
Smettendo di mangiare e bere, recita il mantra delle sei sillabe.
69. A che cosa servono tutti i tuoi progetti? Hanno solo provocato ulteriori delusioni.
Considera i pochi obiettivi che hai saputo raggiungere,
ora, in questa breve vita, faresti meglio a non fare tanti progetti a lungo termine.
Abbandonando i tuoi progetti, recita il mantra delle sei sillabe.
70. A che cosa servono tutti i tuoi beni? Le proprietà sono solo attaccamento.
Considera che presto dovrai lasciare tutto ciò che possiedi,
ora faresti meglio ad abbandonare il tuo attaccamento.
Smettendo di accumulare cose, recita il mantra delle sei sillabe.
71. A che cosa serve tutto il tempo che hai trascorso a letto? E’ stato solo sprecato nel torpore.
Considera quanto facilmente sprechi il tuo tempo senza far nulla,
ora faresti meglio a impegnarti con ferma determinazione.
Abbandonando giorno e notte tutte le distrazioni, recita il mantra delle sei sillabe.
72. Non c’è tempo, non c’è tempo! Non c’è tempo da perdere!
Quando all’improvviso la morte sopraggiunge, che farai?
Ora, proprio ora, sarebbe meglio se cominciassi a praticare il Dharma.
Ora, veloce, affrettati: recita il mantra delle sei sillabe.
73. A che cosa serve pensare ai prossimi anni, ai prossimi mesi, ai prossimi giorni?
Considera come le cose cambiano continuamente, ogni momento!
Ogni momento che passa ti avvicina al momento della morte,
ora, proprio ora, recita il mantra delle sei sillabe.
74. La vita scorre e si spegne come il sole che tramonta,
la morte si avvicina come un’ombra che si allunga al tramonto.
Ciò che resta della tua vita svanirà veloce come svaniscono le ultime ombre,
non c’è tempo da perdere, recita il mantra delle sei sillabe.
75. Il perfetto Dharma, il mantra delle sei sillabe,
non serve a nulla se lo reciti chiacchierando e guardando in giro distrattamente,
pensare al numero di mantra recitati significa non aver capito proprio nulla.
Osservando la mente senza distrazioni, recita il mantra delle sei sillabe.
76. Se continuamente, sempre di nuovo, esamini la tua mente,
tutto ciò che fai diventa un sentiero perfetto,
tra tutte le centinaia di preziosi insegnamenti, questa è l’istruzione essenziale.
Concentrandoti univocamente su quest’unica istruzione, recita il mantra delle sei sillabe.
77. Nella prima parte, il mio impietoso attacco a quest’era degenerata
è un rimprovero che io ho rivolto a me stesso.
Quelle dolorose parole mi hanno profondamente colpito,
ora le offro a te, pensando che sortiscano lo stesso effetto.
78. Se così non è, se hai piena fiducia nell’elevatezza della tua visione e riflessione,
se hai idee sofisticate per conciliare le attività mondane e spirituali,
se sei in grado di affrontare e risolvere brillantemente i problemi tuoi e altrui,
se hai tutte queste capacità, ti prego di scusarmi.
79. Nella seconda parte ho cercato di stabilire la corretta visione e meditazione:
anche se non ho personale esperienza di alcuna speciale realizzazione,
ho espresso quel che ho capito solo grazie alla gentilezza degli insegnamenti,
trasmessi e conservati nel prezioso lignaggio degli onniscienti padre e figlio.
80. La terza parte, l’esortazione a rinunciare a ogni cosa e a praticare,
puoi anche non raccoglierla, si esaurisce da sola.
Ma in nessun modo contraddice le parole dei Buddha e dei Bodhisattva,
e sarebbe molto bene da parte tua se la mettessi in pratica.
81. Questo discorso, virtuoso all’inizio, nel mezzo e alla fine,
fu scritto nella grotta dell’eremita sul Picco Vittorioso della Roccia Bianca
per le insistenti richieste di un caro amico
dal vecchio cencioso Apu Hralpo [Patrul] infiammato dai cinque veleni.
82. Ho continuato a balbettare inutilmente. E allora?
L’argomento è di grande valore, il significato veritiero e porta una cascata di meriti;
li dedico a te, a tutti noi esseri migratori nei tre reami.
Possano realizzarsi tutti i desideri ispirati dal santo Dharma!
Con il solo desiderio che possa essere di beneficio per tutti gli esseri senzienti, Gabriele Bonetti ha
tradotto in italiano questo testo sulla base delle traduzione inglese di Thinley Norbu contenuta in The
Practice of the Essence of the Sublime Heart Jewel, View, Meditation and Action: The Propitious Speech from the
Beginning, Middle and End, New York 1984 (con testo tibetano a fronte), confrontata con la traduzione
inglese dal tibetano a cura del Padmakara Translation Group, contenuta in Patrul Rinpoche, The Heart
Treasure of the Enlighted Ones. The Practice of View, Meditation and Action, con commento di Dilgo Khyentse,
Boston Massachusetts 1992 (testo radice e traduzione inglese).