Disastro di Jilin - i save my planet
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Disastro di Jilin - i save my planet
LO SCOPPIO STABILIMENTO DI JILIN: BENZENE E NITROBENZENE A cura di Sandra Rotondi A. A. 2009/2010 Indice 1. Introduzione: l’accaduto 2. Inquinamento delle acque: regioni colpite e conseguenze 2.1. Provincia di Jilin 2.2. Provincia di Heilongjiang 2.3. Provincia russa Khabarovsk Krai 2.4. Arrivo della chiazza in mare 2.5. Conseguenze 3. Effetti sulla salute del benzene e nitrobenzene 3.1. Benzene: effetti sulla salute 3.2. Benzene: assorbimento e metabolismo 3.3. Nitrobenzene: effetti sulla salute 3.4. Nitrobenzene: assorbimento, metabolismo ed escrezione Sitografia 1. Introduzione: l’accaduto Il giorno 13 novembre 2005 è avvenuta un’esplosione nell’impianto chimico No. 101 della PetroChina nella città Jilin, nella provincia di Jilin in Cina. Figura 1. Provincia di Jilin (a sinistra) e divisione amministrativa della provincia con evidenziazione della città di Jilin (a destra) 1 Le esplosioni sono state così violente da essere riuscite a distruggere le finestre di palazzi a 100-200 metri di distanza; almeno 70 persone sono rimaste ferite, 6 sono rimaste uccise e i focolai sono stati spenti soltanto la mattina seguente (14 novembre). La causa dell’esplosione è stata identificata solo due giorni dopo: la torre T102 si è inceppata ed è esplosa; in particolare si trattava di un’unità di nitrazione per l’anilina e l’immediata conseguenza è stato il riversamento di tonnellate di benzene e nitrobenzene nelle acque del fiume Songhua che attraversa la città. Da subito, per timore di nuove esplosioni e di contaminazioni chimiche dannose, oltre 10.000 persone sono state evacuate dalla zona, compresi i residenti locali e gli studenti dei campus a nord quali l’Università di Beihua e il Jilin Institute of Chemical Technology. Il governo municipale, infatti, ha chiesto ad alberghi e ristoranti della città di offrire camere per le persone evacuate e anche la società di taxi ha aiutato nelle operazioni di evacuazione. 2. Inquinamento delle acque: regioni colpite e conseguenze L’esplosione ha gravemente inquinato il fiume Songhua, un affluente dell’Amur con una stima di 100 tonnellate di inquinanti contenenti benzene e nitrobenzene che si sono riversati al suo interno. Figura 2. Fiume Songhua e Amur Si è formata quindi una chiazza di 80 km di lunghezza lungo il fiume Amur contenente un livello di benzene, in alcuni punti, 108 volte superiore ai livelli nazionali di sicurezza. La chiazza è passata prima sul fiume Songhua attraversando diverse contee e città della provincia di Jilin, tra cui Songyuan, 2 per entrare poi nella provincia di Heilongjiang, passando per la sua capitale Harbin. Dopo aver attraversato la parte orientale di Heilongjiang compresa la città di Jiamusi , la chiazza di petrolio è entrata nel fiume Amur, attraverso la foce del Songhua, al confine tra la Cina e la Russia. È passata poi nell’Oblast, regione ad autonomia ebraica in Russia, giungendo infine nella regione russa di Khabarovsk Krai in oriente, passando per le città di Khabarovsk e di Komsomolsk-on-Amur per uscire nello Stretto dei Tartari, a sua volta ponte tra il Mar di Okhotsk e Mar del Giappone, porzioni di Oceano Pacifico. 2.1. Provincia di Jilin In seguito all’esplosione, lo stesso 13 novembre, è stato chiuso un impianto di acqua nella città di Jilin e dal 15 novembre la città di Songyuan, nella provincia di Jilin, ha smesso di utilizzare l'acqua dal fiume Songhua. Il 18 novembre, è stato sospeso parzialmente l’approvvigionamento idrico fino al 23 novembre quando questo è stato ripristinato. 2.2. Provincia di Heilongjiang Harbin, capitale della Heilongjiang, è una delle più grandi città della Cina con quasi dieci milioni di residenti urbani ma è dipendente dal fiume Songhua per il suo approvvigionamento idrico. Il 21 novembre, il governo della città di Harbin ha annunciato che le forniture di acqua sarebbero state bloccate alle ore 12 del 22 novembre per quattro giorni per effettuare la manutenzione; in realtà alcuni residenti di Harbin si sono lamentati del fatto che l’erogazione dell'acqua in alcune zone della città era stata interrotta molto prima di quanto annunciato. La notizia dell’interruzione della fornitura ha causato panico nella città per l’acquisto di acqua, bevande e prodotti alimentari nei supermercati, mentre i biglietti del treno e voli per andare fuori città furono ben presto esauriti. Nel frattempo, i pesci morti apparivano lungo le rive del Songhua a monte di Harbin, aggravando ulteriormente i timori dei residenti. In seguito, l’inizio delle quattro giornate di blocco dell’erogazione idrica è stato rinviato a partire dalla mezzanotte del 24 novembre; così tra le 08:009:00 del 23 novembre, nella città è stata temporaneamente ripristinata la fornitura di acqua per consentire ai residenti di rifornirsi, in quanto la chiazza di petrolio non aveva ancora raggiunto la città. Nel pomeriggio dello stesso giorno, le scuole di Harbin sono state chiuse per una settimana ed è stato proibito l’uso di bagni pubblici e autolavaggi. Sempre il 23 novembre, i 3 residenti di Harbin hanno cominciato a ricevere l'acqua dai vigili del fuoco ed è incominciata anche l'evacuazione volontaria (nei primi giorni circa 10mila persone sono fuggite da Harbin e l’aeroporto era intasato da code alle biglietterie). Il governatore Zhang Zuoji ha inoltre ordinato agli ospedali di prepararsi a far fronte a possibili casi di avvelenamento e gli ospedali sono stati riforniti di antidoti contro gli avvelenamenti da benzene. La chiazza di petrolio ha raggiunto Harbin il giorno 24 novembre, prima dell'alba. In quel giorno, il livello di nitrobenzene registrato era 16,87 volte sopra il livello di sicurezza nazionale, mentre il livello di benzene era in aumento, ma non aveva ancora superato il livello di sicurezza nazionale. Il 25 novembre il livello di nitrobenzene era raddoppiato (0,5805 mg/l), arrivando a 33,15 volte il livello di sicurezza nazionale, dopodichè è incominciato a diminuire. Wen Jiabao del Consiglio di Stato ha visitato Harbin il 26 novembre per ispezionare la situazione, incluso lo stato di inquinamento delle acque e l'approvvigionamento idrico. In risposta alla crisi, i camion hanno trasportato decine di migliaia di tonnellate di acqua in tutta la città e migliaia di tonnellate di carbone attivo giunsero da tutto il paese ad Harbin (erano infatti necessarie ben 1400 tonnellate di carbone attivo e le scorte provinciali arrivavano appena alla metà). Il Governo di Harbin ha inoltre ordinato il congelamento del prezzo dell’acqua potabile vigente al 20 novembre, al fine di combattere il sovrapprezzo. L’approvvigionamento idrico a Harbin è stato ripreso la sera del 27 novembre. La chiazza di petrolio è giunta poi alla città di Jiamusi, la quale si serve prevalentemente dell'approvvigionamento idrico sotterraneo e quindi non ha potuto tagliare i rifornimenti idrici. Tuttavia, il 2 dicembre, Jiamusi ha chiuso l’impianto n°7, che fornisce circa il 70% di approvvigionamento idrico alla città e ha evacuato la metà della popolazione sulla sua isola Liushu. Meno fatalisti, i vicini siberiani hanno atteso l'arrivo della chiazza tossica nelle acque dell'Amur, di cui il Songhua (Sunghari in russo) è affluente. La corrente gelata e inquinata infatti, percorreva 50 chilometri al giorno. 4 2.3. Provincia russa Khabarovsk Krai La chiazza di petrolio ha raggiunto il fiume Amur il 16 dicembre, arrivando alla città russa di Khabarovsk 4-5 giorni dopo. In preparazione, era stata istituita una linea di comunicazione tra le agenzie russe e cinesi e la Cina ha offerto alla Russia acqua purificatrice, tra cui 1.000 tonnellate di carbone attivo. 2.4. Arrivo della chiazza in mare Dopo il riversamento della chiazza nel fiume Amur, le sostanze contaminanti sono entrate nello Stretto dei Tartari per giungere poi al mare di Okhotsk e al Mar del Giappone, i cui litorali coprono Giappone, Corea, Estremo Oriente e la Russia. 2.5. Conseguenze L'inquinamento ha avvelenato la regione di Heilong-Amur, considerata prioritaria dal punto di vista naturalistico dal Wwf. L'area è coperta da alcune delle più importanti foreste temperate dell’Asia dell’est: boschi misti di conifere e alberi caducifoglie, come betulle e querce. È praticamente uno “scrigno” di specie tra cui alcune molto rare: l'albero del tasso (Taxus), la tigre siberiana (Pantera tigris altaica), il leopardo di Amur (Pantera pardus orientalis) come anche il mosco moschifero (Moschus moschiferus), l'orso bruno (Ursus arctos), l'orso tibetano (Ursus tibethanus) e rarissime specie di uccelli come la gru della Manciuria (Grus japonensis) e la gru dal collo bianco (Grusleucogeranus). “L'esplosione della fabbrica chimica in Cina - afferma il WWF - svela ancora una volta l'enorme carenza di controlli sul settore chimico cinese. Il WWF chiede con forza regole più severe sia nazionali che internazionali per assicurare controlli e restrizioni sulle sostanze chimiche come quelle liberate nel fiume Sunxua. L'Unione Europea si sta dotando in questi mesi di un regolamento sulla chimica (Reach) la cui priorità è di disporre di dati certi e regolari (attraverso la restrizione e il bando) di prodotti chimici industriali di cui, al momento, abbiamo informazioni scarse o addirittura inesistenti sulla tossicità e gli effetti sull'ambiente e la salute umana”. 5 3. Effetti sulla salute del benzene e nitrobenzene 3.1. Benzene: effetti sulla salute L'intossicazione provocata dal benzene o dai suoi derivati (ad esempio toluene, xileni o fenoli) è detta benzolismo. L'inalazione di un tasso molto elevato di benzene può portare al decesso; infatti, un'esposizione da cinque a dieci minuti ad un tasso di benzene nell'aria al 2% (ovvero 20000 ppm) è sufficiente a condurre un uomo alla morte. Dei tassi più bassi possono generare sonnolenza, vertigini, tachicardia, mal di testa, tremori, stato confusionale o perdita di coscienza. La dose letale per ingestione è di circa 50÷500 mg/kg (milligrammo di sostanza ingerita rispetto al peso dell'individuo espresso in chilogrammi). L'ingestione di cibi o bevande contenenti tassi elevati di benzene possono scatenare vomito, irritazione gastrica, vertigini, sonnolenza, convulsioni, tachicardia e nei casi più gravi provocare la morte. Il principale effetto di un'esposizione cronica al benzene è il danneggiamento dei tessuti ossei e la diminuzione delle cellule del midollo osseo, che può causare una diminuzione del tasso di globuli rossi nel sangue e un'anemia aplastica o una leucemia. Può anche dare origine a coaguli, difficoltà di coagulazione ed indebolimenti del sistema immunitario. Il benzene è stato inoltre, classificato dall'IARC come agente cancerogeno del gruppo 1; quindi la sua cancerogenicità è legata al suo comportamento da agente intercalante: esso infatti "scivola" tra i nucleotidi di un acido nucleico (come il DNA) provocando errori di lettura o scrittura del codice genetico; ciò danneggia la sintesi proteica e rende incontrollata la riproduzione cellulare (portando al cancro). Alcune donne esposte a livelli elevati di benzene per molti mesi hanno avuto anomalie nel ciclo mestruale ed una diminuzione del volume delle ovaie. Studi condotti su animali hanno dimostrato che l'esposizione al benzene durante la gravidanza porta a nascite sotto peso, ritardi nello sviluppo osseo e danni al midollo osseo. L’effetto del benzene sulla fertilità dell’uomo o sul corretto sviluppo del feto non è conosciuto, ma uno studio recente fatto su di un campione di 271 donne incinte e non fumatrici ha mostrato un aumento del rischio della riduzione del piede del bebè alla nascita e della circonferenza cranica se la mamma è stata esposta al benzene ed agli altri inquinanti ad esso legato. 6 È possibile misurare l'esposizione al benzene dosandone la concentrazione nelle urine, nel sangue e nell'aria espirata, sebbene vi siano delle limitazioni a tali metodologie dovute alla trasformazione dei metaboliti del benzene; ad esempio la determinazione della concentrazione nelle urine del trans, transacido muconico, metabolita del benzene nell'uomo, è usata come biomarcatore dell'esposizione al benzene. Nel caso dell'analisi delle urine, l'esame può essere però falsato dal fatto che i prodotti di degradazione metabolica del benzene sono gli stessi derivati dal metabolismo di altre sostanze. 3.2. Benzene: assorbimento e metabolismo A causa del suo uso nell'industria della gomma, della plastica, delle vernici e petrolchimica, il benzene rappresenta un contaminante ambientale molto diffuso. Il benzene, essendo molto volatile, viene facilmente assorbito dall'organismo in seguito ad inalazione, contatto dermico o ingestione. Il modo più pericoloso per assorbire il benzene è tramite inalazione, in quanto, una volta arrivato negli alveoli polmonari viene assorbito dai fitti capillari. L'assorbimento per via cutanea può avvenire solo se il benzene è presente allo stato liquido e la velocità di assorbimento cutaneo nell'uomo è pari a 0,4 mg/cm2·/h. L'assorbimento per ingestione è teorizzato, invece, intorno al 100%, in seguito ad un esperimento su cavie da laboratorio. Molti autori sostengono che la frazione di benzene eliminato mediante l'espirazione di un soggetto contaminato varia tra il 10 ed il 50%, mentre per via urinaria viene espulso, senza modifiche, una quota inferiore all'1%. In particolare la sua inalazione cronica negli umani si associa inizialmente a discrasia ematologica, che può degenerare nel corso degli anni in anemia aplastica e leucemia mieloide acuta (figura 3). Per poter esercitare azione mutagena e cancerogena, il benzene deve andare incontro a metabolismo ossidativo e trasformarsi in intermedi reattivi. Questi includono lo stesso fenolo, l'idrochinone, il catecolo, l'1,2,4-benzentriolo, il benzene-1,2-diidrodiolo e l'acido muconico. Esperimenti in vitro e in vivo hanno dimostrato la presenza di addotti covalenti nel midollo osseo in seguito all'esposizione a benzene che vengono formati dai metaboliti stessi del benzene. 7 Figura 3. Cellule del sangue con leucemia mieloide acuta L’eliminazione del benzene (figura 4) è basata su due meccanismi: metabolismo ossidativo svolto dal sistema delle monossigenasi del citocromo microsomiale P-450 2E1 (CYP2E1) che porta alla formazione del benzene epossido (agente cancerogeno e mutageno), il quale può reagire con il glutatione dando origine all’acido Sfenilmercapturico, abbreviato con S-PMA, eliminato con le urine; reazione con un radicale idrossile che porta alla formazione di un radicale idrossicicloesadienile che può essere eliminato. Il metabolismo completo del benzene porta quindi alla formazione di tre differenti classi di composti: metaboliti con anello idrossilato, metaboliti con anello dimerico e metaboliti ad anello aperto. I metaboliti ad anello idrossilato, come fenolo, p-idrochinone, catecolo e 1,4benzentriolo, formano soprattutto solfati e coniugati glucuronidici, sempre espulsi per via urinaria. Gli effetti cancerogeni del benzene sono stati studiati su topi, nei quali l'esposizione al benzene (per inalazione) porta a riarrangiamenti cromosomici del tipo scambio cromatidico (SCE o sister chromatid exchange); inoltre mutazioni analoghe ed altre aberrazioni sono state ritrovate nei soggetti che sono stati esposti al benzene. 8 Figura 4. Metabolismo del benzene 3.3. Nitrobenzene: effetti sulla salute Il nitrobenzene è un altro composto altamente tossico e facilmente assorbibile attraverso la pelle. Anche se le dimostrazioni della possibile cancerogenicità del nitrobenzene sono ancora in fase di studio, è comunque accertato che l’esposizione prolungata può provocare gravi danni al sistema nervoso centrale, alterare la vista, il fegato e causare danni renali, anemia e irritazione dei polmoni. L’inalazione dei fumi può inoltre causare mal di testa, nausea, affaticamento, vertigini, cianosi, debolezza nelle braccia e nelle gambe, e in rari casi può essere fatale; l'ingestione invece può provocare mal di testa, vertigini, nausea, vomito e irritazione gastrointestinale. È stato trovato solo uno studio caso-controllo che descrive gli effetti cancerogeni dell’esposizione a nitrobenzene ed è stato visto che l’esposizione paterna al nitrobenzene è associata allo sviluppo del cancro al cervello infantile, ma vista la scarsità dei casi esposti e quindi la scarsità dei dati, non si può ancora affermare che il nitrobenzene è cancerogeno nell’uomo; al contrario, invece, quando il nitrobenzene è somministrato alle cavie, quest’ultimo è risultato cancerogeno in più siti (polmone, tiroide, ghiandola mammaria, reni, fegato, ecc.) e in specie diverse. L’eventuale cancerogenicità del nitrobenzene può essere legata ai meccanismi di riduzione del benzene (durante il metabolismo) che può portare alla 9 produzione di radicali liberi pericolosi. Il nitrobenzene, infatti è strutturalmente correlato ai composti nitro aromatici e ad altri aminocomposti, tra cui i nitroareni che sono considerati dal Programma Nazionale di Tossicologia come “composti potenzialmente cancerogeni per l’uomo” e dalla IARC come “composti cancerogeni per l’uomo” e inseriti per questo nel gruppo 2B. Il nitrobenzene inoltre non è risultato genotossico in numerosi test in vitro e in vivo, dove non ha provocato scambi tra cromatidi fratelli, o aberrazioni cromosomiche. Per quanto riguarda gli effetti tossici, invece, negli individui esposti possiamo distinguere: effetti acuti (per breve esposizione): produzione di metaemoglobina associata ad anossia e danno agli eritrociti; effetti cronici (per esposizione continuata nel tempo): danni epatici e renali (ingrossamento, ittero e ridotta funzionalità). 3.4. Nitrobenzene: assorbimento, metabolismo e escrezione Abbiamo visto che il nitrobenzene è assorbito o attraverso la pelle o per inalazione e il metabolismo, così come la via di escrezione attraverso le urine sembra essere simile sia negli animali che nell’uomo. I metaboliti principali prodotti dal nitrobenzene e ritrovati nelle urine comprendono sia prodotti da ossidazione come nitrofenoli e amminofenoli, che prodotti di riduzione come anilina; ma troviamo anche glucoronide o solfati acidi coniugati o acido-4-nitrofenilmercapturico. Sulla base dei prodotti trovati, è stato proposto un possibile metabolismo che si divide in due percorsi: una via di riduzione che porta alla formazione di anilina, seguita poi da ossidazione in amminofenoli e coniugazione al glucoronide e solfati acidi; una via di ossidazione con formazione di nitrofenoli seguita da coniugazione al glucoronide e solfati. Il nitrobenzene può essere ridotto ad anilina sia in condizioni anaerobiche (dai batteri nell'intestino) sia in condizioni aerobiche (grazie agli enzimi microsomiali); il primo è più probabile che si verifichi quando il nitrobenzene viene ingerito, mentre il secondo quando il nitrobenzene viene inalato. Inoltre sembra che la riduzione del benzene rappresenti un importante passo nella produzione di metaemoglobinemia. 10 Sitografia 1. http://en.wikipedia.org/wiki/2005_Jilin_chemical_plant_explosions; 2. http://www.e-gazette.it/index.asp?npu=37&pagina=1; 3. http://it.wikipedia.org/wiki/Benzene#Effetti_sulla_salute; 4. http://ntp.niehs.nih.gov/ntp/newhomeroc/roc11/NBPub.pdf. 11