Fedra,trapassioneevendetta
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Fedra,trapassioneevendetta
GAZZETTA SABATO 11 OTTOBRE 2014 ■ Testi a cura di Altre Velocità 33 Vie FESTIVAL2014 » Fedra, tra passione e vendetta PRIMA NAZIONALE AL TEATRO HERBERIA DI RUBIERA Il mito rivive nel mondo immaginario e introspettivo messo in scena dalla compagnia Khroma di Francesco Demitry Oggi il Festival VIE presenta in prima nazionale Phèdre della compagnia Khroma. In scena presso il Teatro Herberia di Rubiera questa sera alle ore 21 e domani alle ore 18, lo spettacolo è in lingua francese, ed è sopratitolato in italiano. Marianne Pousser, interprete e ideatrice, ci racconta la genesi e lo sviluppo del progetto. Phèdre è la seconda parte di un trittico basato su una raccolta di poesie di Yannis Ritsos consacrate a figure maschili e femminili della mitologia greca. «Questo progetto nacque tempo fa, quando scoprii la poesia di Yannis Ritsos. Insieme a Enrico Bagnoli, regista e scenografo dello spettacolo, abbiamo cominciato una ricerca sulle figure di cui parlavi e su come risuonano nel mondo di oggi. Abbiamo deciso di sviluppare il lavoro cercando di intrecciare vari linguaggi come il testo, che è un punto di partenza, e musiche originali scritte appositamente, che richiamano immagini per noi molto importanti. Vogliamo creare un mondo fantasmatico e mentale, come se si entrasse nell'immaginario dei vari personaggi. Fedra ci interessa perché è una regina dalla personalità molto forte che sceglie di vendicarsi del giovane Ippolito dopo che lui ha rifiutato il suo amore. Nel testo di Ritsos, Fedra nella sua ultima ora di vita parla di quanto lo desideri, lo ami, e allo stesso tempo invoca vendetta. Ci colpisce pensare a quanto una donna adulta possa sentirsi abbandonata vedendosi respinta. La depressione e la sofferenza sono rappresentate in scena da una sorta di scesa negli inferi. Si vede nello spettacolo una Fedra che vive in un mondo chiuso come una gabbia da cui prova a uscire cercando l'amore, per poi comprendere che non funzionerà. Spera che la morte possa essere un sollievo, ma poco a poco scopre che non sarà così». Che tipo di ambientazione “Phèdre” all’Herberia troveremo sul palco? «Si tratta di un mondo meccanico che circonda Fedra e la mette in una gabbia, allo stesso tempo è un riflesso organico della sua vita corporea. In scena si vedono dei fornelli che fondono il ghiaccio trasformandolo in fumo, creando così un ritmo, un ciclo continuo. Le macchine vi- I destini de “Le amanti” raccontati da Teatrino Giullare L'Amore, due donne austriache e la banalità dei rapporti quotidiani: questi sono i protagonisti dello spettacolo Le amanti, in scena in prima assoluta a VIE, in collaborazione con Festival Focus Jelinek, stasera (ore 22.30) e domani (ore 20) presso il Teatro di Casalecchio di Reno. Questo lavoro è diretto e interpretato dalla compagnia Teatrino Giullare, composta da Giulia Dall'Ongaro e Enrico Deotti, ed è tratto dall'omonimo romanzo di Elfriede Jelinek, Premio Nobel per la letteratura 2004. Vengono raccontate, in parallelo, le vite di due ragazze convinte che solo l'Amore possa salvarle dal loro destino: Paula lavo- ra in una fabbrica di reggiseni mentre Brigitte non ha prospettive di vita chiare. È una pièce tragica, ma anche ironica, che mostra l'assurdità di un'esistenza vuota, volta al lavoro e non ai sentimenti. La ricerca teatrale di questi artisti parte dall'idea di “attore artificiale”, con cui si intende un percorso di ricerca che utilizza manichini che vengono manovrati e indossati dagli attori permettendogli anche di indagare il limite dei movimenti. Grazie all'originalità di questo studio, Dall'Ongaro e Deotti hanno girato il mondo, ricevendo molti premi e riconoscimenti. Alessandra Corsini Al Teatro Storchi il concerto di Kurokawa tra suoni e colori Vedere i suoni e sentire i colori: l'artista giapponese Ryoichi Kurokawa promette agli spettatori del festival l'immersione in un'esperienza completamente sinestetica, questa sera con un concerto dal titolo “syn_” alle ore 23 al Teatro Storchi. Il concerto dell'artista nipponico è frutto della collaborazione tra VIE e Node, festival dedicato all'unione tra arti visive e musica, due mondi che Kurokawa ama far incontrare, sintetizzare e collidere. Le sue performance si possono definire sia concerti che "sculture temporali", situazioni fatte di suoni e immagini che creano un ambiente immersivo dove le tracce musicali ottenute attraverso field recording si innestano su un panorama di strutture digitali. L'insieme non si da però come semplice sintesi ma come spazio complesso, composto da una pluralità di segni che accompagna gli spettatori in un concerto per occhi, orecchie e pensieri. vono o riflettono l'angoscia della protagonista. Tutto quello che si vede è anche qualcosa che suona e allo stesso tempo è l'espressione della sua intimità». Qual è il rapporta tra musica e teatro? «La musica è un linguaggio. Le parole possono dire una cosa, le immagini un'altra, diversa dalla prima, mentre la musica può esprimerne anche altre. Di solito la musica entra in campo quando le parole non possono più esprimere un'emozione. In Phèdre la musica si fa carico di quest'espressione, più intima, sensuale, istintiva, dello spettacolo. Nel corso della mia formazione ho scoperto che il palcoscenico non è solo musicale ma che può essere utilizzato in altri modi. Questa cosa mi ha molto interessato. Bisogna approfondire la frontiera, il filo in cui si intrecciano voce e canto, senza pensarle come categorie chiuse». A CASALECCHIO QUESTA SERA De Marinis col suo libro alle Passioni Sta per compiere un anno ma gliene auguriamo almeno cento. Il teatro dopo l'età dell'oro. Novecento e oltre (Bulzoni, 2013), è l'ultimo libro di Marco De Marinis che viene oggi presentato alle Passioni alle ore 11.30. L'autore dialogherà con registi e studiosi andando a sondare alcuni nuclei tematici che il testo approfondisce: le dinamiche storico teatrali del Novecento, fino agli anni 80, e i contributi dei grandi maestri europei, aprendosi a figure chiave del nostro teatro: Pasolini, Leo de Berardinis, Giuliano Scabia, Moni Ovadia fino alla Socìetas Raffaello Sanzio. A VIGNOLA Babilonia Teatri si presenta in prima assoluta con “Jesus” Un dio, due uomini, tre religioni. Il ritratto della nostra società è dipinto dall'irriverenza dei Babilonia Teatri che raccontano i frammenti di una realtà ridotta a brandelli. Jesus (in scena questa sera alle ore 21 e domani alle ore 16, al Teatro E. Fabbri di Vignola) è un punto di domanda, un esame di coscienza, un rilevatore di conflitti che manda in corto circuito il pubblico. È uno spettacolo che esamina le storie del figlio di Dio, indaga i dogmi della fede cristiana per risalire al peccato originale. Un percorso a ritroso per cercare la sorgente del nostro bisogno di credere nell'aldilà. La regia di Valeria Raimondi, Enrico Catellani e Vincenzo Todesco porta in scena il loro stile spesso sorprendente, con testi assolutamente fuori dagli schemi, che riprendono la realtà senza sconti o mezze misure, sempre alla ricerca di un ordine al caos del mondo. Con questo lavoro viene approfondito un percorso di studio della narrazione che in passato ha raccontato temi scottanti del nostro tempo come il razzismo, il lavoro, la pornografia, la smania di successo e la violenza. Un risultato spettacolare riconosciuto più volte negli anni (Premio Ubu 2009 e 2011, premio Hystrio 2012), un trampolino per la ricerca teatrale che non accenna a fermarsi. Angela Sciavilla VIA CLAUDIA165 ABBIGLIAMENTO dal 2/10 fino esaurimento merce PREZZI di REALIZZO