Produrre di più e meglio

Transcript

Produrre di più e meglio
TER G EO
Apporti minerali
apporti minerali
Tesi 2 - fertirrigazione N:K 1:1
N
P2O5
K2O
CaO
MgO
SO3
23 novembre 2011
Kg/ha
Kg/ha
il corriere vinicolo N. 41
c a m p o
22 Ottobre 2012
Apporti minerali
TESI 2 – fertirrigazione N:K11:
14,00
12,00
10,00
8,00
6,00
4,00
2,00
,00
i n
4
TESI 3 – fertirrigazione N:K 1:0,5
Tesi 3 - fertirrigazione N:K 1:0,5
14,00
12,00
10,00
8,00
6,00
4,00
2,00
,00
Tutte le fasi
della sperimentazione
N
P2O5
K2O
CaO
MgO
SO3
1
2
23 novembre 2011
5
Case history: Haifa Italia & Tenimenti Angelini
3
Produrre di più e meglio
Pinot grigio alla prova
della fertirrigazione
Accresciuta produzione,
maggiore resa uva/mosto,
miglioramento delle
caratteristiche della tipicità
del Pinot grigio: questi i tre
obiettivi che ci si proponeva
di raggiungere. Dopo 4 anni
di sperimentazione della
fertirrigazione, in confronto
alla concimazione
tradizionale, i risultati
ottenuti hanno dimostrato
l’efficacia di questa tecnica
risultati quantitativi
maturazione tecnologica
Produzione
a
g/l
8,00
7,00
6,00
5,00
4,00
3,00
2,00
1,00
,00
a
13,00
12,50
b
12,00
11,50
conc. granulare fertirrigazione
N:K 1:0,5
N:K 1:1
fertirrigazione
N:K 1:0,5
delle
sanità Sanità
delle uve
7
acido tartarico
a
b
4,0
3,5
3,0
2,5
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
Realizazzione del piano di fertirrigazione (dosaggi,
prodotti, concentrazioni) e del calendario degli
interventi (circa 12 l’anno)
Rilievi e raccolta dati parcellari:
Stato vegeto-produttivo, con indice di vigoria NDVI
(Normalized Difference Vegetation Index)
Analisi del terreno e Recovery dell’azoto
Sanità delle uve
Quantità uva prodotta
Resa uva/mosto
Vinificazione
Analisi sensoriale dei vini per valutarne la qualità
enologica finale
Analisi dei costi
a
a
b
c
conc. granulare
N:K 1:0,5
fertirrigazione fertirrigazione
N:K 1:1
N:K 1:0,5
11
NDVI
0,70
0,69
a
0,68
a
Definizione delle tesi legate alle diverse linee di
concimazione: granulare tradizionale, fertirrigazione
con rapporto N:K 1:1 e fertirrigazione con
rapporto N:K 1:0,5. Le due tesi di fertirrigazione
si differenziavano anche per un differente
bilanciamento fra gli elementi nutritivi apportati
durante la stagione vegetativa
indice di vigoria
Severity Scottature
Incidence Disseccamento rachide
%
Analisi preliminare del vigneto per valutarne i reali
fabbisogni nutrizionali
Indice di vigoria
uve
a
a
0,67
0,66
b
0,65
a
a
b
0,64
b
0,63
conc. granulare fertirrigazione fertirrigazione
N:K 1:0,5
N:K 1:1
N:K 1:0,5
23 novembre 2011
P
Acidi Organici
acido malico
9 23 novembre 2011
23 novembre 2011
oter definire una fertilizzazione
efficiente e sostenibile, capace
di esaltare la territorialità delle
produzioni viticole e le potenzialità produttive e organolettiche
dei singoli vitigni, così da poter produrre vini
che siano la migliore espressione dell’interazione vitigno - territorio. è questo il cuore della sperimentazione presentata da Haifa Italia
all’interno del progetto Tergeo (www.tergeo.it) e
che verte sulle opportunità offerte dalla tecnica
della fertirrigazione (NutrigationTM) rispetto a
una concimazione granulare tradizionale. Tale
tecnica è stata oggetto di una sperimentazione
partita nel 2009 e che oggi, nel 2012, può dirsi sostanzialmente conclusa avendo confermato per
un quadriennio i risultati ottenuti. Protagonista
la Tenimenti Angelini, e in particolare l’azienda Puiatti a Romans d’Isonzo. Ne parliamo con
Giovanni Bigot (della Perleuve srl), consulente
agronomico dell’azienda, che ha coordinato lo
staff impegnato nella sperimentazione.
5
Risultati maturazione tecnologica
14,00
13,50
4
6
Risultati quantitativi
MT/ha
13
conc. granulare fertirrigazione
N:K 1:0,5
N:K 1:1
fertirrigazione
N:K 1:0,5
14
13
Dottor Bigot, in sintesi, che cosa si è fatto?
Si sono valutati differenti tipi di concimazione
su Pinot grigio, varietà che occupa più del 30%
della superficie vitata dell’azienda ed è anche la
prima varietà coltivata in Friuli, per confrontare
la concimazione classica con concimi granulari
a pronto effetto con due linee di fertirrigazione
con concimi idrosolubili, che si differenziavano
in particolare per il bilanciamento fra gli elementi nutritivi apportati in ogni singola fase
fenologica e per il rapporto finale delle unità
fertilizzanti somministrate (azoto e potassio).
Di queste, una linea si proponeva l’obiettivo di
migliorare la produttività a parità di qualità
enologica finale. L’altra di riuscire a migliorare
il quadro acido, cioè avere un maggior contenuto di acidi organici. E magari anche diminuire la
gradazione alcolica, anche perché attualmente
il mercato richiede vini con una buona acidità e
non un’eccessiva alcolicità. Insomma, l’obiettivo
della sperimentazione era produttivo ed enologico, senza dimenticare – anzi – la sostenibilità,
ambientale ed economica del processo. Il vigneto in cui è stata realizzata la sperimentazione è
un vigneto di 3 ettari, che è stato suddiviso in
differenti parcelle. Nella prova è stato possibile
anche verificare l’interazione tra le tesi di concimazione e cinque portinnesti di un’unica selezione di Pinot grigio (R6).
Concimazione granulare tradizionale e
fertirrigazione: quali le principali differenze?
La concimazione granulare tradizionale viene
effettuata con concimi solidi e quindi normalmente sulla superficie del suolo, la fertirrigazione si avvale di concimi idrosolubili in polvere, che vengono solubilizzati in acqua secondo
precise proporzioni e vengono poi distribuiti
attraverso un impianto di sub irrigazione. La
fertirrigazione in sé non è una novità ma lo è
sicuramente la sua concreta ed efficace applicazione in campo. E la cosa è stata possibile grazie
al know how di Haifa. La collaborazione di Haifa
è stata continua fin dall’inizio soprattutto per
quanto riguarda la determinazione dei dosaggi dei fertilizzanti, la fornitura dei prodotti, per
determinare i volumi d’acqua per ogni fertirrigazione così come le modalità, per stabilire le
corrette concentrazioni. Inoltre ci ha supportato
nella raccolta dei dati e nell’analisi dei risultati
ottenuti.
Sicuramente il plus della fertirrigazione è la
sua capacità di dosare in maniera differente, e
secondo un piano temporale frazionato in relazione alle diverse fasi fenologiche, l’apporto dei
diversi elementi nutritivi in funzione di alcune
variabili, quali ad esempio territorio, portainnesto, vitigno e obiettivo enologico.
Quali risultati sono stati raggiunti?
Gli obiettivi che si proponeva la cantina,
sono stati centrati?
Sicuramente. La sperimentazione che è stata
ripetuta per quattro anni di seguito ha sempre
confermato le tesi di partenza. Si voleva riuscire
a ottenere un aumento quantitativo della produzione mantenendo inalterati i parametri qualitativi, e in effetti con la fertirrigazione – rispetto a una concimazione granulare tradizionale
– abbiamo ottenuto una maggiore produzione
per ettaro così come una maggior resa in mosto.
Complessivamente l’aumento produttivo si è
collocato su un valore medio del 10÷12%.
Aumento della quantità senza perdere in qualità,
ma non solo. Nella tesi che si proponeva di migliorare il quadro acido del prodotto, abbiamo in
effetti avuto vini con un maggior contenuto in
acidi organici, tra cui acido malico, e contempo-
raneamente meno alcol. Si è giunti – e l’analisi
sensoriale l’ha confermato - ad avere vini con
una maggiore piacevolezza, freschezza e profondità di aromi rispetto ai vini ottenuti con la
concimazione granulare tradizionale. E questo
ha importanti risvolti di mercato.
Abbiamo poi fatto anche un’analisi dei costi e
anche dei vantaggi ambientali. Possiamo dire
che a parità di costi, con la fertirrigazione vengono fatti meno passaggi con trattrici agricole e
questo significa minore incidenza sul fenomeno
del compattamento del suolo e risparmio in termini di carburante. Inoltre, sempre in termini
di impatto ambientale, abbiamo fatto un’analisi sull’azoto e sulle dinamiche di assorbimento,
perché è noto che la presenza di questo elemento influisce negativamente sulla falda acquifera.
Studiando quindi le dinamiche di assorbimento
dell’azoto, a parità di quantità somministrata
nella fertirrigazione - dal momento che le dosi
vengono date in maniera frazionata - la vite riesce ad assimilare meglio l’azoto diminuendo
il rischio di lisciviazione nella falda. Il recovery
dell’azoto, che è appunto l’efficienza di assorbimento, è risultato infatti del 50% superiore rispetto alla concimazione granulare tradizionale.
Dopo 4 anni di sperimentazione,
la fertirrigazione diventerà oggi prassi
operativa?
Una buona sperimentazione viticola ha bisogno
di più anni per essere valida, noi siamo arrivati
a quattro e si può dire che i risultati ottenuti siano oggi una buona base. E infatti già dallo scorso
anno la fertirrigazione è stata estesa a gran parte della superficie aziendale, questo anche grazie
al trasferimento di conoscenze che è stato fatto
all’interno dello staff tecnico aziendale.
Anna Volonterio