Educhiamo alla pace
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Educhiamo alla pace
IL NOSTRO TEMPO 20 aprile 2003 QUESTIONI I movimenti e le associazioni cattoliche, che nelle scorse settimane hanno manifestato contro l'attacco illegale in Iraq, si impegnano a mantenere vivo il dibattito e a sviluppare iniziative a favore delle vittime della guerra Educhiamo alla pace DARIO PALADINI Bagdad è caduta, le cancellerie internazionali pensano già al dopo guerra, ma per i movimenti e le associazioni cattoliche della diocesi di Milano la pace è ancora lontana, anzi è necessario rafforzare l'impegno di tutti per la sua costruzione. Non smetteranno di organizzare e proporre iniziative e riflessioni sui temi legati alla pace. Non solo, la costruzione della pace deve nascere da un impegno quotidiano, attraverso iniziative ad hoc oppure attraverso la normale programmazione delle attività. È importante, in altri termini, educarsi alla pace a partire dalla vita di tutti i giorni. «L'invito a riflettere e a pregare per la pace», afferma Fabio Pizzul, presidente diocesano dell'Azione cattolica, «non è venuto meno con la fine, vera o presunta, di questa guerra. Vogliamo continuare il nostro impegno, inoltre, attraverso gesti quotidiani che portino alla costituzione di una pace più autentica». La presidenza dell'Ac si era già espressa in questo senso quando la guerra in Iraq non era ancora scoppiata, ma ormai si era capito che nulla l'avrebbe impedita: «Crediamo», si legge in un comunicato risalente al gennaio scorso, «che i comportamenti e la coerenza quotidiana all'insegna di atteggiamenti di solidarietà e di rispetto degli altri siano i primi passi di un cammino importante per costruire una società e un mondo in cui tutti possano vivere un po' meglio. Siamo fermamente convinti che sia quanto mai opportuno, proporre a ragazzi, giovani e adulti di fermarsi a riflettere perché è quanto mai urgente educare ed educarci alla pace fin dalla nostra vita di tutti i giorni. A ciò si aggiunge l'impegno di intercedere presso Dio per la pace che crediamo sia un dono di Dio». Dunque un lavoro quotidiano, da fare con e per i giovani. E sulla stessa lunghezza d'onda è anche un'altra associazione che coinvolge migliaia di bambini, ragazzi e giovani: l'Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani). «Abbiamo deciso», sostiene don Andrea Lotterio, assistente ecclesiastico degli Scout, «di impegnarci concretamente per la pace in qualche progetto di ricostruzione, in Iraq o altrove. Ma devo sottolineare che l'Agesci ha fra i suoi obiettivi, e da sempre, quello di educare i giovani alla pace, alla giustizia, all'accoglienza dell'altro. L'educazione alla Pace dei giovani è uno dei punti salienti del nostro patto associativo» Sul territorio della diocesi di Milano sono oltre 300 i circoli Acli. Hanno organizzato, spesso insieme a parrocchie, associazioni ed amministrazioni comunali, fiaccolare o convegni. Un impegno che proseguirà con due attenzioni: «Pensiamo sia importante», afferma Paolo Petracca, Acli provinciali di Milano, «sviluppare iniziative a favore delle vittime della guerra in Iraq e, allo stesso tempo, tenere i riflettori accesi sui tanti conflitti che insanguinano il mondo e sono completamente dimenticati. Le Acli sono del resto impegnate con progetti in Bosnia, Kosovo, Palestina, Sudan e Mozambico, Paesi in guerra o che ne sono appena usciti». L'impegno per la pace dei Focolari è concentrato soprattutto nella preghiera. «Già dal 1991», racconta Anna Marvelli, «in occasione della prima guerra del Golfo, Chiara Lubich ha proposto a tutti i membri del movimento sparsi nel mondo, il time out. Alle ore 12 ci si ferma per un momento di preghiera o silenzio per la pace. Ora si è aggiunto il Rosario planetario. Con esso si vuol rispondere all'invito del Papa a diffondere in tutto il mondo una preghiera che egli stesso definisce "fionda celeste". Lo diciamo individualmente o collettivamente». Nelle prossime settimane, infine, i focolari lanceranno una nuova campagna: la cartolina di pace. L'invito che i focolari fanno a tutti è quello di inviare una cartolina di pace virtuale (scaricabile dal sito www.focola- re.org) a un'altra persona con la quale si ha qualche motivo di disaccordo. Il messaggio dei focolari è chiaro: si costruisce la pace nella preghiera e a partire dalla propria vita, dal modo di rapportarsi agli altri. Pax Christi nelle settimane scorse è stata una delle associazioni protagoniste dell'iniziativa di tenere aperta per una preghiera continua la chiesa di S. Vito al Pasquirolo a Milano. E da quei giorni di preghiera, che hanno coinvolto a livello diocesano altre associazioni come Azione Cattolica, Giovani per un mondo unito - Movimento dei focolari Comunità di Sant'Egidio, Exodus, Fuci, Ovci, La Nostra Famiglia, Noi Siamo Chiesa, è nata l'idea di continuare a tenere la chiesa di S. Vito al Pasquirolo come un luogo di preghiera dedicato particolarmente alla pace. «Abbiamo pensato di organizzare almeno una volta al mese una veglia», racconta Massimo Feré, «e di invitare, sempre una volta al mese, anche un testimone di pace che ci racconti la sua esperienza». Infine, da segnalare l'impegno di Circuito Marconi (Fm 94.750), l'emittente radiofonica che ha programmato per il giorno di Pasqua la messa in onda di messaggi dedicati alla pace e alla Pasqua lasciati dagli ascoltatori nella segreteria telefonica della radio durante la settimana santa. SI PARLA DI: LA NOSTRA FAMIGLIA PAG. 1 IL NOSTRO TEMPO 20 aprile 2003 Giovani sfilano per le vie del centro manifestando contro la guerra illegale in Iraq La bandiera arcobaleno è divenuta il simbolo della pace (Foto Fotogramma/Mengotto) SI PARLA DI: LA NOSTRA FAMIGLIA PAG. 2