La storia del Carro dei Giovanotti - Comune di San Martino in Pensilis

Transcript

La storia del Carro dei Giovanotti - Comune di San Martino in Pensilis
La storia del Carro dei Giovanotti
Il carro dei "Giovanotti" di San Martino in Pensilis nacque nel 1919; nel 1927 il carro fu colorato di giallo
e nel 1938 fu aggiunto anche il rosso.
Nel 1928 il carro dei Giovanotti si ritirò dalla gara, in quanto il Muricchio, proprietario di due paia di buoi,
ne pretese la restituzione la mattina del 30, avendo saputo che gli stessi buoi dovevano coprire l'intero
percorso, che dal 1926 era quello che andava dalla "Fossata" al Paese, percorso da coprire con quattro
paia di buoi.
Cominciò un periodo nero, dal 1928 al 1938, privo di soddisfazioni (una sola vittoria, quella del 1934),
una squalifica (nel 1937) per disturbo del carro avversario con l'uso di botterie e con, addirittura, un
terzo posto (nel 1929); infatti in quegli anni gareggiava anche un terzo carro, la Cittadella.
Nel 1939 e nel 1940 vi fu un inizio di cambio di rotta con due vittorie ma la svolta vera e propria si ebbe
nel 1942, anno nel quale entrambi i carri furono squalificati: i Giovani per essere partiti prima del "via" ed
i Giovanotti per aver aggiogato un cavallo al carro, cosa vietata dalla tradizione e dallo Statuto.
Nel 1943 furono tirate a sorte le posizioni di partenza: il primo posto toccò ai Giovanotti ed il secondo ai
Giovani. Era il periodo della Seconda Guerra Mondiale e, dopo di essa, il periodo della ripresa economica
dell'Italia, rifiorì anche lo splendore dei Giovanotti; si contano ben tredici vittorie, dal 1943 al 1956,
intervallate da una sola sconfitta, quella del 1953, purtroppo nel 225° anno della Traslazione delle
Reliquie del Santo Patrono, e con un record di dieci vittorie consecutive mai né superato né tantomeno
uguagliato. Da ricordare alcuni mitici buoi di quegli anni: il bue di Pasquale Maiorino (detto
Ciuorl)chiamato Bbefariélle, quello di Zaccagnini, Draguenette e Principine di proprietà di Vincenzo
Casolino, Bellavite di Nicola Boccardi e quello di Luigi De Rosa (detto ù mancin).
La leggenda paesana narra che durante tali anni vi furono anche tentativi di sabotaggio da parte degli
avversari tanto era la forza dei Giovanotti: come ad esempio la manomissione delle funi che reggono le
catene del giogo o il taglio dell'asse del carro.
Una memorabile fu quella del 1944. Vari incidenti determinarono l'iniziale vantaggio dei carri dei Giovani
e della Cittadella su quello dei Giovanotti, ma questo grazie a quattro buoi forti, che poi fecero la storia
della corsa dei carri con il record di vittorie appena citato, riuscirono a recuperare un considerevole
distacco (oltre un chilometro) effettuando il sorpasso degli altri due carri fra lo stupore e lo sbalordimento
della folla, degli avversari e della giuria, che fece addirittura un sopralluogo per verificare che il carro dei
Giovanotti non avesse percorso qualche scorciatoia o non avesse utilizzato qualche congegno meccanico.
Altro episodio indimenticabile è quello accaduto nel 1954 quando a tirare la catena fu Luigi La Vecchia
detto, appunto, ù catenier che, alla veneranda età di settant'anni, riportò in trionfo il carro dei Giovanotti
e fu accolto all'entrata del Paese con una ghirlanda di alloro.
Partecipanti da ricordare di questi fulgenti anni, con diversi ruoli ed incarichi, sono Totonno e Peppe Di
Iorio detti Ptrduorie, Pasqualino Belpulsi detto Grlandiell, Nicola Santoro detto Pzzquill, Nicola Di Bello ù
carrier, Luigi La Vecchia detto Bccardiell, Minguccio D'Aquilante detto ù Mattariell, Minguccio Surropato ed
Antonio La Vecchia fu Luigi.
Ma a questo periodo di grande splendore e di gloria seguì un lungo periodo povero di successi. Dal 1957
al 1971 si possono contare solo tre vittorie (1959, 1963 e 1965) e ben dodici sconfitte. In questi anni
scomparve, tra l'altro, il carro della Cittadella.
Dal 1961 i buoi vengono comprati, con il contributo volontario di simpatizzanti e firmatari, negli
allevamenti di Sepino e della Calabria. Di queste una veramente cocente fu quella del 1964 quando,
nonostante il primo posto in partenza e 1.500 metri di distacco accumulati grazie ad un incidente occorso
ai Giovani, poiché un cavallo era scivolato e finito sotto le ruote dello stesso carro, che si era ribaltato
provocando la caduta dei tre carrieri, ed una coppia di buoi, quella impiegata sul primo tratto di gara,
veramente forte (chiamati ù sbarrat e ù ngmat), in Paese i Giovanotti furono sorpassati.
Altra sconfitta indimenticabile fu quella del 1969; i Giovanotti, dopo aver recuperato un ampio distacco
con la coppia di buoi Benvenuto - ù Mntagnuol, in Paese riuscirono ad affiancare il carro dei Giovani ma
con una delle ruote del carro si incastrarono in una ruota del carro avversario e, purtroppo, il sorpasso
non riuscì.
Un triste e doloroso episodio vide coinvolti i Giovanotti subito dopo il termine della stessa gara del 1969.
Circa trenta minuti dopo la competizione, la coppia di buoi del carro giallo - rosso si diede alla fuga,
causando la morte di Licursi Antonio di Ururi ed il ferimento dei sammartinesi Altobello Michele e Colonna
Nicoletta nonché quello di Casolino Michele di Portocannone.
Altro episodio antipatico di quegli anni mesti si verificò nel 1970 quando il carro dei Giovanotti non prese
parte alla gara a causa della pioggia torrenziale che cadeva. Seguirono anni (dal 1971 al 1974) con
vittorie per entrambi i carri. Leggendaria fu, però, la vittoria riportata dai Giovanotti nel 1974 quando
recuperarono un notevole distacco e sorpassarono i Giovanni dentro il Paese, in via Marina, sotto gli occhi
di un enorme folla esaltata e delirante. Le due coppie di buoi erano state prese in prestito dagli alleati di
Chieuti (erano 4 jeng).
Le gare del 1975 e del 1976, per varie vicissitudini, furono entrambe squalificate dalla Giuria. La prima a
causa di una falsa partenza e la seconda poiché i due contendenti non trovarono un accordo sullo
svolgimento della competizione.
Nel 1977, nuovamente si estrassero a sorte le posizioni di partenza e questa volta il primo posto fu
assegnato ai Giovani. Dopo una buona partenza, i Giovanotti, che stavano per effettuare il sorpasso nei
pressi della masseria di Basilio, ebbero un incidente; andarono a sbattere con il carro contro una quercia
posta ai margini del percorso di gara, e furono sconfitti dai Giovani.
L'anno successivo si presero una bella rivincita effettuando un sorpasso storico in piena partenza ed in
mezzo ad un appezzamento di grano lì seminato. L'anno successivo fu di nuovo sconfitta.
Ma nel 1980 ci fu, di nuovo, una vittoria da ricordare. Infatti avvenne un'altra volta un sorpasso in Paese.
Dopo una lunga rincorsa i Giovanotti raggiunsero i Giovani all'ingresso dell'abitato e, sotto una pioggia
scrosciante, effettuarono l'ennesimo sorpasso cittadino, con una coppia di buoi degli alleati di
Portocannone, mentre i simpatizzanti dei Giovani già stavano assaporando il gusto del successo.
Seguirono otto anni di dure ed indigeste sconfitte condite tra l'altro da due terzi posti ed una sola vittoria
(nel 1985, con una coppia di buoi comperati all'inizio del mese di Aprile); infatti negli anni dal 1979 al
1984 si ricostituì il carro della Cittadella, formato da un gruppo scissionario del carro dei Giovani.
Anche i Giovanotti subirono una scissione (1987 - 1988), a causa dei mancati risultati, con la costituzione
di un terzo carro: gli Originali.
A queste sconfitte e a questi dissapori, seguirono, dopo la ricostituzione di un solo carro, due belle,
appassionate e sofferte vittorie (nel 1989, con il sorpasso effettuato alla partenza e nel 1990, con una
difesa strenua del primo posto per l'intero percorso dal cambio all'arrivo) con due nuove e contestate
sconfitte (nel 1991 cadde un bue, dei Giovanotti, per il Levone: Generoso e nel 1992 ci furono problemi
di assetto del carro durante il primo tratto di gara).
La corsa del 1993 è ricordata per la squalifica comminata ad entrambi i carri da parte del Giudice unico di
gara (l'allora parroco del Paese Don Angelo Castelli), scelto dai due carri, per falsa partenza di entrambi i
contendenti.
La gara del 1994 non si disputò in quanto le dirigenze delle parti in competizione non trovarono un
accordo sulla disputa della gara.
Nel 1995 il neo - eletto Sindaco Luigi Di Bernardo, con un grande lavoro di diplomazia e con la sua
testardaggine, con l'aiuto anche delle parti concorrenti, riformò lo Statuto, apportando numerose ed
innovative modifiche all'assetto dei carri in gara (numero limitato di cavalli e cavalieri impegnati durante
la corsa, 20, personale impegnato nei servizi essenziali alla gara a numero limitato, 70, tutto il personale
menzionato contraddistinto da casacche con i colori sociali dei carri, fu istituita una staccionata che divide
in corsie separate la zona della svicita) e lì convinse a tirare a sorte, di nuovo, le posizioni per la
partenza.
La dea bendata baciò, ancora una volta, il carro dei Giovanotti e la storia fece uno dei suoi ricorsi.
Infatti in otto anni vi furono ben sette vittorie da parte dei Giovanotti, condite tra l'altro da un record di
tempo in prova, mai battuto (5.18 dalle palmette con la coppia di buoi Galiott e Paccian) ed una sola
sconfitta, quella del 1999, molto amara e tediosa; vi fu, infatti, il sorpasso alla partenza da parte dei
Giovani a causa di una mancato scatto da parte di un bue (il mai tanto detestato Colonnello ù pazz) e
l'intera gara alle spalle degli avversari con un quasi sorpasso al cambio; ma indimenticabile fu la vittoria
del 2000, piena di pathos, sia per lo svolgimento della corsa con sorpasso all'entrata del centro urbano
(con il parecchio di buoi Generoso e Paccian) sia perché l'intero popolo giallo - rosso correva e voleva
onorare con una vittoria la prematura dipartita del mai dimenticato cavaliere Pasqualino D'Adderio.
Questi, infatti, era perito, a causa di un incidente, durante lo svolgimento di una prova di preparazione in
vista della gara finale.
Sono questi gli anni di Antonio Di Maio, Dante Di Matteo, Mario De Clerico, Gino Di Iorio detto Ptrduorie,
Giovanni Vasile detto ù suldat, Peppino Di Lorenzo (ù catenier) e dei giovani emergenti Pasqualino
Aquilante detto Pccrell, Paolo De Dominicis di Carminuccio, dei fratelli Vaccaro (Nicolino e Fulvio),
Pasqualino Silvestri, Paolo De Dominicis detto ù F'rnar, Peppino La Vecchia detto pampanell.
Gli anni 2003 e 2004 sono stati costellati da due brucianti sconfitte. La prima con un sorpasso subito in
pieno svolgimento del primo tratto di gara lì dove le strade sono parallele e la seconda dovuta ad un
grave errore commesso alla svicita, infatti subito dopo aver aggiogato la coppia di buoi freschi, i
Giovanotti "tamponarono" i Giovani favorendone la vittoria.
Dopo queste due scottanti sconfitte vi fu un cambio ai vertici della cura della stalla e della gestione
amministrativa del carro.
Subentrarono, tra molte perplessità e dubbi, quelli che vennero definiti i guagliun: Luigi la Vecchia detto
zorrett, Domenico Menadeo detto coccia ghiangh, Teo Wiliams Cocchianella, appoggiati dagli allora
emergenti e, poi, affermati cavalieri Pasqualino Pccrell, Paolo di Carminuccio, dai fratelli Vaccaro (Nicolino
e Fulvio), Pasqualino Silvestri, Paolo ù F'rnar, Peppino pampanell, dal sempre verde Giovanni ù suldat, e
da nuovi cavalieri, con un futuro di belle speranze, Peppe La Vecchia detto ù rusc', Vittorio Mancino detto
ù cicn, Peppe Santoro detto maton, Enzo Langiano detto ù gemell, Mario Di Cesare detto à crap.
Nel 2005, con uno storico sorpasso effettuato al cambio, i guagliun hanno regalato una delle vittorie più
belle che si ricordi nella storia della corsa dei carri moderna.
Nel 2006 si sono ripetuti, con una bella prova di maturità.
Nel 2007, a seguito di un'altra scissione di un gruppo di persone del carro dei Giovanotti, unitesi con
alcuni scissionari del carro dei Giovani, si è costituito un terzo carro chiamato Giovanissimi.
Ma la storia è stata sempre la stessa: i guagliun sono diventati bell'uommn,con un'altra entusiasmante
vittoria, raggiungendo il traguardo della cinquina di vittorie (non si verificava un filotto simile dalla fine
degli anni ’60).
Di questi anni è da menzionare un bue con pochi rivali: Colonnello chiamato Oba Oba.
Nell'ultimo decennio si è avuta un'evoluzione verso la modernità dei carri. Infatti sono diventati delle
Associazioni riconosciute a livello giuridico. Si sono dati un'organizzazione in cui ogni componente ha un
suo ruolo ben determinato ed importante e dove tutti sono necessari ma nessuno è indispensabile. Vi è la
cura del minimo dettaglio sotto ogni aspetto: dall'attenzione riservata agli animali, siano essi i buoi o i
cavalli, a quella destinata al bilancio economico.
Attualmente i buoi vengono acquistati in Calabria con i fondi raccolti tra tutti i tifosi giallo - rossi.
Solitamente, tali acquisti avvengono nel mese di maggio in modo tale da poter preparare gli animali per
la corsa dell'anno successivo, anche se vengono visionati ed accaparrati durante tutto l'arco dell'anno.
Ma il carro si sostiene anche grazie agli aiuti economici che provengono da Enti Pubblici quali il Comune,
la Regione e la Provincia.
Il podere dove hanno sede, da oltre un ventennio ormai, due stalle per i buoi, quindici box per i cavalli e
l'alloggio per il custode si trova in Contrada Zezza, in territorio di Nuova Cliternia (Campomarino - CB),
ed è di proprietà della famiglia Bevilacqua Nicola, al quale il carro deve un grande ringraziamento.