RR_01_la storia
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RR_01_la storia
dentro la sto r i a Una bd che omaggia bb Un rapimento e sei film di BB declinati in BD. Brigitte Bardot al centro di un’indagine di Ric Roland! Chi l’avrebbe mai detto? Eppure... Tibet e Duchâteau hanno fatto anche questo! Invitati da Tibet per festeggiare Hermelin, riconosciamo qui (da sinistra a destra, in primo piano) Dany, il disegnatore di Olivier Rameau, Guy Leblanc, direttore del settimanale Tintin, Dorothée, conduttrice di programmi televisivi, René Goscinny, lo sceneggiatore di Asterix. S ono venuti, ci sono (quasi) tutti! Anche quelli più inattesi... Per André-Paul Duchâteau e in particolar modo Tibet, la consegna di un premio al professor Hermelin è un’occasione più unica che rara per invitare i loro colleghi a integrare l’universo cui solitamente contribuiscono professionalmente, trasformandoli in personaggi di carta. Il lettore, invece, non ha bisogno d’invito per unirsi ai festeggiamenti: solo aprendo l’albo si ritrova tra i pochi eletti convitati per la circostanza. Una prestigiosa assemblea tra cui gli appassionati di fumetto franco-belga potranno riconoscere i volti di molti autori che facevano allora la fortuna del settimanale Tintin. Colleghi di lavoro, sì, ma anche compagni di svago e divertimento, di cui Tibet parlerà sempre con affetto e ammirazione. Dany, disegnatore di Olivier Rameau: «Quando non c’è, mi manca. Il suo talento è a dir poco prodigioso, ma gli piace talmente tanto vivere che spesso trascura il lavoro per i piaceri dell’esistenza.» Goscinny, sceneggiatore di Asterix, Lucky Luke, Umpah-pah e tanti altri: «René era uno di famiglia. La prima volta che l’ho incontrato, ci siamo dati subito del tu, capendo immediatamente che avevamo tantissimi punti in comune, che ci piaceva scherzare, che eravamo entrambi affascinati dalla comicità». Craenhals, creatore di Pom et Teddy e di Chevalier Ardent: «Quasi un fratello. Quando ho comprato la mia prima macchina, avevo bisogno di un garante per il credito. François, squattrinato quanto me, non ci pensò due volte. Mi chiese solo: "Dove devo firmare?"» Jacobs, l’inventore dei leggendari Blake e Mortimer: «Come me, gli piaceva divertirsi, anche se in realtà era perennemente angosciato. Teneva le sue tavole chiuse in un baule e spediva all’editore le sue sceneggiature solo in gran segreto, perché nessuno potesse leggerle. Viveva nel terrore che qualcuno potesse soffiargli un’idea!» Géri, disegnatore di M. Magellan: «Era un tipico Bruxellois, che raccontava barzellette in dialetto. Mi faceva morire dal ridere». E poi, naturalmente, Raymond Leblanc, editore e fondatore delle Éditions du Lombard: «Il classico padrone paternalista. Non era previsto che si discutesse un suo ordine! Avevamo tutti un po’ paura di lui, io per primo». In questo episodio, il nodo della trama è costituito dal furto della statua di cera di Brigitte Bardot dal museo Grévin. Ma perché mai prendere di mira proprio BB? Per Duchâteau e Tibet, questa rocambolesca vicenda non fu che un pretesto per manifestare il loro entusiasmo per colei cui ogni giovane donna (compresa Nadine!) sogna di somigliare. Siamo nei primi anni ‘70, il mondo intero non ha occhi e orecchi che per la sua sfrontata bellezza, le sue curve impudiche, la sua falsa ingenuità e la sua parlata schietta. La stampa, da parte sua, non fa che tenere il conto dei suoi amori tumultuosi e degli scandali. Ma proprio mentre sta girando una versione moderna ed esplosiva del Don Juan diretta dal suo pigmalione Roger Vadim, ecco che BB sbalordisce tutti annunciando la decisione di porre termine alla sua carriera d’attrice. «Ho girato 48 film. Di questi, solo cinque erano buoni. Il resto non valeva niente. Non ne girerò altri e mai andrò da un chirurgo estetico!» Che sia stata questa dichiarazione a indurre lo sceneggiatore e il disegnatore delle inchieste di Ric Roland a passare in rassegna la sua cinematografia? Ciascuno dei sei capitoli di questa nuova avventura fa infatti riferimento a un film della star delle star. In ordine di numerazione, si comincia con La Verité, sconvolgente dramma diretto da Henri-Georges Clouzot nel 1960; seguito da L’Ours et la Poupée e Une Ravissante Idiote, commedie leggere dirette rispettivamente da Michel Deville nel 1969 e da Eduard Molinaro nel 1964. Quindi è la volta di La Femme et le Pantin, adattamento del romanzo di Pierre Louys realizzato da Julien Duvivier nel 1959. En Cas de Malheur, firmato da Claude Autant-Lara nel 1958, è invece tratto da un giallo di Georges Simenon, e per finire abbiamo Les Novices di Guy Casaril, del 1970. Non tutti questi titoli sono capolavori della settimana arte, ma certo meritano di essere visti almeno una volta. ah! ah! ah! spas sosissimi! davvero inatteso! ha reso pan il vecchio ci per focaccia!