guida all`escursione - Autorità di Bacino della Basilicata
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guida all`escursione - Autorità di Bacino della Basilicata
Convegno Nazionale “Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare” Maratea 15-17 Maggio 2008 Escursione sul Litorale Jonico Lucano e visita ai Sassi di Matera 17 maggio 2008 CONVEGNO NAZIONALE "COSTE: PREVENIRE, PROGRAMMARE, PIANIFICARE" GUIDA ALL’ESCURSIONE LITORALE JONICO LUCANO E SASSI DI MATERA 17 MAGGIO 2008 Programma provvisorio Ore 8.00 Partenza da Maratea – Hotel Santavenere Ore 9.30 Stop 1 - S.S. 653 ( Sinnica), in prossimità dell’abitato di Senise - vista della “Diga di Monte Cotugno” Ore 10,00 Arrivo a Metaponto Lido (Bernalda) - Incontro con le Autorità presso la Sala Convegni della Società Metaponum Agrobios. È prevista la partecipazione di: • Rocco Viglioglia - Presidente della Società Metapontum Agrobios, • Francesco Renna - Sindaco del Comune di Bernalda, • Vincenzo Santochirico - Assessore all’Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità della Regione Basilicata. Ore 11.00 Stop 2 - Località Metaponto di Bernalda (MT), contrada Marinella - Visita alla zona umida “ Lago Salinella” ed all’area della pineta litoranea e dell’apparato dunare Ore 12,00 Stop 3 – Lido di Metaponto (Bernalda) – Visita ad un’area di spiaggia interessata da un intervento di ripascimento Ore 13.30 Saluto del Presidente della Comunità Montana Basso Sinni e Consigliere Regionale Vincenzo Ruggiero e Colazione con prodotti tipici lucani offerta dalla Comunità Montana Basso Sinni – presso l’Azienda Agricola Dimostrativa Pantanello (ALSIA)- Regione Basilicata Ore 14.30 Partenza per Matera città dei Sassi Ore 15.30 Stop 4 - Matera - Visita ai SASSI di Matera Ore 18.30 Partenza per Maratea Ore 20.30 Arrivo a Maratea - Hotel Santavenere STOP 1 LA DIGA DI MONTE COTUGNO BASILICATA ED IL SISTEMA DEGLI INVASI IN A partire dal dopoguerra la Basilicata è stata interessata dalla costruzione di importanti invasi per l’accumulo di risorse idriche (Fig.1), da destinare al settore agricolo ed industriale lucano e pugliese, in quel periodo in fase di forte espansione ed ammodernamento. Negli anni successivi il sistema delle infrastrutture idriche è stato ulteriormente implementato ed è stato destinato al soddisfacimento dei fabbisogni idropotabili di un vasto territorio dell’Italia meridionale. Fig. 1 Puglia L'invaso di Monte Cotugno, in agro di Senise, con i suoi 530 Mmc di capacità di regolazione, rappresenta il punto nodale dello schema idrico Jonico-Sinni. Realizzata lungo il corso del fiume Sinni tra il 1970 ed il 1982, è la più grande diga in terra battuta d'Europa. Dalla diga si sviluppa un imponente acquedotto (Canna del Sinni), con portate idriche dell’ordine di 16-17 mc/s che, insieme all’acquedotto dell’Agri, costituisce il più strategico sistema infrastrutturale del Mezzogiorno d’Italia per l’adduzione della risorsa idrica ad uso plurimo ed a servizio di più regioni. Invaso di Monte Cotugno Anno ultimazione lavori Stato 1983 Esercizio Sperimentale Fiume Sinni Altezza Diga (mt) 65,5 Capacità (Mmc) Quota Max Invaso m.s.l.m. 530 255,8 Quota max di regolazione m s.l.m. 252 Volume utile di regolazione (Mmc) 433 Tipo di Diga Bacino Sotteso Kmq Uso in terra 890 Plurimo STOP 2 IL LAGO SALINELLA Foce Bradano Lago Salinella Torre Mattoni Foto di Antonio Trivisani Il Lago Salinella è localizzato in corrispondenza di un tratto di alveo abbandonato del fiume Bradano in sinistra dell’area di foce attuale. Intorno al XII secolo d.C. la divagazione laterale del corso d’acqua ha determinato il progressivo spostamento verso sud-ovest dell’alveo e l’interramento dell’area di foce. Il lago è oggi separato dal mare da un ampio cordone dunare. La superficie lacustre si è andata progressivamente riducendo negli ultimi decenni, anche a seguito dell’esecuzione di lavori di bonifica integrale, ed oggi costituisce una zona umida ridotta e relittuale, inclusa nella “Riserva Naturale Biogenetica Statale Marinella Stornara”. La riserva, istituita con D.M.A.F.13.07.1977 e gestita dal Corpo Forestale dello Stato con sede in Martina Franca (TA), interessa un'area di 45 ettari localizzata nel Comune di Bernalda (MT) ed è stata individuata quale sito di eccezionale valore paesaggistico dalla L.431/85 (per la parte che ricade nella Regione Basilicata). La stessa area rientra nel Sito di Interesse Comunitario “Costa Jonica Foce Bradano” istituito ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE. La riserva “Marinella Stornara” include numerosi habitat da conservare e tutelare quali: dune costiere con Juniperus; dune costiere fisse a vegetazione erbacea con Ephedra distachya, Pancratium maritimum, Echinophora spinosa, Eryncium maritimum, Ammophila littoralis; stagni temporanei mediterranei (con Damasonium alisma). L’area è, inoltre, caratterizzata dalla vegetazione tipica della macchia mediterranea arricchita dalla presenza della Fillirea, Lentisco, Timilea, Rosmarino, Alterno, Ginepro fenicio e G.coccolone. La pineta litoranea, costituita in prevalenza da Pino d’Aleppo (Pinus halepemsis) misto a Pino marittimo e domestico, ospita al suo interno un sottobosco di specie della macchia mediterranea; nelle radure si osservano consistenti popolamenti di orchidee mediterranee (Ophrys tarentina, O. bertolonii, O. apulica, O. marmorata) oltre a numerose specie floristiche rare come l’Ephedra distachya, Damasonium alisma, Juniperus phoenica, Gladiolus dubius, Pancratium maritimum, con l’endemico lepidottero Brythis pancratii, nella forma più chiara, che attacca i fiori ed i bulbi. Vegetazione a Ginepro coccolone e Pino d’Aleppo delle dune nel tratto tra le foci del fiume Bradano e Basento. Sono visibili fenomeni erosivi del cordone dunale Metaponto lido – vegetazione della duna: Pancratium maritimum in fioritura con capsule con semi, Eryncium maritimum, Echinophora spinosa, Ammophila littoralis Giglio delle sabbie in fioritura su arenile (Pancratium maritimum) STOP 3 ARRETRAMENTO DELLA LINEA DI RIVA DEL LITORALE JONICO LUCANO ED INTERVENTI DI MITIGAZIONE DEI PROCESSI EROSIVI TRA FOCE BRADANO E FOCE BASENTO La dinamica della costa jonica della Basilicata è oggetto da almeno quaranta anni di studi da parte di ricercatori nelle diverse aree per le fenomenologie in atto e per la loro dipendenza da una complessa e non monotona serie di fattori naturali ed antropici. Per la ricostruzione ed analisi della dinamica evolutiva della linea di riva della costa lucana nel tratto compreso tra foce Bradano (al confine tra Basilicata e Puglia) e foce Sinni (al confine tra Basilicata e Calabria) sono state utilizzate varie metodologie: per le serie storiche di lungo periodo, confronto di immagini multitemporali di riprese aeree, con successiva elaborazione digitale; per l’attuale monitoraggio, si dispone di misure assolute con GPS estese all’intera linea di costa, che consentono verifiche totali o locali svincolate dai problemi, tipici per le spiagge basse, di assenza di punti di riferimento; per la valutazione infine delle variazioni volumetriche della spiaggia sono disponibili rilievi 3D a scansione laser. Gli studi ad oggi realizzati sull’evoluzione subita dalla linea di riva del litorale jonico lucano nel periodo 1949-2006 hanno evidenziato che in questo arco temporale le aree di foce ed i tratti di spiaggia compresi tra le foci dei principali corsi d’acqua della Basilicata con recapito nel Mar Jonio sono stati sottoposti a processi erosivi di intensità variabile sia nello spazio che nel tempo (i processi erosivi più intensi sono stati registrati tra gli anni ’70 e la fine degli anni ’90). L’andamento complessivo della costa nel periodo tra il 1955 e il 2003 è riportato nella fig.3, nella quale si evidenzia bene l’alternanza quasi ritmica delle aree in forte erosione a W delle foci con aree in più modesto avanzamento ad E. Fig.2 – Costa jonica lucana. Intervento di ripascimento in località Lido di Metaponto Fig.3 da Spilotro et al., 2006 La tendenza in termini di variazioni di aree (prevalenti quindi quelle in erosione) e del rapporto tra quelle in erosione e quelle in avanzamento per l’intero tratto di costa della Basilicata è riportato nella fig.4, che evidenzia una preoccupante tendenza di tipo esponenziale. Fig.4 da Spilotro et al., 2006 L’analisi in termini delle sole variazioni di superficie per tratti compresi tra le foci fluviali è infine riportato nella fig.5, che permette di valutare la maggiore vulnerabilità dei tratti di costa tra i fiumi Basento e Bradano e tra Agri e Sinni. Fig.5 da Spilotro et al., 2006 I fenomeni di arretramento sono risultati particolarmente rilevante in corrispondenza del tratto di spiaggia compreso tra le foci del Bradano e del Basento (Fig. 2, 3 e 6) Foce Bradano Arretramento ~ 140 m Lido di Metaponto Arretramento ~ 60 – 70 m Linea di Riva 2006 Foce Basento da Vita et al., 2007 Arretramento ~ 120 m 1961 1949 Fig.6 - Evoluzione della Linea di Riva tra foce Bradano e foce Basento. Periodo 1949-2006 Le cause dell’arretramento del litorale jonico lucano sono molteplici e sono dovute alla sovrapposizione sia di processi di origine antropica che naturale. Il litorale lucano, essendo impostato sui sistemi di foce di corsi d’acqua, è particolarmente sensibile alle variazioni degli equilibri tra apporto solido fluviale e regime del moto ondoso e delle correnti che distribuiscono i sedimenti lungo la costa e a largo. Diversi studi realizzati nell’area sostengono che l’arretramento è dovuto alla diminuzione dell’apporto di sedimenti verso le aree di foce ad opera dei corsi d’acqua lucani oltre che all’azione delle correnti e del moto ondoso. La riduzione del carico solido dei corsi è stata indotta dalla realizzazione di invasi e traverse sui principali corsi d’acqua che sfociano nello Jonio al fine di assicurare l’approvvigionamento idrico per uso plurimo di Basilicata e Puglia, dall’accresciuto peso delle attività antropiche, dalle sistemazioni idraulico-forestali nei bacini imbriferi e nelle aree di pertinenza fluviale, dal prelievo di inerti dalle fasce di pertinenza fluviale (particolarmente rilevante negli anni 1970-1990 in concomitanza dell’edificazione di importanti infrastrutture viarie e per l’approvvigionamento idrico). Ma sulla dinamica costiera del litorale jonico ha influito notevolmente anche il regime del moto ondoso e delle correnti sottocosta e al largo, che hanno determinato sottrazione di sedimento dalle aree di spiaggia trasportandolo lungo la costa e convogliandolo in parte al largo verso maggiori profondità attraverso il sistema di canyons sottomarini che caratterizza il Golfo di Taranto (Fig.7). Foce Bradano Foce Basento Golfo di Taranto Canyons sottomarini da Pennetta et al., 1896 Fig.7 - Andamento delle correnti lungo costa e a largo del Golfo di Taranto Immagine Landsat 7 ETM – settembre 1999 Al fine di mitigare i processi erosivi in atto la Regione Basilicata, nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro sulla Difesa del Suolo sottoscritto nell’agosto 2003 con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, il Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, ha realizzato un intervento sperimentale di ripascimento con installazione di un impianto di dewatering su un tratto di litorale presso Metaponto, una delle aree a maggiore mobilità evidenziate dagli studi effettuati (Fig.2). Le problematiche affrontate per l’esecuzione dell’intervento sono state molteplici: dall’individuazione delle aree di approvvigionamento dei materiali, non disponibili in mare secondo precedenti studi, alle verifiche di idoneità e compatibilità granulometrica, mineralogica e ambientale in senso lato, alle problematiche di impatto delle attività di cantiere ed al monitoraggio della persistenza del sedimento, attraverso misure periodiche in superficie e batimetriche su un ampio tratto di costa a monte e valle dell’intervento. L’area di intervento e quelle di prelievo dei materiali saranno oggetto di una delle soste nella giornata di visita tecnica. STOP 4 MATERA - VISITA AI SASSI PATRIMONIO DELL’UNESCO Panorama dei Sassi – fonte sito Unesco Matera, la “città dei Sassi”, capoluogo di Provincia della Basilicata, si presenta con la grande suggestione dei suoi rioni scavati nella Roccia. Il Sasso Caveoso ed il Sasso Barisano rappresentano, nel panorama storicoartistico-culturale internazionale un vero e proprio unicum, patrimonio dell’umanità secondo l’indicazione dell’UNESCO dal 1993. La passeggiata inizia da Piazza Vittorio Veneto, nella zona del Piano, con un affaccio sul rione del Sasso Barisano risalente al secolo XVI e la successiva visita di alcuni ambienti ipogei. Percorrendo via delle Beccherie si raggiunge la zona di Piazza Sedile e, proseguendo nella zona della Civita, il Duomo in stile romanico-pugliese del secolo XIII. La discesa lungo via Muro prepara alla visita del Sasso Caveoso e della Gravina. E’ possibile scoprire la bellezza e la suggestione di alcune tra le oltre 100 chiese rupestri presenti nell’area e ambienti tipici della civiltà contadina secondo un costume abitativo e una realtà socio economica che a Matera, nell’ambito dei Sassi, si è protratto fino al secondo dopoguerra. Con la legge 17 maggio 1952 n. 619 “Risanamento dei Sassi” si da il via ad una pianificazione urbanistica significativa attraverso la predisposizione di un Piano di Trasferimento degli abitanti dei “Sassi”, che viene recepito nel disegno più organico del Piano Regolatore Generale dell’intero territorio della città di Matera. Matera, Chiesa rupestre di Sant’Eustachio