Felice Gimondi Il campione vince anche a teatro

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Felice Gimondi Il campione vince anche a teatro
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L’ECO DI BERGAMO
MERCOLEDÌ 6 LUGLIO 2016
Spettacoli
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www.ecodibergamo.it
Lady Gaga a trent’anni
prende finalmente la patente
A 30 anni Lady Gaga ha preso la patente. È la stessa regina del pop ad annunciarlo su Instagram
«dopo anni di foglio rosa e guida con un adulto»
Felice Gimondi
Il campione
vince anche a teatro
DeSidera. A Bariano in scena l’opera di Paolo Aresi
con Matteo Bonanni diretto da Alberto Salvi
Nuova versione basata sul romanzo «La vita a pedali»
PAOLO DE MARTINO
Felice Gimondi a teatro. Felice Gimondi che racconta il momento più difficile
e più esaltante della sua carriera, quella vittoria al campionato del mondo di Barcellona nel 1973 contro il «mostro» Merckx e il giovane Maertens. Felice Gimondi che
racconta gli ultimi dieci chilometri di quella gara, i suoi pensieri, emozioni, paure, ricordi...
Ma la storia di quella domenica di settembre del 1973 comincia molto tempo prima.
Comincia in una famiglia di
Sedrina, alla fine degli Anni
Quaranta, quando Felice Gimondi è un ragazzino che vive
quegli anni di rinascita dopo la
tragica guerra e ascolta i racconti del padre, dello zio, del
nonno alla sera, intorno alla
stufa. Quella storia è raccontata nel romanzo «La Vita a Pedali» di Paolo Aresi (Bolis Edizioni) che l’autore ha trasformato in testo teatrale, ampliandone una precedente
versione breve. La nuova rap-
1 Le prossime
repliche di luglio a
Sombreno (giardino
villa Agliardi)
e a Pedrengo
presentazione «Gimondi, una
vita a pedali» esordisce sabato
alle 21.30 per il festival deSidera 2016 nello Stallo della
Misericordia di Bariano. La
regia è di Alberto Salvi, protagonista Matteo Bonanni. Alla
fisarmonica Gino Zambelli. La
produzione è di Teatro degli
Incamminati / deSidera. Un
aiuto determinante è arrivato
dal maglificio sportivo Santini
di Lallio. Spiega Paolo Aresi:
«L’idea del romanzo è nata da
due elementi di base, la mia
passione per il ciclismo e per
Felice Gimondi, e la visita al
Museo Tino Sana di Almenno
che conserva tante biciclette
di campioni, biciclette d’epoca
e biciclette che si usavano per i
più disparati mestieri: arrotino, gelataio, falegname, calzolaio, scrivano... Ogni bicicletta
rimandava a un personaggio, a
un mestiere a un mondo. Ho
pensato di ricreare quel mondo attraverso la vicenda principale di Felice Gimondi bambino e ragazzo, con l’epilogo
del campionato del mondo.
L’editore Bolis ha accolto il
progetto. La riduzione teatrale è nata sulla base dell’ultimo
capitolo, quello del campionato del mondo, un monologo interiore che nasce dalla mente
e dal cuore di Felice Gimondi».
Alcune delle biciclette
d’epoca saranno messe in mostra in locali nei pressi del luogo della rappresentazione di
Bariano. Felice Gimondi non
sarà presente alla serata perché impegnato in Francia. Ha
detto: «Il libro mi è piaciuto
molto e anche la rappresentazione in forma breve scenica
era suggestiva. Sono curioso di
vedere questa versione ampliata, addirittura raddoppiata. Forse riuscirò a esserci
mercoledì 27 luglio per la replica di Sombreno».
Il regista Alberto Salvi ha
affermato di essersi sentito
subito in piena sintonia con il
libro di Aresi. «L’ho letto d’un
fiato – ha detto – ho intuito,
pagina dopo pagina, che mi riguardava, mi apparteneva...
qualcosa di profondo, viscerale... un abbraccio caloroso e
delicato, fatto con attenzione,
con cura. La storia di Felice Gimondi è una storia esemplare,
metafora di un paese, l’Italia,
che vuole ancora seminare,
costruire, sognare. Vediamo
un ragazzino che con gli zoccoli ai piedi si avventura in gare improvvisate con gli amici,
poi cresce fino al grande epilogo». Importanti nella rappresentazione i brani musicali
eseguiti da Gino Zambelli, le
luci di Dalibor, la fonica di Dario Filippi. Particolare valore
per l’esito dell’opera la regia
video di Alberto Valtellina.
Prossime repliche il 27 luglio a
Sombreno e il 31 luglio a Pedrengo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Felice Gimondi al Giro d’Italia. Al campione bergamasco è dedicata l’opera teatrale di Paolo Aresi
«Enoch Arden» di Tennyson e Strauss
«I venti del destino»
soffiano in quel di Seriate
Appuntamento col melologo per
deSidera Festival 2016. In collaborazione col Comune di Seriate
venerdì sera (alle 21.15, ingresso
libero) nel parco di Villa Ambiveri
sarà proposto «Enoch Arden. I
venti del destino» poema musicale
scritto a quattro mani dall’inglese
Alfred Tennyson e messo poi in
musica da Richard Strauss. Ne
saranno protagonisti Fabio Zulli e
Emanuela Piemonti al pianoforte
per il Teatro de Gli Incamminati di
deSidera.
Il melologo ha goduto di scarsa
fortuna, se non in ambito tedesco,
nella storia della musica. Si tratta
di recitazione intrecciata con la
musica a cui si dedicarono anche
maestri di primi piano come Schumann o Liszt.
«Enoch Harden» si basa sul testo di
Lord Alfred Tennyson, pubblicato
nel 1864: una popolare storia di
amore e di mare, tra i maggiori
bestseller del XIX secolo. Diciassettemila copie vendute il giorno della
pubblicazione, che diventarono 70
mila nei successivi sei mesi.
La vicenda racconta di Enoch e
Philip, amici e da sempre innamorati di Annie, che alla fine sceglie
Enoch. Quando Enoch parte per un
viaggio da cui non fa più ritorno,
Philip aiuta Annie a sopravvivere e
a mantenere i suoi figli. I due si
mettono insieme nella certezza
della morte di Enoch, che invece è
sopravvissuto a mille peripezie e
giunge di nuovo a casa ormai
vecchio e irriconoscibile. Vista la
nuova vita dei suoi cari, Enoch
decide di lasciare le cose come
stanno, vivendo in una locanda del
paese e organizzando lo svelamento della sua vera identità solo
dopo la sua morte.
Richard Strauss compose il melologo «Enoch Arden» nel 1897, divise
l’opera in due parti, lasciando al
secondo atto il compito di stravolgere una vicenda che pare conclusa e di dargli quella profondità
emotiva che sa commuovere. Nella
sua versione la musica accompagna, sottolinea, scandisce la vicenda e la incornicia, rendendo il testo
un strettamente intrecciato con la
melodia. B. Z.
Bellissima Jane Tierney, diva fragile da riscoprire
Retrospettiva
Quattro suoi film restaurati
saranno proiettati all’arena
estiva Esterno Notte nel
cortile della Caversazzi
Con la proiezione de
«Il cielo può attendere» di Ernst Lubitsch (questa sera, ore
21,30) all’arena estiva Esterno
Notte (cortile della biblioteca
Caversazzi, in via Tasso a Bergamo), presentato nell’ambito
della sezione «Un mercoledì da
leoni» (in collaborazione con
Bergamo Film Meeting), viene
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presentato il primo dei quattro
film della rassegna «La diva fragile» dedicata all’attrice Gene
Tierney. Una rassegna di quattro film restaurati e distribuiti
in Italia dalla Lab 80 Film di
Bergamo che, dopo questa prima proiezione, proseguirà con
«Il fantasma e la signora Muir»
di Josef L. Mankiewicz (mercoledì 20 luglio, ore 21,30), «Vertigine» di Otto Preminger
(mercoledì 3 agosto, ore 21,15 )
e «Femmina folle» di John M.
Stahl (mercoledì 17 agosto, ore
21,15).
Una «diva fragile», Jane Ti-
reney, ma che ha attraversato il
cinema classico hollywoodiano
degli anni Quaranta e Cinquanta con una forza e una determinazione dura e al contempo delicata: «Una bellezza – come ha
scritto Arturo Invernici su Cineforum.it – fragile, delicata,
trasparente come un cristallo
di Boemia, fine come una porcellana di Dresda. Fragile quale
fu, purtroppo, la sua vita personale che tuttavia non le impedi
di diventare una delle maggiori
icone del cinema americano
classico, e di costruire una filmografia relativamente breve
ma significativa, i cui titoli più
rappresentativi sono i quattro
proposti dal pacchetto distribuito da Lab80 Film».
Ne «Il cielo può attendere»,
riscrittura del mito di Don Giovanni, la Tierney interpreta la
donna della vita del libertino
protagonista, più volte tradita,
ma sempre profondamente
amata, una vera compagna di
vita alla quale – come scrive ancora Invernici – «il nostro moderno, lubitchiano burlador
sempre e inevitabilmente ritorna».
L’attrice hollywoodiana Jane Tierney
An. Fr.