La lingua cinese

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La lingua cinese
Ecco la pagina dedicata allo sport di un quotidiano arabo e cinese. I giornali arabi sono più facili da
reperire in alcune edicole al contrario dei rarissimi cinesi. Entrambi ci sono costati 1,50 l’uno.
Il primo è tratto dal quotidiano “Al Ahram”, il secondo da “Chinese News”
Giornale autoprodotto senza scopo di lucro.
Etnomondi Settembre- Ottobre 2007, Anno 11, n° 22, 3 euro / Mondi lontani Ed.
Tutte le foto hanno puro valore documentativo e i relativi Copyrights appartengono alle persone,
Case Editrici ed agenzie che ne detengono i diritti.
Redazione: Mamdouh e Willy.
Ringraziamo l’amico Mahmoud per la foto in “Sicilia Araba” e AbdEl Fattah per la partecipazione
in “Come si stabilisce l’inizio del Ramadan?”
Questo numero è dedicato ai protagonisti di Etnomondi
SOMMARIO
EDITORIALE- P. 3
LE PORTE DELL’ORIENTE: LAOS- P. 34
NEWS FROM…EL ALAM- P. 5
IL LAMA- P. 34
ARTE PERUVIANA- P. 7
PROVERBI CINESI- P. 35
LA LINGUA CINESE- P. 8
E’ NATA UNA STAR A BOLLYWOOD! SHAHID
KAPOOR- P. 37
LA SICILIA ARABA- P. 9
MUSTAFA HOSNY- P. 38
TRACCE SULLA SABBIA- P. 11
MOSTRE E RASSEGNE- P. 39
RISTORANTI ETNICI- P. 13
METROPOLI MULTIETNICA- P. 40
ANIME GIAPPONESI: HEIDI E REMI- P. 15
ETNOSITI- P. 41
INTERVISTANDO… 4 amici di 4 paesi diversi- P. 17
BOLIVIA- P. 42
DAL SOL LEVANTE: HOKUSAI- P. 20
IL FASCINO DEL MISTERO: TIAMAT- P. 42
VOCI DAL NILO- P. 22
RADIO KHAN EL KALILI- P. 43
I LEONI AFRICANI- P. 24
LO SCHERMO ETNICO:
ANIME GIAPPONESI:
L’ETNICO IN TV E DVD- P. 45
KIMBA IL LEONE BIANCO- P. 26
COME SI STABILISCE L’INIZIO
FIUMI DI VITA: IL FIUME ROSSO E IL FIUME
GIALLO- P. 46
DEL RAMADAN?- P. 28
LA LINGUA COREANA- P. 47
MOUSTAPHA AKKAD- P. 29
I PROTAGONISTI DI ETNOMONDI- P. 48
BAB ZUWEILA: ARABIA SAUDITA, IL PAESE
DELLA MECCA- P. 31
La copertina “Etnie riunite” è di: Mamdouh
http://etnomondi1.splinder.com http://etnomondi-mondilontani.ilcannocchiale.it/
http://etnomondi.blog.dada.net/ [email protected]
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Editoriale
Etnomondi non ha più un sito ma ben 3 blog, che sono più attivi e visitati dei
siti. I visitatori di ogni blog sono più di 4 mila, è un bel traguardo se pensiamo
che all’inizio della nostra avventura ci leggevano in pochissimi. Questo
numero è molto particolare e ve ne sarete accorti sin dalla copertina, con
scritte arabe, indiane, cinesi e giapponesi prese da giornali e siti. Non ci piace
essere schematici e ripetitivi, così ogni tanto sperimentiamo, ricordate il n.
19? Questo numero è dedicato ai protagonisti di Etnomondi, è l’11° numero
degli anni 2000 e il 7°come “Etnomondi”. Ritroverete la storia dell’Arte, delle
lingue orientali, degli animali come nei primi numeri del 2005. “Bab Zuweila”
in questo numero ci porta in Arabia Saudita e “Le porte dell’Oriente” a Laos.
Troverete ben due rubriche “Anime giapponesi”, con tre protagonisti, tre
articoli dedicati ai paesi, due alle lingue orientali, due all’arte –vedi anche “Dal
Sol Levante”- e ben due articoli dedicati agli animali. Abbiamo intervistato
quattro persone di quattro paesi diversi. Cosa volete di più?
Alla fine del giornale le notizie sui 56 protagonisti di “Etnomondi” e di 8 nostri
collaboratori del giornale, dal n. 1 ad oggi.
Ricordiamo che 10 anni fa di questi tempi (Ottobre 1997) è uscito il primo
numero di “Etnomondi”. Buona lettura!
Mamdouh
Foto di Willy
Casa giapponese “Japan house”
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NOTIZIE E CURIOSITA’ DAL MONDO
-Secondo uno studio pubblicato da “Science”, dietro le trame decorative geometriche dell’arte islamica
definite “cristalline”, ci sono complesse formule matematiche, comprese in Occidente soltanto negli anni
’70.
-Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i più grassi del pianeta sarebbero gli abitanti del sud del
Pacifico, più precisamente la Repubblica di Nauru. Come mai ben il 94% dei 13mila abitanti è in
sovrappeso? Colpa del “junk food”, il cibo-spazzatura occidentale che ha sconvolto la dieta del posto.
-Successone in Giappone per i “foninoromanzi”, cioè libri che si possono scaricare sui telefonini per poi
essere, letti, specialmente dalle donne, in metrò o sui mezzi pubblici.
-L’International Camel Race Festival si svolge ogni anno a 150 Km dal Cairo. E’ forse il più importante gran
premio di corse di cammelli al mondo e dura due giorni, con quattro distinte competizioni per distanza e per
età degli animali, come avviene nelle corse ippiche in Occidente.
-Il Ghana, primo paese dell’Africa a conquistare l’autonomia sconfiggendo il colonialismo europeo, ha
recentemente festeggiato i suoi 50 anni d’indipendenza dalla Gran Bretagna.
-Ancora preoccupazione in Cina, stavolta per l’aumento del consumo di tabacco: un terzo dei fumatori del
pianeta vive nella Repubblica Popolare Cinese: altro che “fumare come turchi”…
-Milano sempre più multietnica: molte imprese lavorative, soprattutto nell’edilizia e nei trasporti, sono
fondate e gestite da extracomunitari, in testa egiziani, romeni e brasiliani, ma anche ucraini, esteuropei e
cinesi: molte però le aziende “improvvisate” che svaniscono presto nel nulla.
-Omi (Giappone): un gruppo di musicisti dai 6 ai 96 anni ha suonato ininterrottamente dandosi il cambio, per
182 ore stabilendo così il nuovo record del concerto più lungo mai suonato.
-I Muppets, i famosi e coloratissimi pupazzi animati, hanno 4 nuovi personaggi in Indonesia, tutti animali di
specie a rischio di estinzione, come oranghi e rinoceronti.
-Un arzillo 71enne nipponico, Katsusuke Yanagisawa, ex insegnante in pensione e appassionato di
alpinismo, ha battuto il record dell’uomo più anziano del mondo a scalare gli 8.850 metri dell’Everest, la
montagna più alta del mondo, che sovrasta il massiccio himalayano.
-Lo scorso 12 settembre l’Etiopia ha festeggiato l’inizio del terzo millennio, infatti, secondo il loro antico
calendario copto, saremmo ancora nel 1999. Sono stati piantati, per l’occasione, 60 milioni di alberi.
-Recenti studi confermano, ancora una volta, che non fu Colombo a scoprire l’America, ma addirittura cento
anni prima, sarebbero stati i Polinesiani.
-In Giappone si stanno elaborando nuove tecniche costruttive anti-sismiche anche per…tombe e lapidi!
-Mike Tyson tenta il successo a Bollywood, dove ha girato un video promozionale per un film.
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Con l’arrivo degli immigrati, s’importano, purtroppo, anche cose negative: si sta infatti diffondendo,
soprattutto a Milano, lo “shaboo” (o “ice”) una droga filippina.
-La particolarità dell’ostello indiano Mukti Bhawan presso Varanasi, è che accoglie solo…moribondi. Per gli
induisti è sacro infatti morire presso le rive del vicino Gange. Vi muoiono dalle 30 alle 70 persone al mese.
-L’isola di Iwo Jima tornerà al suo nome originario di Iwo To (“isola dello zolfo”). Famosa per una feroce
battaglia della II Guerra Mondiale, aveva cambiato nome per un errore di trascrizione di un ufficiale
giapponese.
-Panama: l’agricoltura qui è molto antica, già da 7.800 anni fa si coltivavano il mais e vari tuberi.
-Le cholitas sono contadine meticce che giocano a calcio ad alta quota in Bolivia e Perù, tramandandosi
l’arte del pallone di madre in figlia. Organizzate in squadre di sole donne – l’unico uomo ammesso in campo
è l’arbitro – giocano su improbabili e improvvisati campi con tanto di gonne lunghe, scarpe logore e
treccione.
-E’ sorto in Africa iIl parco più grande del mondo , la riserva transfrontaliera Kawango-Zambesi che tocca
ben 5 stati africani.
-Bikini
è
il
nome
di
un
atollo
disabitato
di
6
kmq
delle
isole
Marshall,Micronesia(OceanoPacifico).Conosciuto anche come atollo di Pikinni, gli U.S.A. vi conducevano
test nucleari. Nel ’46 ha dato il nome al nuovo costume che avrebbe avuto appunto effetti…esplosivi!
-Il record della campata centrale più lunga per un ponte, era detenuto dal Tatara Ohashi (Giappone,890 mt),
ma ora è stato battuto dal Sutong, sul fiume cinese Yangtze (1088 mt tra i due piloni principali), un’opera
ciclopica!
-Lo shamisen o samisen è uno strumento musicale a tre corde pizzicate, popolare in Giappone dal XVI sec. e
usato per le rappresentazioni del teatro kabuki e bunraku. Il suo antenato è il sangen o san xian in cinese,
originario dell’Asia Centrale.
-L’aye-aye è un lemure del Madagascar dall’aspetto sinistro, per questo è evitato dagli abitanti del posto.
E’dotato di un lunghissimo dito medio che utilizza per scavare nelle cortecce e cercare le larve d’insetto di
cui si nutre.
-È morto a 47 anni nel villaggio di Riwuqie Peak, Clem Lindenmayer, australiano, instancabile viaggiatore e
scrittore delle guide della Lonely Planet, di cui spesso abbiamo parlato in passato.
-I sambuchi sono nomi generici per i velieri arabi che navigano il Mar Rosso, lungo le coste orientali
dell’Africa e nel Golfo Persico.
-Abadan è una città della provincia del Khuzestan, nell'Iran sudoccidentale, porto sull’isola omonima. Il
nome potrebbe significare “fedele”, ”adoratore” o anche “guardiano dell’acqua” per la sua posizione.
Tristemente nota per un attentato il 19/8/78 al cinema Rex, in cui morirono ben 700 persone, ha
curiosamente ispirato i gestori di cinematografi in Italia. In passato, infatti, diversi cinema si sono chiamati
proprio con l’esotico nome di Abadan.
-Mesut Kurtis e Zain Bhika stanno lavorando ai rispettivi nuovi album. Intanto, Sami Yusuf si esibirà il 21
ottobre alla Wembley Arena di Londra: sarà il concerto più importante della sua carriera.
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Arte peruviana
Dopo esserci occupati nei numeri passati di arte cinese, giapponese, indiana, araba e
islamica “Etnomondi” ha pensato di dedicare un articolo anche all’arte peruviana. È
la più fine dell’America Latina.
L’arte consiste in: pitture, sculture, ceramica, incisioni in pietra, tessili, ecc. L’Arte
artigianale –elemento fondamentale nella cultura peruviana- ha subito influenze
spagnole del mondo moderno e si è evoluta in tutti questi secoli. Disegni geometrici
dei tessili incise sulle zucche (mates burilados). Nelle danze andine si usano delle
maschere in plastico o in cuoio che rappresentano: angeli, demoni, animali e
spagnoli. La scultura fa parte anch’essa dell’arte peruviana: figure umane, stelle,
santi, montagne, laghi ecc.. Tecniche decorative ed incisioni in legno. I tappeti di
fiori: disegni realizzati con petali di fiori sulle strade delle città, disegni di scudi,
santi, paesaggi…per le processioni.
Il torito di Pucarà sono arte ceramica di Puno con la forma di toro che si usava per la
cerimonia di marcatura degli animali. È nota anche la ceramica in arte grezza ispirata
a Erilberto Mèrida: statuette rozze con visi affilati, mani grandi, dettagli deformati.
Nei gioielli artigianali sono rappresentati: animali da fattoria, stelle e articoli religiosi.
Notiamo che nell’arte peruviana –molto vasta- raffigurano spesso gli animali, le
stelle, figure religiose cristiane. Di pietre semipreziose in Perù ce n’è una grande
diversità, le più spettacolari sono: la turchese peruviana o crisocola, l’ossidiana,
l’onice e l’opale che si usano per fabbricare collane, braccialetti, anelli e orecchini.
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La lingua cinese
Torniamo ad occuparci della storia delle lingue, presenti nei numeri scorsi: lingua
araba e indiana. I caratteri cinesi si scrivono con uno o più tratti che compongono una
figura, ogni carattere esprime un concetto o una parola. L’alfabeto non esiste per
comporre una parola, al suo posto solo dei segni tracciati insieme in un certo ordine
ben preciso. In questo modo compongono le parole. Pensate, due o più caratteri
possono formarne delle nuove. Il cinese ha poche variazioni grammaticali, non
esistono articoli, non si coniugano i verbi, per il plurale si aggiunge un'altra parola e
non si cambia. La lingua cinese ha molti dialetti – forse otto-. Come si direbbe in
cinese “Buon giorno, sono Marco”? (Ni hao, wo shi Marco), “ e tu chi sei?” (ni shi
shui?). Dunque “Buon giorno” è (Ni hao) e “sono” o “mi chiamo” si dice (wo shi),
“Sono cinese” (wo shi Zhongguo ren), “Grazie” (Xiexie), “Arrivederci” (Zaijian!).
La scrittura cinese è la più antica. La lingua è tonale e fa parte della famiglia delle
lingue Sino- tibetane, c’è una grande distinzione fra lo scritto e il parlato.
I 7 gruppi principali delle lingue o dialetti cinesi sono:
1. mandarino
2. Wu (incluse lo shanghainese)
3. xiang
4. gan
5. hakka
6. cantonese standard (o Yue)
7. min
Il numero 1 si scrive “yì”, in mandarino “yat”, in cantonese “tsit”. I caratteri del
cinese mandarino si chiamano “hànzi”. Il coreano, il vietnamita e il giapponese sono
lingue influenzate dal cinese, per esempio, il coreano e il giapponese hanno sistemi di
scrittura che impiegano caratteri cinesi
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di Mamdouh
Come molti sapranno, la Sicilia era araba. Questo nell’827. I musulmani partirono da
Suso (Tunisia). Lo sbarco avvenne a Mazara del Vallo e Assad ibn al- Firat ne era al
comando, puntò su Siracusa. Nell’831 Palermo diventò la capitale. La città si
chiamava “Panormus” dal greco, che significa “tutto porto”, gli arabi la chiamarono
“Balarmuah”. Con loro la Sicilia (Siqilliyya) visse anni di pace e prosperità. I
musulmani sottrarono la Sicilia dal dominio dell’impero di Bisanzio. I siciliani si
convertirono all’Islam senza alcuna costrizione. Il 50% della popolazione era
musulmana, il resto cristiana, rispettata e protetta dai musulmani. L’Islam si era già
espanso nell’Asia centrale, in Spagna e a Malta. I musulmani presenti in Sicilia, dopo
la conquista erano: arabi, berberi, persiani e turchi.
I musulmani contribuirono con le scienze teologiche:
1.
2.
3.
4.
con gli hadith (Muhammad ben Khurâsân e Ismâ'îl ben Khalaf)
nello studio di diritti (Assad ben al-Fûrat e Yahyâ ben Umar)
con un trattato greco di Dioscuride tradotto in arabo (da Abd Allah il siciliano)
nelle scienze linguistiche (Mûsâ ben Asbagh, Abû abd-Allâh Muhammad alKattâni (1035-1118) e Sa'îd ben Fat'hûn)
5. con la poesia (Abd al-Rahmân ben Hassan, Ja'far ben yûssuf e Ibn al-Khayyât).
Gli arabi Saraceni si stabilirono per qualche tempo nel sud della nostra Italia: a
Brindisi, a Taranto, in Sardegna, Corsica, Calabria, Campagna e Molise. Secondo le
cronache latine ciò avvenne nel IX (9°) e XI (11°) secolo. Nel 935 gli arabi
arrivarono a Genova, in Liguria, risalirono anche dall’Adriatico verso Ancona. I due
emirati di Taranto e Bari durarono dall’847 all’871. Al-Khal Fun, -oggi questo nome
forse non dice nulla- fu il primo emiro barese, che rilasciò un diploma come
testimonianza della conquista e presenza musulmana nel passato:
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" Nel nome di Dio, clemente e misericordioso. Questa è sicurtà concessa dal servo di
Dio, Omar, Principe dei Credenti, agli abitanti di Aclia. A tutti senza distinzioni, o
malati o sani, egli garantisce la sicurtà per loro stessi, per i loro beni, per le loro
chiese, per i loro crocefissi e per tutto ciò che riguarda il loro culto . . . Non saranno
maltrattati per causa della loro fede, né alcuno fra essi sarà danneggiato . ".
Basta osservare i lineamenti del viso, certe usanze e comportamenti dei meridionali
italiani per riconoscere le origini arabe, -chi scrive è italiano musulmano di origine
meridionale, ci tengo a precisarlo, per non creare malintesi-.
I normanni “gli uomini del nord” – vichinghi giunti dalla Germania, o dalla Norvegia
o persino dall’attuale Normandia- giunsero nel 1061, alla ricerca di terre da
conquistare e guidati da Ruggero il Guiscardo conquistarono la Sicilia. Palermo
cadde nel 1072. La guerra durò 30 anni, fino al 1091 con la caduta di Noto. Gli arabi
persero, nonostante l’intervento del Maghreb. Palermo fu capitale dell’arte,
letteratura e poesia. I musulmani amavano tanto la vita sociale ed erano molto
educati. L’Islam dopo un lunghissimo periodo sparì dalla Sicilia ormai cristianizzata,
ma lasciò molte tracce della sua presenza nell’architettura, basta osservare certe
chiese, come la chiesa normanna di San Cataldo a Palermo, con tanto di cupola
islamica, oppure il portico sud della Cattedrale di Palermo dove si trova una colonna
con il versetto 54 del Corano della Sura 7 “Al – A’ràf” in arabo: “Allah è il vostro
Signore, Colui che in sei giorni ha creato i cieli e la terra e poi si è innalzato sul
Trono. Ha coperto il giorno con la notte ed essi si susseguono instancabilmente. Il
sole e la luna e le stelle sono sottomesse ai Suoi comandi. Non è a Lui che
appartengono la creazione e l'ordine? La lode [appartiene] ad Allah Signore dei
mondi!”. Sopra il titolo l’amico Mahmoud, sotto la chiesa di San Cataldo a Palermo e
un saraceno.
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Occasione d’incontro gli scorsi 23 e 24 giugno con la cinematografia
cinese, con il China Film Festival – Made in Milan. Proiezioni gratuite di
alcuni recenti film popolari cinesi, all’aperto in P.zza Gramsci, zona
“Chinatown” per rafforzare l’amicizia tra la comunità cinese e la nostra
in un momento delicato.
LA
TIGRE
E
IL
DRAGONE (Wo hu zang long) azione,
Cina/H.Kong/Taiw./U.S.A., 2000, di Ang Lee, durata: 120’. Con: Chow YunFat, Michelle Yeoh, Ziyi Zhang, Chen Chang. Distrib.:BIM. Il titolo originale
è un modo di dire popolare in Cina riferito alle qualità nascoste di un
individuo, quelle più selvagge: la” tigre accucciata” o il “drago nascosto” che
ogni persona si porta dentro, pronte a manifestarsi con impeto. Non che non
l’avessimo visto, ma non avevamo ancora parlato di questo famoso, bello, ma
un po’ sopravvalutato film vincitore di diversi Oscar. Azione, odio, poesia e
amore attorno alle vicende di una spada, “Il Destino Verde”.
TAKESHIS’ (Takeshis’) commedia, Giappone,2005, di Takeshi Kitano, durata: 108’. Con: Takeshi Kitano, Kotomi
Kyono. Distr.: Dolmen. Piuttosto bizzarro e di difficile comprensione l’ultimo film di Kitano, presentato a sorpresa al
Festival di Venezia. Autobiografico, surreale e con molti richiami ai suoi passati lavori, vede Kitano interpretare sia il
ruolo di regista che quello di attore come fossero due personaggi differenti in un’opera di decostruzione. Quasi un
punto e a capo, forse per un futuro nuovo inizio, ancor più spiazzante, del regista. http://www.officekitano.co.jp/takeshis/
FEARLESS (Huo Yuan Jia), azione, H.Kong/U.S.A., 2006, di Ronny Yu, dur.: 100’. Con: Jet Li, Shido Nakamura,
Betty Sun. Distr.: 01. In uscita in piena estate, questo film di arti marziali, consigliato solo agli amanti del genere,
racconta la vita romanzata dell’ ascesa e caduta di Huo Yuan Jia, una figura leggendaria del nazionalismo cinese.
IL CERCHIO (Dayereh), dramm., Iran, 2000, di Jafar Panahi, dur.:90’.Con: Nargess Mamizadeh, Fatemeh
Naghavi. Distr.: Mikado. La condizione femminile nell’attuale Iran maschilista nella storia di tre donne, che,
metaforicamente, si passano il testimone in un percorso circolare, vivendo situazioni disperate dalle quali cercano di
uscire, ma che si ripetono in modo perpetuo. Il film ha avuto molto successo anche da noi.
HAPPY TOGETHER (Cheun gwong tsa sit), dramm., Hong Kong, 1997, di Wong Kar-Wai, dur.: 96’. Con: Leslie
Cheung, Tony Leung Chiu Wai. Distr.: Lucky Red. Il primo regista cinese a vincere il premio per la miglior regia a
Cannes con questo film dopo una lunga gavetta, si è poi affermato come un grandissimo regista. Kar Wai ci mostra
Buenos Aires, dove è stato girato, vista dagli occhi di un hongkonghese.
ANGULIMALA (Angulimala), avventura, Tailandia, 2003, di Sutape Tunnirut, dur.: 105’. Con: Jayanama Nopachai,
Stella Malucchi. Inedito da noi, una storia di un uomo emarginato alla ricerca dell’illuminazione spirituale. Ha avuto
problemi in patria perché accusato da molti gruppi buddhisti di aver distorto gli insegnamenti della loro religione.
KYASHAN – LA RINASCITA (Casshern), azione, Giappone, 2004, di Kazuaki Kiriya, dur.: 141’. Con:
Yusuke Iseya, Kumiko Aso. Distr.: Time Code. Atteso con grande frenesia anche dai fans italiani, la trasposizione di
Kyashan su grande schermo con attori in carne ed ossa è uscita da noi con un certo ritardo, ed è stato preso letteralmente
d’assalto quando è uscito a noleggio in dvd. Il risultato è in parte deludente, in quanto la storia dell’androide creato dal
padre scienziato per salvare il mondo, è stata troppo modificata: una sorta di remake oscuro e ridondante, realizzato con
tecniche innovativee interessanti ma un po’ freddo, con una trama all’osso, e tirato per le lunghe. Chi ama il manga e
l’anime resterà deluso, come noi, peccato….
IL MATRIMONIO DI TUYA (Tuya de hun shi), dramm., Cina, 2006, di Quanan Wang, dur.: 96’. Con: Nan
Yu, Ba Te Er, Sen Ge. Distribuzione: Lucky Red. Ambientato in Mongolia, il film vincitore del Festival di Berlino
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narra la storia di Tuya alla ricerca di un uomo che si prenda cura di lei, dei suoi figli e del suo ex marito disabile. Il film
è fatto molto bene ed ha avuto un notevole e meritato successo.
ASPETTANDO LA FELICITA’ (Heremakono), dramm., Mauritania, 2002, di Abderrahmane Sissako, dur.:
95’. Con: Khatra Ould Abdel Kader, Maata Ould, Mohamed Abeid. Distr.: Bim. Le vicissitudini di alcuni abitanti di un
luogo lontano, Nouadhibou, un piccolo villaggio di mare sulla costa della Mauritania, in attesa dell’arrivo di
un’ipotetica felicità.
E MORI’ CON UN FELAFEL IN MANO (He died with a felafel in his hand), comm., Australia,2000, di
Richard Lowenstein, dur.: 107’. Con: Noah Taylor, Emily Hamilton. Distr.: Fandango. Un film giovanile folle e pieno
di humour nero ambientato in una Brisbane pigra e tropicale, dove i protagonisti vivacchiano alla giornata. Buon
successo anche da noi.
IL GRANDE CIELO (The big sky), western, U.S.A., 1952, di Howard Hawks, dur.: 122’. Con: Paul Frees, Bon
Belloe. Distr.: RKO. Storia d’amore interraziale tra Occhio D’Anitra, principessa dei Piedi Neri, e un cacciatore bianco.
Un grande western che iniziò a rivalutare la civiltà degli indiani.
CRONACA DI UNA FUGA: BUENOS AIRES 1977 (Crónica de una fuga), thriller, Argentina, 2006,
di Adrián Caetano, dur.: 102’. Con: Nazareno Casero, Rodrigo De la Serna. Distr.: Fandango. Un film duro e di
denuncia: un noto calciatore della serie B argentina viene rapito da un gruppo di uomini al servizio del governo militare,
verrà torturato e umiliato ma riuscirà a fuggire.
ARAK EL-BALAH (Arak el-balah), dramm., Egitto, 1998, di
Radwan El-Kashef, dur.: 110’. Con: Hamdy Ahmed, Fayza Amasaib.
Distr.: MISR International Films. “Il vino dei datteri”, film rurale sui
lavoratori migranti, pieno di simbolismi e di umanità, secondo posto al
IX Festival del Cinema Africano.
YI
YI - E UNO... E DUE... (Yi yi),
dramm.,Taiwan/Giappone, 2000, di Edward Yang, durata: 173’. Con:
Nien-Jen Wu, Issey Ogata. Distr.: Istituto Luce. Yang è uno degli
autori di punta della nouvelle vague taiwanese. Disavventure
sentimentali di una giovane coppia di Taipei con sfondo di tipica
famiglia media. Semplice e minimalista, però attenzione, dura quasi tre
ore!
NIGHTMARE DETECTIVE (Akumu tantei), fantastico/thriller, Giappone, 2007, di Shinya Tsukamoto, durata:
99’. Con: Masanobu Ando, Yoshio Harada. Distr.: Minerva. Torna Tsukamoto regista/attore cult del fantastico, con una
vicenda di suicidi indotti da “O”, un misterioso personaggio che appare negli incubi delle vittime dopo una telefonata al
cellulare. L’investigatrice Keiko, per fermarlo, chiede aiuto a un giovane che riesce a penetrare nei sogni. Tra
“Nightmare”, Dylan Dog e i vari, recenti horror dal Sol Levante, il regista stupisce ancora, ma il film, onirico e un po’
lento, per essere compreso merita più di un’unica visione.
IL DESTINO NEL NOME (The namesake), comm., India/U.S.A.,2006, di Mira Nair, durata: 122’. Con: Irrfan
Khan, Jacinda Barrett. Distr.: 20th Century Fox. Una coppia bengalese si sposa con matrimonio combinato e si
strasferisce in America, dove nasce il piccolo Gogol. Un film commovente sospeso fra tradizione indiana e moderno
occidente dalla nostra vecchia conoscenza Mira Nair.
MILAREPA (Milarepa), dramm., Italia, 1972, di Liliana Cavani, durata: 108’. Con: Lajos Balazsovits, Marisa Fabbri.
Distr.: Cecchi Gori. Milarepa è il nome di un grande Yogi tibetano e il film parla di una leggenda orientale divisa in tre
ben distinti capitoli.
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INFERNAL AFFAIRS (Wu jian dao), thriller, Hong Kong, 2002, di Wai Keung Lau e Siu Fai Mak, durata:
97’. Con: Con Andy Lau, Tony Leung. Distr.:Buena Vista. Lo scontro sanguinoso tra due infiltrati dalla doppia vita,
uno, poliziotto, nella mafia cinese, e un altro, mafioso, nella polizia. Il film ebbe due seguiti e Martin Scorsese si è
ispirato a questo ormai classico per il suo remake The Departed.
MEMORIE DI UNA GEISHA (Memoirs of a geisha), drammatico, U.S.A.,2005, di Rob Marshall, dur.: 140’.
Con: Ziyi Zhang, Ken Watanabe, Kôji Yakusho, Michelle Yeoh. Distr.: Eagle. Ambientato negli anni che precedono la
II Guerra Mondiale, la storia della leggendaria geisha Sayuri dall’infanzia all’apprendistato come geisha, all’amore
segreto e impossibile per un uomo. 3 Oscar e 1 Golden Globe per un colossale successo.
AUDITION (Ôdishon), thriller, Giap./Corea del Sud, 1999, di Takashi Miike, dur.: 115’. Con: Ryo Ishibashi, Eihi
Shiina. Distr.: Cecchi Gori. Aoyama, dirigente di una compagnia, viene invitato all'audizione per la scelta di un'attrice.
In realtà cerca una nuova compagna, che troverà in una strana ragazza che cela un oscuro segreto. Film claustrofobico e
originale,dai risvolti horror, non per tutti ma interessante, tratto da un romanzo di Ryu Murakami.
LUPIN III – IL CASTELLO DI CAGLIOSTRO (Rupan sansei: Kariosutoro no shiro), animaz.,
Giappone, 1979, di Hayao Miyazaki, dur.: 100’. Distr.: Mikado. È uscita finalmente la scorsa estate nelle nostre sale, la
nuova versione 2007 di questo film, per la gioia dei tanti nostalgici, con le voci originali della serie tv nella versione
italiana, complice l’interesse per Miyazaki, anche se sarebbe bello se uscissero anche molti altri anime sconosciuti in
Italia. Lupin e i suoi amici si scontrano con il Conte Cagliostro, abile falsificatore di banconote.
SOFFIO (Sum), drammatico, Corea Del Sud, 2007, di Kim Ki-Duk, dur.: 87’. Con: Kim Ki-Duk, Chang Chen.
Preceduto da opinioni entusiastiche, ecco il nuovo film diretto (e stavolta anche interpretato) da Kim Ki-Duk. Il
tradimento, l’incomunicabilità e l’indifferenza umana alla base del film: l’incontro tra Yeon, una donna delusa, e Jin, un
detenuto silenzioso. Li unisce un soffio, un respiro.
RISTORANTI ETNICI
 ARMENIA Partiamo dal milanese Armenia, importante perché è il primo con cucina di questo paese in
Italia! A pranzo, economicissimi piatti unici con 4 assaggi, le cene sono abbondanti e un po’ più care.
Carni e verdure la fanno da padrone, assolutamente da provare! In Via Porpora, 154, zona Lambrate.
 PERSIAN RED ROSE Da provare anche questo perché ci risulta essere l’unico persiano in Lombardia;
purtroppo è piccolo e occorre sempre prenotare, ma fa anche da take away. A Milano in Via
Tortona,20, zona Porta Genova.
 IMPERIALE Cinese che offre i piatti più raffinati, tra un “riso mille colori” e un “pollo ubriaco al vino
cinese”, che non conoscevamo, ha anche diversi antipasti freddi e fa cucina d’asporto. In Via Plinio,30
(zona Loreto) a Milano.
 EURO DÖNER KEBAP Solito nome per il solito kebap turco dalla bizzarra collocazione: si trova proprio di
fianco alla…Merceria Babilonia, ah ah ah! In Via Borsieri,28, zona Isola.
 MARRAKECH CLUB Nuovo locale che offre menù di cucina marocchina. Non ne sappiamo molto,
piuttosto oscuro da fuori, forse si fuma anche il narghilè, ma attenzione: per il momento non accettano
carte di credito!A Milano in zona P.ta Venezia (Via P.Castaldi,19).
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 CANTINA MARIACHI Si trova nel Centro Commerciale Carrefour di Assago (MI), V.le Milanofiori. Se vi
trovate lì, potrete gustare le specialità tex-mex a prezzi molto economici. Il posto di contorno non è il
massimo e il tutto è un po’ alla buona ma meglio che niente… www.tacos.it
 EDO Da non confondere col quasi omonimo Endo, di cui avevamo già parlato, Edo si trova in Via
Palestrina, 9 (zona Loreto). E’ accogliente e raffinato, offre molti menù saporiti e ne prepara su
ordinazione: menù molto ricchi adatti a feste o altro. Particolarmente economico a pranzo.
 Alcuni ristoranti cinesi a Milano, tutti sul solito standard, alcuni ancora da provare: CROWN Via Paolo
Sarpi, 8. HONG KONG Via Schiapparelli, 5. JUBIN Via Paolo Sarpi, 11. MANDARIN Via Garofalo ang. Via
Donatello, 22/a. LA PORTA DEL DRAGO Via Filzi,12(zona Staz.Centrale) CHINA GARDEN Via Belfiore.
 NOVOANDINA Ennesimo peruviano a Milano (spuntano come funghi!), è però specializzato in cucina
tradizionale andina (con influenze dal Giappone, dalla Cina, dall’Africa e anche dall’Italia). Locale rustico
e musica locale in sottofondo; buona la zuppa di pesce parihuela, ma un po’ piccante. In via Zuretti,22,
zona Staz. Centrale.
 KING’S AND QUEEN’S Per la prima volta un ristorante nigeriano, era ora! Per di più aperto tutti i giorni.
Si mangia con le mani come all’eritreo, i cibi sono speziati, spesso sughi di verdura con carne e pesce
stufati. Si beve vino di palma e in sottofondo c’è ...hip hop africano! A Milano in Via P.Castaldi,28, zona
P.ta Venezia.
 BOROBUDUR A Genova esiste l’unico (per ora) ristorante indonesiano d’Italia, addirittura c’è chi viene
a provarlo da Roma e da altre parti dello “stivale”! Un ambiente elegante ed esotico a prezzi contenuti,
in Via Canneto il Lungo 8r zona Porto Antico. Ogni sera spettacolo di danze tradizionali. Il ristorante è in
una stradina malfamata, è un pugno nell’occhio lo sfarzo dell’entrata del ristorante con la strada,
questa è Genova: strade brutte con negozi o case bellissime. All’entrata c’è un ragazzo indonesiano con
l’abito tradizionale e la gentile ragazza che lavora nel negozio-gemello nella via parallela. Il negozio è
molto carino. www.borobudur.it
 LONG CHANG In piena Chinatown milanese (Via Paolo Sarpi, 42) una trattoria cinese tra le migliori:
onesta e con buon servizio, da riprovare.
 MONGOLIAN BARBECUE Da non confondere con l’omonimo di Roma, questo nuovo ristorante gestito
da cinesi si trova a Milano, Viale Montenero, 62, zona P.ta Vittoria. Si mangia a volontà a buffet,
bevande escluse, seguendo un percorso con la scelta degli ingredienti, poi il tutto viene cucinato
davanti ai vostri occhi. Questi buffet sono ispirati ai banchetti della Cina Imperiale, interessante.
 L’ ORCHIDEA Ricordate il piccolo ristorante-pizzeria Il Faraone 2 in V.le Corsica, 41 vicino ai Tre Ponti?
Lo frequentavamo in passato (vedi i primi numeri) ma oggi non esiste più, forse inflazionato dai troppi
kebab e italo-egiziani. Ma al suo posto troviamo questo ristorante italo…cinese senza infamia e senza
lode con menù convenienti a pranzo.
 TOCORORO Ci spostiamo a Corsico (MI), in Via Leonardo Da Vinci, 8 c’è questo tradizionale cubanococktail bar con musica dal vivo. Si cucinano molti piatti di carne fresca alla brace. www.tocororo.net
 HON HAI A Genova abbiamo provato anche questo cinese in Via Dei Conservatori del Mare 33/r (zona
P.zza Banchi): fa anche take away, si mangia bene ma il cibo è un po’ troppo unto d’olio, personale
gentile, ristorante ex italiano stile anni 70, ci sono i ventilatori al posto dell’aria condizionata, ma forse
è meglio così.
 FEI YUN GE Presi da un “ritorno di fiamma cinese” - forse anche per le cameriere in vestitini tipici,
ehm….-, siamo stati diverse volte anche in questo locale abbastanza chic in Via M.Gioia,141 dalle parti
di Greco. La cucina, che si definisce “orientale con erbe”, è ottima e non pesante, si spendono cifre
ragionevoli e ci sono piatti cinesi e giapponesi, ma anche italiani, però niente menù fissi. Piuttosto
affollato la sera, è chiuso al lunedì.
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ANIME GIAPPNESI HEIDI E REMI
Torna in questo numero, -dopo un po’ di pausa- questa rubrica dedicata interamente alle Anime
giapponesi “cartoni animati giapponesi”. Vi ricordiamo che l’idea ci è venuta dopo un articolo
dedicato a Candy Candy “Anime Giapponesi III” nella rubrica “Mostre e rassegne” del n. 14 del
nostro giornale e due articoli dedicati alla Saga di Mazinga, nel n. 14 e 15 di “Etnomondi”. La
rubrica “Anime Giapponesi” è diventata fissa nel n. 18 con Lady Oscar. Seguono Capitan Harlock
(n. 19), Kyashan e Polimar (n.20). Possiamo dire di aver assistito alla nascita del fenomeno delle
Anime Giapponesi in Italia negli anni 70 –chi scrive si avvicina ai 40 anni-. Oggi esistono molti siti
e giornali dedicati alle Anime –a differenza di un tempo- e scegliere un personaggio fra i tanti è
un’impresa ardua, non facile. Il sito “cartoon party” per esempio http://www.cartoonparty.net ha
preparato una lista di serie televisive in ordine per genere: avventura “3x3 eyes”, azione “City
Hunter”, combattimento “Dragon Ball”, comico “Ranma ½”, ecchi (?) “Aika”, fantastico “Yoko
cacciatrice di demoni”, fantascienza “Cowboy Bebop”, fantasy “La leggenda di Lemnear”, horror
“Bastard!!”, maghette “Sailor Moon”, robotico “Mazinga”, sentimentale “Love Hina”, sportivo
“Che campioni Holly e Benji!” e storico “Lady Oscar”. Molte Anime recenti, anni 90 e 2000, che
noi stessi conosciamo superficialmente, solo per aver guardato casualmente girando i canali col
telecomando. Mancano le serie che noi amiamo di più. Il sito più conosciuto è “Regno delle Anime”
http://regnodelleanime.gamesurf.it/images/principale.htm
,
seguono:
“Enciclo’robo’pedia”
http://www.encirobot.com/ , “Galaxy Manga” http://www.galaxymanga.it/ e molti altri.
E noi? Ricominciamo proprio dai primi due cartoon in Italia: la famosissima e ancora presente
Heidi, con repliche televisive, dvd in vendita e il quasi dimenticato Remì. Heidi è stata la prima
serie in assoluto trasmessa in Italia, nel lontano 1978, quasi 30 anni fa. Ricordate la sigla cantata da
Elisabetta Viviani? “Heidi ti sorridono i monti…accipicchia questo è un mondo fantastico, Heidi
candido come te”. Mi ricordo quando sospesero una puntata per la morte di Aldo Moro, sembra ieri.
Eppure la storia di Heidi non è solo spensieratezza e allegria per un pubblico infantile, lei soffriva
anche, piangeva, un po’ come Candy Candy e il dolce Remi.
Remi ha fatto la sua prima apparizione dopo Goldrake, nel 1979, da allora non l’ho più rivisto in
Tv, solo recentemente – secondo alcune informazioni- hanno ritrasmesso la serie con il titolo
cambiato in “Ascolta sempre il cuore Remi”.
Noi ricordiamo la prima “Remi, le sue avventure”, con la sigla cantata da un bambino, forse il
doppiatore stesso del personaggio, un certo Giampi Daldello e i Ragazzi di Remi, la canzone
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diceva: “Dolce Remi, piccolo come sei, per il mondo tu vai”. Ecco, le frasi delle due canzoni
descrivono perfettamente le due storie. Heidi era orfana, visse con la zia Dete fino all’età di 6 anni,
la quale affidò la bambina ad un parente, perché aveva trovato lavoro a Francoforte. Il parente è il
vecchio burbero montanaro detto “il vecchio delle alpi”, asociale e di poche parole. Si addolcì con
la compagnia di Heidi. La piccola fece amicizia con il piccolo pastore Peter. Heidi è finalmente
felice e spensierata, fra monti, alberi, fiori e uccellini. Ma la felicità non durò a lungo.
Remi è un piccolo vagabondo alla ricerca di sua madre, che assieme a dei musicanti di strada va in
giro per i paesi a guadagnare un po’ di soldi con la sua inseparabile arpa. Un vecchio teatrante di
strada che si chiama Vitali si prende cura di lui. È un vecchio burbero che si addolcirà con la
presenza del bimbo. Remi fece amicizia con un bambino della sua età, il violinista Mattia, con il
quale passò anche momenti di allegria. Heidi e Remi fino a qui hanno alcune cose in comune:
entrambi orfani e soli incontrano un vecchio burbero che cambierà atteggiamento con il loro affetto.
Entrambi hanno un amico simpatico e un po’ buffo: Peter il pastore e Mattia il violinista. Tratti tutti
e due da romanzi: Heidi dal romanzo omonimo di Johanna Spyri e Remi da “Senza famiglia” di
Hector Malot. La storia di Heidi si svolge tra la Svizzera e la Germania, quella di Remi in Francia.
Remi – dopo aver perso i suoi amici, il povero Vitali e i suoi animaletti- troverà la madre proprio in
Svizzera. Una ricca signora con un altro figlio di nome Arthur, la quale accoglierà calorosamente
Remi e Mattia nella famiglia. Una storia tristissima con un lieto fine. Heidi invece non conoscerà
mai i genitori e dovrà seguire la zia a Francoforte e lasciare i monti. Dalle montagne alla città. Fu
per la piccola quasi un trauma. Rinchiusa in un palazzo di ricchi come dama di compagnia della
piccola Clara, che è costretta su una sedia a rotelle e con la tremenda governate Signora
Rottenmeier. La piccola fa subito amicizia con Clara, di qualche anno più grande. Le cose
miglioreranno con l’arrivo della nonna di Clara che decide di rimandare Heidi sui monti, dopo aver
constatato che la piccola soffriva di una tremenda nostalgia di casa sua. Clara andrà a trovare Heidi
con l’acida Rottenmeier che involontariamente diventerà persino comica sui monti, fra capre,
mucche e buoi per il suo totale disagio e il suo grido disperato nel chiamare Heidi per essere aiutata
“Adelaide!!!!!!!!”, che è poi il vero nome della piccola. Clara riuscirà solo in montagna ad alzarsi
dalla sedia a rotella e a camminare finalmente.
Due storie coinvolgenti e strappalacrime fino all’ultimo fazzoletto. Ne vale la pena però, non solo
per piccini. La serie di Heidi è realizzata dalla Nippon Animation, disegnato da Yoichi Kotabe –la
stessa dei Pòkemon-, regia di Isao Takahata. Girarono molti film, prima e dopo l’anime, fra questi
uno con Shirley Temple nel 1937. L’anime è del 1974 e 52 sono gli episodi. Oggi esiste addirittura
“Heidiland” che è un’area turistica dedicata ad Heidi, con tanto di casetta e personaggi.
51 sono gli episodi di Remi, realizzati con una tecnica innovativa per l’epoca. I fondali dietro ai
personaggi si muovevano su vari livelli tridimensionalmente da vedere con gli occhiali
tridimensionali. Tutto merito di due maestri come Osamu Dezaki e Akio Sugimo, che crearono
anche “Rocky Joe” e “Jenny la tennista”. La regista Dezaki ha lavorato anche per la serie di Lady
Oscar. Se osserverete i personaggi e lo stile dell’Anime ha qualcosa in comune con Remi. In
Giappone la serie fu trasmessa nell’ottobre del 1977, dove Remi è ricordato come l’orfanello più
famoso nella storia della televisione.
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INTERVISTANDO…
Etnomondi – Ciao a tutti. Questa volta per “intervistando” abbiamo 4 amici di diverse nazionalità:
dall’India, Togo, Perù e Senegal. Una bella squadra di calcio!
Akshay – Inizio io. Sono indiano e lavoro in un ristorante con mia madre, vengo dall’India del
nord. Con me lavora anche mio fratello.
Etnomondi – Comè la clientela del ristorante?
Akshay – La maggior parte sono italiani e non tutti amano lo speziato o il troppo piccante.
Cerchiamo in tutti i modi di accontentarli, anche se non è facile, poiché la cucina indiana è speziata
e piccante.
Etnomondi – Che tipo di musica ti piace e quale genere di film apprezzi di più?
Akshay– Amo la musica indiana moderna, Sandeep Acharya, ed apprezzo molto i film d’azione.
Bollywood naturalmente: un misto di azione, sentimenti, comicità e musica.
Etnomondi – Chi è l’attore del momento e che ami di più?
Akshay– Bhe! Shahid Kapoor!
Etnomondi – Anche tu?! È una mania ormai, probabilmente gli dedicheremo un articolo visto il
successo (vedi in questo numero).
Akshay – Tu sei stato in India?
Etnomondi – No, mi piacerebbe molto. Soprattutto Bombay e New Dalhi. Ad Agosto so che è
sconsigliato per la pioggia. È sempre così in estate?
Akshay– Si, è sempre così.
Etnomondi – Qualè la cucina più piccante, forse dell’India del sud?
Akshay – No! Del nord. Al sud usano però altre spezie e preparano il cibo in modo diverso, tu lo
sai poi, sei stato in India.
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Etnomondi – (?!) emmm… (il ragazzo non ha capito, ma lasciamo perdere. Lo ringrazio) Sukrya!
Che significa grazie, giusto?
Akshay – No, non proprio, quella è una parola usata dai musulmani indiani, io sono indù
(dimenticandosi che con noi ci sono due musulmani: uno del Togo e l’altro del Senegal. Una gaff
dietro l’altra). Va bhè. Passiamo ad un altro.
Juan Diego – Mi chiamo Juan Diego, sono del Perù ed amo molto la musica, è tutta la mia vita, ce
l’ho nel sangue, sono musicista ma vorrei tanto farlo per professione non solo per hobby.
Etnomondi – Quale strumenti suoni?
Juan Diego – Le percussioni. Faccio serate nei locali di Milano e dintorni. Hanno suonato anche i
gruppi rock. Vengono alle serate tanti peruviani ma anche italiani incuriositi. Il pubblico peruviano
purtroppo non è sempre tranquillo, ci sono quelli che si ubriacano e danno fastidio durante le serate.
Etnomondi – E gli italiani?
Juan Diego – No, a loro importa solo ascoltare della buona musica. Ho fatto diversi lavori per
mantenermi e per comprarmi gli strumenti. Ho lavorato con gente di diverse nazionalità, quelli con i
quali non mi sono trovato molto bene sono gli albanesi, i rumeni, ma anche i marocchini e gli
egiziani, che non accettano consigli perché si credono più esperti.
Etnomondi – (sorrido) E tu Mustafa?
Mustafa – Vengo dal Togo, vicino al Ghana e vivo in Italia dagli anni 80. Sono d’accordo con Juan
Diego, gli egiziani in Italia sono qui per lavoro e non hanno una buona conoscenza dell’Islam, gli
intellettuali sono in paesi come la Francia per esempio, l’Inghilterra. Sono simpatici gli egiziani,
grandi lavoratori, ma non toccategli i soldi.
Etnomondi – Bhe, non c’è in questo momento un egiziano che possa replicare, ne abbiamo
intervistati diversi negli anni scorsi. Mai generalizzare. Buttiamola un po’ sull’ironia e cambiamo
discorso, che è meglio, se no i protagonisti di questa intervista diventano gli egiziani, fra l’altro non
presenti. Com’era l’Italia 20 anni fa?
Mustafa – Un altro mondo. Gli italiani erano diversi, più accoglienti, ma non hanno tutti i torti, non
c’erano molti stranieri prima, adesso anche troppi. L’educazione è importantissima, viviamo in un
paese che non è il nostro. Io amo gli italiani ed ho un ottimo rapporto con loro. Ormai mi sento
quasi italiano, ero un ragazzino quando lasciai il Togo per l’Italia.
Etnomondi – Do you speak english?
Mustafa – Certo, ed anche il francese. Come i senegalesi, noi parliamo bene il francese. Non amo
molto i senegalesi sinceramente, a parte lui (indicando Mahmoud che è del Senegal), sono troppo
attaccati alle magie, non è giusto. Un buon musulmano deve leggere il Corano e non i libri di magia
e stregoneria.
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Etnomondi – Mahmoud a questo punto tu puoi intervenire perché sei del Senegal, hai qualcosa da
dire su questo argomento?
Mahmoud – Non tutti sono così. Io sono un buon musulmano ed amo molto il Corano. Il nostro
Sheikh è Ahmadou Bamba.
Etnomondi – Abbiamo raccontato il tuo paese in “Bab Zuweila” ed anche degli alberi curativi
Baobab.
Mahmoud– Interessante! Vorrei una copia.
Etnomondi – Volentieri, anche il numero di “Etnomondi” con la vostra intervista. Ringrazio tutti
voi ragazzi e salutateci i vostri paesi stupendi. E ricordatevi che il confronto fa sempre bene, però
nel reciproco rispetto. A presto.
Nella foto sotto al titolo il cantante indiano scoperta dell’anno Sandeep Acharya vincitore di
“Indian Idol” . Qui sotto il Perù e il Togo.
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HOKUSAI
Katsushika Hokusai (1760-1849), noto semplicemente come Hokusai, è l’artista
giapponese più conosciuto nel mondo. Nativo di Edo, l’antico nome di Tokyo, è
famoso per l’opera “La grande onda”, che riproduciamo in questa pagina, per la serie
di 46 stampe degli “Ukiyo-e” e per le “36
vedute del Monte Fuji” (1826-1833). È
autore anche delle “Mangwa” (“disegni
brulicanti”) rappresentanti un popolo in
movimento. Pittore e incisore, visse in un
periodo feudale, il cosiddetto periodo
Tokugawa, che va dal 1600 al 1867: il
Giappone si era isolato dal resto del mondo:
il contatto con la cultura occidentale era
proibito; nonostante questo, Hokusai riuscì a studiare elementi “esterni”,
specialmente lo stile olandese, introducendoli nella sua arte e rivelandosi
rivoluzionario, per l’epoca. La prospettiva, i contrasti, i paesaggi, il realismo e la
serenità che la natura trasmette, furono introdotti nell’arte popolare nipponica. Studiò
e utilizzò stili diversi, pur mantenendo indipendente e riconoscibile il suo stile.
Nato in una famiglia di artigiani, iniziò dapprima come intagliatore di legno, per poi
passare alla pittura: dal carattere instabile, ribelle e anticonformista, soprattutto verso
gli insegnanti, fu però un attento studente e apprendista, e un artista davvero
ossessionato dall’arte e dalla perfezione. Fu quasi sempre povero e, alla fine della sua
lunga vita, si descrisse, con orgoglio, come un contadino.
Cambiò il suo nome d’arte innumerevoli volte (vedi pag. 21), così come abitazione: si
dice che abitò ben 93 case! Lasciò oltre 30.000 opere di tutti i generi, anche di enormi
dimensioni, tra di esse anche volumi di manga. I suoi lavori ispirarono molti
espressionisti europei, come ad esempio Claude Monet.
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1779: Shunro
1807-1824: Katsushika
1781-1782: Zewaisai
1785-1794: Gumbatei
1811-1820: Taito
1795-1798: Sori
1797-1798: Hokusai Sori
1798-1819: Hokusai
1798-1811: Kako
1799: Fasenkyo Hokusai
1799: Tatsumasa Shinsei
1803: Senkozan
1812: Kyorian Bainen
1812-1815: Raishin
1814: Tengudo Nettetsu
1820-1834: Iitsu
1821-1833: Zen saki no Hokusai Iitsu
1822: Fesenkyo Iitsu
1805-1809: Kintaisha
1831-1849: Manji
1800-1808: Gakyojin
1834: Tsuchimochi Nisaburo
1805: Kyukyushin
1834- 1846: Hyahusho Hachemon
1805-1806 e 1834-1849: Gakyo-rojin
1847-1849: Fujiwara litsu
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“Giochi sacri” di Vikram Chandra, Mondadori, pagg.1184, € 22. Romanzo di questo autore indiano che crea
una sorta di Marlowe a Mumbay, nelle inconsuete vesti di un poliziotto sikh, a caccia di un superlatitante in
crisi mistica. Attenzione alle oltre 1000 pagine del libro, solo per lettori accaniti!
“La Habana como un Chevrolet” di Graziano Bertolini, Edizioni Estemporanee, pagg.106, € 35. Dedicato
alla capitale cubana e a tutti i suoi angoli noti e meno noti, è un volume-guida di testi e fotografie.
“I Babilonesi” di Michael Jursa, Il Mulino, pagg. 142, € 11.Un libro per conoscere meglio la grande civiltà
mesopotamica (II-I millennio a.C.).
“Kitchen” di Banana Yoshimoto, Feltrinelli, pagg. 148, € 6,50. Ripeschiamo dal 1993 il libro di racconti che
ha fatto conoscere questa autrice anche in Occidente. Esistenzialista, poetico e nostalgico, Kitchen è un
racconto sulla solitudine giovanile, da cui derivò anche un omonimo film poco riuscito. Della stessa autrice e
casa editrice, l’ultimo libro è “L’abito di piume” (pagg.132, € 6,50) titolo che sta ad indicare un tipo di
kimono (“hagoromo”) leggerissimo, usato, nella tradizione, da donne-angelo in volo tra il mondo terreno e
l’aldilà. Un altro breve, struggente romanzo che parla di un viaggio di ritorno al paese natale.
“Storie dell’India” di Zahoor Ahmad Zargar e Renata Rusca Zargar, Edizioni Progetto Cultura, pagg.160, €
10. Un indiano e la moglie italiana scrivono questa raccolta di racconti dedicati all’affascinante India di ieri e
di oggi.
“Bad lands – Un turista sull’asse del male” di Tony Wheeler, EDT – Lonely Planet, pagg. 320, € 16,50. Il
fondatore di Lonely Planet descrive e parla delle sue riflessioni su 9 paesi cosiddetti “badlands”, cioè gli
“stati canaglia”, territori pericolosi o problematici, svelandoci, ironicamente, che spesso rivelano sorprese
positive, al di là dei pregiudizi.
“Manituana” di Wu Ming, Einaudi, pagg.613, € 17,50. Wu Ming significa “nessun nome” in cinese
mandarino, ed è un collettivo sotto il cui nome si nascondono scrittori italiani, formatosi all'interno della
sezione bolognese del Luther Blissett Project.Un romanzo avventuroso e ben documentato ambientato nel
buio anno 1775, all'alba della rivoluzione che generò gli Stati Uniti d'America a discapito dei pellerossa.
“100 dischi ideali per capire la world music” di I.Franchi,E.Guitamacchi, Editori Riuniti, pagg. 398, € 20.
Un libro che anni fa sognavamo, ora è realtà: un viaggio nel mondo della world music e delle sue tradizioni e
culture millenarie, suddiviso in 8 zone geografico-musicali. Ricco di schede e consigli, oltre che di una
sezione dedicata a progetti di artisti pop-rock internazionali (come Byrne,Gabriel,ecc) che hanno contribuito
a far conoscere in occidente generi a noi sconosciuti o dimenticati. Indispensabile per noi amanti degli
Etnomondi!
“Tibet” di M.Bocale, M.Levi e P.Verni, Polaris, pagg. 336, € 29. Una guida aggiornata dedicata a tutti gli
aspetti dell’affascinante Tibet, comprensiva di itinerari anche inconsueti nel paese e di 32 tavole a colori.
23
“Platonic sex” di Iijima Ai, BUR Rizzoli, pagg. 236, € 8,40. Un libro diventato cult, immediato e
autobiografico sulle vicende giovanili dell’autrice, che l’hanno portata a diventare una pornostar di successo.
Ora è una presentatrice in Giappone, dove è stato girato anche un film-tv tratto dal libro.
“La fine della sofferenza” di Pankaj Mishra, Guanda, pagg. 381, € 17. Il volume dell’intellettuale indiano
Mishra, che vive da anni alle pendici dell’Himalaya meditando, leggendo libri e studiando il Buddha, è un
libro autobiografico di meditazione ed espiazione con veri racconti di vita vissuta, non solo di parole, come
spesso accade.
“Il popolo del Grande Spirito” e “Sono tra noi” di Enzo Braschi, Mursia, pagg. 382 e 159, € 22 ed € 20.
Forse pochi sanno che il celeberrimo “Paninaro” del Drive In degli anni ’80 è anche uno scrittore e il più
grande esperto di nativi americani in Italia. Ha pubblicato diversi libri e girato documentari a tema. Il primo
volume parla delle tradizioni, della cultura e dei riti religiosi dei pellerossa, che continuano ad esistere a
dispetto degli usurpatori bianchi. Il secondo ci addentra nella verità storica del genocidio pellerossa.
“Neve” di Orhan Pamuk, Einaudi, pagg. 468, € 12,80. Parlammo di lui nel N.17, ora il turco Pamuk ha vinto
il Premio Nobel 2006 in Letteratura con questo libro in mezzo a fiaba e realtà, dove un poeta resta
affascinato da una città di provincia sospesa tra integralismo religioso e modernità, tema attuale anche se
ormai “asfissiante”.
“L'ultimo mistero di Qumran” di Robert Feather (pagg.468, € 9,90), “Le
chiavi dell’Egitto” di Lesley e Roy Adkins (pagg. 399, € 8,90) e “La tomba
perduta” di Kent R.Weeks (pagg. 346 ,€ 7,90): ancora strascichi di libri
sull’Antico Egitto, tutti e tre pubblicati da Piemme, letture leggere tra
archeologia, teorie religiose e decifrazione di geroglifici. L’omonimo “La tomba
perduta” di Maurice M.Cotterell, Tea, pagg.247, € 9, è invece una storia di dèi
della mitologia pre-incaica.
“Scene di famiglia” di Yu Miri, Marsilio, pagg. 152, € 11,36. La societa'
nipponica attuale, vista dall’autrice, è sempre più ipocrita e uniformata a quella
occidentale. Un romanzo attuale sull’invadenza e la morbosità della telecamera
nelle comuni vite private.
“La musica della balena azzurra” di Adonis, Guanda, p.201, € 14. Il poeta ed intellettuale siriano, che
attualmente vive a Parigi, ci parla di cultura, di religione, filosofia e identità per conoscere meglio l’Islam.
“L’attesa” di Ha Jin, Neri Pozza, pagg.320, €8,00. Sullo sfondo grigio di un regime totalitario, l’amore di
Lin Kong per due donne e l’attesa per un destino favorevole. L’autore è un cinese professore d’inglese che
vive negli U.S.A. da oltre vent’anni.
“Ode al mare e altre odi elementari” di Pablo Neruda, Passigli, pagg. 173, € 12. Per la prima volta
recensiamo Neftalí Reyes Basoalto, ovvero il poeta cileno Pablo Neruda, premio Nobel per la Letteratura nel
1971. Le “odi” e il mare sono una costante dell’autore in una grande rievocazione di ricordi e di sapori.
“L'amore, quando la vita ci incalza, è solo un'onda più alta fra le onde”, è invece uno dei suoi più famosi
aforismi.
“La via del samurai” di Barry Eisler, Garzanti, pagg. 375, € 17,60. L’autore è un americano esperto di arti
marziali, di lingua e cultura giapponese e d’Oriente. Questo nuovissimo thriller incalzante è proprio
ambientato in vari paesi orientali, e il protagonista è il killer John Rain, che utilizza tecnologie d’omicidio
all’avanguardia.
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I LEONI AFRICANI
Di Mamdouh
Il leone è della famiglia dei felidi, è il più grande dei quattro felini, dopo la tigre. Il
maschio può pesare dai 180 ai 250 kg, la femmina dai 120 ai 150 kg. La lunghezza
del corpo varia da 170 a 250 nei maschi e da 140 a 175 cm nelle femmine. L’altezza è
intorno ai 120 cm per i maschi e 100 per le femmine. Il colore della pelliccia dei
leoni varia dal giallo al rossiccio e ocra. La criniera dal biondo al marrone.
L’espressione dei loro occhi sono impressionanti, c’è tutta l’Africa nel loro sguardo
attento, aggressivo ed affettuoso. I leoni possono vivere al massimo 16 anni, sono
carnivori e si cibano di carne, 7 kg al giorno per i maschi e 5 per le femmine. Amano
cibarsi delle zebre, bufali, lepri, uccelli, elefanti, ippopotami ecc. Di solito sono le
tigri ad attaccare di più l’uomo, i leoni sono più mansueti. Vivono in branchi stanziati
e i maschi che raggiungono la maturità vengono scacciati dal branco. Cosa succede a
questo punto? Il maschio scacciato vaga da un branco all’altro col tentativo di
imporsi come capo branco, scacciando a sua volta gli altri maschi, se non riesce a
diventare il capo diventa nomade. Alla caccia ci pensano le femmine, loro invece
perlustrano il territorio. Non solo, hanno il compito di difendere le prede, proteggere
il branco, soprattutto i cuccioli e quindi scontrarsi con altri leoni, ghepardi, iene,
leopardi. La preda viene uccisa con un morso al collo, o al naso, attaccano con gli
artigli. Sono i maschi grandi a mangiare per prima, seguono le femmine e i cuccioli.
Il leone è molto agile, può salire con facilità sugli alberi, correre, nuotare, lanciarsi
nel vuoto. Nel periodo in cui i leoni si accoppiano, e può capitare in qualsiasi
momento, la femmine smette di cacciare. L’accoppiamento avviene dalle 20 alle 40
volte al giorno e la femmina può partorire diversi cuccioli anche da altri padri. I
cuccioli sono svezzati dopo 6, 7 mesi, l’80% di loro muore dopo due anni, a causa
della feroce competizione per il cibo ed anche perché ucciso dal nuovo capo branco.
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Ciò accade perché il nuovo padrone non vuole che la femmina dedichi il suo tempo ai
piccoli, la quale, spinta dal suo amore materno li difende, anche ad insaputa del
nuovo padrone. Quindi il leone maschio è assai affascinante quanto egoista.
Raggiunge la maturità dopo i tre anni di vita e a 4, 5 anni può comandare un intero
branco. Comincia ad invecchiare ad 8 anni, ha poco tempo per imporsi come capo del
branco. I leoni sono anche affettuosi fra loro, con altre specie e persino con l’uomo.
Esistono anche i leoni bianchi, una razza rara dovuta ad un gene recessivo, a causa
del loro colore hanno più difficoltà a cacciare la preda, perché non riescono a fondersi
con l’ambiente, vengono subito intravisti da lontano dalla preda che a sua volta
scappa prima ancora che il leone riesca ad avvicinarsi a loro. Col tempo il leone
bianco diventa color crema ed infine color avorio (biondo). Esistono anche i leoni
incrociati con altri felini come: le tigri, leopardi, giaguari. In genere è l’uomo che li fa
accoppiare per creare altre specie. Il leone ha ispirato molti scrittori. Esistono libri,
romanzi, film, cartoni animati come “Kimba il leone bianco” – vedi articolo in questo
numero in “Anime giapponesi”- e “Il re Leone”, tutti dedicati a questa razza che
personalmente mi affascina e mi inquieta al tempo stesso. Per noi uomini poi sono
come dei gattoni, ignorando completamente, o quasi la loro storia e le differenze tra
loro e i gatti. Nei scorsi numeri ci siamo occupati dei canguri australiani (n. 12), dei
cammelli e dromedari (n. 13), dei cavalli arabi (n. 14), dei panda (n. 16), degli
elefanti africani ed asiatici (n. 18).
Sotto due leoni bianchi
“Kimba il leone bianco” e “Il re Leone”
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ANIME GIAPPNESI
KIMBA IL LEONE BIANCO
Non potevamo ignorare “Kimba il leone bianco” dopo averlo citato nell’articolo dedicato ai leoni di
questo numero. Ha ispirato persino “Il re leone” della Walt Disney del 1994, troppe cose in comune
a cominciare dal nome Simba, come Kimba, dalla presenza del leone grande e quello piccolo. Le
due storie però sono differenti, hanno in comune solo i personaggi. Nell’anno d’uscita del film della
Disney nacquero delle controversie per questo motivo, i fans di Kimba si misero in contatto con la
Disney e i produttori giapponesi accusarono di plagio la Disney. Il titolo originale di “Kimba il
leone bianco” è “Janguru Taitei” che significa “Imperatore della giungla” ed è del 1965 con 52
episodi, della Muschi Production, creato da Osamu Tezuka, l’anno successivo uscì il film anche in
Italia “Leo, il re della giungla”. L’anime è stato tratto dal manga del 1965, pubblicato sulla rivista
“Manga Shonen”, che uscì anche in Italia assieme all’anime nel 1978 o alla fine degli anni 70, in
emittenti private, noi eravamo tra i primi a guardarlo all’epoca. La serie è stata addolcita con tagli di
scene presenti nella versione originale. È stato il primo anime a colori ed il primo con animali
umanizzati come protagonisti. Il padre di Kimba è Caesar che vuole donare a tutti gli animali della
foresta un posto sicuro in cui vivere, libero dalla paura degli uomini e dalla paura della convivenza.
Fino a qui sembra tutto perfetto, fino a quando Caesar libera i bovini del villaggio e viene ucciso
per questo motivo da un cacciatore. La compagna Snowene –destinata ad essere trasferita in uno
zoo- è incinta del piccolo Kimba che partorisce sulla nave. Snowene insegna a Kimba gli stessi
principi del padre. L’autore Osamu Tezuka, nato il 3 novembre 1928 a Toyonaka, è morto il 9
febbraio 1989, lo soprannominarono “il padre dei manga”. Esordì nel 1946 con il manga “Il diario
di Ma- chan”. Ricordate “Astro boy” e “La principessa Zaffiro”? noi si, è lui il loro padre.
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Sotto Osamu Tezuka con le sue creature: La Principessa Zaffiro, Kimba e Astro boy nella
curiosa versione francobollo.
OMAGGIO A OSAMU TEZUKA (1928/ 1989)
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Come si stabilisce l’inizio del Ramadan?
di Mamdouh
Molte persone mi hanno chiesto come si stabilisce l’inizio del Ramadan, che quest’anno è iniziato il
13 Settembre. Un’italiana musulmana mi raccontava “Oggi stavo parlando con mia figlia sul
Ramadan, da cosa e da chi viene determinato l’inizio. Ho spiegato che viene determinato da persone
esperte (i dotti) che riescono a vedere dei segni nella luna. Lei mi ha chiesto subito ‘e se questi Dotti
– da Al Azhar in Egitto e Arabia Saudita- non vedono i segni perché la luna è coperta dalle nubi?’
buona domanda”. Ecco la risposta tratta dal libro “Minhaj al muslim/ La Via del musulmano” di
Abu Bakr Al- Djazairi:
Come si stabilisce l'inizio di Ramadan? Per stabilire con certezza l'avvento di Ramadan ci sono
alcune norme precise:
1- Quando il mese di Sciàban, che precede il Ramadan, è di 30 giorni, il 30° giorno sarà certamente
il 1° Ramadan.
2- Se la prima falce di luna fosse avvisata la vigilia del 30 Sciàban, significa che è l'inizio di
Ramadan e che bisogna digiunare. Dice Allah (Swt): "Chi vede la luna digiuni per tutto il mese".
(Corano 2: 185)
Disse il Profeta (Saw): Digiunate e cessate di farlo alla vista della falce di luna. Se il cielo fosse
coperto di nuvole, considerate Ramadan di 30 giorni. (hadith autentico trasmesso da Muslim). Per
confermare l'avvento di Ramadan, è Sufficiente la testimonianza di due uomini, o anche uno solo,
di notoria credibilità. Il Profeta (saw) aveva accettato anche la testimonianza di un singolo. Adesso
ci sono degli studi e metodi avanzati per vedere la prima falce di luna (l'inizio del mese nel
calendario islamico), vedi sito: www.icoproject.org Per la rottura finale invece, si esige la
testimonianza di due persone. Il Profeta (saw) non si era accontentato della testimonianza di uno
solo. (referito dal Tabarani e Darqutni). Bisogna però precisare che chi vede la falce di luna deve
digiunare anche se la sua testimonianza non dovesse essere accettata. Se invece la vedesse il 29°
giorno del sacro mese, e la sua testimonianza fosse rifiutata, deve digiunare anche il 30° giorno.
Disse il Profeta (saw): “Si digiuna quando digiunano tutti gli altri, si smette di digiunare quando
anche gli altri lo fanno, si celebra la festa del sacrificio insieme a tutti gli altri”. Un ringraziamento
all’amico AbdEl Fattah.
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Moustapha Akkad
Non potevamo non dedicargli un articolo con la sua storia.
Moustapha Akkad come avrete appreso dal numero 12 di
“Etnomondi” del 2005 è il regista di due storici e grandiosi film
dedicati al Profeta Muhammad e al leader libico Omar Al
Mokhtàr, che lottò per l’indipendenza del suo paese sotto
l’occupazione di Mussolini. Due film che amo molto, realizzati
davvero bene e recitati dagli attori in modo eccellente.
Purtroppo non sono stati distribuiti in Italia, tranne per
brevissimi periodi anni fa e subito ritirati. Il regista –come abbiamo riportato la
notizia nel n. 14 del nostro giornale- è scomparso due anni fa.
Ecco la sua storia. È nato ad Aleppo in Siria l’1 di Luglio del 1930 e morto l’11
novembre 2005. Negli anni 50 partì per l’America per studiare come regista e
produttore all’università della California di Los Angeles. Lì conobbe il famoso
regista Sam Peckinpah che lo prese come consigliere per un suo film sulla guerra in
Algeria mai realizzato. Incoraggiò il giovane Akkad che trovò un nuovo lavoro alla
CBS. Finalmente arrivò il suo primo film, proprio “Al Ressala” –che significa “Il
Messaggio”- dedicato al Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui). Ne girò
due versioni: una con attori arabi e l’altra con arabi e attori di fama internazionale
come Anthony Quinn e Irene Papas. Il film risale al 1976 e la versione in inglese si
intitola “The Message, the story of Islam”. “Ho fatto questo film- spiega Akkad- per
un fattore prettamente personale. Dal punto di vista economico è pur sempre un film,
ha la sua storia, il suo intreccio, il suo dramma. Ma a parte questo penso ci sia
qualcosa di personale, essendo io stesso un musulmano che ha fatto carriera in
occidente, ho sentito che era un mio obbligo, un mio dovere narrare la verità
sull'Islam. È una delle religioni più seguite, ma si sa così poco a riguardo che mi
sono sorpreso. Ho pensato che dovessi narrare la storia, che colmerà questo vuoto
tra oriente ed occidente”. Il regista –per chi non lo sapesse e forse sono in moltiprodusse l’intera serie ( 8 film in tutto) di enorme successo, sapete di cosa stiamo
parlando? Di Halloween! Il primo Film della Saga è del 1978 e si intitola
“Halloween, la notte delle streghe”. Nel 1980 tornò al genere storico- religioso. Girò
“Il Leone del deserto” dedicato ad Omar Al Mokhtàr con un convincente –sia per la
somiglianza che per il modo di comportarsi- Anthony Quinn. Seguì il costosissimo
(80 milioni di dollari) film su Saladino e le Crociate con Sean Connery, mai
terminato:
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“..Saladino ritrae perfettamente l'Islam. Proprio ora, l'Islam è ritratto come una
religione terrorista. Siccome un po' di terroristi sono Musulmani, l'intera religione
ha questa icona. Se mai ci fu una guerra di religione piena di terrore, si chiamò
"crociata". Ma non puoi certo accusare il cristianesimo, perché pochi avventurieri lo
hanno fatto. Ho concluso”.
Ecco gli altri film di Halloween che ha prodotto:
“Il signore della morte” 1981, “Il signore della notte” 1982, “Il ritorno di Michael
Myers” 1986, “La vendetta di Michael Myers” 1989, “La maledizione di Michael
Myers” 1995, “Halloween: 20 anni dopo” 1998, “Halloween: Resurrezione” 2002.
Nel 1986, tra la pausa dell’ultimo film di Halloween del 1982 e l’ultimo che stava
preparando in quel anno, uscì “Free Ride”. Io personalmente preferisco ricordare il
regista per i suoi film storici- religiosi. Ognuno di questi, compreso la serie di
Halloween, ha lasciato un segno nella storia cinematografica di tutti i tempi.
Morì con sua figlia dopo i bombardamenti terroristici di Amman, in Giordania. Erano
entrambi nella Piazza di Grand Hyatt.
Stranamente il regista non ha ancora un sito ufficiale a lui dedicato. Spero che ci
penserà qualcuno al più presto. Forza, fatevi avanti.
Foto sotto Moustapha Akkad con Anthony Quinn sul set di “The Message, the story of Islam”.
di Mamdouh
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BAB ZUWEILA Arabia Saudita: il paese della Mecca
Lo stato saudita nacque nell’Arabia centrale verso il 1750, per opera di Muhammad
bin Sa‘ud e Muhammad ibn Abd al-Wahhàb. La famiglia Sa‘ud ebbe alti e bassi nei
150 anni successivi, il moderno stato fu fondato dal re Abd al-Azìz Al Sa‘ud, che
conquistò la città di Riyàd nel 1902, diventò re del Hijàz nel 1926 e l’anno dopo del
Nejd. Il 20 maggio 1927 la Gran Bretagna riconobbe l’indipendenza del regno di Al
Sa‘ud (Hijaz e Nejd), nel 1932 tutti questi si unificarono come Regno dell’Arabia
Saudita.
Il 1938 fu l’anno della scoperta del petrolio, che trasformò il paese. Da allora
l’Arabia Saudita è un paese ricco. Il clima è asciutto, di tipo desertico con grandi
sbalzi di temperatura. Le leggi dello Stato si basano sulla Shari’a, la legge islamica.
La popolazione è circa i 24,3 milioni e 6,4 milioni sono gli stranieri che vi risiedono.
La maggior parte di sauditi è di etnia araba, altri discendono dai turchi, iraniani,
indonesiani, indiani, africani ecc..
A parte gli immigrati, la popolazione è il 100% musulmana, poiché l’Arabia Saudita
è il paese del Profeta Muhammad, da lì è nato l’Islam.
La Mecca (foto sotto al titolo) – “Makka al Mukkarama”, che significa “Mecca
l’onoratissima”- è una città dell’Arabia Saudita occidentale, situata nella regione di
Hijàz. La Mecca, Medina e la moschea Al Aqsa in Palestina sono i tre luoghi Santi
per i musulmani. La Mecca si chiamava Bakka in epoca preislamica.
Medina –“Al Madina al munawwara”, che significa “La città illuminatissima”- è
città dell’attuale regione saudita nel Hijàz, come la Mecca, che è il paese dove è nato
il Profeta dell’Islam Muhammad (pace e benedizione su di lui). La sua tomba si trova
proprio a Medina.
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Sotto Medina
Il nome completo del Profeta è Muhammad ibn Abdallah ibn Abd El Muttalib –figlio
di Abdallah e nipote di Abd El Muttalib- nacque nel 570 (o 571) d.c. Il padre
Abdullah era del clan Hascimiti, della tribù dei Coreisciti, morì alcuni mesi prima che
Muhammad vedesse la luce. Il Profeta perse la madre Amina in tenera età e si prese
cura di lui il nonno e dopo lo zio Abu Talib.
La prima Rivelazione del Corano avvenne nel Monte Hirà tramite l’Arcangelo
Gabriele che rivelò il Corano, vera parola di Dio a Muhammad –ormai quarant’enne-.
Era l’anno 610, durante il mese di Ramadan, la Rivelazione proseguì per circa 23
anni, fino al 632. il Profeta era un cammelliere illetterato, dolce e sensibile di
carattere. Il Corano fu Rivelato in arabo e 114 sono le Sure (Capitoli).
Sotto la grotta Hirà e alcuni cammellieri
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Nel 622 i musulmani di Mecca iniziarono ad emigrare a Medina, il 16 luglio 622
iniziò l’era islamica “Egira”. Oggi, ad esempio, siamo nel 2007 dell’era cristiana e
nel 1428 dell’era islamica. Il Profeta morì l’8 Giugno del 632, 11° anno dell’Egira. I
quattro compagni califfi del Profeta furono: Abu Bakr, Omar, Othman e Ali.
La costruzione cubica Kabah alla Mecca è al centro del mondo. La capitale
dell’Arabia Saudita è Riyadh, di 1,500 mila di abitanti circa, la seconda città più
grande dell’Arabia Saudita è la moderna Jeddah di 3,4 milioni di abitanti ed è situata
nel mar rosso.
Foto sotto Riyadh e Jeddah
Saudita al computer
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LAOS
Parliamo del Laos, piccola nazione poco conosciuta del sud-est asiatico, nella penisola indocinese,
con capitale Vientiane, suddivisa in 18 divisioni: 16 province, una municipalità e una zona speciale.
Altre città importanti sono Luang Prabang e Pahhé. Il suo nome ufficiale è il complicato
Sathalanalat Pasathipatai Pasason Lao, per noi Repubblica Democratica Popolare Lao. Consta circa
di 6 milioni di abitanti. Ha una storia legata alle dominazioni dei vicini stati, ad esempio l’antico
Siam. Il primo regno indipendente locale si colloca nella metà del XIV sec., ora il Laos ha raggiunto
l’indipendenza dalla Francia dal 1949. È un paese piuttosto povero ed è il meno densamente
popolato del sud est asiatico. La maggior parte della popolazione è rurale e di religione buddhista;
nel territorio del paese risiedono 47 diverse tribù, che hanno tradizioni e costumi diversi. Le tribù
fanno parte di tre principali gruppi (Lao Lum - abitanti delle terre basse -, Lao Song - abitanti delle
montagne -, e Lao Teung o Lao Kang - abitanti degli altopiani -) e altri sei sottogruppi dovuti alle
differenze delle lingue parlate. La lingua nazionale è il lao o laotiano, di origine thai. Il paese è
percorso dal fiume Mekong, di cui parleremo nei prossimi numeri, la montagna più alta è il Phou
Bia. Il clima è tropicale e monsonico, distinto in due stagioni: quella secca, da ottobre ad aprile, e
quella delle piogge da maggio a settembre. Il turismo nel paese è sottoposto a rigidi controlli,
meglio non viaggiare da soli e per effettuare viaggi in alcune province occorre munirsi di speciali
autorizzazioni per i quali ci si può rivolgere ad agenzie turistiche. Nel Laos non esiste ambasciata
Italiana, ci si può rivolgere a quella francese.
IL LAMA
Il lama (lama glama) è un mammifero lontano parente del
cammello,sebbene non sia dotato di gobbe. È un animale con
sorprendenti capacità di resistenza e adeguamento al freddo, al deserto e
all’altezza; è parte integrante della vita dell’altopiano boliviano fin dai
tempi delle tribù più antiche. Fu addomesticato e allevato già da alcuni
secoli prima dell’Impero Inca come animale da sella e da carico. Si trova
in Sudamerica e si divide in quattro specie: il lama propriamente detto, la
vigogna, l'alpaca e il guanaco.Fornisce carne,che viene essiccata al sole, lana per fabbricare coperte,
vestiti, corde e sacchi, e viene utilizzato come animale da carico. Persino lo sterco viene raccolto e
adoperato come combustibile. Dotato di un lungo collo e di un pelame lungo e soffice, da cui viene
ricavata la lana, oggi è meno comune e si usa per il trasporto, ma l’allevamento di questo
straordinario animale si sta diffondendo anche in Nordamerica come guardiano di greggi.
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PROVERBI CINESI
Per chi ha amici in ogni luogo, ogni luogo è piacevole
Una briciola d'oro non può comprare una briciola di tempo
La povertà è la madre dei reati
I soldi adornano la casa, la virtù adorna la persona
Dài un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per
tutta la vita
La luna e la donna hanno molte facce da mostrare
L'invidia è come un granello di sabbia: piccolo eppure in grado di accecare
E' meglio una cosa vista che cento ascoltate
Il segreto per mantenere l'amore di una donna è dare tutto sè stesso ma un poco alla volta
Chi cavalca una tigre ha timore di scendere
Dividere il proprio riso e il proprio vino con un amico sincero sazia e disseta il doppio
L'amore è come la luna: se non cresce, cala
C'è sempre un perché
Chi non ha apprezzato il suo maestro nè la sua lezione, un giorno sarà forse colto, ma non
sarà mai saggio
Per quanto un albero possa diventare alto, le sue foglie, cadendo, ritorneranno sempre alle
radici
Parlare bene non vuol dire essere buoni, fare del bene sì
I vestiti migliori sono quelli nuovi, ma fra gli amici i migliori sono i più vecchi
La colpa dell'ubriachezza non sta nel vino, ma in chi lo beve
Il ricco trova parenti anche fra gli sconosciuti; il povero trova sconosciuti anche fra i parenti
Se non sai correggerti, come puoi pretendere di correggere gli altri?
Ci sono soltanto due uomini perfetti: uno è morto e l'altro non è mai nato
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Tra tutte le virtù, l'amore per i figli è la più importante
A ogni singolo filo d'erba è destinata almeno una goccia di rugiada
Un albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce
Darsi troppi limiti è controproducente.Saggio è colui che sa porsi limiti nel limitarsi...
Chi confessa la propria ignoranza la mostra una volta, chi non la confessa, la mostra infinite
volte
Un uomo trascina il risciò; un altro viene trasportato.. . eppure la loro natura è la stessa
Per costruire un impero l'uomo impiega cent'anni; per distruggerlo gli basta un giorno
Anche un nano, salendo di gradino in gradino una scala alta abbastanza, può giungere più in
alto di un gigante. I pensieri dei ciechi sono più affilati di un pugnale
Nella casa di una famiglia felice, semplici stoviglie di ceramica risplendono più della giada
E' più facile deviare il corso di un fiume o spianare una montagna che cambiare l'animo di un
uomo
Il gatto desidera i pesci, ma non vuol bagnarsi le zampe
Lo sciocco ha mille certezze, il saggio non ne ha alcuna
Siediti lungo la riva del fiume e aspetta; prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo
nemico
Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita
A molti pensieri seguano poche parole
Che le parole siano come le perle: rare e preziose
Capello di donna lega l'elefante
Curare il corpo è facile; curare lo spirito difficilissimo
L'uomo è il capo della famiglia, ma la donna è il collo e muove il capo dove vuole
Chi vuole cambiare il mondo, cominci da se’ stesso
Su una piccola pietra inciampò l'imperatore
Non c'è altezza che non abbia al di sopra di sé qualcosa di più alto.
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È nata una star a Bollywood! Shahid Kapoor
Shahid Kapoor è nato il 25 Febbraio 1981 a Mumbai in India, da un padre indù attore
(Pankaj Kapoor) e una madre musulmana. Il nome Shahìd è islamico e significa
“martire”, il cognome Kapoor come Kumar è il tipico cognome indiano indù. È un
attore di Bollywood e modello. Ha debuttato nel film “Ishq Vishk” del 2003 ed è
stato un successo. Ha ricevuto il premio Filmfare Award nella categoria dei
debuttanti nel 2003. Nel 2004 ha recitato in ben due film: nel thriller “Fida” a fianco
di Kareena Kapoor e Fardeen Khan e nella commedia romantica “Dil Maange
Moore” con Soha Ali Khan, Tulip Joshi e Ayesha Takia. Shahid Kapoor diventa
sempre più star affermata e nel 2005 è in ben 3 film: “Vaah! Life ho to Aisi”,
“Deewane Huye Pagal” e “Shikhar”. Un’enorme successo con “36 China Town” nel
2006. Nello stesso anno recita per il film “Chup Chup Ke” di minore successo e
partecipa al World Tour con altre stars di Bollywood. L’ultimo film è “Fool and
Final”. Ha avuto ottime recensioni dalla critica e continua fare strage di cuori tra le
fans. A noi piace la sua determinazione e la faccia acqua e sapone da bravo ragazzo.
Gli auguriamo di rimanere così nel tempo, con la freschezza di sempre.
I siti: http://www.shahidkapoor.tk/ e http://shahidonline.net/
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Mustafa Hosny
Nel numero scorso ci siamo occupati di Moez Masoud e nel numero 12 di Amr
Khaled. Mustafa Hosny come Moez Masoud è molto popolare nel canale televisivo
Iqra per i suoi programmi sull’Islam, e come Moez segue il modello di Amr Khaled:
colloquiale, preparato, si rivolge ai giovani come se fosse l’amico della porta accanto,
è giovane come Moez, avranno più o meno la stessa età, meno di 30 anni. Nello
studio di Mustafa tra il pubblico – diviso in due, da una parte le donne, dall’altra gli
uomini- ci sono molti giovani musulmani. Mustafa spiega l’Islam con semplicità,
vestito in modo semplice, con una maglietta che mette un po’ in risalto il suo fisico
palestrato e un paio di jeans. È questo il nuovo modo di parlare d’Islam in Tv, come
Moez Masoud e Amr Khaled – quest’ultimo con giacca e cravatta. Anche lui senza
barba-. I più religiosi storcono il naso di fronte a questi nuovi fenomeni religiosi, li
criticano. Eppure Amr, Moez e Mustafa ottengono forse molti più risultati degli
sheikh religiosi. Sono più spontanei, informali e rivolti a un pubblico giovanile, più
interessato alle cose futili che alla religione. Sono attratti però da questi nuovi
personaggi, che li aiutano lentamente a conoscere meglio la loro religione.
Personalmente non mi dispiacciono, sono utili ai giovani che non pregano o pregano
poco e che non praticano molto l’Islam. La religione islamica è ampia, c’è molto da
imparare ed ognuno ha un livello di preparazione, lasciamo questi giovani insegnare i
buoni principi agli altri giovani e i vecchi sheikh alla gente che ha già un’ottima
conoscenza dell’Islam. Io credo che per essere compreso dalla gente bisogna
immedesimarsi in loro e parlare come loro. È un dialogo più diretto ed efficace. Moez
Masoud prima di insegnare l’Islam non era praticante, si è avvicinato alla religione
dopo aver visto in faccia la morte. Amr Khaled è un contabile di buona famiglia, non
ha mai studiato all’Università Al-Azhar in Cairo ed è stato educato in un ambiente
laico. Mustafa stesso ha detto di seguire i passi di Amr Khaled. Conduce il
programma “Amma Baad” in lingua araba, è egiziano, sposato con un figlio. Ecco il
suo sito: http://www.mustafahosny.com/mh/index.php
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MOSTRE E RASSEGNE
Orientalia è una raffinata mostra di antichi oggetti cinesi e giapponesi,
riconoscibili grazie al logo/guida dell'esposizione: sono raccolti in 5 sezioni in
due sale espositive del Museo delle Arti Decorative e degli Strumenti Musicali al
Castello Sforzesco di Milano, Per tutto l’anno, fino al 25/11.
Festival Latinoamericando la tradizionale kermesse al DatchForum di Assago
(MI) con la XVII edizione ha avuto ben 67 giornate di eventi e molti concerti di generi differenti,
per tutta l’estate. http://www.latinoamericando.it/Festival_2007/default.htm
Festa d’Africa Festival 2007 Si è svolto al Cineteatro Palladium e al Parco della Musica di Roma
in due week-end (dal 14 al 16 e dal 21 al 23/9) il Festival dedicato all’Africa con teatro, cinema e
tanto altro, quest’anno dedicato, in particolare, all’Algeria. www.festadafricafestival.com
Alexandra Boulat in mostra con le sue foto dal Medioriente alla Galleria Grazia Neri di Milano dal
18/9 al 13/10. www.grazianeri.com
Gao Brothers Nonostante la censura della patria
Cina li abbia boicottati con sequestri e minacce di
distruzione delle loro opere, il duo irriverente dei
Gao Brothers presenta a Verona la prima
personale italiana con foto,sculture e un videodocumento. Galleria Box Art, Via dei Mutilati,
7/a fino al 29/9.
Hiroshi Sugimoto In mostra 30 anni di storia di
questo fotografo con 50 opere: tempo, memoria,
sogno e rappresentazione dell’impossibile. Fino al 30/9 a Codroipo (UD), Villa Manin, Centro
d’Arte Contemporanea.
Religion Today FilmFestival giunge alla X edizione. Promuove la pace e il dialogo tra le varie
religioni attraverso il cinema. Dibattiti e proiezioni di film al Cinema Gnomo di Milano dal 22 al
28/10.
Os Gêmeos sono per l’appunto due pittori gemelli dei sobborghi di San Paolo del Brasile, in mostra
a Milano fino al 3/11 alla nuovissima Galleria Patricia Armocida.
I colori dell'India. Oltre Bollywood Si è svolta a Milano presso lo spazio Oberdan dal 26/5 al 10/6,
la manifestazione dedicata a cinema, musica e incontri. Una rassegna con ventisette film di cui 16
inediti. Focus Corea è invece un’interessante rassegna delle ultime produzioni del cinema coreano
correlata a una serie di concerti a tema nell’ambito di MiTo, e Milano Film Festival. Dal 13 al 24/9.
“L’ebraismo e il cinema” Continuano i corsi di “Immagini e religioni”; dopo la parentesi buddista
si è passati, a luglio, all’ebraismo con un corso e una serie di film. Alla Casa Alpina di Motta di
Campodolcino(SO).www.aclimilano.com
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METROPOLI MULTIETNICA
PALESTRE:Alcune palestre dove si pratica il karate tradizionale: Nikamon (Via Mancini,11), Accademia
Del Karate Studio Shirai (Via Friuli, 65), Accademia Fudokan Ryu (Via Lazzaretto, 15), Associazione
Futura (Via Vittani, 2), Fujiyama K.C. (Via Tolstoj, 59).
RELAX:A Galgagnano (LO), nella Bassa Lodigiana, presso una vecchia cascina ristrutturata, c’è una
comunità buddista per chi cerca relax e zen, si chiama La Stella del Mattino. www.lastelladelmattino.org. I
massaggi tailandesi dicono siano i migliori, ormai sono una moda, tra i vari centri spiccano Lai Thai in Via
Eustachi, 27 e Thai House in V.le Tunisia,23.
LOCALI & DISCOTECHE: Una rivitazione di etnocaffetteria classica è il Colony Café Antigua 1789,
che da qualche anno anima la desolazione serale in Corso Magenta (si trova al n.85 vicino a P.le Baracca).
Cocktail bar, feste e alcune sere anche musica dal vivo. Si possono gustare diversi tipi di caffè. C’è anche il
locale gemello a Como, Via Olginati,14, www.colonial-cafe.com. Bahia è un grande locale sulla spiaggia in
stile brasiliano, ad Otranto (LE), Laghi Alimini, sulla riva adriatica del Salento. Serate latinoamericane ogni
giovedì sera al Baia Greca di San Remo (IM), Lungomare Delle Nazioni. Tornando a Milano, Caffè Caribe
– Dancing Apollo in Via Procaccini, 17 è un disco bar vecchio stile che propone anche serate sudamericane.
NEGOZI: Rimanendo nella stessa via, al civico 7, visitate Metropolis 2, negozietto di dischi usati,
potreste trovare qualcosa di etnico. Sicuramente più fornito, il più grande Metropolis di Via Padova, 104,
dove abbiamo trovato, in passato, diverse chicche, sia in cd che vinile, chiedete della sezione etno music!
Stesso discorso per i due negozi di cd e dvd usati Joker Jolly (Via Gaffurio,5 e V.le Pisa, 45), possono
riservare delle sorprese! Invece ha chiuso da poco, purtroppo, Rasputin (P.zza V Giornate) con una piccola
ma interessante sezione World e raccolte in edizioni economiche. Due negozi di arte e artigianato tipico:
Cheung (negozio di arte orientale antica e moderna) in Via Belfiore, 15. Africa Idea Arte in V.le
Monteceneri, 14. Hello Kitty è l’unico negozio milanese dedicato al personaggio della gattina giapponese
nata nel 1974 dalla famiglia Sanrio. Il negozio, tutto rosa e completamente rinnovato, amato sia dalle
bambine che dalle loro mamme, si trova in Alzaia Naviglio Grande, 54 e ha una vasta
quantità di gadget e di abbigliamento. Pettinature mediorientali?Tra i vari parrucchieri
arabi ci siamo imbattuti in questo Agadir (V.le Molise, proprio di fronte al grande
deposito ATM) e Abdel (Via Polesine,19), accanto al Sahara Bazaar, un vero negozio
etnico…d’altri tempi! Importasiando (che nome!) è un negozio di collezioni etniche, più
specificamente indonesiane, a Milano in Via Zante, 30. Organizza una mostra-mercato
estiva sul Lago Maggiore. www.importasiando.it. Nezam è un grande magazzino che si
trova all’ incrocio piscine di Dalmine, Via Provinciale - Dalmine (BG), vi trovate
veramente qualsiasi tipo di tappeto dall’Oriente. Molto pubblicizzato questo negozio sulle tv locali, e
interessante il sito con la storia e il dizionario sull’argomento: www.nezam.it.
RIVISTE: Digital Japan Magazine Vi straconsigliamo l’unica rivista italiana interamente dedicata al
divertimento di origine nipponica: anime, manga, cultura giapponese, giochi, con un dvd anime allegato ad
ogni numero. La lunga serie a fascicoli dedicata alle mistiche Divinità dell’Antico Egitto è invece
pubblicata in edicola da Hachette.
CORSI:Abbiamo già parlato, in passato dell’Ibrit (Istituto Brasile-Italia) che oggi propone di conoscere
la nazione sudamericana attraverso vari tipi di corsi di portoghese, di lingua attraverso le canzoni, di balli, di
laboratori per bambini e di italiano per brasiliani. www.ibrit.it
41
VIDEOTECHE ETNICHE: Per gli amanti dell’India: Warnakula Suriya M.S. (Via C. Da Sesto, 22),
India Video (Via Brunelleschi, 1) e Komorowska K. (Via Borsieri, 32); Nipponya Centro Cultura
Giapponese (Via Fara, 13). A Torino segnaliamo la videoteca egiziana Italmag, un vero “Blockbuster
etnico” a pochi passi da Porta Palazzo.
www.tangostore.com Ancora un sito sul tango, ma stavolta un negozio on line che vende cd, dvd e altro a
tema.
http://www.associna.it/ Sito della comunità cinese italiana di seconda generazione, nato come forum (si
chiamava Perla d’Oriente).
www.cinaoggi.it Sito di servizi vari dedicato alla Cina.
www.italia.gov.it Sul portale nazionale del cittadino gestito dal centro nazionale per l’informatica nella
pubblica amministrazione, da oggi si può trovare un corso on line di lingua cinese
http://www.tahiti-tourisme.it/ Sito per chi vuole recarsi a Tahiti. Il turismo dall’Italia verso queste isole
polinesiane è particolarmente cresciuto, negli ultimi anni.
www.iranianvisa.com Sito di un’agenzia che fa ottenere piuttosto rapidamente il visto iraniano.
http://www.nami.it/ Nami, il Giappone a Milano, tutto cio' che serve ad un giapponese per stare a Milano, e
all’italiano per conoscere un po' della cultura giapponese. Nami in giapponese significa “onda del mare”
http://sayonaragiappone.forumfree.net/ E’un forum dedicato al mondo del Giappone.
http://www.orient-extreme.net/ Sito francese che tratta di argomenti orientali: musica,letteratura,cinema e
altro.
http://www.deserti-viaggilevi.it/intro.htm Sito di viaggi del fotografo Maurizio Levi con una ricca sezione
di foto da tutto il mondo.
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Questo stato sudamericano, di cui solitamente si parla poco, si trova nel cuore del continente ed è
l’unico paese dell’America Latina assieme al Paraguay a non avere alcuno sbocco sul mare. È una
Repubblica Presidenziale indipendente dalla Spagna dal 6 agosto 1825. È diviso in nove
dipartimenti e ha due capitali: Sucre (legale) e La Paz (amministrativa e sede del governo). In
passato vi fiorirono numerose culture, principalmente quella Tiwanaku; la Bolivia fece anche parte
dell’Impero degli Incas, subì la solita dominazione spagnola per poi venire incorporata nel
Vicereame del Perù. La popolazione totale conta oggi 9.427.000 abitanti, poco più della metà di
origine indigena, quindi la nazione sudamericana più “genuinamente indigena” il resto sono
quechua, aymara, meticci ed europei. La religione principale è la cattolica con minoranze animiste e
protestanti. Le lingue ufficiali sono lo spagnolo, l’aymará e il quechua. Si parla anche il guaraní. La
cucina è povera, in genere si mangiano piatti a base di carne (anche di lama) e di verdura.
Attualmente il paese sta attraversando una difficile situazione economica.
Geograficamente la Bolivia è molto variegata e possiede una zona tropicale. È un paese multietnico
e democratico mèta di turismo anche estremo nelle giungle e nelle località andine. Chacaltaya è la
più alta località sciistica al mondo e si trova a 25 km da La Paz. Interessante il Madidi National
Park, ricco di riserve di biodiversità. Una curiosità: l’originale località balneare di Copacabana si
trova in Bolivia, prima della famosa spiaggia di Rio.
TIAMAT
Nella mitologia mesopotamica, sumera e babilonese, Tiamat è un mostruoso dio
primordiale di sesso femminile che rappresenta il caos e l’oscurità assoluta, ma anche il nome di un
pianeta. Alcuni la rappresentato come la Dea-madre con simbolo la Luna, responsabile dell’andamento
delle maree. È spesso identificata come un serpente o un dragone, sarebbe un’ antenata dei draghi
medioevali, oppure come un enorme essere dormiente sottoterra, il cosiddetto gigante Tizio. Per gli Accàdi,
ma anche per i Greci, Tiamat è anche il nome del mare, tâmtu o ti'amtum per i primi, e thalattē per i
secondi, dalle cui onde avrebbe generato altri dei. Nell’ Enûma Elish, il poema epico Babilonese della
Creazione, ha dato i natali alla prima generazione di dèi, per poi combatterli e venire sconfitta dal dio
Marduk. Quest’ultimo sarebbe anche il nome del dodicesimo pianeta del nostro sistema solare, non visibile
agli uomini perche' la sua orbita molto ellittica lo porterebbe ad avvicinarsi alla Terra circa ogni 4.000 anni.
Un satellite di Marduk, scontratosi con Tiamat, lo avrebbe scisso in due, cioè la Terra e la Luna, come nella
leggenda, da qui il legame con la Luna e il mare, come dicevamo prima. Molti si sono ispirati a Tiamat, un
nome spesso utilizzato come nickname, o nei giochi di ruolo o altro, ed esiste anche un gruppo svedese di
gothic metal piuttosto noto che ha preso il nome di questa terribile divinità.
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TINARIWEN “Aman Iman” (Ponderosa) Questo gruppo del sud sahariano è un collettivo tuareg di ex
combattenti, il cui nome significa “posti vuoti”, o “luoghi deserti”,e suona un essenziale e ipnotico blues
accompagnato – cosa insolita – da chitarre elettriche, con cantato in francese e tamashek. Il titolo di
quest’ultimo album, che è il terzo in cd, significa “acqua è vita”. Esistono dal 1982, quando hanno iniziato a
pubblicare diverse cassette. http://www.tinariwen.com/
D’ESPAIRS RAY “Coll:Set”(Gan-Shin/Audioglobe) Abbiamo parlato del “Visual Kei-J Rock”,
giapponese sul numero scorso, e i DESPA (chiamati familiarmente così) ne sono uno dei gruppi più
rappresentativi e quello che ci convince di più, anche se è il più “tosto”, non per tutti, col loro ruvido gothic
metal con chitarre pesanti, ritmiche ossessive, dark e violente, adatte da sentire mentre fuori c’è una
scrosciante pioggia! Formatisi nel ’99 hanno pubblicato, stranamente, solo ep, mini cd e singoli, arrivando a
questo primo album a 14 pezzi solo nel 2006. Potente e duttile la voce del cantante Hizumi; gli altri membri
sono: Karyu, Zero e Tsukasa, e i brani sono in giapponese, anche se alcuni titoli e ritornelli sono in inglese.
BURHAN ÖÇAL ISTANBUL ORIENTAL ENSEMBLE “Grand Bazaar” (Network Medien) Il
percussionista turco B.Öçal e la sua orchestra, dopo tre album dedicati alla tradizione del loro paese, tornano
in 10 brani mescolando musiche di Oriente e Occidente, proprio con le atmosfere del multietnico Grand
Bazaar di Istanbul.
NURU KANE “Sigil” (Riverboat Records) Dal Senegal, un musicista tradizionale, virtuoso del guimbri, un
basso acustico a tre corde. Troviamo anche ritmi gnawa, da scoprire per noi occidentali: una musica che
porta in un profondo stato di trance, usata, pensate, anche a scopi terapeutici.
AZIZA MUSTAFA ZADEH “Contrasts” (Jazziza Records) Sembra una bambola di
porcellana Aziza, (Əzizə Mustafazadə nella sua lingua)“la principessa del jazz” di Baku
(Azerbaijan), cantante, pianista e compositrice, con influenze classiche e avant-garde.
Suona un incrocio tra il jazz e il mugam, uno stile tradizionale azero basato
sull’improvvisazione. Il suo ultimo album, del 2006, comprende 15 brani, ed è l’ottavo,
ma il primo interamente composto da lei.
TOMAHAWK “Anonymous” (Ipecac Recordings) L’ennesima follia del vocalist Mike
Patton si concretizza col terzo album di uno dei suoi tanti progetti, i Tomahawk, in cui si cimenta in 13 pezzi
con la musica più ancestrale dei pellerossa in versione rock, alcuni più estremi, altri più riflessivi. I
Tomahawk prendono il nome della scure da combattimento dei Nativi Americani.
SALLY NYOLO AND THE ORIGINAL BANDS OF YAOUNDÉ “Studio Cameroon” (Riverboat
Records/World Music Network) Talentuosa produttrice, cantante e musicista franco-camerunense ex del
gruppo belga Zap Mama, Sally Nyolo torna alle radici africane con 15 pezzi in cui si avvale di vari
collaboratori.
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ANGGUN “Best of Anggun” (Sony / BMG) Un greatest hits della strafamosa cantante pop indonesiana: 17
successi tra cui un brano nuovo (“I’ll be alright”). Anggun canta in inglese, ma anche in indonesiano,
francese e italiano (c’è infatti un duetto col nostrano Pelù del 2002). Cercheremo di reperire i suoi primi
album, in lingua madre, che preferiamo.
LIRA “Feel good” (New Music) Voce dal Sudafrica con melodie soffuse soul-pop-jazz e r&b ma anche
etniche. Lira ha avuto un notevole successo anche in Europa e da noi, e utilizza l’inglese ma anche lo zulu.
SOLFERINO AND IBIS BABÉ “Arabian Winds” (Planet Garden) Una cassetta ascoltata per caso ci
rivela un viaggio tra 8 pezzi strumentali arabeggianti/new age in questo progetto italiano del 1998.
TRILOK GURTU & ARKÈ STRING QUARTET “Arkeology” (Promo Music/Egea) Ne parlavamo sul
numero scorso, ma eccolo già sperimentare con un nuovo cd, dove Gurtu mescola le sue amate percussioni
indiane con un quartetto d’archi tutto italiano: il risultato è un magico ponte tra Oriente e Occidente.
A.A.V.V. “Sambass 4” (Irma Records) Tempo d’estate e di spensieratezza, parliamo anche di questa
compilation tutta italiana, ma suonata da vari musicisti anche brasiliani, giunta al 4° volume e disponibile
anche in doppio vinile per i dj! I ritmi più caldi dell’estate con samba e drum’n’bass in 15 brani.
A.A.V.V. “No child soldiers” (0+Music) Proseguiamo con una compilation più seria, in cui Youssou
N’Dour, Alpha Blondy, Salif Keita, Rokia Traoré, Angélique Kidjo, Lokua Kanza e altri hanno donato
ognuno un brano per un progetto di raccolta fondi contro l’impiego in Africa di bambini-soldato.
YOUSSOU N’DOUR “Egypt” (Nonesuch Records). Torniamo a parlare di Youssou (nella foto sotto),
nostra vecchia conoscenza. Senegalese, classe 1959, ha contribuito alla diffusione della world music nel
mondo, con il suo afro-pop che deriva dallo mbalax, genere di musica popolare del suo paese, un misto delle
griot, le tradizionali percussioni utilizzate nei canti di preghiera, mescolati ad arrangiamenti di origine afrocubana. Una trentina di album all’attivo, l’ultimo in studio ci risulta essere questo “Egypt”, del 2004, che,
stranamente, ci era sfuggito. Qui si cimenta, con il suo quartetto e con la Fathy Salama Orchestra, un
ensemble “traditional” di 14 musicisti. Sono 8 pezzi con sonorità sufi arabe e misticheggianti.
RIDHA TALIANI “Tub” (Funi) Ci siamo imbattuti
nella solita cassetta “sbiadita” da mercatino di questo
cantante algerino, rappresentante della nuova
generazione del raï, popolarissimo nel suo paese, ma non
da noi, difatti non vi sappiamo dire molto. Ignoriamo il
significato del titolo, probabilmente un termine berbero.
Alcuni brani sono in francese, la copertina è colorata e in stile anni ’80, il genere: il solito raï.
ME’SHELL NDEGÉOCELLO “The world has made me the man of my dreams” (Kuzcek Records).
Multistrumentista americana ma nata in Germania, l’ambigua Meshell ha collaborato con molti artisti, tra cui
Madonna, e ha già pubblicato diversi apprezzati album solisti in cui mescola vari generi. Rappresentante
della musica afro-americana, ha scelto un nome d’arte che rimanda alle sue origini. È un’autrice di grande
talento e il suo ultimo album, appena uscito,comprende 12 pezzi tra jazz, pop-rock e r&b. Tra i titoli:
“Evolution”, “Virgo” e “Lovely,lovely”.
SIMA BINA “Nava’i” (Quartertone Records). Sconosciuta da noi, è la regina del folk della regione del
Khorasan e del folk iraniano, di cui è una profonda conoscitrice; grande voce, ha pubblicato quest’album di 8
pezzi, alcuni in lingua madre,altri in inglese, forse è la versione internazionale dell’album, uscito nel ‘98.
Ultimamente sono stati pubblicati anche diversi suoi dvd live www.sima-bina.com
45
L’ETNICO IN TV E IN DVD
TV È iniziato su Rai 3 il nuovo ciclo di Turisti per Caso:
Evoluti per Caso (vedi Etnomondi N. 19, pag.6), con i viaggi
del duo Blady/Roversi sulle tracce di Darwin, un po’ meno
convincenti da quando non sono più coppia nella vita, e nei
loro programmi viaggiano in due direzioni separate,
peccato…Attendiamo sempre le vecchie repliche o le ristampe
in dvd,forza! Non abbiamo mai parlato dello storico
programma di Rai Uno, Overland, trasmesso spesso in varie
edizioni negli anni passati. I giganteschi camion che viaggiano
per il mondo e i loro diari di viaggio vengono ancora riproposti
(ahinoi) nelle prime ore del mattino: meglio che niente! Però è
iniziata la decima serie: otto puntate per una maratona da
Como a Pechino, lungo la Via della Seta, stavolta in…bicicletta. Il Canale Sky Show ha proposto da
luglio Rajan e i diabolici ipnotismi, divertente programma di effetti speciali e magia e ipnosi tra
impavidi volontari. Festa Araba su Discovery Travel & Living è un programma sulla cultura di
Marocco e Siria, davvero da non perdere! Yoga S.p.A. su Cult parla dell’incontro tra yoga ed
Occidente in un paradossale e provocatorio sfruttamento commerciale. Garo è una recente, bizzarra
serie tv giapponese che MTV ha iniziato a proporre, con tematiche fantastiche/horror e stile manga,
ma non per un pubblico di bambini. Un ragazzo sempre serio, dotato di anello parlante, può
trasformarsi nel guerriero dorato Garo e combattere vari mostri. Sushi tv è un ennesimo game show
con folli prove ed esperimenti dal Giappone, al limite del kitsch!: lo trasmette il circuito Italia 7
Gold. Restando nello stesso tema c’è anche un The best of Takeshi’s Castle commentato da Teo
Mammuccari su GXT. L33T è una striscia quotidiana su Rai2 dedicata alla cultura digitale, si parla
quasi esclusivamente di Giappone con manga, anime, informatica, gruppi musicali, mode, ecc. Il
programma è però piuttosto adolescenziale: http://www.elletretreti.it/. Sabato sera…in India è una
serie di un intero mese che va in onda ogni sabato su Travel & Living. Revealed: Nobu
Matsuhisa: se amate la cucina, seguite in questa serie il famoso chef e ristoratore giapponese a
capo di una catena di 17 ristoranti in 13 città.
DVD De Agostini ha pubblicato qualche anno fa la serie di documentari monografici Città del mondo, in cui
si parla di alcune capitali etniche, vi consigliamo di recuperarli, noi abbiamo trovato quello su Tokyo.
Sempre De Agostini sta riproponendo le serie di anime Heidi e Georgie, oltre ai vari Dragonball, Yu Yu
Hakusho e Capitan Harlock. Per saperne di più su queste e altre pubblicazioni: www.deagostini.it. La
concorrente Hachette pubblica invece i dvd di Holly & Benji e Mila & Shiro, due cuori nella pallavolo.
GIOCHI Consigliamo Yakuza per Playstation 2 con le atmosfere “mafiose” del Sol Levante e Il re
scorpione, uscito diverso tempo fa e ambientato, come il film omonimo, nell’antico Egitto. Niente
elettronica per Dragon – I misteri della vecchia Pechino, un vecchio gioco da tavolo della MB, divertente
variazione di “Indovina chi?” tra spie e domande-trabocchetto.
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Il Fiume Rosso, o Song Hong, in vietnamita Song Coi o Song Nhi Ha, in cinese
Yuan Jiang, è un fiume asiatico conosciuto con diversi nomi, ad esempio fiume Yuan
(“fiume primario”, per i cinesi) che scorre nella Cina e nel Vietnam settentrionale per
circa 1200 km. Inizia in Cina, nella provincia dello Yunnan per poi scorrere verso
sud-est, passando per le aree abitate dalla minoranza Dai, prima di lasciare la Cina.
Entra nel Vietnam attraverso la provincia di Lao Caied, infine passa per Hanoi,
capitale dello stato della penisola Indocinese, e sfocia nel golfo del Tonchino, Mar
Cinese Meridionale, sempre in Vietnam. Esiste anche un Fiume Rosso (Rio Tinto) in
Spagna, che gli antichi Fenici chiamavano “Ur-yero” (fiume di fuoco, per il colore
rosso dovuto all’attraversamento dei più grandi giacimenti di rocce piritiche del
mondo).
Il Fiume Giallo, Huang He o Huang Ho, in cinese, detto dai cinesi anche
“L’indomabile”, è il secondo fiume della Cina, con circa 5.464 km, e il principale
fiume settentrionale della nazione. Nasce dai Monti Kunlun, nella provincia del
Qinghai, a sud del deserto di Gobi, ed è un “fiume difficile”, molto impetuoso e
devastante durante le piene stagionali. Creò molti disastri e inondazioni in passato,
questo a causa dei detriti che trasporta, pieni di sedimenti fertili raccolti dalle acque
durante il percorso attraverso gli altipiani ricoperti di loess (sedimenti eolici), che lo
rendono pesante e fangoso, dandogli il caratteristico colorito giallastro che gli
conferiscono il soprannome di Fiume Giallo. Altra sua caratteristica è una
conformazione pensile, cioè sopraelevata rispetto al terreno circostante. Scorre
totalmente in Cina e sfocia nel Mar Giallo. La sua eccezionale fertilità è stata però
utile all’uomo e all’agricoltura nei territori che attraversa.
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La lingua coreana è ultimamente cresciuta d’ importanza, molti la stanno imparando,
anche in Italia, visto il recente sviluppo economico della Corea, e vista la sua estrema
semplicità di struttura: il suo alfabeto può essere imparato discretamente anche in
poche ore di studio intensivo. Il coreano a differenza del cinese (che usa gli
ideogrammi) e del giapponese (che ha un sistema di scrittura sillabico), ha un
alfabeto, oggi noto come Hangul, che distingue consonanti e vocali. Esso fu inventato
nel 1446 dal Re Sejong Il Grande. Inizialmente chiamato “Hunminjeongeum”(“i
suoni adatti all’istruzione del popolo”) aveva 28 caratteri, oggi ne sono rimasti in uso
solo 24, suddivisi in 14 consonanti e 10 vocali, a cui vanno agiunti 11 dittonghi e 5
doppie consonanti. Il coreano ha radici variabili, suffissi ed enclitiche, il verbo ignora
la categoria del numero. Nel Medioevo veniva scritto con caratteri cinesi, sostituito
poi da un alfabeto speciale che mescola ideogrammi cinesi e segni alfabetici coreani.
Oggi il coreano viene parlato da circa 78 milioni di persone nell’intera penisola
coreana; lo sapevate che è diffuso anche in Giappone, dove furono portati a forza
centinaia di migliaia di coreani durante l’occupazione del paese? E poi in America,
dove sono numerosi gli immigrati coreani. Si parla coreano anche in una vasta area
dello Yanbian (Cina), a Sakhalin e Vladivostok (Russia), nell’Uzbekistan e nel
Kazakistan.
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I protagonisti di Etnomondi siete voi, amici di tutte le nazionalità. Non solo, anche i personaggi noti
in tutti i campi: dallo spettacolo allo sport ecc.
Ecco 56 protagonisti dal n.1 al 22 con notizie recenti.
Takeshi Kitano: è regista, sceneggiatore, attore, presentatore televisivo, scrittore e pittore. È nato a
Tokyo il 18 Gennaio 1947. Il suo ultimo film è “Katoku Banzai!” del 2007.
Moustapha Akkad: il regista siriano di “Al Resala” è morto l’11 Novembre 2005.
Syusy Blady e Patrizio Roversi: il loro “Turisti per caso” è stato un grande successo tra la fine
degli anni 90 e gli inizi del nuovo decennio. Il “Velisti per caso” ed “Evoluti per caso” non hanno
avuto lo stesso seguito. Sono tornati recentemente con nuove puntate di “Turisti per caso”.
Antonio Inoki: l’ultimo suo combattimento risale al 4 aprile 1998, di fronte a 70 mila spettatori.
Negli anni 90 era impegnato molto nella politica e recentemente, dal 2003 è impegnato con “Stable”
detta “Inoki Army”.
Amr Khaled: continua a condurre programmi seguitissimi su “Iqra” ed altri canali arabi televisivi.
Sami Yusuf: il concerto del 21 ottobre al Wembley Arena di Londra sarà il più importante della sua
carriera.
Christian Jacq: l’ultimo libro che ha scritto è “Romanzo di Mozart” del 2006
Vidisha Pavate: È ancora oggi una modella.
Cheb Khaled: continua ad esibirsi nei concerti. L’ultimo album è “Ya Rayi” del 2004
Shahrukh Khan: noto per aver recitato ed esordito nel film “Deewana” del 1992 ha continuato con
successo a recitare in altri film, l’ultimo è “Heyy Babyy” del 2007.
Aamir Khan: è il Raja di “Raja hindustani” del 1996, ricordate la colonna sonora “Pardesi
Pardesi”? l’attore recitò da piccolo nel film “Yaadon Ki Baaraat” del 1973, l’ultimo film è “Fanaa”
del 2006. Lo ricordiamo anche in “Lagaan” del 2000.
Naghib Mahfuz: lo scrittore è morto recentemente nel 2006.
Tarkan: il suo ultimo album è “Come closer” del 2006 .
Amr Diab: è uscito questa estate l’album “El lilady”.
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Raihan: continuano a fare concerti e preparare nuove canzoni.
Pascal Heni: non abbiamo notizie recenti su di lui.
Native Deen: suoneranno a fine anno in Egitto e Gerusalemme.
Zain Bhikha: sta preparando il nuovo album
Tiziano Terzani: il noto scrittore è morto il 28 luglio 2004. Non possiamo dimenticare “In Asia”
del 1998, ci sembra ieri quando è stato pubblicato.
Eddie Guerrero: il wrestler è morto il 13 novembre 2005.
Rey Mysterio: continua a lottare con successo.
Ehab Tawfik: l’ultimo album è “Habibi el alb”.
Mohamed Fouad: il suo album recente è “”El alb el tayeb” .
Ragheb Alame: i suoi concerti sono sempre molto seguiti.
Ofra Haza: la cantante è morta il 23 Febbraio del 2000 di Aids.
Mory Kante: nel 2004 ha pubblicato l’album “Sabou”.
Ar Rahman: quello di “Vande Mataram” ricordate? Il suo ultimo album è “Live in Dubai” del
2001. Nel 2006 è stata pubblicata una raccolta con i suoi brani tratti dalle colonne sonore dei film di
Bollywood dal lungo titolo “Introducing A.R. Rahman: Original Soundtracks from the musical
genius of indian cinema”.
Akira Kurosawa: il noto regista è morto il 6 settembre 1998.
Cheb Mami: l’ultimo album è del 2004 “Live au Grand Rex”.
Stephen Chow: irresistibile il suo film divertentissimo “Kung fusion” del 2005, il suo vero nome è
Chiau Sing-chi ed è nato il 22 giugno del 1962. Sta preparando il seguito di “Kung fusion” previsto
per il 2008.
Candy Candy: la guerra fra le sue due creatrici Yumiko Igarashi e Kyoko Mizuki è terminata, la
lite giudiziaria è durata fino al 2001. E’ questo il motivo per il quale l’intera serie non è reperibile
sul mercato, la lite è iniziata dall’inizio degli anni 90, la Igarashi voleva sfruttate l’intero copyright
dell’opera. “Georgie” è stato realizzato solo dalla Igarashi.
Mido: il vero nome del popolare calciatore egiziano è Hussein Abdel Hamid Hossam Ahmed, la sua
popolarità oggi è in calo. Dopo l’Ahli e le squadre europee è passato al Zamalek, rivale dell’Ahli.
Hayaho Miyazaki: è il creatore dei film d’animazione premiatissimi come “Il castello errante di
Howl”, “La città incantata”, “Principessa Monoke” e della prima serie di Lupin III. Ha lavorato
anche in “Heidi”, “Marco dagli Appennini alle Ande”, “Anna dai capelli rossi”, “Conan”. Sta
lavorando ad un nuovo film. Altro grande è Osamu Tezuka di “Astro boy” morto nel 1989.
50
Jackie Chan: è in qualche modo l’erede del grande Bruce Lee, altro protagonista del nostro
giornale, morto da anni (il 20 luglio 1973). L’ultimo film è “Rob-B- Hoobd” del 2006, sta
lavorando sul set di ben tre film, uno imminente per il 2007 e due –per il momento- per il 2008.
Pelè: mitico calciatore brasiliano. Ormai è un ex calciatore ed ex politico, si occupa dell’educazione
dei giovani contro l’uso di sostanze stupefacenti, il suo stesso figlio è stato arrestato per l’uso delle
sostanze, nonostante la lotta del padre. Nel 1977 Pelè si ritirò dal calcio, anno in cui vinse il
campionato di calcio nordamericano. 1283 sono i goal della sua intera carriera! È il più grande
goleador della storia.
Ryuchi Sakamoto: “Bricolage” è il suo album del 2006.
Yusuf Islam: dopo il suo breve ritorno al mondo del pop, Yusuf torna agli album islamici, sta
preparando “I look, I see 2”.
Rachid Taha: Ricordate “Diwan” del 1997? È uscito il seguito “Diwan 2” e la raccolta “The
definitive collection”.
Pizzicato Five: nel 2001 è uscito l’album "Çà et là Japon".
Mazinga Robot: è uscito in Italia nel 2006 il Dvd “Mazinkaiser”: la storia di
Mazinga Z, il Grande Mazinga con il nuovo Mazinkaiser, creati da Go Nagai.
Madhuri Dixit (Madhori): continua a recitare nei film.
Youssou N’ Dour: del 2004 è l’album “Sant”.
Cornershop: il loro “When I Was Born for the 7th Time” è stato un
successone nel 1998. L’ultimo album “Handcream for a generation” risale al 2002.
Ravi Shankar: ormai partecipa con altri musicisti raramente. Non incide dischi da anni.
Hidetoshi Nakata: nel 1998 era una grande promessa nel mondo del calcio. Giocava per il Perugia.
Adesso è un ex calciatore, si è ritirato nel 2006 a soli 29 anni. Come possiamo dimenticare il
tormentone dell’estate 1998? “Ma chi è stò Nakata?”.
Prince Naseem Hamed: ha abbandonato il mondo della box. Oggi ha 32 anni ed è in sovrappeso.
Kuki Gallmann: il suo libro “Sognavo l’Africa” ci ha coinvolti molto. Indimenticabile. Continua a
scrivere, la sua ultima fatica è “Elefanti in Giardino”.
Ahmad Zaki: è morto il “ragazzo buono del grande schermo” il 25 maggio 2005.
Yahia Fakharani: il dentista ormai famoso attore di musalsalàt egiziane è sempre attivo in quel
campo.
Mesut Kurtis: sta preparando il suo secondo album.
51
Ahmed Deedat: è morto l’8 agosto 2005 dopo ben 9 anni di malattia che l’aveva costretto a stare
letto. Continuava nonostante questo a studiare religioni e scrivere i suoi libri.
Moez Masoud: continuano i suoi programmi, questa volta in lingua araba, per le strade di Londra e
del Cairo.
Mohammad AdbEl Wahab: calciatore egiziano dell’Ahly è morto a soli 23 anni in campo durante
gli allenamenti prima di una partita nel settembre 2006.
Satoshi Kon: il suo nome non dice nulla, ma se si cita il titolo del film d’animazione “Tokyo
godfathers” del 2003 allora capirete di chi stiamo parlando. Quel film è stato strepitoso, drammatico
e comico al tempo stesso per le storie dei personaggi: la bambina abbandonata, la ragazzina
scappata di casa, l’ubriacone e il travestito. L’ultimo film d’animazione di Satoshi è “Paprika” del
2006.
Ed ecco 8 collaboratori vecchi e recenti del nostro giornale:
Ahmad Ali: abbiamo incontrato dopo tanto tempo questo amico di
vecchia data, ha una moglie e due figli e lo abbiamo informato delle novità del nostro giornale.
Pensate, quasi non si ricordava più dei suoi articoli per il nostro giornale come: “Conosciamo
meglio l’Islam” in arabo e “La vera arma dell’Islam”. Ci aiutò anche nelle traduzioni dei titoli delle
canzoni.
Maurizio Moro: è stato visto in giro di rado, ma non l’abbiamo più frequentato. Ricordiamo i suoi
articoli dedicati a Bruce Lee e ad Akira Kurosawa.
Tiziana Gallini: ha messo su famiglia, non l’abbiamo più vista. Ricordiamo le sue intervista
sull’integrazione e sul Ramadan.
Sayed AbdEl Kawi: è sposato ed ha un figlio. È l’unico, o uno dei pochi che è rimasto in contatto
con noi. Ricordiamo il suo articolo “Egyptian memories” e nelle interviste fatte a lui
sull’integrazione, il permesso di soggiorno, le difficoltà degli stranieri, i jinn e il suo primo
pellegrinaggio alla Mecca.
Fitian Haymour: è morto nel settembre 2006 prematuramente all’età di 48 anni. Ricordiamo le sue
traduzioni in italiano per noi e l’intervista fatta a lui sul mondo arabo.
Emanuele Fiorentino: non lo frequentiamo molto. Ricordiamo il suo unico articolo scritto con
tanto entusiasmo sullo Yoga .
Hassan: lo incontriamo ogni tanto e gli ricordiamo l’intervista fatta a lui sul suo paese: il Marocco.
Emad Wafa: “Un ponte tra Damasco e Milano” è il suo articolo. È impegnato con il suo sito
“Huda.it”. E’ costantemente in contatto con noi.
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Questo numero e articolo è un omaggio ai 12 protagonisti scomparsi:
1. Moustapha Akkad (2005) regista
2. Naghib Mahfuz (2006) scrittore
3. Tiziano Terzani (2004) scrittore
4. Eddie Guerrero (2005) lottatore di Wrestling
5. Ofra Haza (2000) cantante
6. Akira Kurosawa (1998) regista
7. Bruce Lee (1973) attore
8. Ahmad Zaki (2005) attore
9. Mohammad AdbEl Wahab (2006) calciatore
10.Ahmed Deedat (2005) studioso religioso e scrittore
11.Osamu Tezuka (1989) autore di fumetti e cartoni animati giapponesi
12.Fitian Haymour (2006) collaboratore di “Etnomondi”.