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14 - Writers Magazine Italia
Lo scaffale della Storia
La regina irriverente
di Carla Maria Russo
Aliénore di Aquitania, una donna che
ha fatto la storia, è la straordinaria protagonista di La regina irriverente di
Carla Maria Russo, la signora che sa
mettere il privato nella storia
rubrica di Patrizia Debicke
E
leonora, Aliénore, o Eleonor come
la chiamò Luigi di Francia, il primo
marito, è stata paragonata sia a Messalina che a Melousine.
Messalina non mi convince. Mi sa solo di
ninfomane, ed Eleonora non lo era, anche
se da brava nipote di suo nonno, Guglielmo il Trovatore, amava i piaceri del piacere. Allora preferisco Melousine, la bellissima fata strega delle leggende del Poitou,
sposa di Raimondo di Lusignano, che ogni
notte di sabato si trasformava in serpente
nel segreto della sua camera.
Comunque una brutta reputazione da sfatare. In realtà, Aliénore di Aquitania era molto diversa da quello che si è detto e scritto
su di lei. È stata una personalità femminile
senza pari che ha brillato e dominato nel
Writers Magazine Italia - 15
suo secolo, e pensate quale secolo fu il XII,
il secolo dello splendore del romanico ma
che vide la nascita del gotico, il secolo della
cavalleria ma contemporaneamente delle
città-stato borghesi e, soprattutto per merito suo e della sua famiglia, il secolo della
lirica cortese con nel sud Mediterraneo i
Trovatori e a nord i primi vagiti di una narrativa, vedi le opere su Tristano e Isotta e i
Lancillotto e Ginevra di Chrétien de Troyes. E il contributo di Eleonora, Aliénore
d’Aquitania, fu notevole, perché lei con la
sua straordinaria cultura, il suo carisma, la
sua influenza, la sua volontà, ha lasciato il
segno in politica, nelle lettere e nella scienza. Il suo matrimonio con l’ascetico Luigi di
Francia fu un ottimo affare per i francesi.
Lei portò in dote praticamente tutto il Sud
Ovest della Francia. Regnava su domini
che erano quasi tre volte quelli del futuro
marito che sarà re… Comunque non si conosce l’esatta data di nascita di questa bambina/ragazza/donna del medioevo. Ma si sa
quella del matrimonio dei genitori: 1221, e
se così fosse… vogliamo metterci un anno
in più, il che porta al fatto che quando si
sposò con Luigi di Francia avrebbe dovuto
avere 13 anni anziché15. Ma nel medievo
era normale.
«Sono la nipote di Guglielmo il trovatore»
ricordava sempre ai suoi interlocutori.
Suo nonno fu il suo primo maestro, e
l’esempio da seguire per tutta la vita.
Di Guglielmo IX, il potentissimo conte di
Poitiers e duca d’Aquitania, nato nel 1071
e morto nel 1126, il più antico trovatore,
famoso anche per le sue imprese epiche e
amorose, resta un Canzoniere e con lui si
dice che cominci la storia della moderna
poesia occidentale (perfino Dante attribuiva alla lirica cortese della langue d’hoc, il
primato della poesia in volgare).
Ecco uno dei suoi componimenti più sug-
gestivi e forse più famosi: Ab la dolchor del
temps novel, del quale traduco la prima e la
terza strofa:
Ab la dolchor del temps novel
foillo li bosc, e li aucei
chanton, chascus en lor lati,
segon le vers del novel chan:
adonc esta ben c’om s’aisi
d’acho dont hom a plus talan.
Nella dolcezza della nuova stagione,
mentre gli alberi si rivestono di foglie
e gli uccelli ripetono un melodioso
canto primaverile,
facendo ciascuno il proprio verso,
è tempo di pensare a ciò che si ama.
La nostr’amor va enaissi
com la brancha de l’albespi,
qu’esta sobre l’arbr’en creman,
la nuoit, ab la ploi’ez al gel,
tro l’endeman, que·l sols s’espan
per la feuilla vert el ramel.
Accade al nostro amore
come al ramo del biancospino
che sta a tremare sull’albero
di notte alla pioggia e al gelo
fino all’indomani quando il sole si espande
sulla fronda tra le verdi foglie.
(l’ultima strofa, chiamata in italiano Come
il ramo del biancospino, è citata anche da
Carla Maria Russo nel frontespizio del suo
romanzo).
Ma Guglielmo fu un trovatore che è stato
definito bifronte perché negli 11 componimenti detti Versi del suo Canzoniere, intreccia canti cortesi d’ispirazione amorosa
ad altri francamente osceni che narrano
di prodezze o fallimenti sessuali. Ma, e so-
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canzone su “niente”. Farai un vers de dreit
nien: scherzosa parodia di amori immaginari e, contemporaneamente, abilità, gioco
di parole e riflessione sull’essenza ultima
della poesia. E Mallarmé con: «Rien, cette
écume, vierge vers …» lo sapeva.
Ed ecco la prima strofa di Farai un vers de
dreit nient :
Farai un vers de dreit nien,
Non er de mi ni d’autra gen,
Non er d’amor ni de joven,
Ni de ren au,
Qu’enans fo trobatz en durmen
Sus un chival.
prattutto, perché il nocciolo segreto della
sua opera tramandata è una straordinaria
Scriverò un verso sul niente assoluto,
non su di me né su altra gente
non sull’ amore né sulla gioventù,
niente di niente.
Che poco fa ho ideato
mentre dormivo su un cavallo.
I sonnambuli
Paul Grossman
TimeCRIME
Pagine: 366 - Prezzo: € 7,70
“Seguo la via che mi mostra la Provvidenza con la sicurezza di
un sonnambulo” questa la citazione di Adolf Hitler che precede
il romanzo e già ci colloca nel periodo e nelle tematiche storicorazziali che fanno da sfondo, insieme a una Berlino graffiante,
a I sonnambuli. Una serie di personaggi ben caratterizzati a intessere la trama che vede protagonista Willi, un detektive ebreo
tutto d’un pezzo, per il quale il lettore prova da subito una certa
empatia, che si trova a investigare sul ritrovamento del cadavere di una donna con
i peroni al contrario. Una agghiacciante verità si prospetta essere alla base di tale
scoperta. I punti di forza del romanzo di Paul Grossman sono senza dubbio la ricostruzione storica minuziosa, seppur mai cattedratica, e la fluidità della scrittura
in grado di coinvolgere e trascinare il lettore fino alla fine. Un romanzo intrigante
difficile da collocare per le sfumature che si intrecciano: thriller, fiction storica,
medical mystery. Una lettura avvincente che colpisce nel segno. Irene Pecikar