Erik Domini, Nicky Di Paolo

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Erik Domini, Nicky Di Paolo
ERIK DOMINI
Medico Missionario
Ho conosciuto Erik Domini all'Asmara alla fine degli anni 50 quando
frequentavamo, anche se in classi diverse, il liceo scientifico Ferdinando Martini,
vanto scolastico italiano dell'Eritrea; un gioiello di scuola dove tutti i docenti
facevano a gara per tenere in alta considerazione la propria materia di
insegnamento e dove gli studenti raggiungevano una vera maturità. Nella scuola
esisteva un senso di disciplina legato ad una consapevolezza del dovere sia fra gli
studenti che tra gli insegnanti, il che rendeva la scuola centrata nella efficienza e
nella operosità.
Ciò non toglie che l'ambiente studentesco fosse quello di tutte le scuole
europee dove, dopo lo studio, ci si dedicava al divertimento che non mancava
certo in Eritrea, ultimo centro africano abitato da varie decine di migliaia di
italiani che popolavano un mondo tanto particolare, quanto piacevole da viverci.
In Eritrea non esistevano caste, non si esibivano titoli nobiliari, ma
certamente c'era chi poteva disporre di molto denaro e chi viveva un'esistenza
meno sfarzosa. Ad esempio, chi se lo permetteva, abitava in centro, in quel
popoloso quartiere adiacente al consolato italiano dell'Asmara, costituito per la
maggior parte da ville stile liberty, tutte circondate da giardini dove fiori,
nettarinie, tessitori e farfalle multicolori rendevano l'ambiente quanto mai elegante
e distinto.
È lì che Erik Domini abitava: in una di quelle case civettuole, ma non se ne
faceva un vanto; alto, slanciato, bello nei lineamenti, si distingueva subito per il
suo particolare portamento, per la pacata, ma al tempo determinata sicurezza con
la quale sosteneva le sue tesi nelle tante discussioni che gli studenti del liceo di
Asmara intavolavano. Si discuteva di tutto, ma non della politica italiana. Ciò che
mi colpiva di Erik era la sua impareggiabile sicurezza con cui affrontava qualsiasi
argomento, evidenziando subito una cultura tanto profonda, quanto inusuale per
quell'età. Non si concedeva molto agli amici, frequentando poco i club, mentre
preferiva invitare spesso alcuni di noi a casa sua dove ci mostrava le belle cose
che il babbo, direttore generale dell'Lloyd Triestino in Africa, amava raccogliere.
Voci autorevoli davano per certa l’origine nobiliare che Erik costantemente
negava. Ricorderò sempre le statuette cinesi antiche d'epoca Ming e i
numerosissimi tappeti persiani che ricoprivano, sovrapponendosi, ogni lato dei
pavimenti della villa. La sua famiglia era evidentemente agiata, ma Erik non se ne
vantava mai, anzi cercava sempre di lasciare intendere il contrario. Vestiva in
modo semplice, anche se elegante, e la sua presenza metteva sempre tutti a
proprio agio. Se molti di noi trascorrevano parte del loro tempo a discutere su cosa
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fare nella vita, lui non aveva tentennamenti: al termine del liceo si sarebbe iscritto
a medicina perché voleva espletare questa professione in Africa. Era un anno
davanti a me e, quando decisi anch’io di iscrivermi alla Scuola di Medicina
dell'Asmara, un altro fiore all’occhiello della comunità italiana in Eritrea, mi
trovai in stretto contatto con Erik. La Scuola, fondata e diretta dal Prof. Ferroluzzi,
autorità mondiale nel campo della Medicina Tropicale, era frequentata da 60 -70
allievi, italiani ed eritrei: essere un anno avanti contava poco perché, fino
dall'inizio, si lavorava nelle sale anatomiche e nei laboratori; era prassi comune
che gli studenti più anziani fungessero da tutor a quelli più giovani. Erik era
sicuramente il più paziente e devo a lui l'apprendimento delle nozioni base
dell'anatomia e della dissezione.
Ricordo bene che il suo volto era sempre atteggiato al sorriso e lui raramente
rifiutava di ascoltare storielle vere o inventate che commentava ironicamente
alleggerendo così il pesante fardello di lavorare su dei corpi inanimati stesi in un
tavolo.
Terminati gli anni della scuola di medicina dell’Asmara e tornati in Italia per
completare gli studi, persi Erik Domini di vista perché probabilmente facevamo
ritorno in Eritrea, per le vacanze, in momenti diversi, ma in compenso sentivo
parlare spesso di lui e delle buone cose che stava facendo.
Al contrario di molti di noi che, appena laureati, cercarono di lavorare subito
in Africa, lui pensò bene di crearsi un background culturale che potesse facilitare
il raggiungimento dei suoi obiettivi. Fece quello che qualsiasi chirurgo con
ambizioni missionarie dovrebbe fare: si specializzò in ostetricia e ginecologia,
diventando un esperto operatore in quel campo e subito appresso si specializzò in
anestesia e rianimazione a complemento della sua preparazione.
In altre parole, lo ripeto, Erik non ebbe la fretta che condusse molti di noi a
ingenui errori decisionali cercando di operare subito in Africa. Solo un medico
molto esperto in questo campo sa quanto sia utile per un chirurgo essere al tempo
stesso anestesista; con un paio di infermieri esperti, crea, anche in pieno deserto,
un team operatorio valido e quanto mai agile ed efficiente.
Erik Domini, nel suo lungo e paziente periodo di preparazione negli ospedali
italiani, pensò bene di non sprecare il suo tempo e, oltre alle specializzazioni,
acquisì le idoneità nazionali ad aiuto e primario nei campi dell'anestesia e
dell'ostetricia e subito dopo vinse concorsi di assunzione in vari ospedali del Nord
Italia dove apprese anche a dirigere nosocomi e reparti di grandi dimensioni. Solo
allora si sentì pronto per affrontare il sogno della sua vita: operare nei paesi del
terzo mondo come un missionario laico ma al contempo sicuro della sua
preparazione e pronto per insegnare a medici e infermieri africani tutto ciò che
aveva acquisito fino a quel momento.
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A chiunque si accingeva a operare nelle missioni umanitarie africane non
scordava mai di insistere che era meglio insegnare agli indigeni come costruire un
pozzo che donarlo già pronto.
Per lui, quindi, insegnare era più importante di operare, dando la precedenza a
tecniche semplici e praticabili in qualsiasi ospedale da campo, lontano dai centri
attrezzati.
Erik visse, da quella svolta della sua esistenza, momenti magici che lo resero
presto noto negli Stati in cui si soffermava a lavorare e a insegnare; l'ottima
preparazione, la profonda cultura scientifica e umanistica, la conoscenza delle
lingue, l'istinto innato per l'insegnamento, unitamente alla completa signorilità nei
suoi comportamenti, lo resero ambito in molti paesi del terzo mondo, in crisi per
povertà o per eventi bellici. Scorrendo il suo curriculum colpisce che abbia avuto
il coraggio di operare e insegnare perfino in Somalia, stato oggi ritenuto per
sicurezza fra i peggiori del mondo.
Man mano che lavorava, acquisiva titoli e onorificenze, ma non sono quelle
che lo spinsero a continuare la sua missione.
Nel 1993 incontrai causalmente Erik in Eritrea dove si era recato insieme a
Domenico Quirico, redattore della stampa di Torino, per capire che tipi di aiuti
fossero necessari a quello stato. Trascorremmo assieme alcuni giorni tra incontri
con politici del luogo e alcune giornate indimenticabili alle isole Dahlac.
Erik era diventato un uomo determinato, perfettamente conscio dei ruoli che
si era assegnato e, fra gli stupendi scenari di quelle isole di sogno, espresse il
desiderio di scrivere quello che aveva sperimentato di nuovo nel suo lavoro
africano. Aveva semplificato tecniche operatorie in modo tale da essere facilmente
eseguibili in ospedali di fortuna.
Da allora non ho più rivisto Erik, ma ho letto i libri e gli articoli scritti e
pubblicati per essere appositamente letti da medici e infermieri volontari,
desiderosi di farsi una cultura missionaria specifica. So che anche in questo
momento sta lavorando, mettendo per scritto ciò che ha elaborato e applicato in
ospedali di fortuna posizionati in luoghi di guerra o di gravi carestie.
Mi sono commosso quando nella prefazione di un suo trattato di ostetricia e
ginecologia per medici missionari, mi sono visto citato quale compagno di studi e
di lavoro. In verità ho fatto ben poco a confronto di ciò che è riuscito a portare a
termine Erik Domini e mi sembra giustissimo includerlo fra i grandi personaggi
vissuti nel Corno d'Africa. A lui il mio saluto, fiero della sua amicizia.
Nicky Di Paolo, Giugno 2014
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Erik Domini mentre tiene una lezione di medicina in un ospedale africano
Curriculum vitae - Erik DOMINI
Nasce a Trieste il 30.10.1939; in Eritrea dal 1948 frequenta il Liceo Ginnasio F.
Martini di Asmara dove consegue la Maturità Classica nel 1957. Frequenta i primi
quattro anni della Facoltà di Medicina e Chirurgia presso la Scuola di Medicina di
Asmara al termine dei quali si trasferisce presso l’Università di Padova.
Titoli di studio
21.07.1964 Laurea in Medicina e Chirurgia – Università di Padova
15.12.1968 Specialista in Ostetricia e Ginecologia (70/70 e lode)
Università di Padova.
08.07.1969 Specialista in Anestesia e Rianimazione (68/70)
Università di Padova
02.12.1981 Specialista in Oncologia - Università di Padova (63/70)
Abilitazione ed Idoneità
Marzo 1965 Abilitazione all’Esercizio della Professione - Università di Padova.
17.04.1974 Idoneità Regionale ad Aiuto di Ostetricia e Ginecologia (75/100).
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27.12.1977 Idoneità Nazionale a Primario di Ostetricia e Ginecologia (88/100).
Titoli di carriera
1965 - 1970 Assistente universitario volontario – Università di Padova
1969 - 1970 Liverpool Maternity Hospital; Role: Senior House Officer
1970 - 1972 Aiuto Ospedaliero di Anestesia e Rianimazione - Ospedale S. Anna
di Torino
02.08.1973 - 19.08.75 Ospedale di Asti - Aiuto corresponsabile ospedaliero,
ostetrico ginecologo,
incaricato.
1976 - 1977 Primario Ostetrico – Ospedale El Maarouf – Gran Comora
20.05.1975 - 31.12.94 Ospedale di Asti - Aiuto corresponsabile ospedaliero,
ostetricoginecologo, di ruolo (nel periodo 27.11.78 - 31.08.80 mansioni
superiori di Primario di
Ostetricia e Ginecologia.
1983 - 1988 Direttore della Scuola di Specializzazione in Ostetricia e Ginecologia
della Università Nazionale della Somalia (periodi Vari. Complessivi 3
anni e mezzo).
01.01.95 31.03 1998 - ASL 19 (Asti) Primario f.f. Ostetricia e Ginecologia
1995 - 2000 Professor a contratto di Ostetricia e Ginecologia presso l’Università
di
Trieste
01.02.1998 - 31.12.1999 Primario di Ostetricia e Ginecologia ASL 19 Asti
01.01.2000 - 26.01.2014 2009 Uganda: Primario ostetrico a Lacor, Kalongo,
Matany, con l’interruzione di 18 mesi per servizio prestato in qualità
di Primario
Ostetrico presso:
Arcipelago di Capo Verde - Ospedale di Fogo
Tanzania - St. Kizito Hospital Mikumi Morogoro.
Servizio Militare
Marina Militare: STV
Croce Rossa Italiana - Corpo Militare: Maggiore Medico (congedo)
Decorazioni nazionali
28.10.1968 - Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica (Meriti sportivi,
membro dell’Equipaggio della Stella Polare (Marina Militare) che ha
vinto la Regata Transatlantica Bermuda - Travemunde
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04.07.1977 - Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica.
02.081978 - Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica
30.07.1977 - Diploma di benemerenza con Medaglia (Sisma Friuli).
30.06.1981 - Diploma di benemerenza con Medaglia (Sisma Campania)
Decorazioni estere
19.08.1977 - Commendatore dell’Ordine della Stella della Gran Comora
06.12.1977 - Grand’Ufficiale dell’Ordine della Stella della Gran Comora
Pubblicazioni
Monografie a Stampa
1) Introduzione alla Rianimazione neonatale 166 pg. Verduci Edizioni
Scientifiche Roma
2) Le basi della Terapia Infusionale - 232 pg . Verduci Edizioni Scientifiche Roma
3) Il Forcipe Ostetrico - 128 pag. Verduci Edizioni Scientifiche - Roma
4) Manuale di Ostetricia e Ginecologia Tropicale 530 pg. CIC - Edizioni
Internazionali Roma
5) Il Taglio Cesareo: indicazioni, tecniche, complicanze, alternative Verduci
Editore Roma, 2011N° 40 pubblicazioni su vari argomenti di Ostetricia e Ginecologia, le ultime 6
pubblicate durante la permanenza in Uganda.
1.
2.
3.
4.
5.
Obstructed labour score, Giornale It. di Ostetricia e Ginecologia 2006; 28,
(5), 209-11.
Uterine devascularization, Giornale It. di Ostetricia e Ginecologia 2006; 28,
(9) ,425-27.
Misurazione intraoperatoria della coniugata ostetrica, Giornale It. di
Ostetricia e Ginecologia 2007; 29, (8/9), 283-85.
Preoperative transvaginal clamping of uterine arteries descending branches, a
safe and reliable method to prevent fro profuse bleeding LUS bleeding during
caesarean section for central placenta previa. A preliminary report, Giornale
It. di Ostetricia e Ginecologia 2008; 30, (5)), 179-80.
Delivery of an impacted head during caesarean section. An easy and adequate
manoeuvre, to assess adequate and safe hysterotomy and to control bleeding,
Giornale It. di Ostetricia e Ginecologia 2009; 31, (10), 401-406.
6
6.
Laparoisterectomia totale extra fasciale, una nuova tecnica più sicura, più
semplice, più rapida, Giornale It. di Ostetricia e Ginecologia 2009; 31, (10),
401-406.
Contributo al patrimonio naturalistico italiano
1978 - Dono al Museo Regionale di Scienze naturali di Torino di tre celacanti (lati
meria calumnae), dono della popolazione delle Comore per il servizio
prestato.
1978 - Dono al Museo Civico di Trieste di un esemplare di Latimeria Calumnae,
dono della popolazione delle Comore per il servizio prestato.
N.B. I quattro celacanti sono gli unici esemplari presenti in Italia. In tutto
il
mondo ve ne sono 60 (sessanta)
1983 - Dono al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino di un esemplare di
Pardiglanis Tarrabinii, pesce del fiume Uebi Scebeli, uno dei due
esemplari
esistenti al mondo (l’altro a Firenze).
2014 - Donazione alla Città di Asti di busto marmoreo di “Renata di Francia”
opera dello scultore
toscano Aristide Petrilli (1860).
Erik Domini
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