Il Giornalino
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Anno 2, numero 2 11 dicembre 2015 Caporedattrice: Angela Forti 11 dicembre 2015 Impressioni Quando si nasconde la luna pag. 1 pag. 2 Monster Allergy, l’inedito numero 30: fatevi contagiare! pag. 4 Nave di Carta, Progetto Ulisse pag. 5 HAKA pag. 5 Eine Kleine Nachtmusik Tra mito e realtà: 7 aneddoti sul potere della musica classica pag. 6 Scientificamente Parlando Comunicazioni bestiali: messaggi d’amore pag. 7 Insight Adotta il tuo verde pag. 9 Sezione mostre pag. 10 Pagina 1 Caffè Pacinotti Impressioni […] Ninna nanna, pija sonno, che se dormi nun vedrai tante infamie e tanti guai che succedeno ner monno, fra le spade e li fucili de li popoli civili. Ninna nanna, tu nun senti l i sospiri e li lamenti de la gente che se scanna per un matto che comanna, che se scanna e che s'ammazza a vantaggio de la razza, o a vantaggio de una fede, per un Dio che nun se vede, ma che serve da riparo ar sovrano macellaro; che quer covo d'assassini che c'insanguina la tera sa benone che la guera è un gran giro de quatrini che prepara le risorse pe li ladri de le borse. Fa la ninna, cocco bello, finché dura 'sto macello, fa la ninna, che domani rivedremo li sovrani che se scambieno la stima, boni amichi come prima; so' cuggini, e fra parenti nun se fanno complimenti! Torneranno più cordiali li rapporti personali e, riuniti infra de loro, senza l'ombra de un rimorso, ce faranno un ber discorso su la pace e sur lavoro pe' quer popolo cojone risparmiato dar cannone. Trilussa, da La ninna nanna della guerra Avevo scritto uno stornello, che somigliava forse più ad una filastrocca sbadata, ma l'ho messo via. Ho il cuore esploso, la pancia esplosa, l'anima esplosa. Sento l'odore del sangue, 'odore del dolore, l'odore del rammarico, l'odore del vuoto. L'odore del c'era e non c'è più, l'odore delle lacrime, l'odore dello strazio, l'odore della macellazione, l'odore dell'acido. Vedo il colore dello sgomento, il colore dell'invettiva, il colore dell'imbroglio, il colore del canto, il colore del boato. Il colore della liturgia, il colore dell'abiura. Provo la vertigine della gravitazione, la vertigine della deduzione, la vertigine della progressione, la vertigine del confine, la vertigine della divinazione. E.. Se pacatamente avanzassimo Verso palindromiche acatalessie E giungessimo A inverni prescritti Si potrebbe ancora Fermare la mano del vento E nascere di nuovo ? di Linda Veo, IV C Pagina 1 Caffè Pacinotti Quando si nasconde la luna “Oggi è il primo giorno del resto della tua vita” Di Claudio Benedetto Maggi, III C La prima cosa che notò Maria alzando gli occhi verso il cielo, fu l’assenza della luna. Le sembrava innaturale il modo in cui il cielo si era coperto su quella serata di novembre, così fresca e piacevole, e che l’aveva resa pienamente soddisfatta di essere uscita con il suo ragazzo a godersi la vita della città. La faceva sorridere la vivacità che sembrava aver contagiato tutte le persone che erano in giro quella sera, persone che andavano a teatro, allo stadio, o che semplicemente volevano godersi quel bel clima, passavano tutte intorno a quel piccolo tavolino dove Maria attendeva che Dario tornasse con la cena. Per questo le sembrava così strano che la luna si fosse nascosta dietro una coltre di nubi nere, che si confondevano con il cielo notturno, invece di illuminare quella bella serata. Così si era trovata ricordare quante volte le era capitato di trovarsi a guardare una notte senza luna e pensare quanto fossero tetre quelle notti da streghe. Ma non poté andare oltre nei suoi ricordi di bambina perché proprio in quel preciso istante sopraggiunse Dario, e con quel suo tono di gioviale irrequietezza disse: “A giudicare dalla bolgia che c’è là dentro siamo fortunati che ci abbiano servito qualcosa - e poggiandole il piatto davanti - EtVoilà Mademoiselle! Ecco la sua cena, se non la soddisfa abbastanza non si preoccupi, Dario sarà ben lieto di mangiare per due”. Maria addentò un pezzo di coniglio e poi disse: “Mi dispiace, questa volta ti è andata male: mi sa che lo finirò tutto”. E risero insieme. Negli attimi che seguirono non si scambiarono parole, ma solo qualche sguardo di intendimento che ormai era tipico del loro rapporto. Mentre mangiava, Dario si guardava intorno e osservava quello che Maria già aveva osservato, la palpabile vivacità che animava la città. Fin da quando era un ragazzo, Dario era abituato a stare in mezzo alla gente, a lanciarsi in conversazioni improbabili, e ad animare situazioni morte. Si poteva addirittura dire che necessitasse del contatto con le persone, del poter infilare una battuta spiritosa anche in mezzo a discorsi seri. Così lo aveva scoperto Maria, due anni e mezzo prima, e ne era stata completamente rapita. Quando quel giovane alto dal capello ricciolo la aveva avvicinata ad una serata di gala e senza un minimo di esitazione aveva spogliato i suoi più limpidi sentimenti con tutta l’eleganza e la sincerità di cui un giovane di vent’anni può disporre, la sua anima era crollata e si era perdutamente concessa a quella passione amorosa che ancora muoveva tutti i suoi sorrisi e tutti i suoi sforzi in quella serata senza luna. E poi si ricordava di come quella stessa volta avessero animato la serata del Saltimbanco di Bragaccia Senese, lei cantando e lui accompagnandola con il piano, e di come quando si erano stretti la mano per ricevere gli applausi lei fosse stata colta dalla certezza che quello avrebbero fatto per il resto della loro vita, e niente più di quella certezza l’aveva mai resa così felice. Così, mentre guardava Dario avventarsi sulla carne, non poteva smettere di pensarlo come colui che l’aveva trascinata nel mondo magico della vita vissuta al momento, vissuta con passione. Avrebbe voluto semplicemente dirgli “grazie”, e dentro quella parola rinchiudere tutto quello che provava per lui. Invece dalla sua bocca insicura uscì una frase che neanche aveva pensato di poter dire: “Hai visto come si è nascosta la luna?”. La mente di Dario saltò un attimo dalla carne a quella bizzarra domanda. Alzò gli occhi al cielo per un attimo e disse: “È venerdì tredici, cosa ti aspettavi? Probabilmente tra poco vedrai passare in cima ai tetti le streghe mentre vanno in giro a lanciare le loro fatture!” e su quest’ultima parola le Pagina 1 Caffè Pacinotti pizzicò il ginocchio facendola sobbalzare dalla sedia. Risero. “Credi ancora nelle streghe? E io che ti ritenevo cresciuto anche solo un pochino da quando ci siamo conosciuti!” replicò lei lanciandogli una pallina di carta. “Oh ma le streghe esistono e come, signorina. Sono ovunque, si nascondo tra di noi e lanciano le loro maledizioni alle spalle della povera gente. Mia zia per esempio, era una di quelle streghe che la cattiveria se la portano a spasso come un cagnolino. Era sempre pronta a parlar male di chiunque in qualsiasi momento, ovviamente a patto che quel chiunque non fosse presente. E non perché le avessero fatto qualcosa di male, ma solo perché sapeva di essere una donna estremamente ignorante, noiosa, e disgraziatamente insignificante. Per questo non le riusciva bene altro che maledire gente alle sue spalle” sentenziò Dario. “Sì, però adesso sei tu che stai parlando male di lei mentre non c’è”, lo rimproverò lei. Dario annuì pensieroso per poi lanciarsi un’esilarante imitazione di zia Anna: “Quella che mi porti a casa Dario è una ragazzina, tu hai bisogno di una vera donna. Una che abbia il portamento, che abbia il virtuosismo di una vera signora, non di una ragazzina da portarti in giro il sabato pomeriggio”. Maria spalancò contemporaneamente occhi e bocca: “No! Non ci credo, sei serio?” E quando lui annuì: “Vecchia strega ignorante ed insignificante! Ma che se ne vada al diavolo se non se l’è già portata via! Dico ma non mi ha neanche mai rivolto la parola!”. Dario si limitò a ridere e a dire: “Touché!” Maria distolse lo sguardo da lui per riflettere su quello che aveva appena sentito quando notò qualcosa giusto vicino a loro: “Ma guarda un po’, parli di streghe e spunta un gatto nero” disse. Dario voltò la testa e lo vide. Senza neanche pensarci si chinò su di lui e lo prese in braccio. Il gatto non tentò minimamente di scappare, anzi sembrò trovarsi a suo agio sulle gambe del ragazzo. Una coppia di anziani dal tavolo vicino guardò con un certo disgusto il gesto, e Dario per tutta risposta afferrò la zampa del gatto nero e lo mosse a mo’ di saluto verso i due estranei: “Saluta micio, da bravo. Fai ciao ai due rompiscatole” e riuscì pienamente nel suo intento, tanto che i due ritornarono con una smorfia a farsi gli affari loro. Allora iniziò ad accarezzare il gatto, il quale di tutta risposta iniziò il suo gorgoglio di piacere. Maria invece teneva gli occhi fissi sul gatto in un espressione di nervosa concentrazione. “Si direbbe che tu abbia visto un fantasma” disse Dario. Senza distogliere lo sguardo dal gatto lei disse: “In un certo senso è così - e dopo una breve pausa - Nel palazzo dove abitava la mia migliore amica viveva un gatto che si chiamava Oscar. Era tutto nero, come quello che tieni sulle gambe adesso, e aveva due occhi verdi che sapevano scrutarti fin dentro il midollo. Inoltre era un gatto eccezionalmente intelligente, fai conto che viveva in un appartamento, ma quando aveva voglia di uscire aspettava che qualcuno prendesse l’ascensore, scendeva con lui e usciva tranquillamente dal portone, come un qualsiasi gatto da cortile. Così tutti i giorni che tu entrassi o uscissi ti ritrovavi Oscar a strusciarsi contro la tua gamba e ad accompagnarti al portone. Poi una sera, una maledettissima sera di venerdì tredici è uscito di casa e non è più tornato. Lo ritrovarono due giorni dopo con la gola squarciata di tutto punto vicino ad un falò” e concluse con voce rotta il discorso. Dario la guardò in silenzio, poi guardò il gatto, dritto nei suoi occhi gialli e gli sorrise: “Mi raccomando micio, testa sul collo” gli disse accarezzandolo, per poi deporlo dolcemente a terra e guardarlo sparire in una via laterale. E, poiché Maria perseverava nella sua aria di apprensione, Dario le disse: “Questo succede perché la gente è afflitta dall’implacabile paura del futuro. Non sanno che cosa sarà di loro, si sentono persi nella loro impossibilità di accettare le cose così come giungono. Come se il tempo non avesse sempre in servo qualcosa di straordinario per noi”. Si guardarono fissi negli occhi e lei, sempre in apprensione chiese: “Si può uccidere la paura?” Pagina 4 Caffè Pacinotti “Sì che si può - disse lui - basta trovare qualcuno che ti ricordi che alla fin fine la paura non è poi così importante”. Le afferrò la mano, e si sorrisero. A Dario sembrò di udire come dei petardi in lontananza, ma non ci fece molto caso. Maria invece tornò a contemplare la via, di nuovo con la sua aria di spensieratezza, la sua aria di felicità. Dario aveva ragione, in quel momento lei sapeva di non avere paura, perché finché lui fosse stato al suo fianco, e finché avessero potuto contare l’uno sull’altro, niente avrebbe potuto distruggere il loro legame. Si guardò intorno un’ultima volta e con tono sereno disse: “Parigi è proprio una splendida città”. Lui non rispose. Non ebbe neanche il tempo di farlo. Monster Allergy, l’inedito numero 30: fatevi contagiare! di Laura Bellettini, IV^E Sono passati dieci anni per noi, sono passati dieci anni per loro. Di chi sto parlando? Dei personaggi di Monster Allergy, fumetto edito da Buena Vista Comics e Walt Disney Italia, diretto e disegnato da Barbara Canepa, Francesco Artibani, Katja Centomo e Alessandro Barbucci, già noti per le loro innumerevoli collaborazioni con Disney Italia. Il fumetto, uscito per la prima volta nel 2002, si conclude, in modo un po' brusco e triste, con il numero 29. Tenué acquista il prodotto e decide di farne una ristampa integrale che è stata proposta a Lucca Comics & Games 2015, insieme a dei fascicoli contenenti curiosità sul mondo di Monster Allergy ad un numero inedito: il 30, che vede i nostri protagonisti, Ezechiele Zick ed Elena Patata, cresciuti. Ma approfondiamo un po' meglio la storia di Monster Allergy (tranquilli, nessuno spoiler). Elena Patata, una vispa bambina di dieci anni con un carattere un po' da maschiaccio e dal naso a patata, si trasferisce nel tranquillo quartiere storico della caotica Bigburg: Oldmil- le Village. Subito intercettata dalle ochette Patty e Tatty, che le consegnano delle liste di tutte le persone che vivono lì, Elena decide di confrontarsi con l'unico ragazzo segnato sulla lista nera: Ezechiele Zick, detto semplicemente Zick, un ragazzo un po' particolare che dice di vedere i mostri e vivere insieme a loro, al suo gatto senza pelo Timothy e alla madre (oltre che ai fantasmi dei suoi nonni materni) nella grandissima villa Barrymore. Inoltre, il poveretto, soffre di tutte le allergie possibili ed immaginabili. I due ragazzi fanno amicizia e, sebbene Elena non possa vedere i mostri, si cacciano continuamente nei guai a causa proprio di questi esseri visibili solo a quelli che sono detti Domatori. Tra missioni pericolose, mostri divertenti e coccoloni, oppure terribili creature bramose di mettere le mani sul grande potere che scorre nelle vene di Zick, gli episodi sono un susseguirsi di avventure, battute comiche e anche sentimento. In sé la storia contiene un tema caro alla Disney e non solo: il ragazzo/a non popolare e considerato “strano” che è così perché è speciale ed ha grande potenziale. La ristampa è un buon motivo per avvicinarsi a questo fumetto, per avere tra le mani questa storia originale, che vede un mondo parallelo al nostro e che gli umani non possono vedere... questo rende accattivante la storia perché porta a pensare che magari, dietro a fatti che consideriamo strani, si nasconda l'operato di un buffo mostro oppure, speriamo di no, di una creatura malvagia, portandoci così dritti nella realtà di Monster Allergy. E quindi, chissà che da qualche parte senza che ce ne accorgiamo ci sia qualcuno che riesce a tenerli a bada... Pagina 5 Caffè Pacinotti Nave di Carta, progetto Ulisse di Steven Salamone, II^F Nave di carta è un associazione fondata nel 1998 per diffondere la cultura del mare e della navigazione a vela per mezzo di progetti organizzati con la goletta Oloferne e il ketch Mariangela ( due tipi di imbarcazioni grandi, 20 metri circa, d’epoca). Questi progetti si rivolgono soprattutto ai ragazzi dai 16/20 anni che amano vivere in mezzo al mare, a contatto con la natura. Gli obbiettivi che Nave di carta ha intenzione di raggiungere sono quelli di riuscire ad insegnare ai ragazzi le tecniche di base della navigazione a vela (terminologia nautica, manovre in barca, fenomeni meteorologici marini), insegnare a condividere e a rispettare le regole (in barca ognuno ogni giorno ha un ruolo e un lavoro differente che va rispettato), il rispetto dell’ambiente e uno stile di vita, sicuramente differente da quello abituale. Questi obbiettivi vengono messi in atto attraverso il progetto Ulisse organizzato con la goletta Oloferne. Questo progetto consiste in uscite di più giorni con un equipaggio composto da ragazzi e ragazze guidati da un comandante e da suoi collaboratori esperti nella navigazione, che aiutano il comandante e supportano i ragazzi in caso di difficoltà. Il progetto nasce in collaborazione con il comune di La Spezia. La vita in barca si divide nei momenti di navigazione (con vele se il vento lo consente), momenti in cui si può stare in tranquillità ammirando i paesaggi con possibile incontro di meravigliose creature marine (delfini, tartarughe, pesci luna ecc.), di manutenzione della barca (tra cui pulizia, cucina e ordine delle attrezzature) e ci sono incontri con scrittori che leggono storie di mare e incontri con esperti di varie attività, quali i nodi marinai, fari e biologia marina. Infine una tranquilla passeggiata serale per visitare il luogo in cui è attraccata la barca. Tutti coloro che vogliono provare le brezza di una vita in mare con l’Oloferne sono senza dubbio i benvenuti e posso assicurarvi, per esperienza personale, che è una bellissima esperienza. HAKA di Davide Paturzo, II^F Vi sarà capitato, chiacchierando con alcuni amici o guardando la televisione, di sentire parlare della nazionale neozelandese di rugby, gli All Blacks, e della danza che eseguono prima di ogni partita, l'Haka. Non vi nascondo che la prima volta che li ho visti sono rimasto scioccato; il mio impatto nel vedere degli uomini che somigliavano più ad armadi e che urlavano quello che poteva tranquillamente essere il mio lamento per un 3 di disegno è stato tutt'altro che positivo. Ma, nonostante ciò, mi sono interessato all'argomento e questo è tutto quello che so. L'Haka è una danza Maori, antica popolazione della Nuova Zelanda, nata con lo scopo di esprimere lo stato d'animo di chi la eseguiva durante apposite celebrazioni. Pagina 6 Caffè Pacinotti La particolarità di questo ballo sta proprio in questi rituali, durante i quali i partecipanti erano soliti ad eseguire gesti inusuali: la lingua di fuori, i colpi sul petto e sugli avambracci e gli occhi spalancati erano tutti simboli usati per indicare la potenza e l'indole guerriera del proprio popolo. L'origine di questa danza risale ad un'antica leggenda, secondo la quale un ricco e importante capo Maori si sarebbe nascosto in un pozzo nel tentativo di sfuggire ad un gruppo di assassini: inizialmente l'uomo sussurrava tra sé e sé “ Ka Mate, Ka Mate” (Io muoio, io muoio), ma, una volta che gli uomini se ne erano andati, cominciò ad urlare “Ka Ora, Ka Ora” (Io vivo, Io vivo). Proprio queste sono le parole recitate nella interpretazione più famosa dell' Haka, chiamata “Ka Mate”. Esistono infatti più versioni, ognuna delle quali esprime un significato diverso: insieme a quella citata precedentemente, le danze più celebri sono la “Peruperu”, variante del “Ka Mate”, e il “Kapa”, inventata dagli All Blacks e praticata solo in occasione speciali. Al giorno d'oggi questa danza ha un grande valore simbolico in Nuova Zelanda, e non solo relativamente all'accezione sportiva: infatti viene ancora usata in alcuni funerali, durante i quali gruppi di centinaia di persone celebrano il morto tramite L'Haka. Tra mito e realtà: 7 aneddoti sul potere della musica classica di Anna Maggi, IV^E Al giorno d'oggi come tanti anni fa, serpeggiano fra la gente aneddoti quanto mai loschi e ambigui per quanto riguarda le ripercussioni della musica classica su persone, animali e addirittura oggetti! Quante volte vi sarà capitato di ascoltare affermazioni come "le mucche producono più latte ascoltando Mozart" oppure "le opere di Beethoven aiutano a dimagrire"? In questo articolo cercheremo di sciogliere ogni dubbio riguardante queste curiosità avvolte nel mistero sin dalla nostra infanzia: EINE KLEINE NACHT MUSIK 1. Aiuta le persone affette da alzheimer: Il neurologo Oliver Sacks ha scoperto che i pazienti affetti da disturbi neurologici e, in particolare, mnemonici, trovano conforto nell'ascolto della musica classica, che stimola una parte del cervello non danneggiata dalla malattia che consente, quindi, il riaffiorare alcuni di ricordi. 2. Riduce il dolore: Una clinica olandese ha dimostrato che la riproduzione di brani classici negli ambulatori aiuterebbe i pazienti a sopportare di più il dolore, grazie all'aiuto della melodia nella distensione dei muscoli e del sistema nervoso. 3. Nascite premature: Ricercatori canadesi hanno osservato che far ascoltare musica a neonati prematuri aiuta i piccoli a sopportare meglio il dolore e li incoraggia a seguire migliori abitudini alimentari, favorendo l'aumento di peso. Il motivo? Il ritmo della musica e il suono ovattato ricreano nel bebè l'ambiente che si trova all'interno dell'utero materno. 4. Piante depresse: Oltre alla crescita dei neonati, la musica incoraggerebbe quella delle Pagina 7 piante. Almeno è quello che sostengono alcune teorie raccolte in un volume del 1973, intitolato The Sound of Music and Plants, scritto dalla professoressa universitaria del Colorado Dorothy Retallack. Dopo aver effettuato vari esperimenti, osservò che le piante crescevano più rigogliose se messe in un ambiente con musica classica, e che addirittura sembravano flettersi verso il punto da cui proveniva il suono! 5. Performance sportive: Uno studio britannico del 2005 ha dimostrato che l'ascolto di musica classica migliora del 20% le prestazioni sportive, l'equivalente fornito dal consumo legale del dopping, ma senza danneggiare la salute. Caffè Pacinotti 7. Alfabetizzazione: In molti quartieri difficili degli U.S.A. la creazione di orchestre per ragazzi in difficoltà ha favorito un'esponenziale crescita dell'alfabetizzazione, aiutata dal fatto che saper leggere uno spartito rende molto più semplice l'apprendimento della lettura testuale. E le mucche? Ebbene si, le opere di Mozart fanno aumentare del 7,5% la produzione di latte di questi animali; non si può dire la stessa cosa del potere benefico della musica di Beethoven, che certo aiuta, ma non può fare miracoli! 6. Altererazioni del gusto: Un gruppo di studenti cinesi ha scoperto che un qualunque cibo se accompagnato da un buon pezzo di musica classica diventa più appetitoso. Inoltre la musica da il giusto ritmo per la nutrizione, facendo rilassare il corpo e quindi rallentando la velocità con cui si mangia, favorendo anche una più corretta digestione. Comunicazioni bestiali: messaggi d’amore di Angela Forti, IV^A Conversando di comunicazione e trasmissione di messaggi, ci verrà subito in mente l’azione del parlare; essa è, infatti, tra le attività più frequenti che pratichiamo ogni giorno, ma allo stesso tempo, senza che ce ne rendiamo conto, rappresenta un meccanismo estremamente complesso. Distinguiamo innanzi tutto tre elementi fondamentali della comunicazione: il trasmittente, il mezzo attraverso il quale passa il segnale e il ricevente. Nel caso degli esseri umani, il primo è rappresentato dalla laringe che produce il suono, una vibrazione delle particelle dell’aria (il nostro mezzo); infine, il complesso apparato del nostro orecchio farà da ricevente captando il suono e trasformandolo in impulso nervoso. Noi non siamo in grado, però, di interpretare i suoni prodotti da animali di specie diverse dalla nostra (ad esempio il miagolio del nostro gatto); questo perché un messaggio, per diventare tale, necessita di un codice che sia convenzionalmente condiviso sia da chi trasmette che da chi riceve e che ad ogni suono associ un significato. Ma il linguaggio non è certo l’unico modo in cui comunichiamo: ad esso associamo, infatti, diversi sistemi di coSCIENTIFICA municazione, come la mimica MENTE facciale o il nostro abbigliaPARLANDO mento, che hanno lo scopo di dichiarare i nostri stati d’animo o, in altri casi, la Pagina 8 Nostra posizione sociale ed economica o la nostra ideologia. Tutte le creature del regno animale svolgono una vita di relazione che prevede un continuo scambio di informazioni, specialmente nelle specie che vivono in gruppi legati da legami sociali, dove la comunicazione è più complessa. Quand’è, però, che nella nostra società avviene il maggior scambio di informazioni, verbali e non? Ovviamente nella fase del corteggiamento. E gli animali non sono certo da meno. E le similitudini sono numerosissime. Se ad un primo appuntamento lui tende a vestirsi elegante possibilmente valorizzando le sue qualità fisiche, esattamente come fa lei, gli animali mettono in atto una trasformazione del proprio aspetto esteriore esponendo le parti del corpo che più possono colpire la femmina o sfoggiando colorazioni accese e particolari; questo accade ad esempio quando il pavone apre la propria coda o quando, nella stagione degli amori, gli uccelli tessitori passano da un colorito grigiastro ad uno molto più colorato e vistoso. Altri messaggi visivi sono i movimenti delle zampe dei ragni o delle tele che essi fanno vibrare ritmicamente per attirare l’attenzione della femmina; o ancora i bagliori luminosi che il maschio della lucciola emana fino a quando una femmina non gli risponde con una luce ancora più intensa. Altra tecnica molto utilizzata nel regno animale è l’ emissione di richiami sonori e veri e propri canti (unici per ogni singola specie e, spesso, differenti all’interno di essa) in grado di percorrere grandi distanze; basti pensare al canto degli uccelli, o a Caffè Pacinotti quello ancora più stupefacente, delle balene. La leggenda degli “orologi della morte”, deriva dal rumore ritmico che i tarli producono battendo nelle loro gallerie al fine di attirare la femmina. Veniamo, infine, alla comunicazione di tipo chimico, concentrandoci sugli ambienti marini. Nel periodo degli amori, infatti, ogni singolo organismo delle profondità, dal protozoo alla medusa al più piccolo pesciolino, produrrà e disperderà nell’ ambiente una certa sostanza chimica che giungerà a tutti gli altri organismi vicini ma diverrà messaggio unicamente per i membri della sua stessa specie; e quest’azione verrà ripetuta per ogni passaggio del corteggiamento: gli animali dovranno infatti cercarsi, chiamarsi e riconoscersi. A conti fatti, in un bicchiere d’acqua di mare ci sono, sotto forma di un linguaggio chimico che a noi è del tutto sconosciuto, più annunci matrimoniali che in un giornale. E i cioccolatini? Nel regno animale sono tranquillamente sostituiti dalle prede che, avvolte in un bozzolo dalla perfetta manifattura, alcuni ragni portano in dono alle loro femmine. Pagina 9 Caffè Pacinotti Adotta il tuo verde di Francesca Bonfigli, I^B Ciao a tutti! Come molti di voi sapranno, da circa due settimane è iniziato il progetto “Adotta il tuo verde”, che è stato presentato in auditorium sabato 21 alle ore 11.00. La nostra scuola, come sapete, presenta all’esterno zone che, mentre prima erano ricoperte da erbacce, ora presentano varie piante e alberelli. Grazie ad alcuni genitori e al desiderio di risistemare gli spazi incolti attorno alla nostra scuola, è nata l’idea di creare un percorso progettuale che coinvolga noi studenti rendendoci consapevoli di quale ricchezza rappresenti uno spazio verde. La parte progettuale è stata concordata con il corpo docente e sarà rivolta alla focalizzazione da parte di noi ragazzi sui benefici della vegetazione in ambito urbano. Il coinvolgimento degli studenti è fondamentale in quanto il progetto mira a creare un rapporto di essi nei confronti delle aree recuperate, e gli studenti hanno contribuito a raccogliere una parte dei fondi. All’incontro sono stati partecipi numerosi esperti, il nostro preside e varie autorità del comune e della provincia, oltre che hai rappresentanti e genitori del liceo. L’evento è stato considerato molto importante in quanto mandato in streaming sul sito ufficiale degli agronomi e su INSIGHT Teleliguria Sud. L’intervento del dott. Bracco era centrato sul lavoro dell’ agronomo e sull’ importanza degli alberi nella vita. Gli interventi di altre dottoresse, come la dott.sa Diamanti e la dott.sa Cozzani, si sono incentrati sull’importanza del giardino per la scuola: non solo a livello estetico ma anche a livello didattico, infatti si stanno già preparando lezioni per alcune classi. La seconda parte dell’inaugurazione si è svolta direttamente nel giardino, dove Dario Scarafuggi e Alessio Martignoni hanno piantato alcuni alberi tra cui lecci e corbezzoli. Si ringrazia Nicole Cerretti per le foto e le informazioni. Vista generale (N.B. altre fotografie verranno pubblicate sulla pagina facebook Pagina 10 Caffè Pacinotti Sezione mostre: In questa rubrica segnaliamo le principali mostre sul territorio provinciale e nazionale a cura di Angela Forti Dagli Impressionisti a Picasso I capolavori del Detroit Insitute of Arts Genova, Palazzo Ducale 25 settembre 2015 - 10 aprile 2016 Monet dalle collezioni del Musée d’Orsay Torino, GAM 2 ottobre 2015 - 31 gennaio 2016 Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana Firenze, Palazzo Strozzi 24 settembre 2015 - 24 gennaio 2016 Gaugin Racconti dal Paradiso Milano, Museo delle Culture 10 ottobre 2015 - 21 febbraio 2016 Pagina 11 Caffè Pacinotti Hrair Sarkissian: Back to the Future mostra fotografica La Spezia, Fondazione Carispezia 27 novembre 2015 - 21 febbraio 2016 La redazione: Angela Forti, Anna Maggi, Camilla Vaccarini, Claudio Benedetto Maggi, Davide Paturzo, Francesca Bonfigli, Laura Bellettini, Linda Veo, Nicola De Roberto, Sofia Olivari, Steven Salamone. Si ringrazia la prof.ssa Sergiampietri, referente del progetto Artwork in copertina: Kou Kou Ge, II^F Vuoi partecipare al giornalino? Hai qualche articolo da proporre? Entra a far parte della redazione oppure scrivici a [email protected] o sulla pagina facebook “Caffè Pacinotti” per inviare materiale o chiedere informazioni. Ti aspettiamo! Ogni edizione sarà scaricabile dal sito dell’istituto; è possibile richiedere una newsletter mensile con l’edizione allegata.