WELTGESICHTER IN DER STADT BERLIN

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WELTGESICHTER IN DER STADT BERLIN
DOMANDE APERTE A BERLINO
SCHLÜSSELFRAGEN IN BERLIN
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SENZARETE/NETZLOS
O f f i c i n a p e r
W e r k s t a t t f ü r
i n c o n t r i ( i n t e r n a z i o n a l i ) /
( i n t e r n a z i o n a l e ) B e g e g n u n g e n
Una grande città
è solo un´immagine che sfarfalla incessantemente.
Nessuno la percorre così velocemente e così completamente
come una guida.
Rimangono due sole possibilità;
o restare alla superficie oppure
– se si prendono sul serio le domande del visitatore –
penetrare all´improvviso
nelle relazioni profonde del futuro.
Domande aperte, non solo a Berlino, questa volta (1.12)1 su
Consenso e dissenso negli anni dei fascismi
Queste dispense contengono una raccolta
di d o m a n d e c h i a v i aperte
in storia, architettura, sociologia, arte
e società, che vengono poste dai visitatori
nelle v i s i t e g u i d a t e a Berlino e
altrove e costituiscono una sfida non
solo per guide, ma anche per
esperti e specialisti.
Attraverso queste dispense si
raccolgono domande e risposte
in contesti di d i v u l g a z i o n e
di massa.
1
Versione del gennaio 2012.
Aggiornamenti su www.senzarete.de.
2.12 sarà su Antisemitismo
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Indice
Domande (e risposte) sul consenso e il dissenso nell'era nazionalsocialista
Pagine:
2
"Quanto era ampio il consenso a Hitler?
Perché Hitler è stato così sostenuto dal popolo tedesco? "
Hitler è stato sostenuto dalla maggioranza dei tedeschi? Perché?
3
"Perché i tedeschi hanno collaborato con i nazisti,
e hanno denunciato così tanti ebrei, senza mostrare pietà per il loro destino? "
La maggioranza dei tedeschi era d'accordo con la persecuzione degli ebrei?
4
"Chi sapeva \ poteva sapere qualcosa della Shoa?
Quanto ne sapevano i tedeschi? "
5
La maggior parte dei tedeschi era d´accordo
con l'assassinio di massa degli ebrei?
6
"Si vede che i tedeschi hanno la coscienza sporca,
Chi era veramente colpevole della Shoah? Tutti tedeschi? "
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Raccomandazioni generali
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Piccola bibliografia / Altre domande
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"Quanto era alto il consenso a Hitler?
Perché Hitler è stato così sostenuto dal popolo tedesco? "
Hitler è stato sostenuto dalla maggioranza dei tedeschi? Perché?
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Queste risposte sono state raccolte nel corso di una riunione delle guide . È´ stato proposto di immaginare una
situazione in cui si guida un gruppo davanti alla Porta di Brandeburgo e una delle persone del gruppo pone una di
queste domande.
L´elemento comune di tutte le risposte è stato il tentativo di spiegare come questo consenso si sia
sviluppato solo gradualmente, aumentando sempre di piú fino al 1941. Nel 1941 il consenso cominciò a
incrinarsi insieme con le prime sensazioni che la guerra sarebbe potuta finire con una sconfitta e con le prime
informazioni sugli omicidi di massa a est, attraverso i racconti dei soldati). Tutti hanno cercato di spiegare le
caratteristiche di questo processo di presa del potere e del consenso da parte dei nazionalsocialisti.
Un collega ha detto che molto si spiega pensando al periodo precedente al 1933: la percezione del trattato di
Versailles come umiliante, la leggenda della pugnalata alle spalle e in questo modo anche una massiccia
propaganda anti-semita, la crisi economica e quindi sociale, l´assenza di una maggioranza democratica e la
presenza invece di vari gruppi anti-democratici, in questo contesto il NSDAP si è presentato come alternativa per
molti, contro “il pericolo rosso” e per un impero tedesco di nuovo forte anche in politica estera, anche per
lavoratori.
E 'anche chiaro che non si può misurare il consenso reale, anche i numeri dei membri del NSDAP, circa il 20%
della popolazione nel 1945, non hanno un significato univoco, perché erano diversi i motivi per cui si entrava nel
partito.
Un´altra collega ha detto che il nazionalsocialismo sembrava dare speranza alle persone in una situazione di
grande bisogno, e il consenso non era presente fin dall´inizio a priori, ma fu il risultato di un "scivolarci dentro
lentamente". Un’altra collega ha sottolineato che in questa figura retorica del "scivolarci dentro lentamente"
suona un'idea sbagliata sulla passività delle persone in Germania
Un’altra collega ha cercato di rispondere alla domanda (fortemente riferita al luogo, in questo caso alla Porta di
Brandeburgo) dicendo che il potere il quale è stato preso nel cuore della cittá, e nello stesso tempo con la
conquista della strada pubblicizzata dai mezzi di comunicazione sull'esempio della fiaccolata attraverso la Porta
di Brandeburgo e con lì apertura di miriadi di campi di concentramento "selvaggi" in tutta la città. Questo dà una
chiara idea dell’inaspettata violenza contemporaneamente mediale e fisica della presa d’assalto del potere e
costituisce una spiegazione parziale impressionante e facilmente comprensibile del fenomeno.
Ancora un’altra collega (italiana) ha dato una spiegazione complessa del processo di presa del potere e di
istituzionalizzazione del regime nazionalsocialista, con un sacco di dati e caratteristiche anche sul processo di
sviluppo e con espliciti riferimenti a paralleli con i meccanismi di consenso a Berlusconi.
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Fonte: molte grazie a Christine Aigner, Dorothee Daubert, Emanuela Cortinovis-Pauli, Hilke Gerdes, BirgitAngelika Ohström, Christel Reuter, Viviana Vecchi
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"Perché i tedeschi hanno collaborato con i nazisti,
e hanno denunciato così tanti ebrei, senza mostrare pietà per il loro destino? "
La maggioranza dei tedeschi era d'accordo con la persecuzione degli ebrei?
La maggior parte ne era a conoscenza, non reagiva, molti partecipavano, senza essere stati costretti a farlo.
La persecuzione organizzata dallo stato e la conseguente emarginazione degli ebrei in Germania fino alla loro
espulsione nel 1941 si svolse pubblicamente, la maggior parte ne era a conoscenza.
La maggioranza era d'accordo, ma non fin dall'inizio e mai completamente. L'accordo sempre maggiore fu
favorito dal partito e dallo stato con l’astuzia e con la violenza e venne raggiunto solo gradualmente.
Questo consenso raggiunse l´apice nel 1941 e nel 1942 cominciò a sgretolarsi. Specialmente all'inizio (il
boicottaggio nell´aprile1933) ci furono molte azioni di solidarietà, anche per questo il boicottaggio fu interrotto.
Durante la notte del pogrom del 1938 molti si lamentavano dell’inutile distruzione di beni materiali altrimenti
riciclabili. Ancora nel corso dell'espulsione nel 1941 sono documentate dichiarazioni contro i metodi non legali ed
eccessivamente violenti usati per l´espulsione.
Ha luogo un´assuefazione progressiva delle persone (praticata consapevolmente dalla dirigenza nazista) nei
confronti della persecuzione, attraverso un graduale aumento d’intensità. Il picco di approvazione è durante la
deportazione degli ebrei tedeschi nel 1941.
Dal 1942 comincia a crollare il consenso antiebraico, in connessione con la consapevolezza sorda e confusa
degli omicidi di massa e con la sensazione di una possibile sconfitta in guerra.
Il consenso ha quattro determinanti (cause) secondo Bajohr / Pohl.
a) Si basava sull’ ostilità verso gli ebrei e sull´anti-semitismo pre-esistenti prima del 1933. Già nel 1918,
l'ostilità verso gli ebrei e l'anti-semitismo in ampie parti della società (ad esempio i piccoli borghesi, la nobiltà, gli
studenti e gli accademici) era particolarmente intensa.
b) Fu accettato come un fenomeno collaterale e secondario nel quadro del consenso più generale al regime
dovuto all’entusiasmo per i grandi successi del regime nazionalsocialista dopo il 1933 e durante la corsa alla
vittoria del 1939-1941. Molti erano d'accordo con il nazismo (già nel 1932) non a causa, ma nonostante la
persecuzione degli ebrei.
c) Gli interessi materiali di molti furono soddisfatti dalla persecuzione degli ebrei, per esempio attraverso la
messa all’asta a basso prezzo degli oggetti d’arredamento predati o attraverso l'eliminazione della concorrenza
anche per mezzo di aperta pubblicità antisemita...
b) Sotto la paura della pressione da parte dello Stato e del partito ma anche delle delazioni ha luogo un
graduale adattamento del singolo individuo. I non ebrei avevano paura di essere visti in compagnia di ebrei,
gli ebrei avevano paura di portare non-ebrei in situazioni difficili. In piccoli villaggi l´isolamento si realizza più
velocemente perché il rischio delle delazioni è maggiore, nelle grandi città tutto è più lento, a causa
dell´anonimato (prove: nel 1938 la maggior parte dei negozi ebrei sono ancora aperti nelle grosse città, nelle città
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più piccole è l´opposto, fino al divieto legale del 1938) .
2
Fonte: vedi pagina 7.
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"Chi sapeva \ poteva sapere qualcosa sull'Olocausto? Quanto ne sapevano i tedeschi?
Che cosa sapevano i tedeschi dell’omicidio di massa degli ebrei?
Pochi potevano avere una visione d’insieme, come abbiamo noi oggi. Quasi tutti i
tedeschi sapevano della persecuzione degli ebrei, perché quasi tutti l´avevano vissuta nella
loro quotidianità, perché tutti i giorni si poteva leggere sul giornale, perché tutti venivano
confrontati con le dichiarazioni politiche in merito sia dello Stato che del partito. Al contrario
solo pochi tedeschi (nel territorio del Reich) potevano sapere chiaramente dell’omicidio di
massa degli ebrei, che ebbe luogo “dall´autunno del 1942 nei territori occupati, in diversi
luoghi e tempi, con diversi gruppi di persone e con diverse pratiche di omicidio”. Queste
vicende furono tenute segrete. Di pubblico c´erano solo allusioni sempre più aggressive e
accenni cifrati da parte dei giornali e dei politici nazisti ma nessuna informazione e
dichiarazione netta.
Chi lo voleva, dal 1942 poteva capire che stava avvenendo un omicidio di massa. Dal
1942 i soldati cominciarono, durante le licenze dal fronte, a raccontare episodi di omicidio di
massa nelle zone dell'est occupate, che loro avevano vissuto come spettatori o come
esecutori. Chi voleva sapere, poteva già nel 1942 "apprendere aspetti essenziali
dell'olocausto senza grosse difficoltà". Chi leggeva e ascoltava attentamente e collegava i
racconti dei soldati, le allusioni pubbliche e gli accenni cifrati dei giornali e dei politici
nazionalsocialisti e le informazioni allarmanti della BBC, poteva rendersene conto già dal
1942. Una prova è che alcuni lo hanno fatto.
Molti avevano già dal 1943 avevano una vaga coscienza “sporca”,
una consapevolezza sorda e confusa dell'omicidio di massa.
Dall'inizio del 1943 (dopo la sconfitta a Stalingrado, con la propaganda pubblica sulle fosse comuni a Katyn e con
l'inizio massiccio della guerra aerea sulla Germania) è documentata un'ampia conoscenza sorda e confusa
dell'omicidio di massa degli ebrei, i bombardamenti sono vissuti da molti come rappresaglie per questo omicidio.
Questa consapevolezza viene indirettamente promossa dalla dirigenza nazionalsocialista, per incrementare la
paura del nemico e delle rappresaglie ( da parte prima di tutto dei sovietici ma anche di tutti gli altri, raccolti nel
concetto del "ebraismo mondiale") e quindi anche la disponibilità alla guerra totale.
"Fin dall'inizio" il consenso antiebraico venne collegato con sensi di colpa e con tentativi di venirne a capo, cioè
con "strategie di negazione, di giustificazioni implicita, di (false) accuse contro gli altri (gli ebrei) per la loro
presunta cattiveria". Prima di tutto dal 1943 si aggiunge a tutto questo il controbilanciare delle proprie sofferenze.
Così si diffonde un miscuglio confuso (melange) di sentimenti, di antisemitismo, di sensi di colpa, di attese di
punizione e di paure di ritorsioni. Così i singoli iniziano a prepararsi le giustificazioni per il periodo dopo la
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sconfitta.
3
Fonti; vedi pagina 7
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La maggiorparte dei tedeschi era d'accordo con la persecuzione degli ebrei?
La maggior parte dei tedeschi era d'accordo con l'omicidio di massa degli ebrei ? ?
Difficilmente si può affermare che la maggior parte dei tedeschi era d'accordo l'omicidio di massa,
così come noi oggi sappiamo che è avvenuto.
Cause:
1. Il consenso maggioritario alla persecuzione degli ebrei non va identificato con il consenso all'omicidio.
Chi per esempio approvava l'emarginazione, ma con l'esplicita pretesa che si sarebbe dovuta svolgere in modo
“legale e umano”, avrebbe tantomeno approvato l'omicidio di massa.
2. L'omicidio di massa sistematico degli ebrei era per molti, anche per gli ebrei e per i governi della
coalizione antihitleriana, a malapena immaginabile. Per la maggioranza dei tedeschi l'emarginazione degli ebrei,
la loro espulsione e concentrazione in una regione chiusa al di fuori dal Reich e il lavoro forzato era chiaramente
immaginabile. L'omicidio di massa lo era molto meno.
3. Un chiaro consenso all'omicidio di massa non è mai stato richiesto esplicitamente alla maggioranza,
anche per la paura del governo nazista che le persone si sarebbero opposte.
Le conoscenze dell'omicidio di massa degli ebrei vennero tenute come un segreto
per la maggior parte delle persone.
L'omicidio di massa era però un segreto “aperto”, alla luce del sole.
Molti vivevano con l'idea più o meno vaga che si stavano verificando omicidi di massa degli ebrei.
Ognuno poteva sottrarsi alla conoscenza chiara e completa dell’omicidio
e quindi a conseguenze corrispondenti per i suoi sensi di colpa.
Si può dire che molti sapevano dell´omicidio di massa e avrebbero potuto sapere di più;
ma non hanno cercato di farlo.
Molti vivevano con la vaga conoscenza (e coscienza) che l´omicidio di massa venisse perpetrato dallo stato
che loro sostenevano, a cui loro obbedivano, del quale erano beneficiari.
Molti leggevano i programmatici scritti del NSDAP e ascoltavano i discorsi dei politici nazionalsocialisti, nei quali
traspariva la distruzione degli ebrei.
Molti hanno accettato l´omicidio di massa come implicazione di un generale indurimento dovuto alla guerra.
Pochi hanno opposto resistenza.
Il consenso all´omicidio può essere naturalmente dato per scontato nei circa 200.000 esecutori diretti, sebbene
anche in molti di questi esecutori non sempre era presente una personale interna volontà e motivazione a
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uccidere.
4
Quelle: siehe Seite 7
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„Si vede che i tedeschi hanno la coscienza “sporca”, sensi di colpa.
Chi era veramente colpevole dell´olocausto? Tutti i tedeschi? “
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Queste risposte sono state raccolte durante un´ incontro di guide turistiche . È´ stato proposto di immaginare una
situazione in cui ci si trova a passare con un gruppo davanti al Ka. De.We.(un centro commerciale di lusso a
Berlino) e qualcuno del gruppo pone la domanda o fa l’ osservazione di cui sopra. Questo può succedere anche
perch davanti al Ka. De. We. c’ un grosso cartello che ricorda i campi di concentramento e di annientamento.
Una collega italiana ha parlato di una citazione che lei usa spesso in questi contesti: non si puó parlare di colpa
“collettiva”, ma di responsabilità che i tedeschi hanno “automaticamente” (secondo un´altra collega).
Un collega italiano descrive in tutti i dettagli il lusso del Ka.De.We. e poi al grosso cartello lì vicino (“Luoghi di
terrore che non dobbiamo dimenticare: Auschwitz, Sachsenhausen…“. usa dire “Le persone vengono qui per
spendere soldi in prodotti di lusso, escono con le borse piene di acquisti e possono leggere il cartello. Anche
dopo uno shopping piacevole possono ricordarsi di questi aspetti tragici della storia. Questo é un buon esempio
della modo di confrontarsi dei tedeschi con questo peso del passato, che i tedeschi in quanto società portano
in maniera esemplare sulle spalle, in nome di tutti gli altri “popoli”.
Noi (molte guide italiane) usiamo la società civile tedesca o meglio il comportamento della maggioranza delle
persone e delle istituzioni in Germania come modello per il nostro paese che ha elaborato molto di meno il
fascismo italiano, il suo razzismo e le sue guerre di annientamento. Questo viene condiviso anche da molti ospiti
italiani .
Un´altra collega (tedesca) rimanderebbe gli ospiti ai numerosi monumenti sull´epoca nazionalsocialista in
Germania e a Berlino e al fatto che la generazione più giovane è fondamentalmente libera da colpa o meglio ha
un comportamento e una cultura completamente differenti dalla generazione che ha vissuto la guerra. Lei dice
anche che la generazione “colpevole” è quasi estinta; i giovani non sono colpevoli, ma sono anche loro
responsabili del modo di rapportarsi al passato.
Una collega (tedesca) parlerebbe dell’esperienza personale nella propria famiglia, dove le persone della
generazione della guerra hanno sviluppato vergogna, sensi di colpa e rifiuto (alcuni) ma anche indifferenza e
rimozione. Lei parte dal presupposto che ogni tedesco sia coinvolto emotivamente negli eventi di questo passato,
che lo voglia o meno.
Un´altra collega (tedesca) dice che la situazione dei tedeschi non é così omogenea e rosea, nel passato tutto era
stato “nascosto sotto il tappeto”,solo dal 68 in poi è iniziato un rapporto con questi temi aperto e consapevole e si
è iniziato a fare molto per ricordarli nelle scuole e nella società, tanto che alcuni (p.e. alcuni studenti) hanno la
sensazione che il trattamento del tema “sia troppo” e troppo pesante. Per questo lei dice talvolta alle classi (che
arrivano al monumento per gli ebrei assassinati dopo lunghe ore di faticoso ascolto) che loro lì possono sfogarsi,
dar sfogo alla tensione, rilassarsi, fare colazione e sdraiarsi, affinchè anche in questo modo (su questo molti di
noi sono d’accordo) rimangano in contatto con questi temi.
Molti tedeschi (specialmente anziani) rifiutano tali luoghi di memoria, chiedono per esempio quanto é costato il
monumento ( 27,6 milioni di Euro secondo la fondazione, questo vuol dire –secondo un collega- 4 o 5 Euro a
vittima).
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Fonti: molte grazie a Christine Aigner, Dorothee Daubert, Emanuela Cortinovis-Pauli, Hilke Gerdes,
Birgit-Angelika Ohström, Christel Reuter, Viviana Vecchi.
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Raccomandazioni generali
a) Ci sono diversi metodi di trasmettere (insegnare) la storia
- immagini simboliche forti (esempio: „ scivolando dentro lentamente, pagina 2))
- collegamenti insoliti (esempio: lusso + memoria, pagina 6)
- schizzi di politica estera e interna, di economia,di aspetti socio-psicologici (esempio:pagina 2)
Il background di ogni gruppo é sempre cruciale,
cioè è decisivo capire a chi si rivolge.
b) Per le guide è importante fare attenzione alla lingua.
Esempi:
- Si può dire ” fascismi“ (plurale di fascismo), nazionalsocialismo o nazismo. Alcune guide dicono „fascismi“,
perché vogliono contrastare la tendenza a minimizzare il fascismo italiano enfatizzando la “malvagità” del
nazionalsocialismo. Altri evitano l´espressione “nazionalsocialismo”, perch questa parola connota una vicinanza
tra socialismo e fascismo.
- Chi chiede „Perché i tedeschi hanno collaborato con i nazisti“ pone una domanda “sbagliata”, perché lui/lei
tende a pensare che i nazisti in alcuni paesi (Italia, Austria,…) venissero da fuori e siano stati appoggiati solo da
pochi “traditori della patria”.
c) le guide dovrebbero esprimersi politicamente (se vogliono farlo),
ma SOLO attraverso la selezione delle informazioni su Berlino e sulla Germania
Una guida dovrebbe rimanere politicamente neutrale, cioè non esprimere opinioni politiche DIRETTE mentre sta
lavorando. Un esempio negativo potrebbe essere la seguente affermazione: “La Germania  una repubblica più
democratica dell´Italia”. Una guida ha comunque un´idea politica, tanto più su questi temi, che lei/lui esprime
automaticamente (anche se non vuole) o consapevolmente e che comunque non dovrebbe essere nascosta.
(esempio: pagina 6)
Però sarebbe meglio esprimere un’idea politica non attraverso una dichiarazione, ma mediante la selezione delle
informazioni su Berlino o sulla Germania,perché
a) una selezione di informazione deve comunque essere effettuata
b) una selezione con un filo conduttore politico è più comprensibile ed avvincente per le persone e
c) ogni visitatore apprezzerà o dovrà apprezzare comunque le nuove informazioni o meglio il contenuto
informativo, anche quando non apprezza le prese di posizione politiche implicite nella scelta delle informazioni.
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Quello che trovate nelle pagine 3.4 e 5:
7
sono asserzioni e informazioni su questi temi ridotte (a mio avviso ) al nucleo essenziale e formulate in modo
incisivo, basate su uno studio delle fonti scientifiche, che in parte vengono citate oppure riassunte..
Quello che trovate in queste pagine sono però contemporaneamente interpretazioni, che ognuno deve verificare
e approfondire attraverso una lettura diretta delle fonti.
È progettata una discussione e una revisione di queste dichiarazioni e informazioni attraverso un confronto con gli
esperti.
Perché sono difficili o addirittura impossibili delle affermazioni nette
sul consenso o in dissenso nell´epoca nazionalsocialista?
Fonti non sicure: nel periodo nazionalsocialista non c´erano libere elezioni, sondaggi di opinione, non c’era
un’opinione pubblica indipendente dallo stato. Le sole “ fonti disponibili (per esempio i rapporti interni del partito,
gli articoli di giornali, i discorsi pubblici) facevano parte di una strategie politica dei loro autori“. Anche le
dichiarazione dei testimoni sono incomplete e vengono influenzate consapevolmente o inconsapevolmente da
strategie individuali. Il pensiero sociale degli uomini (anche in una democrazia ma tanto più in una dittatura) é
un difficile oggetto di osservazione: quello che le persone come parti di una società veramente sanno, credono
e pensano è difficile da determinare; l’unica cosa che si può osservare più chiaramente sono solo le azioni delle
persone.
Perché ciò nonostante bisogna cercare di formulare affermazioni chiare su questo tema?
Scegliere é possibile solo quando si ha uno “spazio di gioco”, un margine di libertà per decidersi almeno tra una
possibilità e un’altra. Margini di libertà sono però fortemente limitati, soprattutto durante una dittatura e in guerra.
Cio nonostante ( e smentendo le dichiarazioni di molte persone che hanno vissuto allora) anche allora si
verificavano momenti di apertura di “spazi di gioco”, molto probabilmente non per rovesciare la dittatura o per
porre fine alla guerra, ma perlomeno per mostrare almeno il proprio dissenso o la propria disponibilità a aiutare i
perseguitati. Oppure a non farlo.
Perché solo poche persone hanno utilizzato questi margini?
Perché i dissidenti e quelli che hanno aiutato sono rimasti minoranze?
Che cosa impediva alle persone di opporsi o di aiutare? Cosa invece li aiutava?
La maggioranza della societá non era costituita da persone particolarmente violente e intolleranti e ancora meno
da convinti antisemiti, razzisti e sostenitori dell´ideologia nazionalsocialista. Com´era possibile che anche queste
persone non si opponevano alla violenza, che molti la sostenevano, addirittura in modo creativo e partecipe, che
molti ne potessero godere i vantaggi?
Come possono scaturire manifestazioni di violenza in una società “normale“?
Come può una società “normale“ condividere e supportare manifestazioni di violenza?
Cosa sostiene questa disponibilità negativa? Cosa la ostacola?
Queste sono ancora oggi domande aperte, che ANCHE in una visita guidata vengono poste direttamente o
indirettamente e che anche in questo contesto si possono e si devono discutere adeguatamente..
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Claudio Cassetti
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Fonti:
Michael Wildt „Sammelreiz: die Deutschen und der Holocaust“, H-Soz-U- Kult, Marzo 2008
5 pagine, una recensione tra l’altro delle due pubblicazione elencate qui in seguito ;
http://www.h-net.org/reviews/showrev.php?id=22125
Frank Bajohr, Dieter Pohl „Massenmord und schlechtes Gewissen. …“ Monaco (S. Fischer) 2006
151 pagine, prima di tutto la parte 1 é importante, solo 77 pagine „Vom antijüdischen Konsens zum schlechten
Gewissen“ (Dal consenso antiebraico alla cattiva coscienza)
Queste 77 pagine sono la fonte più importante per le parole chiave contenute in questo documento.
Peter Longerich „Davon haben wir nichts gewußt! …“ Berlino (Sidler Verlag) 2006
448 pagine;
Birthe Kundrus „Der Holocaust. Die „Volksgemeinschaft“ als Verbrechersgemeinschaft?“, in
Hans-Ulrich Thamer und Simone Erpel „Hitler und die Deutschen. …“
Dresda (Sandstein Verlag) 2010-2011 catalogo dell´esposizione nel DHM (Museo di storia tedesco),
6 pagine, breve rappresentazione della radicalizzazione dal 1939
e della “mescolanza (melange) di sentimenti” a partire dal 1943
Altre domande, sul consenso e il dissenso nel periodo nazionalsocialista,
che saranno discusse alla prossima occasione.
„Come è potuto arrivare a questo punto un popolo che aveva una tale storia, tali filosofi, tali musicisti…?“
Quanti si sono opposti? Quanti hanno fatto resistenza contro il Nazionalsocialismo?
Quanti hanno aiutato i perseguitati? Perché?
Germania e Italia: antisemitismo nella storia.
L´antisemitismo in Germania era più diffuso e radicale che in altri paesi, per esempio in Italia?
Germania e Italia: la disponibilità a sviluppi sociali aggressivi
Il consenso alla dittatura, alla guerra e alla persecuzione di minoranze in Germania era più forte che in altri paesi,
per esempio in Italia? C´era o c´é una speciale predisposizione dei tedeschi a tali sviluppi sociali?
Altri (per esempio gli italiani) sono meno vulnerabili da questo punto di vista?
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W e r k s t a t t f ü r
i n c o n t r i ( i n t e r n a z i o n a l i ) /
( i n t e r n a z i o n a l e ) B e g e g n u n g e n
Idea base
Queste dispense partono dalle domande “difficili” che visitatori
pongono nel corso delle visite guidate a Berlino. Alcune
guide hanno raccolto e discusso queste domande.
Queste domande non sono tanto espressione di mancanza di sapere
o di insicurezza del singolo turista o della guida che devono e
possono essere chiarita dalle spiegazioni da parte di esperti.
Queste domande sono molto di piú il sintomo di (pre)giudizi sempre in qualche
misura inesatti ma pressoché inestirpabili, che sarebbe illusorio pensare di poter
eliminare dando risposte chiare, definitive e condivisibili da tutti. Soprattutto
risposte in modalità tali da essere comunicabili e comprensibili per tutti.
Perché le domande nel corso di una visita guidata sono spesso manifestazioni di
parti rilevanti e poco prevedibili dell’immaginario collettivo della società della
comunicazione di massa, in cui lo stato permanente di penombra, confusione e
diffusione deformante del sapere non è un incidente, ma un fatto strutturale.
Lo scopo di queste dispense quindi non è solo quello di produrre
s t r u m e n t i p e d a g o g i c i per guide, giornalisti, insegnanti e chiunque
sia costretto a discutere domande chiavi in modo veloce e forte
ma moralmente e scientificamente accettabile davanti a un pubblico composto
prevalentemente da non esperti.
Un altro scopo importante è anche quello di fare in modo che pedagogisti in
situazioni di divulgazione di massa diano stimoli e conoscenze a ricercatori e
docenti universitari per confrontarli maggiormente con la realtà e in questo modo
per arricchire il loro lavoro scientifico.
Soprattutto attraverso queste dispense si vuole condurre una discussione alla
pari tra divulgatori e “produttori” di sapere su aspetti dell´immaginario
collettivo per vedere insieme come ci possa confrontare con le parti “oscure” di
esso individuando strumenti alternativi alla pia illusione dell´illuminismo.
Gli autori
“Domande aperte anche a Berlino” è un´iniziativa iniziata e curata da
www.senzarete.de (Claudio Cassetti), Scharnweberstrasse 39, 10247 Berlin, che
sarebbe impossibile senza la collaborazione attiva persone, di altre guide,
pedagogisti e altri operatori, particolarmente impegnati e preparati
professionalmente nei campi di volta in volta discussi. Ringraziamo
questi colleghi, i cui nomi vengono evidenziati il più chiaramente possibile.