E` bella
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E` bella
E’ bella. Se ne sta lì,su quel marciapiede e si guarda intorno spaesata. Le persone le passano vicino,la guardano in modo strano,quasi con disprezzo...e un po’ di paura. E’ ingenua,ha gli occhi scuri come due pozzi,che nonostante il loro buio si distinguono dalla sua pelle “strana”. Ha il leggero colore del miele di castagno,con riflessi dorati. E’ pulita. Quella ragazza è infinitamente bella. E’ quasi perfetta. Ma solo io sembro pensarla così. Perchè gli altri passandole vicino si allontanano?Perchè quei ragazzi al lato della strada ridono guardandola?Possibile che nessuno di loro riesce a vedere che è meravigliosa? Purtroppo il mio autobus è arrivato. Non posso più ammirarla,ma spero di rivederla. Ed eccola di nuovo. E’ sempre bella. E’ sempre sola. E’ passato un mese e oggi l’ho rivista. La osservo di nuovo. Attorno agli suoi bellissimi occhi ci sono piccoli tratti. Segni di stanchezza forse. Ha un espressione triste,ma sorride quando si volta verso di me e vede che la guardo ammirata. Me ne vado via di nuovo. Senza aver tempo per cominciare una conversazione. Mi dispiace,ma sento che la rivedrò. “Non sbaglio mai!”,penso soddisfatta mentre guardo di nuovo la sconosciuta dall’altra parte della strada. E’ sempre bella. Tre settimane questa volta. Dopo ventuno giorni rivedo quella ragazza. Vorrei tanto conoscerla. E’ simpatica,ne sono sicura. Anche se forse perderò il mio autobus mi precipito dall’altra parte della strada e la raggiungo. Le sorrido e lei molto amichevole mi saluta.,ma se ne va quando un giovane appare al lato della via. Chissà che succede. Torno al mio posto pensando a quel sorriso diverso. Due settimane. Quattordici giorni ed eccola di nuovo. Agito la mano appena si volta a guardarmi,ma non risponde. Ha lo sguardo completamente perso nel vuoto,ed improvvisamente vi leggo la sua storia. Mille strade per arrivare alla fine su quel marciapiede dove tutti la guardavano in modo strano. Mille ore di viaggio per sopportare la meschinità di persone che non si rendono conto di quanto vale. E’ diversa. O meglio ha la pelle di un colore più scuro. E allora? Mi sento scoppiare dentro l’odio per quel ragazzo che appare nuovamente al lato della strada e lei si rianima e comincia a correre via. Ma prima di farlo mi lancia un grido disperato di salvezza. Sempre con quegli occhi grandi. Immagino che l’italiano non lo parli. Sei giorni. Piove. Lei è sotto l’ombrello. La guardo. E’ sempre bella,ma spenta. Piange. Le sue lacrime si mischiano con la pioggia. Piange,ma mi sorride,in quel suo modo,meraviglioso,ma triste. Mi guarda e vorrei tanto sbagliarmi,ma nei suoi occhi sta volta leggo un profondo odio per la vita. Salgo sull’autobus,lei continua a guardarmi,sorride di nuovo e agitando la mano mi saluta. E all’improvviso un pensiero macabro si fa strada nella mia mente…Che ne sarà di quella sconosciuta che conosco meglio di chiunque altro? Ho la risposta questa mattina. Apro il giornale. Pagina numero tre. Annuncio. La sua foto. “E’ stata trovata morta una ragazza marocchina di venti anni circa in una stanza dell’appartamento in cui viveva da sola. Si è scoperto che le facevano visita ragazzi italiani e se ne andavano ridendo,mentre si sentiva il suo pianto provenire dalle stanze. Era arrivata in Italia settantatre giorni fa senza la famiglia. Si è suicidata questa notte,probabilmente perché non ne poteva più di essere presa in giro. Abbiamo intervistato la portinaia e ha detto: “Era una ragazza molto bella,ma si spengeva ogni volta di più quando si sentivano le risate e le offese che gli altri le lanciavano. Era buona. Purtroppo non parlava l’italiano,ma aveva un magnifico sorriso.” Sul muro della stanza ci sono molte scritte offensive,fatte,in ipotesi,dai ragazzi che la venivano a trovare,e accanto al cadavere della ragazza è stato trovato un biglietto con una scritta in lingua marocchina. Lo hanno tradotto senza capirne il senso. Diceva: “Grazie alla ragazza dell’autobus per avermi rivolto gli unici sorrisi sinceri che ho visto qui.” “Bisogna fare qualcosa”,urlano i vicini,perché sono sempre più frequenti i suicidi di ragazzi stranieri che non si sento accettati dagli altri e si vedono diversi…….” Una lacrima attraversa il mio viso. Questo non doveva succedere. Lei non aveva fatto niente,eppure l’orgoglio l’ha uccisa. Anzi,le parole l’hanno uccisa. Ridicolo sì,ma a volte le parole fanno più male di una caduta o di uno schiaffo. Si è ricordata di me. Io di certo non la scorderò mai. Il mondo non và. Sicuramente il suo posto è tra gli angeli e Dio ha voluto un’anima pura con sé. Era tutto troppo squallido qui per lei. Salgo sull’autobus piangendo. La gente mi guarda con stupore,ma non mi importa. Del resto non possono capire,non hanno mai visto un angelo. Io sì. Olesya Popovych