La pressione politica (lobbying)

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La pressione politica (lobbying)
La pressione politica (lobbying)
Nella società moderna il fenomeno della lobby è ormai riscontrabile in tutti i paesi di democrazia
parlamentare e si è notevolmente evoluto nelle sue modalità espressive. Nel linguaggio corrente,
questo termine ha un significato negativo, richiama l'idea di pressioni sotterranee esercitate da
poteri forti e occulti.
I target della lobby
In realtà, il termine lobby riassume un concetto più ampio di quello tradizionale, esprimendo un
metodo di gestione delle relazioni, una strategia dei rapporti. Può essere attuata sul parlamentare
oppure verso qualsiasi soggetto politico, detto policy maker. Questa distinzione deve essere ben
chiara, perché è necessario utilizzare metodi e strategie diversi a seconda del nostro specifico
interlocutore.
C'è poi un altro concetto di lobby, quello praticato delle Organizzazioni Non Governative (ONG).
E' una lobby finalizzata al motivo opposto di quella tradizionale, ossia non per proteggere gli
interessi di gruppo, ma per esigere che sia salvaguardato l’interesse della collettività. E' un tipo di
pressione positiva, differente anche nei metodi, in quanto non può far sua la regola secondo cui il
fine giustifica i mezzi. Coloro che fanno lobbying per un’associazione devono essere trasparenti e
rispondere alla struttura per la quale lavorano .
Per le ONG è spesso necessario esercitare pressione per la riuscita delle attività di campagna. In una
prospettiva strategica, ad esempio, la lobby (soprattutto su altre ONG, istituzioni private, partiti
politici, sindacato, ecc.) può favorire la creazione di alleanze che assicurano maggior "peso" ed
esposizione mediatica all'associazione. Tutto ciò si rivela assai utile nel momento in cui si esercita
l'attività di lobby tradizionale sul decisore politico. In linea generale, questa attività può fornire
risultati che danno rinnovata forza e credibilità all'associazione, forniscono dati e materiale spesso
decisivi per il successo della campagna.
Questo documento rappresenta un breve sommario sulla lobby e cerca di fornire alcune indicazioni
generali di come fare pressione politica nei confronti di amministrazioni, consigli ed enti locali ed
in particolare di come intervenire contro la costruzione di un inceneritore proposto nel piano di
gestione dei rifiuti.
Come fare lobby
E' fondamentale un’attenta pianificazione strategica del lavoro di lobby: la pressione politica non
può mai essere un'attività a se stante, deve essere sempre programmata in funzione degli obiettivi
prefissati per evitare di disperdere iniziative ed energie ed in accordo con altri strumenti di
campagna (scientificità, comunicazione ecc.). Tre elementi sono quindi necessari:
•
•
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pianificazione dell'attività di lobby
serietà e credibilità verso l'esterno
trasparenza interna al gruppo
1
Individuare il target è la prima scelta da compiere in ogni iniziativa di pressione politica. E'
fondamentale individuare con certezza chi sia il decisore politico e chi no, chi un possibile alleato e
chi un potenziale avversario.
Aspetti pratici dell’attività di lobby
Fare lobby è un'attività di relazione, indipendentemente dalla finalità o dal target prefissato. I suoi
esiti pratici dipenderanno anche dalla maggiore o minore disponibilità che sapremo infondere nel
nostro interlocutore. Alcuni elementi sono validi per ogni tipo di attività di lobby:
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Essere credibili. La considerazione e la fiducia che ispireremo nel nostro target è direttamente
proporzionale alla nostra competenza specifica. Per questo è necessario essere aggiornati
sull'evoluzione scientifica, normativa e sociale del problema che stiamo trattando. Il costante
aggiornamento ci permetterà, inoltre, di ottimizzare l'attività di analisi e di pianificazione
strategica della lobby.
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Essere costanti. La lobby non consiste mai in contatti o approcci episodici, isolati nel tempo.
Chi fa attività di lobby deve porsi come imperativo il fatto di mantenere un rapporto costante e
continuo col target (attraverso telefono e/o posta), facendo percepire al target di essere sempre
convinti dell'importanza del discorso e dei risultati che si perseguano ed, inoltre, aggiornarlo dei
risultati ottenuti. In questa prospettiva, si rivela molto utile riuscire ad instaurare un buon
rapporto con le segreterie particolari, gli assistenti, che possono mediare spesso in maniera
molto efficace.
•
Studiare l'interlocutore. Conoscere il proprio interlocutore ed il suo background politico e
culturale è sempre vantaggioso: innanzitutto, ciò viene istintivamente apprezzato dalla maggior
parte dei politici; in secondo luogo, aiuta a valutare la competenza specifica del target e, di
conseguenza, lo spazio di manovra realmente a nostra disposizione. Ciò può permettere di
capire quali siano gli argomenti da trattare e quali quelli da evitare, quali gli obbiettivi che il
nostro interlocutore potrebbe appoggiare e quali, invece, quelli che addirittura è meglio tener
nascosti. In un'ulteriore prospettiva, la conoscenza del background può essere utilizzata per
scoraggiare determinati progetti politici, evidenziandone l'incoerenza rispetto a scelte od
esperienze precedenti. E’ importante essere sempre pronti a prendere gli spunti che il target
propone e ricollegarli al nostro intento.
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Sapere scegliere l'interlocutore, quando possibile. Nella maggior parte dei casi le occasioni di
incontro diretto con il target sono molto rare ed il vero rapporto di lobby si svolge con i suoi
collaboratori ed assistenti. Se ciò accade, è assai importante concentrarsi immediatamente sulle
diverse personalità e cercare di costruire un rapporto con quelle più adatte ed inclini ad
appoggiare le nostre istanze.
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Prepararsi sempre agli incontri. Un incontro con il personaggio “target” deve essere preparato
con attenzione. L'incontro potrebbe rivelarsi molto breve ed è necessario arrivarvi ben
organizzati: definire quindi con precisione gli obiettivi dell'incontro e prepararsi un discorso,
una scaletta. Individuare con precisione i problemi che si vogliono trattare, cercando di limitarsi
ad uno o al massimo due. Definire che genere di impegno si vuole richiedere chiaramente
all'interlocutore: un determinato voto, una mozione, una qualche iniziativa personale, un'attività
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di propaganda, ecc.
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Saper evidenziare gli aspetti concreti del problema. E' molto importante evidenziare con
chiarezza e semplicità le implicazioni negative che un progetto comporta per la vita della
collettività: spiegare perché ci sta a cuore il problema, citare alcune statistiche, descrivere gli
impatti effettivi e quotidiani sulla popolazione, fare esempi concreti. Siamo lì per esprimere un
problema reale ed è di grande impatto saper trasmettere le preoccupazioni ed i timori che
affliggono la gente comune e le possibili soluzioni.
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Richiedere un impegno specifico. E' possibile che il nostro interlocutore si dimostri disposto a
tentare di fare ciò che gli chiediamo, ma più probabilmente potrebbe cercare di eludere ogni
impegno tergiversando, depistando la discussione o cambiando soggetto: non bisogna mai
permettere all'interlocutore di guidare il colloquio in questa maniera, ma bisognerà insistere con
decisione per strappare una posizione in merito alla questione.
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Dopo l’incontro. Scrivere subito una breve lettera dopo l’incontro (addirittura nello stesso
giorno) è sempre un investimento sul futuro. Un ringraziamento per il tempo dedicatoci e per la
sensibilità dimostrata nei confronti del problema sarà certamente gradito; questo ci offrirà
un'ottima occasione per riassumere la nostra posizione ed evidenziare quanto emerso
dall'incontro: la posizione dichiarata dal target, gli impegni eventualmente assunti. Qualora
abbiano presenziato anche membri dello staff, può essere una buona idea mandare una lettera
anche a loro: possono rivelarsi alleati fondamentali.
Come contattare i rappresentanti politici
Lettere. Fra i sistemi di azione diretta con i quali possiamo cercare di dare rilevanza ad un
problema, uno dei più rapidi e semplici consiste nello scrivere lettere ai nostri target. Una lettera
personale scritta in maniera corretta può essere lo strumento migliore per stabilire un contatto con il
personaggio, perché può evidenziare in maniera efficace alcuni aspetti specifici del problema. In
generale, la forma può essere positiva, di supporto ad una determinata linea politica, o negativa,
opponendosi a quella stessa linea. Le motivazioni possono essere molteplici: illustrare gli effetti di
un progetto, dimostrare consapevolezza circa una scadenza politica importante ed illustrare l'esito
sperato, cercare di persuadere il rappresentante a votare in un certo modo o ad assumere determinate
posizioni, chiedere iniziative concrete da fare ecc.
Fax ed e-mail (queste ultime non hanno valore legale). In linea di principio, una lettera può essere
inviata per posta, per fax o per e-mail. L'ideale è combinare tutte e tre le forme in modo studiato. La
posta è, a priori, il metodo migliore perché non altera l'aspetto grafico della lettera e può essere
firmato in originale, cosa che ha comunque il suo impatto; il sistema di recapito migliore è per
raccomandata con ricevuta di ritorno o per posta prioritaria. Fax ed e-mail sono, invece, a recapito
più o meno immediato, ma presentano alcune controindicazioni. Il fax ha una definizione grafica
peggiore dell'originale ed un aspetto spesso "disordinato". Inoltre, specialmente in un ambiente
caotico, può andar smarrito più facilmente di una lettera. Per le e-mail il discorso è ancora più
delicato: i computer sono forse più diffusi dei fax, il sistema di recapito è rapido, documentato ed è
forse il più affidabile, ma spesso i target ricevono quotidianamente centinaia di e-mail, la cui
selezione viene fatta da un incaricato.
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L’attività di lobby in funzione del target
Le modalità pratiche dell'attività di lobby dipendono dalla natura del target; è quindi necessario
adattare strategie e finalità diverse a seconda del tipo di interlocutore. Nel caso di incontri diretti è
fondamentale andare subito al punto, esporre il problema in maniera diretta, poiché il tempo a
nostra disposizione sarà molto limitato. Al tempo stesso è importante restare sempre attenti a quanto
si può scoprire durante il colloquio, al grado di apertura che si accorda, rammentando che una totale
trasparenza sui propri fini può essere controproducente: bisogna agire pensando sempre in maniera
strategica.
In conclusione, comunque, sebbene la lobby abbia una connotazione politica e strumentale al
raggiungimento di obbiettivi, quella più proficua si realizza spesso attraverso un rapporto personale
e di fiducia con il target. Le possibili iniziative di lobbying da proporre e/o da far proporre al nostro
target sono diverse, fra queste ricordiamo: proposte di ordini del giorno, interrogazioni, mozioni,
richieste di audizioni, lettere ad assessori, ministri o funzionari di governo.
Lobby e realtà locali
Vi sono alcune differenze di rilievo nel modo di fare lobby a livello nazionale/regionale o a livello
provinciale/comunale. Il livello locale è più personalizzato e meno strutturato rispetto a quello
nazionale: i rapporti personali sono solitamente più stretti ed informali, le alleanze tendono ad
essere più stabili e durature e l'azione politica, in generale, ha una dimensione più proiettata sul
quotidiano. E' quindi fondamentale adattare il lavoro di lobby alle peculiarità della realtà locale.
Se vogliamo ottenere un risultato preciso, talora, è meglio fare azione di lobbying sui singoli
amministratori che non lasciarsi invischiare in strutture di rappresentanza (strutture gerarchiche di
partito).
A livello locale, spesso mancano nel target la competenza specifica e l'informazione. E' importante
fornirne materiale di qualità perché, da una parte permette di veicolare il messaggio, dall'altra
fornisce un'occasione per guadagnare credibilità.
E' importante che le iniziative abbiano un seguito e non si presentino come episodi isolati.
Soprattutto a livello locale è possibile saltare i gradi gerarchici e rivolgersi subito ai vertici
dell'amministrazione locale, che, quasi sempre, hanno l'obbligo di ricevere i cittadini ad orari
prefissati.
Nell'ambito locale è comunque di estrema utilità curare e favorire al massimo la visibilità
dell'associazione e/o del comitato, partecipando ed organizzando quanto più possibile iniziative che
favoriscano l'esposizione ed il contatto con il pubblico.
Come in ogni attività di lobby, anche a livello locale, è di estrema importanza rimanere sempre
attenti all'obbiettivo: una volta che questo sia stato raggiunto, la verifica del rispetto dei patti può e
deve, a sua volta, diventare oggetto di lobby.
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Alcuni consigli per affrontare la proposta di costruzione di un inceneritore
Nonostante la politica nazionale promuova la termodistruzione come soluzione al problema dei
rifiuti, è fondamentale invece orientarne la gestione verso la prevenzione, la raccolta differenziata, il
riutilizzo ed il riciclo allo scopo di tutelare l’ambiente e la salute pubblica. Oltre l’impatto sanitario
ed ambientale dell’incenerimento dei rifiuti, l’impiego di questa tecnologia non conduce alla
salvaguardia delle già scarse risorse non rinnovabili della Terra, aumentando così la pressione
antropica. Inoltre, la costruzione di impianti di combustione determina inevitabilmente un
disincentivo verso la realizzazione di misure a monte come quelle di prevenzione, in quanto gli
inceneritori si alimentano di “rifiuti” e quelle di raccolta e riutilizzo, perché una volta che un
impianto è presente sul territorio molte delle frazioni di cui è costituito il rifiuto (carta e cartone,
plastica ecc.) prendono la strada della combustione piuttosto che quella del riciclo.
Nel lavoro di lobby sugli inceneritori è importante venire a conoscenza di quali siano le percentuali
attuali della quantità dei rifiuti prodotti e quelle relative alla raccolta differenziata e soprattutto
conoscere gli obiettivi che si intendano raggiungere negli anni futuri, consultabili nel piano
provinciale e/o regionale di gestione dei rifiuti.
E’, inoltre, importante monitorare le percentuali di prevenzione e raccolta che si sono registrate
negli ultimi anni così da capire l’andamento del loro trend (positivo o negativo) e conoscere la
composizione merceologica del rifiuto (percentuali delle diverse frazioni, ovvero carta e cartone;
vetro; plastica; frazione organica ecc.) allo scopo di pressare le amministrazioni a differenziare e
conferire a riciclo il 100% delle varie frazioni.
La raccolta di queste informazioni è importante in quanto la Comunità Europea ha previsto una
serie di linee di intervento per la gestione dei rifiuti, recepite a livello nazionale dal decreto Ronchi
(D.Lgs 22/97), che si possono così riassumere:
prevenzione
riutilizzo
riciclo
recupero di materia e poi di energia
Ciò significa che la compagine politica dovrebbe attuare tutta una serie di misure a monte prima di
parlare di “recupero energetico”1, ovvero prevenire la quantità di rifiuti che vengono generati e
raggiungere obiettivi di raccolta differenziata che la legge impone. Il decreto Ronchi, infatti,
prevede le seguenti percentuali di raccolta differenziata:
15% entro il 1999
25% entro il 2001
35% entro il 2003
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Molte studi rivelano che il risparmio di energia che si ottiene dal riciclare più volte un materiale o un bene di consumo
(in cui viene risparmiata l’energia che si spende nel prelevare le materie prime, trasportarle ed immetterle in un ciclo
produttivo) è molto superiore all’energia prodotta dalla combustione dei rifiuti.
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In questa sede si vuole sottolineare che, per legge, gli obiettivi di cui sopra si riferiscono a
percentuali minime che le amministrazioni pubbliche devono raggiungere nei termini previsti, e che
non vi è alcun impedimento legislativo a superare tali soglie.
In una battaglia a livello locale contro la costruzione di un inceneritore è importante avere avvocati
influenti nella zona, contattare la stampa locale, essere informati sulla realtà attuale e sulla
tecnologia proposta.
Allo stesso tempo è importante promuovere iniziative rivolte al compostaggio della frazione
organica dei rifiuti, a limitare l’impiego di prodotti usa e getta, ad avviare e/o ottimizzare la raccolta
differenziata di tipo domiciliare che sia supportata da quella stradale (e non viceversa). E’ altresì
importante avviare un sistema di incentivi alle piccole e medie industrie rivolti a sostenere progetti
di riciclo e riutilizzo (per esempio attraverso provvedimenti che stabiliscano quantità specifiche di
materiali riciclati negli imballaggi e nei prodotti).
In ultimo, ma non certamente per importanza, avviare attività di sensibilizzazione della cittadinanza
(educazione ambientale, dibattiti pubblici, depliant informativi ecc.) risulta un investimento
fondamentale per la riuscita di un sistema di gestione che privilegi la prevenzione e la raccolta
separata dei rifiuti.
Attività e strumenti consigliabili:
-
Creare un comitato locale
Raccogliere il maggior consenso popolare
Promuovere petizioni e raccolte firme (eventuale referendum)
Azioni simboliche (prima di andare in ricorso): lettere al Sindaco; lettere ai consigli di
circoscrizione; lettere aperte alla stampa ecc.
Sottoporre il problema in Consiglio comunale (ordine del giorno)
Ricorsi in ordine di priorità:
Ricorso al TAR (consigliato se vi è una buona probabilità di vittoria)
Ricorso al Consiglio di Stato
Ricorso al Presidente della Repubblica
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