La fiction e l`immagine sociale dell`infermiere

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La fiction e l`immagine sociale dell`infermiere
A
ttualità
di Simona Mapelli
Giovanni Muttillo
Maurizio Neri
La fiction e l’immagine
sociale dell’infermiere
Nel celebrare la giornata internazionale
una discrepanza tra quanto rappresenta-
dell’infermiere si è scelto di orientare l’in-
to nell’universo cinematografico e la
teresse al cinema ed alla fiction in cui
realtà quotidiana.
non sempre si rappresentano immagini
Mediante il confronto tra esperti del set-
forti e positive della professione. Per l’oc-
tore, moderato dalle giornaliste A.
casione, come ogni anno, si è deciso di
Cremonese del Corriere della Sera e E.
devolvere il ricavato in beneficenza
Martellotti de L’Infermiere, si è tentato di
destinandolo
analizzare le cause di tale divergenza ed
Emergency
a
e
due
associazioni:
Associazione
Italiana
individuare le possibili soluzioni.
Laringectomizzati.
Secondo l’antropologo R. Lionetti “ogni
Gli obiettivi dell’incontro “La Fiction e
immagine professionale presenta delle
l’Immagine Sociale dell’Infermiere” pre-
peculiarità che la contraddistinguono; in
vedevano:
particolare le professioni sanitarie sono
l’analisi di come i mass media, ed in
eredi di una mitologia dei mestieri che
particolare la cinematografia, abbiano
ha caratterizzato le culture tradizionali;
contribuito a connotare positivamente o
la variegata immagine del
negativamente il vissuto del
medico e dell’infermiere
professionista;
presente nei media è in
la proposta di una strategia
effetti un cocktail di
comunicativa verso l’opinione
eroismo, amore, sedu-
pubblica volta a rilanciare l’im-
zione, erotismo, ma al
magine professionale e consentire
tempo stesso una figu-
il passaggio da una immagine arti-
ra
ficiosa ad una realtà fisiologica, di
nutre e protegge, ma
un professionista che ha competen-
che
ze, autonomia e responsabilità.
dominare e castra-
La proiezione guidata dei film ine-
re.
renti la professione ha consentito
Tale visione preve-
innanzi tutto di rilevare come vi sia
de indubbiamen-
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materna,
può
che
anche
te delle connotazioni ses-
nella
suali, che fondano le pro-
produ-
prie radici in motivazioni
zione
di carattere psicologico”.
cinema-
Secondo il relatore, infat-
tografica
ti, “la malattia viene vis-
d e g l i
suta
anni
’70
ed
’80,
dal
inconsciamente
paziente
come
castrazione, mentre l’e-
periodo in
spulsione come parto,
cui scatta-
pertanto la manipola-
no fantasie
zione simbolica da
morbose
parte del terapeuta si
sulla profes-
gioca
sione: “sotto
sullo
stesso
piano, fornendo ai
il
fantasmi inconsci
spuntano
del paziente valide
giarrettiere,
risposte proprio a
indumenti
livello simbolico.
intimi
Inoltre, a diffe-
oggettivizzano
renza di molte
una dimensione
altre figure pro-
puramente
fessionali, medico e infer-
suale e per di più
miere sono confrontati con situazioni
sfrenata.
camice
che
ses-
che riguardano spesso aspetti intimi della
Troviamo numerose infermiere sexy nelle
vita del paziente. Toccare ed esplorare il
commedie di serie B all’italiana come
corpo di una persona, poterla osservare
“L’infermiera” con Ursula Andress,
anche spogliata dei suoi indumenti,
“L’infermiera di notte” con Gloria Guida
porre domande che concernono la sfera
ed altre produzioni straniere (MASH di
più intima, procurare a volte dolore fisi-
R. Altman o Candy Stripe Nurses)”.
co senza ricevere in cambio una violen-
L’autore contrappone a questa la figura
ta risposta di difesa, costituiscono dei
dell’angelo bianco, eterno consolatore,
“privilegi” che normalmente rimandano
caratteristico degli anni immediatamente
a campi esperienziali ben diversi, come
antecedenti e seguenti le due Grandi
quello della sessualità e dell’affettività”.
Guerre.
Tale connotazione sessuale trova confer-
“Secondo questa visione gli infermieri
ma, come afferma il sociologo S. Gelsi,
godono di un’immagine fortemente posi-
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tiva, che porta l’opinione pub-
(1975)
blica ad attribuire loro l’ap-
Nickolson.
pellativo di “angeli delle
La quarta figura ritorna
misericordia”, caratterizza-
ad essere un angelo, ma sta-
ti dai valori della dedizio-
volta caduto in terra, in
ne, della volontà e della
quanto abituato a lottare con
consacrazione.
il compito di vegliare, come il
Questa
con
Jack
figura è rappresentata nei
custode alato, a prendersi
film muti, in “Addio alle
cura di chi non lo può fare da
Armi”
solo. I film che meglio rappre-
(1932)
di
F.
Borzage, nello storico
sentano tale figura sono “Angelo
lungometraggio “Angelo
della notte” (1940), “Persona”
Bianco” (1936) in cui è narrata la storia
(1966) di I. Bergman, “Al di là
di Florence Nightingale, riconosciuta
della vita” (2000) di M. Scorsese e il
come una “santa” dedita alla disciplina
recente “Parla con lei” (2002) di P.
ed al sacrificio, ne Il “Paziente Inglese”
Almòdovar. Ironicamente, il mezzo
(1996) di A. Minghella ed in “Pearl
attualmente meno influenzato dagli ste-
Harbour” (2001) di M. Bay. Sotto il
reotipi e dalle rappresentazioni alterate
camice immacolato si può nascondere
della professione infermieristica sembra
però l’altra figura: quella dell’angelo
essere la televisione, che si è dimostrata
della morte, sadica e disperata, in posses-
in grado di ritrarre abbastanza verosi-
so di un potere rappresentato come un
milmente la vita professionale degli infer-
grande delirio di onnipotenza che rivela
mieri grazie alla serie “E.R.”, in cui ven-
frustrazione e rigidità, se non uno sdop-
gono poste all’attenzione dei telespettato-
piamento della personalità di
ri le difficoltà, le peculiarità, le incer-
carattere psicotico. È il
tezze, i rischi, le soddisfazioni e le
caso
dell’infermiera
sfide degli infermieri nello svolgi-
Annie
Wilkis
mento della professione”.
(Kathy
Bates) in “Misery non deve
La falsata e stereotipata immagine
morire” (1990) o della fer-
dell’infermiere è quindi dovuta ad
rea rigida incarnazione
una distorta rappresentazione da
della norma e del rigore
parte dei media, ma anche “alla
nella caposala di “Qualcuno
quasi totale assenza di figure
volò sul nido del cuculo”
infermieristiche all’interno dei
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programmi di informazione televisivi e
denza dei professionisti stessi a non voler
radiofonici.
intervenire in prima persona, in quanto
I motivi della mancata presenza sono da
non a loro agio alla luce dei riflettori e
ricercarsi, in accordo con Stewart
forse non del tutto consapevoli del loro
(1999), in due cause fondamentali: da
ruolo. Comparire in programmi televisivi
una parte la tendenza dei giornalisti a
e radiofonici sarebbe, invece, un’impor-
confermare l’abitudine per cui i soggetti
tante modalità non solo per migliorare
delle interviste su tematiche sanitarie
l’immagine professionale, ma anche per
sono i medici, i quali narrano secondo
educare e formare i pazienti e le loro
un punto di vista che, per forza di cose, è
famiglie. Nonostante quanto indicato,
strettamente medico. Nella maggior parte
sia in Italia che all’estero l’immagine
dei casi i medici vengono rappresentati
sociale della professione infermieristica è
come eroi che si battono contro una
caratterizzata da un’importante compo-
malattia (forse la vera protagonista della
nente positiva. Ciò è testimoniato dallo
vicenda, a discapito del
studio di Trossman (1999), i cui risulta-
paziente). Ma, sebbene i
ti indicano che gli intervistati, a
medici siano in grado di
seguito del contatto diretto e per-
fornire molte informazio-
sonale con la categoria, apprez-
ni tecniche, dal punto di
zano i professionisti in quanto
vista mediatico gli infer-
rappresentano, all’interno dell’o-
mieri potrebbero essere
spedale, le più rilevanti figure che:
ben più interessanti:
svolgono una funzione informa-
conoscono le percezio-
tiva in merito alla malattia ed al
ni del paziente e della
trattamento da seguire,
sua
famiglia,
il
decorso della malattia ed il livello di
successo o di insuc-
li affiancano nelle terapie,
Caldo
e viole
nza
cesso delle cure. Ricordiamo che
instaurano un rapporto diretto ed
amichevole, caratterizzato dal dialogo,
dal conforto e dalla compartecipazione
nel processo decisionale,
per i pazienti gli infermieri sono il “volto
sono pronti a prestare al momento
umano” della cura, e ciò non può essere
opportuno le cure dovute.
ribadito se non si considera il ruolo svol-
Un’ulteriore ricerca sull’immagine degli
to da tali professionisti”.
infermieri tra i consulenti formativi negli
Dall’altra parte, come lo stesso giornalista
Stati Uniti (Stonkas Ponton e Lippman,
Rai Tv G. Martini sottolinea, “il motivo
1991) testimonia quanto indicato, dal
alla base della “trasparenza” degli infer-
momento che fa emergere come i consu-
mieri nei media è da ricercarsi nella ten-
lenti che si rivolgono agli studenti delle
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scuole superiori per informarli e
le maggiori conoscenze e la
guidarli nella scelta della pro-
ricerca scientifica, il cambia-
fessione futura abbiano un’ot-
mento delle aspettative e l’au-
tima opinione dei professioni-
mento della richiesta di servizi
sti sanitari: li percepiscono
legati ad una capacità tecnica
come attenti alle cure, auto-
crescente. Ipotizza per tanto dei
nomi, educati e di vitale
possibili
importanza rispetto all’in-
miglioramento dell’immagine e
tero sistema sanitario”.
del ruolo professionale degli
Tali favorevoli percezioni trovano confer-
infermieri. Innanzi tutto sottolinea
ma anche in Italia dove, come indicato
l’opportunità che vengano attuati concre-
volti
al
del
ti piani di comunicazione finalizzati, i
Tribunale dei Diritti del Malato, “l’infer-
quali coinvolgano tutti i mezzi di comu-
miere risulta un professionista qualifica-
nicazione di massa, dalla stampa alla
to, il cui spessore è notevolmente cresciu-
televisione, dalla radio ad Internet:
da
P. Pantaleo,
rappresentante
interventi
to rispetto al passato, ma ancora oggi
dovrebbero in primo luogo venire rea-
fatica ad imporsi nel suo lavoro d’équipe.
lizzati degli annunci pubblicitari che si
Per diventare veri protagonisti di una
rivolgano ai giovani, al fine di informarli
sanità che risponde alle attese dei citta-
sulle possibilità di carriera e sulle nume-
dini, l’infermiere dovrebbe disvelare la
rose soddisfazioni e attrattive che la pro-
sua componente umana essenziale per
fessione infermieristica offre;
non cedere alla tentazione di esercitare
inoltre, il contributo degli infermieri
la sua professione e quindi il suo ruolo
alle trasmissioni televisive e
istituzionale senza dare un
radiofoniche dovrebbe essere
senso al suo mandato, che è:
più concreto e tangibile: non
servizio alla vita e alla salute
solo i medici come fonti
dell’uomo”.
informative, ma anche gli
In conclusione G. Muttillo, pre-
altri professionisti del setto-
sidente del Collegio, evidenzia
re sanitario, in quanto con-
come la professione si trovi oggi
sapevoli ed al corrente
ad affrontare sfide senza prece-
degli aspetti più “persona-
denti in quasi tutte le culture e
li ed umani” delle malat-
società: l’evoluzione dei fenomeni
tie e dell’assistenza;
legati ai cambiamenti demografici,
sarebbe opportuno
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che venissero realizzati, come nel caso
coscienza della nostra capacità di influire
dell’iniziativa di Discovery Channel del
sul vissuto della professione.
2001, documentari informativi sulla pro-
Le considerazioni
fessione, volti a sfatare i falsi miti e le
conclusive
errate credenze sull’infermieristica;
vanno, infine, al
gli infermieri dovrebbero, inoltre, esse-
professor Pagano:
re maggiormente coinvolti nei processi
“L’iniziativa pro-
decisionali politici e sanitari, la professio-
mossa
ne rappresenta una voce troppo impor-
Collegio, in occa-
tante per non essere presa in considera-
sione della gior-
dal
nata internazionale dell’infermiere, oltre
zione;
gli stessi professionisti dovrebbero
che distinguersi per l’originalità del
partecipare ed intervenire in modo proat-
tema: “La fiction e l’immagine sociale
tivo alla vita mediatica: Bradley (2001)
dell’infermiere”, propone molti spunti di
suggerisce che siano gli infermieri stessi
riflessione relativamente a come l’essere
a proporsi alle trasmissioni televisive e
infermiere viene percepito, nel corso del
radiofoniche sui temi sanitari (sia a livel-
novecento, dal mondo del cinema e come
lo locale che nazionale), a prestare il
viene trasmesso tramite il grande scher-
proprio contributo per la realizzazione di
mo alla popolazione. Una sintesi cine-
articoli, instaurando un rapporto duratu-
matografica che propone una serie dì
ro con i giornalisti e la stampa che con-
considerazioni che partono dallo stereo-
senta anche la gestione e la diffusione
tipo proposto dì volta in volta dai mass
delle informazioni. Ciò grazie ad una
media e vanno ben oltre, accompagnan-
matura capacità di dialogo, che si allon-
do la storia recente della professione e
tani dai tecnicismi difficilmente compren-
l’immagine sociale che vi si accompagna.
sibili da parte dell’opinione pubblica.
La nostra Scuola di formazione universi-
Ma è altresì importante che si prenda
taria pone grande attenzione a queste
problematiche. Ne è testimonianza
una tesi presentata all’ultima sessione
da
una
nostra
allieva:
“Comunicazione e mass media:
digressione storica sul ruolo del cinema nella manifestazione dell’immagine dell’infermiere". Alessandra
Recchia con Giovanni Greco e
Giancarlo Celeri Belotti, rispettivamente relatore e correlatore, ci fanno
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riflettere anche su quan-
tivamente la nostra specificità.
to sia rispondente alla
Una sua specificità è riuscito a
realtà vera la figura
trovarla Matteo Dell’Aira, infer-
cinematograficamente
miere di Emergency, ospite
interpretata dall'in-
come relatore della giornata. La
fermiere e quanto,
sua identità si è consolidata grazie
invece, non corri-
all’esperienza professionale presso
spondente a quello
l’ospedale di Kabul in Afghanistan.
che il regista voleva
Qui la difficile esperienza ha fatto si
che fosse, in fun-
che l’uomo e,
zione essenzial-
miere si mettessero in discussione
mente delle sue
maturando un alto livello di profes-
esigenze narrati-
sionalità ed una capacità di saper
ve e della superficialità della cono-
valutare con più obiettività i valori
soprattutto, l’infer-
scenza in merito.
quotidiani.
Evidente quanto possa essere importante,
Bibliografia
Bradley C., (2001), “Mirror, Mirror on the Wall”,
Nurse Week, 22 gennaio
Gelsi S., Infermiere sul grande schermo: narratologia e generi (12 maggio 2002)
Lionetti R., Stereotipi di una professione moderna:
l’immagine degli infermieri nei mass media
Martini G., L’immagine sociale dell’infermiere: l’opinione della critica (12 maggio 2002)
Muttillo G., L’immagine sociale dell’infermiere: l’opinione della professione (12 maggio 2002)
Pagano A., Immagine sociale e risvolti sull’iscrizione ai corsi di laurea per infermieri (12 maggio 2002)
Pantaleo P., L’immagine sociale dell’infermiere: l’opinione del cittadino (12 maggio 2002)
Stewart M., (1999), “ANA Puts Nursing in Media
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Stonkas Ponton K. e Lippman D.T., (1991), “The
Image of Nursing among High School Guidance
Counselors”, Risultati della ricerca
Trossman S., (1999), “Nurse Researchers Open
Doors”, American Journal of Nurses, settembre
allora, proporre una strategia comunicativa per lanciare e rilanciare una immagine professionale.
Ma una immagine potrà mai reggersi e
durare nel tempo affidandosi a delle fiction? mi viene spontaneo negarlo e
negarlo con forza; l’immagine sociale
deve essere costruita, e con pazienza, e
continuamente rafforzata daI “corpus”
della professione stessa.
Al “sapere”, “saper fare” e “saper essere”
dovremmo costantemente perseguire il
“sapere di essere: infermiere”.
È giunto il momento di guardarci allo
specchio e di considerare l’immagine che
veicoliamo direttamente e tangibilmente
ai pazienti, perché ciascuno di noi porti
il proprio contributo per affermare posi-
Siti Internet
www.enb.org.uk
www.nurseweek.com
www.nursingworld.org
www.ovidweb.cgi
www.space.tin.it
www.stti.iupui.edu
www.ukcc.org.uk
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