Buon compleanno Mario

Transcript

Buon compleanno Mario
Buon compleanno, Mario
versi e testi musicali di Mario Beccia
Troja, 16 gennaio 2011 - Auditorium “Giannone”
in prima di copertina: Mario Beccia (foto Elisa Liguori)
Associazione di Promozione sociale e culturale
iscritta an n° 54/Fg delle A.P.S. della Regione Puglia
Targa Rosone d’Argento 2010
V.le Kennedy, 58 - Troia (Fg)
www.lamelagranata.it
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Buon compleanno,Mario
versi e testi musicali di Mario Beccia
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riflessioni:
Giovanni Guadagno
tastierista:
Giambattista Ciarmoli
collazione filmati:
Antonio jr. Ciarmoli, Armando Zurlo
ricerca brani musicali:
Armando Zurlo
interpreti dei testi:
Angelo Catallo, Adele Catalano, Andrea Casoli, Giovanni Ciarmoli,
Tonino Ciarmoli, Lucia Curci, Michele Dacchille, Michela De Colellis,
Silvana De Lillo, Giovanni Guadagno, Antonio Guglielmi,
Annamaria Iacobelli, Bice Iacobelli, Elisa Liguori, Vincenzo Manna,
Carmela Moffa, Adriana Salandra, Elisa Salandra,
Grazia Salandra, Concetta Trivisano, Armando Zurlo.
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Ciao Mario,
buon compleanno.
Lassù ti accingi a spegnere le tue 19 candeline con il tuo inseparabile amico
Angelo, ora come te, angelo di fatto. A te non posso nascondere la mia commozione
perchè ora a te nulla si può nascondere. Sei sempre con noi de “La Melagranata”.
Hai iniziato la tua collaborazione dalla sua fondazione, quattro anni fa. Attore,
poeta, musicista, grafico, consigliere e, all’occorrenza, anche uomo di fatica: non ti sei
mai tirato indietro perché c’era bisogno di te. Ci hai dato tanto, e noi a te così poco. So
che dicevi di trovarti a tuo agio in nostra compagnia. Non voglio e non posso dilungarmi
molto dopo aver letto, sentito e visto quello che hanno combinato gli innumerevoli tuoi
giovani amici in questi giorni. Posso solo dire che ora sentiamo di avere due angeli in più
che ci proteggono. Con Angelo ora ci stai seguendo più da vicino perché puoi partecipare
da spettatore privilegiato alle nostre prove. Non manchi più, anche se ci manchi.
Sussurraci i tuoi consigli liberamente; facci sorridere ancora con le tue battute
intelligenti, come quando insieme scherzavamo sui nostri amici che si affannavano a
cercare la perfezione nelle interpretazioni.
Caro Mario, come mi ha scritto tuo fratello Giuseppe, con te abbiamo perso un
talento eclettico e geniale; manchi a tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di averti come
amico, come fratello, come figlio e come animatore straordinario ed instancabile dei
nostri progetti.
Le tue molteplici attività, i tuoi tanti impegni li hai intrapresi perché Qualcuno
deve avere messo nel tuo cuore la voglia di fare subito, di non perdere tempo. Avvertivi,
come hai confidato a me e ad altri, che non c’era un attimo da perdere, perché il tuo
tempo poteva essere breve, come, purtroppo, lo è stato.
Sono sicuro che sei il primo a leggere queste mie poche parole scritte di getto: non
hai bisogno di aspettarne la pubblicazione perché sento che tu e Angelo siete qui a
commentarle mentre le scrivo, anzi le conoscete già fin dal momento in cui esse prendono
forma nella mia mente.
Siete entrambi nei nostri cuori. Certo, abbiamo pianto con le vostre famiglie. I
cuori dei vostri cari, i nostri cuori sono ancora pieni di dolore. Chi non crede afferma che
ora siete semplicemente in una dimensione materiale diversa. Chi crede, invece, sa con
certezza, e questo ci consola, che, mentre, gli occhi dei vostri genitori, dei vostri familiari,
i nostri occhi, si riempiono di lacrime, i vostri risplendono di gioia perché ora voi siete
partecipi dell’eternità di Dio.
Armando Zurlo
Presidente de “La Melagranata”
5
Le parole hanno il senso del mistero.
Portano in sé il segreto di chi le scrive.
A volte sono un toccasana per chi le scrive.
A volte sono una tortura o macigni per chi le legge.
Le parole possono essere messe in fila indiana
senza concetti filosofici ermetici, con semplicità disarmante.
Le parole si intrecciano tra loro come un filo continuo.
Per chi le scrive sono come i sogni.
Sono lampo nella mente
e come lampo si spezzano d’improvviso.
Le parole a volte restano appese.
Qualcuno le raccoglierà.
Le parole creano emozioni.
Il dolore è una emozione.
La gioia è l’altra emozione, quella che cerchiamo.
Le parole sono sogni se restano chiusi nei pensieri.
Se le pronunci hanno sostanza.
E’ il loro suono a vibrare nel tempo e nello spazio.
La parola è musica.
Se la musichi diventa canto.
E’ il suono della voce che dà vita alle parole.
L’alito della voce genera la parola e la fa emozione.
Figlio nostro,
la tua musica toccando le corde della chitarra
fa sublime la parola.
La tua parola.
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Boh!
(vada come vada)
Mario Beccia
Questi anni spesi ad incontrarci qui
come due bambini,
tutto il tempo è stato docile con noi
disegnando un domani.
Invece hai scelto di vivere così
senza neanche più voltarti
a quel passato che nasconde e tu lo sai
cose che non puoi scordare.
Ma ora vada come vada la mia vita senza te
e le vicende di un amore labile.
Ma ora vada come vada, è la fine anche per me,
mi sento solo così adesso e fragile.
No, non fragile…
Questi giorni spesi a non incontrarsi più
o come due estranei
passare il tempo è difficile per me
con lo sguardo sempre a ieri.
Quindi hai scelto di vivere così
tra le tue confusioni,
ma cosa è stato di un amore che non c’è?
Sepolto tra le tue paure.
Ma ora vada come vada la mia vita senza te
e le vicende di un amore labile.
Ma ora vada come vada, è la fine anche per me,
mi sento solo così adesso e fragile.
No, non fragile…
Non serve certo a niente piangere,
ma questo è il prezzo mio
per vivere e per-donare a una come te
un amore che non c’è…
7
La bellezza non è di nostra proprietà.
Appartiene al Tempo, all’Eternità, ad una Idea.
Niente è nostro.
Forse, neanche le emozioni.
Noi siamo custodi della nostra bellezza
e delle nostre emozioni.
Siamo custodi dell’umana dimora
e dell’umanità.
La bellezza va spesa tutta
senza essere sciupata.
Le emozioni vanno vissute pienamente
senza lesinare.
Chi non le vive non vive.
Tu, figlio nostro, le vivi con intensità e immensità.
Spendi la tua bellezza con leggiadria interiore.
Vivi le tue emozioni come se dovessi vivere un solo giorno.
Sei una sequenza di fotogrammi ininterrotta
che unisce il pensiero alle parole, il dire al fare.
Sei un moto perpetuo.
Sei un pendolo che oscilla
tra la notte e il giorno, tra il dolore e la gioia.
La tua bellezza sta dentro come le emozioni.
Ognuno le coglie come sa coglierle.
Tu, figlio nostro,
cogli la bellezza delle pulsioni del tempo giovanile e le dilati.
8
Senza Destino
Mario Beccia
Quando il sole torna su mi fermo qui a riflettere,
se qualcosa non va giù mi sento di chiedermi perché.
E guardo il cielo tutto blu. Mi chiedo in fondo cosa sia:
se sono tutte stelle e nuvole… o qualcosa oltre c’è di più?
Io credo che lassù ci sia un Dio
disposto a piangere se soffro io.
Se è stupido non so, ma è sempre meglio
di non credere o lasciare che tutto sia ”destino”.
Liberi di scegliere se è giusto o no.
Non dirmi che siamo qui per fingere
di recitare un film, se poi non c’è destino!
Tutti mi dicono:
“Passerà questa voglia di star male…”
Tutti dicono:
“È la sorte che ti sceglie, come decide lei!”
Invece io vorrei un’altra strada
da percorrere, ma che sia mia.
Sapendo che lassù c’è una ragione in più
per vivere e non credere che sia “destino”.
Liberi di scegliere se è giusto o no.
Non dirmi che siamo qui per fingere
di recitare un film, se poi non c’è destino!
9
In noi c’è ancora l’uomo primitivo: la violenza, la guerra.
Passi da gigante ha compiuto il pensiero dell’uomo
nell’arte, nella scienza, nel linguaggio, nelle comunicazioni.
Ma la violenza dell’uomo primitivo che è in noi
non è ancora sconfitta.
Resiste in quella piccolissima e remota parte
della massa grigia.
Perché l’infinitamente piccolo
domina la nostra mente e i nostri impulsi?
E’ la paura di non poter sopravvivere o voglia di onnipotenza?
Il pianto di un bambino, le grida di una madre,
il lamento doloroso di un padre, il volto triste e solitario di un vecchio
sono le stimmate della nostra esistenza.
La vita è un soffio che ci è dato una sola volta.
Spenderla nella violenza
o sperderla nei simulacri della superficialità
è viverla nell’orrido della vuotezza.
La guerra è vuotezza di vita.
Figlio nostro,
in questa “notte stupida”
la voglia di luce che c’è in noi,
“anime in fiamme”,
è un estuario di speranza
in questo oceano di conflitti ancora primordiali.
10
Liberi di scegliere, liberi di vivere!
Mario Beccia
Un sentimento, il buio della notte, in silenzio
sembra quasi un rumore nella mia mente.
Non dimenticherò mai ciò che ho perso
cioè i miei stessi errori
Ero solo un soldato semplice
ma solo adesso mi rendo conto dell’”Apocalisse”
Stupida notte
non ho paura se manca la luce
solo una pazza luna mi lascia sognare o sperare invano
crudele, vecchio, re pazzo
come puoi permettere che un uomo combatta suo fratello?
Stupido guerriero
quando avrai intenzione di ritirarti?
ti prego, fermati
Ho sempre cercato l’essenza delle cose
ma era come smuovere le montagne.
Adesso ho capito che l’unica cosa che voglio
è vivere in pace
Ero troppo preso a sparare sulla gente
ma adesso mi accorgo della mia anima “in fiamme”!
Stupida notte
non ho paura se manca la luce
solo una pazza luna mi lascia sognare o sperare invano
crudele, vecchio, re pazzo
come puoi permettere che un uomo combatta suo fratello?
Stupido guerriero
quando avrai intenzione di ritirarti?
Ti prego, fermati
Stupida notte
dov’è la tua luce lunare?
Gli uomini di guerra che ci opprimono
dovrebbero essere scacciati!
I sogni e le speranze
dovrebbero essere realizzati!
Stupido guerriero
quando hai intenzione di ritirarti?
11
Il silenzio immenso di un ovulo fecodato è mistero.
Il silenzio di un agguato è morte.
Il silenzio della meditazione è unione con tutto.
Il silenzio della pagina bianca è creatività.
Il silenzio in musica è pausa tra due note.
Il silenzio segue il boato fragoroso.
Il silenzio delle idee è fatto di pensieri.
Il silenzio ad una domanda è riflessione.
In silenzio nasce amore e odio.
In silenzio nasce l’aurora.
In silenzio si chiude il giorno.
In silenzio si ascoltano le emozioni.
In silenzio si urla di rabbia per pudore.
In silenzio cresce il fiore.
In silenzio il neonato succhia al capezzolo della madre.
Il silenzio è stupore.
Il silenzio è dolore.
Il silenzio è poesia.
Il silenzio è attesa.
Il silenzio è omertà, è vuoto a rendere.
Figlio nostro,
il tuo silenzio è ascolto, non è vuoto a perdere.
(seguirà la proiezione del video oppure si interpreteranno i versi della canzone My silence)
12
My Silence
Mario Beccia
C’è qualcosa nel silenzio che ancora non comprendo,
nella mia mente è forte il suo rumor.
Un rumore fitto e fatto di pensieri
che prendono lo spunto dai perché.
Mille domande che non trovano risposta,
quelle domande che vorrei volgere a Dio.
Poi rifugiarmi ancora qui fra le mie corde
dove trova sfogo questo canto mio.
Don’t make this noise
in my mind, o my silence!
Don’t make this noise
with my heart, o my silence,
please…
Nonostante la mia voce e le mie mani,
sento il silenzio urlare forte dentro me!
Nonostante tutti i fremiti di rabbia,
sento la voglia d’ innamorarmi alla follia.
Lei così bella ma lontana dal mio cuore,
lei è la mia stella di cui mai mi scorderò.
È nostalgia quel profumo del suo amore
che non dà pace ancora a questo pianto mio.
Don’t make this noise
in my mind, o my silence!
Don’t make this noise
with my heart, o my silence,
please…
13
Ognuno di noi è un capolavoro della natura.
Perché l’uomo diventasse uomo,
il Tempo ha avuto tutto il Tempo.
L’uomo ha tutto il suo Tempo.
Nella nostra testa ci sono intrecci nervosi
che il Tempo ha saputo costruire col Tempo.
Lentissimamente.
Anche l’uomo per creare un capolavoro ha bisogno di tempo.
Ha bisogno di utilizzare tutti i suoi intrecci neurologici.
E’ un cammino duro, difficile, a volte quasi impossibile.
Poi, basta un attimo
e l’illuminazione esplode, si concretizza, fiorisce.
L’uomo,
che ha un tempo finito,
può illuminarsi se la sua mente diventa buio,
se la mette in pausa.
Solo se è capace di silenzio,
di riflessione angosciosa,
di meditazione difficile,
trova il senso della propria vita.
Allora è capace di creare il suo capolavoro
che è suo
ed appartiene a tutti.
Figlio nostro,
tu ci offri la tua poesia e il tuo canto,
la tua illuminazione,
la tua ricerca interiore.
14
Il nostro fiore
Mario Beccia
Imparerò a cantare per dedicarti una canzone,
una poesia ma che non sia banale.
M’insegnerai a sognare per inventare nuove rime,
sperando nei sorrisi tuoi…
Ma le mie promesse fin ora nascoste
non chiedono d’essere perfetto
ed io mi conosco, solo adesso lo ammetto.
Sono qui per avverare un sogno…
E tu diventerai con questo velo bianco
Come calda neve giù dal cielo
Ed io t’aspetterò così
Fino a chiederti umilmente
di dirmi oggi e sempre questo “sì”!
Imparerò a scusarmi,
non condannare mai i tuoi sbagli,
mettendo amore come fosse un sole.
M’insegnerai a capirti,
a dar valore anche ai difetti,
che servono ancor di più ad amarsi.
Ma non lasceremo mai più tempo a paure
che si hanno quando il sole si nasconde.
Ed io lascerò se vuoi da parte il mio orgoglio
se è questo che fa valere un uomo, davvero!
E tu diventerai con questo velo bianco
Come di un angelo dal cielo
Ed io t’accoglierò quaggiù
Per chiederti umilmente
di dirmi oggi e sempre questo “sì”!
E pregherò che il nostro fiore non appassisca mai,
e lo riparerò dal vento e dai violenti raggi
di un sole che a volte brucia…!
E tu diventerai il mio nuovo firmamento
In un cielo terso anche di giorno
Ed io t’osserverò così
Per dirti finalmente una stella come te
mai ci sarà! …per me…
una stella come te mai ci sarà!
15
Ogni anima ha un propria frequenza di suoni.
E’ il suono della voce a vagare nello spazio infinito.
Diventa un’eco perpetua.
L’eco è il sogno della voce.
Noi diventiamo eco quando non creiamo più suoni.
Se resti in silenzio ascolti l’eco delle voci del silenzio.
Noi siamo impastati di silenzio.
Siamo silenzio precario, infinito,
interrotto della nostra voce.
Siano fatti della sintesi della voce di chi conosciamo
e di infiniti voci sconosciute.
Ci portiamo dentro
la frequenza del suono della nostra anima.
Chi vive nel silenzio interminabile,
porta dentro le nostre voci e noi le sue.
Figlio nostro,
continuiamo ad ascoltare il canto di tutte le anime.
La tua è come acqua di sorgente pura.
La tua melodia è sublime per le nostre anime vocianti e distratte.
16
Non Solo Blues
Mario Beccia
Non ce la faccio più,
questa monotonia
ricalca i sintomi inquieti
di una strana malattia.
Non ce la faccio più,
ma resisterò!
Ricordando a un mondo indifferente
che ci sono anch’io.
Non posso dar per vinti i miei perché,
un’altra via d’uscita c’è:
mi basta solo il blues
a dare forza all’anima.
E non mi basterà
restare accanto a te.
Non ho bisogno di queste accuse,
né di certi falsi alibi.
E non mi basta più
rifugiarmi in te.
Ho bisogno di scontrarmi
ogni giorno con la mia realtà.
Non posso dar per vinti i miei perché,
un’altra via d’uscita c’è:
mi basta solo il blues
a dare forza all’anima.
Non è una soluzione dirsi addio,
una’altra via d’uscita c’è.
Ma non ti accorgi che sei tu
a dare forza all’anima?
Non solo il blues a dare forza all’anima,
non solo blues a dare forza all’anima.
17
Chi ama affonda nel torrente della tristezza.
Eppure si è felici.
Si ama l’altra metà senza sapere il perché.
E’ un mistero.
Si incendia il cuore, la mente e il corpo con un fortuito sguardo.
Senza capire.
La mano tra i capelli, la mano che accarezza, il bacio appassionato,
il corpo che s’incendia.
Si ama.
Si diventa fanciulli quando si ama.
Si diventa invincibili.
Le cellule impazziscono
e il torrente della tristezza ti assale e ti inonda.
Chi ama, vive in una dimensione trascendentale.
E’ sospeso nell’aria.
E’ fuori onda.
L’amore assoluto è egoismo.
L’egoismo è ricerca dell’amore assoluto.
Figlio nostro,
tu sei i nostri infiniti attimi irripetibili di egoismo e di amore.
Tu sei la voglia di vivere che non smette mai.
Sei il nostro diario, sei il breviario della nostra preghiera di vita.
Sei la ricerca continua
tra la nostra immensa gioia
e la nostra infinita tristezza.
18
Ciò che sei
Mario Beccia
Se potessi riaccenderei, riscoprendo quei giorni bui,
mille attimi persi ormai e irripetibili.
Ma poi tra le immagini di questo nostro vecchio film
risento in me quella voglia che ho di rimanere tuo.
Fuoco ancora vivo in me.
Sei tu la mia felicità,
la mia voglia di vivere che non smette mai.
Sei tu in questa realtà
piena di ciò che sei per me.
Se potessi ti stringerei come in quella fotografia
che ha fermato l’istante in cui tu eri accanto a me.
Se poi tra le pagine di questo tuo diario blu
rivedo in te quella forza che hai di rimanere qui:
è fuoco ancora vivo in te!
Sei tu la mia felicità,
la mia voglia di vivere che non smette mai.
Sei tu in questa realtà
piena di ciò che sei per me.
Sei tu la mia fantasia:
il bisogno di scrivere che non smetterà!
Sei tu questa melodia
piena di ciò che sei,
piena di ciò che sei per me.
Sei tu la mia felicità,
la mia voglia di vivere che non smette mai.
Sei tu in questa realtà
piena di ciò che sei per me.
19
La vita ci è data per viverla,
ognuno a proprio modo.
Il buio degli occhi ci è dato
per celebrare la nostra vita tramite gli altri.
Sono i nostri pensieri, le nostre idee ad essere celebrati.
Hanno colori diversi perché sono diversi.
Essi esplodono dentro di noi come i fuochi d’artificio.
Ad intervalli.
I pensieri sono fantasmagorici, sfavillanti.
Come i fuochi d’artificio.
I fuochi pirotecnici sono fatui
e ci incantano.
Si sperdono nel buio della notte
o si dissolvano nella lucentezza del giorno.
I nostri pensieri non sono fuochi fatui.
Sono energia che dilaga
anche senza parlare.
Basta ascoltarli,
mettersi in sintonia.
Figlio nostro,
i tuoi pensieri colorati
sono il tuo percorso sfavillante.
I tuoi pensieri
resistono all’usura delle parole.
La tua convinzione
è il nostro patrimonio.
Le tue idee
sono la nostra energia vitale.
20
Mio Caro Vecchio Blues
Mario Beccia
Mio vecchio Blues, ehi, come va?
Mio vecchio Blues è troppo il tempo sai,
che non ti sento più.
Mio vecchio Blues, ma dove vai?
Mio vecchio Blues ti prego, resta qui
a farmi compagnia.
Ma forse capita anche a te
che qualche lacrima
riscaldi il freddo dentro al cuore tuo,
mio caro vecchio Blues.
Mio vecchio Blues, ma come sei?
Dopo tutto il tempo perso via…
ma tu, tu non cambi mai.
Mio vecchio Blues, ma come fai
a tener duro e a non pianger mai?
Io non ce la farei!
Ma forse capita anche a te
che qualche lacrima
riscaldi il freddo dentro al cuore tuo,
mio caro vecchio Blues.
(parlato - telefonata)
Perché ritorno, sai…
Oh sì, mio caro Blues in MI! Oh, sì…
Segreteria telefonica del signor Blues,
la preghiamo di lasciare un messaggio
dopo il segnale acustico, grazie.
21
Il limite è pensare che la vita sia uno schifo
Il limite è viverla
Il limite è sentirsi indispensabili
Il limite è sentirsi inutili
Il limite è credersi troppo
Il limite è non credersi affatto
Il limite è cadere
Il limite è non cadere
Il limite è esagerare sempre
Il limite è esagerare mai
Il limite è darsi sempre una risposta
Il limite è non darsi mai una risposta
Il limite è andare in depressione
Il limite è avere tanta adrenalina
Il limite è non capire
Il limite è capire
Il limite è non sapere dove andare
Il limite è sapere dover andare
Il limite è avere fretta
Il limite è prendersela con comodo
Il limite è arrabbiarsi con tutti
Il limite è essere sempre sereni.
Il limite è la speranza
Il limite è la delusione
Il limite è la nostra libertà
Il limite è la nostra gabbia
Il limite è credere sempre
il limite è non credere
Il limite è affermarsi con la forza
Il limite è non affermarsi mai
Il limite è correre sempre
Il limite è stare sempre fermi
Il limite esiste
Il limite è non avere un limite.
22
In noi esistono tre sole certezze:
nascere, vivere e morire.
Non abbiamo deciso di essere concepiti.
Hanno deciso.
Siamo stati concepiti per un atto d’amore totale
o per un moto condiviso dei sensi?
Per un atto di violenza
o per desiderio naturale egoistico?
Resterà un enigma.
Siamo nati senza rendercene conto
passando attraverso un sofferto stretto transito.
Tutte le donne hanno pianto di dolore e di gioia al parto.
Tutti noi alla nascita abbiamo gridato.
Il primo nostro vagito è stato un grido.
Quel primo vagito è stato un grido di gioia
o di dolore?
Resterà un enigma.
Siamo dotati di infiniti talenti
e li spendiamo così come siamo capaci di spenderli.
Solo al traguardo finale sapremo chi siamo stati.
Perché viviamo nell’attesa di mettere i nostri pensieri
in standby?
Resterà un enigma.
Tu, figlio nostro,
spendi tutti i tuoi talenti
cantando, suonando,
recitando, organizzando,
inventando, musicando, …poetando.
23
Sei diventato zio.
Auguri zio Mario.
Ti chiameremo zio Mario d’ora in poi.
Quanto sei contento della nascita di Michele?
Non sei mai stato un grande parolaio.
Sei un paroliere.
Tu esprimi i tuoi stati d’animo coi versi
che ti sgorgano semplici e di getto.
La semplicità è una parte dell’ingenuità.
L’altra appartiene allo stupore, alla meraviglia.
Abbiamo pensato di farti una sorpresa
nel giorno del tuo compleanno.
Vogliamo farti riascoltare
la registrazione di una delle tre tue ninnannanne.
Non essere timido.
Ci piace quella dove canti da solo.
Devo dirti che la tonalità è un po’ bassa.
Ascoltiamola insieme.
24
Figlio nostro
Figlio nostro, figlio di franco viso,
figlio nostro, figlio di schietto sorriso,
figlio nostro, figlio di giovane tormento,
figlio nostro, figlio del firmamento,
figlio nostro, figlio dolce e folle,
figlio nostro, figlio di antico colle,
figlio nostro, figlio senza simiglianza,
figlio nostro, figlio di inveterata disianza,
figlio nostro, figlio d’insonnie feconde,
figlio nostro, figlio di noti cupe e gioconde,
figlio nostro, figlio di malinconia,
figlio nostro, figlio di notti in sua balia,
figlio nostro, figlio di tanto pianto,
figlio nostro, figlio di tutto incanto,
figlio nostro, figlio sempre in ritardo,
figlio nostro, figlio di enigmatico sguardo
figlio nostro, figlio di sorriso ammiccante,
figlio nostro, figlio di commedia brillante,
figlio nostro, figlio del dire e del fare,
figlio nostro, figlio di tutto cantare,
figlio nostro, figlio di albe e tramonti,
figlio nostro, figlio di sogni profondi,
figlio nostro, figlio di parole e canti,
figlio nostro, figlio di pensieri giganti,
figlio nostro, figlio di nostri pensieri,
figlio nostro, figlio di domani e di ieri,
figlio nostro, figlio bello e giocondo,
figlio nostro, figlio dal pensiero rotondo,
figlio nostro, figlio di fine lepidezza,
figlio nostro, figlio di giovanile ebrezza,
figlio nostro, figlio di canti d’amore,
figlio nostro, figlio di pene del cuore,
figlio nostro, figlio del nostro cuore,
figlio nostro, figlio di tutto cuore,
figlio nostro, figlio dallo sguardo lontano,
figlio nostro, tu ci prendi per mano.
25
Voce solista:
Canta anima mia,
il mio corpo
è già polvere di creta
e la fatica del liuto
hai già dimenticato.
Qui i suoni
sono silenzi interminabili
e il buio è luce senza fine.
Canta anima mia,
il tuo sogno
è appena iniziato.
(Ognuno accenderà una torcia elettrica )
Tutti in coro: Buon compleanno Mario
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Stampato in proprio da “La Melagranata”
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