Isaac Newton la vita e le scoperte
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Isaac Newton la vita e le scoperte
Isaac Newton la vita e le scoperte Isaac Newton, il padre della legge di gravità, non ebbe un’infanzia felice: il padre, di umili origini, morì prima della sua nascita e tre anni dopo la madre lo lasciò con i nonni per risposarsi con un pastore anglicano. Traumi infantili e conseguente inquietudine caratteriale non gli impedirono però di dedicarsi e coltivare molteplici interessi, soprattutto le scienze matematiche, che lo fecero diventare uno dei più grandi scienziati di tutto il mondo illuminista. Isaac Newton, ritratto di Kneller, 1702, olio su tela La vita di Isaac Newton Isaac Newton nacque nel 1642 in Inghilterra e, a 19 anni, si iscrisse all’Università di Cambridge ed entrò al Trinity College, ma per pagarsi la retta si adattò anche a fare da cameriere-valletto per i compagni più ricchi. Nei suoi anni da studente in quell’università si applicò con passione allo studio delle scienze matematiche e, al termine degli studi, divenne pure professore. Nel 1672 entrò nella Royal Society, un’istituzione londinese che riuniva tutti i principali scienziati inglesi. Isaac Newton non tollerava le critiche al proprio lavoro, al punto che lasciò la Royal Society a causa di un acceso diverbio con Robert Hooke, per poi ritornare solo nell’anno della sua morte. Decenni d’inimicizia e la morte del collega non bastarono a placare il suo rancore, al punto che si affrettò a cancellare ogni traccia del lavoro di Hooke alla Royal Society ed eliminò persino i suoi ritratti. Le antiche ferite dell’infanzia non gli lasciavano tregua. Non si sottraeva, anzi probabilmente cercava esperimenti rischiosi per la propria incolumità fisica, come quando guardò fisso il Sole con un occhio tanto a lungo che dovette trascorrere diversi giorni al buio per riprendersi. Nell’estate del 1693 ebbe gravi problemi di salute, al punto che per quindici giorni non dormì più di un’ora per notte e, per altri cinque non dormì affatto; in quei giorni, in preda a delirio scrisse lettere a suoi conoscenti dove li accusava di averlo coinvolto in faccende torbide ed augurava loro la morte; pare che la causa dell’attacco di follia fosse un avvelenamento da mercurio, sostanza che Newton usava spesso nei suoi esperimenti. Isaac Newton era uno scienziato, ma anche un uomo profondamente religioso ed interessato agli studi teologici. Il suo pensiero scientifico non era disgiunto da quello religioso, in quanto presupponeva l’esistenza di un Dio che aveva stabilito le leggi del mondo; Newton si riteneva uno scienziato che andava a scoprire le leggi del mondo attraverso gli indizi seminati da Dio. Frontespizio saggio sulla gravitazione universale di Isaac Newton, Principia Dopo la pubblicazione del suo saggio più famoso, Principia, Newton godette dei vantaggi del successo: nel 1689 fu eletto deputato nel Parlamento inglese, nel 1696 assunse la direzione della Zecca Reale, nel 1703 fu eletto presidente della Royal Society e, nell’ultima fase della sua vita, aveva cospicue entrate. Isaac Newton morì a Londra nel 1727 e la sua tomba è custodita nell’Abbazia di Westminster, dove riposano i grandi protagonisti inglesi della storia. Tomba di Abbazia Newton, di Westminster, Londra Le scoperte di Isaac Newton Le scoperte epocali di Newton riguardano la teoria sulla natura della luce e dei colori e la legge della gravità. Furono una serie di esperimenti realizzati con i prismi, a portare Newton alla conclusione che i colori erano proprietà della luce stessa e che la luce bianca non era altro che la combinazione di raggi luminosi di diversi colori; in precedenza, Cartesio e Huygens credevano che la luce propriamente detta fosse bianca e che i colori fossero proprietà dei materiali sui quali incideva la luce. La legge della gravità, invece, nasce dall’applicazione delle scienze matematiche ai problemi della meccanica, in particolare al movimento dei pianeti nel sistema solare. Newton dimostrò l‘ipotesi di Cartesio sulle orbite ellittiche dei pianeti intorno al Sole attraverso un calcolo matematico. Newton immaginò che vi fosse una forza che univa il Sole a ciascuno dei pianeti e che tale forza li attraesse in modo da costringerli a ruotare descrivendo ellissi. Newton calcolò che tale forza è proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza; il risultato di tale azione di forza applicato ail sistema solare consisteva in una traiettoria ellittica dei pianeti intorno al Sole. Newton arrivò anche alla conclusione che tale forza di attrazione è universale: le male cadono in verticale per la stessa causa per la quale si muovono i pianeti. Il lavoro di Newton sulla gravità venne pubblicato nel 1687 con il titolo di Principia, ma su insistenza dell’amico e collega Edmond Halley perché l’autore, per paura delle critiche, aveva persino pensato di distruggere. Isaac Newton è stato un grande ed inquieto protagonista del mondo illuminista del XVII-XVIII secolo. Cinzia Malaguti Bibliografia: Storica NG nr. 87 A. J. Duran, Newton: la legge della gravitazione universale, Barcellona, RBA, 2013 P. Casini, Newton e la coscienza europea, Bologna, Il Mulino, 1984