“IL MOSCATI” Mensile di Informazione
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“IL MOSCATI” Mensile di Informazione
angolo dello svago Comunità Parrocchiale S. Giuseppe Moscati Sottrazioni successive 1, 3, 2, 6, 3, 1, 5 “IL MOSCATI” Mensile di Informazione Parrocchiale A cura di una commissione del Consiglio Pastorale Anno: II Editoriale…. Date il nome ad ogni figura e sottraete tutte le lettere indicate. Quelle restanti dopo il segno meno vanno opportunamente sottratte nell'ordine dai nomi delle figure che precedono tale segno. 20 Mese Marzo di Pino Solo tre mesi sono passati dal secondo numero dell’anno 2007, “quello natalizio”, e già ci ritroviamo qui in stampa con questo secondo numero del nuovo anno, quello “pasquale”. E si perché il calendario quest’anno ha previsto una Pasqua “precoce”, a dispetto della tradizione, nonostante il tempo sia stato breve, siamo riusciti ugualmente a completare la rivista parrocchiale. Eccoci di nuovo a raccontarvi gli avvenimenti della nostra comunità e del mondo che ci circonda. In questo numero: Ci siamo interrogati, e sono state poste riflessioni sulla questione delle fecondazione “medicalmente” assistita, ovvero sulla possibilità di diventare genitore “per forza”. “Semplicemente catechista” Una breve riflessione sull’importante lavoro della catechesi. Aspettando la Santa Pasqua l’importanza di questa celebrazione eucaristica e i suoi aspetti fondamentali. La lettera di don Paolo sulla visita alle famiglie. Segue il racconto di Santa Rita da Cascia. Le voci dell’oratorio con i loro racconti, riprendiamo le testimonianze del viaggio a Lourdes, il racconto del mese. La riflessione di una volontaria della Caritas sul (servizio docce). Una nuova rubrica dedicata all’arte culinaria, questo mese visto l’avvicinarsi della Pasqua una ricetta tradizionale la colomba pasquale. Non può mancare la pagina dello svago, e altro ancora. Questa rivista e in edizione “straordinaria” per la Santa Pasqua. Auguri a Tutti N° 02 IN QUESTO NUMERO Editoriale Pag. 1 Calendario marzo Pag. 2/3 Aspettando Pag. 4 Pasqua Ritiro Primavera 08 Pag. 5 L’angolo della Pag. 6 cucina Il racconto del Pag. 7 mese Giornata Pag. 8 comunitaria La parola del Pag. 9 Signore Lettera del parroco Pag. 10/11 Famiglia e figli Pag. 12/13 Santa Rita da Pag. 14/15 Cascia Vita in parrocchia Pag. 16/17 Voci dall’oratorio Pag. 18/19 Lo svago Pag. 20 La Redazione: Responsabile: Giuseppe Fiorenza Redattori: Simona Merlini – Alessandro Graziano – Giulia RuggieriCollaboratori: don Paolo Salvini don François Mushinzi Bakunda info: 06/7215571 ℡ sito Web: sgm.dyndns.info mail:[email protected] 1 VOCI DALL’ORATORIO Comunità parrocchiale San Giuseppe Moscati Marzo 2008 Tokio Hotel Story Appuntamenti che riguardano la Comunità GIORNATA COMUNITARIA COMUNICAZIONE 2008 CON IL VESCOVO: FAMIGLIA E Domenica 2 marzo passiamo insieme la giornata per sintonizzarci nel nostro cammino comunitario. Quest’anno dedichiamo la giornata al lavoro pastorale che ci aspetta nei prossimi anni che riguarda particolarmente la famiglia e la comunicazione. Sarà presente anche il nostro vescovo Luigi Moretti. Iniziamo con la celebrazione delle 10, nella quale presentiamo alla comunità i fidanzati che si preparano a celebrare il loro matrimonio, e stiamo insieme fino alle 18,30. RITIRO Da venerdì 7 marzo alle ore 18,00 a domenica 9 alle ore 19,00 a Galloro (Ariccia) ritiro guidato dal padre Ugo Mesini. È un occasione per scoprire la preghiera prolungata. SETTIMANA DELLA RICONCILIAZIONE Lunedì 10 alle ore 19,00 entriamo nello spirito della settimana con una celebrazione penitenziale per tutti gli adulti della comunità. (Nel mese di marzo sostituisce l’appuntamento mensile del giovedì.) H anno appena 17 anni in media e col singolo "Monsoon" stanno facendo impazzire i tedeschi e ora anche gli italiani. Bill Kaulitz è il vocalist e anche la vera star con un look ispirato a David Bowie anche se smentisce. Hanno iniziato cantando ai matrimoni. Gli altri membri della band sono Tom Kaulitz (alla chitarra), Georg Listing (basso) e Gustav Schafer (alla batteria). I quattro ragazzi sono già delle star in Germania. I due album "Schrei" e "Zimmer 483", pubblicato di recente sono schizzati al numero 1 nelle classifiche e così pure 4 singoli. L'attenzione è tutta sul cantante Bill e il chitarrista Tom (gemelli nella vita) con una filosofia potente che invita a lottare per i propri sogni. Da quando hanno firmato un contratto discografico con Universal nel maggio 2005, i Tokyo Hotel hanno venduto quasi tre milioni di album e dvd nella sola Germania. "Scream" è il loro nuovo disco che comprende il meglio di "Schrei" e "Zimmer 483" per un totale di 12 brani.Con una veste grafica modificata e nuove registrazioni in inglese, sette brani dall’album di debutto hanno dovuto essere modficati in tre chiavi più basse per Bill siccome aveva soli 13 anni quando li ha cantati la prima volta. Francesca F. Tutti i giorni da martedì 11 a sabato15 dalle ore 10,00 alle 12,00 e dalle 16,00 alle 20,00 c’è per ciascuno la possibilità di celebrare la Riconciliazione. Domenica delle Palme 16 nelle celebrazioni dell’Eucaristia ringraziamo per il perdono ricevuto durante la settimana. In questa settimana tutti i gruppi sono invitati a sospendere gli incontri per lasciare spazio alla celebrazione della Riconciliazione. I gruppi di catechesi dell’iniziazione cristiana invece sostituiranno l’incontro abituale con celebrazioni penitenziali adatte ai ragazzi. OSPITI DAL SALVADOR Da mercoledì 12 a mercoledì 2 aprile saranno ospiti della nostra comunità Gregorio e Myriam della nostra comunità sorella Los Naranjos e Anita di CEBES che già ci visitò due anni fa. In queste tre settimane vivranno con noi la settimana santa e le celebrazioni per Monsignor Romero. Parteciperanno anche a diversi incontri di gruppi che si sono coinvolti nello scambio fraterno. Di seguito in questo calendario trovate alcuni appuntamenti comunitari a cui parteciperanno. 19 Mercoledì 12 alle ore 19,30 benvenuto ai nostri ospiti 2 VOCI DALL’ORATORIO Eragon e Eldest:un bel libro vale più di un film incompleto Ultimamente ho letto dei libri molto belli: Eragon ed Eldest. La storia del primo libro parla di un ragazzo che trova un uovo di drago,uno degli ultimi 3 draghi rimasti sulla terra (due sono ancora chiusi nell’ uovo e uno invece appartiene a Galbatorix, il cattivo).Quando l’uovo si schiude Eragon, il ragazzo, diventa il suo compagno:un cavaliere dei draghi.Un legame indissolubile li legherà per sempre. Un vecchio cavaliere,Brom, decide di insegnare a Eragon l’arte del combattimento. Durante il cammino questi due cavalieri, accompagnati dal drago, ormai cresciuto, Saphira, affronteranno mille avventure, combattendo orchetti, infiltrandosi nelle città nemiche e andando ad aiutare i ribelli Vrden contro Galbatorix. Nel 2005 hanno trasposto questo libro al cinema….dalla curiosità sono andato subito a vederlo…ma sono rimasto deluso in particolar modo dalla storia, perché alcuni pezzi sono da un’altra parte ( ad esempio, Brom viene ucciso da i Ra’zac, non da Durza)e anche da “piccoli” particolari”come ad esempio la voce femminile di Saphira ( è femmina, ma è sempre un drago). Eldest parla invece degli allenamenti di riabilitazione e di rafforzamento di Eragon. In questo libro il protagonista è costretto a dure prove e ad enormi sforzi, sia mentali che fisici. Alla fine però riesce a diventare più forte nelle arti magiche è in quelle di combattimento ( diventa pure elfo durante una festa). All’ultima battaglia Eragon scopre a suo malgrado che il secondo uovo è stato schiuso e che ora l’esercito imperiale ha a disposizione due cavalieri di draghi. Ora, in attesa del secondo film e del terzo libro, consiglio a tutti di leggere questi racconti, perché sono belli, ma anche perché così potrete capire tutte le vicende che mancano al film. Gianmarco M. appuntamenti che riguardano la Comunità ALLA SCOPERTA DEL MONDO: SERATA SALVADOR Sabato 15 alle ore 20,00 cena e serata di racconti di amici salvadoregni per conoscere qualcosa delle loro terra e capire di più la situazione di questo nostro mondo. SETTIMANA SANTA Da domenica 16 a domenica 23: pubblicheremo presto un volantino a parte. CELEBRAZIONI PER IL 28° ANNIVERSARIO DEL MARTIRIO MONSIGNOR ROMERO E IL 25° DI MARIANELLA GARCIA Venerdì 28 alle ore 19,00 celebrazione ecumenica a San Marcello al Corso. Sabato 29 alle ore 18,30 celebrazione eucaristica presieduta da Monsignor Demetrio Valentini (presidente della Caritas brasiliana) a San Lino alla Pineta Sacchetti. BATTESIMO La Veglia di Pasqua sabato 22 e domenica 30 alle ore 17,00 sono le date previste per la celebrazione del battesimo, ma al momento in cui esce il calendario non abbiamo notizia di nessun battesimo. CENA DI SALUTO DEI SALVADOREGNI Domenica 30 alle ore 20,00 salutiamo con una cena gli amici che sono stati con noi tre settimane. RACCOLTA CONTRIBUTI PER LA MESSA A NORMA DEGLI IMPIANTI DELLA PARROCCHIA Domenica 30 in sacrestia dopo tutte le messe festive (anche del sabato sera) raccogliamo i contributi di coloro che continuano a sostenere il progetto. IL GIOVEDÌ Dalle 16,00 alle 20,00 i presbiteri sono a disposizione per la celebrazione della Riconciliazione e per l’accompagnamento spirituale. P.S. Appuntamento dei gruppi . il calendario è in Chiesa sopra i tavolini. 18 3 Aspettando la santa pasqua CRISTO RISORTO Anche quest’anno, ci stiamo avvicinando speditamente alla celebrazione della Pasqua del Signore. Sembra proprio ieri quando con l’austera celebrazione delle Ceneri, abbiamo iniziato questa Quaresima, segno di conversione e di una più viva unione, con il Cristo Crocifisso e Risorto, nei veri cristiani cioè in coloro che, con cuore libero e sincero, vogliono seguire veramente il Signore Gesù, ed essere annoverati tra i suoi discepoli, la Quaresima è una tappa importantissima da vivere aldilà delle tradizioni e delle usanze che lungo il corso dei secoli, si sono appiccicate alla celebrazione della Quaresima. A mio avviso il punto importante da riscoprire, è una rinnovata comunione con il Signore, una rinascita della fede che non tramonta mai ed una rinnovata giovinezza dello spirito. Però tutto questo non è un fatto magico, esige la cooperazione e la collaborazione della persona , e della comunità. A questo punto è quasi necessario ripetere la celebre frase di San Francesco di Sales: “Pregare come se tutto dipende da Dio, agire come se tutto dipende da noi”. Quindi, il Signore non violenta la nostra coscienza, il suo è un invito, dolce e soave, a seguirlo perché noi possiamo essere felici. Dio che è Sommo Bene e Onniscienza Infinita, sa che senza di Lui siamo infelici e quella felicità che il cuore umano desidera, senza Gesù non si potrà mai realizzare. Egli stesso ce lo ripete spesso nel Vangelo, sia con discorsi chiari ed aperti: ”Io sono la vite, voi i tralci , chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”. (cfr Gv 15,5). Potremmo citare anche il Vangelo Quando Gesù dice alla samaritana: “Chiunque beve di quest’acqua (intesa in senso materiale) avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà più sete….” (cfr Gv 4,13-14). Secondo me, oggi il vero problema della chiesa, sia a livello individuale sia a livello di comunità cristiane, è che non c’è una conversione sincera al Vangelo; non sono, infatti i vari convegni, le tavole rotonde o quadratiche possono salvare la chiesa da un lenta agonia e da una morte spirituale. “Se uno è in Cristo è una creatura nuova, le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Ricordatevi che vivere è missione, è dovere, è dolore! Ognuno di noi deve avere il suo posto di combattimento. S.G.MOSCATI 4 La riflessione di una volontaria del servizio docce,di Claudia Berti interessante, così la giudico io. Ma forse mi lascio trascinare troppo spesso dalla pesantezza del negativo, dimenticando di lasciarmi sollevare dalla leggerezza del positivo: i piccoli gesti, le parole, i sorrisi di questi fratelli. Eh sì, che ci crediamo o no, anche loro sono nostri fratelli, figli di Dio. C’è del buono in noi tutti, perché tutti veniamo dallo stesso Padre, che è buono. Forse molti di noi non sanno di avere dentro questa bontà, o l’anno dimenticata, a causa del tipo di vita in cui sono nati o in cui si sono ritrovati ad un certo momento. Chi è un po’ più cosciente della propria bontà interiore forse può aiutarli. È difficile, difficilissimo. Certe volte io stessa, che mi sono dedicata al servizio, ho mandato a quel paese alcuni di loro. Ma io sono una. Magari, se ci fosse una collaborazione di carattere generale, la situazione sarebbe un po’ meno pesante. Intendo dire che forse l’attenzione agli emarginati non dovrebbe essere solo quella della Caritas, ma dell’intera comunità parrocchiale, di tutto il quartiere, e così dovrebbe essere in ogni quartiere. Andando a stringere, credo che dovremmo sforzarci di più un po’ tutti nel cercare il contatto con questi cosiddetti stranieri, anche se non ci va perché non ci piacciono, perché puzzano e sono sporchi o perché strillano. Da soli sicuramente è più difficile; tutti insieme forse potremmo riuscire a sbloccare una situazione di cui non facciamo che lamentarci, anche solo mentalmente; e mi ci metto anche io. Porsi muro a muro sicuramente non può essere la soluzione, perché porta solo inimicizia. Se siamo veramente cristiani, dobbiamo agire come tali: non disfarci di questi fratelli, rispedendoli da dove sono venuti, ma accogliendoli tra noi ed aiutandoli a trovare, o ritrovare, la serenità dell’anima, anche se già noi siamo pieni di problemi, che poi spesso sono solo nella nostra testa. Ma a questo punto la domanda è: possiamo veramente definirci cristiani? Tutto questo mi butta giù. Man ho anche voglia di capire. Perché molte di queste persone si comportano in questo modo? È il loro carattere che è pessimo o sono talmente avvelenate con la vita da aver dimenticato la bontà, la gentilezza? Devo ammetterlo, non è sempre così come ho appena detto. Tante volte mi sono sentita dire anche “grazie” o chiedere le cose con educazione. Qualcuno mi ha anche fatto affettuosamente una carezza sul viso. Tutti questi elementi, positivi e negativi, si fondono e creano un’esperienza interessante, così la giudico io. Ma forse mi lascio trascinare troppo spesso dalla pesantezza del negativo, dimenticando di lasciarmi sollevare dalla leggerezza del positivo: i piccoli gesti, le parole, i sorrisi di questi fratelli. Eh sì, che ci crediamo o no, anche loro sono nostri fratelli, figli di Dio. C’è del buono in noi tutti, perché tutti veniamo dallo stesso Padre, che è buono. 17 La riflessione di una volontaria del servizio docce,di Claudia Berti che una delle attività più difficili da svolgere nell’ambito della parrocchia sia il servizio accoglienza e docce. Ho dato la mia disponibilità a questo servizio per quasi due anni, durante i quali ho ricevuto diverse impressioni. L’organizzazione è apparentemente semplice: si deve segnare su un registro l’entrata degli ospiti, che devono essere muniti di numero (i numeri vengono distribuiti la mattina); si offre loro qualcosa da mangiare, un cambio di vestiti e si fa un po’ di conversazione per conoscerli, capire le loro situazioni e magari fare anche due risate, nonostante i problemi. È davvero impressionante vedere come queste persone riescano ad avere sempre il sorriso sulle labbra, la voglia di scherzare, pur vivendo in condizioni di povertà. Perfino i loro bambini sono sempre contenti, potrei dire quasi più vispi di un bambino che vive una vita “comune”. Provo una bella sensazione quando questi amici “stranieri” parlano con me, mi chiedono cosa faccio, se studio, cosa farò dopo gli studi. A volte si parla anche semplicemente del tempo, bello, brutto, nuvoloso, ecc. In quei momenti mi sento vicino a loro, come se non esistessero più le barriere del pregiudizio. Con alcuni si è instaurato anche un rapporto un po’ più confidenziale, una sorta di abitualità che quasi mi fa dimenticare la loro condizione; come se non ricordassi che, dopo il nostro incontro, quando io tornerò a casa, loro torneranno in una baracca o in un tubo. Per altri versi, ho potuto constatare come i nostri amici senza-tetto siano difficili. All’interno del servizio docce ho svolto tutti i ruoli, e posso dire in effetti che: quando preparavo da mangiare e da bere, alcuni di loro, forse i più impazienti, sembravano comandarmi a bacchetta, quasi come se pretendessero il servizio; quando distribuivo i vestiti, difficilmente riuscivo ad accontentarli, ad eccezione di qualcuno; quando aprivo il cancello e segnavo le entrate sul registro, molti se ne approfittavano ed entravano senza numero, oppure tentavano di passare avanti agli altri, o non capivano che se facevo una cosa non potevo farne un’altra. In questi casi mi chiedo: dov’è l’umiltà? Voglio dire: se hai fame, ti accontenti di quello che c’è e aspetti con pazienza. Se hai freddo, ti copri con qualsiasi cosa. E dal momento che stai usufruendo di un servizio, non ti comporti da prepotente. Tutto questo mi butta giù. Man ho anche voglia di capire. Perché molte di queste persone si comportano in questo modo? È il loro carattere che è pessimo o sono talmente avvelenate con la vita da aver dimenticato la bontà, la gentilezza? Devo ammetterlo, non è sempre così come ho appena detto. Tante volte mi sono sentita dire anche “grazie” o chiedere le cose con educazione. Qualcuno mi ha anche fatto affettuosamente una carezza sul viso. Tutti questi elementi, positivi e negativi, si fondono e creano un’esperienza RITIRO DI PRIMAVERA 2008 Credo Circa otto giorni dopo questi discorsi Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare (Luca 9, 28) Quando? L’appuntamento per la partenza è in parrocchia venerdì 7 marzo alle ore 18,00. Il rientro è previsto domenica 9 marzo alle ore 19,00. Per vivere bene questo ritiro a tutti i partecipanti è richiesta la presenza dall’inizio alla fine. Quanto costa? I padri chiedono 80 € per ospitarci due giorni. La comunità parrocchiale sostiene chi intende partecipare contribuendo con 20 € a persona, o anche più, per permettere a chiunque lo desidera di partecipare. Dove? Ad Galloro - Ariccia nella Casa Sacro Cuore dei Gesuiti a Via Appia Nuova, 54 (km 27,500). Da Cinecittà Est sono circa venti chilometri. Si arriva con l’Appia ad Ariccia. Passata la piazza storica, si va avanti per meno di un chilometro. La casa è sulla destra, poco prima di un grande distributore di benzina. Andremo con le automobili di alcuni dei partecipanti Chi ci guida? Ugo Mesini, un Padre gesuita che fa parte della comunità che ci ospita. Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio. S.G.MOSCATI 5 16 Come faccio per aderire? Iscriviti in segreteria parrocchiale il prima possibile (per facilitare chi deve organizzare) e non oltre domenica 2 marzo. È gradito un anticipo di 30 €. L’angolo della cucina COLOMBA DI SFOGLIA E CONFETTINI Ingredienti per 8 persone DA FARE QUALCHE ORA PRIMA pasta sfoglia surgelata 600 g tuorlo 1 panna liquida 500 ml zucchero a velo 100 g fragole 400 g miele 2 cucchiai confettini colorati farina 2 cucchiai burro 2 cucchiai Lasciate scongelare la pasta 60 minuti a temperatura ambiente, mettetela sul piano di lavoro, stendetela con il matterello tirandola allo spessore di ½ cm., per stenderla meglio ed evitare che la pasta si attacchi, infarinate sia il piano di lavoro sia il matterello, ritagliate da un cartoncino una sagoma a forma di colomba di 30 cm di lunghezza, appoggiate la sagoma sulla sfoglia e aiutandovi con un coltellino a punta, ritagliate la pasta seguendo il contorno della sagoma. Imburrate una placca e appoggiate sopra la colomba di sfoglia, sbattete il tuorlo 30 secondi , insieme a un cucchiaio d’acqua e spalmatelo sulla superficie della colomba. Mettete la placca in frigo per 20 minuti, scaldate il forno a 200°, cuocete la colomba per 25 minuti, quando risulta gonfia e dorata, togliete la placca dal forno e lasciatela completamente raffreddare RADICI BIBLICHE Secondo la bibbia fu proprio una colomba, con un ramoscello di ulivo nel becco, a tornare da noè dopo il diluvio universale, per testimoniare l’avvenuta riconciliazione fra dio e il suo popolo Da fare all’ultimo momento: Tagliate la colomba in due metà in orizzontale, tagliate le fragole in grossi pezzi, versate la panna in una ciotola fredda, unite lo zucchero e montatela in 10 minuti con la frusta a mano oppure in 5 con quella elettrica. Riempite con la panna una tasca da pasticceria munita di bocchetta a stella, ricoprite di panna la metà inferiore della colomba, facendola cadere dalla tasca, sistemate i pezzi di fragola sulla panna cercando di distribuirli in modo regolare, coprite la parte inferiore della colomba con quella superiore cercando di farle combaciare perfettamente, spennellate il miele sulla superficie della colomba e distribuite sopra i confettini, trasferite la preparazione su un piatto da portata, e servitelo. IDEA GOLOSA: arricchite il ripieno spolverizzando sulla panna, prima di sistemare le fragole, 40 g di cioccolato fondente grattugiato. VITA DI SANTI nel giorno della sua festa questi fiori vengono benedetti e distribuiti ai fedeli. Il 22 maggio 1447 Rita si spense, mentre le campane da sole suonavano a festa, annunciando la sua ‘nascita’ al cielo. Si narra che il giorno dei funerali, quando ormai si era sparsa la voce dei miracoli attorno al suo corpo, comparvero delle api nere che si annidarono nelle mura del convento e ancora oggi sono lì; sono api che non hanno un alveare, non fanno miele e da cinque secoli si riproducono fra quelle mura. Per singolare privilegio il corpo di Santa Rita non fu mai sepolto, in qualche modo trattato secondo le tecniche di allora, fu deposto in una cassa di cipresso andata poi persa in un incendio, per cui il corpo, miracolosamente rimasto indenne, fu posto in un artistico sarcofago ligneo, opera di Cesco Barbari, un falegname di Cascia risanato per intercessione della santa e a lei devoto. Sul sarcofago ci sono vari dipinti di Antonio da Norcia (1457): sul coperchio è dipinta la santa in abito agostiniano, stesa nel sonno della morte sopra un drappo stellato; il sarcofago è oggi conservato nella nuova basilica di Cascia costruita negli anni 1937-1947 . Il corpo, incorrotto, riposa in un’urna trasparente, esposto alla venerazione degli innumerevoli fedeli, nella cappella a lei dedicata. Accanto al cuscino è dipinta una lunga iscrizione metrica che accenna alla vita della “Gemma dell’Umbria”, al suo amore per la Croce e a episodi della sua vita di monaca santa; l’epitaffio è in antico umbro ed è di grande interesse quindi per conoscere il profilo spirituale di S. Rita. 6 15 Il corpo, rimasto prodigiosamente incorrotto , appare come quello di una persona morta da poco e non presenta sulla fronte la famosa piaga della spina, che si era rimarginata inspiegabilmente dopo la morte. Tutto ciò è documentato nelle relazioni mediche effettuate durante il processo per la beatificazione, avvenuta nel 1627 con papa Urbano VIII; il culto proseguì ininterrotto per la santa chiamata “la Rosa di Roccaporena”; il 24 maggio 1900 papa Leone XIII la canonizzò solennemente. Al suo nome vennero intitolate tante iniziative assistenziali, monasteri, chiese in tutto il mondo; è sorta anche una pia unione denominata “Opera di S. Rita” preposta al culto della santa, alla sua conoscenza, ai continui pellegrinaggi e fra le tante sue realizzazioni. Ad Essa si deve anche la realizzazioni della cappella nella casa della Santa e della cappella del “Sacro Scoglio” dove pregava. Santa Rita da Cascia VITA DI SANTI RACCONTO DEL MESE SANTA RITA DA CASCIA (SEGUE) P er la tradizione, l’entrata di Santa Rita nel Monastero avvenne con un fatto miracoloso: una notte, Rita come al solito, si era recata a pregare sullo “Scoglio” (specie di sperone di montagna che s’innalza per un centinaio di metri al disopra del villaggio di Roccaporena), qui ebbe la visione dei suoi tre santi protettori già citati, che la trasportarono a Cascia, introducendola nel monastero quando le suore la videro in orazione nel loro coro, nonostante tutte le porte chiuse, convinte dal prodigio e dal suo sorriso, l’accolsero fra loro, Rita aveva circa trent’anni e benché fosse illetterata, fu ammessa fra le monache coriste, cioè quelle suore che sapendo leggere potevano recitare l’Ufficio divino, ma evidentemente per Rita fu fatta un’eccezione, sostituendo l’ufficio divino con altre orazioni. La nuova suora s’inserì nella comunità conducendo una vita di esemplare santità, praticando carità e pietà e tante penitenze, ed in breve suscitò l’ammirazione delle consorelle. Devotissima alla Passione di Cristo, desiderò di condividerne i dolori e questo costituì il tema principale delle sue meditazioni e preghiere. Gesù l’esaudì e un giorno nel 1432, mentre era in contemplazione davanti al Crocifisso, sentì una spina della corona del Cristo conficcarsi nella fronte, producendole una profonda piaga che poi divenne purulenta e putrescente, costringendola ad una continua segregazione. La ferita scomparve soltanto in occasione di un suo pellegrinaggio a Roma, fatto per perorare la causa di canonizzazione di San Nicola da Tolentino, sospesa dal secolo precedente; ciò le permise di circolare fra la gente. Si era talmente immedesimata nella Croce, che visse nella sofferenza gli ultimi quindici anni, logorata dalle fatiche, dalle sofferenze, ma anche dai digiuni e dall’uso dei flagelli, che erano tanti e di varie specie; negli ultimi quattro anni si cibava così poco, che forse la Comunione eucaristica era il suo unico sostentamento per cui era costretta a restare coricata sul suo giaciglio. In questa fase finale della sua vita, avvenne un altro prodigio: essendo immobile a letto, ricevette la visita di una parente che nel congedarsi le chiese se desiderava qualcosa della sua casa di Roccaporena e Rita rispose che le sarebbe piaciuto avere una rosa dall’orto, ma la parente obiettò che si era in pieno inverno e quindi ciò non era possibile, ma Rita insistette. Tornata a Roccaporena la parente si recò nell’orticello e in mezzo ad un rosaio vide una bella rosa sbocciata, stupita, la colse e la portò da Rita la quale, ringraziando, la consegnò alle meravigliate consorelle. Così la santa vedova, madre, suora, divenne la santa della ‘Spina’ e la santa della ‘Rosa’; 14 IL NARRATORE C’era una volta un narratore, viveva povero, ma senza preoccupazioni, felice di niente, con la testa sempre piena di sogni. Ma il mondo intorno gli pareva grigio, brutale , arido di cuore, malato d’anima, e ne soffriva. Un mattino, mentre attraversava la piazza assolata ebbe un’idea. “E se raccontassi delle storie alle persone? Potrei raccontare il sapore della bontà e dell’amore, le porterei sicuramente alla felicità”. Salì su una panchina e cominciò a raccontare ad alta voce. Anziani, donne e bambini, si fermarono un attimo ad ascoltarlo, poi si voltarono e proseguirono per la loro strada. Il narratore, ben sapendo che non si può cambiare il mondo in un giorno non si scoraggòl giorno dopo tornò nel medesimo luogo e di nuovo lanciò al vento le più commoventi parole del suo cuore. Il giorno dopo, si fermò ancora della gente ma molto meno dei giorni precedenti. Qualcuno rise di lui, altri lo trattarono da pazzo, ma lui imperterrito continuò a narrare. Ostinato tornò ogni giorno nella piazza per parlare alla gente, offrire i suoi racconti di amore e di meraviglia, ma i curiosi si fecero rari, e ben presto si ritrovò a parlare solo alle nubi e alle ombre frettolose dei passanti che lo sfioravano appena, ma non rinunciò. Scoprì che non sapeva e non desiderava fare altro che raccontare le sue storie, anche se non interessavano a nessuno. Cominciò a narrarle ad occhi chiusi, per il solo piacere di sentirle, senza preoccuparsi d i essere ascoltato, la gente lo lasciò solo dietro le palpebre chiuse. Passarono così degli anni. Una sera d’inverno, mentre raccontava una storia prodigiosa nel crepuscolo indifferente, sentì che qualcuno lo tirava per la manica, aprì gli occhi e vide un ragazzo, che gli fece una smorfia beffarda:” non vedi che nessuno ti ascolta, non ti ha mai ascoltato e non ti ascolterà mai? Perché diavolo vuoi perdere così il tuo tempo?””Amo i miei simili” rispose il narratore, scuotendo la testa,” perché ti ostini allora?” domandò il ragazzo preso da una improvvisa compassione, “per cambiare il mondo”….Tacque, poi il suo sguardo si illuminò, e disse ancora: “Oggi racconto perché il mondo non cambi me”. Morale Dovunque saremo, in qualunque momento, qualunque cosa faremo ci sentiremo insieme a lavorare per un mondo nuovo… in un fraterno costante Abbraccio. 7 FAMIGLIA E FIGLI GIORNATA COMUNITARIA 2008: LA FAMIGLIA E LA COMUNICAZIONE sintonizzarci nel nostro cammino comunitario. Quest’anno dedichiamo la giornata al lavoro pastorale che ci aspetta nei prossimi anni che riguarda particolarmente la famiglia e la comunicazione (nella Comunità e verso l’esterno). Sarà presente anche il nostro vescovo Luigi Moretti. Alla giornata sono invitati tutti coloro che lavorano in diversi modi per la comunità parrocchiale e anche tutti gli altri membri della comunità, responsabili del suo cammino Programma della giornata - Iniziamo la giornata celebrando l’Eucaristia alle ore 10. - Finita la preghiera, nel salone ci sarà dapprima un’introduzione al lavoro della giornata. Poi interverrà il Vescovo, che segue da molti anni la pastorale familiare in diocesi. Seguirà il dialogo con lui. - Alle ore 13 interromperemo l’assemblea per il pranzo. Siamo invitati a portare qualcosa da mangiare e a condividerlo insieme. - Alle ore 15 riprendiamo il lavoro divisi in gruppi. Ogni gruppo sarà formato da persone che hanno un impegno simile nella comunità o nel “mondo”. Ogni gruppo pense rà quale contributo concreto potrà dare nel prossimo futuro all’impegno comunitario a favore della famiglia e della comunicazione. - Dopo una pausa, alle ore 17 ci ritroveremo in assemblea per mettere in comune i contributi dei gruppi. La fine della giornata è prevista per le ore 18,30. 8 NASCERE PER CONTRATTO Domenica 2 marzo passiamo insieme la giornata per materiale genetico non avrà alcuna relazione giuridico parentale con il nascituro; e soprattutto, tutela il nascituro, riconoscendogli lo stato di figlio, legittimo o riconosciuto, della coppia che intende riconoscerlo. Anche se questa legge ha ancora molte lacune, è cosa buona che almeno ci sia una disciplina, infatti in molte parti del mondo la maternità surrogata non è disciplinata o è consentita, così come la FMA eterologa; infatti c’è il rischio che si verifichi ciò che accadde anni fa, quando in Italia l’aborto era vietato e le donne andavano all’estero per abortire. Per questo vi è l’esigenza di disciplinare in modo uniforme tali problemi in tutti i paesi. CENTRO D’ASCOLTO INTERPARROCCHIALE SS.GIOACCHINO E ANNA & SAN GIUSEPPE MOSCATI PER GENITORI E COPPIE A chi si rivolge? Alle coppie, ai genitori, ai ragazzi che vivono relazioni difficili in famiglia Chi siamo? Operatori volontari formati per un servizio a sostegno della famiglia, disposti ad ascoltar Vi presso i locali delle Parrocchie… Il servizio è totalmente gratuito Per informazioni telef. 06.72.90.77.50 In mancanza di un operatore, lasciate un messaggio, sarà nostra cura contattarvi al più presto. SPAZIO PER IL DIALOGO CON LA COMUNITA’ FORUM CHE NE PENSATE? ….DITE LA VOSTRA. CIRCA L’ARTICOLO APPARSO SUL N._________ IL MIO COMMENTO E’…………………………………………........ ………………………………………………………………………….. ………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………. …………………………………………………………………………. …………………………………………………………………………. 13 Da una provocazione di carmel shavel NASCERE PER CONTRATTO Q uesta espressione venne usata anni fa, con tono provocatorio, dalla femminista israelo-americana Carmel Shavel e che oggi risulta essere molto attuale. Shavel infatti, si riferiva alla tecnica della maternità surrogata, con la quale una donna si presta a condurre una gravidanza e a partorire per conto di un’altra donna che non può affrontarla, o di un uomo single o di una coppia gay. Tale tecnica, come si può intuire, comporta seri problemi etico-morali, oltre che giuridici. Venne effettuata attraverso la FMA (fecondazione medicalmente assistita), la quale può essere di due tipologie: Omologa, utilizzando materiale genetico appartenente alla coppia che vuole assumere il ruolo di genitoriale; Etererologa, utilizzando materiale genetico appartenente a persone diverse dalla coppia. La prima dovrebbe comportare particolari problemi morali, la seconda, invece, fa discutere molto, poiché il bambino che nascerà avrà un patrimonio genetico diverso da quello dei suoi genitori, e la donna che lo partorisce non avrà nessun diritto su di lui (anche se nel nostro ordinamento giuridico madre è colei che partorisce il bambino). Ma non è tutto, infatti la figura materna potrà essere ricoperta anche da tre persone diverse: l’ovodonatrice, che può non coincidere con colei che partorirà e colei che riconoscerà il bambino; la madre sociale, colei che riconoscerà il bambino; la madre surrogata, che partorirà il bambino e che può non coincidere con le prime due. La figura paterna può, anche questa, essere ricoperta da due persone diverse: il padre genetico, colui che dona il proprio materiale biologico; il padre sociale, colui che riconoscerà il bambino. Ma, in poche parole, il bambino chi dovrà chiamare “ Mamma e Papà”? Dal punto di vista giuridico il problema è che tutte queste persone potrebbero reclamare dei diritti sul nascituro, o, nelle peggiori ipotesi, che nessuno voglia più il bambino nato con tale tecnica. E poi che valore etico-giuridico avrà il contratto tra due persone che ha ad oggetto la procreazione di un bambino? E’ possibile considerare la vita di un bambino, come ha definito la Shavel, una “vendita di servizi di procreazione”? Infatti una donna potrà partorire un bambino per un’altra donna non solo per fini altruistici, ma anche per finalità economiche, come se fosse un lavoro qualunque. In Italia il problema giuridico è stato risolto dal nostro Parlamento solo l’anno scorso con la Legge 19 febbraio 2004 n. 40, la quale vieta, innanzitutto, la maternità surrogata; consente il ricorso alla FMA solo alle coppie coniugate o stabilmente conviventi; vieta al padre sociale di disconoscere il nascituro se prima di ricorrere a tale tecnica aveva dato il suo consenso, così come vieta l’anonimato della madre; prevede che in caso di FMA eterologa, praticata nonostante il divieto, il donatore del Il Signore parla alla Comuntà dei discepoli Gv 20, 1-9 Dal Vangelo secondo Giovanni Egli doveva risuscitare dai morti. Nel giorno dopo il sabato, Maria di Magdala si IL VANGELO DELLA RESURREZIONE FAMIGLIA E FIGLI recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!". Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. Parola del Signore. SAN GIOVANNI EVANGELISTA 12 9 lettera del parroco don Paolo Salvini inizia la visita alle famiglie del territorio parrocchiale François ed io abbiamo appena iniziato a visitare le famiglie che abitano nel territorio di San Giuseppe Moscati. La proposta di questa visita arriverà nel tempo a tutte le famiglie, attraverso una lettera che potete leggere qui sotto. Non visiteremo tutte le famiglie, ma solo quelle che manifesteranno il desiderio di riceverci nella loro casa e ci daranno un appuntamento. Inizieremo dalle scale in cui c’è una persona che si renda disponibile a consegnare personalmente le lettere ai suoi vicini. Se ci sono però delle famiglie che desiderano subito la nostra visita, contattino la segreteria parrocchiale (vedi gli orari nella lettera qui sotto) e ci diano un appuntamento. Se invece siete disponibili a collaborare all’organizzazione della visita nella vostra scala fatecelo sapere. Paolo Mercoledì 10,00 – 13,00 16,00 – 20,00 Venerdì 10,00 – 13,00 16,00 – 20,00 Ma, se questi orari non sono adatti a voi, possiamo fissare un appuntamento in altri momenti della settimana. Desideriamo che questo incontro rimanga libero e gratuito. Libero. Non vorremmo che qualcuno subisca la nostra visita. Pertanto, verremo da voi solo se sarete voi ad invitarci, chiamando la parrocchia al numero 06.7215571. Oltre a noi, anche la segreteria parrocchiale 1 è in grado di fissare un appuntamento. Gratuito. Riteniamo che la nostra proposta sia più fruttuosa là dove non ci sia altro interesse che quello di incontrare l’altro e di arricchirsi della sua presenza. È questo il motivo per cui non accettiamo offerte. Come noi abbiamo preso l’iniziativa con questa lettera, così siamo ugualmente disponibili a lasciarci coinvolgere da iniziative che partano da voi. Gentile Famiglia _______________ In attesa della vostra risposta, vi auguriamo ogni bene. siamo il parroco e il viceparroco di S. Giuseppe Moscati. Vi chiediamo la cortesia di dedicare un po’ del vostro tempo alla lettura di questa lettera. Paolo Salvini e François M. Bakunda Vorremmo venire a visitarvi nelle vostre case. E prima di tutto ci sembra giusto spiegarvi apertamente il desiderio che ci anima. Desideriamo avvicinarci a tutti, credenti o meno, e contribuire ad una convivenza più umana nel quartiere. Desideriamo conoscere meglio quanti tra voi si riconoscono nella comunità parrocchiale. La nostra venuta può essere anche l’occasione per pregare insieme chiedendo a Dio la sua benedizione sulle nostre vite. 1 Gli orari della Segreteria parrocchiale: lunedì, martedì, mercoledì e venerdì giovedì e sabato 10 A queste visite abbiamo pensato di dedicare questo tempo: 11 dalle ore 16,30 alle ore 18,30 dalle ore 10,00 alle ore 12,00 lettera del parroco don Paolo Salvini inizia la visita alle famiglie del territorio parrocchiale François ed io abbiamo appena iniziato a visitare le famiglie che abitano nel territorio di San Giuseppe Moscati. La proposta di questa visita arriverà nel tempo a tutte le famiglie, attraverso una lettera che potete leggere qui sotto. Non visiteremo tutte le famiglie, ma solo quelle che manifesteranno il desiderio di riceverci nella loro casa e ci daranno un appuntamento. Inizieremo dalle scale in cui c’è una persona che si renda disponibile a consegnare personalmente le lettere ai suoi vicini. Se ci sono però delle famiglie che desiderano subito la nostra visita, contattino la segreteria parrocchiale (vedi gli orari nella lettera qui sotto) e ci diano un appuntamento. Se invece siete disponibili a collaborare all’organizzazione della visita nella vostra scala fatecelo sapere. Paolo Mercoledì 10,00 – 13,00 16,00 – 20,00 Venerdì 10,00 – 13,00 16,00 – 20,00 Ma, se questi orari non sono adatti a voi, possiamo fissare un appuntamento in altri momenti della settimana. Desideriamo che questo incontro rimanga libero e gratuito. Libero. Non vorremmo che qualcuno subisca la nostra visita. Pertanto, verremo da voi solo se sarete voi ad invitarci, chiamando la parrocchia al numero 06.7215571. Oltre a noi, anche la segreteria parrocchiale 1 è in grado di fissare un appuntamento. Gratuito. Riteniamo che la nostra proposta sia più fruttuosa là dove non ci sia altro interesse che quello di incontrare l’altro e di arricchirsi della sua presenza. È questo il motivo per cui non accettiamo offerte. Come noi abbiamo preso l’iniziativa con questa lettera, così siamo ugualmente disponibili a lasciarci coinvolgere da iniziative che partano da voi. Gentile Famiglia _______________ In attesa della vostra risposta, vi auguriamo ogni bene. siamo il parroco e il viceparroco di S. Giuseppe Moscati. Vi chiediamo la cortesia di dedicare un po’ del vostro tempo alla lettura di questa lettera. Paolo Salvini e François M. Bakunda Vorremmo venire a visitarvi nelle vostre case. E prima di tutto ci sembra giusto spiegarvi apertamente il desiderio che ci anima. Desideriamo avvicinarci a tutti, credenti o meno, e contribuire ad una convivenza più umana nel quartiere. Desideriamo conoscere meglio quanti tra voi si riconoscono nella comunità parrocchiale. La nostra venuta può essere anche l’occasione per pregare insieme chiedendo a Dio la sua benedizione sulle nostre vite. 1 Gli orari della Segreteria parrocchiale: lunedì, martedì, mercoledì e venerdì giovedì e sabato 10 A queste visite abbiamo pensato di dedicare questo tempo: 11 dalle ore 16,30 alle ore 18,30 dalle ore 10,00 alle ore 12,00 Da una provocazione di carmel shavel NASCERE PER CONTRATTO Q uesta espressione venne usata anni fa, con tono provocatorio, dalla femminista israelo-americana Carmel Shavel e che oggi risulta essere molto attuale. Shavel infatti, si riferiva alla tecnica della maternità surrogata, con la quale una donna si presta a condurre una gravidanza e a partorire per conto di un’altra donna che non può affrontarla, o di un uomo single o di una coppia gay. Tale tecnica, come si può intuire, comporta seri problemi etico-morali, oltre che giuridici. Venne effettuata attraverso la FMA (fecondazione medicalmente assistita), la quale può essere di due tipologie: Omologa, utilizzando materiale genetico appartenente alla coppia che vuole assumere il ruolo di genitoriale; Etererologa, utilizzando materiale genetico appartenente a persone diverse dalla coppia. La prima dovrebbe comportare particolari problemi morali, la seconda, invece, fa discutere molto, poiché il bambino che nascerà avrà un patrimonio genetico diverso da quello dei suoi genitori, e la donna che lo partorisce non avrà nessun diritto su di lui (anche se nel nostro ordinamento giuridico madre è colei che partorisce il bambino). Ma non è tutto, infatti la figura materna potrà essere ricoperta anche da tre persone diverse: l’ovodonatrice, che può non coincidere con colei che partorirà e colei che riconoscerà il bambino; la madre sociale, colei che riconoscerà il bambino; la madre surrogata, che partorirà il bambino e che può non coincidere con le prime due. La figura paterna può, anche questa, essere ricoperta da due persone diverse: il padre genetico, colui che dona il proprio materiale biologico; il padre sociale, colui che riconoscerà il bambino. Ma, in poche parole, il bambino chi dovrà chiamare “ Mamma e Papà”? Dal punto di vista giuridico il problema è che tutte queste persone potrebbero reclamare dei diritti sul nascituro, o, nelle peggiori ipotesi, che nessuno voglia più il bambino nato con tale tecnica. E poi che valore etico-giuridico avrà il contratto tra due persone che ha ad oggetto la procreazione di un bambino? E’ possibile considerare la vita di un bambino, come ha definito la Shavel, una “vendita di servizi di procreazione”? Infatti una donna potrà partorire un bambino per un’altra donna non solo per fini altruistici, ma anche per finalità economiche, come se fosse un lavoro qualunque. In Italia il problema giuridico è stato risolto dal nostro Parlamento solo l’anno scorso con la Legge 19 febbraio 2004 n. 40, la quale vieta, innanzitutto, la maternità surrogata; consente il ricorso alla FMA solo alle coppie coniugate o stabilmente conviventi; vieta al padre sociale di disconoscere il nascituro se prima di ricorrere a tale tecnica aveva dato il suo consenso, così come vieta l’anonimato della madre; prevede che in caso di FMA eterologa, praticata nonostante il divieto, il donatore del Il Signore parla alla Comuntà dei discepoli Gv 20, 1-9 Dal Vangelo secondo Giovanni Egli doveva risuscitare dai morti. Nel giorno dopo il sabato, Maria di Magdala si IL VANGELO DELLA RESURREZIONE FAMIGLIA E FIGLI recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!". Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. Parola del Signore. SAN GIOVANNI EVANGELISTA 12 9 FAMIGLIA E FIGLI GIORNATA COMUNITARIA 2008: LA FAMIGLIA E LA COMUNICAZIONE sintonizzarci nel nostro cammino comunitario. Quest’anno dedichiamo la giornata al lavoro pastorale che ci aspetta nei prossimi anni che riguarda particolarmente la famiglia e la comunicazione (nella Comunità e verso l’esterno). Sarà presente anche il nostro vescovo Luigi Moretti. Alla giornata sono invitati tutti coloro che lavorano in diversi modi per la comunità parrocchiale e anche tutti gli altri membri della comunità, responsabili del suo cammino Programma della giornata - Iniziamo la giornata celebrando l’Eucaristia alle ore 10. - Finita la preghiera, nel salone ci sarà dapprima un’introduzione al lavoro della giornata. Poi interverrà il Vescovo, che segue da molti anni la pastorale familiare in diocesi. Seguirà il dialogo con lui. - Alle ore 13 interromperemo l’assemblea per il pranzo. Siamo invitati a portare qualcosa da mangiare e a condividerlo insieme. - Alle ore 15 riprendiamo il lavoro divisi in gruppi. Ogni gruppo sarà formato da persone che hanno un impegno simile nella comunità o nel “mondo”. Ogni gruppo pense rà quale contributo concreto potrà dare nel prossimo futuro all’impegno comunitario a favore della famiglia e della comunicazione. - Dopo una pausa, alle ore 17 ci ritroveremo in assemblea per mettere in comune i contributi dei gruppi. La fine della giornata è prevista per le ore 18,30. 8 NASCERE PER CONTRATTO Domenica 2 marzo passiamo insieme la giornata per materiale genetico non avrà alcuna relazione giuridico parentale con il nascituro; e soprattutto, tutela il nascituro, riconoscendogli lo stato di figlio, legittimo o riconosciuto, della coppia che intende riconoscerlo. Anche se questa legge ha ancora molte lacune, è cosa buona che almeno ci sia una disciplina, infatti in molte parti del mondo la maternità surrogata non è disciplinata o è consentita, così come la FMA eterologa; infatti c’è il rischio che si verifichi ciò che accadde anni fa, quando in Italia l’aborto era vietato e le donne andavano all’estero per abortire. Per questo vi è l’esigenza di disciplinare in modo uniforme tali problemi in tutti i paesi. CENTRO D’ASCOLTO INTERPARROCCHIALE SS.GIOACCHINO E ANNA & SAN GIUSEPPE MOSCATI PER GENITORI E COPPIE A chi si rivolge? Alle coppie, ai genitori, ai ragazzi che vivono relazioni difficili in famiglia Chi siamo? Operatori volontari formati per un servizio a sostegno della famiglia, disposti ad ascoltar Vi presso i locali delle Parrocchie… Il servizio è totalmente gratuito Per informazioni telef. 06.72.90.77.50 In mancanza di un operatore, lasciate un messaggio, sarà nostra cura contattarvi al più presto. SPAZIO PER IL DIALOGO CON LA COMUNITA’ FORUM CHE NE PENSATE? ….DITE LA VOSTRA. CIRCA L’ARTICOLO APPARSO SUL N._________ IL MIO COMMENTO E’…………………………………………........ ………………………………………………………………………….. ………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………. …………………………………………………………………………. …………………………………………………………………………. 13 VITA DI SANTI RACCONTO DEL MESE SANTA RITA DA CASCIA (SEGUE) P er la tradizione, l’entrata di Santa Rita nel Monastero avvenne con un fatto miracoloso: una notte, Rita come al solito, si era recata a pregare sullo “Scoglio” (specie di sperone di montagna che s’innalza per un centinaio di metri al disopra del villaggio di Roccaporena), qui ebbe la visione dei suoi tre santi protettori già citati, che la trasportarono a Cascia, introducendola nel monastero quando le suore la videro in orazione nel loro coro, nonostante tutte le porte chiuse, convinte dal prodigio e dal suo sorriso, l’accolsero fra loro, Rita aveva circa trent’anni e benché fosse illetterata, fu ammessa fra le monache coriste, cioè quelle suore che sapendo leggere potevano recitare l’Ufficio divino, ma evidentemente per Rita fu fatta un’eccezione, sostituendo l’ufficio divino con altre orazioni. La nuova suora s’inserì nella comunità conducendo una vita di esemplare santità, praticando carità e pietà e tante penitenze, ed in breve suscitò l’ammirazione delle consorelle. Devotissima alla Passione di Cristo, desiderò di condividerne i dolori e questo costituì il tema principale delle sue meditazioni e preghiere. Gesù l’esaudì e un giorno nel 1432, mentre era in contemplazione davanti al Crocifisso, sentì una spina della corona del Cristo conficcarsi nella fronte, producendole una profonda piaga che poi divenne purulenta e putrescente, costringendola ad una continua segregazione. La ferita scomparve soltanto in occasione di un suo pellegrinaggio a Roma, fatto per perorare la causa di canonizzazione di San Nicola da Tolentino, sospesa dal secolo precedente; ciò le permise di circolare fra la gente. Si era talmente immedesimata nella Croce, che visse nella sofferenza gli ultimi quindici anni, logorata dalle fatiche, dalle sofferenze, ma anche dai digiuni e dall’uso dei flagelli, che erano tanti e di varie specie; negli ultimi quattro anni si cibava così poco, che forse la Comunione eucaristica era il suo unico sostentamento per cui era costretta a restare coricata sul suo giaciglio. In questa fase finale della sua vita, avvenne un altro prodigio: essendo immobile a letto, ricevette la visita di una parente che nel congedarsi le chiese se desiderava qualcosa della sua casa di Roccaporena e Rita rispose che le sarebbe piaciuto avere una rosa dall’orto, ma la parente obiettò che si era in pieno inverno e quindi ciò non era possibile, ma Rita insistette. Tornata a Roccaporena la parente si recò nell’orticello e in mezzo ad un rosaio vide una bella rosa sbocciata, stupita, la colse e la portò da Rita la quale, ringraziando, la consegnò alle meravigliate consorelle. Così la santa vedova, madre, suora, divenne la santa della ‘Spina’ e la santa della ‘Rosa’; 14 IL NARRATORE C’era una volta un narratore, viveva povero, ma senza preoccupazioni, felice di niente, con la testa sempre piena di sogni. Ma il mondo intorno gli pareva grigio, brutale , arido di cuore, malato d’anima, e ne soffriva. Un mattino, mentre attraversava la piazza assolata ebbe un’idea. “E se raccontassi delle storie alle persone? Potrei raccontare il sapore della bontà e dell’amore, le porterei sicuramente alla felicità”. Salì su una panchina e cominciò a raccontare ad alta voce. Anziani, donne e bambini, si fermarono un attimo ad ascoltarlo, poi si voltarono e proseguirono per la loro strada. Il narratore, ben sapendo che non si può cambiare il mondo in un giorno non si scoraggòl giorno dopo tornò nel medesimo luogo e di nuovo lanciò al vento le più commoventi parole del suo cuore. Il giorno dopo, si fermò ancora della gente ma molto meno dei giorni precedenti. Qualcuno rise di lui, altri lo trattarono da pazzo, ma lui imperterrito continuò a narrare. Ostinato tornò ogni giorno nella piazza per parlare alla gente, offrire i suoi racconti di amore e di meraviglia, ma i curiosi si fecero rari, e ben presto si ritrovò a parlare solo alle nubi e alle ombre frettolose dei passanti che lo sfioravano appena, ma non rinunciò. Scoprì che non sapeva e non desiderava fare altro che raccontare le sue storie, anche se non interessavano a nessuno. Cominciò a narrarle ad occhi chiusi, per il solo piacere di sentirle, senza preoccuparsi d i essere ascoltato, la gente lo lasciò solo dietro le palpebre chiuse. Passarono così degli anni. Una sera d’inverno, mentre raccontava una storia prodigiosa nel crepuscolo indifferente, sentì che qualcuno lo tirava per la manica, aprì gli occhi e vide un ragazzo, che gli fece una smorfia beffarda:” non vedi che nessuno ti ascolta, non ti ha mai ascoltato e non ti ascolterà mai? Perché diavolo vuoi perdere così il tuo tempo?””Amo i miei simili” rispose il narratore, scuotendo la testa,” perché ti ostini allora?” domandò il ragazzo preso da una improvvisa compassione, “per cambiare il mondo”….Tacque, poi il suo sguardo si illuminò, e disse ancora: “Oggi racconto perché il mondo non cambi me”. Morale Dovunque saremo, in qualunque momento, qualunque cosa faremo ci sentiremo insieme a lavorare per un mondo nuovo… in un fraterno costante Abbraccio. 7 L’angolo della cucina COLOMBA DI SFOGLIA E CONFETTINI Ingredienti per 8 persone DA FARE QUALCHE ORA PRIMA pasta sfoglia surgelata 600 g tuorlo 1 panna liquida 500 ml zucchero a velo 100 g fragole 400 g miele 2 cucchiai confettini colorati farina 2 cucchiai burro 2 cucchiai Lasciate scongelare la pasta 60 minuti a temperatura ambiente, mettetela sul piano di lavoro, stendetela con il matterello tirandola allo spessore di ½ cm., per stenderla meglio ed evitare che la pasta si attacchi, infarinate sia il piano di lavoro sia il matterello, ritagliate da un cartoncino una sagoma a forma di colomba di 30 cm di lunghezza, appoggiate la sagoma sulla sfoglia e aiutandovi con un coltellino a punta, ritagliate la pasta seguendo il contorno della sagoma. Imburrate una placca e appoggiate sopra la colomba di sfoglia, sbattete il tuorlo 30 secondi , insieme a un cucchiaio d’acqua e spalmatelo sulla superficie della colomba. Mettete la placca in frigo per 20 minuti, scaldate il forno a 200°, cuocete la colomba per 25 minuti, quando risulta gonfia e dorata, togliete la placca dal forno e lasciatela completamente raffreddare RADICI BIBLICHE Secondo la bibbia fu proprio una colomba, con un ramoscello di ulivo nel becco, a tornare da noè dopo il diluvio universale, per testimoniare l’avvenuta riconciliazione fra dio e il suo popolo Da fare all’ultimo momento: Tagliate la colomba in due metà in orizzontale, tagliate le fragole in grossi pezzi, versate la panna in una ciotola fredda, unite lo zucchero e montatela in 10 minuti con la frusta a mano oppure in 5 con quella elettrica. Riempite con la panna una tasca da pasticceria munita di bocchetta a stella, ricoprite di panna la metà inferiore della colomba, facendola cadere dalla tasca, sistemate i pezzi di fragola sulla panna cercando di distribuirli in modo regolare, coprite la parte inferiore della colomba con quella superiore cercando di farle combaciare perfettamente, spennellate il miele sulla superficie della colomba e distribuite sopra i confettini, trasferite la preparazione su un piatto da portata, e servitelo. IDEA GOLOSA: arricchite il ripieno spolverizzando sulla panna, prima di sistemare le fragole, 40 g di cioccolato fondente grattugiato. VITA DI SANTI nel giorno della sua festa questi fiori vengono benedetti e distribuiti ai fedeli. Il 22 maggio 1447 Rita si spense, mentre le campane da sole suonavano a festa, annunciando la sua ‘nascita’ al cielo. Si narra che il giorno dei funerali, quando ormai si era sparsa la voce dei miracoli attorno al suo corpo, comparvero delle api nere che si annidarono nelle mura del convento e ancora oggi sono lì; sono api che non hanno un alveare, non fanno miele e da cinque secoli si riproducono fra quelle mura. Per singolare privilegio il corpo di Santa Rita non fu mai sepolto, in qualche modo trattato secondo le tecniche di allora, fu deposto in una cassa di cipresso andata poi persa in un incendio, per cui il corpo, miracolosamente rimasto indenne, fu posto in un artistico sarcofago ligneo, opera di Cesco Barbari, un falegname di Cascia risanato per intercessione della santa e a lei devoto. Sul sarcofago ci sono vari dipinti di Antonio da Norcia (1457): sul coperchio è dipinta la santa in abito agostiniano, stesa nel sonno della morte sopra un drappo stellato; il sarcofago è oggi conservato nella nuova basilica di Cascia costruita negli anni 1937-1947 . Il corpo, incorrotto, riposa in un’urna trasparente, esposto alla venerazione degli innumerevoli fedeli, nella cappella a lei dedicata. Accanto al cuscino è dipinta una lunga iscrizione metrica che accenna alla vita della “Gemma dell’Umbria”, al suo amore per la Croce e a episodi della sua vita di monaca santa; l’epitaffio è in antico umbro ed è di grande interesse quindi per conoscere il profilo spirituale di S. Rita. 6 15 Il corpo, rimasto prodigiosamente incorrotto , appare come quello di una persona morta da poco e non presenta sulla fronte la famosa piaga della spina, che si era rimarginata inspiegabilmente dopo la morte. Tutto ciò è documentato nelle relazioni mediche effettuate durante il processo per la beatificazione, avvenuta nel 1627 con papa Urbano VIII; il culto proseguì ininterrotto per la santa chiamata “la Rosa di Roccaporena”; il 24 maggio 1900 papa Leone XIII la canonizzò solennemente. Al suo nome vennero intitolate tante iniziative assistenziali, monasteri, chiese in tutto il mondo; è sorta anche una pia unione denominata “Opera di S. Rita” preposta al culto della santa, alla sua conoscenza, ai continui pellegrinaggi e fra le tante sue realizzazioni. Ad Essa si deve anche la realizzazioni della cappella nella casa della Santa e della cappella del “Sacro Scoglio” dove pregava. Santa Rita da Cascia La riflessione di una volontaria del servizio docce,di Claudia Berti che una delle attività più difficili da svolgere nell’ambito della parrocchia sia il servizio accoglienza e docce. Ho dato la mia disponibilità a questo servizio per quasi due anni, durante i quali ho ricevuto diverse impressioni. L’organizzazione è apparentemente semplice: si deve segnare su un registro l’entrata degli ospiti, che devono essere muniti di numero (i numeri vengono distribuiti la mattina); si offre loro qualcosa da mangiare, un cambio di vestiti e si fa un po’ di conversazione per conoscerli, capire le loro situazioni e magari fare anche due risate, nonostante i problemi. È davvero impressionante vedere come queste persone riescano ad avere sempre il sorriso sulle labbra, la voglia di scherzare, pur vivendo in condizioni di povertà. Perfino i loro bambini sono sempre contenti, potrei dire quasi più vispi di un bambino che vive una vita “comune”. Provo una bella sensazione quando questi amici “stranieri” parlano con me, mi chiedono cosa faccio, se studio, cosa farò dopo gli studi. A volte si parla anche semplicemente del tempo, bello, brutto, nuvoloso, ecc. In quei momenti mi sento vicino a loro, come se non esistessero più le barriere del pregiudizio. Con alcuni si è instaurato anche un rapporto un po’ più confidenziale, una sorta di abitualità che quasi mi fa dimenticare la loro condizione; come se non ricordassi che, dopo il nostro incontro, quando io tornerò a casa, loro torneranno in una baracca o in un tubo. Per altri versi, ho potuto constatare come i nostri amici senza-tetto siano difficili. All’interno del servizio docce ho svolto tutti i ruoli, e posso dire in effetti che: quando preparavo da mangiare e da bere, alcuni di loro, forse i più impazienti, sembravano comandarmi a bacchetta, quasi come se pretendessero il servizio; quando distribuivo i vestiti, difficilmente riuscivo ad accontentarli, ad eccezione di qualcuno; quando aprivo il cancello e segnavo le entrate sul registro, molti se ne approfittavano ed entravano senza numero, oppure tentavano di passare avanti agli altri, o non capivano che se facevo una cosa non potevo farne un’altra. In questi casi mi chiedo: dov’è l’umiltà? Voglio dire: se hai fame, ti accontenti di quello che c’è e aspetti con pazienza. Se hai freddo, ti copri con qualsiasi cosa. E dal momento che stai usufruendo di un servizio, non ti comporti da prepotente. Tutto questo mi butta giù. Man ho anche voglia di capire. Perché molte di queste persone si comportano in questo modo? È il loro carattere che è pessimo o sono talmente avvelenate con la vita da aver dimenticato la bontà, la gentilezza? Devo ammetterlo, non è sempre così come ho appena detto. Tante volte mi sono sentita dire anche “grazie” o chiedere le cose con educazione. Qualcuno mi ha anche fatto affettuosamente una carezza sul viso. Tutti questi elementi, positivi e negativi, si fondono e creano un’esperienza RITIRO DI PRIMAVERA 2008 Credo Circa otto giorni dopo questi discorsi Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare (Luca 9, 28) Quando? L’appuntamento per la partenza è in parrocchia venerdì 7 marzo alle ore 18,00. Il rientro è previsto domenica 9 marzo alle ore 19,00. Per vivere bene questo ritiro a tutti i partecipanti è richiesta la presenza dall’inizio alla fine. Quanto costa? I padri chiedono 80 € per ospitarci due giorni. La comunità parrocchiale sostiene chi intende partecipare contribuendo con 20 € a persona, o anche più, per permettere a chiunque lo desidera di partecipare. Dove? Ad Galloro - Ariccia nella Casa Sacro Cuore dei Gesuiti a Via Appia Nuova, 54 (km 27,500). Da Cinecittà Est sono circa venti chilometri. Si arriva con l’Appia ad Ariccia. Passata la piazza storica, si va avanti per meno di un chilometro. La casa è sulla destra, poco prima di un grande distributore di benzina. Andremo con le automobili di alcuni dei partecipanti Chi ci guida? Ugo Mesini, un Padre gesuita che fa parte della comunità che ci ospita. Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio. S.G.MOSCATI 5 16 Come faccio per aderire? Iscriviti in segreteria parrocchiale il prima possibile (per facilitare chi deve organizzare) e non oltre domenica 2 marzo. È gradito un anticipo di 30 €. Aspettando la santa pasqua CRISTO RISORTO Anche quest’anno, ci stiamo avvicinando speditamente alla celebrazione della Pasqua del Signore. Sembra proprio ieri quando con l’austera celebrazione delle Ceneri, abbiamo iniziato questa Quaresima, segno di conversione e di una più viva unione, con il Cristo Crocifisso e Risorto, nei veri cristiani cioè in coloro che, con cuore libero e sincero, vogliono seguire veramente il Signore Gesù, ed essere annoverati tra i suoi discepoli, la Quaresima è una tappa importantissima da vivere aldilà delle tradizioni e delle usanze che lungo il corso dei secoli, si sono appiccicate alla celebrazione della Quaresima. A mio avviso il punto importante da riscoprire, è una rinnovata comunione con il Signore, una rinascita della fede che non tramonta mai ed una rinnovata giovinezza dello spirito. Però tutto questo non è un fatto magico, esige la cooperazione e la collaborazione della persona , e della comunità. A questo punto è quasi necessario ripetere la celebre frase di San Francesco di Sales: “Pregare come se tutto dipende da Dio, agire come se tutto dipende da noi”. Quindi, il Signore non violenta la nostra coscienza, il suo è un invito, dolce e soave, a seguirlo perché noi possiamo essere felici. Dio che è Sommo Bene e Onniscienza Infinita, sa che senza di Lui siamo infelici e quella felicità che il cuore umano desidera, senza Gesù non si potrà mai realizzare. Egli stesso ce lo ripete spesso nel Vangelo, sia con discorsi chiari ed aperti: ”Io sono la vite, voi i tralci , chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”. (cfr Gv 15,5). Potremmo citare anche il Vangelo Quando Gesù dice alla samaritana: “Chiunque beve di quest’acqua (intesa in senso materiale) avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà più sete….” (cfr Gv 4,13-14). Secondo me, oggi il vero problema della chiesa, sia a livello individuale sia a livello di comunità cristiane, è che non c’è una conversione sincera al Vangelo; non sono, infatti i vari convegni, le tavole rotonde o quadratiche possono salvare la chiesa da un lenta agonia e da una morte spirituale. “Se uno è in Cristo è una creatura nuova, le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Ricordatevi che vivere è missione, è dovere, è dolore! Ognuno di noi deve avere il suo posto di combattimento. S.G.MOSCATI 4 La riflessione di una volontaria del servizio docce,di Claudia Berti interessante, così la giudico io. Ma forse mi lascio trascinare troppo spesso dalla pesantezza del negativo, dimenticando di lasciarmi sollevare dalla leggerezza del positivo: i piccoli gesti, le parole, i sorrisi di questi fratelli. Eh sì, che ci crediamo o no, anche loro sono nostri fratelli, figli di Dio. C’è del buono in noi tutti, perché tutti veniamo dallo stesso Padre, che è buono. Forse molti di noi non sanno di avere dentro questa bontà, o l’anno dimenticata, a causa del tipo di vita in cui sono nati o in cui si sono ritrovati ad un certo momento. Chi è un po’ più cosciente della propria bontà interiore forse può aiutarli. È difficile, difficilissimo. Certe volte io stessa, che mi sono dedicata al servizio, ho mandato a quel paese alcuni di loro. Ma io sono una. Magari, se ci fosse una collaborazione di carattere generale, la situazione sarebbe un po’ meno pesante. Intendo dire che forse l’attenzione agli emarginati non dovrebbe essere solo quella della Caritas, ma dell’intera comunità parrocchiale, di tutto il quartiere, e così dovrebbe essere in ogni quartiere. Andando a stringere, credo che dovremmo sforzarci di più un po’ tutti nel cercare il contatto con questi cosiddetti stranieri, anche se non ci va perché non ci piacciono, perché puzzano e sono sporchi o perché strillano. Da soli sicuramente è più difficile; tutti insieme forse potremmo riuscire a sbloccare una situazione di cui non facciamo che lamentarci, anche solo mentalmente; e mi ci metto anche io. Porsi muro a muro sicuramente non può essere la soluzione, perché porta solo inimicizia. Se siamo veramente cristiani, dobbiamo agire come tali: non disfarci di questi fratelli, rispedendoli da dove sono venuti, ma accogliendoli tra noi ed aiutandoli a trovare, o ritrovare, la serenità dell’anima, anche se già noi siamo pieni di problemi, che poi spesso sono solo nella nostra testa. Ma a questo punto la domanda è: possiamo veramente definirci cristiani? Tutto questo mi butta giù. Man ho anche voglia di capire. Perché molte di queste persone si comportano in questo modo? È il loro carattere che è pessimo o sono talmente avvelenate con la vita da aver dimenticato la bontà, la gentilezza? Devo ammetterlo, non è sempre così come ho appena detto. Tante volte mi sono sentita dire anche “grazie” o chiedere le cose con educazione. Qualcuno mi ha anche fatto affettuosamente una carezza sul viso. Tutti questi elementi, positivi e negativi, si fondono e creano un’esperienza interessante, così la giudico io. Ma forse mi lascio trascinare troppo spesso dalla pesantezza del negativo, dimenticando di lasciarmi sollevare dalla leggerezza del positivo: i piccoli gesti, le parole, i sorrisi di questi fratelli. Eh sì, che ci crediamo o no, anche loro sono nostri fratelli, figli di Dio. C’è del buono in noi tutti, perché tutti veniamo dallo stesso Padre, che è buono. 17 VOCI DALL’ORATORIO Eragon e Eldest:un bel libro vale più di un film incompleto Ultimamente ho letto dei libri molto belli: Eragon ed Eldest. La storia del primo libro parla di un ragazzo che trova un uovo di drago,uno degli ultimi 3 draghi rimasti sulla terra (due sono ancora chiusi nell’ uovo e uno invece appartiene a Galbatorix, il cattivo).Quando l’uovo si schiude Eragon, il ragazzo, diventa il suo compagno:un cavaliere dei draghi.Un legame indissolubile li legherà per sempre. Un vecchio cavaliere,Brom, decide di insegnare a Eragon l’arte del combattimento. Durante il cammino questi due cavalieri, accompagnati dal drago, ormai cresciuto, Saphira, affronteranno mille avventure, combattendo orchetti, infiltrandosi nelle città nemiche e andando ad aiutare i ribelli Vrden contro Galbatorix. Nel 2005 hanno trasposto questo libro al cinema….dalla curiosità sono andato subito a vederlo…ma sono rimasto deluso in particolar modo dalla storia, perché alcuni pezzi sono da un’altra parte ( ad esempio, Brom viene ucciso da i Ra’zac, non da Durza)e anche da “piccoli” particolari”come ad esempio la voce femminile di Saphira ( è femmina, ma è sempre un drago). Eldest parla invece degli allenamenti di riabilitazione e di rafforzamento di Eragon. In questo libro il protagonista è costretto a dure prove e ad enormi sforzi, sia mentali che fisici. Alla fine però riesce a diventare più forte nelle arti magiche è in quelle di combattimento ( diventa pure elfo durante una festa). All’ultima battaglia Eragon scopre a suo malgrado che il secondo uovo è stato schiuso e che ora l’esercito imperiale ha a disposizione due cavalieri di draghi. Ora, in attesa del secondo film e del terzo libro, consiglio a tutti di leggere questi racconti, perché sono belli, ma anche perché così potrete capire tutte le vicende che mancano al film. Gianmarco M. appuntamenti che riguardano la Comunità ALLA SCOPERTA DEL MONDO: SERATA SALVADOR Sabato 15 alle ore 20,00 cena e serata di racconti di amici salvadoregni per conoscere qualcosa delle loro terra e capire di più la situazione di questo nostro mondo. SETTIMANA SANTA Da domenica 16 a domenica 23: pubblicheremo presto un volantino a parte. CELEBRAZIONI PER IL 28° ANNIVERSARIO DEL MARTIRIO MONSIGNOR ROMERO E IL 25° DI MARIANELLA GARCIA Venerdì 28 alle ore 19,00 celebrazione ecumenica a San Marcello al Corso. Sabato 29 alle ore 18,30 celebrazione eucaristica presieduta da Monsignor Demetrio Valentini (presidente della Caritas brasiliana) a San Lino alla Pineta Sacchetti. BATTESIMO La Veglia di Pasqua sabato 22 e domenica 30 alle ore 17,00 sono le date previste per la celebrazione del battesimo, ma al momento in cui esce il calendario non abbiamo notizia di nessun battesimo. CENA DI SALUTO DEI SALVADOREGNI Domenica 30 alle ore 20,00 salutiamo con una cena gli amici che sono stati con noi tre settimane. RACCOLTA CONTRIBUTI PER LA MESSA A NORMA DEGLI IMPIANTI DELLA PARROCCHIA Domenica 30 in sacrestia dopo tutte le messe festive (anche del sabato sera) raccogliamo i contributi di coloro che continuano a sostenere il progetto. IL GIOVEDÌ Dalle 16,00 alle 20,00 i presbiteri sono a disposizione per la celebrazione della Riconciliazione e per l’accompagnamento spirituale. P.S. Appuntamento dei gruppi . il calendario è in Chiesa sopra i tavolini. 18 3 VOCI DALL’ORATORIO Comunità parrocchiale San Giuseppe Moscati Marzo 2008 Tokio Hotel Story Appuntamenti che riguardano la Comunità GIORNATA COMUNITARIA COMUNICAZIONE 2008 CON IL VESCOVO: FAMIGLIA E Domenica 2 marzo passiamo insieme la giornata per sintonizzarci nel nostro cammino comunitario. Quest’anno dedichiamo la giornata al lavoro pastorale che ci aspetta nei prossimi anni che riguarda particolarmente la famiglia e la comunicazione. Sarà presente anche il nostro vescovo Luigi Moretti. Iniziamo con la celebrazione delle 10, nella quale presentiamo alla comunità i fidanzati che si preparano a celebrare il loro matrimonio, e stiamo insieme fino alle 18,30. RITIRO Da venerdì 7 marzo alle ore 18,00 a domenica 9 alle ore 19,00 a Galloro (Ariccia) ritiro guidato dal padre Ugo Mesini. È un occasione per scoprire la preghiera prolungata. SETTIMANA DELLA RICONCILIAZIONE Lunedì 10 alle ore 19,00 entriamo nello spirito della settimana con una celebrazione penitenziale per tutti gli adulti della comunità. (Nel mese di marzo sostituisce l’appuntamento mensile del giovedì.) H anno appena 17 anni in media e col singolo "Monsoon" stanno facendo impazzire i tedeschi e ora anche gli italiani. Bill Kaulitz è il vocalist e anche la vera star con un look ispirato a David Bowie anche se smentisce. Hanno iniziato cantando ai matrimoni. Gli altri membri della band sono Tom Kaulitz (alla chitarra), Georg Listing (basso) e Gustav Schafer (alla batteria). I quattro ragazzi sono già delle star in Germania. I due album "Schrei" e "Zimmer 483", pubblicato di recente sono schizzati al numero 1 nelle classifiche e così pure 4 singoli. L'attenzione è tutta sul cantante Bill e il chitarrista Tom (gemelli nella vita) con una filosofia potente che invita a lottare per i propri sogni. Da quando hanno firmato un contratto discografico con Universal nel maggio 2005, i Tokyo Hotel hanno venduto quasi tre milioni di album e dvd nella sola Germania. "Scream" è il loro nuovo disco che comprende il meglio di "Schrei" e "Zimmer 483" per un totale di 12 brani.Con una veste grafica modificata e nuove registrazioni in inglese, sette brani dall’album di debutto hanno dovuto essere modficati in tre chiavi più basse per Bill siccome aveva soli 13 anni quando li ha cantati la prima volta. Francesca F. Tutti i giorni da martedì 11 a sabato15 dalle ore 10,00 alle 12,00 e dalle 16,00 alle 20,00 c’è per ciascuno la possibilità di celebrare la Riconciliazione. Domenica delle Palme 16 nelle celebrazioni dell’Eucaristia ringraziamo per il perdono ricevuto durante la settimana. In questa settimana tutti i gruppi sono invitati a sospendere gli incontri per lasciare spazio alla celebrazione della Riconciliazione. I gruppi di catechesi dell’iniziazione cristiana invece sostituiranno l’incontro abituale con celebrazioni penitenziali adatte ai ragazzi. OSPITI DAL SALVADOR Da mercoledì 12 a mercoledì 2 aprile saranno ospiti della nostra comunità Gregorio e Myriam della nostra comunità sorella Los Naranjos e Anita di CEBES che già ci visitò due anni fa. In queste tre settimane vivranno con noi la settimana santa e le celebrazioni per Monsignor Romero. Parteciperanno anche a diversi incontri di gruppi che si sono coinvolti nello scambio fraterno. Di seguito in questo calendario trovate alcuni appuntamenti comunitari a cui parteciperanno. 19 Mercoledì 12 alle ore 19,30 benvenuto ai nostri ospiti 2 angolo dello svago Comunità Parrocchiale S. Giuseppe Moscati Sottrazioni successive 1, 3, 2, 6, 3, 1, 5 “IL MOSCATI” Mensile di Informazione Parrocchiale A cura di una commissione del Consiglio Pastorale Anno: II Editoriale…. Date il nome ad ogni figura e sottraete tutte le lettere indicate. Quelle restanti dopo il segno meno vanno opportunamente sottratte nell'ordine dai nomi delle figure che precedono tale segno. 20 Mese Marzo di Pino Solo tre mesi sono passati dal secondo numero dell’anno 2007, “quello natalizio”, e già ci ritroviamo qui in stampa con questo secondo numero del nuovo anno, quello “pasquale”. E si perché il calendario quest’anno ha previsto una Pasqua “precoce”, a dispetto della tradizione, nonostante il tempo sia stato breve, siamo riusciti ugualmente a completare la rivista parrocchiale. Eccoci di nuovo a raccontarvi gli avvenimenti della nostra comunità e del mondo che ci circonda. In questo numero: Ci siamo interrogati, e sono state poste riflessioni sulla questione delle fecondazione “medicalmente” assistita, ovvero sulla possibilità di diventare genitore “per forza”. “Semplicemente catechista” Una breve riflessione sull’importante lavoro della catechesi. Aspettando la Santa Pasqua l’importanza di questa celebrazione eucaristica e i suoi aspetti fondamentali. La lettera di don Paolo sulla visita alle famiglie. Segue il racconto di Santa Rita da Cascia. Le voci dell’oratorio con i loro racconti, riprendiamo le testimonianze del viaggio a Lourdes, il racconto del mese. La riflessione di una volontaria della Caritas sul (servizio docce). Una nuova rubrica dedicata all’arte culinaria, questo mese visto l’avvicinarsi della Pasqua una ricetta tradizionale la colomba pasquale. Non può mancare la pagina dello svago, e altro ancora. Questa rivista e in edizione “straordinaria” per la Santa Pasqua. Auguri a Tutti N° 02 IN QUESTO NUMERO Editoriale Pag. 1 Calendario marzo Pag. 2/3 Aspettando Pag. 4 Pasqua Ritiro Primavera 08 Pag. 5 L’angolo della Pag. 6 cucina Il racconto del Pag. 7 mese Giornata Pag. 8 comunitaria La parola del Pag. 9 Signore Lettera del parroco Pag. 10/11 Famiglia e figli Pag. 12/13 Santa Rita da Pag. 14/15 Cascia Vita in parrocchia Pag. 16/17 Voci dall’oratorio Pag. 18/19 Lo svago Pag. 20 La Redazione: Responsabile: Giuseppe Fiorenza Redattori: Simona Merlini – Alessandro Graziano – Giulia RuggieriCollaboratori: don Paolo Salvini don François Mushinzi Bakunda info: 06/7215571 ℡ sito Web: sgm.dyndns.info mail:[email protected] 1