“IL MOSCATI” Mensile di Informazione

Transcript

“IL MOSCATI” Mensile di Informazione
angolo dello svago
Comunità Parrocchiale S. Giuseppe Moscati
Sottrazioni successive
1, 3, 2, 6, 3, 1, 5
“IL MOSCATI”
Mensile di Informazione Parrocchiale
A cura di una commissione del Consiglio Pastorale
Anno: II
Editoriale….
Date il nome ad ogni figura e sottraete tutte le lettere indicate. Quelle restanti
dopo il segno meno vanno opportunamente sottratte nell'ordine dai nomi delle
figure che precedono tale segno.
20
Mese Marzo
di Pino
Solo tre mesi sono passati dal secondo
numero dell’anno 2007, “quello natalizio”, e
già ci ritroviamo qui in stampa con questo
secondo numero del nuovo anno, quello
“pasquale”. E si perché il calendario
quest’anno ha previsto una Pasqua
“precoce”, a dispetto della tradizione,
nonostante il tempo sia stato breve, siamo
riusciti ugualmente a completare la rivista
parrocchiale. Eccoci di nuovo a raccontarvi
gli avvenimenti della nostra comunità e del
mondo che ci circonda. In questo numero: Ci
siamo interrogati, e sono state poste
riflessioni sulla questione delle fecondazione
“medicalmente” assistita, ovvero sulla
possibilità di diventare genitore
“per
forza”. “Semplicemente catechista” Una
breve riflessione sull’importante lavoro della
catechesi.
Aspettando la Santa Pasqua
l’importanza
di
questa
celebrazione
eucaristica e i suoi aspetti fondamentali. La
lettera di don Paolo sulla visita alle famiglie.
Segue il racconto di Santa Rita da Cascia. Le
voci dell’oratorio con i loro racconti,
riprendiamo le testimonianze del viaggio a
Lourdes, il racconto del mese. La riflessione
di una volontaria della Caritas sul (servizio
docce). Una nuova rubrica dedicata all’arte
culinaria, questo mese visto l’avvicinarsi
della Pasqua una ricetta tradizionale la
colomba pasquale. Non può mancare la
pagina dello svago, e altro ancora. Questa
rivista e in edizione “straordinaria” per la
Santa Pasqua. Auguri a Tutti
N° 02
IN QUESTO NUMERO
Editoriale
Pag. 1
Calendario marzo
Pag. 2/3
Aspettando
Pag. 4
Pasqua
Ritiro Primavera 08 Pag. 5
L’angolo della
Pag. 6
cucina
Il racconto del
Pag. 7
mese
Giornata
Pag. 8
comunitaria
La parola del
Pag. 9
Signore
Lettera del parroco Pag. 10/11
Famiglia e figli
Pag. 12/13
Santa Rita da
Pag. 14/15
Cascia
Vita in parrocchia
Pag. 16/17
Voci dall’oratorio
Pag. 18/19
Lo svago
Pag. 20
La Redazione:
Responsabile: Giuseppe Fiorenza
Redattori: Simona Merlini –
Alessandro Graziano – Giulia
RuggieriCollaboratori: don Paolo Salvini
don François Mushinzi Bakunda
info: 06/7215571 ℡
sito Web: sgm.dyndns.info
mail:[email protected]
1
VOCI DALL’ORATORIO
Comunità parrocchiale San Giuseppe Moscati Marzo 2008
Tokio Hotel Story
Appuntamenti che riguardano la Comunità
GIORNATA
COMUNITARIA
COMUNICAZIONE
2008
CON
IL
VESCOVO:
FAMIGLIA
E
Domenica 2 marzo passiamo insieme la giornata per sintonizzarci nel nostro
cammino comunitario. Quest’anno dedichiamo la giornata al lavoro pastorale che
ci aspetta nei prossimi anni che riguarda particolarmente la famiglia e la
comunicazione. Sarà presente anche il nostro vescovo Luigi Moretti. Iniziamo con
la celebrazione delle 10, nella quale presentiamo alla comunità i fidanzati che si
preparano a celebrare il loro matrimonio, e stiamo insieme fino alle 18,30.
RITIRO
Da venerdì 7 marzo alle ore 18,00 a domenica 9 alle ore 19,00 a Galloro (Ariccia)
ritiro guidato dal padre Ugo Mesini. È un occasione per scoprire la preghiera
prolungata.
SETTIMANA DELLA RICONCILIAZIONE
Lunedì 10 alle ore 19,00 entriamo nello spirito della settimana con una
celebrazione penitenziale per tutti gli adulti della comunità. (Nel mese di marzo
sostituisce l’appuntamento mensile del giovedì.)
H
anno appena 17 anni in media e col singolo "Monsoon" stanno facendo
impazzire i tedeschi e ora anche gli italiani. Bill Kaulitz è il vocalist e
anche la vera star con un look ispirato a David Bowie anche se smentisce.
Hanno iniziato cantando ai matrimoni. Gli altri membri della band sono
Tom Kaulitz (alla chitarra), Georg Listing (basso) e Gustav Schafer (alla
batteria). I quattro ragazzi sono già delle star in Germania. I due album
"Schrei" e "Zimmer 483", pubblicato di recente sono schizzati al numero 1
nelle classifiche e così pure 4 singoli. L'attenzione è tutta sul cantante Bill
e il chitarrista Tom (gemelli nella vita) con una filosofia potente che invita
a lottare per i propri sogni. Da quando hanno firmato un contratto
discografico con Universal nel maggio 2005, i Tokyo Hotel hanno venduto
quasi tre milioni di album e dvd nella sola Germania. "Scream" è il loro
nuovo disco che comprende il meglio di "Schrei" e "Zimmer 483" per un
totale di 12 brani.Con una veste grafica modificata e nuove registrazioni in
inglese, sette brani dall’album di debutto hanno dovuto essere modficati in
tre chiavi più basse per Bill siccome aveva soli 13 anni quando li ha cantati
la prima volta.
Francesca F.
Tutti i giorni da martedì 11 a sabato15 dalle ore 10,00 alle 12,00 e dalle 16,00 alle
20,00 c’è per ciascuno la possibilità di celebrare la Riconciliazione.
Domenica delle Palme 16 nelle celebrazioni dell’Eucaristia ringraziamo per il
perdono ricevuto durante la settimana.
In questa settimana tutti i gruppi sono invitati a sospendere gli incontri per
lasciare spazio alla celebrazione della Riconciliazione. I gruppi di catechesi
dell’iniziazione cristiana invece sostituiranno l’incontro abituale con celebrazioni
penitenziali adatte ai ragazzi.
OSPITI DAL SALVADOR
Da mercoledì 12 a mercoledì 2 aprile saranno ospiti della nostra comunità
Gregorio e Myriam della nostra comunità sorella Los Naranjos e Anita di CEBES
che già ci visitò due anni fa. In queste tre settimane vivranno con noi la settimana
santa e le celebrazioni per Monsignor Romero. Parteciperanno anche a diversi
incontri di gruppi che si sono coinvolti nello scambio fraterno. Di seguito in
questo calendario trovate alcuni appuntamenti comunitari a cui parteciperanno.
19
Mercoledì 12 alle ore 19,30 benvenuto ai nostri ospiti
2
VOCI DALL’ORATORIO
Eragon e Eldest:un bel libro vale più di un film incompleto
Ultimamente ho letto dei libri molto belli: Eragon ed Eldest. La
storia del primo libro parla di un ragazzo che trova un uovo di
drago,uno degli ultimi 3 draghi rimasti sulla terra (due sono ancora
chiusi nell’ uovo e uno invece appartiene a Galbatorix, il
cattivo).Quando l’uovo si schiude Eragon, il ragazzo, diventa il suo
compagno:un cavaliere dei draghi.Un legame indissolubile li
legherà per sempre. Un vecchio cavaliere,Brom, decide di insegnare
a Eragon l’arte del combattimento. Durante il cammino questi due
cavalieri, accompagnati dal drago, ormai cresciuto, Saphira,
affronteranno mille avventure, combattendo orchetti, infiltrandosi
nelle città nemiche e andando ad aiutare i ribelli
Vrden contro Galbatorix. Nel 2005 hanno trasposto questo libro al
cinema….dalla curiosità sono andato subito a vederlo…ma sono
rimasto deluso in particolar modo dalla storia, perché alcuni pezzi
sono da un’altra parte ( ad esempio, Brom viene ucciso da i Ra’zac,
non da Durza)e anche da “piccoli” particolari”come ad esempio la
voce femminile di Saphira ( è femmina, ma è sempre un drago).
Eldest parla invece degli allenamenti di riabilitazione e di
rafforzamento di Eragon. In questo libro il protagonista è costretto a
dure prove e ad enormi sforzi, sia mentali che fisici. Alla fine però
riesce a diventare più forte nelle arti magiche è in quelle di
combattimento ( diventa pure elfo durante una festa). All’ultima
battaglia Eragon scopre a suo malgrado che il secondo uovo è stato
schiuso e che ora l’esercito imperiale ha a disposizione due cavalieri
di draghi. Ora, in attesa del secondo film e del terzo libro, consiglio
a tutti di leggere questi racconti, perché sono belli, ma anche perché
così potrete capire tutte le vicende che mancano al film.
Gianmarco M.
appuntamenti che riguardano la Comunità
ALLA SCOPERTA DEL MONDO: SERATA SALVADOR
Sabato 15 alle ore 20,00 cena e serata di racconti di amici salvadoregni per
conoscere qualcosa delle loro terra e capire di più la situazione di questo nostro
mondo.
SETTIMANA SANTA
Da domenica 16 a domenica 23: pubblicheremo presto un volantino a parte.
CELEBRAZIONI PER IL 28° ANNIVERSARIO DEL MARTIRIO MONSIGNOR
ROMERO E IL 25° DI MARIANELLA GARCIA
Venerdì 28 alle ore 19,00 celebrazione ecumenica a San Marcello al Corso.
Sabato 29 alle ore 18,30 celebrazione eucaristica presieduta da Monsignor
Demetrio Valentini (presidente della Caritas brasiliana) a San Lino alla Pineta
Sacchetti.
BATTESIMO
La Veglia di Pasqua sabato 22 e domenica 30 alle ore 17,00 sono le date previste
per la celebrazione del battesimo, ma al momento in cui esce il calendario non
abbiamo notizia di nessun battesimo.
CENA DI SALUTO DEI SALVADOREGNI
Domenica 30 alle ore 20,00 salutiamo con una cena gli amici che sono stati con
noi tre settimane.
RACCOLTA CONTRIBUTI PER LA MESSA A NORMA DEGLI IMPIANTI DELLA
PARROCCHIA
Domenica 30 in sacrestia dopo tutte le messe festive (anche del sabato sera)
raccogliamo i contributi di coloro che continuano a sostenere il progetto.
IL GIOVEDÌ
Dalle 16,00 alle 20,00 i presbiteri sono a disposizione per la celebrazione della
Riconciliazione e per l’accompagnamento spirituale.
P.S. Appuntamento dei gruppi . il calendario è in Chiesa sopra i
tavolini.
18
3
Aspettando la santa pasqua
CRISTO RISORTO
Anche
quest’anno,
ci
stiamo
avvicinando
speditamente
alla
celebrazione della Pasqua del Signore.
Sembra proprio ieri quando con l’austera
celebrazione delle Ceneri, abbiamo
iniziato questa Quaresima, segno di
conversione e di una più viva unione, con
il Cristo Crocifisso e Risorto, nei veri
cristiani cioè in coloro che, con cuore
libero e sincero, vogliono seguire
veramente il Signore Gesù, ed essere
annoverati tra i suoi discepoli, la
Quaresima è una tappa importantissima
da vivere aldilà delle tradizioni e delle
usanze che lungo il corso dei secoli, si
sono appiccicate alla celebrazione della
Quaresima. A mio avviso il punto
importante da riscoprire, è una rinnovata
comunione con il Signore, una rinascita
della fede che non tramonta mai ed una
rinnovata giovinezza dello spirito. Però
tutto questo non è un fatto magico, esige
la cooperazione e la collaborazione della
persona , e della comunità. A questo
punto è quasi necessario ripetere la
celebre frase di San Francesco di Sales:
“Pregare come se tutto dipende da
Dio, agire come se tutto dipende da
noi”.
Quindi, il Signore non violenta la
nostra coscienza, il suo è un invito,
dolce e soave, a seguirlo perché noi
possiamo essere felici. Dio che è
Sommo Bene e Onniscienza Infinita,
sa che senza di Lui siamo infelici e
quella felicità che il cuore umano
desidera, senza Gesù non si potrà
mai realizzare. Egli stesso ce lo
ripete spesso nel Vangelo, sia con
discorsi chiari ed aperti: ”Io sono la
vite, voi i tralci , chi rimane in me e
io in lui, fa molto frutto, perché
senza di me non potete far nulla”.
(cfr Gv 15,5). Potremmo
citare
anche il
Vangelo Quando Gesù
dice alla samaritana: “Chiunque beve
di quest’acqua (intesa in senso
materiale) avrà di nuovo sete; ma chi
beve dell’acqua che io gli darò non
avrà più sete….” (cfr Gv 4,13-14).
Secondo me, oggi il vero problema
della chiesa, sia a livello individuale
sia a livello di comunità cristiane, è
che non c’è una conversione sincera
al Vangelo; non sono, infatti i vari
convegni, le tavole rotonde o
quadratiche possono salvare la chiesa
da un lenta agonia e da una morte
spirituale. “Se uno è in Cristo è una
creatura nuova, le cose vecchie sono
passate, ecco ne sono nate di nuove.
Ricordatevi che vivere è
missione, è dovere, è dolore!
Ognuno di noi deve avere il
suo posto di combattimento.
S.G.MOSCATI
4
La riflessione di una volontaria del servizio docce,di Claudia Berti
interessante, così la giudico io. Ma
forse mi lascio trascinare troppo spesso
dalla
pesantezza
del
negativo,
dimenticando di lasciarmi sollevare
dalla leggerezza del positivo: i piccoli
gesti, le parole, i sorrisi di questi
fratelli. Eh sì, che ci crediamo o no,
anche loro sono nostri fratelli, figli di
Dio. C’è del buono in noi tutti, perché
tutti veniamo dallo stesso Padre, che è
buono. Forse molti di noi non sanno di
avere dentro questa bontà, o l’anno
dimenticata, a causa del tipo di vita in
cui sono nati o in cui si sono ritrovati
ad un certo momento. Chi è un po’ più
cosciente della propria bontà interiore
forse può aiutarli. È difficile,
difficilissimo. Certe volte io stessa, che
mi sono dedicata al servizio, ho
mandato a quel paese alcuni di loro.
Ma io sono una. Magari, se ci fosse
una collaborazione di carattere
generale, la situazione sarebbe un po’
meno pesante. Intendo dire che forse
l’attenzione agli emarginati non
dovrebbe essere solo quella della
Caritas, ma dell’intera comunità
parrocchiale, di tutto il quartiere, e così
dovrebbe essere in ogni quartiere.
Andando a stringere, credo che
dovremmo sforzarci di più un po’ tutti
nel cercare il contatto con questi
cosiddetti stranieri, anche se non ci va
perché non ci piacciono, perché
puzzano e sono sporchi o perché
strillano. Da soli sicuramente è più
difficile; tutti insieme forse potremmo
riuscire a sbloccare una situazione di
cui non facciamo che lamentarci, anche
solo mentalmente; e mi ci metto anche
io. Porsi muro a muro sicuramente non
può essere la soluzione, perché porta
solo inimicizia. Se siamo veramente
cristiani, dobbiamo agire come tali:
non disfarci di questi fratelli,
rispedendoli da dove sono venuti, ma
accogliendoli tra noi ed aiutandoli a
trovare, o ritrovare, la serenità
dell’anima, anche se già noi siamo
pieni di problemi, che poi spesso sono
solo nella nostra testa. Ma a questo
punto la domanda è: possiamo
veramente definirci cristiani? Tutto
questo mi butta giù. Man ho anche
voglia di capire. Perché molte di queste
persone si comportano in questo
modo? È il loro carattere che è pessimo
o sono talmente avvelenate con la vita
da aver dimenticato la bontà, la
gentilezza? Devo ammetterlo, non è
sempre così come ho appena detto.
Tante volte mi sono sentita dire anche
“grazie” o chiedere le cose con
educazione. Qualcuno mi ha anche
fatto affettuosamente una carezza sul
viso. Tutti questi elementi, positivi e
negativi, si fondono e creano
un’esperienza interessante, così la
giudico io. Ma forse mi lascio
trascinare
troppo
spesso
dalla
pesantezza del negativo, dimenticando
di lasciarmi sollevare dalla leggerezza
del positivo: i piccoli gesti, le parole, i
sorrisi di questi fratelli. Eh sì, che ci
crediamo o no, anche loro sono nostri
fratelli, figli di Dio. C’è del buono in
noi tutti, perché tutti veniamo dallo
stesso Padre, che è buono.
17
La riflessione di una volontaria del servizio docce,di Claudia Berti
che una delle attività più
difficili da svolgere nell’ambito della
parrocchia sia il servizio accoglienza e
docce. Ho dato la mia disponibilità a
questo servizio per quasi due anni,
durante i quali ho ricevuto diverse
impressioni.
L’organizzazione
è
apparentemente semplice: si deve
segnare su un registro l’entrata degli
ospiti, che devono essere muniti di
numero (i numeri vengono distribuiti la
mattina); si offre loro qualcosa da
mangiare, un cambio di vestiti e si fa
un po’ di conversazione per conoscerli,
capire le loro situazioni e magari fare
anche due risate, nonostante i
problemi. È davvero impressionante
vedere come queste persone riescano
ad avere sempre il sorriso sulle labbra,
la voglia di scherzare, pur vivendo in
condizioni di povertà. Perfino i loro
bambini sono sempre contenti, potrei
dire quasi più vispi di un bambino che
vive una vita “comune”. Provo una
bella sensazione quando questi amici
“stranieri” parlano con me, mi
chiedono cosa faccio, se studio, cosa
farò dopo gli studi. A volte si parla
anche semplicemente del tempo, bello,
brutto, nuvoloso, ecc. In quei momenti
mi sento vicino a loro, come se non
esistessero più le barriere del
pregiudizio. Con alcuni si è instaurato
anche un rapporto un po’ più
confidenziale, una sorta di abitualità
che quasi mi fa dimenticare la loro
condizione; come se non ricordassi
che, dopo il nostro incontro, quando io
tornerò a casa, loro torneranno in una
baracca o in un tubo.
Per altri versi, ho potuto constatare
come i nostri amici senza-tetto siano
difficili. All’interno del servizio docce
ho svolto tutti i ruoli, e posso dire in
effetti che: quando preparavo da
mangiare e da bere, alcuni di loro,
forse i più impazienti, sembravano
comandarmi a bacchetta, quasi come se
pretendessero il servizio; quando
distribuivo i vestiti, difficilmente
riuscivo ad accontentarli, ad eccezione
di qualcuno; quando aprivo il cancello
e segnavo le entrate sul registro, molti
se ne approfittavano ed entravano
senza numero, oppure tentavano di
passare avanti agli altri, o non
capivano che se facevo una cosa non
potevo farne un’altra. In questi casi mi
chiedo: dov’è l’umiltà? Voglio dire: se
hai fame, ti accontenti di quello che c’è
e aspetti con pazienza. Se hai freddo, ti
copri con qualsiasi cosa. E dal
momento che stai usufruendo di un
servizio, non ti comporti da prepotente.
Tutto questo mi butta giù. Man ho
anche voglia di capire. Perché molte di
queste persone si comportano in questo
modo? È il loro carattere che è pessimo
o sono talmente avvelenate con la vita
da aver dimenticato la bontà, la
gentilezza? Devo ammetterlo, non è
sempre così come ho appena detto.
Tante volte mi sono sentita dire anche
“grazie” o chiedere le cose con
educazione. Qualcuno mi ha anche
fatto affettuosamente una carezza sul
viso. Tutti questi elementi, positivi e
negativi, si fondono e creano
un’esperienza
RITIRO DI PRIMAVERA 2008
Credo
Circa otto giorni dopo questi discorsi
Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo
e salì sul monte a pregare (Luca 9, 28)
Quando?
L’appuntamento per la partenza
è in parrocchia venerdì 7 marzo
alle ore 18,00. Il rientro è
previsto domenica 9 marzo alle
ore 19,00. Per vivere bene
questo ritiro a tutti i partecipanti
è
richiesta
la
presenza
dall’inizio alla fine.
Quanto costa?
I padri chiedono 80 € per
ospitarci due giorni. La
comunità parrocchiale sostiene
chi
intende
partecipare
contribuendo con 20 € a
persona, o anche più, per
permettere a chiunque lo
desidera di partecipare.
Dove?
Ad Galloro - Ariccia nella Casa
Sacro Cuore dei Gesuiti a Via
Appia Nuova, 54 (km 27,500).
Da Cinecittà Est sono circa venti
chilometri. Si arriva con l’Appia
ad Ariccia. Passata la piazza
storica, si va avanti per meno di
un chilometro. La casa è sulla
destra, poco prima di un grande
distributore di benzina. Andremo
con le automobili di alcuni dei
partecipanti
Chi ci guida?
Ugo Mesini, un Padre gesuita
che fa parte della comunità che
ci ospita.
Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti
e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa
la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu
sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te
stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio.
S.G.MOSCATI
5
16
Come faccio per aderire?
Iscriviti
in
segreteria
parrocchiale
il
prima
possibile (per facilitare chi
deve organizzare) e non oltre
domenica 2 marzo. È gradito
un anticipo di 30 €.
L’angolo della cucina
COLOMBA DI SFOGLIA E CONFETTINI
Ingredienti per 8
persone
DA FARE QUALCHE ORA PRIMA
pasta sfoglia
surgelata 600 g
tuorlo 1
panna liquida 500 ml
zucchero a velo 100 g
fragole 400 g
miele 2 cucchiai
confettini colorati
farina 2 cucchiai
burro 2 cucchiai
Lasciate scongelare la pasta 60
minuti a temperatura ambiente,
mettetela sul piano di lavoro,
stendetela con il matterello
tirandola allo spessore di ½ cm.,
per stenderla meglio ed evitare
che la pasta si attacchi, infarinate
sia il piano di lavoro sia il
matterello, ritagliate da un
cartoncino una sagoma a forma
di colomba di 30 cm di
lunghezza, appoggiate la sagoma
sulla sfoglia e aiutandovi con un
coltellino a punta, ritagliate la
pasta seguendo il contorno della
sagoma. Imburrate una placca e
appoggiate sopra la colomba di
sfoglia, sbattete il tuorlo 30
secondi , insieme a un cucchiaio
d’acqua e spalmatelo sulla
superficie
della
colomba.
Mettete la placca in frigo per 20
minuti, scaldate il forno a 200°,
cuocete la colomba per 25
minuti, quando risulta gonfia e
dorata, togliete la placca dal
forno e lasciatela completamente
raffreddare
RADICI BIBLICHE
Secondo la bibbia fu proprio una
colomba, con un ramoscello di ulivo
nel becco, a tornare da noè dopo il
diluvio universale, per testimoniare
l’avvenuta riconciliazione fra dio e il
suo popolo
Da fare all’ultimo
momento:
Tagliate la colomba in due metà in
orizzontale, tagliate le fragole in
grossi pezzi, versate la panna in una
ciotola fredda, unite lo zucchero e
montatela in 10 minuti con la frusta a
mano oppure in 5 con quella
elettrica. Riempite con la panna una
tasca da pasticceria munita di
bocchetta a stella, ricoprite di panna
la metà inferiore della colomba,
facendola cadere dalla tasca,
sistemate i pezzi di fragola sulla
panna cercando di distribuirli in
modo regolare, coprite la parte
inferiore della colomba con quella
superiore
cercando
di
farle
combaciare
perfettamente,
spennellate il miele sulla superficie
della colomba e distribuite sopra i
confettini, trasferite la preparazione
su un piatto da portata, e servitelo.
IDEA GOLOSA:
arricchite il ripieno
spolverizzando
sulla panna, prima
di sistemare le
fragole, 40 g di
cioccolato
fondente
grattugiato.
VITA DI SANTI
nel giorno della sua festa questi fiori
vengono benedetti e distribuiti ai fedeli. Il
22 maggio 1447 Rita si spense, mentre le
campane da sole suonavano a festa,
annunciando la sua ‘nascita’ al cielo. Si
narra che il giorno dei funerali, quando
ormai si era sparsa la voce dei miracoli
attorno al suo corpo, comparvero delle api
nere che si annidarono nelle mura del
convento e ancora oggi sono lì; sono api
che non hanno un alveare, non fanno miele
e da cinque secoli si riproducono fra quelle
mura. Per singolare privilegio il corpo di
Santa Rita non fu mai sepolto, in qualche
modo trattato secondo le tecniche di allora,
fu deposto in una cassa di cipresso andata
poi persa in un incendio, per cui il corpo,
miracolosamente rimasto indenne, fu posto
in un artistico sarcofago ligneo, opera di
Cesco Barbari, un falegname di Cascia
risanato per intercessione della santa e a lei
devoto. Sul sarcofago ci sono vari dipinti
di Antonio da Norcia (1457): sul coperchio
è dipinta la santa in abito agostiniano, stesa
nel sonno della morte sopra un drappo
stellato; il sarcofago è oggi conservato
nella nuova basilica di Cascia costruita
negli anni 1937-1947 . Il corpo, incorrotto,
riposa in un’urna trasparente, esposto alla
venerazione degli innumerevoli fedeli,
nella cappella a lei dedicata. Accanto al
cuscino è dipinta una lunga iscrizione
metrica che accenna alla vita della
“Gemma dell’Umbria”, al suo amore per la
Croce e a episodi della sua vita di monaca
santa; l’epitaffio è in antico umbro ed è di
grande interesse quindi per conoscere il
profilo spirituale di S. Rita.
6
15
Il corpo, rimasto prodigiosamente
incorrotto , appare come quello di
una persona morta da poco e non
presenta sulla fronte la famosa
piaga della spina, che si era
rimarginata inspiegabilmente dopo
la morte. Tutto ciò è documentato
nelle relazioni mediche effettuate
durante il processo per la
beatificazione, avvenuta nel 1627
con papa Urbano VIII; il culto
proseguì ininterrotto per la santa
chiamata
“la
Rosa
di
Roccaporena”; il 24 maggio 1900
papa Leone XIII la canonizzò
solennemente. Al suo nome
vennero intitolate tante iniziative
assistenziali, monasteri, chiese in
tutto il mondo; è sorta anche una
pia unione denominata “Opera di
S. Rita” preposta al culto della
santa, alla sua conoscenza, ai
continui pellegrinaggi e fra le tante
sue realizzazioni. Ad Essa si deve
anche la realizzazioni della
cappella nella casa della Santa e
della cappella del “Sacro Scoglio”
dove pregava.
Santa Rita da Cascia
VITA DI SANTI
RACCONTO DEL MESE
SANTA RITA DA CASCIA
(SEGUE)
P
er la tradizione, l’entrata di Santa
Rita nel Monastero avvenne con un
fatto miracoloso: una notte, Rita come
al solito, si era recata a pregare sullo
“Scoglio” (specie di sperone di
montagna che s’innalza per un
centinaio di metri al disopra del
villaggio di Roccaporena), qui ebbe la
visione dei suoi tre santi protettori già
citati, che la trasportarono a Cascia,
introducendola nel monastero quando
le suore la videro in orazione nel loro
coro, nonostante tutte le porte chiuse,
convinte dal prodigio e dal suo sorriso,
l’accolsero fra loro, Rita aveva circa
trent’anni e benché fosse illetterata, fu
ammessa fra le monache coriste, cioè
quelle suore che sapendo leggere
potevano recitare l’Ufficio divino, ma
evidentemente per Rita fu fatta
un’eccezione, sostituendo l’ufficio
divino con altre orazioni. La nuova
suora
s’inserì
nella
comunità
conducendo una vita di esemplare
santità, praticando carità e pietà e tante
penitenze, ed
in breve suscitò
l’ammirazione
delle
consorelle.
Devotissima alla Passione di Cristo,
desiderò di condividerne i dolori e
questo costituì il tema principale delle
sue meditazioni e preghiere. Gesù
l’esaudì e un giorno nel 1432, mentre
era in contemplazione davanti al
Crocifisso, sentì una spina della corona
del Cristo conficcarsi nella fronte,
producendole una profonda piaga che
poi divenne purulenta e putrescente,
costringendola ad una continua
segregazione. La ferita scomparve
soltanto in occasione di un suo
pellegrinaggio a Roma, fatto per
perorare la causa di canonizzazione di
San Nicola da Tolentino, sospesa dal
secolo precedente; ciò le permise di
circolare fra la gente. Si era talmente
immedesimata nella Croce, che visse
nella sofferenza gli ultimi quindici
anni, logorata dalle fatiche, dalle
sofferenze, ma anche dai digiuni e
dall’uso dei flagelli, che erano tanti e
di varie specie; negli ultimi quattro
anni si cibava così poco, che forse la
Comunione eucaristica era il suo unico
sostentamento per cui era costretta a
restare coricata sul suo giaciglio. In
questa fase finale della sua vita,
avvenne un altro prodigio: essendo
immobile a letto, ricevette la visita di
una parente che nel congedarsi le
chiese se desiderava qualcosa della sua
casa di Roccaporena e Rita rispose che
le sarebbe piaciuto avere una rosa
dall’orto, ma la parente obiettò che si
era in pieno inverno e quindi ciò non
era possibile, ma Rita insistette.
Tornata a Roccaporena la parente si
recò nell’orticello e in mezzo ad un
rosaio vide una bella rosa sbocciata,
stupita, la colse e la portò da Rita la
quale, ringraziando, la consegnò alle
meravigliate consorelle. Così la santa
vedova, madre, suora, divenne la santa
della ‘Spina’ e la santa della ‘Rosa’;
14
IL NARRATORE
C’era una volta un narratore, viveva
povero, ma senza preoccupazioni,
felice di niente, con la testa sempre
piena di sogni. Ma il mondo intorno gli
pareva grigio, brutale , arido di cuore,
malato d’anima, e ne soffriva. Un
mattino, mentre attraversava la piazza
assolata ebbe
un’idea. “E se
raccontassi delle storie alle persone?
Potrei raccontare il sapore della bontà
e dell’amore, le porterei sicuramente
alla felicità”. Salì su una panchina e
cominciò a raccontare ad alta voce.
Anziani, donne e bambini, si
fermarono un attimo ad ascoltarlo, poi
si voltarono e proseguirono per la loro
strada. Il narratore, ben sapendo che
non si può cambiare il mondo in un
giorno non si scoraggòl giorno dopo
tornò nel medesimo luogo e di nuovo
lanciò al vento le più commoventi
parole del suo cuore. Il giorno dopo, si
fermò ancora della gente ma molto
meno dei giorni precedenti. Qualcuno
rise di lui, altri lo trattarono da pazzo,
ma lui imperterrito continuò a narrare.
Ostinato tornò ogni giorno nella
piazza per parlare alla gente, offrire i
suoi racconti di amore e di meraviglia,
ma i curiosi si fecero rari, e ben presto
si ritrovò a parlare solo alle nubi e alle
ombre frettolose dei passanti che lo
sfioravano appena, ma non rinunciò.
Scoprì che non sapeva e non
desiderava fare altro che raccontare le
sue storie, anche se non interessavano
a nessuno. Cominciò a narrarle ad
occhi chiusi, per il solo piacere di
sentirle, senza preoccuparsi d i essere
ascoltato, la gente lo lasciò solo dietro
le palpebre chiuse. Passarono così
degli anni. Una sera d’inverno, mentre
raccontava una storia prodigiosa nel
crepuscolo indifferente, sentì che
qualcuno lo tirava per la manica, aprì
gli occhi e vide un ragazzo, che gli fece
una smorfia beffarda:” non vedi che
nessuno ti ascolta, non ti ha mai
ascoltato e non ti ascolterà mai?
Perché diavolo vuoi perdere così il tuo
tempo?””Amo i miei simili” rispose il
narratore, scuotendo la testa,” perché
ti ostini allora?” domandò il ragazzo
preso da una improvvisa compassione,
“per cambiare il mondo”….Tacque,
poi il suo sguardo si illuminò, e disse
ancora: “Oggi racconto perché il
mondo non cambi me”.
Morale
Dovunque saremo, in
qualunque momento,
qualunque cosa faremo ci
sentiremo insieme a lavorare
per un mondo nuovo… in un
fraterno costante
Abbraccio.
7
FAMIGLIA E FIGLI
GIORNATA COMUNITARIA 2008:
LA FAMIGLIA E LA COMUNICAZIONE
sintonizzarci nel nostro cammino comunitario.
Quest’anno dedichiamo la giornata al lavoro pastorale che ci aspetta nei
prossimi anni che riguarda particolarmente la famiglia e la
comunicazione (nella Comunità e verso l’esterno).
Sarà presente anche il nostro vescovo Luigi Moretti.
Alla giornata sono invitati tutti coloro che lavorano in diversi modi per
la comunità parrocchiale e anche tutti gli altri membri della comunità,
responsabili del suo cammino
Programma della giornata
- Iniziamo la giornata celebrando l’Eucaristia alle ore 10.
- Finita la preghiera, nel salone ci sarà dapprima
un’introduzione al lavoro della giornata. Poi interverrà il
Vescovo, che segue da molti anni la pastorale familiare in
diocesi. Seguirà il dialogo con lui.
- Alle ore 13 interromperemo l’assemblea per il pranzo. Siamo
invitati a portare qualcosa da mangiare e a condividerlo
insieme.
- Alle ore 15 riprendiamo il lavoro divisi in gruppi. Ogni
gruppo sarà formato da persone che hanno un impegno simile
nella comunità o nel “mondo”. Ogni gruppo pense rà quale
contributo concreto potrà dare nel prossimo futuro
all’impegno comunitario a favore della famiglia e della
comunicazione.
- Dopo una pausa, alle ore 17 ci ritroveremo in assemblea per
mettere in comune i contributi dei gruppi. La fine della
giornata è prevista per le ore 18,30.
8
NASCERE PER CONTRATTO
Domenica 2 marzo passiamo insieme la giornata per
materiale genetico non avrà
alcuna relazione giuridico
parentale con il nascituro; e
soprattutto, tutela il nascituro,
riconoscendogli lo stato di
figlio,
legittimo
o
riconosciuto, della coppia
che intende riconoscerlo.
Anche se questa legge ha
ancora molte lacune, è cosa
buona che almeno ci sia una
disciplina, infatti in molte
parti del mondo la maternità
surrogata non è disciplinata o
è consentita, così come la
FMA eterologa; infatti c’è il
rischio che si verifichi ciò che
accadde anni fa, quando in
Italia l’aborto era vietato e le
donne andavano all’estero per
abortire. Per questo vi è
l’esigenza di disciplinare in
modo uniforme tali problemi
in tutti i paesi.
CENTRO D’ASCOLTO
INTERPARROCCHIALE
SS.GIOACCHINO E ANNA &
SAN GIUSEPPE MOSCATI
PER GENITORI E COPPIE
A chi si rivolge?
Alle coppie, ai genitori, ai ragazzi che
vivono relazioni difficili in famiglia
Chi siamo?
Operatori volontari formati per un
servizio a sostegno della famiglia,
disposti ad ascoltar Vi presso i locali
delle Parrocchie…
Il servizio è totalmente gratuito
Per informazioni telef. 06.72.90.77.50
In mancanza di un operatore, lasciate un
messaggio, sarà nostra cura contattarvi al
più presto.
SPAZIO PER IL DIALOGO CON LA COMUNITA’
FORUM
CHE NE PENSATE?
….DITE LA VOSTRA.
CIRCA L’ARTICOLO APPARSO SUL N._________
IL MIO COMMENTO E’…………………………………………........
…………………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………..
………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………….
13
Da una
provocazione di
carmel shavel
NASCERE PER CONTRATTO
Q
uesta espressione venne
usata anni fa, con tono
provocatorio, dalla femminista
israelo-americana
Carmel
Shavel e che oggi risulta
essere molto attuale. Shavel
infatti, si riferiva alla tecnica
della maternità surrogata, con
la quale una donna si presta a
condurre una gravidanza e a
partorire per conto di un’altra
donna che non può affrontarla,
o di un uomo single o di una
coppia gay. Tale tecnica, come
si può intuire, comporta seri
problemi etico-morali, oltre
che giuridici. Venne effettuata
attraverso
la
FMA
(fecondazione medicalmente
assistita), la quale può essere
di due tipologie: Omologa,
utilizzando materiale genetico
appartenente alla coppia che
vuole assumere il ruolo di
genitoriale;
Etererologa,
utilizzando materiale genetico
appartenente a persone diverse
dalla coppia. La prima
dovrebbe
comportare
particolari problemi morali, la
seconda, invece, fa discutere
molto, poiché il bambino che
nascerà avrà un patrimonio
genetico diverso da quello dei
suoi genitori, e la donna che lo
partorisce non avrà nessun
diritto su di lui (anche se nel
nostro ordinamento giuridico
madre è colei che partorisce il
bambino). Ma non è tutto,
infatti la figura materna
potrà essere ricoperta anche da tre persone
diverse: l’ovodonatrice, che può non coincidere
con colei che partorirà e colei che riconoscerà il
bambino; la madre sociale, colei che riconoscerà
il bambino; la madre surrogata, che partorirà il
bambino e che può non coincidere con le prime
due. La figura paterna può, anche questa,
essere ricoperta da due persone diverse: il padre
genetico, colui che dona il proprio materiale
biologico; il padre sociale, colui che riconoscerà
il bambino. Ma, in poche parole, il bambino chi
dovrà chiamare “ Mamma e Papà”? Dal punto di
vista giuridico il problema è che tutte queste
persone potrebbero reclamare dei diritti sul
nascituro, o, nelle peggiori ipotesi, che nessuno
voglia più il bambino nato con tale tecnica. E
poi che valore etico-giuridico avrà il contratto
tra due persone che ha ad oggetto la
procreazione di un bambino? E’ possibile
considerare la vita di un bambino, come ha
definito la Shavel, una “vendita di servizi di
procreazione”? Infatti una donna potrà partorire
un bambino per un’altra donna non solo per fini
altruistici, ma anche per finalità economiche,
come se fosse un lavoro qualunque. In Italia il
problema giuridico è stato risolto dal nostro
Parlamento solo l’anno scorso con la Legge 19
febbraio 2004 n. 40, la quale vieta, innanzitutto,
la maternità surrogata; consente il ricorso alla
FMA solo alle coppie coniugate o stabilmente
conviventi; vieta al padre sociale di
disconoscere il nascituro se prima di ricorrere a
tale tecnica aveva dato il suo consenso, così
come vieta l’anonimato della madre; prevede
che in caso di FMA eterologa, praticata
nonostante il divieto, il donatore del
Il Signore parla alla Comuntà dei discepoli
Gv 20, 1-9
Dal Vangelo secondo Giovanni
Egli doveva risuscitare dai morti.
Nel giorno dopo il sabato, Maria di Magdala si
IL VANGELO DELLA RESURREZIONE
FAMIGLIA E FIGLI
recò al sepolcro di buon mattino, quand'era
ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata
dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro
discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro:
"Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non
sappiamo dove l'hanno posto!".
Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro
discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano
insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più
veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva
ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e
il sudario, che gli era stato posto sul capo, non
per terra con le bende, ma piegato in un luogo a
parte.
Allora entrò anche l'altro discepolo, che era
giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Non avevano infatti ancora compreso la
Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai
morti.
Parola del Signore.
SAN GIOVANNI EVANGELISTA
12
9
lettera del parroco
don Paolo Salvini
inizia la visita alle famiglie del territorio parrocchiale
François ed io abbiamo appena iniziato a visitare le famiglie che
abitano nel territorio di San Giuseppe Moscati. La proposta di questa
visita arriverà nel tempo a tutte le famiglie, attraverso una lettera che
potete leggere qui sotto. Non visiteremo tutte le famiglie, ma solo quelle
che manifesteranno il desiderio di riceverci nella loro casa e ci daranno un
appuntamento. Inizieremo dalle scale in cui c’è una persona che si renda
disponibile a consegnare personalmente le lettere ai suoi vicini. Se ci sono
però delle famiglie che desiderano subito la nostra visita, contattino la
segreteria parrocchiale (vedi gli orari nella lettera qui sotto) e ci diano un
appuntamento. Se invece siete disponibili a collaborare all’organizzazione
della visita nella vostra scala fatecelo sapere.
Paolo
Mercoledì
10,00 – 13,00
16,00 – 20,00
Venerdì
10,00 – 13,00
16,00 – 20,00
Ma, se questi orari non sono adatti a voi, possiamo fissare un appuntamento in
altri momenti della settimana.
Desideriamo che questo incontro rimanga libero e gratuito.
Libero. Non vorremmo che qualcuno subisca la nostra visita. Pertanto, verremo
da voi solo se sarete voi ad invitarci, chiamando la parrocchia al numero
06.7215571. Oltre a noi, anche la segreteria parrocchiale 1 è in grado di fissare un
appuntamento.
Gratuito. Riteniamo che la nostra proposta sia più fruttuosa là dove non ci sia
altro interesse che quello di incontrare l’altro e di arricchirsi della sua presenza. È
questo il motivo per cui non accettiamo offerte.
Come noi abbiamo preso l’iniziativa con questa lettera, così siamo
ugualmente disponibili a lasciarci coinvolgere da iniziative che partano da voi.
Gentile Famiglia _______________
In attesa della vostra risposta, vi auguriamo ogni bene.
siamo il parroco e il viceparroco di S. Giuseppe Moscati. Vi
chiediamo la cortesia di dedicare un po’ del vostro tempo alla lettura di questa
lettera.
Paolo Salvini
e
François M. Bakunda
Vorremmo venire a visitarvi nelle vostre case. E prima di tutto ci
sembra giusto spiegarvi apertamente il desiderio che ci anima.
Desideriamo avvicinarci a tutti, credenti o meno, e contribuire ad una
convivenza più umana nel quartiere.
Desideriamo conoscere meglio quanti tra voi si riconoscono nella comunità
parrocchiale. La nostra venuta può essere anche l’occasione per pregare insieme
chiedendo a Dio la sua benedizione sulle nostre vite.
1
Gli orari della Segreteria parrocchiale:
lunedì, martedì, mercoledì e venerdì
giovedì e sabato
10
A queste visite abbiamo pensato di dedicare questo tempo:
11
dalle ore 16,30 alle ore 18,30
dalle ore 10,00 alle ore 12,00
lettera del parroco
don Paolo Salvini
inizia la visita alle famiglie del territorio parrocchiale
François ed io abbiamo appena iniziato a visitare le famiglie che
abitano nel territorio di San Giuseppe Moscati. La proposta di questa
visita arriverà nel tempo a tutte le famiglie, attraverso una lettera che
potete leggere qui sotto. Non visiteremo tutte le famiglie, ma solo quelle
che manifesteranno il desiderio di riceverci nella loro casa e ci daranno un
appuntamento. Inizieremo dalle scale in cui c’è una persona che si renda
disponibile a consegnare personalmente le lettere ai suoi vicini. Se ci sono
però delle famiglie che desiderano subito la nostra visita, contattino la
segreteria parrocchiale (vedi gli orari nella lettera qui sotto) e ci diano un
appuntamento. Se invece siete disponibili a collaborare all’organizzazione
della visita nella vostra scala fatecelo sapere.
Paolo
Mercoledì
10,00 – 13,00
16,00 – 20,00
Venerdì
10,00 – 13,00
16,00 – 20,00
Ma, se questi orari non sono adatti a voi, possiamo fissare un appuntamento in
altri momenti della settimana.
Desideriamo che questo incontro rimanga libero e gratuito.
Libero. Non vorremmo che qualcuno subisca la nostra visita. Pertanto, verremo
da voi solo se sarete voi ad invitarci, chiamando la parrocchia al numero
06.7215571. Oltre a noi, anche la segreteria parrocchiale 1 è in grado di fissare un
appuntamento.
Gratuito. Riteniamo che la nostra proposta sia più fruttuosa là dove non ci sia
altro interesse che quello di incontrare l’altro e di arricchirsi della sua presenza. È
questo il motivo per cui non accettiamo offerte.
Come noi abbiamo preso l’iniziativa con questa lettera, così siamo
ugualmente disponibili a lasciarci coinvolgere da iniziative che partano da voi.
Gentile Famiglia _______________
In attesa della vostra risposta, vi auguriamo ogni bene.
siamo il parroco e il viceparroco di S. Giuseppe Moscati. Vi
chiediamo la cortesia di dedicare un po’ del vostro tempo alla lettura di questa
lettera.
Paolo Salvini
e
François M. Bakunda
Vorremmo venire a visitarvi nelle vostre case. E prima di tutto ci
sembra giusto spiegarvi apertamente il desiderio che ci anima.
Desideriamo avvicinarci a tutti, credenti o meno, e contribuire ad una
convivenza più umana nel quartiere.
Desideriamo conoscere meglio quanti tra voi si riconoscono nella comunità
parrocchiale. La nostra venuta può essere anche l’occasione per pregare insieme
chiedendo a Dio la sua benedizione sulle nostre vite.
1
Gli orari della Segreteria parrocchiale:
lunedì, martedì, mercoledì e venerdì
giovedì e sabato
10
A queste visite abbiamo pensato di dedicare questo tempo:
11
dalle ore 16,30 alle ore 18,30
dalle ore 10,00 alle ore 12,00
Da una
provocazione di
carmel shavel
NASCERE PER CONTRATTO
Q
uesta espressione venne
usata anni fa, con tono
provocatorio, dalla femminista
israelo-americana
Carmel
Shavel e che oggi risulta
essere molto attuale. Shavel
infatti, si riferiva alla tecnica
della maternità surrogata, con
la quale una donna si presta a
condurre una gravidanza e a
partorire per conto di un’altra
donna che non può affrontarla,
o di un uomo single o di una
coppia gay. Tale tecnica, come
si può intuire, comporta seri
problemi etico-morali, oltre
che giuridici. Venne effettuata
attraverso
la
FMA
(fecondazione medicalmente
assistita), la quale può essere
di due tipologie: Omologa,
utilizzando materiale genetico
appartenente alla coppia che
vuole assumere il ruolo di
genitoriale;
Etererologa,
utilizzando materiale genetico
appartenente a persone diverse
dalla coppia. La prima
dovrebbe
comportare
particolari problemi morali, la
seconda, invece, fa discutere
molto, poiché il bambino che
nascerà avrà un patrimonio
genetico diverso da quello dei
suoi genitori, e la donna che lo
partorisce non avrà nessun
diritto su di lui (anche se nel
nostro ordinamento giuridico
madre è colei che partorisce il
bambino). Ma non è tutto,
infatti la figura materna
potrà essere ricoperta anche da tre persone
diverse: l’ovodonatrice, che può non coincidere
con colei che partorirà e colei che riconoscerà il
bambino; la madre sociale, colei che riconoscerà
il bambino; la madre surrogata, che partorirà il
bambino e che può non coincidere con le prime
due. La figura paterna può, anche questa,
essere ricoperta da due persone diverse: il padre
genetico, colui che dona il proprio materiale
biologico; il padre sociale, colui che riconoscerà
il bambino. Ma, in poche parole, il bambino chi
dovrà chiamare “ Mamma e Papà”? Dal punto di
vista giuridico il problema è che tutte queste
persone potrebbero reclamare dei diritti sul
nascituro, o, nelle peggiori ipotesi, che nessuno
voglia più il bambino nato con tale tecnica. E
poi che valore etico-giuridico avrà il contratto
tra due persone che ha ad oggetto la
procreazione di un bambino? E’ possibile
considerare la vita di un bambino, come ha
definito la Shavel, una “vendita di servizi di
procreazione”? Infatti una donna potrà partorire
un bambino per un’altra donna non solo per fini
altruistici, ma anche per finalità economiche,
come se fosse un lavoro qualunque. In Italia il
problema giuridico è stato risolto dal nostro
Parlamento solo l’anno scorso con la Legge 19
febbraio 2004 n. 40, la quale vieta, innanzitutto,
la maternità surrogata; consente il ricorso alla
FMA solo alle coppie coniugate o stabilmente
conviventi; vieta al padre sociale di
disconoscere il nascituro se prima di ricorrere a
tale tecnica aveva dato il suo consenso, così
come vieta l’anonimato della madre; prevede
che in caso di FMA eterologa, praticata
nonostante il divieto, il donatore del
Il Signore parla alla Comuntà dei discepoli
Gv 20, 1-9
Dal Vangelo secondo Giovanni
Egli doveva risuscitare dai morti.
Nel giorno dopo il sabato, Maria di Magdala si
IL VANGELO DELLA RESURREZIONE
FAMIGLIA E FIGLI
recò al sepolcro di buon mattino, quand'era
ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata
dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro
discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro:
"Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non
sappiamo dove l'hanno posto!".
Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro
discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano
insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più
veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva
ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e
il sudario, che gli era stato posto sul capo, non
per terra con le bende, ma piegato in un luogo a
parte.
Allora entrò anche l'altro discepolo, che era
giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Non avevano infatti ancora compreso la
Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai
morti.
Parola del Signore.
SAN GIOVANNI EVANGELISTA
12
9
FAMIGLIA E FIGLI
GIORNATA COMUNITARIA 2008:
LA FAMIGLIA E LA COMUNICAZIONE
sintonizzarci nel nostro cammino comunitario.
Quest’anno dedichiamo la giornata al lavoro pastorale che ci aspetta nei
prossimi anni che riguarda particolarmente la famiglia e la
comunicazione (nella Comunità e verso l’esterno).
Sarà presente anche il nostro vescovo Luigi Moretti.
Alla giornata sono invitati tutti coloro che lavorano in diversi modi per
la comunità parrocchiale e anche tutti gli altri membri della comunità,
responsabili del suo cammino
Programma della giornata
- Iniziamo la giornata celebrando l’Eucaristia alle ore 10.
- Finita la preghiera, nel salone ci sarà dapprima
un’introduzione al lavoro della giornata. Poi interverrà il
Vescovo, che segue da molti anni la pastorale familiare in
diocesi. Seguirà il dialogo con lui.
- Alle ore 13 interromperemo l’assemblea per il pranzo. Siamo
invitati a portare qualcosa da mangiare e a condividerlo
insieme.
- Alle ore 15 riprendiamo il lavoro divisi in gruppi. Ogni
gruppo sarà formato da persone che hanno un impegno simile
nella comunità o nel “mondo”. Ogni gruppo pense rà quale
contributo concreto potrà dare nel prossimo futuro
all’impegno comunitario a favore della famiglia e della
comunicazione.
- Dopo una pausa, alle ore 17 ci ritroveremo in assemblea per
mettere in comune i contributi dei gruppi. La fine della
giornata è prevista per le ore 18,30.
8
NASCERE PER CONTRATTO
Domenica 2 marzo passiamo insieme la giornata per
materiale genetico non avrà
alcuna relazione giuridico
parentale con il nascituro; e
soprattutto, tutela il nascituro,
riconoscendogli lo stato di
figlio,
legittimo
o
riconosciuto, della coppia
che intende riconoscerlo.
Anche se questa legge ha
ancora molte lacune, è cosa
buona che almeno ci sia una
disciplina, infatti in molte
parti del mondo la maternità
surrogata non è disciplinata o
è consentita, così come la
FMA eterologa; infatti c’è il
rischio che si verifichi ciò che
accadde anni fa, quando in
Italia l’aborto era vietato e le
donne andavano all’estero per
abortire. Per questo vi è
l’esigenza di disciplinare in
modo uniforme tali problemi
in tutti i paesi.
CENTRO D’ASCOLTO
INTERPARROCCHIALE
SS.GIOACCHINO E ANNA &
SAN GIUSEPPE MOSCATI
PER GENITORI E COPPIE
A chi si rivolge?
Alle coppie, ai genitori, ai ragazzi che
vivono relazioni difficili in famiglia
Chi siamo?
Operatori volontari formati per un
servizio a sostegno della famiglia,
disposti ad ascoltar Vi presso i locali
delle Parrocchie…
Il servizio è totalmente gratuito
Per informazioni telef. 06.72.90.77.50
In mancanza di un operatore, lasciate un
messaggio, sarà nostra cura contattarvi al
più presto.
SPAZIO PER IL DIALOGO CON LA COMUNITA’
FORUM
CHE NE PENSATE?
….DITE LA VOSTRA.
CIRCA L’ARTICOLO APPARSO SUL N._________
IL MIO COMMENTO E’…………………………………………........
…………………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………..
………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………….
13
VITA DI SANTI
RACCONTO DEL MESE
SANTA RITA DA CASCIA
(SEGUE)
P
er la tradizione, l’entrata di Santa
Rita nel Monastero avvenne con un
fatto miracoloso: una notte, Rita come
al solito, si era recata a pregare sullo
“Scoglio” (specie di sperone di
montagna che s’innalza per un
centinaio di metri al disopra del
villaggio di Roccaporena), qui ebbe la
visione dei suoi tre santi protettori già
citati, che la trasportarono a Cascia,
introducendola nel monastero quando
le suore la videro in orazione nel loro
coro, nonostante tutte le porte chiuse,
convinte dal prodigio e dal suo sorriso,
l’accolsero fra loro, Rita aveva circa
trent’anni e benché fosse illetterata, fu
ammessa fra le monache coriste, cioè
quelle suore che sapendo leggere
potevano recitare l’Ufficio divino, ma
evidentemente per Rita fu fatta
un’eccezione, sostituendo l’ufficio
divino con altre orazioni. La nuova
suora
s’inserì
nella
comunità
conducendo una vita di esemplare
santità, praticando carità e pietà e tante
penitenze, ed
in breve suscitò
l’ammirazione
delle
consorelle.
Devotissima alla Passione di Cristo,
desiderò di condividerne i dolori e
questo costituì il tema principale delle
sue meditazioni e preghiere. Gesù
l’esaudì e un giorno nel 1432, mentre
era in contemplazione davanti al
Crocifisso, sentì una spina della corona
del Cristo conficcarsi nella fronte,
producendole una profonda piaga che
poi divenne purulenta e putrescente,
costringendola ad una continua
segregazione. La ferita scomparve
soltanto in occasione di un suo
pellegrinaggio a Roma, fatto per
perorare la causa di canonizzazione di
San Nicola da Tolentino, sospesa dal
secolo precedente; ciò le permise di
circolare fra la gente. Si era talmente
immedesimata nella Croce, che visse
nella sofferenza gli ultimi quindici
anni, logorata dalle fatiche, dalle
sofferenze, ma anche dai digiuni e
dall’uso dei flagelli, che erano tanti e
di varie specie; negli ultimi quattro
anni si cibava così poco, che forse la
Comunione eucaristica era il suo unico
sostentamento per cui era costretta a
restare coricata sul suo giaciglio. In
questa fase finale della sua vita,
avvenne un altro prodigio: essendo
immobile a letto, ricevette la visita di
una parente che nel congedarsi le
chiese se desiderava qualcosa della sua
casa di Roccaporena e Rita rispose che
le sarebbe piaciuto avere una rosa
dall’orto, ma la parente obiettò che si
era in pieno inverno e quindi ciò non
era possibile, ma Rita insistette.
Tornata a Roccaporena la parente si
recò nell’orticello e in mezzo ad un
rosaio vide una bella rosa sbocciata,
stupita, la colse e la portò da Rita la
quale, ringraziando, la consegnò alle
meravigliate consorelle. Così la santa
vedova, madre, suora, divenne la santa
della ‘Spina’ e la santa della ‘Rosa’;
14
IL NARRATORE
C’era una volta un narratore, viveva
povero, ma senza preoccupazioni,
felice di niente, con la testa sempre
piena di sogni. Ma il mondo intorno gli
pareva grigio, brutale , arido di cuore,
malato d’anima, e ne soffriva. Un
mattino, mentre attraversava la piazza
assolata ebbe
un’idea. “E se
raccontassi delle storie alle persone?
Potrei raccontare il sapore della bontà
e dell’amore, le porterei sicuramente
alla felicità”. Salì su una panchina e
cominciò a raccontare ad alta voce.
Anziani, donne e bambini, si
fermarono un attimo ad ascoltarlo, poi
si voltarono e proseguirono per la loro
strada. Il narratore, ben sapendo che
non si può cambiare il mondo in un
giorno non si scoraggòl giorno dopo
tornò nel medesimo luogo e di nuovo
lanciò al vento le più commoventi
parole del suo cuore. Il giorno dopo, si
fermò ancora della gente ma molto
meno dei giorni precedenti. Qualcuno
rise di lui, altri lo trattarono da pazzo,
ma lui imperterrito continuò a narrare.
Ostinato tornò ogni giorno nella
piazza per parlare alla gente, offrire i
suoi racconti di amore e di meraviglia,
ma i curiosi si fecero rari, e ben presto
si ritrovò a parlare solo alle nubi e alle
ombre frettolose dei passanti che lo
sfioravano appena, ma non rinunciò.
Scoprì che non sapeva e non
desiderava fare altro che raccontare le
sue storie, anche se non interessavano
a nessuno. Cominciò a narrarle ad
occhi chiusi, per il solo piacere di
sentirle, senza preoccuparsi d i essere
ascoltato, la gente lo lasciò solo dietro
le palpebre chiuse. Passarono così
degli anni. Una sera d’inverno, mentre
raccontava una storia prodigiosa nel
crepuscolo indifferente, sentì che
qualcuno lo tirava per la manica, aprì
gli occhi e vide un ragazzo, che gli fece
una smorfia beffarda:” non vedi che
nessuno ti ascolta, non ti ha mai
ascoltato e non ti ascolterà mai?
Perché diavolo vuoi perdere così il tuo
tempo?””Amo i miei simili” rispose il
narratore, scuotendo la testa,” perché
ti ostini allora?” domandò il ragazzo
preso da una improvvisa compassione,
“per cambiare il mondo”….Tacque,
poi il suo sguardo si illuminò, e disse
ancora: “Oggi racconto perché il
mondo non cambi me”.
Morale
Dovunque saremo, in
qualunque momento,
qualunque cosa faremo ci
sentiremo insieme a lavorare
per un mondo nuovo… in un
fraterno costante
Abbraccio.
7
L’angolo della cucina
COLOMBA DI SFOGLIA E CONFETTINI
Ingredienti per 8
persone
DA FARE QUALCHE ORA PRIMA
pasta sfoglia
surgelata 600 g
tuorlo 1
panna liquida 500 ml
zucchero a velo 100 g
fragole 400 g
miele 2 cucchiai
confettini colorati
farina 2 cucchiai
burro 2 cucchiai
Lasciate scongelare la pasta 60
minuti a temperatura ambiente,
mettetela sul piano di lavoro,
stendetela con il matterello
tirandola allo spessore di ½ cm.,
per stenderla meglio ed evitare
che la pasta si attacchi, infarinate
sia il piano di lavoro sia il
matterello, ritagliate da un
cartoncino una sagoma a forma
di colomba di 30 cm di
lunghezza, appoggiate la sagoma
sulla sfoglia e aiutandovi con un
coltellino a punta, ritagliate la
pasta seguendo il contorno della
sagoma. Imburrate una placca e
appoggiate sopra la colomba di
sfoglia, sbattete il tuorlo 30
secondi , insieme a un cucchiaio
d’acqua e spalmatelo sulla
superficie
della
colomba.
Mettete la placca in frigo per 20
minuti, scaldate il forno a 200°,
cuocete la colomba per 25
minuti, quando risulta gonfia e
dorata, togliete la placca dal
forno e lasciatela completamente
raffreddare
RADICI BIBLICHE
Secondo la bibbia fu proprio una
colomba, con un ramoscello di ulivo
nel becco, a tornare da noè dopo il
diluvio universale, per testimoniare
l’avvenuta riconciliazione fra dio e il
suo popolo
Da fare all’ultimo
momento:
Tagliate la colomba in due metà in
orizzontale, tagliate le fragole in
grossi pezzi, versate la panna in una
ciotola fredda, unite lo zucchero e
montatela in 10 minuti con la frusta a
mano oppure in 5 con quella
elettrica. Riempite con la panna una
tasca da pasticceria munita di
bocchetta a stella, ricoprite di panna
la metà inferiore della colomba,
facendola cadere dalla tasca,
sistemate i pezzi di fragola sulla
panna cercando di distribuirli in
modo regolare, coprite la parte
inferiore della colomba con quella
superiore
cercando
di
farle
combaciare
perfettamente,
spennellate il miele sulla superficie
della colomba e distribuite sopra i
confettini, trasferite la preparazione
su un piatto da portata, e servitelo.
IDEA GOLOSA:
arricchite il ripieno
spolverizzando
sulla panna, prima
di sistemare le
fragole, 40 g di
cioccolato
fondente
grattugiato.
VITA DI SANTI
nel giorno della sua festa questi fiori
vengono benedetti e distribuiti ai fedeli. Il
22 maggio 1447 Rita si spense, mentre le
campane da sole suonavano a festa,
annunciando la sua ‘nascita’ al cielo. Si
narra che il giorno dei funerali, quando
ormai si era sparsa la voce dei miracoli
attorno al suo corpo, comparvero delle api
nere che si annidarono nelle mura del
convento e ancora oggi sono lì; sono api
che non hanno un alveare, non fanno miele
e da cinque secoli si riproducono fra quelle
mura. Per singolare privilegio il corpo di
Santa Rita non fu mai sepolto, in qualche
modo trattato secondo le tecniche di allora,
fu deposto in una cassa di cipresso andata
poi persa in un incendio, per cui il corpo,
miracolosamente rimasto indenne, fu posto
in un artistico sarcofago ligneo, opera di
Cesco Barbari, un falegname di Cascia
risanato per intercessione della santa e a lei
devoto. Sul sarcofago ci sono vari dipinti
di Antonio da Norcia (1457): sul coperchio
è dipinta la santa in abito agostiniano, stesa
nel sonno della morte sopra un drappo
stellato; il sarcofago è oggi conservato
nella nuova basilica di Cascia costruita
negli anni 1937-1947 . Il corpo, incorrotto,
riposa in un’urna trasparente, esposto alla
venerazione degli innumerevoli fedeli,
nella cappella a lei dedicata. Accanto al
cuscino è dipinta una lunga iscrizione
metrica che accenna alla vita della
“Gemma dell’Umbria”, al suo amore per la
Croce e a episodi della sua vita di monaca
santa; l’epitaffio è in antico umbro ed è di
grande interesse quindi per conoscere il
profilo spirituale di S. Rita.
6
15
Il corpo, rimasto prodigiosamente
incorrotto , appare come quello di
una persona morta da poco e non
presenta sulla fronte la famosa
piaga della spina, che si era
rimarginata inspiegabilmente dopo
la morte. Tutto ciò è documentato
nelle relazioni mediche effettuate
durante il processo per la
beatificazione, avvenuta nel 1627
con papa Urbano VIII; il culto
proseguì ininterrotto per la santa
chiamata
“la
Rosa
di
Roccaporena”; il 24 maggio 1900
papa Leone XIII la canonizzò
solennemente. Al suo nome
vennero intitolate tante iniziative
assistenziali, monasteri, chiese in
tutto il mondo; è sorta anche una
pia unione denominata “Opera di
S. Rita” preposta al culto della
santa, alla sua conoscenza, ai
continui pellegrinaggi e fra le tante
sue realizzazioni. Ad Essa si deve
anche la realizzazioni della
cappella nella casa della Santa e
della cappella del “Sacro Scoglio”
dove pregava.
Santa Rita da Cascia
La riflessione di una volontaria del servizio docce,di Claudia Berti
che una delle attività più
difficili da svolgere nell’ambito della
parrocchia sia il servizio accoglienza e
docce. Ho dato la mia disponibilità a
questo servizio per quasi due anni,
durante i quali ho ricevuto diverse
impressioni.
L’organizzazione
è
apparentemente semplice: si deve
segnare su un registro l’entrata degli
ospiti, che devono essere muniti di
numero (i numeri vengono distribuiti la
mattina); si offre loro qualcosa da
mangiare, un cambio di vestiti e si fa
un po’ di conversazione per conoscerli,
capire le loro situazioni e magari fare
anche due risate, nonostante i
problemi. È davvero impressionante
vedere come queste persone riescano
ad avere sempre il sorriso sulle labbra,
la voglia di scherzare, pur vivendo in
condizioni di povertà. Perfino i loro
bambini sono sempre contenti, potrei
dire quasi più vispi di un bambino che
vive una vita “comune”. Provo una
bella sensazione quando questi amici
“stranieri” parlano con me, mi
chiedono cosa faccio, se studio, cosa
farò dopo gli studi. A volte si parla
anche semplicemente del tempo, bello,
brutto, nuvoloso, ecc. In quei momenti
mi sento vicino a loro, come se non
esistessero più le barriere del
pregiudizio. Con alcuni si è instaurato
anche un rapporto un po’ più
confidenziale, una sorta di abitualità
che quasi mi fa dimenticare la loro
condizione; come se non ricordassi
che, dopo il nostro incontro, quando io
tornerò a casa, loro torneranno in una
baracca o in un tubo.
Per altri versi, ho potuto constatare
come i nostri amici senza-tetto siano
difficili. All’interno del servizio docce
ho svolto tutti i ruoli, e posso dire in
effetti che: quando preparavo da
mangiare e da bere, alcuni di loro,
forse i più impazienti, sembravano
comandarmi a bacchetta, quasi come se
pretendessero il servizio; quando
distribuivo i vestiti, difficilmente
riuscivo ad accontentarli, ad eccezione
di qualcuno; quando aprivo il cancello
e segnavo le entrate sul registro, molti
se ne approfittavano ed entravano
senza numero, oppure tentavano di
passare avanti agli altri, o non
capivano che se facevo una cosa non
potevo farne un’altra. In questi casi mi
chiedo: dov’è l’umiltà? Voglio dire: se
hai fame, ti accontenti di quello che c’è
e aspetti con pazienza. Se hai freddo, ti
copri con qualsiasi cosa. E dal
momento che stai usufruendo di un
servizio, non ti comporti da prepotente.
Tutto questo mi butta giù. Man ho
anche voglia di capire. Perché molte di
queste persone si comportano in questo
modo? È il loro carattere che è pessimo
o sono talmente avvelenate con la vita
da aver dimenticato la bontà, la
gentilezza? Devo ammetterlo, non è
sempre così come ho appena detto.
Tante volte mi sono sentita dire anche
“grazie” o chiedere le cose con
educazione. Qualcuno mi ha anche
fatto affettuosamente una carezza sul
viso. Tutti questi elementi, positivi e
negativi, si fondono e creano
un’esperienza
RITIRO DI PRIMAVERA 2008
Credo
Circa otto giorni dopo questi discorsi
Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo
e salì sul monte a pregare (Luca 9, 28)
Quando?
L’appuntamento per la partenza
è in parrocchia venerdì 7 marzo
alle ore 18,00. Il rientro è
previsto domenica 9 marzo alle
ore 19,00. Per vivere bene
questo ritiro a tutti i partecipanti
è
richiesta
la
presenza
dall’inizio alla fine.
Quanto costa?
I padri chiedono 80 € per
ospitarci due giorni. La
comunità parrocchiale sostiene
chi
intende
partecipare
contribuendo con 20 € a
persona, o anche più, per
permettere a chiunque lo
desidera di partecipare.
Dove?
Ad Galloro - Ariccia nella Casa
Sacro Cuore dei Gesuiti a Via
Appia Nuova, 54 (km 27,500).
Da Cinecittà Est sono circa venti
chilometri. Si arriva con l’Appia
ad Ariccia. Passata la piazza
storica, si va avanti per meno di
un chilometro. La casa è sulla
destra, poco prima di un grande
distributore di benzina. Andremo
con le automobili di alcuni dei
partecipanti
Chi ci guida?
Ugo Mesini, un Padre gesuita
che fa parte della comunità che
ci ospita.
Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti
e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa
la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu
sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te
stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio.
S.G.MOSCATI
5
16
Come faccio per aderire?
Iscriviti
in
segreteria
parrocchiale
il
prima
possibile (per facilitare chi
deve organizzare) e non oltre
domenica 2 marzo. È gradito
un anticipo di 30 €.
Aspettando la santa pasqua
CRISTO RISORTO
Anche
quest’anno,
ci
stiamo
avvicinando
speditamente
alla
celebrazione della Pasqua del Signore.
Sembra proprio ieri quando con l’austera
celebrazione delle Ceneri, abbiamo
iniziato questa Quaresima, segno di
conversione e di una più viva unione, con
il Cristo Crocifisso e Risorto, nei veri
cristiani cioè in coloro che, con cuore
libero e sincero, vogliono seguire
veramente il Signore Gesù, ed essere
annoverati tra i suoi discepoli, la
Quaresima è una tappa importantissima
da vivere aldilà delle tradizioni e delle
usanze che lungo il corso dei secoli, si
sono appiccicate alla celebrazione della
Quaresima. A mio avviso il punto
importante da riscoprire, è una rinnovata
comunione con il Signore, una rinascita
della fede che non tramonta mai ed una
rinnovata giovinezza dello spirito. Però
tutto questo non è un fatto magico, esige
la cooperazione e la collaborazione della
persona , e della comunità. A questo
punto è quasi necessario ripetere la
celebre frase di San Francesco di Sales:
“Pregare come se tutto dipende da
Dio, agire come se tutto dipende da
noi”.
Quindi, il Signore non violenta la
nostra coscienza, il suo è un invito,
dolce e soave, a seguirlo perché noi
possiamo essere felici. Dio che è
Sommo Bene e Onniscienza Infinita,
sa che senza di Lui siamo infelici e
quella felicità che il cuore umano
desidera, senza Gesù non si potrà
mai realizzare. Egli stesso ce lo
ripete spesso nel Vangelo, sia con
discorsi chiari ed aperti: ”Io sono la
vite, voi i tralci , chi rimane in me e
io in lui, fa molto frutto, perché
senza di me non potete far nulla”.
(cfr Gv 15,5). Potremmo
citare
anche il
Vangelo Quando Gesù
dice alla samaritana: “Chiunque beve
di quest’acqua (intesa in senso
materiale) avrà di nuovo sete; ma chi
beve dell’acqua che io gli darò non
avrà più sete….” (cfr Gv 4,13-14).
Secondo me, oggi il vero problema
della chiesa, sia a livello individuale
sia a livello di comunità cristiane, è
che non c’è una conversione sincera
al Vangelo; non sono, infatti i vari
convegni, le tavole rotonde o
quadratiche possono salvare la chiesa
da un lenta agonia e da una morte
spirituale. “Se uno è in Cristo è una
creatura nuova, le cose vecchie sono
passate, ecco ne sono nate di nuove.
Ricordatevi che vivere è
missione, è dovere, è dolore!
Ognuno di noi deve avere il
suo posto di combattimento.
S.G.MOSCATI
4
La riflessione di una volontaria del servizio docce,di Claudia Berti
interessante, così la giudico io. Ma
forse mi lascio trascinare troppo spesso
dalla
pesantezza
del
negativo,
dimenticando di lasciarmi sollevare
dalla leggerezza del positivo: i piccoli
gesti, le parole, i sorrisi di questi
fratelli. Eh sì, che ci crediamo o no,
anche loro sono nostri fratelli, figli di
Dio. C’è del buono in noi tutti, perché
tutti veniamo dallo stesso Padre, che è
buono. Forse molti di noi non sanno di
avere dentro questa bontà, o l’anno
dimenticata, a causa del tipo di vita in
cui sono nati o in cui si sono ritrovati
ad un certo momento. Chi è un po’ più
cosciente della propria bontà interiore
forse può aiutarli. È difficile,
difficilissimo. Certe volte io stessa, che
mi sono dedicata al servizio, ho
mandato a quel paese alcuni di loro.
Ma io sono una. Magari, se ci fosse
una collaborazione di carattere
generale, la situazione sarebbe un po’
meno pesante. Intendo dire che forse
l’attenzione agli emarginati non
dovrebbe essere solo quella della
Caritas, ma dell’intera comunità
parrocchiale, di tutto il quartiere, e così
dovrebbe essere in ogni quartiere.
Andando a stringere, credo che
dovremmo sforzarci di più un po’ tutti
nel cercare il contatto con questi
cosiddetti stranieri, anche se non ci va
perché non ci piacciono, perché
puzzano e sono sporchi o perché
strillano. Da soli sicuramente è più
difficile; tutti insieme forse potremmo
riuscire a sbloccare una situazione di
cui non facciamo che lamentarci, anche
solo mentalmente; e mi ci metto anche
io. Porsi muro a muro sicuramente non
può essere la soluzione, perché porta
solo inimicizia. Se siamo veramente
cristiani, dobbiamo agire come tali:
non disfarci di questi fratelli,
rispedendoli da dove sono venuti, ma
accogliendoli tra noi ed aiutandoli a
trovare, o ritrovare, la serenità
dell’anima, anche se già noi siamo
pieni di problemi, che poi spesso sono
solo nella nostra testa. Ma a questo
punto la domanda è: possiamo
veramente definirci cristiani? Tutto
questo mi butta giù. Man ho anche
voglia di capire. Perché molte di queste
persone si comportano in questo
modo? È il loro carattere che è pessimo
o sono talmente avvelenate con la vita
da aver dimenticato la bontà, la
gentilezza? Devo ammetterlo, non è
sempre così come ho appena detto.
Tante volte mi sono sentita dire anche
“grazie” o chiedere le cose con
educazione. Qualcuno mi ha anche
fatto affettuosamente una carezza sul
viso. Tutti questi elementi, positivi e
negativi, si fondono e creano
un’esperienza interessante, così la
giudico io. Ma forse mi lascio
trascinare
troppo
spesso
dalla
pesantezza del negativo, dimenticando
di lasciarmi sollevare dalla leggerezza
del positivo: i piccoli gesti, le parole, i
sorrisi di questi fratelli. Eh sì, che ci
crediamo o no, anche loro sono nostri
fratelli, figli di Dio. C’è del buono in
noi tutti, perché tutti veniamo dallo
stesso Padre, che è buono.
17
VOCI DALL’ORATORIO
Eragon e Eldest:un bel libro vale più di un film incompleto
Ultimamente ho letto dei libri molto belli: Eragon ed Eldest. La
storia del primo libro parla di un ragazzo che trova un uovo di
drago,uno degli ultimi 3 draghi rimasti sulla terra (due sono ancora
chiusi nell’ uovo e uno invece appartiene a Galbatorix, il
cattivo).Quando l’uovo si schiude Eragon, il ragazzo, diventa il suo
compagno:un cavaliere dei draghi.Un legame indissolubile li
legherà per sempre. Un vecchio cavaliere,Brom, decide di insegnare
a Eragon l’arte del combattimento. Durante il cammino questi due
cavalieri, accompagnati dal drago, ormai cresciuto, Saphira,
affronteranno mille avventure, combattendo orchetti, infiltrandosi
nelle città nemiche e andando ad aiutare i ribelli
Vrden contro Galbatorix. Nel 2005 hanno trasposto questo libro al
cinema….dalla curiosità sono andato subito a vederlo…ma sono
rimasto deluso in particolar modo dalla storia, perché alcuni pezzi
sono da un’altra parte ( ad esempio, Brom viene ucciso da i Ra’zac,
non da Durza)e anche da “piccoli” particolari”come ad esempio la
voce femminile di Saphira ( è femmina, ma è sempre un drago).
Eldest parla invece degli allenamenti di riabilitazione e di
rafforzamento di Eragon. In questo libro il protagonista è costretto a
dure prove e ad enormi sforzi, sia mentali che fisici. Alla fine però
riesce a diventare più forte nelle arti magiche è in quelle di
combattimento ( diventa pure elfo durante una festa). All’ultima
battaglia Eragon scopre a suo malgrado che il secondo uovo è stato
schiuso e che ora l’esercito imperiale ha a disposizione due cavalieri
di draghi. Ora, in attesa del secondo film e del terzo libro, consiglio
a tutti di leggere questi racconti, perché sono belli, ma anche perché
così potrete capire tutte le vicende che mancano al film.
Gianmarco M.
appuntamenti che riguardano la Comunità
ALLA SCOPERTA DEL MONDO: SERATA SALVADOR
Sabato 15 alle ore 20,00 cena e serata di racconti di amici salvadoregni per
conoscere qualcosa delle loro terra e capire di più la situazione di questo nostro
mondo.
SETTIMANA SANTA
Da domenica 16 a domenica 23: pubblicheremo presto un volantino a parte.
CELEBRAZIONI PER IL 28° ANNIVERSARIO DEL MARTIRIO MONSIGNOR
ROMERO E IL 25° DI MARIANELLA GARCIA
Venerdì 28 alle ore 19,00 celebrazione ecumenica a San Marcello al Corso.
Sabato 29 alle ore 18,30 celebrazione eucaristica presieduta da Monsignor
Demetrio Valentini (presidente della Caritas brasiliana) a San Lino alla Pineta
Sacchetti.
BATTESIMO
La Veglia di Pasqua sabato 22 e domenica 30 alle ore 17,00 sono le date previste
per la celebrazione del battesimo, ma al momento in cui esce il calendario non
abbiamo notizia di nessun battesimo.
CENA DI SALUTO DEI SALVADOREGNI
Domenica 30 alle ore 20,00 salutiamo con una cena gli amici che sono stati con
noi tre settimane.
RACCOLTA CONTRIBUTI PER LA MESSA A NORMA DEGLI IMPIANTI DELLA
PARROCCHIA
Domenica 30 in sacrestia dopo tutte le messe festive (anche del sabato sera)
raccogliamo i contributi di coloro che continuano a sostenere il progetto.
IL GIOVEDÌ
Dalle 16,00 alle 20,00 i presbiteri sono a disposizione per la celebrazione della
Riconciliazione e per l’accompagnamento spirituale.
P.S. Appuntamento dei gruppi . il calendario è in Chiesa sopra i
tavolini.
18
3
VOCI DALL’ORATORIO
Comunità parrocchiale San Giuseppe Moscati Marzo 2008
Tokio Hotel Story
Appuntamenti che riguardano la Comunità
GIORNATA
COMUNITARIA
COMUNICAZIONE
2008
CON
IL
VESCOVO:
FAMIGLIA
E
Domenica 2 marzo passiamo insieme la giornata per sintonizzarci nel nostro
cammino comunitario. Quest’anno dedichiamo la giornata al lavoro pastorale che
ci aspetta nei prossimi anni che riguarda particolarmente la famiglia e la
comunicazione. Sarà presente anche il nostro vescovo Luigi Moretti. Iniziamo con
la celebrazione delle 10, nella quale presentiamo alla comunità i fidanzati che si
preparano a celebrare il loro matrimonio, e stiamo insieme fino alle 18,30.
RITIRO
Da venerdì 7 marzo alle ore 18,00 a domenica 9 alle ore 19,00 a Galloro (Ariccia)
ritiro guidato dal padre Ugo Mesini. È un occasione per scoprire la preghiera
prolungata.
SETTIMANA DELLA RICONCILIAZIONE
Lunedì 10 alle ore 19,00 entriamo nello spirito della settimana con una
celebrazione penitenziale per tutti gli adulti della comunità. (Nel mese di marzo
sostituisce l’appuntamento mensile del giovedì.)
H
anno appena 17 anni in media e col singolo "Monsoon" stanno facendo
impazzire i tedeschi e ora anche gli italiani. Bill Kaulitz è il vocalist e
anche la vera star con un look ispirato a David Bowie anche se smentisce.
Hanno iniziato cantando ai matrimoni. Gli altri membri della band sono
Tom Kaulitz (alla chitarra), Georg Listing (basso) e Gustav Schafer (alla
batteria). I quattro ragazzi sono già delle star in Germania. I due album
"Schrei" e "Zimmer 483", pubblicato di recente sono schizzati al numero 1
nelle classifiche e così pure 4 singoli. L'attenzione è tutta sul cantante Bill
e il chitarrista Tom (gemelli nella vita) con una filosofia potente che invita
a lottare per i propri sogni. Da quando hanno firmato un contratto
discografico con Universal nel maggio 2005, i Tokyo Hotel hanno venduto
quasi tre milioni di album e dvd nella sola Germania. "Scream" è il loro
nuovo disco che comprende il meglio di "Schrei" e "Zimmer 483" per un
totale di 12 brani.Con una veste grafica modificata e nuove registrazioni in
inglese, sette brani dall’album di debutto hanno dovuto essere modficati in
tre chiavi più basse per Bill siccome aveva soli 13 anni quando li ha cantati
la prima volta.
Francesca F.
Tutti i giorni da martedì 11 a sabato15 dalle ore 10,00 alle 12,00 e dalle 16,00 alle
20,00 c’è per ciascuno la possibilità di celebrare la Riconciliazione.
Domenica delle Palme 16 nelle celebrazioni dell’Eucaristia ringraziamo per il
perdono ricevuto durante la settimana.
In questa settimana tutti i gruppi sono invitati a sospendere gli incontri per
lasciare spazio alla celebrazione della Riconciliazione. I gruppi di catechesi
dell’iniziazione cristiana invece sostituiranno l’incontro abituale con celebrazioni
penitenziali adatte ai ragazzi.
OSPITI DAL SALVADOR
Da mercoledì 12 a mercoledì 2 aprile saranno ospiti della nostra comunità
Gregorio e Myriam della nostra comunità sorella Los Naranjos e Anita di CEBES
che già ci visitò due anni fa. In queste tre settimane vivranno con noi la settimana
santa e le celebrazioni per Monsignor Romero. Parteciperanno anche a diversi
incontri di gruppi che si sono coinvolti nello scambio fraterno. Di seguito in
questo calendario trovate alcuni appuntamenti comunitari a cui parteciperanno.
19
Mercoledì 12 alle ore 19,30 benvenuto ai nostri ospiti
2
angolo dello svago
Comunità Parrocchiale S. Giuseppe Moscati
Sottrazioni successive
1, 3, 2, 6, 3, 1, 5
“IL MOSCATI”
Mensile di Informazione Parrocchiale
A cura di una commissione del Consiglio Pastorale
Anno: II
Editoriale….
Date il nome ad ogni figura e sottraete tutte le lettere indicate. Quelle restanti
dopo il segno meno vanno opportunamente sottratte nell'ordine dai nomi delle
figure che precedono tale segno.
20
Mese Marzo
di Pino
Solo tre mesi sono passati dal secondo
numero dell’anno 2007, “quello natalizio”, e
già ci ritroviamo qui in stampa con questo
secondo numero del nuovo anno, quello
“pasquale”. E si perché il calendario
quest’anno ha previsto una Pasqua
“precoce”, a dispetto della tradizione,
nonostante il tempo sia stato breve, siamo
riusciti ugualmente a completare la rivista
parrocchiale. Eccoci di nuovo a raccontarvi
gli avvenimenti della nostra comunità e del
mondo che ci circonda. In questo numero: Ci
siamo interrogati, e sono state poste
riflessioni sulla questione delle fecondazione
“medicalmente” assistita, ovvero sulla
possibilità di diventare genitore
“per
forza”. “Semplicemente catechista” Una
breve riflessione sull’importante lavoro della
catechesi.
Aspettando la Santa Pasqua
l’importanza
di
questa
celebrazione
eucaristica e i suoi aspetti fondamentali. La
lettera di don Paolo sulla visita alle famiglie.
Segue il racconto di Santa Rita da Cascia. Le
voci dell’oratorio con i loro racconti,
riprendiamo le testimonianze del viaggio a
Lourdes, il racconto del mese. La riflessione
di una volontaria della Caritas sul (servizio
docce). Una nuova rubrica dedicata all’arte
culinaria, questo mese visto l’avvicinarsi
della Pasqua una ricetta tradizionale la
colomba pasquale. Non può mancare la
pagina dello svago, e altro ancora. Questa
rivista e in edizione “straordinaria” per la
Santa Pasqua. Auguri a Tutti
N° 02
IN QUESTO NUMERO
Editoriale
Pag. 1
Calendario marzo
Pag. 2/3
Aspettando
Pag. 4
Pasqua
Ritiro Primavera 08 Pag. 5
L’angolo della
Pag. 6
cucina
Il racconto del
Pag. 7
mese
Giornata
Pag. 8
comunitaria
La parola del
Pag. 9
Signore
Lettera del parroco Pag. 10/11
Famiglia e figli
Pag. 12/13
Santa Rita da
Pag. 14/15
Cascia
Vita in parrocchia
Pag. 16/17
Voci dall’oratorio
Pag. 18/19
Lo svago
Pag. 20
La Redazione:
Responsabile: Giuseppe Fiorenza
Redattori: Simona Merlini –
Alessandro Graziano – Giulia
RuggieriCollaboratori: don Paolo Salvini
don François Mushinzi Bakunda
info: 06/7215571 ℡
sito Web: sgm.dyndns.info
mail:[email protected]
1