Schede Vietnam 2010

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Schede Vietnam 2010
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S C H EDE VIETNAM
Informazioni pratiche e aree di opportunità d’affari
Hanoi, Tempio de"a Letteratura
© Federico Vasoli
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S C H EDE VIETNAM
Informazioni pratiche e aree di opportunità d’affari
a cura di Federico Vasoli e Riccardo Bianco Levrin
ottobre 2010
Introduzione
Il Vietnam è un Paese in pace da trentacinque anni, dinamico, giovane (50% della
popolazione sotto i 35 anni), popoloso (80-85 milioni), grande come l’Italia, ricco di
risorse, con un’eccellente manodopera, che ha abbracciato il libero mercato dal 1986
e con tassi di crescita del PIL dell’8% l’anno (per il 2009, a causa della crisi
finanziaria internazionale, la crescita è stata del 5,3%) da oltre vent’anni. Dal
momento che si tratta di un Paese in grande trasformazione, le indicazioni culturali
e pratiche che seguono rappresentano una generalizzazione. I Vietnamiti sempre di
più stanno adottando stili di vita occidentali, ma è utile tenere a mente alcune
caratteristiche tradizionali, anche in considerazione del fatto che la popolazione
locale è molto orgogliosa della propria appartenenza nazionale.
Perché il Vietnam: crescita, sicurezza, qualità, costi
I motivi per i quali un soggetto straniero intenda operare e auspicabilmente
costituire una società in Vietnam sono i più disparati, ma possono essere ricondotti
a tre categorie: allocazione di risorse (ad esempio, per speculare sulle numerose
opportunità d’investimento che il Vietnam offre), investimento diretto (per
perseguire una strategia di sviluppo imprenditoriale), penetrazione di nuovi mercati
(il Vietnam rappresenta infatti un’eccellente trampolino per accedere ai Paesi
limitrofi, quasi tutti membri dell’ASEAN, e vanta un regime fiscale particolarmente
conveniente, pur non rientrando nella “black-list” dei paradisi fiscali). Giova anche
ricordare che i dividendi della società non sono soggetti a ritenuta e che il Vietnam
ha stipulato con l’Italia, già dal 1996, un trattato contro la doppia imposizione
fiscale.
Elementi giuridici
Le fonti normative applicabili alle operazioni di soggetti stranieri in Vietnam sono
assai variegate e debbono essere considerate con la massima attenzione avvalendosi
anche di esperti del settore: il diritto commerciale interno, che si informa ai
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principi costituzionali e alle consuetudini locali, ma pure la normativa
dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC o WTO, di cui anche il
Vietnam fa parte), i trattati internazionali di cui il Vietnam è firmatario e il diritto
d’origine (italiano e comunitario) del soggetto straniero.
Opportunità
Il Vietnam presenta alcune opportunità sovrapponibili a quelle offerte dai Paesi
vicini ed altre del tutto peculiari. Un tratto tipico del Vietnam è l’esigenza di
distinguersi per qualità della produzione rispetto ai vicini giganti India e Cina.
Le chance di maggiore interesse per gli operatori stranieri sono rappresentate da:
• Un mercato interno ed integrato con gli altri Paesi de"’ASEAN e con la Cina in continua
crescita demografica e di potere d’acquisto. I consumatori e gli imprenditori vietnamiti
necessitano di prodotti e servizi sempre più qualificati anche nel segmento di
alto livello. È opportuno rimarcare, infatti, che il mercato vietnamita è
composto da acquirenti aziende e persone fisiche piuttosto esigenti, che
tendenzialmente privilegiano il prodotto originale e di qualità, sulle copie
contraffatte in loco o nei Paesi vicini.
• Una produzione a costi relativamente più bassi che in altri Paesi limitrofi e soprattutto
con una posizione geografica strategica e una generale ottima qualità de"a
manodopera, operosa, con un’eccellente manualità e desiderosa di apprendere.
• La presenza di materie prime (caffè, pepe, tè, petrolio, gas, carbone, legno,
gomma, etc.) per operazioni di trading o comunque di approvvigionamento nella
regione e altrove.
• Grandi opere pubbliche per un valore degli appalti per le infrastrutture superiore ai
160 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, in particolare per la realizzazione
di strade, ferrovie, porti, new-towns, telecomunicazioni e sanità.
• Progetti privati proposti da so%etti qualificati vietnamiti che necessitano di know-how e
talvolta di capitali stranieri in settori disparati, come il turismo, l’immobiliare,
l’agricoltura ed infrastrutture minori. All’interno di tali progetti vi è
naturalmente margine per l’ingresso di specialisti italiani chiamati ad effettuare
forniture e finiture di eccellenza e di dettaglio.
• Investimenti e intraprese portati avanti da società vietnamite che sbarcano a"’estero con i
propri prodotti e talvolta persino con la delocalizzazione di parte della
produzione, in modo che quest’ultima sia in regola con la normativa più
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stringente (ad esempio, nel settore moda, con la disciplina sul “made in Italy”), in
modo da creare una linea produttiva di alto livello da rivendere inizialmente nel
solo Vietnam, a testimonianza del crescente potere d’acquisto del mercato locale,
quale che sia il settore dell’azienda.
Approccio
In linea del tutto generale e con l’esclusione dei marchi noti nel proprio settore, è
fondamentale che le società straniere che desiderino portare a termine con successo
rapporti d’affari in Vietnam o con interlocutori vietnamiti si insedino stabilmente
nel Paese, ancorché con una struttura leggera e dai costi contenuti, dopo uno studio
adeguato della cultura, delle norme e del business locali.
Elementi di cultura tradizionale
NAZIONALISMO
I Vietnamiti sono orgogliosi della propria identità nazionale. Sono un popolo fiero
ed indipendente che ha combattuto per la gran parte della sua storia millenaria per
ottenere libertà e indipendenza.
Mausoleo di Ho Chi Minh, Hanoi – bandiere vietnamite – poster commemorativo dei
trent’anni de"’unificazione del Paese – tradizionali incensi buddisti, Ho Chi Minh City
© Federico Vasoli
I CINESI
I cinesi rappresentano sia l’esempio cui i Vietnamiti si sono ispirati per la loro
politica di rinnovamento e crescita economica dinamicissima (il c.d. “doi moi”), sia
la radice culturale più forte del Vietnam. Il rapporto tra le due nazioni è dunque
molto stretto, ancorché competitivo.
GLI AMERICANI
Non hanno mai formalmente dichiarato guerra al Vietnam e hanno lasciato il Paese
oltre trent’anni fa. Oggi gli Americani considerano il Vietnam un alleato prezioso,
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propaggine geografica della Cina, e i Vietnamiti guardano più al futuro che al
passato. Le ferite di guerra rimangono su entrambi i fronti, ma come monito
affinché non accadano più e come auspicio che il futuro comune dei due Paesi sia
roseo.
COMUNISMO
Il Vietnam ha ricalcato il percorso di riforme effettuato in Cina, ma in origine il
proprio comunismo è in realtà una lotta per l’indipendenza contro la Francia. Lo
stesso Ho Chi Minh, nella sua dichiarazione di indipendenza, cita esplicitamente
passi della dichiarazione americana. Gli Americani, tuttavia, nel 1945 non poterono
schierarsi a favore dei Vietnamiti in funzione anti–francese e fu così che il Vietnam
si rivolse all’Unione Sovietica.
GUERRA
DEL
VIETNAM
È finita oltre trent’anni fa e una larga fetta della popolazione, che riveste ruoli
importanti nell’economia e nella politica, non sa cosa sia. Siamo noi Italiani che
ritorniamo troppo spesso sul tema. I Vietnamiti guardano al futuro e non vogliono
che quel passato si ripeta.
NON (FAR)
PERDERE LA FACCIA
Mai. Bisogna sempre stare all’erta e far sentire a proprio agio l’interlocutore. Anche
senza rendercene conto, può essere facile “far perdere la faccia” a qualcuno. Non
interrompere l’interlocutore e rispondere al sorriso con il sorriso cercando
d’interpretare il suo significato. Parlare tra le righe è molto diffuso ed è consigliabile
evitare critiche dirette.
L I N G UA
VIETNAMITA
La lingua vietnamita è monosillabica (ogni “sillaba” ha un suo significato) e tonale
(ogni sillaba può essere pronunciata con sei toni diversi), di derivazione cinese. Il
vietnamita è una delle c.d. “lingue del carattere”, ossia un tempo scritte con
ideogrammi, insieme al cinese, al giapponese e al coreano. Da oltre
centocinquant’anni, tuttavia, si scrive con lettere latine, sormontate da segni di
pronuncia e nessuno più utilizza i vecchi ideogrammi.
NOMI
I nomi vietnamiti, come quelli cinesi, sono composti da due o tre sillabe, la prima
delle quali è il cognome, mentre la seconda o le ultime due costituiscono il nome.
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Tendenzialmente, l’ultima sillaba è quella utilizzata per il nome proprio, mentre
quella di mezzo è raramente utilizzata. È tuttavia uso comune chiamare le persone,
anche quelle con il quale si utilizzano le formule di cortesia come il nostro “Lei” con
nome proprio (ad esempio, il sig. Nguyen Thanh Long, della famiglia Nguyen –
cognome diffusissimo –, può essere chiamato “Mr. Long”).
PRESENTAZIONI
I Vietnamiti tendono ad evitare il contatto fisico, anche se sono molto più “fisici”
dei Cinesi. È normale che agli occidentali diano la mano per salutarsi. Al momento
del primo incontro prima ancora di cominciare una conversazione vengono
scambiati i propri biglietti da visita. I biglietti da visita sono molto importanti. Il
biglietto deve essere consegnato e ricevuto con due mani e riposto con cura. È
comunque buona regola consegnare qualsiasi oggetto con due mani, in segno di
educazione e rispetto. I biglietti da visita devono essere letti attentamente, prima di
essere riposti. In occasione di un incontro intorno ad un tavolo, si tengono sovente
in vista, nell’ordine in cui si sono sedute le persone, per ricordarne i nomi.
CONVERSAZIONI
Nella cultura tradizionale, è inopportuno essere troppo diretti. Questa regola vale
sempre, anche in occasione di appuntamenti di lavoro: quasi tutte le conversazioni
iniziano con argomenti utili a conoscersi reciprocamente e stabilire un rapporto
personale, più che una relazione d’affari. I temi più usuali riguardano la cultura del
proprio Paese, la cucina, la famiglia, lo sport. Un buon rapporto personale è la base
per il successo professionale. Durante una conversazione non si dovrebbe
interrompere, né sentirsi obbligati di “riempire i silenzi”: non parlare è segno di
riflessione.
L I N G UAG G I O
DEL CORPO
La gestualità andrebbe controllata. Per indicare qualcosa, si utilizza l’intera mano e
non l’indice solo. “Thumbs up” è un segno di apprezzamento (informale).
Tendenzialmente, si ride o sorride anche per coprire una gaffe o un momento di
imbarazzo.
TEMPO
Tradizionalmente, le giornate iniziano e terminano molto presto, indicativamente
secondo il sorgere e il tramontare del sole. Tuttavia, la vita prosegue senza sosta, in
maniera frenetica ventiquattr’ore su ventiquattro.
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I Vietnamiti sono piuttosto puntuali. La loro concezione del tempo è a spirale,
ossia, come il sorgere del sole o il ciclo delle stagioni, il progredire non è diretto, ma
con continui ritorni. Per questo alcune situazioni d’affari che appaiono definite
possono in realtà essere successivamente ridiscusse. Da un lato, ne va compresa la
ragione culturale, dall’altro ci si deve cautelare.
REGALI
Quando si incontra una persona per la prima volta, è comune donarle un pensiero.
Non deve trattarsi di un regalo importante, che può imbarazzare o essere percepito
come corruzione. L’ideale è un piccolo pensiero tipico del proprio Paese o della
propria azienda. I regali devono essere impacchettati in carta colorata. Il rosso è il
colore più sicuro. Il bianco va evitato, perché è il colore del lutto.
FUMO
Moltissimi Vietnamiti fumano, ovunque e in ogni condizione.
BERE
I brindisi sono molto comuni in Vietnam e molti affari si concludono dopo
numerosi bicchieri di alcool. Se ci si lascia andare con moderazione, può essere
divertente stare al gioco e proporre qualche brindisi. Se si vuole evitare l’alcool, è
meglio trovare un modo gentile per non imbarazzare il proprio ospite vietnamita.
Per quanto riguarda il tè, contrariamente a quanto avviene in Cina, esso solitamente
non accompagna i pasti, ma viene servito a fine pasto al posto del caffè come
digestivo e come eccitante, dato che solitamente è piuttosto forte e amaro. Ne
esistono varie qualità, dal tè verde al gelsomino, al fior di loto. È di gran lunga la
bevanda più diffusa. Anche il caffè è molto popolare nella cultura vietnamita e il
Paese ne è infatti il secondo esportatore mondiale. Il caffè vietnamita è molto forte
e viene bevuto con calma, anche perché solitamente bisogna attendere che termini
di percolare attraverso il filtro. Può essere addolcito con latte condensato o in
polvere o con zucchero.
A
TAV O L A
A tavola ci dovrebbe essere una disposizione dei posti che viene solitamente data
dall’ospite locale di più alto rango. Normalmente i tavoli sono rotondi. Le portate
sono numerose e vengono servite a centrotavola. Ci si serve con le posate di portata
o con le proprie bacchette al contrario (in altre parole, ci si serve o si servono gli
altri commensali raccogliendo il cibo con le estremità delle bacchette che non
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toccano la bocca). Ogni commensale solitamente ha a disposizione: una tazza per il
tè, le bacchette, un supporto per appoggiare le bacchette, un cucchiaio, una ciotola,
un piattino. Le regole a tavola sono numerose, ma spesso le maniere sono più
informali, rispetto a quelle occidentali: alcuni cibi si possono mangiare con le mani
e la cena è spesso una festa. Non esiste un ordine preciso per le portate. Il pane, per
tradizione francese, è molto diffuso. Le portate normalmente non vanno terminate:
è segno che non si è mangiato a sufficienza. Solitamente non manca una zuppa.
Offrire la cena è un gesto di magnanimità e spesso anche uno status–symbol. Una
persona offre per tutti e non si paga “alla romana”. Bisognerebbe almeno tentare di
pagare e, se non si riesce in questo tentativo, ringraziare profusamente l’ospite.
Tempio buddista a Hoian – maschera Champa, Museo Champa di Danang – (utta tipica
vietnamita – ponte sul Mekong – traffico di motorini a Hanoi
© Federico Vasoli
RELIGIONE
La vita spirituale vietnamita è stata influenzata nel corso dei secoli da buddismo
(incluso il culto degli antenati, da considerarsi come derivazione del buddismo),
confucianesimo, taoismo e cristianesimo. La maggioranza della popolazione è
buddista con orientamento al culto degli antenati. In altre parole, l’anima di una
persona sopravvive alla morte fisica e protegge i discendenti. Agli antenati ci si
rivolge attraverso preghiere ed offerte sia in occasione dell’anniversario della loro
morte che nei momenti salienti della vita quotidiana. L’altare di famiglia è costante
comune in molte case vietnamite. Il cristianesimo sta nuovamente emergendo come
nuova forza religiosa con grande partecipazione da parte dei fedeli. Il Vietnam può
infatti vantare oltre dieci milioni di cattolici. Andare a messa è sicuramente
l’occasione migliore per potere comprendere il grande fervore dei fedeli.
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Dati
POPOLAZIONE
Il Vietnam annovera oltre 80 milioni di abitanti ed è tra i paesi più popolosi al
mondo. La popolazione sotto i 35 anni costituisce la maggioranza. La maggior parte
dei Vietnamiti vive in zone rurali. Le città più popolose sono in ordine di abitanti
Ho Chi Minh City, con oltre 7 milioni di abitanti, Hanoi, oltre 3 milioni, Haiphong
e Danang, entrambe con oltre un milione di abitanti. Oltre due milioni di
vietnamiti, i c.d. “Viet Kieu”, vivono all’estero.
TERRITORIO
330.000 km2, quindi di poco più esteso dell’Italia, a forma di esse distesa oppure,
come i vietnamiti preferiscono, a forma di drago la cui testa è al nord ed il ventre al
sud.
ECONOMIA
PIL: 256,9 miliardi US$ (quarantaduesimo Paese al mondo - l’Italia è all’undicesimo
posto).
PIL pro capite: 2.900,00 US$ nel 2009, in aumento del 103% rispetto all’anno
precedente, nonostante la crisi.
Inflazione: 6,9% annua (messa sotto stretto controllo dalla banca centrale e dal
governo vietnamiti).
Valuta: Dong (1,00 USD ≃ 20.000,00 VND.
Opportunità fornite dal quadro macroeconomico
STABILITÀ
POLITICA E SICUREZZA DEL
PAESE
Alcune date significative:
• 1995 Ingresso nei Paesi ASEAN e normalizzazione dei rapporti diplomatici con gli
USA.
• 2000 NTR (”Normal Trade Relationship”), normalizzazione dei rapporti
commerciali, a seguito di quelli diplomatici, con gli USA.
• 2005 ASEM Summit Hanoi 2005.
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• 2006 APEC Summit Hanoi, PNTR ( Permanent Normal Trade Relationship) con
gli USA.
• 2006–2007: visite di Bill Gates e di George W. Bush.
• 2007 Ingresso nel WTO ( World Trade Organization).
• 2007–2008: visite ufficiali con delegazioni imprenditoriali in Vietnam del Ministro
degli Esteri D’Alema e del Presidente della Regione Lombardia Formigoni; visita
in Italia del Primo Ministro vietnamita.
• 2008–2009: visite ufficiali di sistema del Ministro dello Sviluppo Economico
Scajola, di Confindustria, ICE, ABI e, per la prima volta, del Presidente della
Repubblica Nguyen Minh Triet.
E L E VAT A
CRESCITA ECONOMICA
• Regolare aumento PIL (media +8% l’anno dal 1986, con l’eccezione della crisi
finanziaria asiatica del 1997 e di quella globale del 2008–2009), rilancio
consistente dell’economia dal 1998 e ottima tenuta del sistema di fronte alla
attuale crisi economica globale. Per il Vietnam si può parlare di sola crisi “di
importazione”, nel senso che nell’anno in corso sono diminuiti gli investimenti
dall’estero, ma l’economia interna ha continuato a crescere.
• Investimenti diretti esteri in costante e forte aumento da oltre dieci anni. Nel
2006 hanno superato quota 10 miliardi di dollari statunitensi e nel 2007 questo
valore è stato praticamente raddoppiato, raggiungendo nel 2008 la cifra record di
65 miliardi, mentre per il 2010 si stimano in totale quasi cento miliardi di dollari
di FDIs.
• Espansione della domanda interna e attenzione dei consumatori e degli
imprenditori alla qualità dei prodotti e dei macchinari.
• Aumento del PIL pro capite, soprattutto della popolazione urbana.
• Attenzione agli squilibri sociali portati dalla crescita economica e sostanziale
rispetto dei diritti umani, che si traduce in libertà di culto, di impresa e di
influenza degli amministratori locali sul governo centrale.
• Media elevata nella qualità della produzione e manodopera locale.
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Hilton Hotel, Hanoi – resort sul mare a Hoian – atelier di un pittore, Hoian – via di Ho Chi
Minh City – baia di Danang vista da"a Marble Mountain
© Federico Vasoli
P R I VAT I Z Z A Z I O N I
E M E RC AT O M O B I L I A R E
• 5.500 società statali, SOEs ( “State owned enterprises”).
• 3.300 SOEs privatizzate (“equitized”).
• Il 60% delle società quotate in borsa sono l’esito recenti privatizzazioni.
• HCMC Securities Trading Center (borsa di Ho Chi Minh City, indice HoSTC)
costituita nel 2000.
• Hanoi Securities Trading center (borsa di Hanoi, HaSTC) costituita nel 2005, più
piccola dell’HoSTC.
• Indice composito VN Index.
• Oltre 200 imprese quotate per una capitalizzazione di oltre 25 miliardi di US$,
pari approssimativamente al 20% del PIL. La capitalizzazione di borsa di Hong
Kong è pari al 500% del PIL della Regione Amministrativa Speciale di HK, il che
lascia presupporre un ampio margine di crescita della borsa vietnamita. Inoltre, i
dati dell’economia reale, il recente, costante e forte calo delle borse, dopo la
crescita della bolla speculativa del 2006–2007, la costante ammissione alla
quotazione di nuove società, i processi di privatizzazione, fanno presupporre una
crescita sensibile della borsa, anche in termini di liquidità, nel medio–lungo
termine.
DELOCALIZZAZIONE
INDUSTRIALE DELLE
AZIENDE STRANIERE
• Presenza di un mercato interno in forte crescita.
• Basso costo della manodopera.
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• Elevato tasso di scolarizzazione e facilità di apprendimento (secondo uno studio
della Toyota, gli operai vietnamiti sono i secondi più veloci al mondo
nell’apprendimento di nuove qualifiche professionali).
• Imposta sul reddito delle società: 25%, con notevoli agevolazioni nelle Zone
Industriali (tax holidays e dimezzamento dell’aliquota per i primi otto anni di
attività).
• Tassazione sul trasferimento dei profitti abolita.
• 130 parchi industriali: agevolazioni fiscali; procedure burocratiche snelle.
• Mancanza di accessori in alcuni settori strategici (tessile, calzaturiero, meccanico,
etc.), per i quali vi è forte domanda interna.
ESPORTAZIONI
• Grande abbondanza di risorse naturali, tra cui greggio, legname pregiato (anche di
provenienza laotiana), risorse minerali, pietre preziose, tapioca per bio–fuel,
carbone, gas, pepe, caffè, riso, gomma, etc..
• Consolidata tradizione artigianale di elevata qualità.
• Interessante rapporto qualità / prezzo.
• Flessibilità della produzione in termini di minimi volumi di acquisto.
IMPORTAZIONI
• Abbassamento dazi doganali.
• Facilitate procedure burocratiche.
• Made in Italy sinonimo di qualità e molto apprezzato.
• Aumento del potere di acquisto.
• Grande distribuzione in forte espansione.
ALCUNE
D E L L E P R I O R I T À R I L E VA N T I P E R L E
IMPRESE STRANIERE
• Tutela della proprietà intellettuale.
• Energie alternative, che godono anche di parziali finanziamenti provinciali e
dell’Unione Europea.
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• Infrastrutture (porti, strade, ferrovie, telecomunicazioni).
• Opportunità nei settori tessile, calzaturiero, turistico, ittico, finanziario, del
trading di materie prime, delle energie alternative.
Informazioni
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via Torquato Tasso, 8
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