personaggio Daniel Joffe e Daniela Roggeri, costruttori di giocattoli
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personaggio Daniel Joffe e Daniela Roggeri, costruttori di giocattoli
personaggio [ “ Il paese dei balocchi Daniel Joffe e Daniela Roggeri, costruttori di giocattoli così nascono: sono giocattoli organici che germogliano dal letame di esperienze, libri, storie, leggende, proverbi, modi di dire, matematica, fisica, musica, meccanica, teatro e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Non sono giocattoli transgenici, sintetizzati in laboratorio per soddisfare richieste di mercato bombardate nella testa della gente, fatta cliente dalla pubblicità, disegnati da un tecnico occidentale per essere costruiti da un bambino indonesiano pagato mezzo dollaro per dodici ore di lavoro. I giocattoli organici stanno a quelli transgenici come la musica sta ai jingles pubblicitari.” Questa definizione la dice lunga sui personaggi intervistati. Daniel Joffe e Daniela Roggeri, lo yin e lo yang di un universo fatato, dove le mani gi- gantesche di un innocuo mangiafuoco, Daniel, costruiscono e forgiano, e le mani delicate di lei, Daniela, dipingono e riempiono di grazia antica i manufatti più belli: i giocattoli. Ingegnosi giocattoli artigianali, magie di fili, echi di vecchie favole intrappolati nel legno e diventati tangibili. Li ho incontrati al mercato degli artisti Nahalat Beniamin di Tel Aviv, questi due che, a detta di Daniel, hanno passato la prima parte della vita ad occuparsi con qualche milione di coetanei nel mondo di smontare i giocattoli per vedere come sono fatti dentro. Hanno capito cosa c’è dentro i giocattoli. Questo forse non era difficile. Hanno capito cosa c’è dentro le persone. Questo invece è un gioco da adulti, ma per chi ha salvato tutti i principi autentici del gioco, la dinamica è la stessa ed è un’impresa possibile. E così hanno risvegliato quell’istinto 25 settembre ottobre Life club 39 sonnacchioso ma pur sempre presente, a inventare, a manipolare, a mettere alla prova il proprio intuito e la propria fantasia, ormai mortificati dai moderni giochi elettronici, dove tutto è già fatto, dove tutto è pronto, i sogni gratinati alla svelta nel microonde di una società che ha smarrito il tempo. La fantasia è morta quando bambole di plastica in serie, tutte belle, tutte bionde e tutte uguali, hanno sostituito i fantocci con la faccia dipinta dalla nonna e i vestiti cuciti male. Si aveva il tempo di sognare. L’imperfezione è la sorgente dei sogni. Avere tutto ciò che si desidera ne è il funerale. L’impressione è che oggi i bambini, e non solo loro, siano menti impotenti e statiche, convogliate in una sorta di immaginario cinema dove si è obbligati a stare immobili sulle poltrone, a subire ciò che scorre, già confezionato da altri, sullo schermo. Daniel e Daniela in quel cinema invitano i bambini, e non solo loro, a salire sul palco, a improvvisarsi attori, a osare, a divertirsi, banalmente, a giocare, nel pieno senso di un verbo che sembra svuotato di significato, vessato da nuove forme e interpretazioni fuorvianti. A conferma che il desiderio di giocare non è prerogativa infantile, sentite questo episodio: “È inverno, un signore elegante, giacca e cravatta, si ferma da noi e dice: “Vorrei una libellula rossa. Tengo a dirvi che è la seconda che compro nel giro di due anni e sono certo che le circostanze di questi acquisti vi interesseranno.” Detto nel nitido inglese della gente di New York: “Insegno medicina all’università e ho avuto tra i miei allievi un giovane cinese che nel corso degli anni è diventato un ottimo medico, mentre suo padre diventava presidente della Repubblica Popolare Cinese. Ritornato in patria dopo la laurea, il mio ex allievo mi ha invitato a tenere una serie di conferenze in Cina. Ho deciso di spezzare il volo New YorkBejing a Tel Aviv per incontrare dei colleghi, mi sono trovato a passare per il mercato e ho deciso di comprare una delle vostre libellule per il bambino del mio discepolo. Arrivato felicemente a Bejing, invitato a soggiornare in casa del mio allievo, offro i regali che ho portato agli ospiti. Il bambino si entusiasma per la vostra libellula e si mette a giocare portandola in giro per la casa, sulla spalla, sulla punta del naso, sulle punte delle dita. Arriva il nonno, che, vi ricordo, è anche il presidente della Cina. Si ferma a chiacchierare con noi, osservando di tanto in tanto il suo nipotino, e prima di andarsene mi dice: “ Voglio una libellula, rossa come quella, sulla mia scrivania e lei è invitato a tornare l’anno prossimo per un nuovo ciclo di conferenze”. Il professore paga, prende il pacco, saluta cortesemente e se ne va, lasciandoci a bocca aperta, e a chiederci nel giardino di chi nasce l’erba voglio.” Un giocattolo, se intenerisce un re di scacchi negli equilibri planetari, può salvare il mondo. O più banalmente può levare qualche sfizio a un figlio... “Senza dubbio, il giocattolo a cui siamo più affezionati tutti e due è il Lunatico. L’idea di mettere in equilibrio gli occhiali è la vendetta di nostro figlio Dylan per aver dovuto mettersene un paio per tutta l’infanzia per correggere lo strabismo. All’età di 8 anni ce li presentò disegnati come proposta per un nuovo giocattolo. Con le royalties maturate in 16 anni è sicuramente lui il socio di maggioranza del nostro business.” Daniel e Daniela, da un po’ stabiliti a Jaffa, l’affascinante vecchio porto di Tel Aviv, vivono per mare, sul loro veliero di 12 metri. “Il mondo del mare è un mondo di semplicità che funziona e noi abbiamo sentito nel fare giocattoli il linguaggio adatto a comunicare questa formidabile intelligenza.” Già, la semplicità. I giocattoli di Daniel Joffe e Daniela Roggeri sono giocattoli semplici. Ma aiutano a capire. D’altra parte ci sarà un motivo se un immenso personaggio come Ibsen titolò il capolavoro che analizzò finemente i drammi e le contraddizioni dell’animo umano “Casa di bambola”. Eva Morletto Daniel Joffe nasce a Genova il 25 dicembre 1949, Daniela Roggeri ad Alessandria, il 13 luglio 1953. Daniela compie studi artistici a Genova e a Firenze, Daniel invece avrà una formazione classica. Si incontrano nel 1980 ed eleggono a “non fissa dimora” il Solian, 12 metri di veliero costruito sull’Appennino Emiliano e varato nel 1968. Nei due anni successivi nascono i figli Gabriel e Dylan. Navigano per porti e baie nel Mediterraneo: Minorca, Viareggio, Gruissant, Biserta, Malta, Kalamata, Creta, Rodi, Kastellorizo, l’Anatolia, Cipro, Akko, Haifa i luoghi di costa dove hanno fabbricato e venduto giocattoli. Parigi, Madrid, Milano, Bologna e Gerusalemme quelli dell’interno. Un’esaustiva galleria delle splendide creazioni di Roggeri e Joffe, sono presentate nel sito www.roggerijoffe.com Webmaster è, manco a dirlo, Gabriel Joffe. Artisti si nasce. 18 aprile maggio Life club 73