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Cinema Gabbiano Senigallia Anteprima nazionale del film-documentario sulla vita di don Anto Ledic, parroco di Solakova Kula in Bosnia Erzegovina, presenti il protagonista ed il regista Sead Dikic. N O D La Voce Misena Settimanale della Diocesi di Senigallia giovedì 17 febbraio 2005 • € 1 n. 6 Venerdì 25 febbraio ore 21.15 ingresso gratuito Il servizio è la gioia el Ass Inse et e rt tiv mb o: a le di a Ac Sette anni dopo la terribile guerra che ha sconvolto la Bosnia Erzegovina (1992 - 1995), un regista bosniaco, Sead Dikic, ha raccolto testimonianze, riflessioni e frammenti di vita di questo giovane parroco. “Ho provato a raccontare il coraggio di don Anto nel costruire un mosaico di comprensione e tolleranza attraverso le sue tante azioni umanitarie per la gente della sua terra, senza distinzioni confessionali o etniche. E poi don Anto è il solo sacerdote … campione di sollevamento pesi”. Il film documentario “Don” è una storia di amore e di morte, coraggio e perdono: un film sulla realtà della Bosnia Erzegovina di oggi. Vista attraverso lo sguardo di un “Don”. Nella prossima settimana l’Azione Cattolica di Senigallia celebra la sua assemblea elettiva composta da diversi momenti. • Sabato 19 febbraio alle ore 15 al Gabbiano ASSEMBLEA DEI RAGAZZI Iniziamo proprio con l’Acr per vivere un incontro sulla partecipazione e sulla bellezza di far parte dell’associazione. Sarà l’inizio dei lavori: per questo al momento della preghiera iniziale sono invitati tutti i responsabili diocesani e parrocchiali. • Venerdì 25 febbraio alle ore 21 al Gabbiano proiezione del film “Don” un documentario sulla vita di don Anto Ledic, il parroco di Solakova Kula Saranno presenti don Anto e il regista, che con questo film ha voluto raccontare la Bosnia di oggi. Tutti cerchiamo Pace, Giustizia, lavoro onesto, attenzione ai deboli, solidarietà, rispetto del creato… Non sempre si lavoro per questo scopo. Con questo incontro vogliamo riflettere su quali regole basare il cambiamento. Camminare senza confini: un itinerario per scoprire la missione Corso di formazione missionaria organizzato dal Centro Missionario diocesano a Senigallia in Seminario, ore 21 Lunedì 21 febbraio Compagni di strada per la promozione umana Interviene un missionario saveriano. La Voce Misena Settimanale della diocesi di Senigallia Piazza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia (An) Tel. 071/64578 - Fax 071/7914132 Poste italiane S.P.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art.1, comma 1, DCB Ancona. Taxe perçue - tassa riscossa ufficio P.T. di Senigallia. Autorizzazione del Tribunale di Ancona n. 137 del 12/11/1952. Direttore editoriale: Gesualdo Purziani e Mons. Giuseppe Orlandoni delegato regionale della pastorale sociale Venerdì 18 febbraio ore 21 presso la Chiesa dei Cancelli di Senigallia presenterà il COMPENDIO DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA L’incontro è rivolto a tutte le comunità parrocchiali, associazioni, movimenti e gruppi della Diocesi ed a tutta la Comunità civile. CATECHESI DEL VESCOVO Secondo incontro • OSTRA (Madonna della Rosa) Lunedì 21 febbraio ore 21 • MAROTTA (Parr. San Giuseppe) Martedì 22 febbraio ore 21 • CHIARAVALLE (Abbazia) Giovedì 24 febbraio ore 21 Collaboratori: Alessandro Berluti, Aristide Brescini, Fabrizio Chiappetti, Roberto Ferretti, Luca Giancarli, Anna Gobbetti, Elvio Grossi, Simone Mandolini, Roberto Mancini, Leonardo Marcheselli, Vittorio Mencucci, Giuseppe Nicoli, Giuseppe Olivetti, Leonardo Pasqualini, Michele Pinto, Stefania Sbriscia, Giorgio Silvestri, Luciano Sole, Federica Spinozzi, Ilario Taus, Alberto Teloni. Tecnici: Speranza Brocchini, Rino Girolimetti, Daniele Guidarelli, Anna Maria Roberti, Mariannina Puerini, Pietro Scattolini Direttore responsabile: Giuseppe Cionchi Realizzazione grafica e stampa: Tecnostampa Recanati Tiratura: 3000 copie Redazione: Laura Mandolini, Tullio Piersantelli, Rosaria Cenerelli, Giancarlo Mazzotti e-mail: [email protected] sito: www.vocemisena.it Il servizio è la gioia Q Il nostro Vescovo • Venerdì 25 febbraio, dopo il film: Aspettando l’assemblea. I giovani sono invitati a percorrere alcuni luoghi della città in una “veglia itinerante” tutta da vivere. • Sabato 26 febbraio, ore 16.30 al Gabbiano: ASSEMBLEA ELETTIVA, con la partecipazione del Vescovo Diocesano e di un consigliere nazionale. Aperta a tutti. I soli delegati potranno votare. EDITORIALE Commissione diocesana per la pastorale sociale Assemblea dell’Azione Cattolica Anche l’Azione Cattolica della nostra diocesi sta per vivere la sua Assemblea elettiva triennale. Non è solo un “affare interno” all’associazione perché l’Ac è integrata nella vita della Chiesa locale e nella sua peculiarità di associazione laicale particolarmente legata ai pastori, vuole essere soggetto attivo e dialogante di pastorale. Venticinque anni fa le Brigate Rosse uccidevano Vittorio Bachelet. L’editoriale di questo numero ripropone le sue parole di presidente dell’Azione Cattolica alla seconda assemblea nazionale del 1973. Parole che ci parlano di atteggiamenti e desideri più che mai attuali. 3 ualche volta viene voglia di guardare al futuro, al futuro della nostra associazione, ma soprattutto al futuro della Chiesa e dell’umanità. Io credo che dobbiamo guardare a questo futuro con fiducia, ed anche con speranza, anche se siamo abbastanza sicuri che le difficoltà che ci saranno non saranno forse gran ché minori di quelle che abbiamo avuto fino ad ora. Ma dobbiamo guardare con fiducia, senza lasciarci prendere da un atteggiamento che qualche volta rischia di morderci il cuore; in particolare nella vita della Chiesa c’è questa sensazione del pericolo del “riflusso” nella vita della Chiesa (tutti ne parlano). E certo il rischio di guardare indietro anziché andare avanti è un rischio che abbiamo tutti noi; noi pensiamo che lo abbiano gli altri, ma spesso lo abbiamo anche noi, quando pensiamo forse invece di andare avanti. Se noi ci lasciamo mordere il cuore da questo atteggiamento di continuo timore, di sfiducia, d’interpretazione sempre un poco parziale, in questa chiave, di ogni cosa che avviene, temo che non sapremo costruire. Per costruire ci vuole la speranza. In fondo io penso che noi dovremmo riflettere molto le grandi parole che diceva Giovanni all’inizio del Concilio: “Ci sono quelli che vedono sempre che tutto va male, e invece noi pensiamo che ci siano tante cose valide, positive”. Noi dobbiamo tenerlo fermo come atteggiamento di speranza, che ci consente di vincere anche queste ombre, di vincere anche questi rischi, di vincere il male con il bene. E questo vale anche nella vita della società. Ne abbiamo parlato tanto. È un impegno che dobbiamo riscoprire nella sua essenzialità cristiana. E anche qui, se ci saranno situazioni difficili (e ci saranno probabilmente anche qui delle situazioni difficili), dobbiamo sempre tenere presente una fiducia fondamentale, che non è quella nelle nostre forze o in formulette, ma è quella dell’aiuto finale di Dio e nella capacità che avremo, se fideremo in Lui, di volgere le cose al bene. Scusate se cito un pezzo di Bonhoeffer - che era un uomo di grande spiritualità -. “Io credo, (diceva) che Dio può e vuole far nascere il bene da ogni cosa. Per questo egli ha bisogno di uomini che si pongano al servizio di ogni cosa per volgerla al bene. Io credo che Dio, in ogni situazione difficile, ci concederà tanta forza di resistenza quanta ne avremo bisogno. Egli però non la concede in anticipo, affinché ci abbandoniamo interamente in lui e non in noi stessi. Ogni paura per il futuro dovrebbe essere superata con questa fede”. Io credo che questo atteggiamento di fede in lui, di serenità noi dovremmo portare nel nostro cuore, noi dovremmo diffondere largamente intorno a noi. E, se mi consentite, vorrei che questo fosse il mio augurio, il mio saluto a tutti gli amici di tutte le nostre diocesi e parrocchie. Ci pensavo stamattina durante la Messa: questa Assemblea che insieme spezzava il Pane, che partecipava dell’unico Corpo di Cristo e tanti nostri amici che nelle diocesi, nelle parrocchie italiane erano con noi, rappresentati da voi, e mi sentivo unito con tutti loro. Vi chiedo di salutarli, ma di dir loro soprattutto che si va avanti con la fiducia e con la speranza, con la fiducia nel Signore, e si va avanti pagando qualcosa. Lo spirito di servizio - è stato ricordato da qualcuno - è una delle scelte non forse dichiarate, ma profonde, dell’AC di sempre. Dice Tagore e tutti dovremmo poter dire alla fine della nostra vita: “Io dormivo e sognavo che la vita non era che gioia; mi svegliai e ho visto che la vita non era che servizio. Io ho servito e ho visto che il servizio era la gioia”. Che tutti noi sappiamo davvero riscoprire che il servizio è la gioia. Questo è l’augurio del vostro fedele servitore, il “campanaro della Domus Pacis”. (dal volume degli scritti associativi ed ecclesiali [1959-1973] di Vittorio Bachelet Il servizio è la gioia, AVE 1992) 17 febbraio 2005 editoriale 20 febbraio 2005 2a domenica di Quaresima La vocazione Prima lettura: Gen 12,1-4a Chiamato e benedetto. N e l l a vocazione di Abramo l’autore vi ha condensato il nucleo della sua visione universalistica della storia, facendone una vocazione di salvezza per tutte le famiglie della terra, il centro di irradiazione della “benedizione” che, nell’uso biblico, indica vita, felicità, salvezza e pienezza; manifesta così la presenza favorevole di Dio nelle imprese di colui che è “benedetto”; o anche numerosità di popolo e sicura dimora nella terra. Messi insieme, tutti questi aspetti della benedizione equivalgono all’intera gamma dei beni che costituiscono la pace biblica. E cioè pienezza di vita e di tutto ciò che occorre ad essa, sia per sé che per coloro con i quali si è in rapporto. E tutto questo come dono del Signore. Dire che Abramo è “benedizione” per sé, per gli amici e per tutte le nazioni significa caricare la sua vocazione della missione di centro irradiatore della pace di Dio per tutta l’umanità, di- scendente di Adamo, immersa nel peccato e nel dilagare della corruzione. In Gesù, figlio di Abramo, la promessa di Dio si realizza per coloro che credono in lui. Salmo 32 Chiamati e guardati. “Ecco l’occhio del Signore veglia su chi lo teme”. Così dice il salmista, nella certezza che lo sguardo del Signore è per il bene di colui che spera nella sua grazia, per la liberazione dalla morte, per l’aiuto nel momento della fame e del bisogno. Seconda lettura: 2Tim 1,8b-10 Chiamati e graziati. La grazia di Dio, ovvero la ricchezza dei benefici del Signore, si riassume nel dono di Gesù che ha vinto la morte e nell’offerta dell’immortalità. Siamo così chiamati ad accoglierla, non certo per le nostre opere o i nostri meriti. Ciò che gratuitamente riceviamo, lo dobbiamo poi offrire con l’annuncio del vangelo, al quale si accompagnano le sofferenze, alleviate dall’aiuto di Dio. Vangelo: Mt 17,1-9 Chiamati in disparte. È Gesù a prendere l’iniziativa e a scegliere i tre apostoli, separandoli dagli altri e conducendoli su di un alto monte. Questo avvenimento della trasfigurazione di Cristo vuole essere di aiuto ai discepoli nel difficile cammino verso Gerusa- lemme. Ad essi Gesù farà conoscere progressivamente il mistero della sua missione che lo condurrà nella città santa per essere consegnato nelle mani dei sommi sacerdoti e condannato a morte, per poi risorgere. L’annuncio della passione e della risurrezione viene accolto con difficoltà anche dai discepoli, che reagiscono in senso contrario, in quanto sono incapaci di accettare il piano divino così lontano dalla loro mentalità. Per superare tale scandalo e aprire gli occhi dei discepoli alla fede nella missione del Messia sofferente, Gesù è manifestato dal Padre nella gloria della sua divinità con la trasfigurazione, che permette ai tre discepoli prescelti, Pietro, Giacomo e Giovanni, gli stessi presenti all’agonia del Getsemani, di contemplare la gloria del Figlio di Dio, quella gloria che poi risplenderà per sempre dopo la risurrezione. La trasfigurazione si pone così come anticipazione della gloria pasquale, per rendere manifesto il disegno del Padre che, attraverso l’umiliazione della morte, il Messia viene condotto alla gloria, cioè che l’annientamento del servo sofferente costituisce l’attuazione della vittoria sul peccato e porta al possesso della potenza divina. don Luciano Sole Le elezioni regionali si avvicinano e parallelamente cresce anche il tono dello scontro politico. C’è bisogno di parlare di programmi, anzitutto, e di scommettere ancora sulla politica, quella vera. re le scelte di schieramento, rilanciare insomma le ragioni di un bipolarismo che, nella versione attuale, dovrebbe riproporre, salvo clamorosi colpi di scena, alle politiche del 2006 un nuovo confronto tra Berlusconi e Prodi. Non sembrano allo stato infatti inserirsi, verso quello che verosimilmente sarà l'ultimo appello di una lunga sfida, terze forze. Ci sono, è vero, due “incomodi”: i ra- Una robusta presenza Uscire da una fede rassicurante parola di Dio storia della rivelazione divina. La sua figura poggia sulle solide basi della tradizione, è tutta rivolta al passato, è pienezza che non può essere messa in discussione dal futuro. Ma la luce sfolgorante passa subito e rimane solo Gesù tornato nella sua dimensione umana, ormai protesa verso la croce. In questo racconto sono delineati due modi di vivere la fede in Gesù: come compimento e pienezza che alimenta una fede rassicurante per la sua stabilità, o come condivisione del vivere umano sempre irrequieto e insidiato dal dolore e dalla morte, sino alla croce dove si sperimenta l’abbandono di Dio. Il primo caso è vissuto come appartenenza alla chiesa che già possiede in maniera sicura verità e grazia, con l’unica preoccupazione di salvaguardare il patrimonio e di far entrare tutti gli uomini entro questo sicuro ovile. Il secondo caso è vissuto in una comunità di fede che si fa carico delle incertezze e dei drammi dell’uomo nel tempo in cui è chiamata a vivere, con il rischio di perdersi, come il seme che viene gettato in terra. Durante la trasfigurazione si ode una voce dal cielo: “Questi è il 17 febbraio 2005 Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto, ascoltatelo”. La stessa voce era già risuonata nel battesimo, all’inizio della vita pubblica quando Gesù decide di essere il messia della croce e rifiuta come tentazione satanica il messianismo della potenza. Tuttavia l’annuncio del regno di Dio viene inteso come riscatto nazionalistico. A metà della vita pubblica, quando si accorge dell’equivoco, fa un bilancio: chi dice la gente che io sia? Da questo momento non usa più l’espressione regno di Dio, ma con sempre più chiarezza predice la morte in croce. L’evangelista Matteo colloca la trasfigurazione subito dopo il primo annuncio della croce: evidente la relazione di significato. Luca fa iniziare qui il cammino di Gesù verso Gerusalemme, che non indica un cambiamento di luogo, visto che di fatto Gesù più volte sale a Gerusalemme, ma delinea l’itinerario messianico di Gesù verso la croce. La voce di Dio risuona due volte proprio nei momenti decisivi del cammino verso la croce: questa è la sua volontà. A lleanza Nazionale ha celebrato il suo decennale e, poi, a ruota si sono tenute le assise dei Ds e del Pri, mentre Forza Italia ha utilizzato la finestra mediatica del passaggio congressuale diessino per un consiglio nazionale. A meno di due mesi ormai dalle elezioni regionali questi appuntamenti hanno ovviamente rappresentato un'occasione per serrare le fila, ribadi- Elezioni in Iraq I molti elementi simbolici non ci permettono di leggere questo brano come una pura registrazione dei fatti. Certamente l’evangelista fa riferimento a qualcosa che è accaduto, ma lo ripensa in una 5 carica di simbolismo. I vangeli vengono scritti dopo la risurrezione e a partire dalla risurrezione, perciò la luce del grande evento che ha sconvolto le coscienze dei discepoli pervade tutto il racconto. La trasfigurazione avrebbe dovuto far comprendere il vero significato della croce come supremo dono d’amore, non il fallimento e la vittoria dei nemici. Invece i discepoli, ancora legati al messianismo trionfante, l’hanno vissuta come momento paradisiaco da fruire beatamente. Pietro vuol piantare delle tende per fissare l’attimo felice: “È bello stare qui”. In questa visione Mosè ed Elia, che dialogano con Gesù. simboleggiano la legge che ha trasformato un’orda barbarica di sciavi in un popolo con una propria identità e la profezia che ha guidato il cammino spirituale di questo popolo con la sua attesa di liberazione. Qui Gesù viene inteso come colui che porta a compimento tutta la don Vittorio Mencucci 4 5 C dicali e il movimento creato da Alessandra Mussolini federando alcuni gruppi di estrema destra. Se quest’ultima pare intenzionata a correre da sola per misurare il proprio appeal mediatico ed onomastico, eventualmente da rivendicare in sede di trattativa per le elezioni politiche, i radicali si sono pubblicamente messi a disposizione per essere “ospitati” da uno dei due ome previsto, l'alleanza sciita ha vinto le elezioni irachene ma si tratta di un successo inferiore alle aspettative. Il cartello appoggiato dal grande ayatollah Ali Al Sistani ha ottenuto 4 milioni 75mila voti, cioè il 47,6 per cento. Dietro la coalizione curda, con il 25,7 per cento, e poi quella dell'attuale premier ad interim Iyad Allawi, con il 18,3 per cento. L'affluenza ufficiale alle urne è stata del 58 per cento degli aventi diritto, in tutto 8.456.266 elettori. L'alleanza sciita si è aggiudicata 132 seggi sui 275 a disposizione: non ha quindi la maggioranza, il che apre scenari preoccupanti per un paese dilaniato dalle tensioni tribali e religiose. Un altro dato, che sottolinea le profonde divisioni del Paese, è quello dell'affluenza al voto nelle province a maggioranza sunnita: nella regione di Anbar ha votato solo il 2 per cento degli iscritti, in quella di Salahadin il 29 per cento. Per governare gli sciiti dovranno venire a patti con le altre forze politiche. La maggiore è l'alleanza formata dalle due principali for17 febbraio 2005 schieramenti alle regionali, in modo da potere ottenere, comunque sia, qualche rappresentante. A questo proposito qualcosa va detto: la novità maggiore degli Statuti regionali, a parte alcune dichiarazioni di intenti politici un poco stravaganti e, come tali, stigmatizzate dalla Corte costituzionale, come sulle unioni omosessuali, è stata proprio il generalizzato aumento del numero dei consiglieri regionali. Al di là degli interessi (e dei costi) della classe politica, anche nella prospettiva dell’integrazione e della competizione europea, di Regioni che funzionino e sappiano realizzare al meglio non astratte proclamazioni ideologiche, ma quelle politiche pubbliche che sono loro affidate dalle riforme costituzionali già realizzate e anche dalle ulteriori in corso di elaborazione, c’è grande bisogno. Ritorniamo così al carattere del nostro sistema politico nell’attuale fase bipolare: la temperatura dello scontro è sempre più alta, ma l’agenda delle cose da fare è sempre più obbligata, sempre più “bipartisan”. Come evitare questa apparente schizofrenia? Attraverso una robusta presenza e una chiara capacità di iniziativa delle forze sociali, culturali ed economiche. Questo vale nelle diverse Regioni, ma vale ovviamente anche sul piano nazionale. È fondamentale, al di là delle ragioni del confronto e dello scontro politico, fissare quadri più largamente condivisi di sviluppo e di indirizzo. Come è stato, ad esempio per la legge 40 sulla fecondazione assistita, approvata da uno schieramento assai ampio. I referendum per la sua abrogazione parziale sono in calendario dopo le regionali. È un appuntamento di cui – salvo i radicali – le forze politiche giustamente parlano poco ed a proposito del quale cresce l’orientamento per una seria, chiara, lungimirante e motivata astensione. Francesco Bonin mazioni autonomistiche curde, l'Unione patriottica del Kurdistan di Jalal Talabani e il Partito democratico del Kurdistan di Massud Barzani, che ha ottenuto il 25,7 per cento e 71 seggi. Solo terza la Lista irachena, il partito del premier Allawi, con il 18,3 per cento dei voti e 38 seggi. Quindi neppure stringendo un patto con i curdi il primo ministro ad interim sarà in grado di imporsi numericamente agli avversari correligionari. La lista del presidente ad interim Yawari ha ottenuto solo il 5 per cento dei consensi. sguardo sul mondo gli avvenimenti dal 6 al 13 febbraio È a casa. Finalmente. Dopo nove giorni in cui ha fatto trepidare il mondo, Giovanni Paolo II ha lasciato il Policlinico “Gemelli”. E all’uscita ha trovato l’abbraccio caloroso della folla, che da ore e ore attendeva pazientemente fuori dai cancelli. Una piccola folla, che ha potuto accompagnare il ritorno in Vaticano di Giovanni Paolo II con scroscianti applausi e le consuete grida di “viva il Papa”, ricevendone in cambio ampi cenni di saluto. C’erano i medici e gli infermieri del “Gemelli”, c’erano i parenti dei malati e anche qualche degente con il cappotto o la giacca a vento indossata direttamente sopra il pigiama. C’erano i bambini così cari al Papa anche in questi giorni (non a caso l’unico non addetto ai lavori ammesso a vedere il Pontefice è stato proprio un bimbo del reparto di oncologia pediatrica e l’episodio ha commosso il mondo). C’era la gente di Roma, gli automobilisti momentaneamente bloccati dalla polizia sulla via del ritorno a casa. Tutti con lo sguardo proteso oltre il vetro trasparente dell’auto panoramica, quasi che quello sguardo affettuoso, le braccia agitate in segno di saluto e la propria festosa presenza potessero infondere nuova energia all’anziano Pontefice. “Abbiamo fabbricato armi nucleari per fronteggiare la politica di Washington tesa a isolare e soffocare. Le armi resteranno un deterrente per autodifesa in ogni circostanza”. Per la prima volta il regime comunista di Pyongyang ha ammesso, in un comunicato diffuso dall’agenzia ufficiale Kcna, di aver prodotto la bomba atomica spazzando via anche gli ultimi dubbi che l’intelligence Usa aveva sull’arsenale nordcoreano. Washington da almeno due anni ritiene che la Nord Corea abbia pronte due armi atomiche e abbia riprocessato quantità di uranio per fabbricarne altre quattro o cinque. Pyongyang ha giocato ancora una volta d’azzardo nel tentativo di alzare la posta in vista della ripresa dei negoziati a sei con Cina, Giappone, Russia, Corea del sud e Stati Uniti. L’ultimo round, in settembre, era saltato perché la Nord Corea aveva rifiutato di partecipare al vertice denunciando la “politica ostile” degli Stati Uniti. L’Iran non ha alcuna intenzione di rinunciare al programma nucleare e se l’Occidente provasse ad aggredirlo ne riceverebbe in risposta “un inferno di fuoco”. È stato il monito lanciato dal presidente iraniano, il moderato Mohammad Khatami, in occasione del ventiseiesimo anniversario della rivoluzione islamica. Khatami ha riaffermato il diritto di portare avanti il programma nucleare perché è “a scopi pacifici”. sguardo sul mondo Appena una settimana fa Parlando a una folla di decine di migliaia di persone in una piazza del centro di Teheran imbiancata dalla neve, il presidente ha affermato che il Paese non teme le minacce dell’Occidente. “Il popolo iraniano non cerca la guerra, non cerca la violenza. Ma il mondo deve sapere che non tollereremo invasioni. Siamo uniti e se ci invaderanno gli riverseremo contro un inferno di fuoco”. Dalla piazza si sono levati slogan contro l’America e non è mancato il rito di bruciare qualche fotografia del presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, additato come un guerrafondaio.È morto a 89 anni Arthur Miller, tra i più celebri autori del ‘900. Scrisse ‘Morte di un commesso viaggiatore’. Era malato da tempo e il suo decesso, avvenuto la notte scorsa e riferito negli Usa da vari mass media, era in qualche modo stato preannunciato dal quotidiano ‘The New York Post’, che in un articolo pubblicato in giornata aveva reso noto come le sue condizioni di salute stessero precipitando, tanto da indurre i familiari ad accorrere al capezzale dell’artista. Ex marito di Marilyn Monroe, alla scomparsa della celebre attrice scrisse su di lei la famosa e discussa opera teatrale ‘Dopo la caduta’. Dieci persone sono rimaste uccise in uno spietato attacco a due pastifici di Baghdad, in un'operazione che, secondo la polizia irachena, ha le caratteristiche di una rappresaglia di stampo mafioso. I bambini non vivono di sola TV: anche la carta stampata conserva un suo importante ruolo. Topolino ed i fumetti Disney sono i preferiti dai giovanissimi, dagli 8 ai 13 anni, quando vanno in edicola a fare acquisti. La legge e la paura Giustizia e terrorismo Nei giorni scorsi il Gup (giudice per l’udienza preliminare) di Milano, Clementina Forleo, non ha concesso il nulla osta all’espulsione di Mohammed Daki – il marocchino, presunto militante islamico assolto in primo grado dall’accusa di terrorismo internazionale insieme ad altri due - disposta dal ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu. Secondo la Procura della Repubblica di Milano il nulla osta all’espulsione, nel caso N on si possono comprendere a fondo né le motivazioni né i pericoli della polemica del ministro dell’Interno nei confronti della magistratura milanese, "colpevole" di avere annullato il provvedimento di espulsione a carico del marocchino Mohammed Daki, se si prescinde dall’antefatto: la sentenza con la quale il Gup Clementina Forleo ha qualificato guerriglieri e non terroristi alcuni aderenti al gruppo islamico (o, come da alcuni si preferisce dire "islamista") Ansar al Islam operanti in Italia a favore delle guerriglia irachena, fra i quali, appunto, Daki. Purtroppo questi interventi del mondo politico e, in particolare, del potere esecutivo fanno temere che non soltanto in America, ma anche in Europa o, quanto meno, in Italia la paura del terrorismo e il desiderio di sicurezza abbiano azionato un meccanismo perverso, capace di corrodere alla base i principi dello Stato di diritto in materia di amministrazione della giustizia che avevamo creduto intoccabili e irrinunciabili e, quindi, di determinare la temuta deriva totalitaria delle democrazie liberali, perché lo Stato di diritto è l’irrinunciabile presupposto della democrazia. La sentenza assolutoria del Gup può essere giusta o sbagliata, ma il rimedio è predisposto dall’ordinamento, attraverso lo strumento dell’impugnazione, puntualmente proposta dai magistrati della Procura della Repubblica di Milano. E non può consistere nella ispezione degli uffici giudiziari milanesi da più parti insistentemente richiesta al ministro della Giustizia, nonostante la sua palese irragionevolezza, dal momento che, essendo già noti dispositivo e motivazione della decisione, non si comprende cosa dovrebbero accertare gli ispettori mini- Stekka L’opinione di don Giuseppe Cionchi Lo tsumani/maremoto del 2004 che ha sconvolto il sud-est asiatico ha ridestato l’interesse per le adozioni a distanza. Le istituzioni umanitarie, le missioni, la Caritas, le organizzazioni cattoliche stanno promuovendo la cultura delle adozioni a distanza per non estirpare dalle loro radici i tantissimi orfani, vittime, tra l’altro, “di un vergognoso turismo sessuale rivolto verso i minori” (“Notizie Saie”, gennaio 2005, p.3). Le iniziative in Diocesi sono tante. La capofila è il Brugnetto. Parte anche con la missione di Abengourou (Costa d’Avorio) gemellata con le parrocchie di Monterado e del Vallone. Alcuni giovani senigalliesi – e non solo, purtroppo! – si scaricano con le solite bravate con le svastiche e le profanazioni dei cimiteri.Ha scritto Italo Calvino: “Il territorio che il pensiero laico ha sottratto ai teologi, cade in mano ai negromanti e ai maghi.” I vandalismi sono all’ordine del giorno. Le barriere sono le sinergie tra: famiglia, scuola, parrocchia, oratorio. Probabilmente occorre più severità da parte di tutti. Il “permissivismo” tocca aperture troppo ampie. Quando si dice che le “teste sono bloccate” dal pregiudizio si fa una affermazione reale. Citiamo il fatto. Con un blitz lampo, incatenandosi ai cancelli della fabbrica, giovani delle Comunità Resistenti delle Marche hanno bloccato per un’ora nella zona industriale jesina l’attività di produzione e movimentazione merci di un’azienda che ha appalti in Iraq, l’Imesa del Gruppo Schiavoni, attiva nel settore della strumentazione elettrica ed elettronica. Con lo slogan “Fuori le truppe e le imprese dall’Iraq”, le Comunità Resistenti (una nuova sigla che riunisce centri sociali, ex Disobbedienti, Ya Basta e associazioni di movimento), hanno voluto simbolicamente boicottare l’azienda, che insieme alla Elettro Energia gestisce un appalto per il ripristino dell’illuminazione pubblica a Bassora. “Il materiale prodotto - è stato detto in una conferenza stampa improvvisata - viene portato a destinazione con l’ausilio di carri armati e mezzi blindati, sotto la direzione del personale tecnico dell’Imesa in loco”. (“Corriere Adriatico”, 12 febbraio 2005). Sarà meglio l’illuminazione o rimanere al buio, o magari ripristinare le torce, come ai tempi di Roma? Viene proprio da dire: “che teste… bloccate!” K 17 febbraio 2005 6 di Daki è "tassativamente vietato dalla legge e non esiste alcuna possibilità per valutazioni discrezionali dell’autorità giudiziaria di segno diverso". Mohammed Daki, dunque, dovrebbe restare in Italia come chiesto dalla Procura che, dopo l’appello alla sentenza, vuole processare il marocchino negli altri gradi di giudizio. Su questa vicenda abbiamo chiesto un commento al costituzionalista Francesco Mario Angnoli. 7 17 febbraio 2005 steriali: forse se il Gup Forleo è affiliato a qualche associazione islamista? Ancora più infondata la polemica del ministro dell’Interno, che se la prende non solo con Gip e Gup (magistrati giudicanti), ma anche con la Procura milanese, che pure aveva chiesto la condanna di Daki per terrorismo, e ribadisce che avrebbe emesso non uno ma cento provvedimenti di espulsione a carico di Daki (e, quindi, di chiunque altro si trovi nelle sue condizioni). Il ministro ha un bel dire che esistono le prove sia dell’attività terroristica del gruppo Ansar al Islam sia del ruolo che vi svolge Mohammed Daki, che indagini a livello internazionale indicherebbero come coinvolto anche "nell’organizzazione fondamentalista islamica che fa capo a Mohammed Atta, l’egiziano ritenuto responsabile della strage delle Torri gemelle dell’11 settembre 2001". Il ministro, proprio per il suo ruolo, dovrebbe sapere meglio di ogni altro che in uno Stato di diritto la valutazione della consistenza, della validità e della significanza delle prove non spetta né alla polizia né, tanto meno, ai ministri, ma esclusivamente al giudice. Per di più proprio la legge che disciplina l’emissione dei decreti di espulsione prevede che il decreto non possa essere emesso o che, comunque sia, non possa essere rilasciato il necessario nullaosta, quando l’espellendo è oggetto di un processo penale. Per questo anche il decreto di espulsione emesso, con diversa motivazione, sempre nei confronti di Daki dal prefetto di Milano ha avuto lo stesso destino di quello del ministro, questa volta per opera di un magistrato onorario: un giudice di pace. In realtà, non solo a carico di Daki è in corso un procedimento penale non ancora concluso, ma - e qui le polemiche sconfinano davvero oltre il limite dell’assurdo il processo è frutto dell’impugnazione proposta contro il provvedimento assolutorio del Gup Forleo dalla Procura di Milano che, esattamente come il governo, non l’ha condiviso e ne ha recepito le proteste, conformandole tuttavia alle regole dello Stato di diritto. In realtà, nemmeno il sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, magistrato fuori ruolo, se l’è sentita di sostenere la posizione del ministro e, in un’intervista, ha riconosciuto l’impossibilità di espellere Mohammed Daki pendendo il processo, aggiungendo solo l’opportunità che la Procura di Milano risolvesse la questione rinunciando all’impugnazione. Ma, essendo notoriamente quella Procura persuasa dell’infondatezza della sentenza del Gup, la rinuncia sarebbe stata frutto di valutazioni di natura squisitamente politica sempre inopportune per un organo giudiziario che ha come propria specifica funzione di curare e sollecitare la puntuale applicazione delle leggi. Francesco Mario Agnoni esperienze di chiesa isna, Dalla M stampa ia l’agenz ssionari m i de i Tra povertà e riscatto Alluvioni in Venezuela Oltre 15.000 sinistrati, migliaia di senza-tetto e 14 morti è il bilancio, ancora provvisorio, delle alluvioni che da quattro giorni colpiscono lo Stato costiero di Vargas, dove violente precipitazioni hanno causato smottamenti e lo straripamento di alcuni corsi d’acqua. Elicotteri dell’esercito e unità navali sono impegnati nell’evacuazione di circa 6.000 persone rimaste isolate, ma il maltempo sta rallentando le operazioni; lo scenario riporta alla memoria la drammatica ca- i tastrofe del dicembre 1999, quando le inondazioni devastarono Vargas, uccidendo – secondo stime ufficiali – 30.000 persone e provocando 100.000 sfollati. Il presidente Hugo Chávez ha esortato la popolazione ad “affrontare l’emergenza mantenendo la calma”. Il governo ha stanziato 10.000 milioni di bolivares, circa 50 milioni di euro, per fare fronte alla crisi. Le piogge hanno causato danni e vittime anche nello Stato centrale di Carabobo e alcni settori ad est e a sudest della capitale Caracas. I meteorologi hanno annunciato che le preci- Polli e piccioni l punto di p. Alberto Teloni Macerata, via Francesco Crispi, dalla parte di porta Cancelli, quasi ad angolo con la piaggia che sale verso il centro. C’era lì la bottega di un barbiere: un brav’uomo, fratello di un canonico della collegiata di S. Giovanni. Erano gli anni in cui i barbieri lavoravano la domenica, c’era la possibilità di qualche barba settimanale in più, di chi voleva andare a Messa tutto ripulito, mentre il mio personaggio andava in chiesa il lunedì, giorno di chiusura. Il nome del barbiere non lo ricordo proprio, anche se tante volte mi ha fatto, come usava allora, la “sfumatura alta”; ma ricordo bene il soprannome che gli era stato affibbiato, quando eran ragazzi, dai miei zii e con quel nomignolo la mia generazione lo ha sempre indicato: Picciòppollastri. Una volta fu veloce mio nonno col suo vocione a coprire la mia inopportuna vocina che lo stava chiamando proprio in quel modo. Da dove derivava lo strano epiteto del buon Figaro? Da un proverbio che proprio lui citò per rispondere, a poche settimane dal matrimonio, a nonno che gli domandava come andassero le cose: “che volete, sor Gino, quanno picciò e pollastri e quanno grilli”, ovvio riferimento al pranzo di nozze e con un po’ di rimpianto, dati i tempi grami che non solo i barbieri ma quasi tutti gli italiani attraversavano. Se la prendevano con la perfida Albione e con le inique sanzioni, le signore marciavano su incredibili zatteroni di sughero a sostituire i tacchi alti, e intanto stringevano la cinta. Credo che oggi il proverbio sia del tutto in disuso, anche se l’ ho trovato citato in uno dei libri di quel simpatico poeta dialettale che è il dott. Ciurciola: quasi tutti oggi, dalle nostre parti, vanno quotidianamente a piccioni e pollastri anche se è vero che, e non solo nel terzo mondo, c’è pure oggi chi si deve accontentare dei grilli. In questi giorni sono pubblicate polemiche sulla troppa pubblicità fatta alle merendine con conseguente sovrappeso di troppi ragazzini; ma non so proprio se oggi ci possa essere qualcuno disposto a tornare ai grilli quotidiani. Però in questo tempo di Quaresima potremmo tutti ridurre un poco il nostro consumo di bistecche, polli, piccioni e merendine per farne fraternamente parte a chi altrimenti, anche senza inique sanzioni e perfida Albione, è ancora oggi costretto a tirare la cinta. Teniamo poi presente quanto, qualche decennio fa, cantando in Gian Burrasca la sigla “viva la pappa col pomodoro” ci ricordava Rita Pavone: “un popolo affamato fa la rivoluzion”! sguardo sul mondo 17 febbraio 2005 pitazioni si starebbero spostando verso la zona orientale del Paese. Il Perù cerca giustizia A 15 anni dai fatti, due ufficiali dell’esercito peruviano sono stati arrestati per torture inflitte a un civile, Esau Cajas Julca, ‘desaparecido’ in circostanze mai chiarite nella località di Huánuco: la denuncia contro il generale Oswaldo Hanke Velasco e il colonnello Jesus del Carpio è partita dal rapporto della ‘Commissione della verità’, in base al quale le vittime della violenza politica che tra 1980 e il 2000 insanguinò il Paese andino, sono state almeno 69.000, tra morti e scomparsi. Secondo le testimonianze raccolte dalla Commissione – che ha stilato un elenco di 8.500 ‘desaparecidos’ – Cajas venne arrestato il 20 novembre 1990, da una pattuglia di militari e trasportato in elicottero alla base del ‘battaglione anti-guerriglia’ 313 a Tingo Maria. Da quel giorno, la famiglia non ne seppe più nulla. Nel 1982, quando la polizia stentava a controllare la guerriglia, l’allora presidente Fernando Belaunde ordinò che fosse affiancata dalle forze armate nella lotta alla ribellione: a partire dal gennaio 1983, il numero delle ‘sparizioni forzate aumentò vertiginosamente, come testimoniano, tra l’altro, le oltre 1.200 denunce di scomparsa raccolte nella sola provincia di Huamanga. Della lista dei “peruviani che mancano” redatto dalla Commissione, quattro, dati per morti, sono stati ritrovati sani e salvi dopo oltre due decenni Corruzione in Kenya Come previsto, le dimissioni del consigliere del presidente keniano in materia di lotta alla corruzione stanno scatenando una vera e propria bufera politica. In seguito alla decisione di John Githongo, questo il nome dell’esperto del presidente Mwai Kibaki, di lasciare il proprio incarico perché non più “capace di continuare a servire il governo del Kenya”, le critiche internazionali al dilagare della corruzione nel Paese si sono fatte numerose e serrate, provocando numerose reazioni anche tra gli stessi esponenti del governo di Nairobi. Il ministro per le pianificazioni, Anyang Nyong’o, ha fatto sapere che nelle ultime ore otto Paesi occidentali – tra cui Canada e Stati Uniti – hanno diffuso un documento in cui si sostiene che le dimissioni di Githongo pongono “una minaccia estremamente seria alla credibilità della politica del governo in materia di corruzione”. 8 In attesa dell’incontro di venerdì 19 febbraio sulla Dottrina sociale O sserviamo intorno a noi come sta evolvendo la nostra Società e non è difficile tirare alcune considerazioni che purtroppo sono amare. Possiamo essere persone di una espressione politica o di quella opposta ma su alcuni fatti credo sia difficile non condividere alcune valutazioni. Faccio riferimento a titolo di essenzialità ad alcuni comportamenti sociali e ad alcuni fatti. - Impoverimento delle coscienze dei cittadini, sotto ogni aspetto, morale, politico e sociale. - Individualismo dilagante, che spinge a fare a scelte privilegianti la costruzione di ricchezza raggiunta senza il rispetto di elementari regole etiche, economiche e sociali. - Aumento sensibile della povertà e di chi è (e sono in forte aumento!) sulla soglia della povertà. - Precarietà crescente del lavoro, specie per i giovani, conseguenza di una flessibilità realizzata senza regole. - Spreco, che, nonostante i proclami, continua a verificarsi in tutte le pubbliche amministrazioni. - Politica tardiva sul fronte del recupero di ciò di cui l’Italia è forte (Turismo, prodotti di qualità, Agricoltura, Patrimonio culturale ed architettonico, Produzione creativa). - Litigiosità su ogni fronte, da quello politico a quello sindacale. - Crisi profonda del valore della famiglia e della Scuola. - Caduta di tutti i Valori etici e morali, considerati fuori tempo. - Perdita dell’identità nazionale e pesante aumento dei localismi. - Disinteresse al fatto religioso se non per gli aspetti esteriori o di riti. - Mancaza di rispetto per gli immigrati dimenticando che fino agli anni 60 eravamo noi ad emigrare - Distruzione dell’ambiente e del senso di responsabilità, di giustizia. - Perdita del senso del bene e del male. 9 Sono fatti sui quali dovremmo riflettere e molto, perché il decadimento sociale porta ad allontanarci dalle altre civiltà europee e scendere brutalmente di livello e di considerazione e di coinvolgimento nelle scelte che contano (la produzione di qualità, la concorrenza, la cultura, il turismo, le infrastrutture tutte, la giustizia, la solidarietà). Che cosa fa la Chiesa? Dov’è la Chiesa? Sono giuste domande che dobbiamo porci. Senza riportare i contenuti del Vangelo che hanno dato le risposte da quando Cristo le ha annunciate, la Chiesa nel corso del tempo (pensiamo ai servizi ai poveri e agli ammalati e alla istruzione nel corso dei secoli) ha sempre parlato chiaro ed agito apertamente. Siamo stati noi laici che non ab- 17 febbraio 2005 biamo messo in pratica il Vangelo; bravi nella forma, ultimi nell’agire con coraggio, pagando se serve di persona. Ecco che con l’uscita del Compendio della dottrina sociale è ritornata una propizia occasione per essere presenti nel mondo sociale e nel mondo politico, così come è stato fatto nel periodo post-bellico quando è stata costruita la Costituzione della Repubblica e si è costruita una democrazia solida. Con questo articolo ho posto più problemi che dato soluzioni. Ma non può che essere così: lavoriamo insieme e costruiremo una società a misura dell’uomo così come l’ha pensato il Padre. La conferenza di venerdì 19 febbraio del nostro Vescovo sul Compendio è un punto di partenza strategico. Mario Vichi esperienze di chiesa Vittorio Bachelet Una pagina di Vangelo I l 12 febbraio abbiamo ricordato il XXV anniversario della morte di Vittorio Bachelet. Nato il 20 febbraio 1926 a Roma, Bachelet, a 33 anni (giugno 1959), viene nominato da Giovanni XXIII vicepresidente dell’Azione Cattolica italiana. Nel 1964 diviene presidente generale della stessa associazione. Nel 1973 conclude il lungo periodo alla guida dell’Azione Cattolica (3 mandati, l’ultimo dei quali, dal 1970 al 1973, come primo presidente dell’Ac ridisegnata dal nuovo Statuto). Nello stesso anno, viene nominato vicepresidente della Commissione pontificia per la famiglia, del Comitato italiano per la famiglia, della Commissione italiana "giustizia e pace”. Dal 1974 è docente ordinario di diritto pubblico dell’economia presso la facoltà di scienze politiche dell’Università di Roma “La Sapienza”. Il 21 dicembre 1976 viene eletto vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Il 12 febbraio 1980 Vittorio Bachelet viene ucciso dalle Brigate rosse al termine di una lezione universitaria. Il grande salone circolare al primo piano del Palazzo dei Marescialli, in piazza Indipendenza, dove si riunisce il Consiglio superiore della magistratura, sembrava vuoto, quel 13 febbraio del 1980, nonostante le persone che si affollavano lungo le sue esperienze di chiesa pareti. La salma di Vittorio Bachelet giaceva al centro sul catafalco, eloquente in ciò che, nel suo silenzio, sapeva dire ai presenti. La sera dell’11, l’avevo salutato, tra cardinali e autorità, al ricevimento dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede per l’anniversario della Conciliazione. La mattina del 12, due brigatisti l’avevano ucciso, sotto gli occhi di Rosy Bindi, sulle scale della sua Università. Non era mai accaduto che un cristiano mostrasse con tanta evidenza e sacrificio, quella “indole secolare” che – dice il Concilio – gli è “propria e peculiare”. Ripensavo al n. 31 della Lumen Gentium: “Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali… Vivono nel secolo, cioè implicati in tutti e singoli i doveri e affari del mondo… Ivi sono da Dio chiamati… a manifestare Cristo agli altri con la testimonianza della loro stessa vita”. Del Concilio Bachelet aveva fatto una duplice scelta: di vita e associativa. Di vita, perché non aveva mai nascosto di essere impegnato “da cristiano” come docente e come servitore ai vertici della Repubblica. E associativa, perché, fin dall’inizio del suo servizio come presidente dell’Azione Cattolica, a soli 38 anni di età – siamo nel 1964, l’anno della Lumen Gentium e della riscoperta del laicato – scelse il Concilio, allora in pieno svolgimento, come “via maestra” per il rinnovamento dell’associazione. A riforma completata con lo Statuto del 1969, seguirà la “scelta religiosa”, da molti tardivamente compresa nella sua coerenza costitutiva. La prima presidenza dell’Ac di Bachelet non fu facile. Come il Concilio nell’universo ecclesiale fu, all’inizio, preso a pretesto di crisi, abbandoni e deviazioni, così la gestazione del nuovo Statuto generò anche difficoltà, incomprensioni, qualche piccolo “scisma”. L’Ac misurò un calo assai forte di adesioni: gli iscritti, che nel 1964 superavano i 3 milioni nei 4 “rami” (donne, uomini, gioventù maschile e femminile), nel 1973 erano scesi a 800mila e calarono ulteriormente in seguito. Oggi, però, bisogna dare ragione a Bachelet che, nel 1962, quando ancora era vicepresidente generale, di fronte ai “rischi di un accentuato impegno per il tesseramento”, denunciò il pericolo di “un’inflazione di tessere non corrispondente a qualcosa di sostanziale”, opponendo a tutto ciò la preoccupazione per i contenuti dell’associazione: “Il nostro apparato organizzativo ha estremo bisogno di idee e di valori ideali, che siano alimento comune dell’azione”. Troppi hanno dimenticato che il presidente della “scelta religiosa” era anche il presidente preoccupato dell’educazione all’impegno politico, secondo il “determinato e particolare modo di agire” impostoci dalla “nostra stessa fisionomia”, ma “pronti a riaffermare fermamente i principi che ci sono propri” (1963). Bachelet, insomma, non inventò da un giorno all’altro la “nuova” Azione Cattolica, ma ne maturò con grande anticipo quei “contenuti ideali” che ancora oggi la caratterizzano. Parlò, rispetto a una certa diffusa preferenza per l’attivismo dell’associazione, del primato del soprannaturale e della formazione cristiana. Disse, nel 1964, che “condizione essenziale ed efficace per una vasta opera di evangelizzazione rimane quella di fare sul serio l’Azione Cattolica, cioè di formare cristiani completi, profondamente ancorati al soprannaturale e consapevoli delle proprie responsabilità verso la Chiesa e i fratelli”. Finito il suo lungo servizio di presidente dell’Azione cattolica (dal 1964 al 1973), Bachelet, che aveva continuato a insegnare diritto nella facoltà di scienze politiche della Sapienza, a Roma, assunse tre anni dopo, con il medesimo spirito di dedizione, un altro servizio: quello di vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. In quello stesso salone del Palazzo dei Marescialli, due anni prima del suo “martirio” nella sua Università, i membri di quel consesso lo avevano sentito ricordare con coraggio (“Se noi tacessimo griderebbero le pietre”) le figure di un magistrato e di Aldo Moro, anch’essi vittime delle Brigate Rosse. Il mondo “laico”, di cui si era guadagnato la stima e che ne guardava ammutolito la salma nella camera ardente, quella mattina di febbraio fredda ma piena di sole, non sapeva che, lasciando la presidenza dell’Ac, Vittorio Bachelet aveva fatto sua una celebre frase di Tagore, l’indiano premio Nobel per la poesia: “Io dormivo e sognavo che la vita non era che gioia; mi svegliai e ho visto che la vita non era che servizio. Ho servito e ho visto che il servizio era la gioia”. Piergiorgio Liverani 17 febbraio 2005 10 Quaresimali da Loreto mons. Angelo Comastri in diretta su Radio Duomo Senigallia inBlu Un gruppo di immigrati residenti in diocesi si sta formando per che ricevere i sacramenti. È Il catecumenato, un itinerario che porta all’incontro con Cristo nella Chiesa. Adulti verso il Battesimo A nche il nostro territorio da diversi anni vede una presenza sempre più numerosa di stranieri che immigrano nelle nostre zone per lavoro. È una presenza che arricchisce il nostro tessuto sociale, ma arricchisce anche le nostre comunità cristiane. Diverse persone adulte, vivendo accanto a colleghi e amici cristiani si vanno ponendo la domanda di poterlo diventare anche loro. Come risposta a questo desiderio da quest’anno è suggerito il catecumenato, un itinerario di fede che guida questi adulti verso il battesimo, accompagnati da altri cristiani che li aiutano in questo cammino di fede. In questo la Chiesa riscopre il suo significato originario, che è quello di essere comunità che annuncia il Vangelo e nello stesso tempo si lascia evangelizzare. Di conseguenza l’impegno di accompagnare i catecumeni non va visto come una fatica in più ma come un dono di Dio per tutta la comunità. La sottolineatura della necessità insostituibile della comunità ecclesiale mostra con forza che la fede cristiana, fin dall’inizio, non è qualcosa di intimistico e di individualistico, bensì è una realtà che possiede una intrinseca dimensione ecclesiale. Il catecumenato comprende momenti di ascolto e annuncio della Parola di Dio, catechesi, preghiera, verifiche, celebrazioni liturgiche e sacramentali, esperienze di sacrificio e penitenza, carità. Lo scopo di questo itinerario è portare all’incontro personale con Cristo nella Chiesa, fino ad assumere sempre più la mentalità di Cristo, il suo modo di vedere, giudicare e agire. Uno dei momenti liturgici previsti prima del battesimo è la celebrazione del rito dell’elezione, che quest’anno si è svolto domenica 13 febbraio, durante il quale undici adulti, uomini e donne, hanno confermato il desiderio di ricevere il battesimo e di far parte della chiesa come cristiani. Questo loro desiderio è stato accolto dal Vescovo e la stessa comunità cristiana è invitata a percorrere insieme a loro questo periodo quaresi11 male accompagnandoli alla celebrazione della Veglia pasquale in cui riceveranno i sacramenti del battesimo, della cresima e dell’Eucaristia. Un itinerario analogo è suggerito per quanti, adulti e giovani, hanno sì ricevuto il battesimo, ma per diversi motivi non hanno celebrato la Cresima e ora intendono portare a compimento questo loro percorso di fede. Anche questo itinerario prevede dei momenti di catechesi e delle celebrazioni liturgiche, tra le quali la riconsegna del Credo, celebrata quest’anno domenica 6 febbraio da 23 persone. Essi, davanti al Vescovo e alla comunità cristiana hanno recitato il Credo esprimendo così l’impegno di vivere la loro fede in Gesù Cristo e il loro essere cristiani nella vita quotidiana con impegno e coerenza. Questo due itinerari catecumenali rappresentano due novità pastorali, che hanno come obiettivo accompagnare questo adulti verso il battesimo o verso la cresima con un vero cammino di fede, non solo con alcune semplici conoscenze catechistiche Nello stesso tempo diventa una sollecitazione per le nostre parrocchie a trasmettere ad altre persone quella fede che le nostre comunità cercano di vivere. don Luciano Guerri 17 febbraio 2005 C ontinuando la sua opera pastorale a Loreto Mons. Comastri per il nono anno consecutivo predicherà i Quaresimali Lauretani ogni martedì alle ore 21.00 nella Basilica che custodisce la Santa Casa. Il tema generale è “Nel buio brillano le stelle” che prende spunto da una frase di S. Massimiliano Kolbe: “Falsa è l’idea, abbastanza diffusa, che i santi non siano stati simili a noi”. Le date ed i temi di ogni martedì che RADIO DUOMO (95.2 Fm) seguirà in diretta: 15 febbraio - Charles de Focauld (1858-1916): “Con Cristo è bello anche il deserto!”, 22 febbraio - Alessandra di Rudinì Carlotti (18761931): “L’amante di Gabriele D’Annunzio diventa carmelitana”; 1 marzo - Alessandro Serenelli (1882-1970): “Un uomo vinto dalla sua vittima”, 8 marzo - Benedetta Bianchi Porro (1936-1964): “Dio abita anche nel dolore” 15 marzo - Paolo Tahashi Nagai (1908-1951): “La fede è più forte della bomba atomica”, 22 marzo Madre Teresa di Calcutta (19101997): “Il sorriso tra i disperati”. esperienze di chiesa Proposte e suggerimenti per il 2005 proclamato dal Papa Cinema Gabbiano - Senigallia - tel. 071 65375 Anno dell’Eucaristia Formazione - Una riflessione sul giorno del Signore da vivere all’interno del Consiglio Pastorale Parrocchiale e nei gruppi della parrocchia (in particolare incontri con i genitori e le famiglie). - Incremento o costituzione del Gruppo Liturgico in ogni parrocchia. La formazione può essere fatta sui “Principi e norme del Messale Romano” oppure sulla prima parte del Sussidio diocesano di animazione liturgica. Cura dei ministri istituiti e dei ministri straordinari della Santa Comunione, dei ministranti, della schola cantorum. - Accompagnare la vita spirituale di chi, trovandosi in situazioni irregolari e partecipando alla santa Messa, non può ricevere la comunione eucaristica. Celebrazione - Cura della celebrazione eucaristica domenicale, anche attraverso il sussidio preparato dall’Ufficio Liturgico in collaborazione con l’Azione Cattolica Giovani: in parrocchia ci sia almeno una celebrazione eucaristica “esemplare”. - Celebrare convenientemente l’anniversario della dedicazione della propria chiesa. - Una settimana eucaristica in ogni parrocchia, magari in preparazione alla Festa del Patrono. Carità La domenica è il giorno della carità. Le parrocchie riaffermino una pastorale della carità che, attraverso l’incontro con Cristo nell’Eucaristia, venga vissuta costantemente in ogni singola realtà parrocchiale. Ogni cristiano è chiamato a farsi prossimo agli uomini e alle donne che vivono in situazioni di frontiera: i malati e i sofferenti, i poveri, gli immigrati, le tante persone che faticano per trovare ragioni per vivere... Ai credenti è chiesto di prendere a cuore tutte queste forme, nuove e antiche, di povertà e a inventare nuove forme di solidarietà e di condivisione: “è l’ora di una nuova fantasia della carità”. Sarebbe bello riprendere l’invito del esperienze di chiesa Convegno ecclesiale di Palermo a far sorgere in ogni comunità parrocchiale, accanto agli spazi per il culto e la catechesi, un’attenzione concreta alle persone bisognose. La presenza della parrocchia nel territorio si esprime anzitutto nel tessere rapporti con i suoi abitanti, cristiani e non cristiani, partecipi della vita della comunità o ai suoi margini. L’invito del Papa a sprigionare “una nuova fantasia della carità” interpella e coinvolge direttamente tutte le realtà parrocchiali, piccole e grandi: perché in ognuna può concretizzarsi questa fantasia, perché in ognuna è presente la sofferenza. Nelle singole comunità può nascere un gruppo di persone che dedichi del tempo per riflettere e trovare forme di condivisione, ad esempio, per realizzare alcuni di questi percorsi: - fare una mappa delle famiglie e delle persone in situazioni di disagio e sofferenza; - visitare i malati a domicilio o nelle strutture sanitarie; - farsi vicini e dare del tempo a persone che vivono disagi fisici, psichici; attivare famiglie in aiuto ad altre famiglie attraverso servizi concreti. Adorazione Promozione del culto eucaristico e della preghiera personale e comunitaria davanti al Santissimo - la semplice visita al Santissimo Sacramento riposto nel tabernacolo; utile il sussidio preparato da p. Gilberto, parroco di Marzocca, che ha riscritto in lingua correte le Visite al SS. Sacramento di S. Alfonso: si può tenere in chiesa per la preghiera personale; - l’adorazione dinanzi al Santissimo Sacramento esposto: le parrocchie che non hanno l’adorazione eucaristica settimanale la promuovano; alcune parrocchie la vivono al mattino il giorno del mercato, altre la sera dopo cena, altre dal mattino fino alla messa vespertina. - Proporre in particolari circostanze l’adorazione notturna, per esempio in preparazione ad una festa particolare o alla festa del patrono. 17 febbraio 2005 La programmazione è sul sito: www.saledellacomunita.it Le conseguenze dell’amore Impegni per ogni cristiano La Domenica: giorno del Signore - Partecipazione costante alla Messa domenicale ed anche ogni tanto feriale. - Partecipazione alle iniziative di formazione della parrocchia. - Preparazione alla Messa leggendo a casa il Vangelo della Domenica. - Dare la propria disponibilità ad animare la celebrazione eucaristica. - Almeno la domenica una preghiera prima dei pasti. - Programmare la domenica: pensare a quando partecipare alla Messa e vivere la giornata non scaricando le tensioni della settimana o dormendo, ma ricreando lo spirito, i rapporti, l’amicizia, la famiglia, la cultura. - Non fare la spesa di domenica e scegliere quei negozi che di domenica non aprono, nella logica del consumo critico. La Domenica: giorno della Carità - Visitare una persona sola. - Dare la propria disponibilità per la mensa domenicale alla Caritas. - Invitare a pranzo una persona in difficoltà. - Passare un po’ di tempo alla Casa di riposo. - Dedicare tempo all’informazione fuori dei soliti circuiti. - Farsi promotori di una iniziativa di solidarietà. 12 Regia: Paolo Sorrentino Italia, 2004 – 100’ Titta di Girolamo, un uomo di cinquantanni, del sud, vive da otto anni in un’anonima camera d’albergo di un’anonima cittadina della Svizzera italiana. Non gli resta altro che attendere la fine di questa triste e solitaria esistenza, marcata da gesti abitudinari e da una cronica mancanza di immaginazione. Dei piccoli grandi avvenimenti scuoteranno pian piano il suo quotidiano vivere, donandogli nuova linfa vitale e allo stesso tempo segnando inevitabilmente il suo tragico destino. È un personaggio che rimarrà a lungo impresso nella memoria questo Titta Di Girolamo: uomo deluso, reso ostile dalle vicende della vita e tuttavia non del tutto arido, anzi capace di far emergere dal fondo del proprio raziocinio la lucidità di uno scatto d’orgoglio, la rabbia di una reazione tanto calma quanto intensa, in grado di sostenere un dolore all’apparenza insostenibile. Piccolo ingranaggio nella camorra che fabbrica morte, Titta vive da morto ma intuisce di poter morire finalmente sentendosi vivo. In un’esistenza sterilizzata, costretta a reprimere le emozioni, le conseguenze dell’amore (bellissimo titolo) irrompono e aiutano a ricostruire un’etica esistenziale a lungo rifiutata. A rendere speciale questo film, a renderlo così profondamente diverso dal solito cinema italiano che ben conosciamo, convergono molti fattori che in una sorta di alchimia quasi magica riescono a fondersi perfettamente e altrettanto magicamente rimangono sempre in perfetto equilibrio. Il più evidente è la magistrale interpretazione di Toni Servillo, volto forse poco noto sul grande schermo ma attore di grande esperienza teatrale, che con molti silenzi, sguardi eloquenti, gesti compassati e poche parole, mai sprecate, e declamate con un tono ed un ritmo, appunto, da opera teatrale riesce a rendere amabile e familiare un personaggio difficile come quello di Titta e allo stesso tempo ad affascinare lo spettatore con un’aura di mistero e indecifrabilità. I suo duetti, quasi sempre silenziosi, con i colleghi Olivia Magnani, Adriano Giannini e con il resto del cast sono deliziosi e avvincenti; i suoi primipiani, le sue lunghe camminate, i suoi sguardi laconici il vero cuore del film. Il tutto accompagnato da una colonna sonora anticonvenzionale che ben si adatta alle varie situazioni e da alcuni movimenti di macchina davvero molto ispirati in un riuscito mix tra cinema “classico” e “moderno”. Ma è la sceneggiatura dello stesso Sorrentino, ovviamente, a rendere possibile tutto ciò; una sceneggiatura solida, ben strutturata ed equilibrata, che sa avvincere e soprattutto nasconde al suo interno alcuni temi decisamente interessanti. Lo è, per esempio, quello solo accennato, ma fondamentale, del contrasto tra amicizia e amore, due sentimenti spesso coincidenti e vicini, ma in quest’opera opposti: se il ricordo di un vecchio amico riesce ad essere rassicurante anche nella peggiore delle situazioni, perchè “quando si è amici è per sempre”, l’amore è un sentimento talmente potente da essere pericoloso, soprattutto quando arriva inaspettato, senza preavviso alcuno, quando ormai la vita sembra non avere più nulla in serbo. Titta ne è consapevole, tanto da appuntarsi su un memo di non sottovalutare le conseguenze dell’amore, e quando finalmente trova il coraggio di farsi avanti con Sofia ammette serenemente che “sedersi a quel bancone è la cosa più pericolosa che abbia mai fatto”. E i fatti dimostreranno che è assolutamente vero, perchè a quel semplice atto, per di più anch’esso scaturito da un altro evento inaspettato come l’arrivo del giovane e scapestrato fratello, corrisponderanno delle scelte e dei cambiamenti radicali che trasformeranno quella sua “non-vita”, quel suo personalissimo limbo, in una vita vera, con obiettivi reali e prospettive concrete, la cui durata sarà breve e fuggevole, ma talmente intensa da renderla finalmente significativa e degna di essere vissuta, nonchè da regalare al film un posto speciale nel cuore dello spettatore. 23 febbraio - “Le conseguenze dell’amore” Ingresso: 5 euro - ore 21.15 13 17 febbraio 2005 Dal 17 al 24 febbraio • MUSICA Ostra — Teatro la Vittoria (071. 2074239), venerdì 18 ore 21.30, per “le strade del jazz” suonerà il Frank Kinbrough Trio. Ancona — Teatro sperimentale (071.52525), domenica 20 ore 17.30, per la Stagione concertistica 2004-2005, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta da Gustav Kuhn suonerà musiche di W. A. Mozart e J. A. Brukner. Senigallia — Auditorium san Rocco (071.6629350), sabato 19 ore 21.15, per i “Concerti in auditorium 2005” i Grandi Solisti (Natalia Gutman – violoncello, Alexander Kagan – violino e Viacheslav Poprugin – pianoforte) suoneranno musiche di J. S. Bach (adagio e fuga dalla Sonata in sol min. per pianoforte), E. Ysaye (Sonata n. 3 per violino solo “ballata”), J. Brahms (Sonata n. 3 in re min. per violino e pianoforte e Trio n. 2 in do min. per violino, violoncello e pianoforte) e F. Mendelssohn (Sonata n. 2 in re magg. Per violoncello e pianoforte). Montemarciano — Teatro Alfieri (0712074239), domenica 20 ore 21.15, per “le strade del jazz” suonerà l’Erin Bode Quartet. • TEATRO E DANZA Ancona — Teatro delle Muse (071.52525), da giovedì 17 a sabato19 ore 20.45 e domenica 20 ore 16.30, per la Stagione di prosa 2004-2005 sarà rappresentata “L’opera da tre soldi” di Bertold Brecht. Regia di Pietro Carriglio. Fano — Teatro della Fortuna (0721.887412), da giovedì 17 a sabato 19 ore 21.15, per la stagione teatrale 2004-2005 sarà rappresentato “Buchettino” di Romeo Castellucci. Regia di Chiara Guidi. Ostra — Teatro la Vittoria (071. 7980606), domenica 20 ore 17, sarà rappresentato “Due di noi” di M. Frayn. Regia di Vittorio Saccinto. • CINEMA Senigallia — Cinema Gabbiano (071.65375), mercoledì 23 febbraio ore 21.15, per la rassegna “Frammenti dalla Biennale 2005” sarà proiettato e discusso il film “Le conseguenze dell’amore” di Paolo Sorrentino. Tullio Piersantelli mass media www. vita.it/communitas te ella re in pescat do n a g i v N@ qua e là il libro Io sono nessuno Vita e morte di Annalena Tonelli L’Azione Cattolica di Senigallia vivrà il 26 febbraio il rinnovo dei responsabili Vita è anche mensile U na rivista per “capire come sia possibile fare comunità nella società delle paure e della diaspora”. Si presenta così “Communitas”, il nuovo mensile (dall’11 febbraio in edicola), promosso dal settimanale “Vita”. “Sono passati dieci anni - scrive Riccardo Bonacina, direttore editoriale di ‘Vita’, nella nota di edizione - da che il settimanale ‘Vita’, promosso da un gruppo di giornalisti e di associazioni di volontariato, debuttò in edicola con la promessa di dar voce a quella parte di società italiana che nel 1994 i media e le tradizionali forme di rappresentanza neppure vedevano e intercettavano. La nuova sfida di ‘Vita’, dieci anni dopo, si chiama ‘Communitas’. Un mensile che si propone di essere casa e pensatoio degli innovatori sociali”. “Communitas”, spiega Bonacina, sarà la “casa” di “tutto ciò che di vivo e nuovo si muove nella società di mezzo”; sarà “il luogo dei costruttori di comunità. Comunità in cui la libertà dell’io sia mobilitata per la costruzione co- mune, per l’interesse di tutti, e non per la convenienza della propria tribù”. E il direttore di “Communitas”, Aldo Bonomi, aggiunge nel suo primo editoriale: “Comunità è una parola fantasmagorica. Fantasma di ciò che non è più: la comunità appunto. Allegoria di ciò che ci manca di ciò che sentiamo come una mancanza: la comunità come assenza. L’abbiamo allora declinata al latino, ‘Communitas’, prendendo a prestito dal filosofo Roberto Esposito il titolo del suo libro con appresso il bagaglio di buoni consigli per maneggiarla sempre come una assenza, come qualcosa che ci manca”. Cosa contiene il primo numero del mensile? “260 pagine, 28 articoli, 26 autori – dice Bonacina - sono i numeri con cui ‘Communitas’ si presenta come ‘rivista di racconto e di interpretazione’”. Tra i prossimi argomenti di cui si occuperà “Communitas”: “L’aiuto umanitario”, “Vita artificiale”, “Imprese: quanto paga il sociale?”. Per informazioni: http://web.vita.it/communitas. di R. Italo e M. Fagiolo A 40 anni dalla “Inter mirifica”, alcune iniziative Dal Corriere della Sera del 7 ottobre 2003: “Annalena, la santa fermata da un fucile. Uccisa l’italiana che da 33 anni curava i malati d’Africa. L’ultimo messaggio: la vita ha senso solo se si ama”. Annalena Tonelli, 60 anni, era stata uccisa due giorni prima, nella sua Somalia. Qui il crescente successo professionale e umano del suo tubercolosario aveva attirato minacce e ricatti: “Una cristiana non può essere più brava di noi”, dicevano. Il libro è la prima ricostruzione della complessa vicenda, a un anno esatto dalla morte. Ma non solo: è anche la presentazione biografica di Annalena Tonelli. Di lei, inoltre, si riportano in appendice alcuni scritti di grande valore spirituale. È la prima inchiesta sull’assassinio, i presunti colpevoli, i loro moventi, il punto delle indagini: si scoprirà che la morte della Tonelli si inserisce nel quadro del terrorismo proveniente dall’integralismo islamico. La biografia e la spiritualità di una donna destinata a diventare una grande protagonista della fede. Pag. 224 € 14 Chiesa e media: passato e futuro Edizioni San Paolo mass media U na Lettera Apostolica interamente dedicata alle comunicazioni sociali e un simposio internazionale su ‘Chiesa e media, un futuro che viene da lontano’, promosso dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali per celebrare il 40esimo anniversario del decreto conciliare ‘Inter Mirifica’ sui mezzi della comunicazione sociale. Sono queste le prime iniziative che Giovanni Paolo II ha in agenda, una vera e propria offensiva del Papa nel mondo dei media. Per tre giorni, dal 24 al 26 febbraio prossimi, giornalisti, televisivi e della carta stampata, sociologi, psicologi, vescovi e religiosi si confronteranno attorno a quattro domande: si può parlare di Dio nell'informazione? È possibile evangelizzare attraverso i mass media? Che cosa si aspettano i media dalla Chiesa? E che cosa si aspetta la Chiesa da loro? La relazione introduttiva del convegno sara' tenuta da Ferruccio de Bortoli, neo-direttore del Sole 24 Ore che prenderà la parola subito 17 febbraio 2005 dopo monsignor John Foley, presidente del Pontificio Consiglio. Tra i relatori anche il presidente dell’Associazione Stampa Estera, Antonio Pelayo, i corrispondenti dell’Associated Press e della Itar-Tass, il direttore di Le Point. “L’iniziativa nasce dal desiderio di riflettere assieme agli addetti ai lavori. Vogliamo interrogarci se è possibile o meno parlare di Dio in televisione, sui giornali, alla radio? Che spazio dare a questo tema? Come aiutare la comprensione del messaggio cristiano?”, ha spiegato il segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, mons. Renato Boccardo, per il quale “la Chiesa è un po’ come Davide col gigante Golia. Davide è un ragazzino che ha in mano solo una pietra. Dall’altra parte c’è Golia, un gigante potente e dotato di armi e corazza. Nella Bibbia a vincere e' Davide. Nel nostro caso la Chiesa ha la coscienza che nonostante la sua povertà di mezzi a disposizione, è portatrice non tanto di un messaggio tra gli altri, ma ‘del messaggio’. 14 Sì, gratuitamente l’Ac diocesana in assemblea S ì gratuitamente”, questo è lo slogan che ha guidato il nostro cammino assembleare. Due parole cariche di significato, due parole che esprimono il gusto dell’impegno, del servizio e della responsabilità. L’assemblea elettiva in Ac è il momento delle assunzioni di responsabilità: tutti gli aderenti sono chiamati a fare il punto della situazione sulla vita dell’associazione a tutti i livelli, e sono chiamati a dare il loro insostituibile contributo. La riflessione sul cammino fatto e su quello ancora da compiere, l’assunzione di responsabilità nei confronti dell’associazione stessa, fanno dell’Azione Cattolica un’associazione ecclesiale democratica. Anche questo è un modo per vivere continua a pagina 18 15 17 febbraio 2005 Assemblea elettiva di Ac Le assemblee parrocchiali e diocesana: luogo di gestione democratica dell’associazione e occasione per assoparare un po’ di più la bellezza di essere insieme. Q ueste ultime settimane, a cavallo tra gennaio e febbraio, sono state per l’Azione Cattolica della nostra diocesi “tempo di assemblee parrocchiali”. Ma che cos’è un’assemblea parrocchiale? Da manuale risponderemmo che è il momento in cui, ogni tre anni, nella nostra associazione, si rinnovano le cariche e si nominano i delegati che andranno a votare all’Assemblea Diocesana. Ed è perciò, sotto questo aspetto, un atto puramente formale, indiscutibile e inevitabile, in quanto incarna la connotazione democratica della nostra associazione. Ma, co- Il gusto dell’assemblea me tutti gli atti formali, viene spesso vissuto con noia e pesantezza, forse proprio perché nella sua indiscutibilità spesso se ne perde (o se ne dimentica) il gusto e il vero significato. Il senso più profondo delle assemblee, invece, non sta tanto nel rinnovo delle cariche quanto nel fatto che, come associazione, non possiamo prescindere da una continua verifica e riprogrammazione del nostro cammino: l’assemblea ci costringe ad un vero e proprio cammino assembleare, cioè ad analizzare ciò che stiamo facendo, a verificare il raggiungimento degli obiettivi che ci eravamo dati e ripensarne dei nuovi(perché nel frattempo molte cose sono cambiate), a riconfrontarci ogni volta con le nostre disponibilità e le nostre responsabilità. È finalmente l’occasione per tirare fuori e dire ad alta voce tutto ciò che di bello c’è nella nostra associazione, ma anche per dire cosa ci ha deluso, che cosa ci manca, quali sogni nel cassetto abbiamo per la nostra AC, e ripartire con nuovo slancio missionario. Il momento vero e proprio dell’assemblea poi ha un’ulteriore grande valenza: quella del legame con il centro diocesano. La presenza di un delegato della presidenza diocesana ad ogni assemblea parrocchiale non è solo una formalità, è invece la garanzia di un tempo privilegiato di ascolto. Il legame delle parrocchie con la diocesi è una caratteristica molto importante della nostra associazione: è aiuto reciproco, ma anche ascolto reciproco, è incontro con la Chiesa diocesana e con il Vescovo, è sostegno in un cammino che si fa insieme. Inoltre il raccontarsi ad un esterno ha la capacità di riportare a galla i sentimenti e le emozioni dei momenti più belli della vita parrocchiale e di rileggere anche il quotidiano con occhi nuovi e più attenti a ciò che di importante si sta facendo. Nella mia poca esperienza, se dovessi dare una definizione non da manuale, oggi direi che le assemblee elettive sono volti, parole, sorrisi, passione, sono momenti forti e importanti di relazione. E in questo clima di rinnovamento, non solo dei responsabili associativi ma anche dell’AC stessa, il più grande augurio non può essere che quello riportato nel testo “A misura di parrocchia”: “Saranno le persone a fare nuova l’AC: questo significa che non saranno né le strutture, né gli Statuti, né i Progetti, ma il cuore, la disponibilità e la creatività delle persone, disposte a giocarsi nella novità di un cammino di santità e di impegno missionario.”. Cristina Vitali Assemblea parrocchiale a Cesanella Assemblea elettiva di Ac 17 febbraio 2005 16 adesso tocca a noi! La prima volta dei ragazzi dell’Acr. Anche loro vivranno la loro assemblea I n questi giorni gli acierrini della nostra diocesi si sono visti recapitare dai propri educatori a nome di tutta la presidenza diocesana di AC un invito veramente speciale, quello alla I Assemblea Diocesana dei Ragazzi. “Ora tocca a noi” è lo slogan di questo appuntamento che si svolgerà sabato 19 febbraio al cinema Gabbiano. Anche i ragazzi saranno chiamati ad esprimere cosa pensano della nostra associazione e come sognano che essa risponda alle loro domande. Di sicuro sarà una giornata da ricordare: riscopriranno le caratteristiche dell’ACR e tutte le persone, giovani e adulti, che nelle parrocchie e in diocesi si impegnano per loro. Soprattutto diranno la loro su quella che finora è stata per essi l’esperienza associativa. E tutto il resto dell’associazione si porrà in attento ascolto delle loro voci. L’Assemblea Diocesana dei Ragazzi non vuole essere un’iniziativa episodica in cui sottolineare il protagonismo dei ragazzi, ma si inserisce in una riflessione che parte dall’Ufficio Nazionale dell’ACR e su cui ci si è soffermati intensamente di recente nell’équipe diocesana ACR. Niente di nuovo per l’ACR. Da sempre il ragazzo è agli occhi degli educatori e dell’associazione non un oggetto e un semplice recettore delle proposte dei più adulti. In ogni ragazzo l’AC ha sempre visto un soggetto attivo, con il dono della creatività, ov17 vero la capacità di generare vita e speranza attraverso i suoi gesti e la sua “piccola” esistenza. I ragazzi sanno fare dono di sé, sanno rinnovare le cose, sono interpellati e chiamati a dire la loro, ad agire e partecipare. Il servizio associativo verso i più piccoli nasce dalla consapevolezza, divenuta scelta, di considerare i bambini e i ragazzi come parte attiva della Chiesa, dell’associazione, della parrocchia, della società: persone in grado di interpretare il proprio mondo, di raccontarlo ed esprimerlo con autenticità, di rappresentare con dignità il proprio punto di vista. Da queste premesse nasce un progetto nazionale, chiamato appunto “Ora tocca a noi”, per riscoprire il protagonismo dei ragazzi in tutti gli ambiti della loro vita, dalla famiglia alla scuola, dalla città alla Chiesa. Questo di sabato 19 febbraio potrà essere un primo passo per la nostra associazione diocesana per iniziare un cammino che si propone di far crescere i ragazzi nello spirito di partecipazione e corresponsabilità, non solo nelle dimensioni della quotidianità che appartengono solo a loro, ma anche in tutte quelle situazioni in cui condividono un bene con gli altri, coetanei e non. È necessario ascoltare i ragazzi, perché le nostre proposte siano sempre adeguate risposte alle loro esigenze, ai loro desideri, alle loro domande. Ma i ragazzi, oltre che parlare, 17 febbraio 2005 possono anche impegnarsi, perché sono capaci di farlo. È qui il cambio di prospettiva che diventa anche uno degli obiettivi della formazione ACR di quest’anno: non più le cose, gli impegni e le attività ad occupare il tempo dei ragazzi, ma i ragazzi stessi che occupano pienamente, abitandole, tutte le cose che fanno. Questa nuova AC che vuole essere fedele alle persone, ai contesti di vita, al presente, non può non essere fedele alla soggettività dei piccoli: anche dalle loro parole e dalle loro potenzialità si può costruire. Intanto, sabato tocca ai ragazzi. Chiara Canonici Assemblea elettiva di Ac Una giornata di festa per l’intera città segue da pag. 15 pienamente la dimensione della laicità. Tutto questo lavoro avrà valore, tanto più, quanto saremo capaci di farci guidare dall’atteggiamento espresso caratterizzata da tanti appuntamenti: l’assemblea dei ragazzi, che per la prima volta si svolge anche nella nostra diocesi; una notte con i mille colori Assemblea parrocchiale al Portone dallo slogan: “Sì, gratuitamente”. La gratuità dà forza e robustezza a tutto il nostro impegno. La gratuità farà di noi persone coerenti al Vangelo… ricordiamo tutti “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” , e gratuitamente tutti abbiamo ricevuto il meraviglioso e incontenibile dono che trasforma la nostra vita: l’Amore di Dio! Quest’anno la nostra assemblea sarà della speranza, vissuta dai giovani; l’assemblea elettiva per tutti i soci e, in particolare, per i delegati delle associazioni parrocchiali, chiamati ad eleggere il nuovo consiglio diocesano; la proiezione di un film, sul quale mi soffermo un po’. Avremo in prima nazionale un filmdocumentario sulla vita del nostro carissimo amico don Anto Ledic, parro- co di Solakova Kula, nella diocesi di Sarajevo. Il regista bosniaco Sead Dikic, conoscendo la vita di don Anto, ha ritenuto che lui rappresentasse bene la situazione e le speranze della Bosnia e Erzegovina di oggi! Da tantissime ore di riprese, ne ha tratto un indimenticabile e coinvolgente film di circa un’ora. Siamo orgogliosi di poter vivere questa opportunità! Ci fa inoltre riflettere il fatto che, con il nostro gemellaggio, senza rendercene quasi conto, siamo arrivati proprio al cuore della vita di questo affascinante Paese! Quest’opera va ben oltre il nostro gemellaggio ed è un’occasione che vogliamo offrire alla città intera e ai paesi della nostra diocesi. È il desiderio di guardare fuori dalla nostra finestra per accorgerci di quanto è grande e bello il mondo, di quanta gente è stata costretta ad affrontare sofferenze tremende senza perdere la speranza in Dio! E’ l’atteggiamento tipico dell’Ac, dei suoi aderenti, che si sentono a casa propria nella Chiesa che, come dice il Concilio Vaticano II, “sente come proprie le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi… Perciò essa si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e la sua storia”! “Sì, gratuitamente” allora, per un nuovo triennio insieme: pieno di amicizia, fede e passione! Anna Gobbetti Il gemellaggio con Solakova Kula continua Amici… fin sul tetto! I n occasione della visita che don Anto ci farà proprio nei giorni dell’assemblea, vogliamo collaborare attivamente al suo instancabile lavoro per sostenere la comunità cristiana della sua parrocchia. In questi anni abbiamo contribuito con le nostre offerte a tante cose, alcune come: il sostegno alle singole famiglie in gravissima difficoltà nell’immediato dopoguerra, un’auto fuoristrada per permetter a Assemblea elettiva di Ac don Anto di spostarsi con facilità, il consolidamento di un tratto di strada, l’acquisto di bestiame per riattivare un’attività lavorativa… Ora ci viene chiesto un contributo straordinario per ricostruire il tetto della chiesa principale di Solakova Kula, sventrata a causa della guerra. La chiesa rapprensenta il luogo dove ci si ritrova, alcune volte l’anno, con i tanti cristiani della parrocchia che a causa della 17 febbraio 2005 guerra non abitano più lì. In quella chiesa la comunità, sparsa ormai in diversi Paesi, si ritrova e alimenta la propria fede, che proprio in quella terra è cresciuta e si è fortificata negli anni passati. I nostri amici hanno bisogno di un nostro impegno particolare e noi, da parte nostra, vogliamo proprio esserci su quel tetto, per testimoniare così la nostra amicizia e la nostra gratitudine. 18 Pio IX e la sua Senigallia Presentato il programma turistico Pensando già all’estate S A nche quest’anno, il 7 Febbraio, l’Opera Pia ha inaugurato alcuni locali che si aggiungono ai tanti altri già esistenti. A tale notizia sembra quasi di non poterci credere, ma è proprio cosi: l’Opera Pia, nella sua vastità, continua a crescere ogni anno. All’omelia il Vescovo Orlandoni, ha ricordato la vita del Pontefice senigalliese: “Un Papa può esprimersi in diversi campi, può occuparsi di tante cose , ma il suo ruolo fondamentale è quello di trasmettere, custodire e diffondere la fede. In questo giorno 7 Febbraio ricordiamo la nascita del nostro grande Pontefice senigailiese, il Beato Pio Nono. Il suo lungo pontificato è stato esercitato nei periodi più travagliati e tumultuosi della storia. La sua figura di Papa, come quella di ogni altro Papa, è comprensibile solo nell’ottica della dimensione religiosa. Pio IX ha ricevuto come Pietro, il mandato di confessare la fede, di custodire la fede, di diffondere la fede e questo il nostro Papa senigalliese lo ha assolto con fedeltà assoluta, con coraggio indomito, in mezzo a prove, incomprensioni, seccature di ogni genere. Ma difeso strenuamente la fede contro dottrine e ideologie perverse, discendenti dalla negazione di Dio, dottrine e ideologie di cui oggi vediamo le conseguenze. Anche le opere di carità, in particolare i segni di munificenza, che ha voluto offrire alla sua Città natale, tra cui la benemerita Opera Pia , che da lui prende il nome, sono il frutto dell’amore che Pio IX ha nutrito re alimentato nella sua Pietà”. Dopo l’ampia lettura del bilancio (vedi pag.30), fatta con tanta chiarezza dal Presidente Verzolini, ha preso la parola il Sindaco Luana 19 Angeloni, la quale ha detto: “Con grande piacere anche nel 2005 abbiamo potuto tagliare un altro nastro, che conferma la crescita di un miglioramento delle soluzioni logistiche del luogo in cui viene fornita l’assistenza a persone che hanno bisogno e che hanno diritto di essere trattate, curate e coccolate come persone fragili e quindi bisognose di attenzioni e di premure. L’Opera Pia è un patrimonio sociale di questa Città, di questo territorio. Ha una lunga storia che risale al suo Fondatore, quindi più di 150 anni, un Papa senigalliese, Pio IX, che con lungimiranza ha voluto lasciare alla sua Città una Istituzione capace di costruire quella coesione, quel tanto a chi doveva pur fare conto su qualcuno. Ecco una istituzione appunto come l’Opera Pia, quando ancora lo Stato non era arrivato a garantire diverse protezioni come oggi con una crescita, non solo delle Leggi, ma una sensibilità della coscienza della volontà pubblica. Siamo orgogliosi di appartenere ad un Paese che èstato capace di fare questo percorso. Siamo in una fase in cui è difficile mantenere il passo, mantenere i livelli per tutti, perché purtroppo oggi si fanno scelte che compromettono la possibilità, per esempio dei Comuni, ma penso alla zona territoriale, penso alla Regione e penso all’Opera Pia che nel frattempo è diventata Fondazione, ma mantiene la stessa fmalità egli stessi obiettivi. Il Vescovo ha ringraziato il Sindaco per l’apprezzamento alla realizzazione di opere di ampliamento e lo ha ringraziato anche per l’interessamento del Comune per gli aiuti a questa benemerita Opera Pia. guardo rivolto alla prossima stagione turistica: l’assessore Andrea Nardella ha presentato il programma che prevede iniziative come “Una settimana da Favola”,il “Summer Jamboree”, lo spettacolo pirotecnico sul mare, la Tradizionale Fiera di Sant'Agostino e la quinta edizione di “Pane Nostrum”. L’attenzione è stata rivolta in particolare ai primi due eventi in calendario: “Una settimana da Favola” è un progetto rivolto alle famiglie ed in particolare ai bambini,che prevede laboratori di giochi, musica, narrazioni, danza, ecc. Ideato nel 2001,in quattro anni ha subito sviluppi importanti in quanto diventerà da quest’anno un’inziativa di 15 giorni(dal 10 al 24 luglio) appoggiata anche dagli albergatori che regaleranno gadget di ogni tipo a tutti i partecipanti; Il Summer Jamboree e' l'evento di musica e cultura dell'America degli anni '40 e '50 che ormai tutti i senigalliesi conoscono e non solo visto che e'gia'stato,e lo sara' anche in futuro,pubblicizzato dal noto musicista Renzo Arbore nella sua trasmissione in onda il sabato su RAI UNO. L' evento e' previsto dal 1° all' 8 agosto con un'anticipazione a giugno in una giornata intitolata "Aspettando Summer Jamboree". Una menzione a parte merita il secondo progetto multimediale,un dvd dal titolo “Cuore di Marche” diretto da Luca Pagliari che ha l'intenzione di divulgare l’immagine turistica, culturale ed enogastronomica non solo della città di Senigallia ma anche di altri 35 comuni vicini,da Jesi ad Arcevia. Rino Girolimetti 17 febbraio 2005 dalla città di Senigallia A denti stretti Le svastiche appaiono sui muri della Rocca Roveresca e sulla lapide dedicata a Dante. L’assessore alla Cultura Albani dice la sua: “Le scritte sui muri, i graffiti, i writers, appartengono nel bene e nel male alla storia e al costume degli uomini (consiglio di leggere i bei saggi di Canali sulle scritture pompeiane) e se ne possono trarre conseguenze e considerazioni varie senza incorrere né in moralismi né in facilonerie. Ma quando si arriva a concepire di imbrattare con un simbolo di assoluta violenza – la svastica, appunto – l’edificio più nobile, più elegante, più rappresentativo della città, e al contempo i versi del più importante poeta nazionale, i pensieri e le valutazioni devono essere altre ri- Si scaldano i motori spetto al consueto. Ovvero, c’è in questo atto una carica di violenza morale profonda, perché queste scritte non sono state realizzate su un muro buio o in una parete anonima, ma hanno avuto un bersaglio ad alta sensibilità umana, hanno voluto deliberatamente definire una violenza assoluta, che va ben al di là delle consuetudini immaginabili. Ora, pensando ai proiettili inviati al Sindaco e a quest’ultima circostanza – fatti che magari non sono legati tra loro – mi sento in coscienza di affermare che si respira un’aria pesante, dove risulta improbabile pensare che sia tutto una bravata, o riconducibile alla eccessiva esuberanza di qualcuno. Il buio, la notte della ragione, ci insegna la storia, comincia sempre così. Spero di sbagliarmi, ma l’aria è davvero cupa”. Elezioni, schieramenti, alleanze e candidature… A prima vista si potrebbe affermare che ci sia in città un diffuso disinteresse nei confronti della politica, ma in questi giorni si parla costantemente di questo. Si stanno definendo le candidature, e forse solo quando saranno presentate ufficialmente le liste sarà possibile sapere il numero di candidati a sindaco di Senigallia, chi e quali forze li appoggiano. Questo tema è stato anche al centro della quindicinale trasmissione di Radio Duomo basata sulle domande al sindaco da parte dei cittadini. a cura di Michele Pinto www.viveresenigallia.it Succede a Senigallia Lunedì 7 febbraio Si è svolto domenica pomeriggio, per le stradine di Brugnetto, il tradizionale Carnevale che, tra carri, canti e balli, è ogni anno un richiamo al divertimento. Giunto ormai alla sua 30esima edizione, il Carnevale è una realtà consolidata del paese, un appuntamento irrinunciabile con la fantasia. Molta la gente, paesani e non, che ha partecipato alla solare, ma fredda, giornata di festa che si conclusa intorno alle 20 con il falò in piazza e i grandi girotondi di balli intorno. rici realizzati da: Ambarabam, Casa della Gioventù, Casine di Ostra, Castellaro, Centro Sociale Molinello 2, Centro Sociale Sant’Angelo, Centro Sociale Vallone, Fantaghirò, Giusy Senigallia, Il Germoglio, Marina di Montemarciano, Montemarciano, Noi Insieme, Parrocchia del Duomo, Pianello di Ostra, Roncitelli, Scapezzano, Scout C.N.G.E.I. Senigallia, Stranalandia e Telefono Azzurro. Mercoledì 9 febbraio A Senigallia si è svolto il consueto appuntamento con la sfilata dei carri allegorici, partendo dalla ex pesa pubblica, passando per Corso II Giugno, fino a Piazza del Duca, gremita di famiglie, bambini e di giovani armati di bomboletta. Alla sfilata hanno partecipato carri e gruppi allego- Venerdì 11 febbraio Gli sportivi di Senigallia ricordano Maurizio Bocchini, deceduto a soli 45 anni, grande protagonista della vita calcistica della nostra Città, era Dirigente da molti anni di uno storico Gruppo Sportivo. La sua grande passione per il calcio lo portava ad essere un Dirigente esemplare, sempre pronto e disponibile a dare il suo contributo alla realizzazione dell’attività. Sabato e Domenica sarà osservato un minuto di racco- glimento prima di tutti gli incontri del Campionato Dilettanti. Sabato 12 febbraio Nella serata di venerdì, all’orario di chiusura, un malvivente è entrato armato nella gioielleria di Francesco Pecoraio, lungo i Portici a Senigallia. Il negoziante è stato chiuso nel bagno da dove ha iniziato a gridare cercando aiuto dalla finestra del bagno. Il malvivente, spaventato, ha fatto in tempo ad arraffare alcuni gioielli, per un valore di circa 25.000 euro ed è fuggito facendo perdere le tracce. Domenica 13 febbraio Un’auto alle 5:25 è uscita dalla carreggiata dell’A14 all’altezza di Montignano per andare a schiantarsi contro un’abitazione adiacente all’autostrada. Il 31enne Alessandro Tommassoni di Ancona che era alla guida del mezzo è morto nell’impatto. Dill’ al monc’ in piazza Ci avviamo verso Pasqua e quindi verranno - entro marzo - i primi turisti, come anche verranno le gite scolastiche con i pullman, specialmente sul lungomare Dante Alighieri. Ora, all’altezza del Ponterosso, c’è un grosso inconveniente che abbiamo segnalato qualche mese fa ma che ancora non è stato in alcun modo risolto. Spieghiamo in che cosa consiste questo inconveniente grave: i dalla città di Senigallia pulman provenienti dalla Rotonda o vicinanze per andare sulla Statale molte volte imboccano Via Dalmazia in zona Ponterosso e all’inizio di questa via non c’è nessun segnale che indica l’altezza del ponte. A metà via, poco distante dal ponte, c’è il segnale che indica i limiti massi di altezza e i pulman, a questo punto, devono fare marcia indietro e non è facile, specialmente perché c’è sempre una fila di auto e il ponte è abbastanza basso. Perché 17 febbraio 2005 dibattito sulla città Gli avvenimenti più importanti dal 6 al 13 febbraio a cura di Giuseppe Nicoli non spostare la segnaletica e metterla al posto giusto? Che figura facciamo davanti ai turisti? Ripeto, è stato segnalato il caso un’altra volta, ma le cose non sono cambiate. Dopo le innumerevoli polemiche con la Margherita, lascia di stucco l’appendice finale con tanto di foto con brindisi e volemose bene. Come sono stati superati tutti i problemi, che è impossibile negarlo, si sono presentati negli ultimi mesi soprattutto quello sul direttore generale che era così indigesto alla Margherita. Tutto a posto? Tutto a posto nel senso che ha prevalso il desiderio di unità che è più forte delle legittime differenze che si possono avere sulle singole questioni. Da parte degli elettori viene forte nei confronti dei partiti, della politica la domanda di unità, di chiarezza e le forze politiche del centrosinistra di Senigallia sono state capaci di trovare una sintesi unitaria e di far prevalere il progetto, cioè la volontà di continuare a governare la città forti di una buona esperienza che abbiamo potuto portare avanti in questi cinque anni e quindi le differenze di valutazione a livello di impostazione programmatica troveranno uno sviluppo del confronto con il metodo che le forze politiche si sono date. Quindi c’è metodo per continuare il confronto, per definire il programma per i prossimi cinque anni ma su tutto ha prevalso lo spirito unitario. Io credo che questo sia un segno di grande responsabilità. […] C’è qualcuno tra i suoi avversari che teme più degli altri? Pensa a qualcuno per il ballottaggio. O pensa che al primo turno già … Penso che al momento non siamo in condizione di dire perché ognuno deve posizionarsi. Io spero che i tanti elettori che magari sono incerti o hanno così un rifiuto della politica e quindi anche dell’impegno diretto rispetto al Comune, spero invece che questi elettori scelgano e spero che possano apprezzare il lavoro che abbiamo fatto. Per il momento ci organizziamo per parlare con tutti, per far conoscere le nostre buone ragioni che non sono solo le cose fatte ma anche i progetti futuri perché la città ha bisogno di futuro, ha bisogno di credere nelle sue potenzialità e di crescere. La nostra affidabilità spero che sia ormai conosciuta e quindi ci impegniamo per parlare con tutti e per conquistare consensi. Gli attuali assessori. Con che criterio. Restano o … Io intanto voglio dire che tutti gli assessori hanno svolto il loro ruolo con impegno, dedizione e passione. Tutti promossi! Tutti promossi non lo deve dire il Sindaco. Lo diranno gli elettori perché noi avremo tutti un bell’esame che sono le elezioni e in democrazia è quello che conta. Chiaramente, innanzitutto sarà sottoposto a giudizio il Sindaco, che è chia- Tanti auguri a chi si chiama: Corrado, Mansueto (19 febbraio); Eleonora, Irene, Norina, Nelly (21 febbraio); Raniero, Margherita (22 febbraio); Romana (23 febbraio); Modesto, Sergio, Mosé, Ida (24 febbraio); Romeo (26 febbraio). 20 Riportiamo parte dell’intevista radiofonica al sindaco. ramente più esposto, ma anche gli assessori insieme al Sindaco e, quindi, aspettiamo il giudizio degli elettori. Stiamo sviluppando il programma anche sulla base degli obiettivi di programma verranno scelte le persone più adeguate per portarlo avanti. Io, per il momento, ringrazio la mia squadra, la mia Giunta e tutti gli assessori per il lavoro importante che hanno fatto. Ognuno ha messo quello che ha potuto e ripeto vada comunque riconosciuto impegno e dedizione dopodiché costruiamo il programma, ci presentiamo agli elettori e poi vedremo. Un passo per volta. […] 21 17 febbraio 2005 dalla città di Senigallia G li iscritti alla Scuola di Pace hanno incontrato nei locali di Via Marchetti 73 il regista teatrale Paolo Billi, ideatore del Teatro del Pratello. E’ iniziato così il seminario di mediazione teatrale, che continuerà giovedì 10 e 17 febbraio dalle ore 16 alle ore 19, in collaborazione con il Tribunale dei minori di Ancona. Il progetto teatrale, realizzato dal regista Billi, presso l’Istituto penale minorile di Bologna (Ipm) cerca, attraverso il comune lavoro tra ragazzi ospiti dell’Ipm, ragazzi provenienti da Comunità e studenti di Istituti superiori, di dar vita ad un teatro che possa fare da “ponte” tra il Pratello e la città, tra adolescenza dentro e fuori dal carcere. Ogni progetto annuale, appoggiato oggi dal Comune di Bologna dopo una fase iniziale favorita dalla Legge Turco, ha la durata di circa cinque mesi, nel corso dei quali dal racconto omonimo di Conrad, lo spettacolo è stato allestito in sei luoghi diversi dell’Istituto portando lo spettatore in un viaggio nelle “viscere” del Pratello; Paradisi (2000), ognuno ha dentro di sé il ricordo di un paradiso lontano e il desiderio di un paradiso futuro, a questo spettacolo teatrale hanno partecipato come attori dieci ragazzi tra italiani, marocchini, tunisini, algerini, rumeni, albanesi e tre agenti del personale di custodia. Seguono Le ali dell’albero (2001) rielaborato sue due storie diverse della tradizione araba: la storia de Il gobbo riottoso tratto dalle Mille e una notte, e il poema persiano Il verbo degli uccelli del poeta sufi Attar; La bellezza degli acrobati (2002) tratto da letture diverse procedendo, nel lavoro, per associazione di idee e di figure, smontate e rimontate, lo scheletro è il racconto di adolescenti in guerra: Il col- conclusivo di tale processo di crescita che è un seme che rimarrà nel tempo. Quando chiediamo a Billi come riesca a gestire la conflittualità egli ci parla di mediazione teatrale con un esempio: quando si entra nello spazio teatro “le scarpe sporche” (le nostre conflittualità) si lasciano fuori della porta. Uno degli ultimi lavori è stata la rielaborazione del dramma di Shakespeare: “Romeo e Giulietta”. Un dramma di amore e di morte che poteva suscitare una forte risonanza nei drammi personali dei giovani. La storia è stata rielaborata in un “orto concluso”, un giardino, uno spazio quindi delimitato e definito, dove gli attori erano dei giardinieri che, ad un certo punto, vivevano la storia di Romeo e Giulietta fino al dramma finale. La morte dei due giovani, così tragica, era però sdrammatizzata dal ritorno alla realtà del giardino con l’invito an- Nella scuola di pace di Senigallia, laboratori tetrali per la gestione dei conflitti I ragazzi del Pratello: Le associazioni di categoria convocate in Provincia Neve e danni all’agricoltura Punto Iat D anni provocati dalle recenti nevicate: l’esame della situazione in una riunione in Provincia. Convocata e presieduta dall’Assessore Raffaele Bucciarelli, si è tenuto, presso la Residenza Provinciale, un importante incontro della Consulta Agricola Provinciale, per fare un esame approfondito della situazione a margine delle copiose nevicate di Gennaio. Con l’Assessore Bucciarelli, dirigenti e funzionari del Settore Agricoltura, erano presenti, per la Coldiretti, Stefano Orsi ed Ettore Uncini, rispettivamente direttore e vice direttore provinciale dell’As- il teatro della libertà vengono attivati vari laboratori a seconda delle esigenze di ogni spettacolo. In questi anni sono stati tenuti i seguenti laboratori: laboratorio di scenotecnica e carpenteria teatrale, di decorazione, di attrezzeria, di scrittura, di danza, di canto, di poesia. Le attività dei laboratori richiedono ai ragazzi coinvolti un impegno giornaliero di circa cinque ore per cinque giorni alla settimana. Agli adolescenti dell’Ipm viene riconosciuta una borsa-lavoro da parte del Comune di Bologna per gli ultimi tre mesi di attività. Quando si chiede a Paolo Billi cosa fa al Pratello, denominazione del suo teatro, e come riesce ad ottenere simili risultati egli risponde semplicemente: “Faccio teatro”. Billi con la sua mediazione teatrale fa, infatti, intercultura, rivolgendosi a giovani di diverse nazionalità, lingua, religione, ma fa anche cultura perché i giovani dell’Istituto penale che non conoscono la lingua italiana dopo cinque mesi recitano in italiano. Fa educazione perché i ragazzi entrano anche coscientemente in un mondo di regole, eppure tutto questo lo ottiene senza essere un servizio di mediazione culturale, senza essere un servizio scolastico né educativo, fa semplicemente teatro e teatro di qualità. Questi alcuni titoli di laboratori teatrali già realizzati e replicati molte volte nel corso di poche settimane: Linea d’ombra (1999) tratto dalla città di Senigallia po di grazia di Marguerite Yourcenar; Teatro dei prodigi e delle miserie (2003), “il testo dello spettacolo, racconta Billi, è stato tratto da “La Tempesta” di Shakespeare, man mano rimodellato e talvolta travolto, secondo le necessità e i desideri degli attori. In esso sono confluite le storie, i versi, le canzoni, le fantasie, i pensieri nati durante il laboratorio di scrittura che ha coinvolto tutti i minori.” Billi quindi ci dice “con i ragazzi dell’I.P.M. preparo un canovaccio teatrale. Il dramma o l’opera teatrale che offre l’opportunità viene modificata ma le improvvisazioni che servono a costituire il nuovo dramma non sono mai lasciate libere, hanno un inizio, uno sviluppo e una fine, è quindi un’attività di lavoro. L’adolescente, liberato dal controllo dell’azione di rieducazione a cui è sottoposto in un istituto penale, trova nel teatro la libertà di esternare le emozioni sul palco in una impresa permanente di lavoro”. Billi continua a raccontare e ci dice che il suo fare non è per… ma che comunque ha una ricaduta che deve essere sostenuta da altre figure professionali. Il teatro del Pratello costruisce “ponti”, cioè possibilità, relazioni, senza essere teatro-terapia né teatro-sociale. È un’impresa permanente, affascinante ma anche logorante perché, essendo il gruppo “di attori” di passaggio, non si percepisce il prodotto 17 febbraio 2005 che ai due protagonisti a ritornare giardinieri. È questo un esempio di mediazione teatrale e di gestione del conflitto. Billi, regista impegnato nel mondo dei giovani che scontano una pena, è capace di agire riconoscendo in essi la persona, egli ci dice: “è un privilegio fare teatro con i giovani del Pratello, è una scelta piena e faticosa, di entusiasmo, senza compromessi, profondamente politica. È difficile trovare altrove la ricchezza che incontro qui. Il teatro del Pratello è il mio buon ritiro, fuggendo le miserie del teatro d’oggi.” Rosaria Leonardi Cenerelli Un ufficio per promuovere turismo ad Ostra Vetere sociazione; per la Cia, il vice presidente provinciale, Evasio Sebastianelli; per la Copagri, il presidente provinciale, Stefano Brocani. Al termine dell’incontro , è stato decisa, anzitutto, la richiesta del riconoscimento dello “stato di calamità” per il territorio colpito: richiesta che la Provincia ha già inoltrato alla Regione. Ma, fatto di sicuro rilievo, la Consulta ha deciso di organizzare, a breve, un incontro in Provincia, con il Consorzio Confidi - Coop e gli Istituti di Credito maggiormente interessati, al fine di verificare la possibilità di prevedere interventi finanziari da mettere a disposizione delle imprese agricole che hanno subito danni. L’esigenza di questo incontro – come ha anche sottolineato l’Assessore Bucciarelli – è dovuta al fatto che, oltre ai danni alle colture, ingenti sono i guasti prodotti alle strutture. Questo determina l’urgenza di intervenire sia per recuperare tempestivamente l’operatività delle aziende danneggiate sia per evitare che, a seguito della calamità, possa esservi, da parte di alcuni operatori agricoli, disimpegno tale che li veda costretti, addirittura, ad abbandonare la coltivazione dei propri terreni. I nformazione, assistenza ed accoglienza turistica per la valorizzazione turistica del proprio territorio: sono questi gli obiettivi il comune di Ostra Vetere vuole raggiungere con la firma del protocollo operativo tra il Comune e l’Azienda di promozione turistica regionale (Aptr) della Regione Marche: con l’accordo si è aperta la possibilità per Ostra Vetere di essere inserita nella rete regionale dei servizi Iat (Informazioni ed accoglienza turistica). Nel Comune di Ostra Vetere, quindi, è nato il punto Iat, con cui “l’Amministrazione comunale favorirà in tutti i modi - dichiara l’Assessore al Turismo Susanna Massi - la conoscenza del proprio territorio, attraverso una serie di interventi che lo renderanno ancor di più ricettivo ed ospitale”. Il punto di informazione turistica, promosso dal Comune di Ostra Vetere, è autorizzato ad utilizzare la denominazione Iat prevista dalla legge regionale n. 53 del 1997 ed il locale che ospiterà l’Ufficio Iat di Ostra Vetere è stato individuato nell’atrio del Museo Civico Parrocchiale “Beata Crocifissa Satellico” situato in Piazza Satellico (Ufficio I.A.T. di Ostra Vetere e-mail: [email protected] / Tel e Fax 071-964369). Anna Maria Montevecchi Al Bit di Milano le iniziative per vendere il “prodotto Marche” Sistema turistico locale in vetrina I l Sistema Turistico Locale “Misa Esino Frasassi” è stato presente alla BIT “Borsa Internazionale del Turismo”, tenutosi a Milano dal 12 al 15 febbraio, con uno spazio personalizzato posto all’interno dello stand della Regione Marche. Nello spazio, dove è previsto un desk ed una persona addetta alla distribuzione del materiale promopubblicitario e alle informazioni turistiche, sarà allestita una vetrina destinata all’esposizione di oggetti di artigianato locale e prodotti enogastronomici tra cui i nostri vini lo- 22 23 cali dal verdicchio alla lacrima, il salame di Frattula, il ciauscolo, il lonzino marchigiano, olio, miele e formaggi, oltre ad un‚esposizione del Museo della Carta di Fabriano. Il programma delle attività di promozione del Stl coordinato dall’Assessore al turismo di Senigallia Andrea Nardella, ha visto una conferenza stampa di presentazione del video promozionale del territorio del Stl a cui hanno partecipato tour operator, agenzie di viaggio e stampa specializzata. A seguire una degustazione di prodotti locali. 17 febbraio 2005 Le giornate del 14 e 15 febbraio sono stati aperte ai visitatori professionali e alla stampa, mentre quelle del 12 e del 13 anche al pubblico. E proprio nei pomeriggi di sabato e domenica si è svolta l’animazione “Summer Jamboree” con balli swing, rock’n’roll, jive, ed il convolgimento del pubblico. Negli stessi giorni sarà distribuito inoltre gratuitamente il nuovo cd “Live at Summer Jamboree #5” contenente brani registrati dal vivo alla quinta edizione del festival. Alessandro Piccinini dai Comuni della diocesi Le regione ha firmato un documento con altre regioni europee per la genuinità dei prodotti Le Marche contro gli Ogm Sul monte di Dante Due corinaldesi sfidano il Catria innevato. Il percorso da Fonte Avellana al Rifugio Vernosa è stato effettuato in oltre 6 ore, metà, del quale al buio, con moltissime difficoltà nel seguire il sentiero ricoperto da circa tre metri di neve. Ma ce l’hanno fatta. dai Comuni della diocesi L’ assessore Cataldo Modesti, in rappresentanza della Regione Marche, ha firmato la “Carta delle Regioni e delle autorità locali d’Europa sulla coesistenza tra colture, transgeniche e convenzionali”. Si tratta di un documento promosso dalla Regione Toscana e dell’Alta Austria, dopo le dichiarazioni di Bruxelles del 4 novembre 2003 e di Linz del 27 aprile 2004, cui la Regione Marche ha sempre aderito, risultando quindi tra le Regioni fondatrici. In questo documento venti Regioni europee si impegnano ad assumere atti e iniziative per sensibilizzare la Commissione europea per la tutela - da- D opo le abbondanti nevicate di questi giorni, due giovani corinaldesi, Massimo Manna, impiegato presso la Banca di Credito cooperativo di Corinaldo e Roberto Barattini, artigiano tessile, entrambi iscritti al Club Alpino italiano di Senigallia, hanno deciso di raggiungere la vetta del Monte Catria, che vanta 1702 di altezza, con una sosta in tenda per il pernottamento, presso il rifugio della Vernosa, posto a 1489 metri, ultimo prima della sommità della cima appenninica. I due giovani sono arrivati in macchina a Fonte Avellana (680 m.) nel primo pomeriggio di venerdì e, indossate le ciaspole, speciali racchette che si mettono ai piedi per agevolare la marcia su terreno innevato, muniti di torce elettriche frontali per la notte, hanno iniziato a salire prendendo il cosiddetto “sentiero dei Carbonai”, con in spalla uno zaino ciascuno, del peso di kg. 16. Il percorso da Fonte Avellana al Rifugio Vernosa è stato effettuato in oltre 6 ore, metà, del quale al buio, con moltissime difficoltà nel seguire il sentiero ricoperto da circa tre metri di neve. Durante la salita è incominciato a nevicare a vento. Inoltre una leggera nebbia non permet17 febbraio 2005 gli Ogm (Organismi geneticamente modificati) - delle coltivazioni convenzionali e biologiche. Il documento firmato risulta coerente con la legge regionale n. 5/2004 (“Disposizioni in materia di salvaguardia delle produzioni agricole, tipiche di qualità e biologiche”). Tra i vari impegni, quello di promuovere studi di fattibilità che prevedano l’impatto ambientale, socioeconomico e culturale della coltivazione di Ogm, nonché l’impegno a sostenere e assicurare tecnicamente il principio che le sementi da riproduzione debbano essere libere da qualsiasi contaminazione (“Ogm -free”). teva di individuare il percorso, completamente nascosto dall’abbondante nevicata dei giorni precedenti. Il “sentiero dei Carbonai” che porta al rifugio della Vernosa è classificato come EE, quindi un sentiero lungo e faticoso con poche difficoltà tecniche. “In situazione normale – raccontano Manna e Barattini - il tragitto viene coperto in 2 ore e mezza, ma con l’abbondante neve caduta, la pesantezza dello zaino, le difficoltà di orientamento, in quanto i cartelli che indicavano la via da seguire erano tutti sepolti dalla neve e gran parte della salita è stata fatta di notte, le difficoltà sono aumentate enormemente”. L’arrivo al rifugio è avvenuto intorno alle 22.00. Qui, non potendo entrare nell’edificio, hanno piantato la tenda per riposare. Nella notte la temperatura è scesa a meno 15 gradi. Al mattino, Roberto Barattini e Massimo Manna hanno compiuto una escursione fino alla cima del monte Catria, raggiungendo la caratteristica Croce, interamente ricoperta di neve e da dove con lo sguardo, in una buona giornata di sole, è possibile spaziare su un terreno che va dalla riva dell’Adriatico fino alla Toscana e all’Umbria. Del resto proprio Dante Alighieri parla di questo monte nel XXI canto del Paradiso: “Tra’ due liti d’Italia surgon sassi, e non molto distanti alla tua patria, tanto, che’ troni assai suonan più bassi, e fanno un gibbo che si chiama Catria”. L’impresa dei due giovani corinaldesi si è conclusa con il ritorno al rifugio e da qui a Fonte Avellana, con la soddisfazione di essere stati gli unici ad essere protagonisti di un’avventura, segno del più genuino amore per la montagna. Ilario Taus 24 Finalmente anche Marotta ha un suo centro sociale: uno spazio atteso da tempo, soprattutto dai giovani. Un luogo polivalente destinato all’intera comunità. Spazio di creatività Finanziamenti dalla Regione Imprese competitive N C on una grande festa danzante sono stati inaugurati a Marotta, l’ultimo giorno di carnevale, i nuovi spazi del Centro Sociale voluti dall’Amministrazione Comunale di Mondolfo. Una realizzazione attesa da tempo come hanno confermato i tantissimi presenti all’evento, e che hanno subito voluto servirsi della struttura, dopo l’apertura delle danze, inaugurate dagli Assessori Sabrina Solazzi e Giancarlo Loccarini. Dopo il taglio del nastro, tenuto alle ore 15,30 dal Sindaco di Mondolfo Vittoriano Solazzi, e la benedizione della struttura, celebrata da p. Augusto Pongetti del Convento “San Sebastiano” di Mondolfo, ci sono stati i saluti di rito all’interno del complesso di Viale Europa. È stato l’Assessore ai Servizi Sociali, Loccarini, a prendere per primo la parola, evidenziando come con tale impegno l’Amministrazione abbia creato un luogo di socializzazione da tempo fortemente sentito come prioritario. “L’augurio - ha commentato l’assessore Giancarlo Loccarini - è che questa nuova struttura possa diventare un punto di incontro per giovani ed anziani, un luogo dove incontrarsi e socializzare e sentirsi parte integrante della nostra comunità”. Positivo pure l’intervento del Vicesindaco Cavallo, simpaticamente improvvisatosi quale ancorman – come ha sottolineato il Sindaco – chiedendo direttamente ai cittadini che cosa pensassero della nuova struttura, interamente progettata dall’Ufficio Tecnico Comunale sot25 to la direzione dell’Arch. Gianfranco Centoscudi. Senza dubbio - ha commentato il vicesindaco Pietro Cavallo - la realizzazione di questa importante struttura polivalente ci permette di completare un’area nata per accogliere strutture ricreative. Non a caso la scelta è caduta nel sito adiacente al bocciodromo comunale come completamento di una struttura che da sempre rappresenta un valido punto di riferimento per molti concittadini”. Grande soddisfazione da parte del Sindaco Vittoriano Solazzi, il quale ha inserito l’intervento nel progetto globale portato avanti dalla sua amministrazione, commentando pure la celerità della realizzazione, ad appena tre anni dall’insediamento in carica. “Il nuovo Centro Sociale Polivalente di Viale Europa - ha concluso il sindaco di Mondolfo - rappresenta un opera di grande importanza che come Giunta avevamo proprio inserito nel nostro programma di governo. Un’opera rilevante che ha visto il Comune deciso ad impegnarsi finanziariamente per dare alla cittadinanza un luogo di incontro che sinceramente mancava e che da oggi potrà rappresentare un valida alternativa per giovani e meno giovani “. Alla cerimonia, alla quale erano presenti pure gli Assessore Solazzi e Vergari, oltre ad alcuni consiglieri comunali, è subito seguita la festa, momento fortemente atteso. Ora, come è stato evidenziato nei vari interventi, si dovrà provvedere alla gestione del Centro sociale, sentendo tutte le parti coinvolte. Alessandro Berluti 17 febbraio 2005 ove milioni di euro per sviluppare la ricerca e la competitività delle piccole e medie imprese (Pmi) marchigiane. È lo stanziamento che la Regione ha destinato alla legge 598/94, di cui ha approvato le modalità di attuazione. Presso la sede della Giunta regionale si è svolto un incontro con le organizzazioni produttive che è servito a illustrare i contenuti del bando e le opportunità concesse. Beneficiarie del sostegno pubblico sono le Pmi, anche raggruppate in consorzi, che realizzino progetti di ricerca industriale e di sviluppo della competitività, di durata non superiore a diciotto mesi e con un costo compreso tra centomila e un milione di euro. Sono ammesse alle agevolazioni tutte le spese riconoscibili a livello europeo per la ricerca e lo sviluppo (personale, strumentazione, servizi di consulenza…). Le imprese potranno inoltrare le domande solamente dal 21 al 25 febbraio e per via telematica, attraverso il sito www.598ricerca.regionemarche.mcc.it che sarà disponibile in tempo utile. Nei tre giorni successivi all’invio, dovranno far pervenire (con raccomandata A/R) la richiesta di ammissione e la documentazione correlata. Lo stanziamento complessivo (9,26 milioni di euro) - rilevante per la tipologia dell’investimento individuato - per una quota di 3,2 milioni di euro viene riservato alle Pmi delle zone Obiettivo 2 e Phasing Out (cioè quelle a regime transitorio, dopo l’allargamento della Ue), mentre la restante quota di 6 milioni di euro è assegnata alle imprese di tutti gli altri territori. Il 20 per cento delle risorse è destinato, prioritariamente, alle Pmi del tessile, abbigliamento e calzature: settori che hanno registrato difficoltà congiunturali e strutturali e che richiedono un’attenzione particolare nell’ambito della politica industriale. Gli incentivi concessi sono contributi in conto capitale, ai quali possono aggiungersi quelli in conto interessi, se richiesti dalle aziende. Le agevolazioni, infatti, consistono in erogazioni di contributi a fondo perduto, pari al 25% del costo del progetto per lo sviluppo della competitività e al 50% di quello per la ricerca industriale. dai Comuni della diocesi La stagione della “Fenice”, tra novità e sperimentazione Teatro G pagina di cultura Torna il sorriso • Concerti in Auditorium che riesce a stupire rande successo domenica scorsa al Teatro La Fenice di Senigallia per la prima data europea dei The Peking Acrobats. La compagnia di circo acrobatico cinese ha inaugurato il cartellone 2005 del “Teatro La Fenice” con il tutto esaurito ed una folla elettrizzata dalle evoluzioni dei 26 artisti in scena.Tanti i bambini, numerosissime le famiglie giunte a Senigallia da ogni parte della regione per uno spettacolo che ha tenuto il pubblico con il fiato sospeso per circa due ore, tra incredibili esercizi di abilità, evoluzioni sospese in aria, dragoni ed arti marziali, ventagli e ombre cinesi. Dopo i ‘pechinesi’, il programma 2005 de ‘La Fenice’ proposto da Comune di Senigallia e da Inteatro - Teatro Stabile di Innovazione proseguirà sotto il segno di grandi eventi, tutti in Esclusiva regionale. Il 3, 4, 5 marzo (ore 21) ed il 6 marzo (ore 17) il Teatro La Fenice chiuderà la tournée mondiale di “Flicker”, vertiginosa satira della società dei media tra teatro e tv, commedia e film horror, Tarantino, Xfile e strega di Blair. Lo spettacolo porta la firma del più feroce, originale, divertente gruppo della nuova generazione newyorkese, i Big Art Group. Lanciati dal Festival Internazionale Inteatro 2003, presentati in Italia a Roma e a Mode- Dalla Vigor Senigallia Brevi di cultura na a Le vie dei Festival, i Big Art Group hanno conquistato la scena mondiale con personaggi improbabili, estetica trash e impianto tecnologico. “Flicker” mescola, smonta e ricostruisce due film girati in diretta e proiettati simultaneamente sullo schermo. In uno vediamo un classico triangolo romantico in cui serpeggiano inquietudine e trasgressione. Nell’altro le azioni di un misterioso serial killer e delle sue vittime, il tutto nello scenario di una selva metropolitana, violenta e stralunata. Lo spettacolo è un “real time Film” in cui teatro, televisione e performing art sono un tutt’uno e replicano le azioni di nove attori ripresi da tre telecamere a postazione fissa. Un perfetto meccanismo a orologeria in cui sono sorprendenti il sincronismo e la precisione degli interpreti. Tutti i giorni, telefonando al numero 071.909000, presso la sede di Inteatro, è possibile prenotare i biglietti di ingresso a Flicker (senza alcun diritto di prevendita) e dei carnet da 6 o 3 spettacoli alla stagione della Fenice. Una occasione unica, per assicurarsi il posto in uno dei più intriganti cartelloni delle Marche, con il meglio della nuova scena internazionale. Info: Teatro La Fenice, biglietteria Tel. 071. 7929509 Inteatro Tel. 071 9090007 www. inteatro. it/fenice.htm. 17 febbraio 2005 P er il nono anno consecutivo si rinnova l’appuntamento invernale dei “Concerti in Auditorium”. La Stagione, affidata ancora alla direzione artistica di Federico Mondelci, ha portato nel corso del tempo a Senigallia i grandi esecutori e le grandi opere della musica classica e contemporanea, creando eventi di enorme spessore culturale. Abbonamenti La stagione Concertistica 2005 comprende 5 concerti in abbonamento. Prezzi: intero _ 40, ridotto _ 30 (meno di 25 anni e più di 65).Gli abbonamenti saranno in vendita presso l’Ufficio Attività Culturali del Comune di Senigallia, dal 15 al 17 febbraio 2005 nel seguente orario: mattino: ore 10 – 13; pomeriggio: mercoledì, ore 16 – 18. Biglietto intero: euro 10, ridotto euro 7 (meno di 25 anni e più di 65). I biglietti saranno posti in vendita il giorno di ogni singolo concerto con inizio alle ore 20 per i concerti serali e alle ore 17 per i concerti pomeridiani. • Premio di Poesia 2005 È stato reso noto il bando del Premio Senigallia di Poesia Spiaggia di Velluto; nel regolaamento, visto il successo delle precedenti edizioni, non vi sono stati cambiamenti. Grazie all’impegno della Fiorini Industrial Packaging è stato confermato il premio Internazionale per la poesia edita di 3000 euro. L’anno scorso il premio ha portato a Senigallia Alberto Bevilacqua che è stato per la prima volta premiato per la poesia a Senigallia con sua grande soddisfazione. Confermato anche il Premio per la Raccolta di Poesie di 1000 euro vinto nel 2004 da Antonio Bonchino di Roma. Il premio per la raccolta di Poesie prevede anche la pubblicazione dell’opera che entrerà a far parte della collana “La Fenice Edizioni” che conta già 22 volumi. Del libro viene come al solito fatta un’edizione cosiddetta d’arte alla quale verrà unita un’acquaforte di Oscar Piattella tirata in cento esemplari numerati e firmati a matita dall’Artista. Con questo intervento Oscar Piattella, uno dei più importanti artisti del 900, entra a buon diritto nel novero dei grandi marchigiani che hanno collaborato al Premio Senigallia. Viene confermato anche il Premio Terna e il Premio Valerio Volpini creato in memoria del grande critico fanese che è stato membro e poi presidente della giuria del Senigallia. DP 26 VIGOR 3 – LUCREZIA 1 D opo oltre venti giorni di fermo, causa neve, gli uomini di Giuliani sono ritornati in campo cogliendo alla fine una meritata vittoria, seppur con qualche incertezza di troppo. Andati in vantaggio al quarto con un’autorete di Sereni, i vigorini si sono adagiati dando modo agli ospiti di offendere la porta di Moroni in più occasioni e, nel contempo, di far soffrire più del dovuto gli oltre cinquecento sostenitori presenti sugli spalti. È una costante che la squadra effettua ogni qualvolta passa in vantaggio per poi subire il ritorno degli ospiti. Giuliani la giustifica dicendo: “Si vede che la mia squadra non ha ancora raggiunto quella maturità che, una volta andati in vantaggio, non sa mantenere quella lucidità e quegli equilibri che in quei momenti deve saper gestire meglio.” Il rientro in squadra degli squalificati Loreti e Madau ha dato tono a tutto il complesso, specialmente nei due settori più carenti: centrocampo e attacco. Finalmente il terreno del comunale si è presentato degno di potersi chiamare tale, anche se “spelacchiato” in più punti e con alcune “buche” che deviavano la sfera ogni qualvolta gli capitava sopra. Come sempre portano bene i rossoblu, oggi in completo bianco, tanto che al quarto sono già in vantaggio. Su calcio d’angolo battuto da Madau, un involontario colpo di testa di Lucio Mancini trafiggeva il proprio portiere. Un autentico autogol. In precedenza, al 1° minuto, Pandolfi arriva con un attimo di ritardo su un perfetto cross in area di Madau. La pressione vigorina si fa sentire al 6° con un fendente di Minero a fil di palo. Bella la triangolazione al 9° fra Madau, Minero, Pandolfi: tiro che sfiora il palo. A questo punto la Vigor cala il ritmo: subentra il Lucrezia con pericolose azioni. 23°, clamoroso palo di Curzi su un preciso invito di un campagno di attacco. 27°, Mancini da oltre quaranta 27 metri impegna Moroni in una difficile parata in angolo. La pressione degli ospiti è costante. Al 32°, Pandolfi aggancia in area Brunori: per l’arbitro è rigore, che Lucio Mancini realizza sulla destra di Moroni. Pronta la risposta vigorina. 36°, Bertozzini ci prova da fuori area. Fiorelli para. 42°, su calcio d’angolo Minero di testa impegna il portiere ospite in una difficile parata. 45°, su preciso lancio in area di Baldarelli, la testa di Figueroa sovrasta tutti. Si grida al gol, ma la traversa respinge. Inizio ripresa con la Vigor in attacco. 48°-50°, punizioni dal limite inefficaci. 52° Punizione dal limite ad opera di Madau. La sfera, magistralmente calciata, sorvola la barriera per poi insaccarsi sulla sinistra dell’esterefatto Fiorelli: è il 2 a 1. 68°, Loreti sfiora il montante. 77°, Figueroa fa la barba al palo. 80°, Loreti respinge sulla linea di porta un tiro di Brunori destinato in rete. 92°, in contropiede Figueroa serve lo smarcato Traiani che ha non ha difficoltà a mettere a segno il terzo gol. Domenica prossima trasferta a Caldarola. Vigor: Moroni 7, Bertozzini 7, Rossetti 7,5, Loreti 7,5, Turchi 6,5, Marchetti 7, Pandolfi 7, Figueroa 7,5, Minero 6 (91° Montanari ng), Baldarelli 6,5 (94° Guidarelli ng), Madau 7,5 (74° Traiani 7). A disp. Angiolani, Marini, De Paulis, Papagno. All. Giuliani. Lucrezia: Fiorelli, Capotondi (85° Conti), Vampa, Sereni, Montanari, Rondina, Antonelli (61° Simoncelli), Lucio Mancini, Bacchiocchi, Curzi (86° Matteo Mancini), Brunori. A disp. Gambino, Crucini, Giangolini, Furlani. All. Bravi. Arb. Sabbatani di Faenza (RA). Luca Angiolani portiere Maceratese Vigor Senigallia 48 38 Jesina 32 Centobuchi 29 Civitanovese Caldarola 28 28 Real Vallesina 27 Urbisaglia 26 Acqualagna Biagio Nazzaro 26 25 Camerino Montegiorgese 23 22 Porto S. Elpidio Lucrezia 21 17 Mondolfo Matelica 16 14 Jrvs Ascoli 12 Ammoniti: Marchetti, Loreti, Turchi, Rondina, Lucio Mancini, Curzi. Recupero 2 + 4. Angoli 8 a 4. Giancarlo Mazzotti 17 febbraio 2005 sport BASKET – GOLDENGAS SERIE B1 B1 Cammino più difficile Goldengas Senigallia 76 Riva del Garda 82 È la quarta sconfitta consecutiva che la Goldengas subisce, ma c’è molto da recriminare per come è stato ancora diretta da una coppia arbitrale veramente “scandalosa”. Non ci soffermeremo sul perché di questa nostra affermazione, sarà il coach Galetti a farlo nell’intervista da noi effettuata nel dopo partita. Premettiamo che la squadra è scesa in campo priva di Barantani squalificato per due giornate e Pazzi per una, dovuta all’espulsione rimediata domenica scorsa a Pesaro contro la Falco, inoltre con Berlati col mal di schiena, Macchniz in pessime condizioni fisiche (non si è allenato in settimana) e col grave infortunio di gioco a Gurini. Pur così menomata, i biancorossi senigalliesi hanno saputo tener testa agli ospiti. Primo quarto equilibrato con il Riva del Garda in vantaggio nel finale: 18-23. Reagisce bene la Goldengas nel secondo, raggiunge la parità al 16°: 29-29 per poi finire con un punto di svantaggio: 3738. Terzo quarto, biancorossi in difficoltà. Scarsa difesa, poca precisione a canestro, incredibile successione di errori nei tiri liberi: 52-66. Ultimo quarto giocato con grande determinazione, ma vanificato da incredibili decisioni arbitrali tanto da surriscaldare non poco il pur corretto pubblico presente. Alla fine, appena 6 i punti che dividono i due con- Basket serie “D” maschile Passa un ‘tornado’ Q uale potrà mai essere la squadra che fermerà il Mackia Marzocca? E’ quello che tutti si chiedono a Senigallia tanto è il suo potenziale che mette in campo. Con questo è il 17° risultato utile consecutivo. Un ruolino di marcia che lascia stupefatti gli stessi dirigenti, ben lieti di aver saputo allestire un simile complesso. A Fossombrone l’incontro è stato più acceso che mai in quanto la squadra locale si è limitata ad aggredire l’avversario e ad applicare un gioco duro, fatto anche di colpi fuori regola. Buon per i contendenti che la coppia arbitrale ha saputo gestire la partita e a mantenere con fermezza in pugno l’incontro, punendo con severità ogni infrazione. La successione dei quarti: 1° q. 18-17; 2° q. 25-29, 3° q. 42-47,4° q. 57-65. E’ da segnalare in questo incontro la grande impresa che Minelli ha compiuto nel quarto quarto. Su 18 canestri messi a segno dal Mackia, 16 sono stati realizzati dall’intramontabile guardia come sempre la bandiera della squadra. Domenica prossima incontro casalinga al Palas di Via Capanna, ore 18, Mackia Marzocca-Loreto PU. Mackia Marzocca: Mosca 2, Sebastianelli ne, Pegoli 2, Riciputi 12, Beccaceci 2, Pincini 6, Marinelli 2, Minelli 25, Bartoli 12, Pasquinelli 2. All. Ligi. Usciti, nel quarto periodo per cinque falli, Pegoli, Beccaceci. Arbitri: Canu e Sessa di Ancona. sport 17 febbraio 2005 correnti, purtroppo a sfavore della Goldengas. Galetti non si fa attendere nel rispondere alle nostre domande: “Noi stiamo attualmente attraversando un momento molto sfortunato. Abbiamo giocatori squalificati, altri che non dovevano giocare perché menomati sul fisico ma che abbiamo fatto giocare per forza. Una svista arbitrale a due minuti dalla fine, con la palla in nostro possesso e a sei punti di distacco, ci ha penalizzato e ci ha fatto perdere. Con Berlati, infortunato alla schiena, con Gurini nello spogliatoio piangente per il dolore non so con quali giocatori potrò affrontare il prossimo incontro. La sfortuna ci sta perseguitando ma noi non molleremo mai”. Domenica prossima trasferta a Treviglio. Goldengas: Panichi 15 (1), Pierantoni, Berlati 20 (1), Benevelli 8, Paialunga, Corsini 6 (1), Macchniz 15 (4), Gurini 12 (1), Pasquinelli ne,Bartolini ne. All. Galetti. Riva del Garda: Fanchini, Gueye 19 (6), Rosselli 10, Toppo 19 (1), Pastori 2, Niccolai 15 (2), Meleo 2, Giroli 7, Rossi 8, Pauli ne. All. Billeri. Arbitri: De Gaudio di Assisi e Auriemma di Napoli. Classifica: Monferrato 40, Lumezzane 34, Pattì, Soresina 32, Castelletto, Treviglio 26, Stamura 24, Pusterlengo 22, Goldengas 20, Vigevano 18, Falco, Riva del Garda, Ragusa 16, Patavium, Gorizia 10, Oderso 8. Giancarlo Mazzotti Classifica: Marzocca 34, Metauro 26, Urbino 24, Bramante 22, Villa S.Martino 20, Pisaurum, Castel delle Ripe 16, Loreto PU, Stella Maris PU 14, Montelabbate, Alto Esino 12, Acquarius PU 10, Fossombrone, Fabriano 8. G.M. Matteo Minelli 28 Aggiornamenti di ciclismo a cura di Umberto Martinelli Barbara e Barbarino: spettacolo itinerante I l Telegiornale Rai marchigiano conquista con il lungo rapporto il colle di Barbara per il doppio collegamento in diretta. L’obiettivo della troupe consiste nel valorizzare e far conoscere il meglio del paese, il quale sta vivendo una nuova fioritura, grazie soprattutto all’”intellighenzia” locale, che torna pienamente a riconoscersi nella “Barbaresità”. Lo staff (che crea “villaggio” a 219 metri slm) è attentissimo, disponibile e altamente professionale (battistrada sono i giornalisti Gianni Rossetti e Maurizio Blasi). Il “Tg Itinerante” fa scaturire un godibilissimo, altamente professionale e anche parzialmente inedito quadro di un piccolo invidiabile scrigno. Tra spunti di atavica “perifericità” (Barbara: la “straniera”, la "terra di nessuno"), pregevole architettura, folklore (“ranocchiari”), economia e cultura, ecco emergere lo sport. Ovvero: il ciclismo. Ovvero: il “Barbarino”, Americo Severini. Il microfono di Blasi (anche ex corridore…) lo solletica e lo sollecita (al cospetto degli "interessati" spettatori: il sindaco Raniero Serrani, l’ex primo cittadino Mario Capotondi, l’assessore Riccardo Pasqualini), mentre il nostro fotografo Angelo Papi (Bottega del Corso ) coglie e ferma l’attimo. Quattro colpi di fioretto bastano a riassumere una vita ciclistica spericolata, tradottasi (fra l’altro) in quattro podi mondiali e tre titoli italiani di ciclocross. Barbara si conferma Paese-spettacolo anche (e soprattutto) in questo. “Triade” arancioblù ed il professionista Andrea Rossi. Il neopresidente Marco Moretti si cala subito disinvoltamente nel ruolo, sostenuto da pilastri dirigenziali societari: Giuseppe Bellabar- ba (suo predecessore), Blandino Trocchianesi, "papà" Franco Moretti, Cesare Lattanzi. Con “Coppino” Franco Chioccioli, sono amministratori, dirigenti ed "ex" corridori della scuderia, primo dei quali, il (riconoscente) senigalliese Andrea Rossi, al suo terzo anno da professionista in questa stagione. La Società Ciclistica Monturano Civitanova Cascinare elegge il "Baladì" a sito ideale per l’enunciazione dei programmi (serenamente ambiziosi) e la passerella degli élite-under 23 affidati tecnicamente a Mauro Sandroni, coadiuvato da Ernesto Vita, Andrea Lattanzi, Luigi Castagna, Silvano Di Lorenzo, il dottor Nazzareno Trobbiani. Questi gli atleti. Riconfermati: Davide Torosantucci, Alessio Abbruzzetti, Giordano Biancacci, Daniele Innocenzi, Pasqualino Loretone, Mario Marcelli, Luca Capodaglio, Luca Fioretti. Arrivi: Rocco Capasso, Marco Marresi, Massimo D’Elpidio. Circuito Tricolore Granfondistico Marchigiano. L’Udace Csain presenta i proprio campionati itaiani am- atoriali molto… disciplinatamente (per la scrupolosa regia del "CicloMaresciallo" Angelo De Santis e di Pio Renato Sbaffo). La cittadina di Servigliano si lega agli amici-collaboratori “miseni” e testimonia la propria vocazione ospitale nella Sala del Teatro Comunale, il cui il sindaco Marinozzi accoglie gli intervenuti: il delegato allo Sport provinciale Maceratese, Monaldi, i dirigenti udacini nazionali e regionali (Casalboni, Casadei, Cinti, il duo-Giustozzi), lo showman Gabriele Sbattella (Uomo-gatto), tutti gli impegnati organizzatori (Malizia, Nina, Zagaglia, Galletta e collaboratori). Sei gli appuntamenti biancorossoverdi (onorati da almeno 4.000 presenze): Gran Fondo del Conero (Loreto, 20 marzo), Fondo Leopardiana (Recanati, 19 giugno), Gran Fondo dei Colli Piceni (Servigliano, 3 luglio), Gran Fondo dei Sibillini (Caldarola, 17 luglio), Fondo Casette d’Ete (15 maggio), Fondo Falconarese (12 giugno). Umberto Martinelli Giancarlo Mazzotti colpisce ancora N uova sensazionale “performance” per Giancarlo Mazzotti, portacolori della Atletica Senigallia ed autorevole collaboratore sportivo di “Voce Misena”. Giancarlo ha conquistato nei giorni scorsi presso il “Parco del Cormorano” di Falconara il titolo di campione regionale assoluto individuale di cross, per la categoria MM75. Notevole anche il dato tecnico: Mazzotti ha coperto i quattro chilometri del percorso nel tempo di 24’,10” e 8 decimi. Non è la prima volta che l’inesauribile Giancarlo tocca un traguardo prestigioso, basti pensare all’ormai ricchissimo pal29 marès nel quale figurano anche alcuni titoli nazionali, in più discipline. Ma è importante sottolineare come Giancarlo si mantenga attivissimo su tanti altri fronti, dalla sua attività giornalistica a quella di dirigente del Panathlon Club. Doveroso esternargli le felicitazioni di tutta la redazione, ed anche un “in bocca al lupo” per le prossime gare. Che qualche altro titolo sia in arrivo? Quello che è certo è che Giancarlo -che si allena tutti i giorni “macinandosi” una cospicua razione di chilometri- ci proverà. E che ha generosità, gambe e cervello per riuscire. 17 febbraio 2005 sport Nella festa liturgica, l’inaugurazione dei nuovi locali nella Casa di riposo La pagina dei vostri annunci Tempo di bilancio Pio IX oggi N el rispetto della tradizione, lunedì 7 febbraio 2005, dopo la celebrazione della S.Messa in Duomo, alle ore 10, autorità e cittadini si sono ritrovati con numerosi ospiti della Casa di Riposo Pio IX, nel nuovo salone inaugurato con la benedizione del Vescovo e il taglio del nastro del Sindaco. Agli intervenuti, il Presidente Luciano Verzolini, recentemente rieletto nella carica per un quinquennio, ha esposto i dati più significativi della Fondazione in termini di consuntivo e di progetti per il futuro, non ignorando le difficoltà ed auspicando le necessarie collaborazioni. Ciò che è stato inaugurato è la realizzazione del 5° lotto del 1° stralcio della ristrutturazione del padiglione di V.le Leopardi della Casa di Riposo e la realizzazione di un salone di mq. 350 dotato di impianti stereo, di impianto di video produzione, di aria condizionata e di ricambio d’aria, oltre ai servizi igienici predisposti per disabili; è una sala polifunzionale che può essere adibita in parte a soggiorno e in parte a refettorio. E’ il piano terra del nuovo edificio adibito a servizi collettivi che vede il secondo piano, di pari superficie, di prossima ultimazione. Il presidente Verzolini ha sintetizzato le varie attività: “Partendo dai dati del Consuntivo dell’anno 2003, ove sono state erogate 205.298 ore di assistenza ai 233 utenti della Casa di Riposo, e si è registrata una spesa corrente di gestione pari ad euro 4.589.809,64 a cui si è fatto fronte con entrate dei privati in conto retta, per il 57,94%, entrate da Enti Pubblici in c/retta per il 25,36% ed entrate dal Patrimonio dell’Ente per il 16,70%. Gli interventi in conto capitale, per le trasformazioni edilizie sino ad ora realizzate, ammontano a circa 10 milioni di euro, che si sono resi possibili, grazie al contributo da parte di Enti e cittadini, fra cui: il Comune di Senigallia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, la Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, il Provveditorato alle Opere Pubbliche delle Marche, la Ditta Savini Luca, la nostra Azienda Agraria e alcuni ospiti con donazioni a volte anche economicamente significative. Per il futuro abbiamo 2 obiettivi: 1° - consolidare e ampliare i livelli assistenziali già positivamente esistenti, consapevoli che questo è il fine del nostro lavoro; 2° - completare la messa a norma della struttura e garantire anche una ospitalità alberghiera rispettosa della dignità delle persone, il preventivo prevede un impiego di ulteriori 6 milioni di euro. L’Opera Pia farà la sua parte. Agli Enti pubblici, Regione, Comune, Azienda Sanitaria, chiediamo di essere partecipi delle attività socio-sanitarie che vengono richieste dagli ospiti. Ringrazia il Sindaco, il Consiglio Comunale e il Direttore della Zona Territoriale n. 4 dell’Asur, i dirigenti dei due Enti, che in questi anni, anche con qualche difficoltà, hanno contribuito a dare positive soluzioni. Opera Pia Mastai Ferretti 17 febbraio 2005 Volete far conoscere un avvenimento che riguarda la vostra realtà, la famiglia, gli amici, la comunità parrocchiale, le associazioni…? Consegnate gli annunci presso la redazione o la Curia. E possibilmente con un contributo a sostegno del giornale. Nel concludere, oltre ad invitare i legislatori ad una più attenta politica ai bisognidella popolazione anziana e non-autosufficiente, rispettosa della dignità della persona e della sua libertà di scelta, ha evidenziato come l’attività assistenziale è rivolta a persone spesso deboli, non sempre presenti a se stesse ma che in ogni caso hanno diritto al nostro rispetto e alla nostra comprensione. È questo l’insegnamento che dobbiamo raccogliere da Pio IX, salvaguardando l’identità di questa Istituzione. Un senso di gratitudine va espresso per quei cittadini, sempre più numerosi, che fanno donazioni all’Opera Pia. Un grazie, con un applauso, a tutti i volontari che frequentano abitualmente la Casa di Riposo”. Luana Angeloni, Sindaco di Senigallia, ha voluto sottolineare il ruolo sociale che l’Opera Pia svolge per la cittadinanza e come la stessa si stia trasformando gradualmente per garantire servizi sempre più qualificati, concorrendo a dare ricchezza di servizi sociali alla città. Mario Molinari, Direttore della Zona Territoriale n. 4 dell’Azienda Sanitaria Regionale, ha ricordato come non è la prima volta che si trova all’Opera Pia per cerimonie come quella odierna. Ha apprezzato la dichiarazione di Verzolini che riconosce i buoni rapporti di collaborazione esistenti fra l’Istituzione e l’Azienda Sanitaria. Ritiene che qui si realizzi la migliore integrazione fra sociale e sanitario nella Regione. Mons.Vescovo, ha dichiarato che Pio IX può essere felice nel vedere come la sua Istituzione è capace di rinnovarsi nella continuità. Ha ricordato a tutti che l’Ente, al di là del cambiamento della forma giuridica, da Istituzione Pubblica a Fondazione, continua a svolgere un rilevante ruolo pubblico di servizio alla cittadinanza ed è per questo ruolo che l’Opera Pia, il Comune e l’Azienda Sanitaria devono collaborare in un unico impegno. Con l’offerta della “pizza con grasselli” ai numerosi intervenuti, si è conclusa la celebrazione. Monterado Montemarciano Venerdì 11 febbraio, si è tenuto l’incontro dei catechisti e del Consiglio Pastorale, alle ore 21,15, dopo l’ora di adorazione, sulla Quaresima. Ecco lo schema: • 40 è un numero simbolico di una vita umana (età media ai tempi di Gesù) e della storia della salvezza nel suo complesso (secondo alcuni Padri) per questi motivi. • 40 sono i giorni di Mosè sul Sinai, prima di ricevere i Comandamenti. 40 sono gli anni del viaggio nel deserto prima di raggiungere la Terra Promessa. 40 sono i giorni di Gesù nel deserto, prima della vita pubblica (dopo il Battesimo). • Le tentazioni di Satana sono: il pane, il consumismo: vivere solo per mangiare, bere, divertirsi; Gesù risponde: “Non di solo pane vive l’uomo”; il successo: Gesù risponde: “Non tentare…”; il potere/denaro: “sarà tutto tuo se mi adorerai…”; Gesù risponde: “Adorerai soltanto il Signore Dio tuo” (cf. Vangelo 1^dom.Quar.). Le tentazioni di Gesù sono anche le tentazioni della nostra vita quotidiana. • La nostra Quaresima (cf. Vangelo del mercoledì delle ceneri): l’elemosina; la preghiera (personale, familiare, comunitaria… la Messa); il digiuno (si può digiunare in tanti modi: chiacchiere, televisione, dolci, caffè, sigarette, ozio… • La Quaresima al catechismo. Le tentazioni di Gesù offrono molti spunti per visualizzare/disegnare/rappresentare con piccole scene i vari momenti: il deserto, le piante, gli animali, le pietre, le varie frasi, il pane, il tempio, gli angeli, i tesori del mondo…; ma soprattutto rendere attuali le tentazioni di Gesù nella nostra vita quotidiana per superarle con l’elemosina, la preghiera e il digiuno. L’Associazione Coordinamento Solidarietà e Autosviluppo – ONLUS, in collaborazione con la Parrocchia S.Pietro Apostolo di Montemarciano, ha organizzato per la sera del 18 febbraio, alle ore 21,00, presso la Chiesa del SS.Sacramento di Montemaciano, un Incontro Dibattito sul tema: Pace, Giustizia, Misericordia: impegno per i nostri giorni. L’incontro sarà tenuto da sua Ecc.Mons.Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona e Osimo. Per informazioni: posta elettronica: [email protected] - tel.071-915116. Mondolfo È stato un felice momento di incontro, riflessione e preghiera, quello vissuto a Mondolfo negli scorsi giorni per celebrare coloro che compiono di 65 anni di età. C’era anche il Vescovo Mons. Giuseppe Orlandoni, che ha invitato a riflettere sul tanto bene vissuto in questo lasso della vita e, al contempo, a ringraziare il Signore che, nei momenti sereni quanto difficili, è stato e continua ad essere un inseparabile compagno di viaggio e punto insostituibile di riferimento. Terminata la celebrazione eucaristica nella chiesa di S.Giustina, è seguito un momento di festa in un noto ristorante locale, sempre sotto la regia di Aleardo Fenocchi assieme a tanti attivissimi amici. in ricordo di Erica Cara Erica, quanto tempo abbiamo passato insieme noi due, eh? Quante ne abbiamo fatte! quante parole, quante domande, quante risate! Nessuno ragionevolmente pensa di poter perdere una parte così importante della sua vita da un momento all’altro, eppure è successo, senza una ragione e in un giorno come tanti altri. Nella mia testa risuonerà per sempre la tua voce, le cose che mi hai detto in tanti anni di amicizia profonda. Ricorderò finché vivrò l’ultima volta che ci siamo sentite, le tue risate così allegre e così scontate per me. E‚ proprio l’abitudine ad averti vicina che non riuscirò mai a perdere, non credo arriverà mai la rassegnazione a non poterti raccontare tutto della mia vita come magari facevo prima, al fatto che a quel numero sul cellulare non risponderà più nessuno. La tua presenza era una delle poche certezze che avevo nella mia vita, eri una delle cose più belle che mi fossero mai capitate. Sono passata a trovarti oggi, quanti fiori... Ho provato a parlarti e guardando la foto quasi mi aspettavo le risposte che di solito mi davi. E‚ stupido, lo so, ma non credo di riuscire a rassegnarmi alla tua mancanza. Spero nel tempo perché riesca a rendere sopportabile questa tristezza e intanto prego il Signore perché dia consolazione alla tua famiglia. C’è un buco enorme nel mio cuore, enorme quanto il bene che ti volevo. Ciao piccola. M L un'amica AVVISO AGLI ABBONATI In questo numero di Voce Misena abbiamo mandato a tutti il conto corrente postale per rinnovare l’abbonamento. Chi già lo ha rinnovato non ne tenga conto. € 35 abbonamento ordinario € 50 amico • € 100 sostenitore 30 31 17 febbraio 2005 la pagina degli annunci