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Cinema Gabbiano Senigallia
Anteprima nazionale del film-documentario
sulla vita di don Anto Ledic, parroco di
Solakova Kula in Bosnia Erzegovina, presenti
il protagonista ed il regista Sead Dikic.
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La Voce Misena
Settimanale della Diocesi di Senigallia giovedì 17 febbraio 2005 • € 1
n. 6
Venerdì 25 febbraio
ore 21.15
ingresso gratuito
Il servizio
è la gioia
el Ass Inse
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Ac
Sette anni dopo la terribile guerra che ha sconvolto la Bosnia Erzegovina (1992 - 1995), un regista bosniaco,
Sead Dikic, ha raccolto testimonianze, riflessioni e frammenti di vita di questo giovane parroco.
“Ho provato a raccontare il coraggio di don Anto nel costruire un mosaico di comprensione e tolleranza attraverso
le sue tante azioni umanitarie per la gente della sua terra, senza distinzioni confessionali o etniche. E poi don Anto è
il solo sacerdote … campione di sollevamento pesi”. Il film documentario “Don” è una storia di amore e di morte, coraggio e perdono: un film sulla realtà della Bosnia Erzegovina di oggi. Vista attraverso lo sguardo di un “Don”.
Nella prossima settimana l’Azione Cattolica di Senigallia celebra la sua assemblea elettiva composta da
diversi momenti.
• Sabato 19 febbraio alle ore 15 al Gabbiano
ASSEMBLEA DEI RAGAZZI
Iniziamo proprio con l’Acr per vivere un incontro
sulla partecipazione e sulla bellezza di far parte dell’associazione. Sarà l’inizio dei lavori: per questo al
momento della preghiera iniziale sono invitati tutti i
responsabili diocesani e parrocchiali.
• Venerdì 25 febbraio alle ore 21 al Gabbiano
proiezione del film “Don” un documentario sulla
vita di don Anto Ledic, il parroco di Solakova Kula
Saranno presenti don Anto e il regista, che con questo film ha voluto raccontare la Bosnia di oggi.
Tutti cerchiamo Pace, Giustizia, lavoro onesto, attenzione ai deboli, solidarietà, rispetto del creato… Non sempre si lavoro per questo scopo. Con
questo incontro vogliamo riflettere su quali regole
basare il cambiamento.
Camminare senza confini:
un itinerario per scoprire la missione
Corso di formazione missionaria
organizzato dal Centro Missionario diocesano
a Senigallia in Seminario, ore 21
Lunedì 21 febbraio
Compagni di strada
per la promozione umana
Interviene un missionario saveriano.
La Voce Misena
Settimanale della diocesi di Senigallia
Piazza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia (An)
Tel. 071/64578 - Fax 071/7914132
Poste italiane S.P.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L.
353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art.1, comma 1, DCB Ancona. Taxe perçue - tassa riscossa ufficio P.T. di Senigallia. Autorizzazione del Tribunale di Ancona n. 137 del 12/11/1952.
Direttore editoriale: Gesualdo Purziani
e
Mons. Giuseppe Orlandoni
delegato regionale della pastorale sociale
Venerdì 18 febbraio ore 21
presso la Chiesa dei Cancelli di Senigallia
presenterà il
COMPENDIO DELLA
DOTTRINA SOCIALE
DELLA CHIESA
L’incontro è rivolto
a tutte le comunità parrocchiali, associazioni,
movimenti e gruppi della Diocesi
ed a tutta la Comunità civile.
CATECHESI DEL VESCOVO
Secondo incontro
• OSTRA (Madonna della Rosa)
Lunedì 21 febbraio ore 21
• MAROTTA (Parr. San Giuseppe)
Martedì 22 febbraio ore 21
• CHIARAVALLE (Abbazia)
Giovedì 24 febbraio ore 21
Collaboratori:
Alessandro Berluti, Aristide Brescini, Fabrizio Chiappetti, Roberto
Ferretti, Luca Giancarli, Anna Gobbetti, Elvio Grossi, Simone Mandolini, Roberto Mancini, Leonardo Marcheselli, Vittorio Mencucci,
Giuseppe Nicoli, Giuseppe Olivetti, Leonardo Pasqualini, Michele
Pinto, Stefania Sbriscia, Giorgio Silvestri, Luciano Sole, Federica
Spinozzi, Ilario Taus, Alberto Teloni.
Tecnici: Speranza Brocchini, Rino Girolimetti, Daniele Guidarelli,
Anna Maria Roberti, Mariannina Puerini, Pietro Scattolini
Direttore responsabile: Giuseppe Cionchi
Realizzazione grafica e stampa: Tecnostampa Recanati
Tiratura: 3000 copie
Redazione: Laura Mandolini, Tullio Piersantelli,
Rosaria Cenerelli, Giancarlo Mazzotti
e-mail: [email protected]
sito: www.vocemisena.it
Il servizio
è la gioia
Q
Il nostro Vescovo
• Venerdì 25 febbraio, dopo il film:
Aspettando l’assemblea. I giovani sono invitati a
percorrere alcuni luoghi della città in una “veglia itinerante” tutta da vivere.
• Sabato 26 febbraio, ore 16.30 al Gabbiano:
ASSEMBLEA ELETTIVA, con la partecipazione
del Vescovo Diocesano e di un consigliere nazionale.
Aperta a tutti. I soli delegati potranno votare.
EDITORIALE
Commissione diocesana
per la pastorale sociale
Assemblea dell’Azione Cattolica
Anche l’Azione Cattolica
della nostra diocesi sta
per vivere la sua Assemblea
elettiva triennale.
Non è solo un “affare interno”
all’associazione perché l’Ac
è integrata nella vita della
Chiesa locale e nella sua
peculiarità di associazione
laicale particolarmente legata
ai pastori, vuole essere
soggetto attivo
e dialogante di pastorale.
Venticinque anni fa
le Brigate Rosse uccidevano
Vittorio Bachelet.
L’editoriale di questo
numero ripropone le sue
parole di presidente
dell’Azione
Cattolica alla seconda
assemblea nazionale
del 1973.
Parole che ci parlano
di atteggiamenti e desideri
più che mai attuali.
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ualche volta viene voglia di guardare al futuro, al futuro della nostra associazione, ma soprattutto al futuro della Chiesa e dell’umanità. Io credo che dobbiamo guardare a questo futuro con fiducia, ed anche con speranza, anche se siamo abbastanza sicuri che le difficoltà che ci saranno non saranno forse gran ché minori di quelle che abbiamo avuto fino ad ora. Ma dobbiamo guardare con fiducia, senza lasciarci prendere da un atteggiamento che qualche volta rischia di morderci il cuore; in particolare nella vita della Chiesa c’è questa sensazione del
pericolo del “riflusso” nella vita della Chiesa (tutti ne parlano). E certo il
rischio di guardare indietro anziché andare avanti è un rischio che abbiamo tutti noi; noi pensiamo che lo abbiano gli altri, ma spesso lo abbiamo
anche noi, quando pensiamo forse invece di andare avanti.
Se noi ci lasciamo mordere il cuore da questo atteggiamento di continuo
timore, di sfiducia, d’interpretazione sempre un poco parziale, in questa
chiave, di ogni cosa che avviene, temo che non sapremo costruire. Per costruire ci vuole la speranza. In fondo io penso che noi dovremmo riflettere
molto le grandi parole che diceva Giovanni all’inizio del Concilio: “Ci sono
quelli che vedono sempre che tutto va male, e invece noi pensiamo che ci
siano tante cose valide, positive”. Noi dobbiamo tenerlo fermo come atteggiamento di speranza, che ci consente di vincere anche queste ombre, di
vincere anche questi rischi, di vincere il male con il bene.
E questo vale anche nella vita della società. Ne abbiamo parlato tanto. È
un impegno che dobbiamo riscoprire nella sua essenzialità cristiana. E anche qui, se ci saranno situazioni difficili (e ci saranno probabilmente anche qui delle situazioni difficili), dobbiamo sempre tenere presente una fiducia fondamentale, che non è quella nelle nostre forze o in formulette,
ma è quella dell’aiuto finale di Dio e nella capacità che avremo, se fideremo in Lui, di volgere le cose al bene.
Scusate se cito un pezzo di Bonhoeffer - che era un uomo di grande spiritualità -. “Io credo, (diceva) che Dio può e vuole far nascere il bene da
ogni cosa. Per questo egli ha bisogno di uomini che si pongano al servizio
di ogni cosa per volgerla al bene. Io credo che Dio, in ogni situazione difficile, ci concederà tanta forza di resistenza quanta ne avremo bisogno.
Egli però non la concede in anticipo, affinché ci abbandoniamo interamente in lui e non in noi stessi. Ogni paura per il futuro dovrebbe essere
superata con questa fede”.
Io credo che questo atteggiamento di fede in lui, di serenità noi dovremmo portare nel nostro cuore, noi dovremmo diffondere largamente intorno
a noi. E, se mi consentite, vorrei che questo fosse il mio augurio, il mio
saluto a tutti gli amici di tutte le nostre diocesi e parrocchie. Ci pensavo
stamattina durante la Messa: questa Assemblea che insieme spezzava il
Pane, che partecipava dell’unico Corpo di Cristo e tanti nostri amici che
nelle diocesi, nelle parrocchie italiane erano con noi, rappresentati da voi,
e mi sentivo unito con tutti loro. Vi chiedo di salutarli, ma di dir loro soprattutto che si va avanti con la fiducia e con la speranza, con la fiducia
nel Signore, e si va avanti pagando qualcosa. Lo spirito di servizio - è stato ricordato da qualcuno - è una delle scelte non forse dichiarate, ma
profonde, dell’AC di sempre.
Dice Tagore e tutti dovremmo poter dire alla fine della nostra vita: “Io
dormivo e sognavo che la vita non era che gioia; mi svegliai e ho visto
che la vita non era che servizio. Io ho servito e ho visto che il servizio
era la gioia”. Che tutti noi sappiamo davvero riscoprire che il servizio è
la gioia. Questo è l’augurio del vostro fedele servitore, il “campanaro
della Domus Pacis”.
(dal volume degli scritti associativi ed ecclesiali [1959-1973]
di Vittorio Bachelet Il servizio è la gioia, AVE 1992)
17 febbraio 2005
editoriale
20 febbraio 2005
2a domenica di Quaresima
La vocazione
Prima lettura: Gen 12,1-4a
Chiamato e benedetto. N e l l a
vocazione di Abramo l’autore vi
ha condensato il nucleo della sua
visione universalistica della storia,
facendone una vocazione di salvezza per tutte le famiglie della
terra, il centro di irradiazione della
“benedizione” che, nell’uso biblico, indica vita, felicità, salvezza e
pienezza; manifesta così la presenza favorevole di Dio nelle imprese
di colui che è “benedetto”; o anche numerosità di popolo e sicura
dimora nella terra. Messi insieme,
tutti questi aspetti della benedizione equivalgono all’intera gamma
dei beni che costituiscono la pace
biblica. E cioè pienezza di vita e
di tutto ciò che occorre ad essa, sia
per sé che per coloro con i quali si
è in rapporto. E tutto questo come
dono del Signore. Dire che Abramo è “benedizione” per sé, per gli
amici e per tutte le nazioni significa caricare la sua vocazione della
missione di centro irradiatore della
pace di Dio per tutta l’umanità, di-
scendente di Adamo, immersa nel peccato e nel dilagare della corruzione.
In Gesù, figlio di Abramo, la promessa di Dio si realizza per coloro che
credono in lui.
Salmo 32
Chiamati e guardati. “Ecco l’occhio
del Signore veglia su chi lo teme”. Così dice il salmista, nella certezza che lo
sguardo del Signore è per il bene di
colui che spera nella sua grazia, per la
liberazione dalla morte, per l’aiuto nel
momento della fame e del bisogno.
Seconda lettura: 2Tim 1,8b-10
Chiamati e graziati. La grazia di
Dio, ovvero la ricchezza dei benefici
del Signore, si riassume nel dono di
Gesù che ha vinto la morte e nell’offerta dell’immortalità. Siamo così
chiamati ad accoglierla, non certo per
le nostre opere o i nostri meriti. Ciò
che gratuitamente riceviamo, lo dobbiamo poi offrire con l’annuncio del
vangelo, al quale si accompagnano le
sofferenze, alleviate dall’aiuto di Dio.
Vangelo: Mt 17,1-9
Chiamati in disparte. È Gesù a prendere l’iniziativa e a scegliere i tre apostoli, separandoli dagli altri e conducendoli su di un alto monte. Questo
avvenimento della trasfigurazione di
Cristo vuole essere di aiuto ai discepoli
nel difficile cammino verso Gerusa-
lemme. Ad essi Gesù farà conoscere
progressivamente il mistero della sua
missione che lo condurrà nella città
santa per essere consegnato nelle mani
dei sommi sacerdoti e condannato a
morte, per poi risorgere.
L’annuncio della passione e della risurrezione viene accolto con difficoltà
anche dai discepoli, che reagiscono in
senso contrario, in quanto sono incapaci di accettare il piano divino così
lontano dalla loro mentalità. Per superare tale scandalo e aprire gli occhi
dei discepoli alla fede nella missione
del Messia sofferente, Gesù è manifestato dal Padre nella gloria della sua
divinità con la trasfigurazione, che
permette ai tre discepoli prescelti,
Pietro, Giacomo e Giovanni, gli stessi
presenti all’agonia del Getsemani, di
contemplare la gloria del Figlio di
Dio, quella gloria che poi risplenderà
per sempre dopo la risurrezione. La
trasfigurazione si pone così come anticipazione della gloria pasquale, per
rendere manifesto il disegno del Padre che, attraverso l’umiliazione della
morte, il Messia viene condotto alla
gloria, cioè che l’annientamento del
servo sofferente costituisce l’attuazione della vittoria sul peccato e porta al
possesso della potenza divina.
don Luciano Sole
Le elezioni regionali si
avvicinano e parallelamente
cresce anche il tono dello
scontro politico.
C’è bisogno di parlare
di programmi, anzitutto,
e di scommettere ancora
sulla politica, quella vera.
re le scelte di schieramento, rilanciare
insomma le ragioni di un bipolarismo
che, nella versione attuale, dovrebbe
riproporre, salvo clamorosi colpi di
scena, alle politiche del 2006 un nuovo confronto tra Berlusconi e Prodi.
Non sembrano allo stato infatti inserirsi, verso quello che verosimilmente
sarà l'ultimo appello di una lunga sfida, terze forze.
Ci sono, è vero, due “incomodi”: i ra-
Una robusta
presenza
Uscire da una fede rassicurante
parola di Dio
storia della rivelazione divina. La sua
figura poggia sulle solide basi della tradizione, è tutta rivolta al passato, è pienezza che non può essere messa in discussione dal futuro. Ma la luce sfolgorante passa subito e rimane solo Gesù
tornato nella sua dimensione umana,
ormai protesa verso la croce. In questo
racconto sono delineati due modi di vivere la fede in Gesù: come compimento e pienezza che alimenta una fede
rassicurante per la sua stabilità, o come
condivisione del vivere umano sempre
irrequieto e insidiato dal dolore e dalla
morte, sino alla croce dove si sperimenta l’abbandono di Dio.
Il primo caso è vissuto come appartenenza alla chiesa che già possiede in
maniera sicura verità e grazia, con l’unica preoccupazione di salvaguardare il
patrimonio e di far entrare tutti gli uomini entro questo sicuro ovile. Il secondo caso è vissuto in una comunità
di fede che si fa carico delle incertezze
e dei drammi dell’uomo nel tempo in
cui è chiamata a vivere, con il rischio
di perdersi, come il seme che viene gettato in terra. Durante la trasfigurazione
si ode una voce dal cielo: “Questi è il
17 febbraio 2005
Figlio mio prediletto, nel quale mi sono
compiaciuto, ascoltatelo”. La stessa voce era già risuonata nel battesimo, all’inizio della vita pubblica quando Gesù
decide di essere il messia della croce e
rifiuta come tentazione satanica il messianismo della potenza. Tuttavia l’annuncio del regno di Dio viene inteso
come riscatto nazionalistico. A metà
della vita pubblica, quando si accorge
dell’equivoco, fa un bilancio: chi dice
la gente che io sia? Da questo momento non usa più l’espressione regno di
Dio, ma con sempre più chiarezza predice la morte in croce.
L’evangelista Matteo colloca la trasfigurazione subito dopo il primo annuncio della croce: evidente la relazione di significato. Luca fa iniziare qui il
cammino di Gesù verso Gerusalemme,
che non indica un cambiamento di luogo, visto che di fatto Gesù più volte sale a Gerusalemme, ma delinea l’itinerario messianico di Gesù verso la croce.
La voce di Dio risuona due volte proprio nei momenti decisivi del cammino
verso la croce: questa è la sua volontà.
A
lleanza Nazionale ha celebrato
il suo decennale e, poi, a ruota
si sono tenute le assise dei Ds e
del Pri, mentre Forza Italia ha utilizzato la finestra mediatica del passaggio
congressuale diessino per un consiglio
nazionale. A meno di due mesi ormai
dalle elezioni regionali questi appuntamenti hanno ovviamente rappresentato
un'occasione per serrare le fila, ribadi-
Elezioni in Iraq
I
molti elementi simbolici non ci permettono di leggere questo brano come una pura registrazione dei fatti.
Certamente l’evangelista fa riferimento
a qualcosa che è accaduto, ma lo ripensa in una 5 carica di simbolismo. I vangeli vengono scritti dopo la risurrezione e a partire dalla risurrezione, perciò
la luce del grande evento che ha sconvolto le coscienze dei discepoli pervade tutto il racconto.
La trasfigurazione avrebbe dovuto
far comprendere il vero significato della croce come supremo dono d’amore,
non il fallimento e la vittoria dei nemici. Invece i discepoli, ancora legati al
messianismo trionfante, l’hanno vissuta come momento paradisiaco da fruire
beatamente. Pietro vuol piantare delle
tende per fissare l’attimo felice: “È bello stare qui”. In questa visione Mosè ed
Elia, che dialogano con Gesù. simboleggiano la legge che ha trasformato
un’orda barbarica di sciavi in un popolo con una propria identità e la profezia
che ha guidato il cammino spirituale di
questo popolo con la sua attesa di liberazione. Qui Gesù viene inteso come
colui che porta a compimento tutta la
don Vittorio Mencucci
4
5
C
dicali e il movimento creato da Alessandra Mussolini federando alcuni
gruppi di estrema destra. Se quest’ultima pare intenzionata a correre da sola
per misurare il proprio appeal mediatico ed onomastico, eventualmente da
rivendicare in sede di trattativa per le
elezioni politiche, i radicali si sono
pubblicamente messi a disposizione
per essere “ospitati” da uno dei due
ome previsto, l'alleanza
sciita ha vinto le elezioni
irachene ma si tratta di un
successo inferiore alle aspettative. Il cartello appoggiato dal
grande ayatollah Ali Al Sistani
ha ottenuto 4 milioni 75mila voti,
cioè il 47,6 per cento. Dietro la
coalizione curda, con il 25,7 per
cento, e poi quella dell'attuale
premier ad interim Iyad Allawi,
con il 18,3 per cento. L'affluenza
ufficiale alle urne è stata del 58
per cento degli aventi diritto, in
tutto 8.456.266 elettori.
L'alleanza sciita si è aggiudicata
132 seggi sui 275 a disposizione:
non ha quindi la maggioranza, il
che apre scenari preoccupanti per
un paese dilaniato dalle tensioni
tribali e religiose. Un altro dato,
che sottolinea le profonde divisioni del Paese, è quello dell'affluenza al voto nelle province a maggioranza sunnita: nella regione di
Anbar ha votato solo il 2 per cento
degli iscritti, in quella di Salahadin il 29 per cento.
Per governare gli sciiti dovranno
venire a patti con le altre forze politiche. La maggiore è l'alleanza
formata dalle due principali for17 febbraio 2005
schieramenti alle regionali, in modo
da potere ottenere, comunque sia,
qualche rappresentante. A questo proposito qualcosa va detto: la novità
maggiore degli Statuti regionali, a parte alcune dichiarazioni di intenti politici un poco stravaganti e, come tali,
stigmatizzate dalla Corte costituzionale, come sulle unioni omosessuali, è
stata proprio il generalizzato aumento
del numero dei consiglieri regionali.
Al di là degli interessi (e dei costi)
della classe politica, anche nella prospettiva dell’integrazione e della competizione europea, di Regioni che funzionino e sappiano realizzare al meglio non
astratte proclamazioni ideologiche, ma
quelle politiche pubbliche che sono loro
affidate dalle riforme costituzionali già
realizzate e anche dalle ulteriori in corso
di elaborazione, c’è grande bisogno.
Ritorniamo così al carattere del nostro sistema politico nell’attuale fase
bipolare: la temperatura dello scontro
è sempre più alta, ma l’agenda delle
cose da fare è sempre più obbligata,
sempre più “bipartisan”. Come evitare
questa apparente schizofrenia? Attraverso una robusta presenza e una chiara capacità di iniziativa delle forze sociali, culturali ed economiche. Questo
vale nelle diverse Regioni, ma vale
ovviamente anche sul piano nazionale.
È fondamentale, al di là delle ragioni
del confronto e dello scontro politico,
fissare quadri più largamente condivisi
di sviluppo e di indirizzo. Come è stato, ad esempio per la legge 40 sulla fecondazione assistita, approvata da uno
schieramento assai ampio.
I referendum per la sua abrogazione
parziale sono in calendario dopo le regionali. È un appuntamento di cui –
salvo i radicali – le forze politiche giustamente parlano poco ed a proposito
del quale cresce l’orientamento per
una seria, chiara, lungimirante e motivata astensione.
Francesco Bonin
mazioni autonomistiche curde,
l'Unione patriottica del Kurdistan
di Jalal Talabani e il Partito democratico del Kurdistan di Massud
Barzani, che ha ottenuto il 25,7
per cento e 71 seggi. Solo terza la
Lista irachena, il partito del premier Allawi, con il 18,3 per cento
dei voti e 38 seggi. Quindi neppure stringendo un patto con i curdi
il primo ministro ad interim sarà
in grado di imporsi numericamente agli avversari correligionari. La
lista del presidente ad interim
Yawari ha ottenuto solo il 5 per
cento dei consensi.
sguardo sul mondo
gli avvenimenti dal 6 al 13 febbraio
È
a casa. Finalmente. Dopo nove
giorni in cui ha fatto trepidare il
mondo, Giovanni Paolo II ha lasciato il Policlinico “Gemelli”. E all’uscita ha trovato l’abbraccio caloroso
della folla, che da ore e ore attendeva
pazientemente fuori dai cancelli. Una
piccola folla, che ha potuto accompagnare il ritorno in Vaticano di Giovanni
Paolo II con scroscianti applausi e le
consuete grida di “viva il Papa”, ricevendone in cambio ampi cenni di saluto. C’erano i medici e gli infermieri del
“Gemelli”, c’erano i parenti dei malati
e anche qualche degente con il cappotto
o la giacca a vento indossata direttamente sopra il pigiama. C’erano i bambini così cari al Papa anche in questi
giorni (non a caso l’unico non addetto
ai lavori ammesso a vedere il Pontefice
è stato proprio un bimbo del reparto di
oncologia pediatrica e l’episodio ha
commosso il mondo). C’era la gente di
Roma, gli automobilisti momentaneamente bloccati dalla polizia sulla via
del ritorno a casa. Tutti con lo sguardo
proteso oltre il vetro trasparente dell’auto panoramica, quasi che quello
sguardo affettuoso, le braccia agitate in
segno di saluto e la propria festosa presenza potessero infondere nuova energia all’anziano Pontefice.
“Abbiamo fabbricato armi nucleari
per fronteggiare la politica di Washington tesa a isolare e soffocare. Le armi
resteranno un deterrente per autodifesa
in ogni circostanza”. Per la prima volta
il regime comunista di Pyongyang ha
ammesso, in un comunicato diffuso dall’agenzia ufficiale Kcna, di aver prodotto la bomba atomica spazzando via anche gli ultimi dubbi che l’intelligence
Usa aveva sull’arsenale nordcoreano.
Washington da almeno due anni ritiene
che la Nord Corea abbia pronte due armi atomiche e abbia riprocessato quantità di uranio per fabbricarne altre quattro o cinque. Pyongyang ha giocato ancora una volta d’azzardo nel tentativo di
alzare la posta in vista della ripresa dei
negoziati a sei con Cina, Giappone,
Russia, Corea del sud e Stati Uniti.
L’ultimo round, in settembre, era saltato
perché la Nord Corea aveva rifiutato di
partecipare al vertice denunciando la
“politica ostile” degli Stati Uniti.
L’Iran non ha alcuna intenzione di rinunciare al programma nucleare e se
l’Occidente provasse ad aggredirlo ne
riceverebbe in risposta “un inferno di
fuoco”. È stato il monito lanciato dal
presidente iraniano, il moderato
Mohammad Khatami, in occasione del
ventiseiesimo anniversario della rivoluzione islamica. Khatami ha riaffermato
il diritto di portare avanti il programma
nucleare perché è “a scopi pacifici”.
sguardo sul mondo
Appena una settimana fa
Parlando a una folla di decine di migliaia di persone in una piazza del centro di Teheran imbiancata dalla neve, il
presidente ha affermato che il Paese
non teme le minacce dell’Occidente. “Il
popolo iraniano non cerca la guerra,
non cerca la violenza. Ma il mondo deve sapere che non tollereremo invasioni. Siamo uniti e se ci invaderanno gli
riverseremo contro un inferno di fuoco”. Dalla piazza si sono levati slogan
contro l’America e non è mancato il rito di bruciare qualche fotografia del
presidente degli Stati Uniti, George W.
Bush, additato come un guerrafondaio.È morto a 89 anni Arthur Miller,
tra i più celebri autori del ‘900. Scrisse
‘Morte di un commesso viaggiatore’.
Era malato da tempo e il suo decesso,
avvenuto la notte scorsa e riferito negli
Usa da vari mass media, era in qualche
modo stato preannunciato dal quotidiano ‘The New York Post’, che in un articolo pubblicato in giornata aveva reso
noto come le sue condizioni di salute
stessero precipitando, tanto da indurre i
familiari ad accorrere al capezzale dell’artista. Ex marito di Marilyn Monroe,
alla scomparsa della celebre attrice
scrisse su di lei la famosa e discussa
opera teatrale ‘Dopo la caduta’.
Dieci persone sono rimaste uccise in
uno spietato attacco a due pastifici di
Baghdad, in un'operazione che, secondo
la polizia irachena, ha le caratteristiche
di una rappresaglia di stampo mafioso.
I bambini non vivono di sola TV: anche la carta stampata conserva un suo
importante ruolo. Topolino ed i fumetti
Disney sono i preferiti dai giovanissimi, dagli 8 ai 13 anni, quando vanno in
edicola a fare acquisti.
La legge e la paura
Giustizia
e terrorismo
Nei giorni scorsi il Gup (giudice per
l’udienza preliminare) di Milano,
Clementina Forleo, non ha concesso
il nulla osta all’espulsione di
Mohammed Daki – il marocchino,
presunto militante islamico assolto
in primo grado dall’accusa di terrorismo internazionale insieme ad altri
due - disposta dal ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu. Secondo la
Procura della Repubblica di Milano
il nulla osta all’espulsione, nel caso
N
on si possono comprendere a
fondo né le motivazioni né i pericoli della polemica del ministro dell’Interno nei confronti della magistratura milanese, "colpevole" di avere annullato il provvedimento di espulsione a carico del marocchino Mohammed Daki, se si prescinde dall’antefatto:
la sentenza con la quale il Gup Clementina Forleo ha qualificato guerriglieri e
non terroristi alcuni aderenti al gruppo
islamico (o, come da alcuni si preferisce
dire "islamista") Ansar al Islam operanti
in Italia a favore delle guerriglia irachena, fra i quali, appunto, Daki.
Purtroppo questi interventi del mondo
politico e, in particolare, del potere esecutivo fanno temere che non soltanto in
America, ma anche in Europa o, quanto
meno, in Italia la paura del terrorismo e
il desiderio di sicurezza abbiano azionato un meccanismo perverso, capace di
corrodere alla base i principi dello Stato
di diritto in materia di amministrazione
della giustizia che avevamo creduto intoccabili e irrinunciabili e, quindi, di
determinare la temuta deriva totalitaria
delle democrazie liberali, perché lo Stato di diritto è l’irrinunciabile presupposto della democrazia. La sentenza assolutoria del Gup può essere giusta o sbagliata, ma il rimedio è predisposto dall’ordinamento, attraverso lo strumento
dell’impugnazione, puntualmente proposta dai magistrati della Procura della
Repubblica di Milano.
E non può consistere nella ispezione
degli uffici giudiziari milanesi da più
parti insistentemente richiesta al ministro
della Giustizia, nonostante la sua palese
irragionevolezza, dal momento che, essendo già noti dispositivo e motivazione
della decisione, non si comprende cosa
dovrebbero accertare gli ispettori mini-
Stekka
L’opinione
di don Giuseppe Cionchi
Lo tsumani/maremoto del 2004 che ha sconvolto il sud-est asiatico ha
ridestato l’interesse per le adozioni a distanza.
Le istituzioni umanitarie, le missioni, la Caritas, le organizzazioni cattoliche
stanno promuovendo la cultura delle adozioni a distanza per non estirpare
dalle loro radici i tantissimi orfani, vittime, tra l’altro, “di un vergognoso turismo sessuale rivolto verso i minori” (“Notizie Saie”, gennaio 2005, p.3).
Le iniziative in Diocesi sono tante. La capofila è il Brugnetto. Parte anche
con la missione di Abengourou (Costa d’Avorio) gemellata con le parrocchie
di Monterado e del Vallone.
Alcuni giovani senigalliesi – e non solo, purtroppo! – si scaricano con
le solite bravate con le svastiche e le profanazioni dei cimiteri.Ha scritto
Italo Calvino: “Il territorio che il pensiero laico ha sottratto ai teologi, cade
in mano ai negromanti e ai maghi.” I vandalismi sono all’ordine del giorno.
Le barriere sono le sinergie tra: famiglia, scuola, parrocchia, oratorio. Probabilmente occorre più severità da parte di tutti. Il “permissivismo” tocca aperture troppo ampie.
Quando si dice che le “teste sono bloccate” dal pregiudizio si fa una affermazione reale. Citiamo il fatto. Con un blitz lampo, incatenandosi ai cancelli della fabbrica, giovani delle Comunità Resistenti delle Marche hanno
bloccato per un’ora nella zona industriale jesina l’attività di produzione e
movimentazione merci di un’azienda che ha appalti in Iraq, l’Imesa del
Gruppo Schiavoni, attiva nel settore della strumentazione elettrica ed elettronica. Con lo slogan “Fuori le truppe e le imprese dall’Iraq”, le Comunità Resistenti (una nuova sigla che riunisce centri sociali, ex Disobbedienti, Ya Basta e associazioni di movimento), hanno voluto simbolicamente boicottare
l’azienda, che insieme alla Elettro Energia gestisce un appalto per il ripristino dell’illuminazione pubblica a Bassora. “Il materiale prodotto - è stato detto in una conferenza stampa improvvisata - viene portato a destinazione con
l’ausilio di carri armati e mezzi blindati, sotto la direzione del personale tecnico dell’Imesa in loco”. (“Corriere Adriatico”, 12 febbraio 2005). Sarà meglio l’illuminazione o rimanere al buio, o magari ripristinare le torce, come
ai tempi di Roma? Viene proprio da dire: “che teste… bloccate!”
K
17 febbraio 2005
6
di Daki è "tassativamente vietato
dalla legge e non esiste alcuna possibilità per valutazioni discrezionali
dell’autorità giudiziaria di segno diverso". Mohammed Daki, dunque,
dovrebbe restare in Italia come chiesto dalla Procura che, dopo l’appello alla sentenza, vuole processare il
marocchino negli altri gradi di giudizio. Su questa vicenda abbiamo
chiesto un commento al costituzionalista Francesco Mario Angnoli.
7
17 febbraio 2005
steriali: forse se il Gup Forleo è affiliato
a qualche associazione islamista?
Ancora più infondata la polemica del
ministro dell’Interno, che se la prende
non solo con Gip e Gup (magistrati giudicanti), ma anche con la Procura milanese, che pure aveva chiesto la condanna di Daki per terrorismo, e ribadisce
che avrebbe emesso non uno ma cento
provvedimenti di espulsione a carico di
Daki (e, quindi, di chiunque altro si trovi nelle sue condizioni). Il ministro ha
un bel dire che esistono le prove sia dell’attività terroristica del gruppo Ansar al
Islam sia del ruolo che vi svolge
Mohammed Daki, che indagini a livello
internazionale indicherebbero come
coinvolto anche "nell’organizzazione
fondamentalista islamica che fa capo a
Mohammed Atta, l’egiziano ritenuto responsabile della strage delle Torri gemelle dell’11 settembre 2001".
Il ministro, proprio per il suo ruolo,
dovrebbe sapere meglio di ogni altro
che in uno Stato di diritto la valutazione
della consistenza, della validità e della
significanza delle prove non spetta né
alla polizia né, tanto meno, ai ministri,
ma esclusivamente al giudice. Per di
più proprio la legge che disciplina l’emissione dei decreti di espulsione prevede che il decreto non possa essere
emesso o che, comunque sia, non possa
essere rilasciato il necessario nullaosta,
quando l’espellendo è oggetto di un
processo penale. Per questo anche il decreto di espulsione emesso, con diversa
motivazione, sempre nei confronti di
Daki dal prefetto di Milano ha avuto lo
stesso destino di quello del ministro,
questa volta per opera di un magistrato
onorario: un giudice di pace. In realtà,
non solo a carico di Daki è in corso un
procedimento penale non ancora concluso, ma - e qui le polemiche sconfinano davvero oltre il limite dell’assurdo il processo è frutto dell’impugnazione
proposta contro il provvedimento assolutorio del Gup Forleo dalla Procura di
Milano che, esattamente come il governo, non l’ha condiviso e ne ha recepito
le proteste, conformandole tuttavia alle
regole dello Stato di diritto.
In realtà, nemmeno il sottosegretario
agli Interni, Alfredo Mantovano, magistrato fuori ruolo, se l’è sentita di sostenere la posizione del ministro e, in un’intervista, ha riconosciuto l’impossibilità di
espellere Mohammed Daki pendendo il
processo, aggiungendo solo l’opportunità
che la Procura di Milano risolvesse la
questione rinunciando all’impugnazione.
Ma, essendo notoriamente quella
Procura persuasa dell’infondatezza della sentenza del Gup, la rinuncia sarebbe
stata frutto di valutazioni di natura
squisitamente politica sempre inopportune per un organo giudiziario che ha
come propria specifica funzione di curare e sollecitare la puntuale applicazione delle leggi.
Francesco Mario Agnoni
esperienze di chiesa
isna,
Dalla M stampa
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l’agenz ssionari
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Tra povertà
e riscatto
Alluvioni in Venezuela
Oltre 15.000 sinistrati, migliaia di
senza-tetto e 14 morti è il bilancio,
ancora provvisorio, delle alluvioni
che da quattro giorni colpiscono lo
Stato costiero di Vargas, dove violente precipitazioni hanno causato smottamenti e lo straripamento di alcuni
corsi d’acqua. Elicotteri dell’esercito
e unità navali sono impegnati nell’evacuazione di circa 6.000 persone rimaste isolate, ma il maltempo sta rallentando le operazioni; lo scenario riporta alla memoria la drammatica ca-
i
tastrofe del dicembre 1999, quando le
inondazioni devastarono Vargas, uccidendo – secondo stime ufficiali –
30.000 persone e provocando
100.000 sfollati. Il presidente Hugo
Chávez ha esortato la popolazione ad
“affrontare l’emergenza mantenendo
la calma”. Il governo ha stanziato
10.000 milioni di bolivares, circa 50
milioni di euro, per fare fronte alla
crisi. Le piogge hanno causato danni
e vittime anche nello Stato centrale di
Carabobo e alcni settori ad est e a sudest della capitale Caracas. I meteorologi hanno annunciato che le preci-
Polli e piccioni
l punto
di p. Alberto Teloni
Macerata, via Francesco Crispi, dalla parte di porta Cancelli, quasi ad angolo con la piaggia che sale verso il centro. C’era lì la bottega di un barbiere:
un brav’uomo, fratello di un canonico della collegiata di S. Giovanni. Erano gli anni in cui i barbieri lavoravano la domenica, c’era la possibilità di
qualche barba settimanale in più, di chi voleva andare a Messa tutto ripulito, mentre il mio personaggio andava in chiesa il lunedì, giorno di chiusura.
Il nome del barbiere non lo ricordo proprio, anche se tante volte mi ha fatto,
come usava allora, la “sfumatura alta”; ma ricordo bene il soprannome che
gli era stato affibbiato, quando eran ragazzi, dai miei zii e con quel nomignolo la mia generazione lo ha sempre indicato: Picciòppollastri. Una volta
fu veloce mio nonno col suo vocione a coprire la mia inopportuna vocina
che lo stava chiamando proprio in quel modo. Da dove derivava lo strano
epiteto del buon Figaro? Da un proverbio che proprio lui citò per rispondere, a poche settimane dal matrimonio, a nonno che gli domandava come andassero le cose: “che volete, sor Gino, quanno picciò e pollastri e quanno
grilli”, ovvio riferimento al pranzo di nozze e con un po’ di rimpianto, dati i
tempi grami che non solo i barbieri ma quasi tutti gli italiani attraversavano.
Se la prendevano con la perfida Albione e con le inique sanzioni, le signore
marciavano su incredibili zatteroni di sughero a sostituire i tacchi alti, e intanto stringevano la cinta. Credo che oggi il proverbio sia del tutto in disuso, anche se l’ ho trovato citato in uno dei libri di quel simpatico poeta dialettale che è il dott. Ciurciola: quasi tutti oggi, dalle nostre parti, vanno quotidianamente a piccioni e pollastri anche se è vero che, e non solo nel terzo
mondo, c’è pure oggi chi si deve accontentare dei grilli. In questi giorni sono pubblicate polemiche sulla troppa pubblicità fatta alle merendine con
conseguente sovrappeso di troppi ragazzini; ma non so proprio se oggi ci
possa essere qualcuno disposto a tornare ai grilli quotidiani. Però in questo
tempo di Quaresima potremmo tutti ridurre un poco il nostro consumo di
bistecche, polli, piccioni e merendine per farne fraternamente parte a chi altrimenti, anche senza inique sanzioni e perfida Albione, è ancora oggi costretto a tirare la cinta. Teniamo poi presente quanto, qualche decennio fa,
cantando in Gian Burrasca la sigla “viva la pappa col pomodoro” ci ricordava Rita Pavone: “un popolo affamato fa la rivoluzion”!
sguardo sul mondo
17 febbraio 2005
pitazioni si starebbero spostando verso la zona orientale del Paese.
Il Perù cerca giustizia
A 15 anni dai fatti, due ufficiali dell’esercito peruviano sono stati arrestati per torture inflitte a un civile, Esau
Cajas Julca, ‘desaparecido’ in circostanze mai chiarite nella località di
Huánuco: la denuncia contro il generale Oswaldo Hanke Velasco e il colonnello Jesus del Carpio è partita dal
rapporto della ‘Commissione della verità’, in base al quale le vittime della
violenza politica che tra 1980 e il
2000 insanguinò il Paese andino, sono
state almeno 69.000, tra morti e scomparsi. Secondo le testimonianze raccolte dalla Commissione – che ha stilato un elenco di 8.500 ‘desaparecidos’ – Cajas venne arrestato il 20 novembre 1990, da una pattuglia di militari e trasportato in elicottero alla base
del ‘battaglione anti-guerriglia’ 313 a
Tingo Maria. Da quel giorno, la famiglia non ne seppe più nulla. Nel 1982,
quando la polizia stentava a controllare la guerriglia, l’allora presidente
Fernando Belaunde ordinò che fosse
affiancata dalle forze armate nella lotta alla ribellione: a partire dal gennaio
1983, il numero delle ‘sparizioni forzate aumentò vertiginosamente, come
testimoniano, tra l’altro, le oltre 1.200
denunce di scomparsa raccolte nella
sola provincia di Huamanga. Della lista dei “peruviani che mancano” redatto dalla Commissione, quattro, dati
per morti, sono stati ritrovati sani e
salvi dopo oltre due decenni
Corruzione in Kenya
Come previsto, le dimissioni del
consigliere del presidente keniano in
materia di lotta alla corruzione stanno
scatenando una vera e propria bufera
politica. In seguito alla decisione di
John Githongo, questo il nome dell’esperto del presidente Mwai Kibaki, di
lasciare il proprio incarico perché non
più “capace di continuare a servire il
governo del Kenya”, le critiche internazionali al dilagare della corruzione
nel Paese si sono fatte numerose e
serrate, provocando numerose reazioni anche tra gli stessi esponenti del
governo di Nairobi. Il ministro per le
pianificazioni, Anyang Nyong’o, ha
fatto sapere che nelle ultime ore otto
Paesi occidentali – tra cui Canada e
Stati Uniti – hanno diffuso un documento in cui si sostiene che le dimissioni di Githongo pongono “una minaccia estremamente seria alla credibilità della politica del governo in materia di corruzione”.
8
In attesa dell’incontro di venerdì 19 febbraio sulla
Dottrina sociale
O
sserviamo intorno a noi
come sta evolvendo la nostra Società e non è difficile tirare alcune considerazioni che
purtroppo sono amare. Possiamo
essere persone di una espressione
politica o di quella opposta ma su
alcuni fatti credo sia difficile non
condividere alcune valutazioni.
Faccio riferimento a titolo di essenzialità ad alcuni comportamenti
sociali e ad alcuni fatti.
- Impoverimento delle coscienze
dei cittadini, sotto ogni aspetto,
morale, politico e sociale.
- Individualismo dilagante, che
spinge a fare a scelte privilegianti
la costruzione di ricchezza raggiunta senza il rispetto di elementari regole etiche, economiche e
sociali.
- Aumento sensibile della povertà
e di chi è (e sono in forte aumento!) sulla soglia della povertà.
- Precarietà crescente del lavoro,
specie per i giovani, conseguenza
di una flessibilità realizzata senza
regole.
- Spreco, che, nonostante i proclami, continua a verificarsi in tutte
le pubbliche amministrazioni.
- Politica tardiva sul fronte del recupero di ciò di cui l’Italia è forte (Turismo, prodotti di qualità, Agricoltura, Patrimonio culturale ed architettonico, Produzione creativa).
- Litigiosità su ogni fronte, da
quello politico a quello sindacale.
- Crisi profonda del valore della
famiglia e della Scuola.
- Caduta di tutti i Valori etici e
morali, considerati fuori tempo.
- Perdita dell’identità nazionale e
pesante aumento dei localismi.
- Disinteresse al fatto religioso se
non per gli aspetti esteriori o di riti.
- Mancaza di rispetto per gli immigrati dimenticando che fino agli
anni 60 eravamo noi ad emigrare
- Distruzione dell’ambiente e del
senso di responsabilità, di giustizia.
- Perdita del senso del bene e del
male.
9
Sono fatti sui quali dovremmo riflettere e molto, perché il decadimento sociale porta ad allontanarci dalle altre civiltà europee e
scendere brutalmente di livello e
di considerazione e di coinvolgimento nelle scelte che contano (la
produzione di qualità, la concorrenza, la cultura, il turismo, le infrastrutture tutte, la giustizia, la
solidarietà).
Che cosa fa la Chiesa? Dov’è la
Chiesa? Sono giuste domande che
dobbiamo porci. Senza riportare i
contenuti del Vangelo che hanno
dato le risposte da quando Cristo
le ha annunciate, la Chiesa nel
corso del tempo (pensiamo ai servizi ai poveri e agli ammalati e alla istruzione nel corso dei secoli)
ha sempre parlato chiaro ed agito
apertamente.
Siamo stati noi laici che non ab-
17 febbraio 2005
biamo messo in pratica il Vangelo;
bravi nella forma, ultimi nell’agire
con coraggio, pagando se serve di
persona.
Ecco che con l’uscita del Compendio della dottrina sociale è ritornata una propizia occasione per essere presenti nel mondo sociale e nel
mondo politico, così come è stato
fatto nel periodo post-bellico
quando è stata costruita la Costituzione della Repubblica e si è costruita una democrazia solida.
Con questo articolo ho posto più
problemi che dato soluzioni. Ma
non può che essere così: lavoriamo insieme e costruiremo una società a misura dell’uomo così come l’ha pensato il Padre.
La conferenza di venerdì 19 febbraio
del nostro Vescovo sul Compendio è
un punto di partenza strategico.
Mario Vichi
esperienze di chiesa
Vittorio
Bachelet
Una pagina
di Vangelo
I
l 12 febbraio abbiamo
ricordato il XXV anniversario della morte di
Vittorio Bachelet. Nato il
20 febbraio 1926 a Roma,
Bachelet, a 33 anni (giugno 1959), viene nominato da Giovanni XXIII vicepresidente dell’Azione
Cattolica italiana. Nel
1964 diviene presidente
generale della stessa associazione. Nel 1973 conclude il lungo periodo alla
guida dell’Azione Cattolica (3 mandati, l’ultimo
dei quali, dal 1970 al
1973, come primo presidente dell’Ac ridisegnata
dal nuovo Statuto). Nello
stesso anno, viene nominato vicepresidente della
Commissione pontificia
per la famiglia, del Comitato italiano per la famiglia, della Commissione
italiana "giustizia e pace”.
Dal 1974 è docente ordinario di diritto pubblico
dell’economia presso la
facoltà di scienze politiche dell’Università di Roma “La Sapienza”. Il 21
dicembre 1976 viene eletto vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Il 12 febbraio
1980 Vittorio Bachelet
viene ucciso dalle Brigate
rosse al termine di una lezione universitaria.
Il grande salone circolare al primo piano del Palazzo dei Marescialli, in
piazza Indipendenza, dove si riunisce il Consiglio
superiore della magistratura, sembrava vuoto,
quel 13 febbraio del 1980,
nonostante le persone che
si affollavano lungo le sue
esperienze di chiesa
pareti. La salma di Vittorio Bachelet giaceva al
centro sul catafalco, eloquente in ciò che, nel suo
silenzio, sapeva dire ai
presenti. La sera dell’11,
l’avevo salutato, tra cardinali e autorità, al ricevimento dell’Ambasciata
d’Italia presso la Santa
Sede per l’anniversario
della Conciliazione. La
mattina del 12, due brigatisti l’avevano ucciso, sotto gli occhi di Rosy Bindi,
sulle scale della sua Università. Non era mai accaduto che un cristiano mostrasse con tanta evidenza
e sacrificio, quella “indole
secolare” che – dice il
Concilio – gli è “propria e
peculiare”. Ripensavo al n.
31 della Lumen Gentium:
“Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali… Vivono nel
secolo, cioè implicati in
tutti e singoli i doveri e affari del mondo… Ivi sono
da Dio chiamati… a manifestare Cristo agli altri con
la testimonianza della loro
stessa vita”.
Del Concilio Bachelet
aveva fatto una duplice
scelta: di vita e associativa. Di vita, perché non
aveva mai nascosto di essere impegnato “da cristiano” come docente e
come servitore ai vertici
della Repubblica. E associativa, perché, fin dall’inizio del suo servizio come presidente dell’Azione
Cattolica, a soli 38 anni di
età – siamo nel 1964,
l’anno della Lumen Gentium e della riscoperta del
laicato – scelse il Concilio, allora in pieno svolgimento, come “via
maestra” per il rinnovamento dell’associazione. A riforma completata con lo Statuto del 1969, seguirà la “scelta religiosa”, da molti
tardivamente compresa nella sua coerenza costitutiva. La prima
presidenza dell’Ac di Bachelet non fu facile. Come il Concilio nell’universo ecclesiale fu, all’inizio, preso a pretesto di crisi, abbandoni e deviazioni, così la gestazione del nuovo Statuto generò anche difficoltà, incomprensioni, qualche piccolo “scisma”.
L’Ac misurò un calo assai forte di adesioni: gli iscritti, che nel
1964 superavano i 3 milioni nei 4 “rami” (donne, uomini, gioventù
maschile e femminile), nel 1973 erano scesi a 800mila e calarono ulteriormente in seguito. Oggi, però, bisogna dare ragione a Bachelet
che, nel 1962, quando ancora era vicepresidente generale, di fronte
ai “rischi di un accentuato impegno per il tesseramento”, denunciò il
pericolo di “un’inflazione di tessere non corrispondente a qualcosa
di sostanziale”, opponendo a tutto ciò la preoccupazione per i contenuti dell’associazione: “Il nostro apparato organizzativo ha estremo
bisogno di idee e di valori ideali, che siano alimento comune dell’azione”. Troppi hanno dimenticato che il presidente della “scelta religiosa” era anche il presidente preoccupato dell’educazione all’impegno politico, secondo il “determinato e particolare modo di agire”
impostoci dalla “nostra stessa fisionomia”, ma “pronti a riaffermare
fermamente i principi che ci sono propri” (1963).
Bachelet, insomma, non inventò da un giorno all’altro la “nuova”
Azione Cattolica, ma ne maturò con grande anticipo quei “contenuti ideali” che ancora oggi la caratterizzano. Parlò, rispetto a una certa diffusa preferenza per l’attivismo dell’associazione, del primato
del soprannaturale e della formazione cristiana. Disse, nel 1964, che
“condizione essenziale ed efficace per una vasta opera di evangelizzazione rimane quella di fare sul serio l’Azione Cattolica, cioè di
formare cristiani completi, profondamente ancorati al soprannaturale e consapevoli delle proprie responsabilità verso la Chiesa e i fratelli”. Finito il suo lungo servizio di presidente dell’Azione cattolica
(dal 1964 al 1973), Bachelet, che aveva continuato a insegnare diritto nella facoltà di scienze politiche della Sapienza, a Roma, assunse tre anni dopo, con il medesimo spirito di dedizione, un altro
servizio: quello di vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. In quello stesso salone del Palazzo dei Marescialli, due
anni prima del suo “martirio” nella sua Università, i membri di quel
consesso lo avevano sentito ricordare con coraggio (“Se noi tacessimo griderebbero le pietre”) le figure di un magistrato e di Aldo Moro, anch’essi vittime delle Brigate Rosse. Il mondo “laico”, di cui si
era guadagnato la stima e che ne guardava ammutolito la salma nella camera ardente, quella mattina di febbraio fredda ma piena di sole, non sapeva che, lasciando la presidenza dell’Ac, Vittorio Bachelet aveva fatto sua una celebre frase di Tagore, l’indiano premio
Nobel per la poesia: “Io dormivo e sognavo che la vita non era che
gioia; mi svegliai e ho visto che la vita non era che servizio. Ho servito e ho visto che il servizio era la gioia”.
Piergiorgio Liverani
17 febbraio 2005
10
Quaresimali
da Loreto
mons. Angelo Comastri
in diretta su Radio Duomo
Senigallia inBlu
Un gruppo di immigrati residenti in diocesi si sta formando per
che ricevere i sacramenti. È Il catecumenato, un itinerario che
porta all’incontro con Cristo nella Chiesa.
Adulti verso il Battesimo
A
nche il nostro territorio da diversi
anni vede una presenza sempre
più numerosa di stranieri che immigrano nelle nostre zone per lavoro. È
una presenza che arricchisce il nostro
tessuto sociale, ma arricchisce anche le
nostre comunità cristiane. Diverse persone adulte, vivendo accanto a colleghi e
amici cristiani si vanno ponendo la domanda di poterlo diventare anche loro.
Come risposta a questo desiderio da
quest’anno è suggerito il catecumenato,
un itinerario di fede che guida questi
adulti verso il battesimo, accompagnati
da altri cristiani che li aiutano in questo
cammino di fede. In questo la Chiesa riscopre il suo significato originario, che è
quello di essere comunità che annuncia
il Vangelo e nello stesso tempo si lascia
evangelizzare. Di conseguenza l’impegno di accompagnare i catecumeni non
va visto come una fatica in più ma come
un dono di Dio per tutta la comunità. La
sottolineatura della necessità insostituibile della comunità ecclesiale mostra
con forza che la fede cristiana, fin dall’inizio, non è qualcosa di intimistico e di
individualistico, bensì è una realtà che
possiede una intrinseca dimensione ecclesiale. Il catecumenato comprende
momenti di ascolto e annuncio della Parola di Dio, catechesi, preghiera, verifiche, celebrazioni liturgiche e sacramentali, esperienze di sacrificio e penitenza,
carità. Lo scopo di questo itinerario è
portare all’incontro personale con Cristo
nella Chiesa, fino ad assumere sempre
più la mentalità di Cristo, il suo modo di
vedere, giudicare e agire.
Uno dei momenti liturgici previsti prima del battesimo è la celebrazione del
rito dell’elezione, che quest’anno si è
svolto domenica 13 febbraio, durante il
quale undici adulti, uomini e donne,
hanno confermato il desiderio di ricevere il battesimo e di far parte della chiesa
come cristiani. Questo loro desiderio è
stato accolto dal Vescovo e la stessa comunità cristiana è invitata a percorrere
insieme a loro questo periodo quaresi11
male accompagnandoli alla celebrazione
della Veglia pasquale in cui riceveranno
i sacramenti del battesimo, della cresima
e dell’Eucaristia.
Un itinerario analogo è suggerito per
quanti, adulti e giovani, hanno sì ricevuto il battesimo, ma per diversi motivi
non hanno celebrato la Cresima e ora intendono portare a compimento questo
loro percorso di fede. Anche questo itinerario prevede dei momenti di catechesi e delle celebrazioni liturgiche, tra le
quali la riconsegna del Credo, celebrata
quest’anno domenica 6 febbraio da 23
persone. Essi, davanti al Vescovo e alla
comunità cristiana hanno recitato il Credo esprimendo così l’impegno di vivere
la loro fede in Gesù Cristo e il loro essere cristiani nella vita quotidiana con impegno e coerenza.
Questo due itinerari catecumenali
rappresentano due novità pastorali, che
hanno come obiettivo accompagnare
questo adulti verso il battesimo o verso la cresima con un vero cammino di
fede, non solo con alcune semplici conoscenze catechistiche Nello stesso
tempo diventa una sollecitazione per le
nostre parrocchie a trasmettere ad altre
persone quella fede che le nostre comunità cercano di vivere.
don Luciano Guerri
17 febbraio 2005
C
ontinuando la sua opera pastorale a Loreto Mons. Comastri per il nono anno consecutivo predicherà i Quaresimali
Lauretani ogni martedì alle ore
21.00 nella Basilica che custodisce
la Santa Casa. Il tema generale è
“Nel buio brillano le stelle” che
prende spunto da una frase di S.
Massimiliano Kolbe: “Falsa è l’idea, abbastanza diffusa, che i santi
non siano stati simili a noi”.
Le date ed i temi
di ogni martedì che
RADIO DUOMO
(95.2 Fm) seguirà
in diretta:
15 febbraio - Charles de Focauld
(1858-1916): “Con Cristo è bello anche il deserto!”, 22 febbraio - Alessandra di Rudinì Carlotti (18761931): “L’amante di Gabriele D’Annunzio diventa carmelitana”; 1 marzo
- Alessandro Serenelli (1882-1970):
“Un uomo vinto dalla sua vittima”, 8
marzo - Benedetta Bianchi Porro
(1936-1964): “Dio abita anche nel dolore” 15 marzo - Paolo Tahashi Nagai (1908-1951): “La fede è più forte
della bomba atomica”, 22 marzo Madre Teresa di Calcutta (19101997): “Il sorriso tra i disperati”.
esperienze di chiesa
Proposte e suggerimenti per il 2005 proclamato dal Papa
Cinema Gabbiano - Senigallia - tel. 071 65375
Anno dell’Eucaristia
Formazione
- Una riflessione sul giorno del Signore da vivere all’interno del Consiglio
Pastorale Parrocchiale e nei gruppi
della parrocchia (in particolare incontri con i genitori e le famiglie).
- Incremento o costituzione del Gruppo Liturgico in ogni parrocchia. La
formazione può essere fatta sui “Principi e norme del Messale Romano”
oppure sulla prima parte del Sussidio
diocesano di animazione liturgica. Cura dei ministri istituiti e dei ministri
straordinari della Santa Comunione,
dei ministranti, della schola cantorum.
- Accompagnare la vita spirituale di
chi, trovandosi in situazioni irregolari
e partecipando alla santa Messa, non
può ricevere la comunione eucaristica.
Celebrazione
- Cura della celebrazione eucaristica domenicale, anche attraverso il sussidio
preparato dall’Ufficio Liturgico in collaborazione con l’Azione Cattolica Giovani: in parrocchia ci sia almeno una celebrazione eucaristica “esemplare”.
- Celebrare convenientemente l’anniversario della dedicazione della propria chiesa.
- Una settimana eucaristica in ogni
parrocchia, magari in preparazione alla Festa del Patrono.
Carità
La domenica è il giorno della carità.
Le parrocchie riaffermino una pastorale della carità che, attraverso l’incontro con Cristo nell’Eucaristia,
venga vissuta costantemente in ogni
singola realtà parrocchiale. Ogni cristiano è chiamato a farsi prossimo
agli uomini e alle donne che vivono
in situazioni di frontiera: i malati e i
sofferenti, i poveri, gli immigrati, le
tante persone che faticano per trovare
ragioni per vivere...
Ai credenti è chiesto di prendere a cuore tutte queste forme, nuove e antiche,
di povertà e a inventare nuove forme di
solidarietà e di condivisione: “è l’ora
di una nuova fantasia della carità”.
Sarebbe bello riprendere l’invito del
esperienze di chiesa
Convegno ecclesiale di Palermo a far
sorgere in ogni comunità parrocchiale,
accanto agli spazi per il culto e la catechesi, un’attenzione concreta alle persone bisognose.
La presenza della parrocchia nel territorio si esprime anzitutto nel tessere
rapporti con i suoi abitanti, cristiani e
non cristiani, partecipi della vita della
comunità o ai suoi margini. L’invito
del Papa a sprigionare “una nuova
fantasia della carità” interpella e
coinvolge direttamente tutte le realtà
parrocchiali, piccole e grandi: perché
in ognuna può concretizzarsi questa
fantasia, perché in ognuna è presente
la sofferenza.
Nelle singole comunità può nascere un
gruppo di persone che dedichi del
tempo per riflettere e trovare forme di
condivisione, ad esempio, per realizzare alcuni di questi percorsi:
- fare una mappa delle famiglie e delle
persone in situazioni di disagio e sofferenza;
- visitare i malati a domicilio o nelle
strutture sanitarie;
- farsi vicini e dare del tempo a persone che vivono disagi fisici, psichici; attivare famiglie in aiuto ad altre famiglie attraverso servizi concreti.
Adorazione
Promozione del culto eucaristico e
della preghiera personale e comunitaria davanti al Santissimo
- la semplice visita al Santissimo Sacramento riposto nel tabernacolo; utile
il sussidio preparato da p. Gilberto,
parroco di Marzocca, che ha riscritto
in lingua correte le Visite al SS. Sacramento di S. Alfonso: si può tenere in
chiesa per la preghiera personale;
- l’adorazione dinanzi al Santissimo
Sacramento esposto: le parrocchie che
non hanno l’adorazione eucaristica
settimanale la promuovano; alcune
parrocchie la vivono al mattino il giorno del mercato, altre la sera dopo cena, altre dal mattino fino alla messa
vespertina.
- Proporre in particolari circostanze
l’adorazione notturna, per esempio in
preparazione ad una festa particolare o
alla festa del patrono.
17 febbraio 2005
La programmazione è sul sito: www.saledellacomunita.it
Le conseguenze
dell’amore
Impegni per
ogni cristiano
La Domenica:
giorno del Signore
- Partecipazione costante alla
Messa domenicale ed anche
ogni tanto feriale.
- Partecipazione alle iniziative
di formazione della parrocchia.
- Preparazione alla Messa leggendo a casa il Vangelo della
Domenica.
- Dare la propria disponibilità
ad animare la celebrazione eucaristica.
- Almeno la domenica una preghiera prima dei pasti.
- Programmare la domenica:
pensare a quando partecipare alla Messa e vivere la giornata
non scaricando le tensioni della
settimana o dormendo, ma ricreando lo spirito, i rapporti, l’amicizia, la famiglia, la cultura.
- Non fare la spesa di domenica
e scegliere quei negozi che di
domenica non aprono, nella logica del consumo critico.
La Domenica:
giorno della Carità
- Visitare una persona sola.
- Dare la propria disponibilità
per la mensa domenicale alla
Caritas.
- Invitare a pranzo una persona
in difficoltà.
- Passare un po’ di tempo alla
Casa di riposo.
- Dedicare tempo all’informazione fuori dei soliti circuiti.
- Farsi promotori di una iniziativa di solidarietà.
12
Regia: Paolo Sorrentino
Italia, 2004 – 100’
Titta di Girolamo, un uomo di cinquantanni, del sud, vive da otto anni in
un’anonima camera d’albergo di un’anonima cittadina della Svizzera italiana. Non gli resta altro che attendere la
fine di questa triste e solitaria esistenza, marcata da gesti abitudinari e da
una cronica mancanza di immaginazione. Dei piccoli grandi avvenimenti
scuoteranno pian piano il suo quotidiano vivere, donandogli nuova linfa vitale
e allo stesso tempo segnando inevitabilmente il suo tragico destino.
È
un personaggio che rimarrà a
lungo impresso nella memoria
questo Titta Di Girolamo: uomo
deluso, reso ostile dalle vicende della
vita e tuttavia non del tutto arido, anzi
capace di far emergere dal fondo del
proprio raziocinio la lucidità di uno
scatto d’orgoglio, la rabbia di una reazione tanto calma quanto intensa, in
grado di sostenere un dolore all’apparenza insostenibile. Piccolo ingranaggio nella camorra che fabbrica morte,
Titta vive da morto ma intuisce di poter
morire finalmente sentendosi vivo. In
un’esistenza sterilizzata, costretta a reprimere le emozioni, le conseguenze
dell’amore (bellissimo titolo) irrompono e aiutano a ricostruire un’etica esistenziale a lungo rifiutata.
A rendere speciale questo film, a renderlo così profondamente diverso dal
solito cinema italiano che ben conosciamo, convergono molti fattori che in
una sorta di alchimia quasi magica riescono a fondersi perfettamente e altrettanto magicamente rimangono sempre
in perfetto equilibrio.
Il più evidente è la magistrale interpretazione di Toni Servillo, volto forse poco noto sul grande schermo ma
attore di grande esperienza teatrale,
che con molti silenzi, sguardi eloquenti, gesti compassati e poche parole, mai sprecate, e declamate con
un tono ed un ritmo, appunto, da opera teatrale riesce a rendere amabile e
familiare un personaggio difficile come quello di Titta e allo stesso tempo
ad affascinare lo spettatore con
un’aura di mistero e indecifrabilità. I
suo duetti, quasi sempre silenziosi,
con i colleghi Olivia Magnani,
Adriano Giannini e con il resto del
cast sono deliziosi e avvincenti; i suoi
primipiani, le sue lunghe camminate,
i suoi sguardi laconici il vero cuore
del film. Il tutto accompagnato da una
colonna sonora anticonvenzionale che
ben si adatta alle varie situazioni e da
alcuni movimenti di macchina davvero molto ispirati in un riuscito mix tra
cinema “classico” e “moderno”. Ma è
la sceneggiatura dello stesso Sorrentino, ovviamente, a rendere possibile
tutto ciò; una sceneggiatura solida,
ben strutturata ed equilibrata, che sa
avvincere e soprattutto nasconde al
suo interno alcuni temi decisamente
interessanti.
Lo è, per esempio, quello solo accennato, ma fondamentale, del contrasto tra amicizia e amore, due sentimenti spesso coincidenti e vicini, ma
in quest’opera opposti: se il ricordo di
un vecchio amico riesce ad essere
rassicurante anche nella peggiore delle situazioni, perchè “quando si è
amici è per sempre”, l’amore è un
sentimento talmente potente da essere
pericoloso, soprattutto quando arriva
inaspettato, senza preavviso alcuno,
quando ormai la vita sembra non avere più nulla in serbo. Titta ne è consapevole, tanto da appuntarsi su un memo di non sottovalutare le conseguenze dell’amore, e quando finalmente
trova il coraggio di farsi avanti con
Sofia ammette serenemente che “sedersi a quel bancone è la cosa più pericolosa che abbia mai fatto”.
E i fatti dimostreranno che è assolutamente vero, perchè a quel semplice
atto, per di più anch’esso scaturito da
un altro evento inaspettato come l’arrivo del giovane e scapestrato fratello, corrisponderanno delle scelte e dei
cambiamenti radicali che trasformeranno quella sua “non-vita”, quel suo
personalissimo limbo, in una vita vera, con obiettivi reali e prospettive
concrete, la cui durata sarà breve e
fuggevole, ma talmente intensa da
renderla finalmente significativa e degna di essere vissuta, nonchè da regalare al film un posto speciale nel
cuore dello spettatore.
23 febbraio - “Le conseguenze dell’amore” Ingresso: 5 euro - ore 21.15
13
17 febbraio 2005
Dal 17 al 24 febbraio
• MUSICA
Ostra — Teatro la Vittoria (071.
2074239), venerdì 18 ore 21.30,
per “le strade del jazz” suonerà il
Frank Kinbrough Trio.
Ancona — Teatro sperimentale
(071.52525), domenica 20 ore
17.30, per la Stagione concertistica 2004-2005, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta da
Gustav Kuhn suonerà musiche di
W. A. Mozart e J. A. Brukner.
Senigallia — Auditorium san Rocco
(071.6629350), sabato 19 ore
21.15, per i “Concerti in auditorium 2005” i Grandi Solisti (Natalia Gutman – violoncello, Alexander Kagan – violino e Viacheslav
Poprugin – pianoforte) suoneranno
musiche di J. S. Bach (adagio e
fuga dalla Sonata in sol min. per
pianoforte), E. Ysaye (Sonata n. 3
per violino solo “ballata”), J.
Brahms (Sonata n. 3 in re min.
per violino e pianoforte e Trio n.
2 in do min. per violino, violoncello e pianoforte) e F. Mendelssohn (Sonata n. 2 in re magg. Per
violoncello e pianoforte).
Montemarciano — Teatro Alfieri
(0712074239), domenica 20 ore
21.15, per “le strade del jazz”
suonerà l’Erin Bode Quartet.
• TEATRO E DANZA
Ancona — Teatro delle Muse
(071.52525), da giovedì 17 a sabato19 ore 20.45 e domenica 20 ore
16.30, per la Stagione di prosa
2004-2005 sarà rappresentata
“L’opera da tre soldi” di Bertold
Brecht. Regia di Pietro Carriglio.
Fano — Teatro della Fortuna
(0721.887412), da giovedì 17 a sabato 19 ore 21.15, per la stagione
teatrale 2004-2005 sarà rappresentato “Buchettino” di Romeo
Castellucci. Regia di Chiara Guidi.
Ostra — Teatro la Vittoria (071.
7980606), domenica 20 ore 17,
sarà rappresentato “Due di noi”
di M. Frayn. Regia di Vittorio
Saccinto.
• CINEMA
Senigallia — Cinema Gabbiano
(071.65375), mercoledì 23 febbraio ore 21.15, per la rassegna
“Frammenti dalla Biennale
2005” sarà proiettato e discusso
il film “Le conseguenze dell’amore” di Paolo Sorrentino.
Tullio Piersantelli
mass media
www.
vita.it/communitas
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qua e là
il libro
Io sono nessuno
Vita e morte di Annalena Tonelli
L’Azione Cattolica di Senigallia vivrà il 26 febbraio il rinnovo dei responsabili
Vita è anche mensile
U
na rivista per “capire come sia
possibile fare comunità nella società delle paure e della diaspora”. Si presenta così “Communitas”, il
nuovo mensile (dall’11 febbraio in edicola), promosso dal settimanale “Vita”.
“Sono passati dieci anni - scrive Riccardo Bonacina, direttore editoriale di
‘Vita’, nella nota di edizione - da che il
settimanale ‘Vita’, promosso da un
gruppo di giornalisti e di associazioni
di volontariato, debuttò in edicola con
la promessa di dar voce a quella parte
di società italiana che nel 1994 i media
e le tradizionali forme di rappresentanza neppure vedevano e intercettavano.
La nuova sfida di ‘Vita’, dieci anni dopo, si chiama ‘Communitas’. Un mensile che si propone di essere casa e pensatoio degli innovatori sociali”.
“Communitas”, spiega Bonacina, sarà
la “casa” di “tutto ciò che di vivo e
nuovo si muove nella società di mezzo”; sarà “il luogo dei costruttori di comunità. Comunità in cui la libertà dell’io sia mobilitata per la costruzione co-
mune, per l’interesse di tutti, e non per
la convenienza della propria tribù”. E il
direttore di “Communitas”, Aldo Bonomi, aggiunge nel suo primo editoriale:
“Comunità è una parola fantasmagorica. Fantasma di ciò che non è più: la
comunità appunto. Allegoria di ciò che
ci manca di ciò che sentiamo come una
mancanza: la comunità come assenza.
L’abbiamo allora declinata al latino,
‘Communitas’, prendendo a prestito
dal filosofo Roberto Esposito il titolo
del suo libro con appresso il bagaglio
di buoni consigli per maneggiarla
sempre come una assenza, come qualcosa che ci manca”. Cosa contiene il
primo numero del mensile? “260 pagine, 28 articoli, 26 autori – dice Bonacina - sono i numeri con cui ‘Communitas’ si presenta come ‘rivista di racconto e di interpretazione’”. Tra i
prossimi argomenti di cui si occuperà
“Communitas”: “L’aiuto umanitario”,
“Vita artificiale”, “Imprese: quanto
paga il sociale?”. Per informazioni:
http://web.vita.it/communitas.
di R. Italo e M. Fagiolo
A 40 anni dalla “Inter mirifica”, alcune iniziative
Dal Corriere della Sera del 7 ottobre
2003: “Annalena, la santa fermata da un
fucile. Uccisa l’italiana che da 33 anni
curava i malati d’Africa. L’ultimo messaggio: la vita ha senso solo se si ama”.
Annalena Tonelli, 60 anni, era stata uccisa due giorni prima, nella sua Somalia. Qui il crescente successo professionale e umano del suo tubercolosario
aveva attirato minacce e ricatti: “Una
cristiana non può essere più brava di
noi”, dicevano.
Il libro è la prima ricostruzione della
complessa vicenda, a un anno esatto
dalla morte. Ma non solo: è anche la
presentazione biografica di Annalena
Tonelli. Di lei, inoltre, si riportano in
appendice alcuni scritti di grande valore
spirituale.
È la prima inchiesta sull’assassinio, i
presunti colpevoli, i loro moventi, il
punto delle indagini: si scoprirà che la
morte della Tonelli si inserisce nel quadro del terrorismo proveniente dall’integralismo islamico.
La biografia e la spiritualità
di una donna destinata a diventare una grande protagonista della fede.
Pag. 224
€ 14
Chiesa e media: passato e futuro
Edizioni San Paolo
mass media
U
na Lettera Apostolica interamente dedicata alle comunicazioni sociali e un simposio
internazionale su ‘Chiesa e media,
un futuro che viene da lontano’, promosso dal Pontificio Consiglio per le
Comunicazioni Sociali per celebrare
il 40esimo anniversario del decreto
conciliare ‘Inter Mirifica’ sui mezzi
della comunicazione sociale.
Sono queste le prime iniziative che
Giovanni Paolo II ha in agenda, una
vera e propria offensiva del Papa nel
mondo dei media.
Per tre giorni, dal 24 al 26 febbraio prossimi, giornalisti, televisivi
e della carta stampata, sociologi,
psicologi, vescovi e religiosi si confronteranno attorno a quattro domande: si può parlare di Dio nell'informazione?
È possibile evangelizzare attraverso i mass media? Che cosa si aspettano i media dalla Chiesa? E che cosa si aspetta la Chiesa da loro?
La relazione introduttiva del convegno sara' tenuta da Ferruccio de
Bortoli, neo-direttore del Sole 24
Ore che prenderà la parola subito
17 febbraio 2005
dopo monsignor John Foley, presidente del Pontificio Consiglio. Tra i
relatori anche il presidente dell’Associazione Stampa Estera, Antonio
Pelayo, i corrispondenti dell’Associated Press e della Itar-Tass, il direttore di Le Point.
“L’iniziativa nasce dal desiderio di
riflettere assieme agli addetti ai lavori. Vogliamo interrogarci se è possibile o meno parlare di Dio in televisione, sui giornali, alla radio? Che
spazio dare a questo tema? Come
aiutare la comprensione del messaggio cristiano?”, ha spiegato il segretario del Pontificio Consiglio delle
Comunicazioni Sociali, mons. Renato Boccardo, per il quale “la Chiesa
è un po’ come Davide col gigante
Golia. Davide è un ragazzino che ha
in mano solo una pietra.
Dall’altra parte c’è Golia, un gigante potente e dotato di armi e corazza. Nella Bibbia a vincere e' Davide. Nel nostro caso la Chiesa ha la
coscienza che nonostante la sua povertà di mezzi a disposizione, è portatrice non tanto di un messaggio tra
gli altri, ma ‘del messaggio’.
14
Sì, gratuitamente
l’Ac diocesana in assemblea
S
ì gratuitamente”, questo è lo slogan che ha guidato il
nostro cammino assembleare. Due parole cariche di significato, due parole che esprimono il gusto dell’impegno, del servizio e della responsabilità.
L’assemblea elettiva in Ac è il momento delle assunzioni
di responsabilità: tutti gli aderenti sono chiamati a fare il
punto della situazione sulla vita dell’associazione a tutti i livelli, e sono chiamati a dare il loro insostituibile contributo.
La riflessione sul cammino fatto e su quello ancora da compiere, l’assunzione di responsabilità nei confronti dell’associazione stessa, fanno dell’Azione Cattolica un’associazione
ecclesiale democratica. Anche questo è un modo per vivere
continua a pagina 18
15
17 febbraio 2005
Assemblea elettiva di Ac
Le assemblee
parrocchiali
e diocesana:
luogo di gestione
democratica
dell’associazione
e occasione
per assoparare
un po’ di più
la bellezza
di essere insieme.
Q
ueste ultime settimane, a cavallo
tra gennaio e febbraio, sono state
per l’Azione Cattolica della nostra
diocesi “tempo di assemblee parrocchiali”.
Ma che cos’è un’assemblea parrocchiale?
Da manuale risponderemmo che è il
momento in cui, ogni tre anni, nella nostra associazione, si rinnovano le cariche
e si nominano i delegati che andranno a
votare all’Assemblea Diocesana. Ed è
perciò, sotto questo aspetto, un atto puramente formale, indiscutibile e inevitabile,
in quanto incarna la connotazione democratica della nostra associazione. Ma, co-
Il gusto
dell’assemblea
me tutti gli atti formali, viene spesso vissuto con noia e pesantezza, forse proprio
perché nella sua indiscutibilità spesso se
ne perde (o se ne dimentica) il gusto e il
vero significato.
Il senso più profondo delle assemblee,
invece, non sta tanto nel rinnovo delle cariche quanto nel fatto che, come associazione, non possiamo prescindere da una
continua verifica e riprogrammazione del
nostro cammino: l’assemblea ci costringe
ad un vero e proprio cammino assembleare, cioè ad analizzare ciò che stiamo facendo, a verificare il raggiungimento degli
obiettivi che ci eravamo dati e ripensarne
dei nuovi(perché nel frattempo molte cose
sono cambiate), a riconfrontarci ogni volta
con le nostre disponibilità e le nostre responsabilità. È finalmente l’occasione per
tirare fuori e dire ad alta voce tutto ciò che
di bello c’è nella nostra associazione, ma
anche per dire cosa ci ha deluso, che cosa
ci manca, quali sogni nel cassetto abbiamo per la nostra AC, e ripartire con nuovo
slancio missionario.
Il momento vero e proprio dell’assemblea poi ha un’ulteriore grande valenza:
quella del legame con il centro diocesano. La presenza di un delegato della presidenza diocesana ad ogni assemblea
parrocchiale non è solo una formalità, è
invece la garanzia di un tempo privilegiato di ascolto. Il legame delle parrocchie con la diocesi è una caratteristica
molto importante della nostra associazione: è aiuto reciproco, ma anche ascolto
reciproco, è incontro con la Chiesa diocesana e con il Vescovo, è sostegno in un
cammino che si fa insieme.
Inoltre il raccontarsi ad un esterno ha la
capacità di riportare a galla i sentimenti e
le emozioni dei momenti più belli della vita parrocchiale e di rileggere anche il quotidiano con occhi nuovi e più attenti a ciò
che di importante si sta facendo.
Nella mia poca esperienza, se dovessi
dare una definizione non da manuale, oggi
direi che le assemblee elettive sono volti,
parole, sorrisi, passione, sono momenti
forti e importanti di relazione.
E in questo clima di rinnovamento,
non solo dei responsabili associativi ma
anche dell’AC stessa, il più grande augurio non può essere che quello riportato
nel testo “A misura di parrocchia”: “Saranno le persone a fare nuova l’AC:
questo significa che non saranno né le
strutture, né gli Statuti, né i Progetti, ma
il cuore, la disponibilità e la creatività
delle persone, disposte a giocarsi nella
novità di un cammino di santità e di impegno missionario.”.
Cristina Vitali
Assemblea parrocchiale a Cesanella
Assemblea elettiva di Ac
17 febbraio 2005
16
adesso
tocca
a noi!
La prima volta
dei ragazzi
dell’Acr.
Anche loro
vivranno
la loro assemblea
I
n questi giorni gli acierrini della
nostra diocesi si sono visti recapitare dai propri educatori a nome di
tutta la presidenza diocesana di AC
un invito veramente speciale, quello
alla I Assemblea Diocesana dei Ragazzi. “Ora tocca a noi” è lo slogan di
questo appuntamento che si svolgerà
sabato 19 febbraio al cinema Gabbiano. Anche i ragazzi saranno chiamati
ad esprimere cosa pensano della nostra associazione e come sognano
che essa risponda alle loro domande.
Di sicuro sarà una giornata da ricordare: riscopriranno le caratteristiche
dell’ACR e tutte le persone, giovani
e adulti, che nelle parrocchie e in
diocesi si impegnano per loro. Soprattutto diranno la loro su quella
che finora è stata per essi l’esperienza associativa. E tutto il resto dell’associazione si porrà in attento
ascolto delle loro voci.
L’Assemblea Diocesana dei Ragazzi non vuole essere un’iniziativa episodica in cui sottolineare il protagonismo dei ragazzi, ma si inserisce in
una riflessione che parte dall’Ufficio
Nazionale dell’ACR e su cui ci si è
soffermati intensamente di recente
nell’équipe diocesana ACR.
Niente di nuovo per l’ACR. Da
sempre il ragazzo è agli occhi degli
educatori e dell’associazione non un
oggetto e un semplice recettore delle
proposte dei più adulti. In ogni ragazzo l’AC ha sempre visto un soggetto
attivo, con il dono della creatività, ov17
vero la capacità di generare vita e
speranza attraverso i suoi gesti e la
sua “piccola” esistenza. I ragazzi sanno fare dono di sé, sanno rinnovare le
cose, sono interpellati e chiamati a dire la loro, ad agire e partecipare.
Il servizio associativo verso i più
piccoli nasce dalla consapevolezza,
divenuta scelta, di considerare i bambini e i ragazzi come parte attiva della
Chiesa, dell’associazione, della parrocchia, della società: persone in grado di interpretare il proprio mondo, di
raccontarlo ed esprimerlo con autenticità, di rappresentare con dignità il
proprio punto di vista.
Da queste premesse nasce un progetto nazionale, chiamato appunto
“Ora tocca a noi”, per riscoprire il
protagonismo dei ragazzi in tutti gli
ambiti della loro vita, dalla famiglia
alla scuola, dalla città alla Chiesa.
Questo di sabato 19 febbraio potrà essere un primo passo per la nostra associazione diocesana per iniziare un
cammino che si propone di far crescere i ragazzi nello spirito di partecipazione e corresponsabilità, non solo
nelle dimensioni della quotidianità
che appartengono solo a loro, ma anche in tutte quelle situazioni in cui
condividono un bene con gli altri,
coetanei e non.
È necessario ascoltare i ragazzi,
perché le nostre proposte siano sempre adeguate risposte alle loro esigenze, ai loro desideri, alle loro domande. Ma i ragazzi, oltre che parlare,
17 febbraio 2005
possono anche impegnarsi, perché sono capaci di farlo. È qui il cambio di
prospettiva che diventa anche uno degli obiettivi della formazione ACR di
quest’anno: non più le cose, gli impegni e le attività ad occupare il tempo
dei ragazzi, ma i ragazzi stessi che
occupano pienamente, abitandole, tutte le cose che fanno.
Questa nuova AC che vuole essere
fedele alle persone, ai contesti di vita,
al presente, non può non essere fedele
alla soggettività dei piccoli: anche
dalle loro parole e dalle loro potenzialità si può costruire. Intanto, sabato
tocca ai ragazzi.
Chiara Canonici
Assemblea elettiva di Ac
Una giornata di festa per l’intera città
segue da pag. 15
pienamente la dimensione della laicità.
Tutto questo lavoro avrà valore, tanto più, quanto saremo capaci di farci
guidare dall’atteggiamento espresso
caratterizzata da tanti appuntamenti:
l’assemblea dei ragazzi, che per la prima volta si svolge anche nella nostra
diocesi; una notte con i mille colori
Assemblea parrocchiale al Portone
dallo slogan: “Sì, gratuitamente”. La
gratuità dà forza e robustezza a tutto il
nostro impegno. La gratuità farà di noi
persone coerenti al Vangelo… ricordiamo tutti “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” , e gratuitamente tutti abbiamo ricevuto il meraviglioso e incontenibile dono che trasforma la nostra vita: l’Amore di Dio!
Quest’anno la nostra assemblea sarà
della speranza, vissuta dai giovani;
l’assemblea elettiva per tutti i soci e, in
particolare, per i delegati delle associazioni parrocchiali, chiamati ad eleggere il nuovo consiglio diocesano; la
proiezione di un film, sul quale mi soffermo un po’.
Avremo in prima nazionale un filmdocumentario sulla vita del nostro carissimo amico don Anto Ledic, parro-
co di Solakova Kula, nella diocesi di
Sarajevo. Il regista bosniaco Sead
Dikic, conoscendo la vita di don Anto,
ha ritenuto che lui rappresentasse bene
la situazione e le speranze della Bosnia
e Erzegovina di oggi! Da tantissime
ore di riprese, ne ha tratto un indimenticabile e coinvolgente film di circa
un’ora. Siamo orgogliosi di poter vivere questa opportunità! Ci fa inoltre riflettere il fatto che, con il nostro gemellaggio, senza rendercene quasi
conto, siamo arrivati proprio al cuore
della vita di questo affascinante Paese!
Quest’opera va ben oltre il nostro gemellaggio ed è un’occasione che vogliamo offrire alla città intera e ai paesi della nostra diocesi. È il desiderio di
guardare fuori dalla nostra finestra per
accorgerci di quanto è grande e bello il
mondo, di quanta gente è stata costretta ad affrontare sofferenze tremende
senza perdere la speranza in Dio! E’
l’atteggiamento tipico dell’Ac, dei
suoi aderenti, che si sentono a casa
propria nella Chiesa che, come dice il
Concilio Vaticano II, “sente come proprie le gioie e le speranze, le tristezze e
le angosce degli uomini di oggi… Perciò essa si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e
la sua storia”!
“Sì, gratuitamente” allora, per un
nuovo triennio insieme: pieno di amicizia, fede e passione!
Anna Gobbetti
Il gemellaggio con Solakova Kula continua
Amici…
fin sul tetto!
I
n occasione della visita che don
Anto ci farà proprio nei giorni
dell’assemblea, vogliamo collaborare attivamente al suo instancabile lavoro per sostenere la comunità cristiana della sua parrocchia.
In questi anni abbiamo contribuito
con le nostre offerte a tante cose,
alcune come: il sostegno alle singole famiglie in gravissima difficoltà nell’immediato dopoguerra,
un’auto fuoristrada per permetter a
Assemblea elettiva di Ac
don Anto di spostarsi con facilità,
il consolidamento di un tratto di
strada, l’acquisto di bestiame per
riattivare un’attività lavorativa…
Ora ci viene chiesto un contributo straordinario per ricostruire il
tetto della chiesa principale di Solakova Kula, sventrata a causa della guerra. La chiesa rapprensenta il
luogo dove ci si ritrova, alcune
volte l’anno, con i tanti cristiani
della parrocchia che a causa della
17 febbraio 2005
guerra non abitano più lì. In quella
chiesa la comunità, sparsa ormai in
diversi Paesi, si ritrova e alimenta
la propria fede, che proprio in quella terra è cresciuta e si è fortificata
negli anni passati.
I nostri amici hanno bisogno di
un nostro impegno particolare e
noi, da parte nostra, vogliamo proprio esserci su quel tetto, per testimoniare così la nostra amicizia e la
nostra gratitudine.
18
Pio IX e la sua Senigallia
Presentato il programma turistico
Pensando già
all’estate
S
A
nche quest’anno, il 7 Febbraio, l’Opera Pia ha inaugurato alcuni locali che si
aggiungono ai tanti altri già esistenti. A tale notizia sembra quasi di
non poterci credere, ma è proprio
cosi: l’Opera Pia, nella sua vastità,
continua a crescere ogni anno.
All’omelia il Vescovo Orlandoni,
ha ricordato la vita del Pontefice
senigalliese: “Un Papa può esprimersi in diversi campi, può occuparsi di tante cose , ma il suo ruolo
fondamentale è quello di trasmettere, custodire e diffondere la fede.
In questo giorno 7 Febbraio ricordiamo la nascita del nostro grande
Pontefice senigailiese, il Beato Pio
Nono. Il suo lungo pontificato è
stato esercitato nei periodi più travagliati e tumultuosi della storia.
La sua figura di Papa, come quella
di ogni altro Papa, è comprensibile
solo nell’ottica della dimensione
religiosa. Pio IX ha ricevuto come
Pietro, il mandato di confessare la
fede, di custodire la fede, di diffondere la fede e questo il nostro Papa
senigalliese lo ha assolto con fedeltà assoluta, con coraggio indomito, in mezzo a prove, incomprensioni, seccature di ogni genere.
Ma difeso strenuamente la fede
contro dottrine e ideologie perverse, discendenti dalla negazione di
Dio, dottrine e ideologie di cui oggi vediamo le conseguenze. Anche
le opere di carità, in particolare i
segni di munificenza, che ha voluto
offrire alla sua Città natale, tra cui
la benemerita Opera Pia , che da
lui prende il nome, sono il frutto
dell’amore che Pio IX ha nutrito re
alimentato nella sua Pietà”.
Dopo l’ampia lettura del bilancio
(vedi pag.30), fatta con tanta chiarezza dal Presidente Verzolini, ha
preso la parola il Sindaco Luana
19
Angeloni, la quale ha detto: “Con
grande piacere anche nel 2005 abbiamo potuto tagliare un altro nastro, che conferma la crescita di un
miglioramento delle soluzioni logistiche del luogo in cui viene fornita
l’assistenza a persone che hanno bisogno e che hanno diritto di essere
trattate, curate e coccolate come
persone fragili e quindi bisognose
di attenzioni e di premure. L’Opera
Pia è un patrimonio sociale di questa Città, di questo territorio. Ha
una lunga storia che risale al suo
Fondatore, quindi più di 150 anni,
un Papa senigalliese, Pio IX, che
con lungimiranza ha voluto lasciare
alla sua Città una Istituzione capace di costruire quella coesione,
quel tanto a chi doveva pur fare
conto su qualcuno. Ecco una istituzione appunto come l’Opera Pia,
quando ancora lo Stato non era arrivato a garantire diverse protezioni come oggi con una crescita, non
solo delle Leggi, ma una sensibilità
della coscienza della volontà pubblica. Siamo orgogliosi di appartenere ad un Paese che èstato capace
di fare questo percorso. Siamo in
una fase in cui è difficile mantenere il passo, mantenere i livelli per
tutti, perché purtroppo oggi si fanno scelte che compromettono la
possibilità, per esempio dei Comuni, ma penso alla zona territoriale,
penso alla Regione e penso all’Opera Pia che nel frattempo è diventata Fondazione, ma mantiene la
stessa fmalità egli stessi obiettivi.
Il Vescovo ha ringraziato il Sindaco per l’apprezzamento alla realizzazione di opere di ampliamento
e lo ha ringraziato anche per l’interessamento del Comune per gli aiuti a questa benemerita Opera Pia.
guardo rivolto alla prossima stagione turistica: l’assessore Andrea
Nardella ha presentato il programma che prevede iniziative come “Una
settimana da Favola”,il “Summer Jamboree”, lo spettacolo pirotecnico sul mare,
la Tradizionale Fiera di Sant'Agostino e
la quinta edizione di “Pane Nostrum”.
L’attenzione è stata rivolta in particolare ai primi due eventi in calendario:
“Una settimana da Favola” è un progetto
rivolto alle famiglie ed in particolare ai
bambini,che prevede laboratori di giochi,
musica, narrazioni, danza, ecc. Ideato nel
2001,in quattro anni ha subito sviluppi
importanti in quanto diventerà da quest’anno un’inziativa di 15 giorni(dal 10
al 24 luglio) appoggiata anche dagli albergatori che regaleranno gadget di ogni
tipo a tutti i partecipanti;
Il Summer Jamboree e' l'evento di musica e cultura dell'America degli anni '40 e
'50 che ormai tutti i senigalliesi conoscono
e non solo visto che e'gia'stato,e lo sara' anche in futuro,pubblicizzato dal noto musicista Renzo Arbore nella sua trasmissione
in onda il sabato su RAI UNO.
L' evento e' previsto dal 1° all' 8 agosto
con un'anticipazione a giugno in una
giornata intitolata "Aspettando Summer
Jamboree".
Una menzione a parte merita il secondo progetto multimediale,un dvd dal titolo “Cuore di Marche” diretto da Luca Pagliari che ha l'intenzione di divulgare
l’immagine turistica, culturale ed enogastronomica non solo della città di Senigallia ma anche di altri 35 comuni vicini,da Jesi ad Arcevia.
Rino Girolimetti
17 febbraio 2005
dalla città di Senigallia
A denti stretti
Le svastiche appaiono sui muri della Rocca Roveresca
e sulla lapide dedicata a Dante. L’assessore alla Cultura Albani dice la sua: “Le scritte sui muri, i graffiti, i
writers, appartengono nel bene e nel male alla storia e
al costume degli uomini (consiglio di leggere i bei
saggi di Canali sulle scritture pompeiane) e se ne possono trarre conseguenze e considerazioni varie senza
incorrere né in moralismi né in facilonerie. Ma quando
si arriva a concepire di imbrattare con un simbolo di
assoluta violenza – la svastica, appunto – l’edificio più
nobile, più elegante, più rappresentativo della città, e
al contempo i versi del più importante poeta nazionale, i pensieri e le valutazioni devono essere altre ri-
Si scaldano i motori
spetto al consueto. Ovvero, c’è in questo atto una carica di violenza morale profonda, perché queste scritte
non sono state realizzate su un muro buio o in una parete anonima, ma hanno avuto un bersaglio ad alta
sensibilità umana, hanno voluto deliberatamente definire una violenza assoluta, che va ben al di là delle
consuetudini immaginabili.
Ora, pensando ai proiettili inviati al Sindaco e a quest’ultima circostanza – fatti che magari non sono legati tra loro – mi sento in coscienza di affermare che si
respira un’aria pesante, dove risulta improbabile pensare che sia tutto una bravata, o riconducibile alla eccessiva esuberanza di qualcuno. Il buio, la notte della
ragione, ci insegna la storia, comincia sempre così.
Spero di sbagliarmi, ma l’aria è davvero cupa”.
Elezioni, schieramenti, alleanze e candidature… A prima vista si
potrebbe affermare che ci sia in città un diffuso disinteresse nei
confronti della politica, ma in questi giorni si parla costantemente di questo. Si stanno definendo le candidature, e forse solo
quando saranno presentate ufficialmente le liste sarà possibile
sapere il numero di candidati a sindaco di Senigallia, chi e quali
forze li appoggiano.
Questo tema è stato anche al centro della quindicinale trasmissione di Radio Duomo basata sulle domande al sindaco da
parte dei cittadini.
a cura di Michele Pinto
www.viveresenigallia.it
Succede a Senigallia
Lunedì 7 febbraio
Si è svolto domenica pomeriggio,
per le stradine di Brugnetto, il tradizionale Carnevale che, tra carri,
canti e balli, è ogni anno un richiamo al divertimento. Giunto ormai
alla sua 30esima edizione, il Carnevale è una realtà consolidata del
paese, un appuntamento irrinunciabile con la fantasia. Molta la gente,
paesani e non, che ha partecipato
alla solare, ma fredda, giornata di
festa che si conclusa intorno alle 20
con il falò in piazza e i grandi girotondi di balli intorno.
rici realizzati da: Ambarabam, Casa
della Gioventù, Casine di Ostra, Castellaro, Centro Sociale Molinello 2,
Centro Sociale Sant’Angelo, Centro
Sociale Vallone, Fantaghirò, Giusy
Senigallia, Il Germoglio, Marina di
Montemarciano, Montemarciano, Noi
Insieme, Parrocchia del Duomo, Pianello di Ostra, Roncitelli, Scapezzano, Scout C.N.G.E.I. Senigallia, Stranalandia e Telefono Azzurro.
Mercoledì 9 febbraio
A Senigallia si è svolto il consueto
appuntamento con la sfilata dei carri
allegorici, partendo dalla ex pesa
pubblica, passando per Corso II Giugno, fino a Piazza del Duca, gremita
di famiglie, bambini e di giovani armati di bomboletta. Alla sfilata hanno partecipato carri e gruppi allego-
Venerdì 11 febbraio
Gli sportivi di Senigallia ricordano
Maurizio Bocchini, deceduto a soli
45 anni, grande protagonista della
vita calcistica della nostra Città, era
Dirigente da molti anni di uno storico Gruppo Sportivo. La sua grande
passione per il calcio lo portava ad
essere un Dirigente esemplare,
sempre pronto e disponibile a dare
il suo contributo alla realizzazione
dell’attività. Sabato e Domenica
sarà osservato un minuto di racco-
glimento prima di tutti gli incontri
del Campionato Dilettanti.
Sabato 12 febbraio
Nella serata di venerdì, all’orario di
chiusura, un malvivente è entrato
armato nella gioielleria di Francesco
Pecoraio, lungo i Portici a Senigallia.
Il negoziante è stato chiuso nel bagno da dove ha iniziato a gridare
cercando aiuto dalla finestra del bagno. Il malvivente, spaventato, ha
fatto in tempo ad arraffare alcuni
gioielli, per un valore di circa
25.000 euro ed è fuggito facendo
perdere le tracce.
Domenica 13 febbraio
Un’auto alle 5:25 è uscita dalla carreggiata dell’A14 all’altezza di Montignano per andare a schiantarsi contro un’abitazione adiacente all’autostrada. Il 31enne Alessandro Tommassoni di Ancona che era alla guida
del mezzo è morto nell’impatto.
Dill’ al monc’ in piazza
Ci avviamo verso Pasqua e quindi verranno - entro
marzo - i primi turisti,
come anche verranno le gite scolastiche con i pullman, specialmente
sul lungomare Dante Alighieri. Ora,
all’altezza del Ponterosso, c’è un
grosso inconveniente che abbiamo
segnalato qualche mese fa ma che
ancora non è stato in alcun modo risolto. Spieghiamo in che cosa consiste questo inconveniente grave: i
dalla città di Senigallia
pulman provenienti dalla Rotonda o
vicinanze per andare sulla Statale
molte volte imboccano Via Dalmazia in zona Ponterosso e all’inizio
di questa via non c’è nessun segnale
che indica l’altezza del ponte. A
metà via, poco distante dal ponte,
c’è il segnale che indica i limiti
massi di altezza e i pulman, a questo punto, devono fare marcia indietro e non è facile, specialmente perché c’è sempre una fila di auto e il
ponte è abbastanza basso. Perché
17 febbraio 2005
dibattito sulla città
Gli avvenimenti più importanti dal 6 al 13 febbraio
a cura di
Giuseppe Nicoli
non spostare la segnaletica e metterla al posto giusto? Che figura facciamo davanti ai turisti? Ripeto, è
stato segnalato il caso un’altra volta, ma le cose non sono cambiate.
Dopo le innumerevoli polemiche con la Margherita, lascia di stucco l’appendice finale con
tanto di foto con brindisi e volemose bene.
Come sono stati superati tutti i problemi, che
è impossibile negarlo, si sono presentati negli
ultimi mesi soprattutto quello sul direttore
generale che era così indigesto alla Margherita. Tutto a posto?
Tutto a posto nel senso che ha prevalso il desiderio di unità che è più forte delle legittime differenze che si possono avere sulle singole questioni. Da parte degli elettori viene forte nei confronti dei partiti, della politica la domanda di
unità, di chiarezza e le forze politiche del centrosinistra di Senigallia sono state capaci di trovare
una sintesi unitaria e di far prevalere il progetto,
cioè la volontà di continuare a governare la città
forti di una buona esperienza che abbiamo potuto portare avanti in questi cinque anni e quindi le
differenze di valutazione a livello di impostazione programmatica troveranno uno sviluppo del
confronto con il metodo che le forze politiche si
sono date. Quindi c’è metodo per continuare il
confronto, per definire il programma per i prossimi cinque anni ma su tutto ha prevalso lo spirito unitario. Io credo che questo sia un segno di
grande responsabilità.
[…]
C’è qualcuno tra i suoi avversari che teme
più degli altri? Pensa a qualcuno per il ballottaggio. O pensa che al primo turno già …
Penso che al momento non siamo in condizione di dire perché ognuno deve posizionarsi. Io
spero che i tanti elettori che magari sono incerti
o hanno così un rifiuto della politica e quindi anche dell’impegno diretto rispetto al Comune,
spero invece che questi elettori scelgano e spero
che possano apprezzare il lavoro che abbiamo
fatto. Per il momento ci organizziamo per parlare con tutti, per far conoscere le nostre buone ragioni che non sono solo le cose fatte ma anche i
progetti futuri perché la città ha bisogno di futuro, ha bisogno di credere nelle sue potenzialità e
di crescere. La nostra affidabilità spero che sia
ormai conosciuta e quindi ci impegniamo per
parlare con tutti e per conquistare consensi.
Gli attuali assessori. Con che criterio. Restano o …
Io intanto voglio dire che tutti gli assessori
hanno svolto il loro ruolo con impegno, dedizione e passione.
Tutti promossi!
Tutti promossi non lo deve dire il Sindaco. Lo
diranno gli elettori perché noi avremo tutti un
bell’esame che sono le elezioni e in democrazia
è quello che conta. Chiaramente, innanzitutto
sarà sottoposto a giudizio il Sindaco, che è chia-
Tanti auguri a chi si chiama: Corrado, Mansueto (19 febbraio); Eleonora, Irene, Norina, Nelly (21 febbraio); Raniero, Margherita (22 febbraio); Romana (23 febbraio); Modesto, Sergio, Mosé, Ida (24 febbraio); Romeo (26 febbraio).
20
Riportiamo parte dell’intevista radiofonica
al sindaco.
ramente più esposto, ma anche gli assessori insieme al Sindaco e, quindi, aspettiamo il giudizio degli elettori. Stiamo sviluppando il programma anche sulla base degli obiettivi di programma verranno scelte le persone più adeguate
per portarlo avanti. Io, per il momento, ringrazio
la mia squadra, la mia Giunta e tutti gli assessori
per il lavoro importante che hanno fatto. Ognuno ha messo quello che ha potuto e ripeto vada
comunque riconosciuto impegno e dedizione dopodiché costruiamo il programma, ci presentiamo agli elettori e poi vedremo. Un passo per
volta.
[…]
21
17 febbraio 2005
dalla città di Senigallia
G
li iscritti alla Scuola di Pace
hanno incontrato nei locali di
Via Marchetti 73 il regista teatrale Paolo Billi, ideatore del Teatro del
Pratello. E’ iniziato così il seminario di
mediazione teatrale, che continuerà giovedì 10 e 17 febbraio dalle ore 16 alle
ore 19, in collaborazione con il Tribunale dei minori di Ancona. Il progetto
teatrale, realizzato dal regista Billi,
presso l’Istituto penale minorile di Bologna (Ipm) cerca, attraverso il comune
lavoro tra ragazzi ospiti dell’Ipm, ragazzi provenienti da Comunità e studenti di Istituti superiori, di dar vita ad
un teatro che possa fare da “ponte” tra
il Pratello e la città, tra adolescenza
dentro e fuori dal carcere. Ogni progetto annuale, appoggiato oggi dal Comune di Bologna dopo una fase iniziale favorita dalla Legge Turco, ha la durata
di circa cinque mesi, nel corso dei quali
dal racconto omonimo di Conrad, lo
spettacolo è stato allestito in sei luoghi
diversi dell’Istituto portando lo spettatore in un viaggio nelle “viscere” del
Pratello; Paradisi (2000), ognuno ha
dentro di sé il ricordo di un paradiso
lontano e il desiderio di un paradiso futuro, a questo spettacolo teatrale hanno
partecipato come attori dieci ragazzi tra
italiani, marocchini, tunisini, algerini,
rumeni, albanesi e tre agenti del personale di custodia. Seguono Le ali dell’albero (2001) rielaborato sue due storie
diverse della tradizione araba: la storia
de Il gobbo riottoso tratto dalle Mille e
una notte, e il poema persiano Il verbo
degli uccelli del poeta sufi Attar; La
bellezza degli acrobati (2002) tratto da
letture diverse procedendo, nel lavoro,
per associazione di idee e di figure,
smontate e rimontate, lo scheletro è il
racconto di adolescenti in guerra: Il col-
conclusivo di tale processo di crescita
che è un seme che rimarrà nel tempo.
Quando chiediamo a Billi come riesca a
gestire la conflittualità egli ci parla di
mediazione teatrale con un esempio:
quando si entra nello spazio teatro “le
scarpe sporche” (le nostre conflittualità) si lasciano fuori della porta. Uno
degli ultimi lavori è stata la rielaborazione del dramma di Shakespeare: “Romeo e Giulietta”. Un dramma di amore
e di morte che poteva suscitare una forte risonanza nei drammi personali dei
giovani. La storia è stata rielaborata in
un “orto concluso”, un giardino, uno
spazio quindi delimitato e definito, dove gli attori erano dei giardinieri che,
ad un certo punto, vivevano la storia di
Romeo e Giulietta fino al dramma finale. La morte dei due giovani, così tragica, era però sdrammatizzata dal ritorno
alla realtà del giardino con l’invito an-
Nella scuola di pace di Senigallia, laboratori tetrali per la gestione dei conflitti
I ragazzi del Pratello:
Le associazioni di categoria convocate in Provincia
Neve e
danni all’agricoltura Punto Iat
D
anni provocati dalle recenti
nevicate: l’esame della situazione in una riunione in Provincia. Convocata e presieduta dall’Assessore Raffaele Bucciarelli, si
è tenuto, presso la Residenza Provinciale, un importante incontro della
Consulta Agricola Provinciale, per
fare un esame approfondito della situazione a margine delle copiose nevicate di Gennaio. Con l’Assessore
Bucciarelli, dirigenti e funzionari del
Settore Agricoltura, erano presenti,
per la Coldiretti, Stefano Orsi ed Ettore Uncini, rispettivamente direttore
e vice direttore provinciale dell’As-
il teatro della libertà
vengono attivati vari laboratori a seconda delle esigenze di ogni spettacolo. In
questi anni sono stati tenuti i seguenti
laboratori: laboratorio di scenotecnica e
carpenteria teatrale, di decorazione, di
attrezzeria, di scrittura, di danza, di
canto, di poesia.
Le attività dei laboratori richiedono ai
ragazzi coinvolti un impegno giornaliero di circa cinque ore per cinque giorni
alla settimana. Agli adolescenti dell’Ipm viene riconosciuta una borsa-lavoro da parte del Comune di Bologna
per gli ultimi tre mesi di attività. Quando si chiede a Paolo Billi cosa fa al Pratello, denominazione del suo teatro, e
come riesce ad ottenere simili risultati
egli risponde semplicemente: “Faccio
teatro”. Billi con la sua mediazione teatrale fa, infatti, intercultura, rivolgendosi a giovani di diverse nazionalità, lingua, religione, ma fa anche cultura perché i giovani dell’Istituto penale che
non conoscono la lingua italiana dopo
cinque mesi recitano in italiano. Fa
educazione perché i ragazzi entrano anche coscientemente in un mondo di regole, eppure tutto questo lo ottiene senza essere un servizio di mediazione culturale, senza essere un servizio scolastico né educativo, fa semplicemente teatro e teatro di qualità. Questi alcuni titoli di laboratori teatrali già realizzati e
replicati molte volte nel corso di poche
settimane: Linea d’ombra (1999) tratto
dalla città di Senigallia
po di grazia di Marguerite Yourcenar;
Teatro dei prodigi e delle miserie
(2003), “il testo dello spettacolo, racconta Billi, è stato tratto da “La Tempesta” di Shakespeare, man mano rimodellato e talvolta travolto, secondo le
necessità e i desideri degli attori. In esso sono confluite le storie, i versi, le
canzoni, le fantasie, i pensieri nati durante il laboratorio di scrittura che ha
coinvolto tutti i minori.” Billi quindi ci
dice “con i ragazzi dell’I.P.M. preparo
un canovaccio teatrale.
Il dramma o l’opera teatrale che offre
l’opportunità viene modificata ma le
improvvisazioni che servono a costituire il nuovo dramma non sono mai lasciate libere, hanno un inizio, uno sviluppo e una fine, è quindi un’attività di
lavoro. L’adolescente, liberato dal controllo dell’azione di rieducazione a cui
è sottoposto in un istituto penale, trova
nel teatro la libertà di esternare le emozioni sul palco in una impresa permanente di lavoro”. Billi continua a raccontare e ci dice che il suo fare non è
per… ma che comunque ha una ricaduta che deve essere sostenuta da altre figure professionali. Il teatro del Pratello
costruisce “ponti”, cioè possibilità, relazioni, senza essere teatro-terapia né
teatro-sociale. È un’impresa permanente, affascinante ma anche logorante perché, essendo il gruppo “di attori” di
passaggio, non si percepisce il prodotto
17 febbraio 2005
che ai due protagonisti a ritornare giardinieri. È questo un esempio di mediazione teatrale e di gestione del conflitto.
Billi, regista impegnato nel mondo dei
giovani che scontano una pena, è capace di agire riconoscendo in essi la persona, egli ci dice: “è un privilegio fare
teatro con i giovani del Pratello, è una
scelta piena e faticosa, di entusiasmo,
senza compromessi, profondamente politica. È difficile trovare altrove la ricchezza che incontro qui. Il teatro del
Pratello è il mio buon ritiro, fuggendo
le miserie del teatro d’oggi.”
Rosaria Leonardi Cenerelli
Un ufficio per promuovere
turismo ad Ostra Vetere
sociazione; per la Cia, il vice presidente provinciale, Evasio Sebastianelli; per la Copagri, il presidente
provinciale, Stefano Brocani.
Al termine dell’incontro , è stato
decisa, anzitutto, la richiesta del riconoscimento dello “stato di calamità” per il territorio colpito: richiesta che la Provincia ha già inoltrato
alla Regione.
Ma, fatto di sicuro rilievo, la Consulta ha deciso di organizzare, a breve, un incontro in Provincia, con il
Consorzio Confidi - Coop e gli Istituti di Credito maggiormente interessati, al fine di verificare la possibilità
di prevedere interventi finanziari da
mettere a disposizione delle imprese
agricole che hanno subito danni.
L’esigenza di questo incontro – come ha anche sottolineato l’Assessore
Bucciarelli – è dovuta al fatto che,
oltre ai danni alle colture, ingenti sono i guasti prodotti alle strutture.
Questo determina l’urgenza di intervenire sia per recuperare tempestivamente l’operatività delle aziende
danneggiate sia per evitare che, a seguito della calamità, possa esservi,
da parte di alcuni operatori agricoli,
disimpegno tale che li veda costretti,
addirittura, ad abbandonare la coltivazione dei propri terreni.
I
nformazione, assistenza ed accoglienza turistica per la valorizzazione turistica del proprio territorio: sono questi gli obiettivi il comune di Ostra Vetere vuole raggiungere
con la firma del protocollo operativo
tra il Comune e l’Azienda di promozione turistica regionale (Aptr) della
Regione Marche: con l’accordo si è
aperta la possibilità per Ostra Vetere
di essere inserita nella rete regionale
dei servizi Iat (Informazioni ed accoglienza turistica).
Nel Comune di Ostra Vetere, quindi,
è nato il punto Iat, con cui “l’Amministrazione comunale favorirà in tutti i
modi - dichiara l’Assessore al Turismo
Susanna Massi - la conoscenza del proprio territorio, attraverso una serie di
interventi che lo renderanno ancor di
più ricettivo ed ospitale”.
Il punto di informazione turistica,
promosso dal Comune di Ostra Vetere, è autorizzato ad utilizzare la denominazione Iat prevista dalla legge regionale n. 53 del 1997 ed il locale che
ospiterà l’Ufficio Iat di Ostra Vetere è
stato individuato nell’atrio del Museo
Civico Parrocchiale “Beata Crocifissa
Satellico” situato in Piazza Satellico
(Ufficio I.A.T. di Ostra Vetere e-mail:
[email protected] /
Tel e Fax 071-964369).
Anna Maria Montevecchi
Al Bit di Milano le iniziative per vendere il “prodotto Marche”
Sistema turistico locale in vetrina
I
l Sistema Turistico Locale “Misa
Esino Frasassi” è stato presente
alla BIT “Borsa Internazionale
del Turismo”, tenutosi a Milano dal
12 al 15 febbraio, con uno spazio
personalizzato posto all’interno dello stand della Regione Marche.
Nello spazio, dove è previsto un
desk ed una persona addetta alla distribuzione del materiale promopubblicitario e alle informazioni turistiche, sarà allestita una vetrina
destinata all’esposizione di oggetti
di artigianato locale e prodotti enogastronomici tra cui i nostri vini lo-
22
23
cali dal verdicchio alla lacrima, il
salame di Frattula, il ciauscolo, il
lonzino marchigiano, olio, miele e
formaggi, oltre ad un‚esposizione
del Museo della Carta di Fabriano.
Il programma delle attività di promozione del Stl coordinato dall’Assessore al turismo di Senigallia Andrea Nardella, ha visto una conferenza stampa di presentazione del
video promozionale del territorio
del Stl a cui hanno partecipato tour
operator, agenzie di viaggio e stampa specializzata. A seguire una degustazione di prodotti locali.
17 febbraio 2005
Le giornate del 14 e 15 febbraio
sono stati aperte ai visitatori professionali e alla stampa, mentre quelle
del 12 e del 13 anche al pubblico. E
proprio nei pomeriggi di sabato e
domenica si è svolta l’animazione
“Summer Jamboree” con balli
swing, rock’n’roll, jive, ed il convolgimento del pubblico.
Negli stessi giorni sarà distribuito
inoltre gratuitamente il nuovo cd
“Live at Summer Jamboree #5”
contenente brani registrati dal vivo
alla quinta edizione del festival.
Alessandro Piccinini
dai Comuni della diocesi
Le regione ha firmato
un documento con altre
regioni europee
per la genuinità dei prodotti
Le Marche
contro gli Ogm
Sul monte
di Dante
Due corinaldesi
sfidano il Catria innevato.
Il percorso da Fonte Avellana
al Rifugio Vernosa è stato
effettuato in oltre 6 ore, metà,
del quale al buio, con moltissime
difficoltà nel seguire il sentiero
ricoperto da circa tre metri di
neve. Ma ce l’hanno fatta.
dai Comuni della diocesi
L’
assessore Cataldo Modesti,
in rappresentanza della Regione Marche, ha firmato
la “Carta delle Regioni e delle autorità locali d’Europa sulla coesistenza tra colture, transgeniche e convenzionali”. Si tratta di un documento promosso dalla Regione Toscana e dell’Alta Austria, dopo le
dichiarazioni di Bruxelles del 4 novembre 2003 e di Linz del 27 aprile
2004, cui la Regione Marche ha
sempre aderito, risultando quindi
tra le Regioni fondatrici. In questo
documento venti Regioni europee si
impegnano ad assumere atti e iniziative per sensibilizzare la Commissione europea per la tutela - da-
D
opo le abbondanti nevicate
di questi giorni, due giovani
corinaldesi, Massimo Manna, impiegato presso la Banca di Credito cooperativo di Corinaldo e Roberto Barattini, artigiano tessile, entrambi iscritti al Club Alpino italiano
di Senigallia, hanno deciso di raggiungere la vetta del Monte Catria,
che vanta 1702 di altezza, con una sosta in tenda per il pernottamento,
presso il rifugio della Vernosa, posto
a 1489 metri, ultimo prima della sommità della cima appenninica. I due
giovani sono arrivati in macchina a
Fonte Avellana (680 m.) nel primo
pomeriggio di venerdì e, indossate le
ciaspole, speciali racchette che si
mettono ai piedi per agevolare la marcia su terreno innevato, muniti di torce elettriche frontali per la notte, hanno iniziato a salire prendendo il cosiddetto “sentiero dei Carbonai”, con in
spalla uno zaino
ciascuno, del peso di kg. 16.
Il percorso da
Fonte Avellana
al Rifugio Vernosa è stato effettuato in oltre
6 ore, metà, del
quale al buio,
con moltissime
difficoltà nel seguire il sentiero
ricoperto da circa tre metri di
neve. Durante la
salita è incominciato a nevicare
a vento. Inoltre
una leggera nebbia non permet17 febbraio 2005
gli Ogm (Organismi geneticamente
modificati) - delle coltivazioni convenzionali e biologiche.
Il documento firmato risulta coerente con la legge regionale n.
5/2004 (“Disposizioni in materia di
salvaguardia delle produzioni agricole, tipiche di qualità e biologiche”). Tra i vari impegni, quello di
promuovere studi di fattibilità che
prevedano l’impatto ambientale, socioeconomico e culturale della coltivazione di Ogm, nonché l’impegno a sostenere e assicurare tecnicamente il principio che le sementi
da riproduzione debbano essere libere da qualsiasi contaminazione
(“Ogm -free”).
teva di individuare il percorso, completamente nascosto dall’abbondante
nevicata dei giorni precedenti. Il
“sentiero dei Carbonai” che porta al
rifugio della Vernosa è classificato
come EE, quindi un sentiero lungo e
faticoso con poche difficoltà tecniche.
“In situazione normale – raccontano
Manna e Barattini - il tragitto viene
coperto in 2 ore e mezza, ma con
l’abbondante neve caduta, la pesantezza dello zaino, le difficoltà di
orientamento, in quanto i cartelli che
indicavano la via da seguire erano tutti sepolti dalla neve e gran parte della
salita è stata fatta di notte, le difficoltà
sono aumentate enormemente”. L’arrivo al rifugio è avvenuto intorno alle
22.00. Qui, non potendo entrare nell’edificio, hanno piantato la tenda per
riposare. Nella notte la temperatura è
scesa a meno 15 gradi. Al mattino, Roberto Barattini e Massimo Manna hanno compiuto una escursione fino alla
cima del monte Catria, raggiungendo
la caratteristica Croce, interamente ricoperta di neve e da dove con lo sguardo, in una buona giornata di sole, è
possibile spaziare su un terreno che va
dalla riva dell’Adriatico fino alla Toscana e all’Umbria. Del resto proprio
Dante Alighieri parla di questo monte
nel XXI canto del Paradiso:
“Tra’ due liti d’Italia surgon sassi, e
non molto distanti alla tua patria, tanto,
che’ troni assai suonan più bassi, e
fanno un gibbo che si chiama Catria”.
L’impresa dei due giovani corinaldesi si è conclusa con il ritorno al rifugio e da qui a Fonte Avellana, con
la soddisfazione di essere stati gli unici ad essere protagonisti di un’avventura, segno del più genuino amore per
la montagna.
Ilario Taus
24
Finalmente anche Marotta ha un suo centro sociale: uno spazio
atteso da tempo, soprattutto dai giovani. Un luogo polivalente
destinato all’intera comunità.
Spazio di creatività
Finanziamenti dalla Regione
Imprese
competitive
N
C
on una grande festa danzante
sono stati inaugurati a Marotta, l’ultimo giorno di carnevale, i nuovi spazi del Centro
Sociale voluti dall’Amministrazione Comunale di Mondolfo. Una
realizzazione attesa da tempo come
hanno confermato i tantissimi presenti all’evento, e che hanno subito
voluto servirsi della struttura, dopo
l’apertura delle danze, inaugurate
dagli Assessori Sabrina Solazzi e
Giancarlo Loccarini. Dopo il taglio
del nastro, tenuto alle ore 15,30 dal
Sindaco di Mondolfo Vittoriano
Solazzi, e la benedizione della
struttura, celebrata da p. Augusto
Pongetti del Convento “San Sebastiano” di Mondolfo, ci sono stati i
saluti di rito all’interno del complesso di Viale Europa.
È stato l’Assessore ai Servizi Sociali, Loccarini, a prendere per primo la parola, evidenziando come
con tale impegno l’Amministrazione abbia creato un luogo di socializzazione da tempo fortemente
sentito come prioritario. “L’augurio
- ha commentato l’assessore Giancarlo Loccarini - è che questa nuova struttura possa diventare un punto di incontro per giovani ed anziani, un luogo dove incontrarsi e socializzare e sentirsi parte integrante
della nostra comunità”.
Positivo pure l’intervento del Vicesindaco Cavallo, simpaticamente
improvvisatosi quale ancorman –
come ha sottolineato il Sindaco –
chiedendo direttamente ai cittadini
che cosa pensassero della nuova
struttura, interamente progettata
dall’Ufficio Tecnico Comunale sot25
to la direzione dell’Arch. Gianfranco Centoscudi. Senza dubbio - ha
commentato il vicesindaco Pietro
Cavallo - la realizzazione di questa
importante struttura polivalente ci
permette di completare un’area nata
per accogliere strutture ricreative.
Non a caso la scelta è caduta nel sito adiacente al bocciodromo comunale come completamento di una
struttura che da sempre rappresenta
un valido punto di riferimento per
molti concittadini”. Grande soddisfazione da parte del Sindaco Vittoriano Solazzi, il quale ha inserito
l’intervento nel progetto globale
portato avanti dalla sua amministrazione, commentando pure la celerità
della realizzazione, ad appena tre
anni dall’insediamento in carica. “Il
nuovo Centro Sociale Polivalente di
Viale Europa - ha concluso il sindaco di Mondolfo - rappresenta un
opera di grande importanza che come Giunta avevamo proprio inserito
nel nostro programma di governo.
Un’opera rilevante che ha visto il
Comune deciso ad impegnarsi finanziariamente per dare alla cittadinanza un luogo di incontro che sinceramente mancava e che da oggi
potrà rappresentare un valida alternativa per giovani e meno giovani
“. Alla cerimonia, alla quale erano
presenti pure gli Assessore Solazzi
e Vergari, oltre ad alcuni consiglieri
comunali, è subito seguita la festa,
momento fortemente atteso. Ora,
come è stato evidenziato nei vari interventi, si dovrà provvedere alla
gestione del Centro sociale, sentendo tutte le parti coinvolte.
Alessandro Berluti
17 febbraio 2005
ove milioni di euro per sviluppare la ricerca e la competitività delle piccole e medie
imprese (Pmi) marchigiane. È lo
stanziamento che la Regione ha destinato alla legge 598/94, di cui ha
approvato le modalità di attuazione.
Presso la sede della Giunta regionale
si è svolto un incontro con le organizzazioni produttive che è servito a
illustrare i contenuti del bando e le
opportunità concesse. Beneficiarie
del sostegno pubblico sono le Pmi,
anche raggruppate in consorzi, che
realizzino progetti di ricerca industriale e di sviluppo della competitività, di durata non superiore a diciotto mesi e con un costo compreso tra
centomila e un milione di euro. Sono
ammesse alle agevolazioni tutte le
spese riconoscibili a livello europeo
per la ricerca e lo sviluppo (personale, strumentazione, servizi di consulenza…). Le imprese potranno inoltrare le domande solamente dal 21 al
25 febbraio e per via telematica, attraverso il sito www.598ricerca.regionemarche.mcc.it che sarà disponibile in tempo utile. Nei tre giorni
successivi all’invio, dovranno far
pervenire (con raccomandata A/R) la
richiesta di ammissione e la documentazione correlata. Lo stanziamento complessivo (9,26 milioni di
euro) - rilevante per la tipologia dell’investimento individuato - per una
quota di 3,2 milioni di euro viene riservato alle Pmi delle zone Obiettivo
2 e Phasing Out (cioè quelle a regime transitorio, dopo l’allargamento
della Ue), mentre la restante quota di
6 milioni di euro è assegnata alle imprese di tutti gli altri territori. Il 20
per cento delle risorse è destinato,
prioritariamente, alle Pmi del tessile,
abbigliamento e calzature: settori che
hanno registrato difficoltà congiunturali e strutturali e che richiedono
un’attenzione particolare nell’ambito
della politica industriale. Gli incentivi concessi sono contributi in conto
capitale, ai quali possono aggiungersi quelli in conto interessi, se richiesti dalle aziende. Le agevolazioni, infatti, consistono in erogazioni di contributi a fondo perduto, pari al 25%
del costo del progetto per lo sviluppo
della competitività e al 50% di quello
per la ricerca industriale.
dai Comuni della diocesi
La stagione della “Fenice”, tra novità e sperimentazione
Teatro
G
pagina di cultura
Torna il sorriso
• Concerti in Auditorium
che riesce a stupire
rande successo domenica scorsa al Teatro La
Fenice di Senigallia per
la prima data europea dei The
Peking Acrobats. La compagnia di circo acrobatico cinese
ha inaugurato il cartellone 2005
del “Teatro La Fenice” con il
tutto esaurito ed una folla elettrizzata dalle evoluzioni dei 26
artisti in scena.Tanti i bambini,
numerosissime le famiglie
giunte a Senigallia da ogni parte della regione per uno spettacolo che ha tenuto il pubblico
con il fiato sospeso per circa
due ore, tra incredibili esercizi
di abilità, evoluzioni sospese in
aria, dragoni ed arti marziali,
ventagli e ombre cinesi.
Dopo i ‘pechinesi’, il programma 2005 de ‘La Fenice’
proposto da Comune di Senigallia e da Inteatro - Teatro Stabile di Innovazione proseguirà
sotto il segno di grandi eventi,
tutti in Esclusiva regionale.
Il 3, 4, 5 marzo (ore 21) ed il
6 marzo (ore 17) il Teatro La
Fenice chiuderà la tournée
mondiale di “Flicker”, vertiginosa satira della società dei
media tra teatro e tv, commedia
e film horror, Tarantino, Xfile e
strega di Blair. Lo spettacolo
porta la firma del più feroce,
originale, divertente gruppo
della nuova generazione
newyorkese, i Big Art Group.
Lanciati dal Festival Internazionale Inteatro 2003, presentati in Italia a Roma e a Mode-
Dalla Vigor Senigallia
Brevi di cultura
na a Le vie dei Festival, i Big
Art Group hanno conquistato
la scena mondiale con personaggi improbabili, estetica trash e impianto tecnologico.
“Flicker” mescola, smonta e
ricostruisce due film girati in
diretta e proiettati simultaneamente sullo schermo. In uno
vediamo un classico triangolo
romantico in cui serpeggiano
inquietudine e trasgressione.
Nell’altro le azioni di un misterioso serial killer e delle sue
vittime, il tutto nello scenario
di una selva metropolitana, violenta e stralunata. Lo spettacolo
è un “real time Film” in cui teatro, televisione e performing art
sono un tutt’uno e replicano le
azioni di nove attori ripresi da
tre telecamere a postazione fissa. Un perfetto meccanismo a
orologeria in cui sono sorprendenti il sincronismo e la precisione degli interpreti.
Tutti i giorni, telefonando al
numero 071.909000, presso la
sede di Inteatro, è possibile
prenotare i biglietti di ingresso
a Flicker (senza alcun diritto di
prevendita) e dei carnet da 6 o
3 spettacoli alla stagione della
Fenice. Una occasione unica,
per assicurarsi il posto in uno
dei più intriganti cartelloni delle Marche, con il meglio della
nuova scena internazionale.
Info: Teatro La Fenice, biglietteria Tel. 071. 7929509 Inteatro Tel. 071 9090007
www. inteatro. it/fenice.htm.
17 febbraio 2005
P
er il nono anno consecutivo si rinnova
l’appuntamento invernale dei “Concerti
in Auditorium”. La Stagione, affidata ancora alla direzione artistica di Federico
Mondelci, ha portato nel corso del tempo a
Senigallia i grandi esecutori e le grandi
opere della musica classica e contemporanea, creando eventi di enorme spessore
culturale. Abbonamenti
La stagione Concertistica 2005 comprende 5 concerti in abbonamento. Prezzi:
intero _ 40, ridotto _ 30 (meno di 25 anni
e più di 65).Gli abbonamenti saranno in
vendita presso l’Ufficio Attività Culturali
del Comune di Senigallia, dal 15 al 17
febbraio 2005 nel seguente orario: mattino: ore 10 – 13; pomeriggio: mercoledì,
ore 16 – 18. Biglietto intero: euro 10, ridotto euro 7 (meno di 25 anni e più di 65).
I biglietti saranno posti in vendita il giorno di ogni singolo concerto con inizio alle
ore 20 per i concerti serali e alle ore 17 per
i concerti pomeridiani.
• Premio di Poesia 2005
È
stato reso noto il bando del Premio Senigallia di Poesia Spiaggia di Velluto;
nel regolaamento, visto il successo delle
precedenti edizioni, non vi sono stati cambiamenti. Grazie all’impegno della Fiorini
Industrial Packaging è stato confermato il
premio Internazionale per la poesia edita
di 3000 euro. L’anno scorso il premio ha
portato a Senigallia Alberto Bevilacqua
che è stato per la prima volta premiato per
la poesia a Senigallia con sua grande soddisfazione. Confermato anche il Premio
per la Raccolta di Poesie di 1000 euro vinto nel 2004 da Antonio Bonchino di Roma.
Il premio per la raccolta di Poesie prevede
anche la pubblicazione dell’opera che entrerà a far parte della collana “La Fenice
Edizioni” che conta già 22 volumi.
Del libro viene come al solito fatta un’edizione cosiddetta d’arte alla quale verrà
unita un’acquaforte di Oscar Piattella tirata
in cento esemplari numerati e firmati a
matita dall’Artista. Con questo intervento
Oscar Piattella, uno dei più importanti artisti del 900, entra a buon diritto nel novero
dei grandi marchigiani che hanno collaborato al Premio Senigallia. Viene confermato anche il Premio Terna e il Premio Valerio Volpini creato in memoria del grande
critico fanese che è stato membro e poi
presidente della giuria del Senigallia.
DP
26
VIGOR 3 – LUCREZIA 1
D
opo oltre venti giorni di fermo, causa neve, gli uomini
di Giuliani sono ritornati in
campo cogliendo alla fine una meritata vittoria, seppur con qualche incertezza di troppo. Andati in vantaggio al quarto con un’autorete di
Sereni, i vigorini si sono adagiati
dando modo agli ospiti di offendere
la porta di Moroni in più occasioni
e, nel contempo, di far soffrire più
del dovuto gli oltre cinquecento sostenitori presenti sugli spalti.
È una costante che la squadra effettua ogni qualvolta passa in vantaggio per poi subire il ritorno degli
ospiti. Giuliani la giustifica dicendo:
“Si vede che la mia squadra non ha
ancora raggiunto quella maturità che,
una volta andati in vantaggio, non sa
mantenere quella lucidità e quegli
equilibri che in quei momenti deve
saper gestire meglio.” Il rientro in
squadra degli squalificati Loreti e
Madau ha dato tono a tutto il complesso, specialmente nei due settori
più carenti: centrocampo e attacco.
Finalmente il terreno del comunale si
è presentato degno di potersi chiamare tale, anche se “spelacchiato” in
più punti e con alcune “buche” che
deviavano la sfera ogni qualvolta gli
capitava sopra. Come sempre portano bene i rossoblu, oggi in completo
bianco, tanto che al quarto sono già
in vantaggio. Su calcio d’angolo battuto da Madau, un involontario colpo
di testa di Lucio Mancini trafiggeva
il proprio portiere.
Un autentico autogol. In precedenza, al 1° minuto, Pandolfi arriva
con un attimo di ritardo su un perfetto cross in area di Madau. La
pressione vigorina si fa sentire al 6°
con un fendente di Minero a fil di
palo. Bella la triangolazione al 9°
fra Madau, Minero, Pandolfi: tiro
che sfiora il palo. A questo punto la
Vigor cala il ritmo: subentra il Lucrezia con pericolose azioni. 23°,
clamoroso palo di Curzi su un preciso invito di un campagno di attacco. 27°, Mancini da oltre quaranta
27
metri impegna Moroni in una difficile parata in angolo. La pressione
degli ospiti è costante. Al 32°, Pandolfi aggancia in area Brunori: per
l’arbitro è rigore, che Lucio Mancini realizza sulla destra di Moroni.
Pronta la risposta vigorina. 36°,
Bertozzini ci prova da fuori area.
Fiorelli para. 42°, su calcio d’angolo Minero di testa impegna il portiere ospite in una difficile parata. 45°,
su preciso lancio in area di Baldarelli, la testa di Figueroa sovrasta
tutti. Si grida al gol, ma la traversa
respinge. Inizio ripresa con la Vigor
in attacco. 48°-50°, punizioni dal limite inefficaci. 52° Punizione dal limite ad opera di Madau. La sfera,
magistralmente calciata, sorvola la
barriera per poi insaccarsi sulla sinistra dell’esterefatto Fiorelli: è il 2 a
1. 68°, Loreti sfiora il montante.
77°, Figueroa fa la barba al palo.
80°, Loreti respinge sulla linea di
porta un tiro di Brunori destinato in
rete. 92°, in contropiede Figueroa
serve lo smarcato Traiani che ha
non ha difficoltà a mettere a segno
il terzo gol. Domenica prossima trasferta a Caldarola.
Vigor: Moroni 7, Bertozzini 7, Rossetti 7,5, Loreti 7,5, Turchi 6,5,
Marchetti 7, Pandolfi 7, Figueroa
7,5, Minero 6 (91° Montanari ng),
Baldarelli 6,5 (94° Guidarelli ng),
Madau 7,5 (74° Traiani 7). A disp.
Angiolani, Marini, De Paulis, Papagno. All. Giuliani.
Lucrezia: Fiorelli, Capotondi (85°
Conti), Vampa, Sereni, Montanari,
Rondina, Antonelli (61° Simoncelli), Lucio Mancini, Bacchiocchi,
Curzi (86° Matteo Mancini), Brunori. A disp. Gambino, Crucini, Giangolini, Furlani. All. Bravi. Arb. Sabbatani di Faenza (RA).
Luca Angiolani
portiere
Maceratese
Vigor Senigallia
48
38
Jesina
32
Centobuchi
29
Civitanovese
Caldarola
28
28
Real Vallesina
27
Urbisaglia
26
Acqualagna
Biagio Nazzaro
26
25
Camerino
Montegiorgese
23
22
Porto S. Elpidio
Lucrezia
21
17
Mondolfo
Matelica
16
14
Jrvs Ascoli
12
Ammoniti: Marchetti, Loreti, Turchi, Rondina, Lucio Mancini, Curzi.
Recupero 2 + 4. Angoli 8 a 4.
Giancarlo Mazzotti
17 febbraio 2005
sport
BASKET – GOLDENGAS SERIE B1
B1
Cammino più difficile
Goldengas Senigallia 76
Riva del Garda 82
È
la quarta sconfitta consecutiva
che la Goldengas subisce, ma
c’è molto da recriminare per
come è stato ancora diretta da una
coppia arbitrale veramente “scandalosa”. Non ci soffermeremo sul
perché di questa nostra affermazione,
sarà il coach Galetti a farlo nell’intervista da noi effettuata nel dopo partita. Premettiamo che la squadra è scesa in campo priva di Barantani squalificato per due giornate e Pazzi per
una, dovuta all’espulsione rimediata
domenica scorsa a Pesaro contro la
Falco, inoltre con Berlati col mal di
schiena, Macchniz in pessime condizioni fisiche (non si è allenato in
settimana) e col grave infortunio di
gioco a Gurini. Pur così menomata, i
biancorossi senigalliesi hanno saputo
tener testa agli ospiti. Primo quarto
equilibrato con il Riva del Garda in
vantaggio nel finale: 18-23. Reagisce
bene la Goldengas nel secondo, raggiunge la parità al 16°: 29-29 per poi
finire con un punto di svantaggio: 3738. Terzo quarto, biancorossi in difficoltà. Scarsa difesa, poca precisione a
canestro, incredibile
successione di errori nei tiri liberi:
52-66. Ultimo quarto giocato con
grande determinazione, ma vanificato da incredibili
decisioni arbitrali
tanto da surriscaldare non poco il pur
corretto pubblico
presente. Alla fine,
appena 6 i punti che
dividono i due con-
Basket serie “D” maschile
Passa un ‘tornado’
Q
uale potrà mai essere la squadra che fermerà il Mackia Marzocca? E’
quello che tutti si chiedono a Senigallia tanto è il suo potenziale che
mette in campo. Con questo è il 17° risultato utile consecutivo. Un ruolino
di marcia che lascia stupefatti gli stessi dirigenti, ben lieti di aver saputo allestire un simile complesso. A Fossombrone l’incontro è stato più acceso
che mai in quanto la squadra locale si è limitata ad aggredire l’avversario e
ad applicare un gioco duro, fatto anche di colpi fuori regola. Buon per i
contendenti che la coppia arbitrale ha saputo gestire la partita e a mantenere
con fermezza in pugno l’incontro, punendo con severità ogni infrazione. La
successione dei quarti: 1° q. 18-17; 2° q. 25-29, 3° q. 42-47,4° q. 57-65. E’
da segnalare in questo incontro la grande impresa che Minelli ha compiuto
nel quarto quarto. Su 18 canestri messi a segno dal Mackia, 16 sono stati
realizzati dall’intramontabile guardia come sempre la bandiera della squadra. Domenica prossima incontro casalinga al Palas di Via Capanna, ore 18,
Mackia Marzocca-Loreto PU.
Mackia Marzocca: Mosca 2, Sebastianelli ne, Pegoli 2, Riciputi 12, Beccaceci 2, Pincini 6, Marinelli 2, Minelli 25, Bartoli 12, Pasquinelli 2. All. Ligi. Usciti, nel quarto periodo per cinque falli, Pegoli, Beccaceci. Arbitri:
Canu e Sessa di Ancona.
sport
17 febbraio 2005
correnti, purtroppo a sfavore della
Goldengas. Galetti non si fa attendere
nel rispondere alle nostre domande:
“Noi stiamo attualmente attraversando un momento molto sfortunato.
Abbiamo giocatori squalificati, altri
che non dovevano giocare perché
menomati sul fisico ma che abbiamo
fatto giocare per forza. Una svista arbitrale a due minuti dalla fine, con la
palla in nostro possesso e a sei punti
di distacco, ci ha penalizzato e ci ha
fatto perdere. Con Berlati, infortunato alla schiena, con Gurini nello
spogliatoio piangente per il dolore
non so con quali giocatori potrò affrontare il prossimo incontro. La
sfortuna ci sta perseguitando ma noi
non molleremo mai”. Domenica
prossima trasferta a Treviglio.
Goldengas: Panichi 15 (1), Pierantoni, Berlati 20 (1), Benevelli 8, Paialunga, Corsini 6 (1), Macchniz 15
(4), Gurini 12 (1), Pasquinelli ne,Bartolini ne. All. Galetti.
Riva del Garda: Fanchini, Gueye 19
(6), Rosselli 10, Toppo 19 (1), Pastori 2,
Niccolai 15 (2), Meleo 2, Giroli 7,
Rossi 8, Pauli ne. All. Billeri. Arbitri:
De Gaudio di Assisi e Auriemma di
Napoli.
Classifica: Monferrato 40, Lumezzane 34, Pattì, Soresina 32, Castelletto, Treviglio 26, Stamura 24, Pusterlengo 22, Goldengas 20, Vigevano
18, Falco, Riva del Garda, Ragusa
16, Patavium, Gorizia 10, Oderso 8.
Giancarlo Mazzotti
Classifica: Marzocca 34, Metauro
26, Urbino 24, Bramante 22, Villa
S.Martino 20, Pisaurum, Castel delle Ripe 16, Loreto PU, Stella Maris
PU 14, Montelabbate, Alto Esino
12, Acquarius PU 10, Fossombrone,
Fabriano 8.
G.M.
Matteo Minelli
28
Aggiornamenti di ciclismo a cura di Umberto Martinelli
Barbara e Barbarino: spettacolo itinerante
I
l Telegiornale Rai marchigiano conquista con il lungo rapporto il colle di
Barbara per il doppio collegamento in
diretta. L’obiettivo della troupe consiste
nel valorizzare e far conoscere il meglio
del paese, il quale sta vivendo una nuova
fioritura, grazie soprattutto all’”intellighenzia” locale, che torna pienamente a
riconoscersi nella “Barbaresità”. Lo staff
(che crea “villaggio” a 219 metri slm) è
attentissimo, disponibile e altamente professionale (battistrada sono i giornalisti
Gianni Rossetti e Maurizio Blasi).
Il “Tg Itinerante” fa scaturire un godibilissimo, altamente professionale e anche parzialmente inedito quadro di un
piccolo invidiabile scrigno. Tra spunti di
atavica “perifericità” (Barbara: la
“straniera”, la "terra di nessuno"),
pregevole architettura, folklore (“ranocchiari”), economia e cultura, ecco emergere lo sport. Ovvero: il ciclismo.
Ovvero: il “Barbarino”, Americo Severini. Il microfono di Blasi (anche ex corridore…) lo solletica e lo sollecita (al
cospetto degli "interessati" spettatori: il
sindaco Raniero Serrani, l’ex primo cittadino Mario Capotondi, l’assessore Riccardo Pasqualini), mentre il nostro fotografo Angelo Papi (Bottega del Corso )
coglie e ferma l’attimo. Quattro colpi di
fioretto bastano a riassumere una vita ciclistica spericolata, tradottasi (fra l’altro)
in quattro podi mondiali e tre titoli italiani di ciclocross. Barbara si conferma
Paese-spettacolo anche (e soprattutto) in
questo. “Triade” arancioblù ed il professionista Andrea Rossi. Il neopresidente
Marco Moretti si cala subito disinvoltamente nel ruolo, sostenuto da pilastri
dirigenziali societari: Giuseppe Bellabar-
ba (suo predecessore), Blandino Trocchianesi, "papà" Franco Moretti, Cesare
Lattanzi. Con “Coppino” Franco Chioccioli, sono amministratori, dirigenti ed
"ex" corridori della scuderia, primo dei
quali, il (riconoscente) senigalliese Andrea Rossi, al suo terzo anno da professionista in questa stagione.
La Società Ciclistica Monturano Civitanova Cascinare elegge il "Baladì" a sito
ideale per l’enunciazione dei programmi
(serenamente ambiziosi) e la passerella
degli élite-under 23 affidati tecnicamente
a Mauro Sandroni, coadiuvato da Ernesto
Vita, Andrea Lattanzi, Luigi Castagna,
Silvano Di Lorenzo, il dottor Nazzareno
Trobbiani.
Questi gli atleti. Riconfermati: Davide
Torosantucci, Alessio Abbruzzetti, Giordano Biancacci, Daniele Innocenzi,
Pasqualino Loretone, Mario Marcelli,
Luca Capodaglio, Luca Fioretti. Arrivi:
Rocco Capasso, Marco Marresi, Massimo D’Elpidio. Circuito Tricolore Granfondistico Marchigiano. L’Udace Csain
presenta i proprio campionati itaiani am-
atoriali molto… disciplinatamente (per la
scrupolosa regia del "CicloMaresciallo"
Angelo De Santis e di Pio Renato Sbaffo).
La cittadina di Servigliano si lega agli
amici-collaboratori “miseni” e testimonia
la propria vocazione ospitale nella Sala
del Teatro Comunale, il cui il sindaco
Marinozzi accoglie gli intervenuti: il delegato allo Sport provinciale Maceratese,
Monaldi, i dirigenti udacini nazionali e
regionali (Casalboni, Casadei, Cinti, il
duo-Giustozzi), lo showman Gabriele
Sbattella (Uomo-gatto), tutti gli impegnati organizzatori (Malizia, Nina, Zagaglia, Galletta e collaboratori).
Sei gli appuntamenti biancorossoverdi
(onorati da almeno 4.000 presenze):
Gran Fondo del Conero (Loreto, 20 marzo), Fondo Leopardiana (Recanati, 19
giugno), Gran Fondo dei Colli Piceni
(Servigliano, 3 luglio), Gran Fondo dei
Sibillini (Caldarola, 17 luglio), Fondo
Casette d’Ete (15 maggio), Fondo Falconarese (12 giugno).
Umberto Martinelli
Giancarlo Mazzotti colpisce ancora
N
uova sensazionale “performance” per Giancarlo Mazzotti, portacolori della Atletica Senigallia ed autorevole collaboratore sportivo di “Voce Misena”.
Giancarlo ha conquistato nei giorni scorsi presso il “Parco del Cormorano” di Falconara il titolo di
campione regionale assoluto individuale di cross, per la categoria
MM75. Notevole anche il dato tecnico: Mazzotti ha coperto i quattro
chilometri del percorso nel tempo di
24’,10” e 8 decimi. Non è la prima
volta che l’inesauribile Giancarlo
tocca un traguardo prestigioso, basti
pensare all’ormai ricchissimo pal29
marès nel quale figurano anche alcuni titoli nazionali, in più discipline. Ma è importante sottolineare come Giancarlo si mantenga attivissimo su tanti altri fronti, dalla sua attività giornalistica a quella di dirigente del Panathlon Club.
Doveroso esternargli le felicitazioni di tutta la redazione, ed anche
un “in bocca al lupo” per le prossime gare. Che qualche altro titolo
sia in arrivo? Quello che è certo è
che Giancarlo -che si allena tutti i
giorni “macinandosi” una cospicua
razione di chilometri- ci proverà. E
che ha generosità, gambe e cervello
per riuscire.
17 febbraio 2005
sport
Nella festa liturgica, l’inaugurazione dei nuovi locali nella Casa di riposo
La pagina dei vostri annunci
Tempo di bilancio
Pio
IX
oggi
N
el rispetto della tradizione, lunedì 7 febbraio 2005, dopo la celebrazione della
S.Messa in Duomo, alle ore 10, autorità
e cittadini si sono ritrovati con numerosi ospiti
della Casa di Riposo Pio IX, nel nuovo salone
inaugurato con la benedizione del Vescovo e il
taglio del nastro del Sindaco.
Agli intervenuti, il Presidente Luciano Verzolini, recentemente rieletto nella carica per un
quinquennio, ha esposto i dati più significativi
della Fondazione in termini di consuntivo e di
progetti per il futuro, non ignorando le difficoltà
ed auspicando le necessarie collaborazioni.
Ciò che è stato inaugurato è la realizzazione
del 5° lotto del 1° stralcio della ristrutturazione
del padiglione di V.le Leopardi della Casa di Riposo e la realizzazione di un salone di mq. 350
dotato di impianti stereo, di impianto di video
produzione, di aria condizionata e di ricambio
d’aria, oltre ai servizi igienici predisposti per disabili; è una sala polifunzionale che può essere
adibita in parte a soggiorno e in parte a refettorio. E’ il piano terra del nuovo edificio adibito a
servizi collettivi che vede il secondo piano, di
pari superficie, di prossima ultimazione.
Il presidente Verzolini ha sintetizzato le varie
attività: “Partendo dai dati del Consuntivo dell’anno 2003, ove sono state erogate 205.298 ore
di assistenza ai 233 utenti della Casa di Riposo,
e si è registrata una spesa corrente di gestione
pari ad euro 4.589.809,64 a cui si è fatto fronte
con entrate dei privati in conto retta, per il
57,94%, entrate da Enti Pubblici in c/retta per il
25,36% ed entrate dal Patrimonio dell’Ente per
il 16,70%. Gli interventi in conto capitale, per le
trasformazioni edilizie sino ad ora realizzate,
ammontano a circa 10 milioni di euro, che si sono resi possibili, grazie al contributo da parte di
Enti e cittadini, fra cui: il Comune di Senigallia,
la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, la
Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, il
Provveditorato alle Opere Pubbliche delle Marche, la Ditta Savini Luca, la nostra Azienda
Agraria e alcuni ospiti con donazioni a volte anche economicamente significative.
Per il futuro abbiamo 2 obiettivi:
1° - consolidare e ampliare i livelli assistenziali già positivamente esistenti, consapevoli
che questo è il fine del nostro lavoro;
2° - completare la messa a norma della struttura e garantire anche una ospitalità alberghiera
rispettosa della dignità delle persone, il preventivo prevede un impiego di ulteriori 6 milioni di
euro. L’Opera Pia farà la sua parte. Agli Enti
pubblici, Regione, Comune, Azienda Sanitaria,
chiediamo di essere partecipi delle attività socio-sanitarie che vengono richieste dagli ospiti.
Ringrazia il Sindaco, il Consiglio Comunale e
il Direttore della Zona Territoriale n. 4 dell’Asur, i dirigenti dei due Enti, che in questi anni,
anche con qualche difficoltà, hanno contribuito
a dare positive soluzioni.
Opera Pia Mastai Ferretti
17 febbraio 2005
Volete far conoscere un avvenimento che riguarda la vostra realtà, la famiglia, gli amici, la comunità parrocchiale, le associazioni…? Consegnate gli annunci presso la redazione o la Curia. E possibilmente con un contributo a sostegno del giornale.
Nel concludere, oltre ad invitare i legislatori
ad una più attenta politica ai bisognidella popolazione anziana e non-autosufficiente, rispettosa della dignità della persona e della sua libertà di scelta, ha evidenziato come l’attività
assistenziale è rivolta a persone spesso deboli,
non sempre presenti a se stesse ma che in ogni
caso hanno diritto al nostro rispetto e alla nostra comprensione. È questo l’insegnamento
che dobbiamo raccogliere da Pio IX, salvaguardando l’identità di questa Istituzione. Un
senso di gratitudine va espresso per quei cittadini, sempre più numerosi, che fanno donazioni all’Opera Pia. Un grazie, con un applauso, a
tutti i volontari che frequentano abitualmente
la Casa di Riposo”.
Luana Angeloni, Sindaco di Senigallia, ha voluto sottolineare il ruolo sociale che l’Opera Pia
svolge per la cittadinanza e come la stessa si stia
trasformando gradualmente per garantire servizi
sempre più qualificati, concorrendo a dare ricchezza di servizi sociali alla città.
Mario Molinari, Direttore della Zona Territoriale n. 4 dell’Azienda Sanitaria Regionale, ha
ricordato come non è la prima volta che si trova
all’Opera Pia per cerimonie come quella odierna. Ha apprezzato la dichiarazione di Verzolini
che riconosce i buoni rapporti di collaborazione
esistenti fra l’Istituzione e l’Azienda Sanitaria.
Ritiene che qui si realizzi la migliore integrazione fra sociale e sanitario nella Regione.
Mons.Vescovo, ha dichiarato che Pio IX può
essere felice nel vedere come la sua Istituzione è
capace di rinnovarsi nella continuità. Ha ricordato a tutti che l’Ente, al di là del cambiamento
della forma giuridica, da Istituzione Pubblica a
Fondazione, continua a svolgere un rilevante
ruolo pubblico di servizio alla cittadinanza ed è
per questo ruolo che l’Opera Pia, il Comune e
l’Azienda Sanitaria devono collaborare in un
unico impegno.
Con l’offerta della “pizza con grasselli” ai numerosi intervenuti, si è conclusa la celebrazione.
Monterado
Montemarciano
Venerdì 11 febbraio, si è tenuto l’incontro dei catechisti e del Consiglio Pastorale, alle ore 21,15, dopo
l’ora di adorazione, sulla Quaresima. Ecco lo schema:
• 40 è un numero simbolico di una vita umana (età media ai
tempi di Gesù) e della storia della salvezza nel suo complesso (secondo alcuni Padri) per questi motivi.
• 40 sono i giorni di Mosè sul Sinai, prima di ricevere i Comandamenti. 40 sono gli anni del viaggio nel deserto prima
di raggiungere la Terra Promessa. 40 sono i giorni di Gesù
nel deserto, prima della vita pubblica (dopo il Battesimo).
• Le tentazioni di Satana sono: il pane, il consumismo: vivere solo per mangiare, bere, divertirsi; Gesù risponde: “Non
di solo pane vive l’uomo”; il successo: Gesù risponde: “Non
tentare…”; il potere/denaro: “sarà tutto tuo se mi adorerai…”; Gesù risponde: “Adorerai soltanto il Signore Dio
tuo” (cf. Vangelo 1^dom.Quar.). Le tentazioni di Gesù sono
anche le tentazioni della nostra vita quotidiana.
• La nostra Quaresima (cf. Vangelo del mercoledì delle ceneri): l’elemosina; la preghiera (personale, familiare, comunitaria… la Messa); il digiuno (si può digiunare in tanti modi:
chiacchiere, televisione, dolci, caffè, sigarette, ozio…
• La Quaresima al catechismo. Le tentazioni di Gesù offrono
molti spunti per visualizzare/disegnare/rappresentare con
piccole scene i vari momenti: il deserto, le piante, gli animali, le pietre, le varie frasi, il pane, il tempio, gli angeli, i tesori del mondo…; ma soprattutto rendere attuali le tentazioni
di Gesù nella nostra vita quotidiana per superarle con l’elemosina, la preghiera e il digiuno.
L’Associazione Coordinamento Solidarietà
e Autosviluppo – ONLUS, in collaborazione
con la Parrocchia S.Pietro Apostolo di Montemarciano,
ha organizzato per la sera del 18 febbraio, alle ore
21,00, presso la Chiesa del SS.Sacramento di Montemaciano, un Incontro Dibattito sul tema: Pace, Giustizia, Misericordia: impegno per i nostri giorni. L’incontro sarà tenuto da sua Ecc.Mons.Edoardo Menichelli,
Arcivescovo di Ancona e Osimo. Per informazioni: posta elettronica: [email protected] - tel.071-915116.
Mondolfo
È stato un felice momento di incontro, riflessione e
preghiera, quello vissuto a Mondolfo negli scorsi
giorni per celebrare coloro che compiono di 65 anni di
età. C’era anche il Vescovo Mons. Giuseppe Orlandoni, che
ha invitato a riflettere sul tanto bene vissuto in questo lasso
della vita e, al contempo, a ringraziare il Signore che, nei momenti sereni quanto difficili, è stato e continua ad essere un
inseparabile compagno di viaggio e punto insostituibile di riferimento. Terminata la celebrazione eucaristica nella chiesa
di S.Giustina, è seguito un momento di festa in un noto ristorante locale, sempre sotto la regia di Aleardo Fenocchi assieme a tanti attivissimi amici.
in ricordo di Erica
Cara Erica, quanto tempo abbiamo passato
insieme noi due, eh? Quante ne abbiamo fatte!
quante parole, quante domande, quante risate!
Nessuno ragionevolmente pensa di poter perdere una
parte così importante della sua vita da un momento all’altro, eppure è successo, senza una ragione e in un
giorno come tanti altri.
Nella mia testa risuonerà per sempre la tua voce, le cose che mi hai detto in tanti anni di amicizia profonda.
Ricorderò finché vivrò l’ultima volta che ci siamo sentite, le tue risate così allegre e così scontate per me. E‚
proprio l’abitudine ad averti vicina che non riuscirò
mai a perdere, non credo arriverà mai la rassegnazione
a non poterti raccontare tutto della mia vita come magari facevo prima, al fatto che a quel numero sul cellulare non risponderà più nessuno. La tua presenza era
una delle poche certezze che avevo nella mia vita, eri
una delle cose più belle che mi fossero mai capitate.
Sono passata a trovarti oggi, quanti fiori... Ho provato
a parlarti e guardando la foto quasi mi aspettavo le risposte che di solito mi davi. E‚ stupido, lo so, ma non
credo di riuscire a rassegnarmi alla tua mancanza.
Spero nel tempo perché riesca a rendere sopportabile
questa tristezza e intanto prego il Signore perché dia
consolazione alla tua famiglia.
C’è un buco enorme nel mio cuore, enorme quanto il
bene che ti volevo. Ciao piccola.
M L un'amica
AVVISO AGLI ABBONATI
In questo numero di Voce Misena abbiamo
mandato a tutti il conto corrente postale per
rinnovare l’abbonamento.
Chi già lo ha rinnovato non ne tenga conto.
€ 35 abbonamento ordinario
€ 50 amico • € 100 sostenitore
30
31
17 febbraio 2005
la pagina degli annunci