discoteca: divertimento o incubo?
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discoteca: divertimento o incubo?
L’Arvultico forme espressive dell’I.T.I.S. “L. ed A. Franchetti” Numero 2 - Giugno 2010 EDITORIALE E dunque, alla fine siamo arrivati. Siamo in procinto di chiudere un ulteriore anno scolastico: chi stanco, chi con una 44 magnum in mano, chi semplicemente parecchio svogliato. Ormai è noto, categorizzarci dal più secchione al più ribelle è passato di moda. Facciamoci tutti caso, se disgraziatamente apriamo l’armadio “dell’hippie daddy” DOC, troverete ciò che fa per voi: convers all star, magliette o t-shirt con decorazioni a fiori. Manca solo Jimi Hendrix completamente su di giri che disintegra la chitarra con un rock woodstockiano e si fa “il botto”; il bello che sono originali e stagionate al punto giusto. E’ molto difficile che almeno uno dei vostri parenti non abbia questa roba rinchiusa da qualche parte. Noi della redazione, alla fine, siamo proprio come questa visione retrò, che rispolvera il modo di essere un po’ vintage: con tanto di calamaio elettronico, quella scatola magica che ci consente di impaginare questo giornale, usiamo quella forma antica di comunicazione per stuzzicare l’animo di voi, che ci leggete. Ahimè, noi miseri, non abbiamo mai avuto in testa di stupirvi con la qualità “tecnico-tattica” di un giornalista; quelle cose le troverete scritte sul Giornale, La Repubblica, o Il Corriere della Sera. Noi cerchiamo di porci garanti dei pensieri studenteschi. Ciò che leggete adesso, può apparirvi come uno squallido, biancastro giornalaccio pubblicato da qualche ragazzino complessato, che si libera o esprime i propri pensieri al mondo intero, magari anche parecchio imbarazzato; ma so dirvi che in queste righe scorre la vita. I capillari, le parole, i globuli rossi, l’inchiostro (vano tentativo per alzare la media in biologia…), e così, via dicendo. Bisogna imparare a vedere, non a guardare. Alla fine di tutto ciò, posso soltanto mettere alla luce il lavoro, l’impegno dei redattori, ma soprattutto della docente referente, sempre impegnata tra articoli, e articoletti. D’obbligo, i ringraziamenti all’impaginatore incaricato, Enzo Marchettoni. Senza la sua mano stilistica e veterana, ancora noi scriveremo disordinatamente sopra i banchi con i gessetti, opportunamente sottratti dalla bidelleria. Preside, professori, l’instancabile responsabile già citata prof.ssa Cuccarini, redattori, le splendide redattrici, tutte persone che hanno contribuito alla realizzazione di queste stampe studentesche. Magari stravaganti, forse alternative al classico giornale, tuttavia sudate e volute. Alla fine però, è proprio così, che è stato voluto. Questo concept di giornalino, ha la speranza di avervi intrattenuto, avervi fatto sorridere e riflettere. Ricapitolando: l’estate è fin troppo vicina... la scuola sta terminando... debiti? Promossi? Bocciati? A zappare la terra? FERMI! Il Caporedattore DISCOTECA: DIVERTIMENTO O INCUBO? La discoteca come locale frequentato da giovani, dove si ascolta e si balla musica alla moda, si sviluppa in seguito al boom economico degli anni sessanta e quindi all’affermazione del turismo di massa e della musica leggera popolare. Va inoltre evidenziato che essa si evolve subito nella struttura e nell'aspetto insieme al genere di musica “ballabile”. Con il tempo, è diventata una categoria commerciale ben definita e del tutto scorporata da altre iniziative ricreative. La nascita del fenomeno della discoteca a livello mondiale ,sembrerebbe risalire a Parigi nel 1954 ed esattamente al "Le Whisky a gogo "di Paul Pacini . In quegli anni l'animatrice incontrastata delle notti Parigine è una giovane show girl di origini belghe dal nome d'arte "Regine",che nel 1956 fonda il "Chez Regine" di Parigi che diventa il locale culto del"Twist. Con l’avvento del benessere economico generale degli anni 1962-1963 si assiste anche alla nascita di locali di svago e d’incontro per un turismo più popolare e meno classista. Questi locali (spesso all'aperto) vengono organizzati con una pista da ballo, consolle del Dj, palco per ospitare complessi e cantanti, bancone del bar e spazi adibiti alla sosta ed alla conversazione. Durante l’inverno, i locali da ballo sono ubicati nei grandi centri urbani e risultano molto più contenuti nelle dimensioni che negli intenti: ci si può ricondurre essenzialmente all’idea di bar, ristoranti e caffè (presenza dei jukebox) in cui si può anche ballare. Anche gli orari di funzionamento si adeguano a quelli lavorativi cittadini, ragion per cui solo i sabati sera e le domeniche po- meriggio vengono interessate dal ballo. Questi locali, che in larga misura si limiteranno a riprodurre la musica, si caratterizzano fino alla seconda metà degli anni settanta per una selezione musicale molto eterogenea: si spazia dal rock al lento. Tuttavia ci saranno locali come il Piper di Roma che si distingueranno per promuovere prevalentemente musica dal vivo ospitando (e talvolta lanciando) gli artisti più giovani. Nonostante il notevole successo, agli inizi degli anni settanta i locali da ballo sono ancora in larga misura ambienti a cui viene cambiata la destinazione d'uso: scantinati, magazzini, autorimesse e cinema dimessi. Solo successivamente e comunque sporadicamente, verranno interessati anche dall'edilizia.. Il "Ritual" (1973) di Baja Sardinia ed il "Baia Degli Angeli" (1974) di Gabicce Mare (ribattezzato e tematizzato in stile romano nel 1985 come "Baia Imperiale" ) sono i primi esempi italiani di locali da ballo isolati dal circostante contesto urbano. Nei primi anni settanta torna di moda anche il ballo più classico: il liscio (promosso da Raoul Casadei). Sorgeranno quindi in questo periodo pure le prime strutture caratterizzate dalle ampie luci strutturali delle sale da ballo (dovute alla necessità di grandi piste senza ostacoli per garantire un facile movimento) e dalla presenza delle orchestre che suonano dal vivo. Significativo è il fatto che con questo tipo di locali il ballo non resterà più prerogativa solo dei giovani ma diverrà abitudine anche per la gente molto più anziana. Sono comunque gli anni settanta che vedranno la nascita della discoteca come viene intesa ancora oggi. Infatti è nel 1977 con i locali di New York come lo Studio 54, il Paradise Garage, il 12 West od il Flamingo che si fissa la nascita ufficiale della discoteca odierna. Il successo è anche dovuto all'esplosione del genere musicale Disco Music, celebrato ed in parte promosso anche dal film "la febbre del sabato sera" (1977). Fino ad allora infatti, la musica concepita esclusivamente per ballare (non ancora chiamata musica dance) veniva prodotta prevalentemente per la stagione estiva; i locali da ballo, che funzionavano essenzialmente la domenica pomeriggio (d'inverno) e la sera (ma raramente fino alle 5 del mattino), alternavano ciclicamente nella stessa serata balli lenti e veloci. Le case discografiche quindi, non investivano molto nel genere ballabile, anche perché non vi era la necessità, in quanto, i locali da ballo fungevano più che altro da luoghi d'incontro o dove fare nuove conoscenze. Con l'avvento della Disco Music invece, si assiste ad una vera e propria imposizione di un nuovo genere non più semplicemente "ballabile" ma, appunto, "da discoteca". Cambia radicalmente la concezione del "locale" dove trascorrere la serata: si va in discoteca non tanto per incontrarsi e per conoscersi quanto più per divertirsi ed essere protagonisti. La Discoteca diventa il locale di ritrovo giovanile dove le etichette sociali non contano più nulla. Va anche evidenziato che proprio sul finire degli anni settanta emerge la moda dello spazio e della fantascienza più commerciale. Con il cambio del decennio e del genere musicale, la Disco Music esce di scena e viene sostituita dalla musica elettronica. In questo periodo si assiste anche ad un significativo cambio di tendenza delle discoteche europee rispetto a quelle americane. Se è vero che la nascita della disco avviene negli USA, è anche vero che saranno sempre gli Stati Uniti a respingere sia la disco music che il concetto di discoteca. In Europa invece, il modello della discoteca intesa come luogo di divertimento collettivo, d’incontro e spettacolo avrà un enorme successo. Nei primi anni ottanta in tutta Europa si assiste infatti alla costruzione di locali volti ad ospitare una grande affluenza di pubblico ed infatti le frequentazioni delle discoteche risultano sempre più eterogenee e sempre meno selezionate. Pag. 2 Giugno 2010 temi ed attualità La violenza sulle donne Eppure provano emozioni... UNA PIAGA SOCIALE AI CONFINI DELLA REALTÀ IL MALTRATTAMENTO CONTRO GLI ANIMALI Al giorno d’oggi, circa sei milioni di donne italiane tra i 16 e i 70 anni dichiarano di aver subito violenze, non solo sessuali, ma anche psicologiche e fisiche. L’80% di esse, non denuncia, perché molto spesso è difficile denunciare le persone che si amano, come ad esempio il marito, il fidanzato, il compagno, il padre, lo zio o il nonno. Alcune pensano che sia normale, alcune pensano che sia giusto così, alcune si attribuiscono la colpa, alcune che sia “solo” una cosa brutta, ma non tutte sanno che quello che stanno subendo è un reato vero e proprio. Molte donne fra i 17 e i 50 anni, muoiono più spesso a causa di violenze, che per malattie o incidenti. Quindi mi rivolgo a voi, donne, che state leggendo, se siete vittime di violenze, non esitate a denunciare, perché anche la cosa più infima, un giorno si potrebbe trasformare in qualcosa di più. Un controllo ossessivo su di voi, il tentativo di emarginarvi, le offese pesanti, e il calo dell’autostima, sono queste le cose di cui dovete stare attente, SONO LE PREROGATIVE DI UNA VIOLENZA PSICOLOGICA, non tenete tutto per voi, parlatene con qualcuno che possa aiutarvi. Le violenze, sono molteplici, e sempre in agguato, non limitatevi a dire che le violenze sono solo quelle sessuali e fisiche, perché le peggiori almeno a livello di: sensi di colpa, problemi psicologici ecc. ecc. , sono quelle psicologiche. Infine, il mondo che ci circonda ci propina sempre nuovi modi di sperimentare violenza, e mi rivolgo a voi ragazzi, se siete degli uomini veri, Aiutate la nostra società ad essere più corretta nei confronti di noi donne del domani Alice Bacci L’uomo ha fatto progressi in tutti i campi ma la strada che porta all’armonia con gli animali purtroppo resta indietro. Gatti catturati con cappi, cavalli malnutriti, cani picchiati, gatti uccisi a colpi di pistola o fatti sbranare da cani da combattimento, gatti presi di mira da auto in corsa, cani tenuti a catena corta o stipati in gabbie per polli; e poi ancora: uccelli chiusi in gabbie troppo piccole, animali usati per l’accattonaggio, cuccioli di cani uccisi da veterinari Asl perché ritenuti discutibilmente “pericolosi”, pappagalli perennemente legati ad un trespolo e costretti nella vetrina di un negozio, volpi lasciate agonizzare in una tagliola. Animali rinchiusi in recinti simili a lager,picchiati,abbandonati,e spesso seviziati per puro sadismo.E tutto questo,come si apprende dalle agghiaccianti notizie sui giornali,non avviene nelle zone più degradate del pianeta,dove ignoranza povertà possono ma non sempre,giustificare poca tenerezza nei confronti degli esseri più indifesi.Tutto ciò avviene invece nelle città e nei paesi, tra i palazzi e le villette che costituiscono la nostra quotidianità. Quante volte camminando per strada abbiamo assistito a maltrattamenti e soprusi nei confronti dei cani?Quante volte abbiamo visto gatti sporchi e malnutriti costretti a sfamarsi tra i rifiuti? Di fronte a scene del genere si prova un senso di rabbia e di impotenza. Le violenze,anche psicologiche e non solo quelle fisiche,a danno degli animali,sono oggi contro la legge e vanno perciò denunciate alle autorità. Lasciamoci guidare dall’amore e dal senso civico ogni volta che vediamo un animale in difficoltà. (continua da pagina precedente) che lui stesso che fa musica sovrapponendo diverse basi. Sul finire degli anni ottanta si afferma anche il genere antagonista della musica house: il genere Techno. Questo genere, caratterizzato da un ritmo più aggressivo, più duro e più elettronico della House, si distinguerà inizialmente soprattutto grazie ad un fenomeno andato in voga fino a metà degli anni novanta : il rave party. Si tratta essenzialmente di serate organizzate clandestinamente in luoghi dimessi e quindi privi di autorizzazione (come industrie abbandonate) e spesso anche in radure all'aperto. Le attrezzature vengono noleggiate dagli organizzatori e la pubblicità, che può far arrivare partecipanti anche da oltre i confini nazionali, è essenzialmente basata sul passaparola. Nelle discoteche di maggiori dimensioni, inizia a diventare sempre più diffuso il concetto della "multisala": ad una sala principale di grandi dimensioni, ne vengono affiancate altre di dimensioni inferiori ma specializzate in musiche più all'avanguardia. Sul finire degli anni ottanta nascono anche le cubiste: ragazze che ballano su cubi rialzati rispetto alla pista e che hanno lo scopo di animare la serata. Gli anni novanta iniziano con una selezione di generi musicali che inte- ressa anche le discoteche. Ci sono discoteche che propongono esclusivamente musica techno mentre altre solo House. C'è anche un'affermazione dei sottogeneri musicali e quindi dei locali ad essi collegati: si assiste alla nascita del genere "fashion" che diverrà sinonimo non solo di musica House raffinata (che farà da colonna sonora anche alle varie sfilate di alta moda) ma anche di locale frequentato da gente più adulta e danarosa (è la musica dei Privè). La musica "commerciale" sarà la preferita dagli adolescenti e che torneranno a far funzionare le discoteche anche la domenica pomeriggio. All'interno del genere Techno si assiste anche in questo caso all'affermazione di vari sottogeneri: Dream, Trance e Progressive. Queste discoteche verranno frequentate prevalentemente da giovani tra i 17 e i 22 anni di tutte le classi sociali e che non cureranno molto il vestiario firmato quanto più quello di moda e degli accessori. In definitiva gli anni novanta si concludono molto positivamente per i locali notturni: accanto alle ormai affermate discoteche, sorgono moltissimi locali di modeste dimensioni ma che si specializzano in differenti generi non necessariamente ballabili come il rock, il reggae, l'heavy metal, l'elettronica, lo ska, il punk, l'afro. Si assiste anche all'affermazione di locali per il ballo di coppia più esotico come il latino americano. Gli anni Dieci raramente vedranno inaugurare locali di grandi dimensioni e la tendenza resta quella delle piccole discoteche che suonano generi diversi a seconda del tipo di serata. Emerge e si afferma dapprima il disco-bar e poi il disco-dinner. Ad inizio decennio ci sarà anche una vera e propria riscoperta della musica dei decenni passati e quindi del revival: saranno moltissimi i locali e le discoteche che riproporranno la musica degli anni settanta, anni ottanta ed i "mitici" anni sessanta. C'è un'affermazione del ballo di coppia latino-americano che coinvolge prevalentemente i giovani di età superiore ai 25 anni. Molteplici saranno i locali da ballo che, rinnovati nel nome e negli arredi, proporranno un programma musicale esclusivamente latino-americano. Altrettanto numerose saranno le discoteche di massa che riproporranno la musica dei decenni passati, ospitando talvolta anche gli artisti stessi che resero famosa la dance negli anni 80 e 90. I locali da ballo nati ad inizio anni settanta semplicemente come sale liscio, in questo periodo provvederanno ad ampliarsi con nuove strutture adiacenti e divenire quindi anche "discoteca": in questo modo i gestori aumentano la propria offerta di svago notturno. Sempre in relazione al successo della musica elettronica (l'uso a tutto campo del sintetizzatore), dell'era digitale (iniziano a diffondersi i PC) e del mito dell'alta tecnologia, nella prima metà del decennio 80 non è azzardato assimilare le discoteche a dei luna-park della musica e del ballo. Anche le scenografie di studi di trasmissioni televisive popolari e di varietà ricreano in tutto vere e proprie discoteche. Contrariamente a quanto lasciavano intendere le tendenze dell'epoca, saranno ancora gli USA a lanciare un nuovo tipo musica e di discoteca. A metà degli anni ottanta, a Chicago apre il "Wharehouse Club" (letteralmente "club magazzino") dove viene suonata una musica selezionata esclusivamente dai DJ e non quella che viene trasmessa dalle radio. È la nascita ufficiale della House Music e del fenomeno "Club Culture": per la prima volta il DJ non si limita solo a mixare i brani ma tecnicamente è an- Samantha Marroni Giugno 2010 Pag. 3 Assistere a uno spettacolo sportivo, a una partita di calcio in particolare, rappresenta uno dei più diffusi e popolari modi di impie- gare il tempo libero in Occidente. Purtroppo quella che dovrebbe essere una festa si trasforma spesso, specialmente da noi in Italia, in occasione di violenza.Naturalmente n o i tutti siamo contro la violenza neg l i stadi e bisogna trovare delle soluzioni utili a fermare questo brutto fenomeno perchè è giusto che un tifoso possa andare allo stadio a tifare la propria squadra senza aver paura che ci siano degli scontri. Purtroppo dopo la morte dell’ispettore capo della polizia Filippo Raciti sui muri di alcune città italiane sono comparse delle scritte che inneggiavano alla morte del poliziotto, come si è visto a Livorno sul muro del palazzo del giornale il “Tirreno”. Per questo, che forse, oltre a far rispettare le leggi con la forza e con la severità e a rimettere a nuovo tutti gli stadi italiani, bisognerebbe cambiare la mentalità dei tifosi. Ovviamente alla favola che il calcio è solo un gioco non ci crede più nessuno perché ormai c’è un giro d’affari troppo grosso, ma pensare che lo stadio possa essere punto di ritrovo anche di famiglie come succede in Inghilterra è fattibile. Quindi cambiare radicalmente la nostra cultura verso lo sport è la strada da seguire. E’ giusto chiedere stadi più sicuri, dunque, ma magari partendo dalle scuole, e incominciando dai tifosi di domani. Il perdurare di questo lassismo ha fatto sì che al giorno d’oggi interi settori dello stadio siano in totale balia di certe frange di tifosi violenti che ormai fanno il bello e cattivo tempo. E’ assolutamente insopportabile l’idea che per gestire 50 tifosi in trasferta occorrano 200 poliziotti sottratti all’abituale attività di routine per essere addestrati ad affrontare una guerriglia urbana. Per eliminare la violenza dagli stadi bisogna impedire che persone violente possano partecipare all’evento. Chi si rende protagonista di episodi violenti deve essere allontanato per sempre dallo stadio. Siamo stufi di “ducetti” da curva che ti insultano se non canti i loro cori e se non carichi la polizia. Siamo stufi di gente “pluri-pregiudicata “che parte da casa con coltelli e catene per dare sfogo al proprio istinto. Siamo stufi di quei politici patetici che tendono a difendere ogni manifestazione di libertà anche se si tratta di libertà di essere violenti.Lo stadio è come un teatro o un cinema, non deve ospitare gente palesemente inadatta a stare in mezzo ad altra gente. Basta con le difese d’ufficio dei tifosi, basta minimizzare il problema, basta di tutto. Il calcio non ha bisogno di tifo organizzato, questa è solo violenza organizzata.Dispiace che la classe dirigente italiana indulga così spesso in chiacchiere inconcludenti, anziché affrontare i problemi con efficace risolutezza, come avviene in altri Paesi. In Inghilterra, per esempio, il tifo violento negli stadi, quello dei tristemente noti hooligan, è stato debellato tramite una serie di provvedimenti che hanno restaurato l'ordine e che consentono ai veri sportivi di godersi la partita in un clima di confortevole convivialità. Da noi ciò non sembra possibile. Le partite si trasformano in occasione di guerriglia urbana, il tifo calcistico si colora, oltre che di rivalità campanilistiche, di improbabili valenze politiche e ideologiche. Nelle curve si inneggia alla violenza senza che ne esistano giustificazioni plausibili. Razzismo cretino, delinquenza comune, uso di droghe, bullismo, affermazione violenta della propria personalità, becero qualunquismo si mescolano, presso alcune frange estremiste degli ultras, alla passione sportiva. e d r o . e . l . e o ch n a ari v i r Ar barb Marroni Samantha IL LINGUAGGIO ACCESO DEL POLITICO ITALIANO! I politici parlamentari che litigano tra di loro o che dormono in aula, che si drogano, che frequentano i trans non sono un segno di successo, ma di degrado culturale, oltre alla figura personalmente incivile dei personaggi politici che la fanno. Politici che non sanno che altro escogitare per fare il bene di se stessi, con leggi proprie.L’immagine oggi del vero politico dovrebbe rappresentare più che mai in questo periodo di crisi, un uomo corretto che faccia il bene di tutti e non del singolo partito o di se stesso. Ma non risulta essere così. Pensiamo ai maggiori esponenti dei due partiti di destra e di sinistra. Oggi ci si combatte tra partiti che si punzecchiano, non si fa il bene del cittadino ma il male di molti, non si controlla e non si governa per sostenere e superare una crisi economica ma si perde tempo nelle chiacchiere del giorno. Oggi si litiga in Parlamento e l’informazione riguarda il commento dei politici che hanno creato l’intoppo con questa o quella parola di troppo, il partito avversario risponde con altrettante polemiche e non si finisce mai di parlare a vanvera. Ma i problemi non si affrontano volta per volta litigando, quanto piuttosto osservando e comprendendo che i sistemi adottati non sono quelli giusti. Se si vuole superare la crisi bisogna provvedere a tutelare il cittadino riconoscendo che egli sta vivendo un periodo di crollo economico e di conseguenza deve fare i conti con l’aspetto psicologico poiché deve pagare il mutuo, deve far crescere i propri figli e deve pur avere il diritto di essere al sicuro. Ma questa politica italiana ci fa sentire sicuri? Ci sono sempre più incertezze, crisi e debiti. Se presto non si affronteranno i problemi principali dello Stato italiano, finiremo sul lastrico e ci sentiremo costretti ad evadere fuggendo da questo Paese che non garantisce nulla soprattutto ai giovani che vorrebbero mettere su famiglia o a quelli che hanno passato trent’anni della loro vita a studiare per garantirsi un futuro certo . Chi ha genitori che negli anni d’oro hanno messo un gruzzolino da parte va avanti e può sperare nel futuro, purtroppo incerto, di poter realizzare il sogno di fare un lavoro che piace e di cui è portato, aspettando e facendo la cosiddetta “gavetta”, chi non ce l’ha quest’opportunità, o va a lavare piatti e fare lo spazzino ,oppure va a finire in povertà insieme ai genitori che con un solo stipendio non hanno cosa dare ai propri figli. Questa è un’Italia in lacrime! Alunno Noemi DILLO CON LA T-SHIRT Esistono da sempre e non vanno mai fuori moda. Il motivo? Sono pratiche, fashion… E forse il fatto che le T-shirt con messaggio hanno una risposta adatta adatte a ogni occasione e stato d’animo, parlano di noi e per noi. Vi sentite romantici? Amate lo sport? Siete andati a fare shopping a Parigi? Ditelo con una T-shirt. Anzi, una messenger T-shirt. La grafica vi offrirà un’ulteriore modulazione di toni: strillato con i caratteri cubitali, raffinato o colloquiale con il corsivo, giovane e simpatico lo stampatello, rock-rétro con il gotico. Se poi siete particolarmente coinvolti in qualche questione, puntate sugli slogan a contenuto sociale: potete difendere la natura, ribadire uno schieramento politico o sportivo, la vostra ammirazione per un personaggio, protestare contro le guerre o combattere l’anoressia, e sentirvi al tempo stesso molto chic. Inoltre con gli accessori giusti la T-shirt ti risolve la serata se aprendo l'armadio è "panico da sabato sera e non so che mettere"! Per i ragazzi basta abbinare una camicia (quest'anno abbondano quelle a quadri) a maniche corte o lunghe e arrotolate, mentre per le ragazze giacchettina e foulard o maxicollana e via... L'importante è: tu indossi la T-shirt, il resto te lo suggerisce il tuo stile! Ilaria Cipolloni Pag. 4 le strade, corpi straziati, la malattia che consuma il fisico… Ma la vita per fortuna non è solo questo, così accanto a questi drammatici scatti, McCurry racconta anche “la bellezza”, titolo da lui riservato ad una sezione di foto che oltre a rivelare una padronanza raffinata della tecnica di ripresa applicata con estremo rigore, ci regalano ritratti di persone bellissime. Volti ordinari, spesso appesantiti, non solo dal trascorrere del tempo, ma anche dalla durezza della vita quotidiana e proprio per questo, straordinari e meritevoli di essere raccontati. “La gioia” è il titolo riservato ad un’altra serie di scatti che ci regala l’autore. Bambini sorridenti, adulti felici intenti a vivere i loro momenti di festa. La mostra è un grido, una denuncia inquietante rivolta a tutto il nostro mondo. Abbiamo di tutto, anzi, di più! Eppure va a finire che non siamo contenti. Chi provenendo da altre latitudini e tenori di vita ci vede e ci definisce scuri in volto, un po’ come sempre incazzati con qualcuno… In questi scatti, oltre una denuncia, si fa strada un valore aggiunto, un momento di riflessione. A molte persone, in differenti luoghi, pur non avendo niente sia da un punto di vista materiale, che del rispetto dei diritti umani più elementari,non gli serve molto per regalare un sorriso. POLIS BANCO Giugno 2010 L’urlo di Steve La mostra fotografica che si tiene in questi giorni a Perugia racconta, attraverso le immagini, le emozioni del Sud-Est del mondo, Steve Mccurry ci porta in questi luoghi così lontani da noi. Entrando nella sala dove sono esposte le foto, è subito forte la percezione di essere entrati in un ambiente dove tutto ti attrae. La stessa disposizione delle fotografie è tale da letteralmente avvolgerti e comprometterti. Di fatto ti trovi attorniato dall’originale disposizione delle fotografie, che come sospese in aria ti circondano e accompagnano. Non appese alle pareti, come di solito avviene, sono lì in aria in attesa di essere guardate. Quasi ti vengono in contro per essere prese nella dovuta considerazione. L’impatto emotivo è garantito. Le foto raccontano la vita, i sentimenti, della gente del Sud Est del mondo mostrandoci, anche in modo crudo, luoghi dilaniati dalla guerra, bambini soldato, morti per Bassini Federico Steve McCurry: mille volti mille emozioni Mille volti, mille emozioni, le foto di McCurry, in mostra presso il palazzo della galleria Nazionale di Perugia sino al 05 settembre 2010, riassumono la carriera di uno dei più affermati e riconosciuti professionisti dello scatto. Tutte lì pronte ad essere ammirate, quasi lodate in religioso silenzio, tanta è la partecipazione emotiva richiesta allo spettatore, per la loro straordinaria bellezza ed intensità espressiva. Le foto ci avvicinano in modo eloquente al sud del mondo, lasciando trapelare emozioni pure. Volti, paesaggi, scene di vita quotidiana, drammi. Tutto accompagnato dal sapiente utilizzo del colore, colore di rara intensità capace di esaltare le scene inquadrate e “fermate”dallo scatto della fotocamera di McCurry. Guerre, guerre per il petrolio, per il potere, violenze, povertà estrema, il dramma dell’impotenza di fronte a tanto male. Ogni gesto, espressione, fermato nello scatto restituisce una foto dalla semplicità unica, ma mai banale, anzi contenente tantissime emozioni, che l’occhio attento ed esperto del fotografo, coniugato alla sua spiccata sensibilità, sono riusciti a rappresentare. Sud Est, viaggio fotografico capace di trasmettere interesse verso un mondo che crediamo lontano, ma a noi fatto toccare non solo attraverso gli occhi. Davvero vale una visita. Casacci Nico Quelle terribili 6 ore non finiscono mai Svegliarsi tutte le mattine alle 7, lavarsi e cambiarsi in fretta,fare colazione, mettere in moto il cervello e partire con tutte le preoccupazioni per: compiti in classe, interrogazioni, esercizi non fatti, relazioni non portate e così via… ecco come la maggior parte dei ragazzi inizia le giornate, sperando ogni giorno di più che quelle 6 ore finiscano in fretta. Inizia la giornata a scuola: c’è chi la mattina cerca di arrivare un po’ in anticipo, così appena entrato in classe può iniziare a copiare i compiti e guadagnare qualche minuto prezioso per farne il più possibile, c’è chi invece non ci riesce proprio ad arrivare in orario e tutti i giorni deve sentirsi ripetere quelle noiosissime prediche. Suona la prima campanella… gli alunni che non sono ancora entrati si avviano verso la porta d’ingresso, qualcuno, anche se con molta fatica, entra altri invece ci rinunciano del tutto così si tolgono ogni preoccupazione e sono liberi di andare a divertirsi in qualche bar o sala giochi. I pochi entrati si disperdono velocemente nei corridoi quasi per dimostrare a se stessi che quelle ore sembreranno più corte se le si passano in corridoio a far nulla lontano dai banchi e dalle lavagne. Suona la seconda campanella… nessuno è ancora in classe, e se proprio dobbiamo dirla tutta, neanche i prof sembrano ancora arrivati, aumentano così le poche speranze di quei poveri alunni che cercano in tutti i modi di scappare all’interrogazione. Ma dopo poco ecco che tutto svanisce e il famigerato e tanto odiato prof entra in classe. Tutti si siedono anche se ne farebbero volentieri a meno, anche l’insegnante si accomoda e, con molta calma, inizia ad aprire il registro; dal suo modo di fare sembra quasi che sia scocciato quanto noi nell’essere lì in quel momento. Comincia: fa l’appello. I più disperati continuato costantemente a leggere quelle 10 pagine di cui non hanno mai nemmeno sentito parlare. Tutti presenti, o quasi. Il professore inizia a chiedere le giustificazioni, mai nessuno che la portasse il giorno dopo l’assenza, sono così afflitti dal dover ritornare a scuola che si dimenticano quasi di vestirsi! Finito tutto il lavoro burocratico inizia la parte peggiore della giornata: è arrivata l’ora della tanto temuta interrogazione. Il prof inizia a far scorrere la penna sopra l’elenco dei nomi, tutti che tremano, si tengono per mano e qualcuno addirittura prega… ecco, la penna si è fermata, l’assassino ha trovato la sua vittima, tutti trattengono il respiro intanto nella classe è calato un silenzio di tomba…e all’improvviso il prof annuncia: c’è qualcuno che vuol venire volontario? Ma siamo seri…se qualcuno voleva venire volontario glielo avrebbe detto appena ha iniziato a cercare gli interrogati no? Enorme delusione tra i banchi, tutti che bisbigliano e se la prendono, intanto i nervi per qualcuno si sono distesi. Finalmente il prof si degna di dire alla classe il nome dell’interrogato, ma guarda un po’ si giustifica, il professore a questo punto sembra ancora più seccato e vede bene di chiamare qualcun altro che non può giustificarsi, dice il nome e gli altri tirano un sospiro di sollievo, quelle poche persone che hanno le stesse iniziali del cognome rischiano l’infarto e il povero disgraziato che dovrà ripetere la (continua a pag. seg.) Giugno 2010 Pag. 5 lezione del giorno tenta addirittura il suicidio. Si inizia l’interrogazione, prima domanda come al solito facile, l’interrogato risponde correttamente anche se con qualche difficoltà, seconda domanda, la difficoltà aumenta e l’interrogato prova a rispondere arrampicandosi sugli specchi, terza domanda, l’interrogato proprio non ne sa nulla. A questo punto il professore gira lo sguardo e chiede:- qualcuno pensa di sapere la risposta?- gli occhi sono tutti rivolti verso il basso e nessuno si sogna di alzare la mano, chi perché non sa proprio la risposta, chi perchè sta studiando per le ore successive e chi invece non lo fa soltanto per solidarietà del povero interrogato. All’improvviso dal primo banco ecco che spunta un dito, tutti allungano lo sguardo; chi potrà mai essere se non il solito secchione seduto in prima fila che farebbe di tutto per dimostrare agli altri la sua bravura nello studio? Dopo averlo fatto rispondere il prof decide di finire definitivamente l’interrogazione per non continuare quello strazio, ultima domanda che riguarda come al solito una lezione passata a cui mai nessuno sa rispondere; si chiude l’interrogazione, la prima domanda come al solito è: che voto gli ha messo? Ora che la tortura è finita, questa volta è andata bene c’è stata solo una vittima!, si inizia a spiegare; la maggior parte della classe dorme, i pochi svegli tentano opere d’arte sul banco e solo uno o forse due prendono appunti. Suona la campanella:tutti escono dalle classi come se fosse l’intervallo, tutti i professori tentano di rimettere in classe gli alunni ma nessuno dà ascolto; entra il prof della seconda ora e si ricomincia la solita trafila. Finalmente suona la tanto desiderata campanella: è l’intervallo!!! Decine e decine di persone si riversano nei corridoi, urla dappertutto, è finalmente tornata l’allegria tra i poveri ragazzi. Dopo 10 minuti che, purtroppo per gli studenti, volano via molto in fretta,si ritorna in classe: tutta l’euforia e la spensieratezza dell’intervallo svanisce come la nebbia in primavera. Arrivati alla fine di quelle interminabili sei ore è praticamente impossibile trovare ancora qualcuno che abbia la forza di sorridere ed arriva il momento per tutti di tornare a casa. Gli studenti fuggono via veloci come il vento portandosi via anche tutti i pensieri, i voti e tutte le cose nuove che hanno imparato in quel giorno che forse loro definiranno: un giorno come tutti gli altri. Anche i professori se ne vanno, loro però con il sorriso stampato sulle labbra perché sono fieri del lavoro che hanno fatto. Marroni Samantha GENERAZIONE DAVVERO DEGENERATA?!? Noi giovani siamo dentro a quella che oramai è definita per antonomasia “generazione degenerata”, per tutti siamo quelli senza sentimenti, quelli dello sballo a tutti i costi. Ma si sa, un po’ di verità c’è e non si può smentire perché alcuni ragazzi ormai sono completamente presi dal vortice, ma tutti gli altri? Questa è la domanda… perché guardare solo quelli che hanno imboccato la strada sbagliata senza uscita, certo siamo tutti d’accordo, il numero di coloro che sono fuori dai binari è veramente spaventoso ma, invece di continuare a criticare, a guardare con disprezzo, perché non si prova a capire dove sta il problema? Qual è la causa che porta a fare determinate scelte? La prima risposta che viene alla mente è : “non hanno cervello”; e invece non è possibile che i giovani buttino via così la loro vita, per banali problematiche o solamente perchè sono vuoti e frivoli. Deve esserci qualcosa di più. Qualcosa di più è infatti questo perverso sistema, dove chi vince è il raccomandato e non il meritevole, dove dovunque si guardi l’unica cosa presente è la violenza, la prepotenza, la superbia, dove tutti sono troppo impegnati a correre e non si ascolta, ci si limita a sentire e a non cambiare mai, dove i rapporti umani si riducono ad una conversazione al computer e non allo sguardo negli occhi. Certamente per chi decide di rovinarsi la vita non ci possono essere parole di comprensione, ma forse proprio per la mancanza di queste parole che molti cadono in una trappola senza uscita. Poche parole, troppe aspettative, risultati sballati e poco coerenti, questo è il sistema che ci circonda. È inutile andare contro, criticare, prendere provvedimenti, ormai molti ragazzi hanno perso quella strada dove la propria mente vede quello che c’è e dei fronte a tutto ciò si sente inutile, quindi la strada che rimane loro da percorrere è quella più allietante, è quella dove si perde il senso della realtà, dove si è sempre felici e dove nessuno sembra possa entrare a distruggere i propri sogni. Ma scappare è inutile, bisogna reagire, questo mondo non è così per mano nostra, anche se per mano nostra dovrà cambiare, allora per quei giovani che credono in certi valori e vogliono difendere a spada tratta la loro sana generazione, si deve affrontare la realtà e dimostrare quanto ognuno valga, perché ci sono alcuni ideali che vanno ripresi, i giovani sono più forti di questo sistema e non devono lasciarsi sottomettere da false ipocrisie. Elisa Fiorucci TV & People Before i start with all the opinions and the "what i think about this" stuff let me give you a short history on the way the t.v came out.in 1884 some physicist invented some cheap-disc-rotating thing with patterned holes in it. The idea was that you would have streams of light running through the disc as it was turning and what came out would be projected onto a screen. But 43 years later an american called Philo Farnswortth projected and built the first working t.v (working in the sense that you could make out the shape of the people on the screen.....). It got it's popularity for first in Germany. It was used in the sports events in 1936 to broadcast the Olympic Games from Berlin. The t.v has kind of always had the attributes that it has nowdays,everybody loves it,you can watch anything on it and,most of all,it can get to be expensive when you make it your playmate......Like all things the t.v has lots of pros and cons of course : the pros are that if you're tired and you don't what to do you have something that does the entertaining for you, it's a good way to get together and have fun,when it breaks and you're certain that it's broke than you can take it apart and find all sorts of cool things in it,along with a nifty cathode tube....."t.v's are great weapons,if someone is trying to attack you ,(when you're in your house),you can get that 20" screen and have them become part of the new deluxe edition t.v set". The cons to this wonderful appliance are that of course it can be a source of creativity but at the sane time it can make you stupid because you don't know how to relate to others and as soon as you have a free moment you're off and onto the couch watching t.v, it can also be a distraction when you're together as a family, if your t.v in the kitchen is on and it's dinner time and you're trying to talk to them they will be more attracted to the "boob tube". When you want to be together as a family, one idea could be, besides watching t.v,a nice fair round of Trivial Pursuit.....The television also can be educational,but it can also be a source of stupid and harmful ideas,lots of times teenagers and children come up very idiotically because all they ever did as children was camp in front of the t.v. I am the kind of person that doesn't really care much about t.v, I'm stuck lots of the time studying,unfortunately, so Ireally don't take much time to watch t.v, I still like t.v though! Philip Aguirre L’ora sacra… Sono le 9:30, in classe i compagni fremono, alcuni già mangiano, alcuni sono immersi nella stranoiosa lezione, di cui nessuno sa né argomento, né professore, se non per qualche occhiatina furtiva al libro del secchione vicino di banco. 9:45, lo strazio, il prof dà i compiti, noi abbiamo fame, molta fame, aspettiamo con ansia che passino questi cinque minuti di inferno. 10:00 eccola, suona, suona! Suona ancora campanella benedetta! Ed ecco la folla che esce dalla classe, le persone si mischiano con le altre, si parla, si scherza, si mangia, insomma ci si diverte. Però, (e ce sempre un però), c’è ancora chi dorme sul banco, con la possibilità di essere allegramente “sgamato” dal prof, ma va bene, la scuola è anche questo, c’è chi si diverte, chi dorme, e chi STUDIA, non è un caso se ho scritto quella strana parola in caratteri maiuscoli, perchè c’è chi all’intervallo, sia per puro interesse personale (scarsa voglia di public relations), sia per l’interrogazione imminente, studia, è un caso raro trovare un esemplare di questa specie lo “scolarus studiosus”. Le 10:10, suona la campanella, nei pensieri di molti c’è la strana immagine di un campanella che tira l’ala, perché ha interrotto il momento che tutti aspettano con ansia, il momento più bello: LA RICREAZIONE. Alice Bacci Pag. 6 Giugno 2010 ITISTIME Una mattinata a scuola: Il tragico scorrere delle ore scolastiche atto II Tintinnìo in lontananza, un suono poco percettibile che raggiunge le orecchie. Un rintocco, un carrilon. Quell’armonia cadenzata che è a metà tra l’ansia e la paura. Tetro messaggio. Secco. Pochi istanti dopo, la campanella. L’altro intervallo! “Sempre sia lodata!” lo studente che scappa all’interrogazione. “Veneziaaa! Le merendeee!” l’altro, il compagno di banco affamato, “gimo a fumà” il compagnone turco. Sottovalutate, l’importanza di questi dieci minuti. Non si sa esattamente cosa succede in dieci, lunghi e aspri minuti di aria. I matti, i degenerati, i calmi, i morti di fame, i golosi, gli anoressici, i lagnoni, i simpatici. Che mondo sarebbe senza intervallo? Ami attenderlo, ma è triste quando inizia. Signori, peggio di Leopardi! Eccola, la vera filosofia! E che, filosofia! Al diavolo L’Infinito e Il Sabato del Villaggio! Checchè! Tornando seri (?), tra botte, merende, e ingiurie, l’intervallo malauguratamente rapido termina. La classe meditabonda, nel punto di entrare in coma da prestazione, fa capolino dall’antro scuro, depositario di immani sacrifici mentali.. Veloce arriva il professore. Passo spedito, e cartella in mano. Il capo un po’ chino nasconde parte del sorrisetto. Capelli corti, sguardo vispo. Si presenta, il veterano. Domatore d’elettricità e ingegnere d’altri tempi: la fisica non vi piacerà mai così tanto. Oramai si sa, il dottore ama aprir le menti dei suggestionati ragazzi. Quasi dimezzando il suo tempo, l’esperto, si giostra tra false illusioni, e mere verità, soggiogate dal giudizio pubblico di chi regola i conti. La fama, ormai è nota, e diventerà di certo, merito e mito metropolitano. Non si da per certo, ma PAROLE DI CARTA Ciao, questa è per te… non scriverò il tuo nome in questa specie di strana lettera ma sono sicura che capirai comunque… E’ una specie di riassunto della nostra vita, anche perché praticamente siamo nate assieme. Tutto inizia in quella casina, ricordi? Facevamo solo l’asilo nido e già eravamo così unite… poi le elementari, e la paura del primo giorno e l’euforia… nuovi amici ma sempre io e te… le medie, bene qui un po’ ci siamo se- l’esattezza del duplice insegnamento dell’ardito professore, garantisce ciò che s’intende per “formazione”. Vita, e studio di ciò che ci circonda. matrimonio combinato alla perfezione. Tutto ciò che concerne l’attività laboratoriale, può essere racchiusa in questo canto: “Affianco dell’ultimo tester, / s’era assopito un professore, / ed aveva un solco lungo il viso, / come una specie di sorriso./ Venne al laboratorio l’assistente, / con due occhi, sorridente, / due cavi pieni di corrente, / eran lo specchio d’un espediente!” La risposta dei ragazzi è interessante quanto una zanzara moribonda sul parabrezza di un automobile, tant’è che al massimo, collegan due aggeggi, meglio noti come resistenze, o condensator di corrente. Si sussegue un altalenarsi di misurazioni, e tutto pare men che l’esperienza, ma signori, un altalena simile, ti fa apprender completamente il flusso, onde evitar qualche duttile trasformator in continua corrente. Si vedranno quindi i ragazzi attenti, alla formula del fisico modello: “dai la corrente, togli la corrente. Reggendoti con un piede soltanto, Marco-san!” . E così fu, l’indotta travasò i confini della pandemonica realtà, soggiogando la verità e sanando le forze applicate, Robin Hood della fisica. E’ così che va la fisica. Essa non è nella mente (impossibile trovarla dentro la materia grigia dei garzoncelli), né nelle braccia (quante resistenze bruciate, eh?), ma nel cuor di tutti noi, illustri lettori. Probabilmente ancor intenti a regolar qualche matraccio elettronico, i due vengono lasciati disquisir sulle tensioni, mentre come abili ninja pensionati, l’orda degli studenti delle lande, si riporta nel vituperio sconnesso qual è la classe. Avremo da trattare con aforismi, peste bubbonica e due, che di sposar proprio, non ne avevano voglia. Suvvia si sa, la pretesa è quella di dormire, ascoltar quelle modiche opere classiche made in Heavy Metal land, o rinchiudersi in sé stessi, tanto per non ascoltare un acca di ciò che un povero pazzo morto qualche anno addietro, aveva da inventare. Massì! Ci siete arrivati, quella cara compagnia che sol la grammatica e quel tempone di Manzoni posson donare. Scommettiamo, che avrete da pensare? Se “approfessò” poteva minacciarvi con l’uso d’una ossiacetilenica, qui si ricade nel ricatto verbale: la penna dissangua più della spada; specialmente se è rossa, e se scrive in un oscuro giornale. La ligia insegnante è sempre lì, con lo sguardo pronto a stender la ramanzina al primo sgarro che vola. I poveracci sfidano l’immensa bontà composta da odio e frustrazione, ma rimangon bruciati dalle loro stesse armi. Eh, via, cosa ci si vuol fare, “sono raaagassi”. Come la madre attenta armata di giuste munizioni al tritolo, come un prestante spartano si getta nella mischia, e tra archibugi e nucleari, tenta comunque di portar a termine il malefico intento: l’apprendimento. Guerra di trincea. I ragazzi dell’orda rispondono con fuoco di copertura, a volontà palline e cerbottane. Il problema sorge, quando ci si ricorda che chi si ha davanti, ha poteri divini sino a suono della campanella. E la gita in presidenza, è presto garantita. Con l’ultimo arpeggio di minori, si ritorna all’accordo di grado maggiore, e l’enfasi, come la storia va scemando. Ormai è tempo d’uscire, anche se, con alto tasso di probabilità, non stavo, solamente sognando, ero immerso nella realtà di tutti i giorni, amplificata dall’entità di me stesso, ego sardonico che ironizza sul da farsi. Schiaffo morale alla dura vita d’ogni dì. Che tutte le cavie sottoposte, a partir dall’ultima malaugurata sventurata, onorevole prof.ssa di lettere, sino al primo Super Pat e il mitico assistente, non vadano disperando né s’adagino sugli allori: altro anno, altro giornale, altre storie da raccontare. a cura di Marco Mercati parate, ma non molto! I primi amori le nostre litigate che si risolvevano in quanto? Al massimo in cinque minuti… ed eccoci alle superiori ancora insieme… ma abbiamo superato una litigata di quelle toste… Tutta colpa mia e ho pensato di fare questo, così, perché voglio farti capire quanto tengo a te: davanti a tutti quelli che staranno leggendo in questo momento questa specie di strana lettera, davanti a quelli che la leggeranno e a quelli che l’hanno già letta io ti chiedo scusa per ciò che ho fatto… spero tu mi abbia perdonata, ho fatto un grandissimo errore ma ti giuro ti voglio BENE… sei tu la persona più importante per me, grazie per le “girate” in motorino, a Fontecchio, in piazza, a prendere il tuo latte macchiato, grazie per le serate insieme a mangiare la pizza, per i pomeriggi a correre, per le mattinate a scuola nelle quali ridiamo e cantiamo canzoni assurde… grazie per i tuoi consigli per le tue decisioni improvvise che alla fine ci fanno ritrovare a giocare al cucù con tu sai chi, grazie per i tuoi scherzi, anzi magari non proprio per tutti, ma soprattutto grazie di esistere. P.S. sono arrivata a 20€ la prossima settimana possiamo prendere il treno e fare la prima tappa della nostra fuga. Ti voglio bene Furetto! Ora devo lasciarti, il cane dalle orecchie alternative sta distruggendo la scarpa che ha preso in mia assenza, vado a sconfiggere l’assassino dei miei occhiali Elisa Fiorucci Giugno 2010 Pag. 7 SCUOLA e ISTITUZIONI MAFIA come fare a sconfiggerla La rassegnazione dei giovani d’oggi in un sondaggio eseguito dal Centro “Pio La Torre” di Palermo I giovani italiani mantengono un'alta sfiducia verso la volontà dei politici e della classe dirigente di vincere la mafia, ma quelli del Nord hanno una percezione diversa del fenomeno rispetto ai coetanei del meridione: a sostenerlo è il Centro 'Pio La Torre' di Palermo, che ha pubblicato i risultati dell'indagine sulla percezione del fenomeno mafioso dei giovani studenti che hanno partecipato alle videoconferenze del progetto 2009/2010. Dallo studio è emerso che oltre il 55% degli intervistati ha detto che a 'permettere alla mafia siciliana di continuare ad esistere è ancora oggi "la corruzione della classe dirigente". L'indagine, svolta all'interno di 82 istituti scolastici, di primo e secondo grado, e realizzata avvalendosi di un software ad hoc (TLab) per l'analisi delle risposte, ha permesso di recepire un giudizio complessivo dei giovani sulla mafia "assolutamente negativo, ma accompagnato - si legge nel numero monografico di A Sud'Europa - da un'ampia sfiducia sulla possibilità di liberarsene a breve fino a considerarla più forte dello Stato, probabilmente condizionati dalla lunga persistenza storica del fenomeno". Tale percezione è diversamente avvertita: "più alta al Nord e più bassa al Sud, dove gli effetti dell'azione repressiva dello Stato sono meglio conosciuti perché più prossimi. Rimane altissima la sfiducia dei giovani verso i politici e la classe dirigente, ritenuti responsabili dei processi corruttivi nella vita pubblica". "Nel Nord - continua il rapporto finale - i reati socialmente più pericolosi e attribuiti alla mafia sono il traffico della droga, il lavoro nero, la prostituzione, mentre nel Sud i giovani al primo posto mettono il racket e subito dopo lo spaccio di droga, sicuramente per la maggiore evidenza mediatica dei fatti estortivi nelle città meridionali". Analogo giudizio riguarda i dipendenti pubblici: ".gli studenti intervistati - spiegano dall'organizzazione non lucrativa di utilità sociale - non ricorrerebbero mai ai politici e ai mafiosi per ottenere un lavoro, anzi li ritengono un serio ostacolo. Invece quasi tutti i giovani ammirano chi dedica la loro vita alla lotta contro la mafia e apprezzano il lavoro educativo antimafia dei loro docenti". Negativo, invece, il voto per l'impegno antimafia della Chiesa istituzionale, "quasi anticipando - commentano dal centro Pio La Torre - il recente documento della Cei sul Mezzogiorno che ha ripetuto come la condanna ufficiale della mafia non è stata do- verosamente esercitata nella pratica quotidiana delle chiese locali e delle gerarchie". Dagli studenti intervistati arriva, invece, un forte messaggio di fiducia nella scuola pubblica, intesa come "palestra di democrazia. Anche per questo nobile motivo - sostengono dal centro palermitano - essa va salvaguardata e potenziata, non considerata l'arido bancone di bottega il cui conto economico deve essere in attivo. La scuola, la ricerca, l'università, i servizi pubblici, dalla sanità all'acqua, e il loro buon funzionamento per i cittadini, sono i pilastri di una moderna democrazia, non populistica, che non ammette illegalità. Sono i fondamenti di una Repubblica - concludono - fondata sul lavoro e sulla solidarietà". Alunno Noemi GIOVANI E SICUREZZA STRADALE Più di 2.000 morti tra i giovani e la perdita di oltre 130.000 potenziali anni di vita. In Italia gli incidenti sono la principale causa di morte nei ragazzi di età compresa tra i 0 e i 19 anni. Infortuni e lesioni mortali provocano infatti quasi la metà del totale dei decessi tra i bambini e gli adolescenti. Con l’adozione di standard di sicurezza più elevati da parte di ciascun Stato membro dell’Unione Europea,sarebbero circa 6700 le giovani vite risparmiate ogni anno in tutto il vecchio continente. Nel 2001,se il nostro livello di sicurezza fosse stato pari a quello del Paese europeo più sicuro(la Svezia),solo in Italia sarebbe stato possibile salvare più di 1200 ragazzi. I dati non lasciano alcun dubbio sull’urgenza di agire. L’obiettivo è mettere a punto una serie di strumenti per consentire ai giovani di trasformarsi in cittadini competenti,capaci di essere i primi soggetti attivi nella prevenzione,più consapevoli nella gestione del “proprio star bene” e della propria sicurezza. Ma quali sono le strategie operative per proteggere i ragazzi? Incentivare l’uso del casco e cinture di sicurezza in auto,far rispettare i limiti di velocità,nonché rispettare la segnaletica stradale. E poi c’è la scuola,che rimane luogo di elezione per i programmi di prevenzione e sicurezza. Prima si apprende l’arte del prendersi cura di sé,più profonda sarà infatti la consapevolezza che accompagnerà i giovani a casa,in strada e sul lavoro. L’85-90% degli incidenti è dovuto a eccesso di velocità,assunzione di alcool,droghe e farmaci,mancato rispetto della segnaletica e della distanza di sicurezza,distrazioni dovute all’uso improprio del telefonino e della radio e alla stanchezza. A scuola,durante le lezioni di sicurezza stradale,si nota un forte interesse degli studenti,che troppo spesso sono lasciati privi di informazione in merito alle conseguenze reali di un comportamento irresponsabile sulla strada. Il concetto di base,sta nella consapevolezza che il male si combatte con la conoscenza. Bacci Alice Pag. 8 Giugno 2010 TabulaRasa la pagina del Prof. Come sapete, sono un informatico, di basso livello, ma pur sempre un informatico. Mi ricordo gli albori, tutti a dire "C'e' il boom della comunicazione" : tutti a comunicare che stavano comunicando. E dire che, già allora, avevo constatato che il computer era solamente una macchina progettata per automatizzare gli errori. Qualcuno sosteneva che i computer fossero inutili in quanto potevano fornire solamente risposte, altri che erano utilissimi in quanto avrebbere potuto sostituire degnamente moglie/marito/amante. Come spesso succede l'evoluzione è stata diversa dalle aspettative e ci siamo ritovati, alla metà degli anni 90, con validi ausili di lavoro e comunicazione effettivi, non certo esenti da bugs : "Mouse not found. Click mouse button to continue" (Win95). - che mi frega....ho la tastiera... "Keyboard not present or Keyboard error: Press "F1" to continue.." (azzz) Di quì il famoso inciso "Le uniche cose che girano sotto Windows 95 sono le palle" L'utente si evolve e, da un reale sondaggio di Marzo 2001, commissionato dalla rivista "PC Pratico", è emerso che solo un italiano su 5 conosce termini e componenti fondamentali dei Computers. Le risposte fornite dal campione (870 italiani di età compresa fra i 25 e 55 anni) sono : 1) Hard Disk: Sito porno vietato ai minori 2) Floppy: Personaggio dei cartoni animati 3) RAM: Tribù nomade 4) LCD: Una droga sintetica 5) Toner: crema di bellezza 6) Resettare: Fare le pulizie Ma l'evoluzione informatica non può essere fermata da semplici inconvenienti di percorso. E si va avanti perchè qualsiasi programma, quando funziona, e' obsoleto, qualsiasi nuova versione di un programma costa di piu' e ci mette di piu'e, infine, se un programma e' utile, dovra' essere cambiato. Quindi non preoccupatevi mai di qullo che succede perchè errare e' umano, ma per incasinare veramente le cose ci vuole un computer. Mi sono barcamenato per più di ventanni fra schede, errori e millenium bug ! Alla fine di tutto, ho creato un programma spettacolare, io penso e lui esegue. Ma stamattina è andato in crash. E' comparso un messaggio d'errore MASSA MARTANA .... adesso 12-Maggio '97 Silenzi antichi,,rotti. da rumor di pietre cadenti, tremore, continuo, di terra e case odore di polvere, di cuori e paura; pochi attimi, un eterno palpito. Non è terra morta esanime, ferma; ma un tremito come d'animata essenza, di sopiti esseri: vita che torna da infinito tempo; muoversi di ogni landa, ogni grano di polvere e terra, che geme, cade. Calcare che giù si move sopra, nei muri , nelle cave, in abortite faglie, come nelle nostre ossa. Antico gemito, che scuote dentro, ma riscopre tenace riscossa. RIVA DI MAREMMA Crespi in sol i rami secchi, che l’acque strappar d’irruente forza, giù l’Ombrone; a traverso in riva, invano protesi, curvi e groviglio fanno, fra loro mossa, ad ogni onda, a segnare il cielo. Tranquilla vita felice da i fianchi rigogliosi, pensar fanno che tristezza ti piglia: or desolato legno, or fuoco, vento , grani di sabbia avvolti, ritornano a nova vita, nella morsa d’oro distesa; ma ancor ricchi dell’immagine loro. "File reality.sys corrupted, Reboot Universe? Y/N" SOGNO!! Cosa vuoi da me, che io veda sempre? Ad occhi aperti scopro ogni fiore che luce illumina, ed è una cascata di colori; ma al chiudersi dei miei occhi tutto svanisce; allora tu mi fai vedere tutti insieme i prati del mondo in un unico bianco. fiore: la poesia. Prof.Patrizio Mezzetti Giugno 2010 “ C u R i O s A n D o Ne L P a S s A t O ” La storia del ‘900 …l’hanno fatta loro Albert Einstein: Oltre ad essere uno dei più celebri fisici della storia della scienza, fu un grande pensatore e attivista in molti altri ambiti (dalla filosofia alla politica). Per il suo complesso apporto alle scienze e alla fisica in particolare è indicato come uno dei più importanti studiosi e pensatori del XX secolo. Alla figura dello scienziato si affianca quella di pensatore e filosofo. Einstein si considerò sempre un pacifista [13] e un umanista [14], e negli ultimi anni della sua vita, anche socialista e da molti venne considerato comunista. Descrivendo il Mahatma Gandhi, Albert Einstein disse «Le future generazioni difficilmente potranno credere che qualcuno come lui sia stato sulla terra in carne e ossa». «Gandhi, il più grande genio politico del nostro tempo, ci ha indicato la strada da percorrere. Egli ci ha mostrato di quali sacrifici l'uomo sia capace una volta che abbia scoperto il cammino giusto». «Dovremmo sforzarci di fare le cose allo stesso modo: non utilizzando la violenza per combattere per la nostra causa, ma non-partecipando a qualcosa che crediamo sia sbagliato». Adolf Hitler:La personalità di Hitler si caratterizza, nelle sue manifestazioni più evidenti, per sete di potere, austerità, spietatezza , acume intellettivo e grandi doti oratorie,che per questo lo rendono un grande personaggio del ‘900. La sua affettività si distingue per la marcata "freddezza del sentimento" , la grande energia vitale e la reattività "irosa" e spesso incontrollabile . Hitler - la cui struttura di personalità non è priva di elementi psicopatologici e conflittuali appare come un soggetto estremamente "arido nei sentimenti" ma, nel contempo, bisognoso di esigere dagli altri manifestazioni di affetto e considerazione. Benito Mussolini:dotato di personalità poliedrica e camaleontica, capace di audacia e determinazione, di un'intelligenza brillante, di alti livelli di autostima, sente il bisogno di mettersi alla prova e di non fallire, in modo da sembrare, rispetto all'ambiente di riferimento, "eccezionale ed unico" . Mussolini ha necessità di apparire un brillante uomo d'azione, sicuro di quanto asserisce, generoso verso i deboli, tempestivo nelle iniziative e nelle decisioni, abile nel confronto con gli altri ed instancabile nel lavoro . Prova soddisfazione nell'imporsi sugli altri, ed in questo enfatizza la sua capacità di esprimere energia vitale. Egli persegue gli obiettivi con determinazione cercando d'imporre le sue idee e stroncare quelle altrui, specialmente quelle che egli percepisce come una minaccia alla propria identità . Per queste caratteristiche e per la storia che ha segnato, lo si ricorda come uno tra i più grandi personaggi del ‘900. Gandhi: egli condusse una vita estremamente semplice, dando sempre esempio di massima umiltà e rispetto per tutti. Il pensiero gandhiano vedeva il corpo come assolutamente secondario alla vera fonte della forza di un uomo, l'anima, e predicava che solo un distacco dalle necessità materiali potesse portare sulla via della verità, verso Dio. Gandhi rinunciò ai rapporti sessuali all'età di 36 anni diventando totalmente casto sebbene sposato. Egli praticò spesso dei lunghi periodi di digiuno, che poneva essenzialmente nell'ambito spirituale come un mezzo per distaccarsi sempre più dalla realtà terrena del corpo, analogamente alla castità e alla semplicità di vita. Gandhi riveste un ruolo fondamentale nell'evolversi del pensiero pacifista, per il totale rifiuto della violenza e della guerra come strumenti per la soluzione di conflitti:infatti si oppose strenuamente a qualsiasi ipotesi di risoluzione bellica dei conflitti tra stati o interni ad essi: nonostante l'appoggio alla Gran Bretagna durante la seconda guerra mondiale,egli cercò sempre di mediare e predicare la fine delle ostilità tra le parti, pur sempre riconoscendo come il nazismo costituisse un pericolo per il mondo intero. A questo proposito Gandhi fu, fin dall'inizio della sua attività politica, un forte sostenitore del disarmo, che considerava l'unico modo per evitare la catastrofe della guerra. Martin Luther King: unanimemente riconosciuto apostolo instancabile della resistenza non violenta, eroe e paladino dei reietti e degli emarginati, "redentore dalla faccia nera", Martin Luther King si è sempre esposto in prima linea affinché fosse abbattuta nella realtà americana degli anni cinquanta e sessanta ogni sorta di pregiudizio etnico,ciò lo rende un grande uomo del ‘900. King si adoperò soprattutto per effettuare tra la popolazione nera la cosiddetta "campagna del voto".Egli descrisse come il capitalismo è fonte di libertà e ricchezza per l'uomo ma al tempo stesso fonte d'impoverimento spirituale perché produce materialismo e consumismo sfrenato. Beatles: Considerati sicuramente il maggior fenomeno della musica contemporanea, a distanza di vari decenni dal loro scioglimento ufficiale - e dopo la morte di due dei quattro componenti - i Beatles contano ancora un enorme seguito. Le canzoni dei Beatles sono considerate fra le più importanti composizioni del XX secolo e tali da costituire un patrimonio unico in grado di elevare il rock allo stesso piano di generi musicali ritenuti, prima del loro avvento, più nobili.Fondamentale fu anche l'apporto nel campo delle innovazioni tecnologiche, che essi utilizzarono ed esplorarono con curiosità, per la registrazione e la manipolazione del suono, nonché la cura nell'ottenerne la migliore qualità. Durante gli anni trascorsi dal gruppo negli studi di Abbey Road, proprio per rendere possibili le loro idee musicali, furono elaborate soluzioni sonore, apparecchiature e tecniche ancora in uso dopo decenni, nonostante il progresso abbia nel frattempo portato, dai preistorici Pag. 9 registratori a nastro a quattro piste, dai semplici oscillatori audio e dai microfoni Neumann a valvole, all'uso dei computer e delle tecnologie digitali. Marilyn Monroe: il suo mito supera di gran lunga il pur apprezzato talento artistico di un'attrice sicuramente fuori del comune, un "sogno proibito" per milioni di appassionati di cinema. Il fascino che emanava dal grande schermo e dalle copertine in carta patinata ha contribuito a farne un sex symbol fuori da ogni tempo; la fragilità che ha contraddistinto la sua esistenza (per molti versi tumultuosa e culminata in una morte tanto prematura quanto misteriosa) l'ha resa una vera e propria icona della cultura del ‘900. Pablo Picasso: è stato un pittore spagnolo di fama mondiale, considerato uno dei maestri della pittura del XX secolo. La pittura di Picasso si baserà principalmente sull’esperienza cubista, anche se ogni volta il grande artista spagnolo reinterpreta l’arte sulla base della propria esperienza di vita, ponendosi in questa maniera sempre all’avanguardia rispetto ai suoi contemporanei. Da un punto di vista cronologico, l’arte di Picasso nasce inizialmente come figurativa. Infatti nel soggiorno parigino, avvenuto all’inizio del ‘900, l’artista vivrà il suo periodo cosiddetto “Blu”, dove rappresentava i poveri e gli emarginati della città di Parigi. Nel 1905 il pittore spagnolo abbandona i freddi toni azzurri e passa ad una gradazione più calda, infatti si parla, del periodo “Rosa”. In questo breve periodo venivano rappresentati principalmente i personaggi presi dal circo, dunque saltimbanchi e maschere della commedia dell’arte, come ad esempio Arlecchino.Il passaggio alla pittura cubista rappresentò quella ricerca di forme sempre più nuove che attraversa tutta la storia dello spagnolo.Fu in questo periodo che il nome di Picasso raggiunse il più alto picco di notorietà, facendo dello spagnolo uno tra i più grandi artisti del ‘900. Diego Armando Maradona: debutta giovanissimo in nazionale (16 anni) e si fa notare per la tecnica sopraffina e un piede sinistro da favola. Forse il più grande per quello che riguarda dribbling, fantasia e calci da fermo. Passa alla storia soprattutto per la partita dei mondiali 86 in Messico contro l'Inghilterra: segna due reti, la prima sfruttando il suo repertorio di finte, dribbling e tecnica saltando mezza squadra inglese; il secondo con un colpo da pallavolista divenuto poi famoso come "la mano di Dio". Genio e sregolatezza in campo e fuori sicuramente lo hanno reso uno dei campioni più famosi del ‘900. Michael Jordan: è riconosciuto dalla grandissima maggioranza dei fans di questo sport come il miglior cestista di tutti i tempi e pressoché universalmente come il migliore di quelli del basket moderno degli ultimi decenni. Fortissimo attaccante e fortissimo difensore.In attacco era dotato di una grandissima tecnica, che spaziava dai fake in posizione di tripla minaccia all'ampio bagaglio di crossover e alla grande quantità di varianti della spin-move. Possedeva un rapidissimo primo passo e abilità in penetrazione. La grande potenza fisica unità al notevole stacco verticale (100 cm probabilmente, qualcosa di più con il "terzo tempo") lo rendeva letale quando si lanciava nelle conclusioni in volo verso il canestro. Mago della schiacciata, maestro nella realizzazione di alley-up e pick and roll: unendo l'atletismo al perfetto controllo del corpo era in grado di effettuare rotazioni di arti e corpo in modo da evitare di essere bloccato dagli avversari quando era in aria e allo stesso tempo concludere con grande spettacolarità la giocata. Tiratore molto preciso, dotato di un ottimo jump shot; è inoltre uno dei più esperti di sempre nel fade-away. Era altrettanto abile nel concludere da dietro l'arco dei 3 punti. Sottovalutato passatore e molto preciso come liberista. Era molto forte anche nel gioco in post basso e da sotto con o senza spalle a canestro, dove si avvaleva della tecnica per realizzare una serie di finte, controfinte e rotazioni per eludere il difensore e tirare, spesso in allontanamento. Ottimo nel fast-break, dove sfruttava la notevole velocità. Gabriele D'Annunzio: è stato uno scrittore, poeta, militare e politico italiano, simbolo del Decadentismo ed eroe di guerra. Soprannominato il Vate cioè "il profeta", occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa e nella vita politica dal 1914 al 1924. La poetica dannunziana ,è l’espressione più appariscente del Decadentismo italiano. Dei poeti «decadenti» europei D’Annunzio accoglie modi, forme, immagini, con una capacità assimilatrice notevolissima; quasi sempre, però, senza approfondirli, ma usandoli come elementi della sua arte fastosa e portata a un’ampia gamma di sperimentazioni. D’Annunzio è, insieme con il Pascoli, il poeta più rappresentativo del Decadentismo italiano; ne assimilò le tendenze più appariscenti e superficiali come l’estetismo, il sensualismo, il vitalismo, il panismo. Nella vita letteraria con i suoi virtuosismi lessicali e stilistici diventò il modello di tanti poeti del suo tempo. Nella vita politica dapprima con la sua eloquenza fastosa di interventista e con le imprese eroiche e leggendarie di combattente, galvanizzò, entro certi limiti l’Italia in guerra; poi con il gusto estetizzante dell’avventura e della ribellione all’autorità costituita ( al tempo dell’impresa fiumana ) influenzò il Fascismo, al quale il dannunzianesimo fornì gli schemi delle celebrazioni esteriori, dei discorsi reboanti e vuoti, dei messaggi e dei motti,l’uso del gagliardetto, la teatralità dei gesti e le pose istrionesche del capo. La poesia del D’Annunzio quindi rispecchia la sensualità del suo temperamento, intesa come abbandono gioioso alla vita dei sensi e dell’istinto, per scoprire l’essenza profonda e segreta dell’io (che è poi quella stessa della natura). Pag. 10 Giugno 2010 Lo sapevate che………. CHI HA INVENTATO?.............................. Al mondo più di 55 milioni di persone balbettano, molti terapeuti e patologi del linguaggio sono stati affetti da questo disturbo prima di diventare loro stessi testimoni della possibilità di recuperare la fluenza. Personaggi famosi della storia passata e presente fanno idealmente compagnia agli sforzi degli specialisti e di quanti soffrono di questo disturbo. L'introduzione della forchetta, almeno nella forma che conosciamo 1. Mosè - Profeta israelitico. Affetto dal disturbo del linguaggio, parlava per bocca del fratello Aronne. Nella Sacra Scrittura (cap. IV-V dell'Esodo) si legge che Mosè era tardo di lingua e balbuziente. 2. Esopo - Poeta e famoso scrittore di fiabe dell'antica Grecia. Di lui si narra fosse un ragazzo dall'aspetto sgraziato, ricurvo sulle spalle, tozzo e fortemente balbuziente. A causa della sua bruttezza e del suo linguaggio i compagni non perdevano occasioni per deriderlo facendolo oggetto di crudeli scherzi, costringendolo ad isolarsi. Di animo sensibile e di fantasia creatrice, Esopo non riuscendo ad esprimere a parole i frutti della sua immaginazione per la sua grave difficoltà datagli dalla balbuzie, iniziò a descrivere la natura e le sue piccole meraviglie. Nacquero numerosissime favole, inventate studiando il comportamento degli animali e paragonandoli a quello dell'uomo. 3. Demostene - Oratore greco. Plutarco racconta che riuscì ad eliminare il suo difetto ricorrendo a sassolini che metteva in bocca per esercitare l'apparato fonatorio e tenere sollevata la punta della lingua per ottenere le vibrazioni per correggere la erre. Ancora Plutarco racconta delle contrazioni delle spalle e descrive il fiasco la prima volta che si presentò in pubblico e la profonda delusione di fronte ai fischi per la sua ostinazione nel voler parlare. Di questo secondo difetto Demostene fu curato da Satiro, famoso maestro di di declamazione, con esercizi di respirazione e di dizione. Nel De oratore, I, 6, Cicerone afferma che era balbus. 4. Aristotele - Filosofo greco, discepolo di Platone. Di questi lo studioso A. Sala (Cura dela balbuzie, Ulrico Hoepli Ed., Milano 1905) scrive che fu di favella alquanto stentata, difficile e oscura e Bernardo Trotto, nei suoi Dialoghi scrive che: "...gli scolari d'Aristotile non solamente imparavano dai suoi ragionamenti i mirabili segreti delle cose naturali, ma anco con la lingua balbettavano come egli faceva". 5. Cicerone - Oratore latino 6. Virgilio - Poeta romano. 7. Nicolò Cavallaro - Matematico italiano (Brescia 1506-Venezia 1557). Il suo vero cognome era Fontana. Il soprannome Tartaglia gli derivò alla balbuzie causatagli dalle ferite al viso riportate nel 1512, durante il saccheggio di Brescia, da parte delle truppe francesi di Gastone di Foix. Nell'opera "Quesiti (VI,8)" lui stesso scrive:"...io ne dirò, quando che li francesi saccheggiorno Bressa...oltre che ne fu svalisata la casa, ma più che essendo io fugito nel domo de Bressa insieme con mia madre et mia sorella et molti altri huomini, credendone in tal luogo esser salvi, ma tal pensiero ne andò fallito perchè alla presentia de mia madre mi fu date cinque ferrite mortale, cioè tre sulla testa et due sulla fazza fra le quale una me ne haveva à traverso la bocca et denti, la quale della masella et la medesima della inferiore, per la qual ferrita, non solamente io non poteva parlar, ma neanche poteva manzare..." 8. Alessandro Manzoni - Letterato e padre dei "Promessi Sposi", nella sua lettera inviata a Giorgio Briano motiva la sua rinuncia al seggio parlamentare a causa di una grave balbuzie che gli impediva e lo teneva "lontano da qualsivoglia occasione di linguaggio". 9. Elizabeth Bowen - Scrittore irlandese 10. Robert Boyle (1627-1691) - scienziato britannico e saggista - importanti i suoi contributi nel campo della fisica e della chimica (legge di Boyle). 11. Patrick Campbell - umorista britannico. 12. Miguel Cervantes - Autore del Don Quixote del la Mancha (citato da Malveena McKendrick, Cervantes Piccolo, Renda Bruno, 1980, p. 21.). 13. Re Charles X - Re dell'Inghilterra, 1625-1649. 14. Winston Churchill - Primo ministro inglese del '900. Affetto da balbuzie di tipo tonica, per iniziare la frase e sbloccarsi dallo spasmo alla bocca spesso usava uno starter, pronunziando ad esempio una "mmmmmm" prolungata. 15. Claudio - Imperatore romano. 16. Charles Darwin - Naturalista, autore de L'Origine della Specie. 17. Pio XII - Pontefice romano 18. Re Giorgio VI - Re dell'Inghilterra, 1937-1952. 19. Tommaso Jefferson - Presidente americano 20. Charles Kingsley - Oratore inglese, scrittore, e cappellano della Regina Vittoria. 21. Lenin - Rivoluzionario russo 22. Luigi II il Balbuziente - Re di Francia, soprannominato il balbo 23. Luigi XIII - Re di Francia (1610-1643), famosa la sua balbuzie dinanzi al cardinale Richelieu. 24. Molotov - Ministro russo durante l'egemonia di Stalin. 25. Marilyn Monroe - Attrice. 26. Napolene I 27. Enrico XI - Il balbo, Re di Svezia tra il 1222 ed il 1252 28. Isaac Newton - Scienziato, sviluppò la Legge della Gravità. 29. Teodoro Roosevelt - Presidente americano 30. Giorgio Washington - Presidente americano oggi, nel mondo occidentale risale circa al 1000 d.c. Precedentemente a questa data Romani e Greci utilizzavano per mangiare prevalentemente le mani o, nel caso di famiglie nobili e ricche, "ditali" d'argento che avevano lo scopo di non sporcare le dita a chi li utilizzava. Le prime forme di forchetta furono degli spiedi a due punte chiamati lingula o ligula che venivano usati per infilzare i datteri. Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente e la conseguente invasione barbarica anche la forchetta seguì lo stesso declino. Nell'Impero d'Oriente, invece, l'uso di questo "oggetto lussuoso" continuò. Nel 1003 la forchetta tornò in occidente grazie alla principessa Maria, nipote di Costantino VIII, che venne data in sposa al diciannovenne Giovanni, figlio del doge veneziano Pietro II Orseolo. A Firenze erano sicuramente in uso nella famiglia Pucci, come testimonia il dipinto di Sandro Botticelli sulle nozze di Nastagio degli Onesti, commissionato come regalo di nozze da Lorenzo il Magnifico nel 1483. Dalla corte medicea l'uso della forchetta fu diffuso in Francia da Caterina de' Medici. La sua difficile diffusione in occidente passò anche nella corte di Carlo V, il quale ne aveva addirittura una piccola collezione, e poi a Parigi dove rientrava fra le curiosità locali di una locanda, il tour D'argent, ambiente dove Enrico III di Valois (1551-1589), figlio di Caterina de' Medici, adoperò la forchetta per la prima volta. L'uso della forchetta rimaneva però visto in malo modo: era considerata segno di eccessiva stravaganza, a tal punto che persino il Re Sole preferiva usare le dita alla forchetta e si convinse ad usarla soltanto quando la sua corte fu trasferita a Versailles nel 1684. La forchetta incontrò difficoltà non solo in Francia ma anche negli altri paesi e soprattutto nella Chiesa: le superstizioni religiose opposero la più strenua resistenza all'avanzare del progresso e della forchetta. Fu solo nel 1700 che le autorità ecclesiastiche ripresero in esame la dibattuta questione dell’infernale strumento il cui uso era ancora interdetto fra le mura dei conventi. Soltanto dopo il '700 la forchetta iniziò a diventare quell'essenziale strumento che oggi conosciamo. La biancheria intima è nata nell’antico Egitto, quando le donne nobili cominciarono a fare uso di due tuniche, di cui quella interna è l’antenata della camicia, che verrà poi indossata anche dalle donne greche. Reggiseni e mutandoni :Nel periodo romano compaiono capi simili al moderno reggiseno: il cosiddetto “mamillare”, una fascia di cuoio per appiattire il seno, e lo “strophium”, che avvolge ma non comprime. Nel Cinquecento Caterina de’ Medici introduce l’uso dei mutandoni, ma il termine mutande, in effetti, è mutuato dal latino: significa infatti “ciò che si deve cambiare”. I mutandoni, caduti in disuso nel XVII secolo, tornano nell’Ottocento lunghi fino alle caviglie per poi ridursi sempre più fino a diventare calzoncini. Il pettine ha fatto parte della civiltà umana per migliaia di anni, ed esiste in una forma o nell'altra in culture di tutto il mondo, e in tutta la storia umana. Uno dei più antichi mai rinvenuti pettini era un pettine d'avorio dal Periodo Predinastico dell'Egitto, ed è datato circa 3.200 aC Il tacco alto…Non è chiaro chi ha inventato le scarpe col tacco alto, ma sono stati in giro per molto tempo. I tacchi alti sono visibili su uomini e donne in pitture murali egiziane risalenti a circa il 3.500 aC e sono stati portati comunemente in tutta Europa nel Medioevo. Chi ha inventato i pantaloni?...Probabilmente gli antichi Egizi (anche se la maggior parte di loro indossava gonne o perizomi) Pag.11 Perché i carcerati giocano a calcio in dieci? Perché manca il libero!!! Perché molti italiani usano la fiat panda? Pandà n'giro!!! Che differenza c'è tra la paura e il calcio? Nessuna: tutte e due sono rapresentate dalla FIFA!!! Il miglior partito e' quello del reggiseno; perché unisce la destra con la sinistra, alza la massa ed attira il popolo. Due pezzi di nebbia si incontrano accidentalmente, e ad un certo punto uno dei due esclama: "Ehi, ma sei tu! Non ti ricordi? Una volta eravamo in banco insieme!" Il professore a scuola: "Qual e' il nt in e a g i n a ... ame p BARZELLETTE , DETTI e FREDDURE ibe r L Giugno 2010 contenuto dell'Ortis ?". Lo studente: "Carotis, insalatis, cavolfioris ... " Il franco è sceso ... e la lira è in strada a chiedere un passaggio... Facolta' di Giurisprudenza: esame di codice di procedura civile. Il professore esordisce con una domanda: "Dunque... mi saprebbe dire cos'e' la "frode?". "Una frode e' se lei mi boccia!". "Cooome??!! Come sarebbe a dire?". "La frode si ha quando uno approfitta dell'ignoranza altrui e lo danneggia!" Un tizio arriva con la macchina, piuttosto scassata, davanti a Montecitorio, e posteggia proprio in mezzo alla strada. Un vigile gli si avvicina e gli dice: "Ma cosa fa? Non si può parcheggiare qui!" "Perchè?" "Come perchè?" "Perchè qui ci passano Ministri, Deputati, Senatori, ..." E il tizio: "E che mi frega? Tanto io ho l'antifurto!" Era cosi' grasso che l'ambulanza per portarlo in ospedale dovette fare due viaggi. LA SCUOLA: l'inferno di cristallo L'ENTRATA: la marcia funebre L'USCITA: la rivoluzione francese LA SALA DEI PROF: la fossa dei leoni I PROF: i 7 nani IL PRESIDE: l'esorcista. Aveva un cervello così piccolo che, quando due pensieri si incontravano, dovevano fare manovra. Situazione monetaria in borsa: Il marco è salito FRASI CELEBRI fuorché il folleggiare. Tutto è degno di riso, fuorché il ridersi di tutto. Tutto è vanità fuorché le belle illusioni e le dilettevoli frivolezze.""Sono convinto che anche nell'ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino."I fanciulli trovano tutto nel nulla, gli uomini trovano il nulla nel tutto."(G:Leopardi) "Se vuoi descrivere ciò che è vero, lascia l'eleganza al sarto." "Il segreto della creatività è saper nascondere le proprie fonti."( Di A. Einstein) Riposare nella perfezione è il sogno di chi tende all'eccelso, e non è forse il nulla una forma di perfezione? (Thomas Mann) In un'epoca di pazzia, credersene immuni è una forma di pazzia. (Saul Bellow). Tutto è follia in questo mondo, LO SAI PERCHE’………….. Perchè il nero attira il calore? Per star freschi indossate vestiti chiari o bianchi. Non lo dice la moda, ma la scienza! Ecco la spegazione: la luce del sole è la somma di radiazioni di diverse lunghezze d'onda che corrispondono ognuna a un colore: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco, violetto (gli altri colori "nascono" dalla mescolanza di due o più radiazioni diverse). Il bianco è la somma di tutte le radiazioni e il nero è l’assenza. Una volta che un oggetto viene colpito dalla luce del sole assorbe una parte di radiazioni e ne riflette altre. Il colore che noi vediamo corrisponde alle radiazioni riflesse: un oggetto appare giallo se riflette i raggi che corrispondono al giallo ecc. Gli oggetti chiari sono quelli che riflettono i colori che corrispondono alle alte frequenze (più energetiche, che quindi scaldano di più) e assorbono le basse, poco energetiche; al contrario gli oggetti scuri riflettono le basse frequenze e assorbono le alte. Per il bianco e il nero il discorso è ancora più evidente: una stoffa bianca, infatti, respinge tutti i raggi luminosi e quindi si scalda meno di una stoffa nera, che assorbe tutte le radiazioni luminose e il calore loro associato. Perche si accendono le candeline ai compleanni? I primi “festeggiatori” di compleanni della storia, a quanto pare, furono gli antichi Egizi, che in queste occasioni usavano omaggiare il faraone preparando per lui ogni sorta di prelibatezze. L’idea della torta fu invece dei Persiani che erano abili pasticcieri. I Greci ereditarono poi queste due tradizioni “fondendole” nella celebrazione del compleanno di Artemide, dea della Luna, il sesto giorno di ogni mese. Per l’occasione i seguaci della dea preparavano una torta tonda e bianca (era fatta con miele e farina) e la illuminavano con delle candele. Una volta finita, la torta doveva sembrare proprio una...piccola luna e risplendere alla luce delle fiammelle. Nel corso della storia poi, il “fuoco” sulle torte che venivano preparate nei banchetti festosi serviva anche a tenere lontani gli spiriti maligni, che potevano... guastare la festa!!! Infatti è per questo motivo che, alla fine delle celebrazioni le candele venivano spente con un soffio: a festa ormai finita gli “spiriti malvagi” si allontanavano da soli e il fuoco non serviva più! Successivamente in Germania nacque la tradizione di tenere accese tutte le luci di una casa nel giorno del compleanno di uno dei suoi abitanti. Questa usanza si tramutò poi nella “festa del bambino”, in uso nelle campagne tedesche. Il “fortunato” che compiva gli anni veniva svegliato prestissimo dal...profumo di una torta gigante preparata solo per lui. Su questa torta dovevano restare accese le candeline dalla mattina fino a sera dopo cena, momento in cui il bimbo spegneva le candele, pensava a un desiderio da realizzare e...finalmente si poteva mangiare la sua fetta di torta! Questo rito si è mantenuto pressoché intatto fino ai...compleanni nostri (e alle nostre torte!!). Perché si dice che le cicogne portino i bambini? Favole e leggende identificano la cicogna come animale beneaugurante. Il mito della cicogna che tiene con il becco un fagotto con dentro un bambino nasce presso le popolazioni centro-europee ma si basa su un piccolo equivoco. Infatti, una volta, quando nasceva un bambino, in casa si accendeva il camino per più ore durante la giornata per scaldare l'ambiente. Se questo accadeva in primavera, le cicogne, al ritorno dall'Africa, cercando il luogo più adatto per nidificare, si stabilivano sul comignolo più caldo e quindi per quello della casa del neonato. Così semmai sono i bambini a portare le cicogne e non il contrario! Inoltre l'arrivo di questo uccello era considerato di buon auspicio per i contadini che facevano i primi raccolti in primavera e predisponevano apposite piattaforme sulle case per invitarle a fare il nido… SAI XKE’?....... Sai perché se nel tuo ufficio scopri una pulce significa che sei spiato... ma se le pulci sono molte di più il problema è sicuramente un altro?! Sai perché, se mentre bevi il caffè senti dolore ad un occhio...forse non avevi tolto il cucchiaino dalla tazzina?! Sai perché se ti danno una bastonata forte in testa... può anche capitare che non te la ricordi?! Sai perché se esce la tua foto sul giornale sei contento, ma... se è nella pagina dei necrologi non lo sei per niente?! Sai perché gli eredi di Lazzaro la seconda volta chiesero al notaio: "ma questa volta siamo proprio sicuri"?! Pag. 12 Giugno 2010 SVAGAMONDO---Voi dottori siete fortunati perchè seppellite i vostri errori! Ha preso tante medicine che ogni volta che tossisce guarisce qualcuno. "Notizia giornalistica: Bomba esplode al cimitero. Tutti morti. Scontro fra 2 carri funebri. Un resuscitato! Scoppia di salute: 2 morti e 9 feriti! Dottore, quando tocco qui mi fa male". "E lei non si tocchi!". Era così grasso che un moscerino per giragli intorno muore di vecchiaia. Se non andate ai funerali degli altri, loro non verranno al vostro. Aveva un cervello così piccolo che, quando due pensieri si incontravano, dovevano fare manovra "Non so se mi spiego", disse il paracadute - "Spiegati meglio", ribattè il paracadutista Il ministro delle poste americane? Frank O'Boll Il più grande evaso rumeno? Ciaomenescu Sapete perché gli operai della Fiat si licenziano per andare alla Ford? Perché alla Fiat c'è RITMO invece alla Ford c'è FIESTA. Due carabinieri si riposano sotto una quercia,il primo chiede al secondo: "Ma st'albero è maschio o femmina?" e il secondo... :"per me è femmina!!"e l'altro:"ma no è maschio"...femmina.....maschio....femmina!!.....i n quel momento passa un contadino e dice:"ma non vedete è maschio!!!"e i carabinieri in coro:"perchè???"" contadino:"guarda che coglioni che c'ha sotto!!!!!" Un tondo dice a un tondo:-qui c'è qualcosa che non quadra!!!!! Il figlio del preside. - Papà, papà... perché hai sposato la mamma? - Te lo stai chiedendo anche tu, vero?...Tema: "Oggi ricorrono i morti". Svolgimento di Birillo: "Speriamo che mio nonno arrivi primo". Professore distratto - Birillo, perché ieri non sei venuto a scuola ? - Perché mi é morto lo zio - N U M E R O L E D E N O I Z U L O S Tra bambini - Il mio papà ha una spada di Washington e un cappello di Lincoln - E allora? Il mio papà ha il pomo di Adamo! Ancora Birillo Il maestro interroga Birillo: Alla morte di Carlo Quinto, che cosa diventò suo figlio? Risposta prontissima: - Orfano di padre. – Tra professori Il professore di filosofia, afflitto, dice al professore di ginnastica: - Pensa, ogni volta che respiro muore un uomo E quello: - Hai provato a fare qualcosa per l'alito? – In una casa ci son tre fratelli a volte son brutti e a volte son belli. Il primo non c'è perchè sta uscendo,il secondo non c'è perchè sta venendo, c'è solo il terzo, il più piccolo dei tre,ma quando manca lui, nessuno degli altri due c'è. Chi sono? Secondo te, perchè il vulcano Etna è sempre pulito ? SOLUZIONE:perché…si lava Era così grasso che per mettersi la sciarpa usava il boomerang. -Scusi quanto costa una brioche? -1,20! -e le briciole? -niente! -allora me ne sbricioli 5 o 6!!!!! - Beh, fa che la cosa non si ripeta più! – SOLUZIONE: il passato, il futuro e il presente Era così grasso che il suo compleanno cadeva il 7, l'8 e il 9 gennaio. "Pronto casa Cavallo?" "No. casa Vacca" "Scusi ho sbagliato stalla" SOLUZIONE:nessuno perché la nave sale con l’alta marea Si sdraia sui binari del treno Palermo-Napoli. Muore con 8 ore di ritardo. Indovinelli Un mozzo sta dipingendo la fiancata di una nave appoggiato su una scaletta lunga 9,5 m... gli scalini distano 10 cm l'uno dall'altro. Il mozzo è in piedi sullo scalini più vicino al pelo dell'acqua. La marea si alza di 50cm all'ora. Di quanti scalini dovrà salire il mozzo per non bagnarsi i piedi, passate due ore? HIHIHIHIHIHIHIHIHIHIHIHI.... P R E C E D E N T E LA REDAZIONE Caporedattore: Mercati Marco Redattori: Gabriele Pecchioni Federico Pasqui Ilaria Cipolloni Idiana Galdieri Chiara Papagni Carlyn Yakubu Marco Mercati Ilaria Bocciolini Mirko Traversini Samantha Marroni Noemi Alunno Alice Bacci Insegnante referente: Prof.ssa Rita Cuccarini Impaginazione: Enzo Marchettoni Ringraziamenti: Si ringraziano coloro che con il loro aiuto hanno reso possibile la realizzazione del giornalino. Buone vacanze a tutti!!! Stampa: FOTOLITO90