discoteca: divertimento o incubo?

Transcript

discoteca: divertimento o incubo?
L’Arvultico
forme espressive dell’I.T.I.S. “L. ed A. Franchetti”
Numero 2 - Giugno 2010
EDITORIALE
E dunque, alla fine
siamo arrivati.
Siamo in procinto
di chiudere un ulteriore anno scolastico: chi stanco,
chi con una 44 magnum in mano, chi
semplicemente parecchio svogliato. Ormai è noto, categorizzarci dal più secchione al più ribelle è passato di moda. Facciamoci tutti
caso, se disgraziatamente apriamo l’armadio
“dell’hippie daddy” DOC, troverete ciò che
fa per voi: convers all star, magliette o t-shirt
con decorazioni a fiori. Manca solo Jimi Hendrix completamente su di giri che disintegra
la chitarra con un rock woodstockiano e si
fa “il botto”; il bello che sono originali e stagionate al punto giusto. E’ molto difficile che
almeno uno dei vostri parenti non abbia questa roba rinchiusa da qualche parte. Noi della
redazione, alla fine, siamo proprio come questa visione retrò, che rispolvera il modo di
essere un po’ vintage: con tanto di calamaio
elettronico, quella scatola magica che ci consente di impaginare questo giornale, usiamo
quella forma antica di comunicazione per
stuzzicare l’animo di voi, che ci leggete. Ahimè, noi miseri, non abbiamo mai avuto in testa di stupirvi con la qualità “tecnico-tattica”
di un giornalista; quelle cose le troverete scritte sul Giornale, La Repubblica, o Il Corriere
della Sera. Noi cerchiamo di porci garanti dei
pensieri studenteschi.
Ciò che leggete adesso, può apparirvi
come uno squallido, biancastro giornalaccio
pubblicato da qualche ragazzino complessato,
che si libera o esprime i propri pensieri al
mondo intero, magari anche parecchio imbarazzato; ma so dirvi che in queste righe
scorre la vita. I capillari, le parole, i globuli
rossi, l’inchiostro (vano tentativo per alzare
la media in biologia…), e così, via dicendo.
Bisogna imparare a vedere, non a guardare.
Alla fine di tutto ciò, posso soltanto
mettere alla luce il lavoro, l’impegno dei redattori, ma soprattutto della docente referente,
sempre impegnata tra articoli, e articoletti.
D’obbligo, i ringraziamenti all’impaginatore
incaricato, Enzo Marchettoni. Senza la sua
mano stilistica e veterana, ancora noi scriveremo disordinatamente sopra i banchi
con i gessetti, opportunamente sottratti dalla
bidelleria.
Preside, professori, l’instancabile responsabile già citata prof.ssa Cuccarini, redattori,
le splendide redattrici, tutte persone che hanno contribuito alla realizzazione di queste
stampe studentesche. Magari stravaganti, forse alternative al classico giornale, tuttavia sudate e volute. Alla fine però, è proprio così,
che è stato voluto.
Questo concept di giornalino, ha la speranza di avervi intrattenuto, avervi fatto sorridere
e riflettere.
Ricapitolando: l’estate è fin troppo vicina...
la scuola sta terminando... debiti? Promossi?
Bocciati? A zappare la terra?
FERMI!
Il Caporedattore
DISCOTECA: DIVERTIMENTO O INCUBO?
La discoteca come locale frequentato
da giovani, dove si ascolta e si balla
musica alla moda, si sviluppa in seguito al boom economico degli anni
sessanta e quindi all’affermazione
del turismo di massa e della musica
leggera popolare. Va inoltre evidenziato che essa si evolve subito nella
struttura e nell'aspetto insieme al genere di musica “ballabile”.
Con il tempo, è diventata una categoria commerciale ben definita e del
tutto scorporata da altre iniziative ricreative.
La nascita del fenomeno della discoteca a livello mondiale ,sembrerebbe
risalire a Parigi nel 1954 ed esattamente al "Le Whisky a gogo "di Paul
Pacini . In quegli anni l'animatrice
incontrastata delle notti Parigine è
una giovane show girl di origini belghe dal nome d'arte "Regine",che nel
1956 fonda il "Chez Regine" di Parigi che diventa il locale culto
del"Twist.
Con l’avvento del benessere economico generale degli anni 1962-1963
si assiste anche alla nascita di locali
di svago e d’incontro per un turismo
più popolare e meno classista. Questi
locali (spesso all'aperto) vengono organizzati con una pista da ballo, consolle del Dj, palco per ospitare complessi e cantanti, bancone del bar e
spazi adibiti alla sosta ed alla conversazione.
Durante l’inverno, i locali da ballo
sono ubicati nei grandi centri urbani
e risultano molto più contenuti nelle
dimensioni che negli intenti: ci si
può ricondurre essenzialmente all’idea di bar, ristoranti e caffè (presenza dei jukebox) in cui si può anche ballare. Anche gli orari di
funzionamento si adeguano a quelli
lavorativi cittadini, ragion per cui
solo i sabati sera e le domeniche po-
meriggio vengono interessate dal
ballo. Questi locali, che in larga misura si limiteranno a riprodurre la
musica, si caratterizzano fino alla seconda metà degli anni settanta per
una selezione musicale molto eterogenea: si spazia dal rock al lento.
Tuttavia ci saranno locali come il Piper di Roma che si distingueranno
per promuovere prevalentemente
musica dal vivo ospitando (e talvolta
lanciando) gli artisti più giovani.
Nonostante il notevole successo, agli
inizi degli anni settanta i locali da
ballo sono ancora in larga misura
ambienti a cui viene cambiata la destinazione d'uso: scantinati, magazzini, autorimesse e cinema dimessi.
Solo successivamente e comunque
sporadicamente, verranno interessati
anche dall'edilizia.. Il "Ritual" (1973)
di Baja Sardinia ed il "Baia Degli
Angeli" (1974) di Gabicce Mare (ribattezzato e tematizzato in stile romano nel 1985 come "Baia Imperiale" ) sono i primi esempi italiani di
locali da ballo isolati dal circostante
contesto urbano.
Nei primi anni settanta torna di moda
anche il ballo più classico: il liscio
(promosso da Raoul Casadei). Sorgeranno quindi in questo periodo pure
le prime strutture caratterizzate dalle
ampie luci strutturali delle sale da
ballo (dovute alla necessità di grandi
piste senza ostacoli per garantire un
facile movimento) e dalla presenza
delle orchestre che suonano dal vivo.
Significativo è il fatto che con questo
tipo di locali il ballo non resterà più
prerogativa solo dei giovani ma diverrà abitudine anche per la gente
molto più anziana.
Sono comunque gli anni settanta che
vedranno la nascita della discoteca
come viene intesa ancora oggi.
Infatti è nel 1977 con i locali di New
York come lo Studio 54, il Paradise
Garage, il 12 West od il Flamingo
che si fissa la nascita ufficiale della
discoteca odierna. Il successo è anche dovuto all'esplosione del genere
musicale Disco Music, celebrato ed
in parte promosso anche dal film "la
febbre del sabato sera" (1977). Fino
ad allora infatti, la musica concepita
esclusivamente per ballare (non ancora chiamata musica dance) veniva
prodotta prevalentemente per la stagione estiva; i locali da ballo, che
funzionavano essenzialmente la domenica pomeriggio (d'inverno) e la
sera (ma raramente fino alle 5 del
mattino), alternavano ciclicamente
nella stessa serata balli lenti e veloci.
Le case discografiche quindi, non
investivano molto nel genere ballabile, anche perché non vi era la necessità, in quanto, i locali da ballo
fungevano più che altro da luoghi
d'incontro o dove fare nuove conoscenze. Con l'avvento della Disco
Music invece, si assiste ad una vera
e propria imposizione di un nuovo
genere non più semplicemente "ballabile" ma, appunto, "da discoteca".
Cambia radicalmente la concezione
del "locale" dove trascorrere la serata: si va in discoteca non tanto per
incontrarsi e per conoscersi quanto
più per divertirsi ed essere protagonisti. La Discoteca diventa il locale
di ritrovo giovanile dove le etichette
sociali non contano più nulla. Va anche evidenziato che proprio sul finire
degli anni settanta emerge la moda
dello spazio e della fantascienza più
commerciale.
Con il cambio del decennio e del genere musicale, la Disco Music esce
di scena e viene sostituita dalla musica elettronica.
In questo periodo si assiste anche ad
un significativo cambio di tendenza
delle discoteche europee rispetto a
quelle americane.
Se è vero che la nascita della disco
avviene negli USA, è anche vero che
saranno sempre gli Stati Uniti a respingere sia la disco music che il
concetto di discoteca. In Europa invece, il modello della discoteca intesa come luogo di divertimento collettivo, d’incontro e spettacolo avrà
un enorme successo. Nei primi anni
ottanta in tutta Europa si assiste infatti alla costruzione di locali volti ad
ospitare una grande affluenza di pubblico ed infatti le frequentazioni delle
discoteche risultano sempre più eterogenee e sempre meno selezionate.
Pag. 2
Giugno 2010
temi ed attualità
La violenza sulle donne
Eppure provano emozioni...
UNA PIAGA SOCIALE AI CONFINI DELLA REALTÀ
IL MALTRATTAMENTO CONTRO GLI ANIMALI
Al giorno d’oggi,
circa sei milioni di
donne italiane tra i 16 e
i 70 anni dichiarano di
aver subito violenze,
non solo sessuali, ma
anche psicologiche e
fisiche. L’80% di esse,
non denuncia, perché
molto spesso è difficile
denunciare le persone
che si amano, come ad
esempio il marito, il fidanzato, il compagno,
il padre, lo zio o il
nonno. Alcune pensano che sia normale, alcune pensano
che sia giusto così, alcune si attribuiscono la colpa, alcune che sia “solo”
una cosa brutta, ma non tutte sanno
che quello che stanno subendo è un
reato vero e proprio. Molte donne fra
i 17 e i 50 anni, muoiono più spesso
a causa di violenze, che per malattie o
incidenti. Quindi mi rivolgo a voi,
donne, che state leggendo, se siete
vittime di violenze, non esitate a denunciare, perché anche la cosa più infima, un giorno si potrebbe trasformare in qualcosa di più.
Un controllo ossessivo su di voi, il tentativo di emarginarvi, le
offese pesanti, e il
calo dell’autostima,
sono queste le cose di
cui dovete stare attente, SONO LE
PREROGATIVE DI
UNA VIOLENZA
PSICOLOGICA, non
tenete tutto per voi,
parlatene con qualcuno che possa aiutarvi. Le violenze,
sono molteplici, e
sempre in agguato, non limitatevi a
dire che le violenze sono solo quelle
sessuali e fisiche, perché le peggiori
almeno a livello di: sensi di colpa,
problemi psicologici ecc. ecc. , sono
quelle psicologiche.
Infine, il mondo che ci circonda ci
propina sempre nuovi modi di sperimentare violenza, e mi rivolgo a voi
ragazzi, se siete degli uomini veri,
Aiutate la nostra società ad essere
più corretta nei confronti di noi donne
del domani
Alice Bacci
L’uomo ha fatto
progressi in tutti i
campi ma la strada
che porta all’armonia
con gli animali purtroppo resta indietro.
Gatti catturati con
cappi, cavalli malnutriti, cani picchiati,
gatti uccisi a colpi di
pistola o fatti sbranare
da cani da combattimento, gatti presi di
mira da auto in corsa,
cani tenuti a catena
corta o stipati in gabbie per polli; e poi ancora: uccelli chiusi in gabbie troppo
piccole, animali usati per l’accattonaggio, cuccioli di cani uccisi da veterinari Asl perché ritenuti discutibilmente “pericolosi”, pappagalli perennemente legati ad un trespolo e costretti nella vetrina di un negozio, volpi lasciate agonizzare in una tagliola.
Animali rinchiusi in recinti simili
a lager,picchiati,abbandonati,e spesso
seviziati per puro sadismo.E tutto
questo,come si apprende dalle agghiaccianti notizie sui giornali,non
avviene nelle zone più
degradate del pianeta,dove ignoranza
povertà possono ma
non sempre,giustificare poca tenerezza
nei confronti degli esseri più indifesi.Tutto
ciò avviene invece
nelle città e nei paesi,
tra i palazzi e le villette che costituiscono
la nostra quotidianità.
Quante volte camminando per strada
abbiamo assistito a
maltrattamenti e soprusi nei confronti
dei cani?Quante volte abbiamo visto
gatti sporchi e malnutriti costretti a
sfamarsi tra i rifiuti? Di fronte a
scene del genere si prova un senso di
rabbia e di impotenza.
Le violenze,anche psicologiche e
non solo quelle fisiche,a danno degli
animali,sono oggi contro la legge e
vanno perciò denunciate alle autorità.
Lasciamoci guidare dall’amore e dal
senso civico ogni volta che vediamo
un animale in difficoltà.
(continua da pagina precedente)
che lui stesso che fa musica sovrapponendo diverse basi. Sul finire degli
anni ottanta si afferma anche il genere antagonista della musica house:
il genere Techno. Questo genere, caratterizzato da un ritmo più aggressivo, più duro e più elettronico della
House, si distinguerà inizialmente
soprattutto grazie ad un fenomeno
andato in voga fino a metà degli anni
novanta : il rave party. Si tratta essenzialmente di serate organizzate
clandestinamente in luoghi dimessi e
quindi privi di autorizzazione (come
industrie abbandonate) e spesso anche in radure all'aperto. Le attrezzature vengono noleggiate dagli organizzatori e la pubblicità, che può far
arrivare partecipanti anche da oltre i
confini nazionali, è essenzialmente
basata sul passaparola.
Nelle discoteche di maggiori dimensioni, inizia a diventare sempre più
diffuso il concetto della "multisala":
ad una sala principale di grandi dimensioni, ne vengono affiancate altre
di dimensioni inferiori ma specializzate in musiche più all'avanguardia.
Sul finire degli anni ottanta nascono
anche le cubiste: ragazze che ballano
su cubi rialzati rispetto alla pista e
che hanno lo scopo di animare la serata.
Gli anni novanta iniziano con una
selezione di generi musicali che inte-
ressa anche le discoteche. Ci sono discoteche che propongono esclusivamente musica techno mentre altre
solo House. C'è anche un'affermazione dei sottogeneri musicali e
quindi dei locali ad essi collegati: si
assiste alla nascita del genere "fashion" che diverrà sinonimo non solo
di musica House raffinata (che farà
da colonna sonora anche alle varie
sfilate di alta moda) ma anche di locale frequentato da gente più adulta
e danarosa (è la musica dei Privè).
La musica "commerciale" sarà la
preferita dagli adolescenti e che torneranno a far funzionare le discoteche anche la domenica pomeriggio.
All'interno del genere Techno si assiste anche in questo caso all'affermazione di vari sottogeneri: Dream,
Trance e Progressive. Queste discoteche verranno frequentate prevalentemente da giovani tra i 17 e i 22
anni di tutte le classi sociali e che
non cureranno molto il vestiario firmato quanto più quello di moda e degli accessori.
In definitiva gli anni novanta si concludono molto positivamente per i
locali notturni: accanto alle ormai
affermate discoteche, sorgono moltissimi locali di modeste dimensioni
ma che si specializzano in differenti
generi non necessariamente ballabili
come il rock, il reggae, l'heavy metal,
l'elettronica, lo ska, il punk, l'afro. Si
assiste anche all'affermazione di locali per il ballo di coppia più esotico
come il latino americano.
Gli anni Dieci raramente vedranno
inaugurare locali di grandi dimensioni e la tendenza resta quella delle
piccole discoteche che suonano generi diversi a seconda del tipo di serata. Emerge e si afferma dapprima il
disco-bar e poi il disco-dinner. Ad
inizio decennio ci sarà anche una
vera e propria riscoperta della musica dei decenni passati e quindi del
revival: saranno moltissimi i locali e
le discoteche che riproporranno la
musica degli anni settanta, anni ottanta ed i "mitici" anni sessanta. C'è
un'affermazione del ballo di coppia
latino-americano che coinvolge prevalentemente i giovani di età superiore ai 25 anni. Molteplici saranno i
locali da ballo che, rinnovati nel
nome e negli arredi, proporranno un
programma musicale esclusivamente
latino-americano. Altrettanto numerose saranno le discoteche di massa
che riproporranno la musica dei decenni passati, ospitando talvolta anche gli artisti stessi che resero famosa la dance negli anni 80 e 90.
I locali da ballo nati ad inizio anni
settanta semplicemente come sale liscio, in questo periodo provvederanno ad ampliarsi con nuove strutture adiacenti e divenire quindi
anche "discoteca": in questo modo i
gestori aumentano la propria offerta
di svago notturno. Sempre in relazione al successo della musica elettronica (l'uso a tutto campo del sintetizzatore), dell'era digitale (iniziano
a diffondersi i PC) e del mito dell'alta
tecnologia, nella prima metà del decennio 80 non è azzardato assimilare
le discoteche a dei luna-park della
musica e del ballo. Anche le scenografie di studi di trasmissioni televisive popolari e di varietà ricreano in
tutto vere e proprie discoteche. Contrariamente a quanto lasciavano intendere le tendenze dell'epoca, saranno ancora gli USA a lanciare un
nuovo tipo musica e di discoteca. A
metà degli anni ottanta, a Chicago
apre il "Wharehouse Club" (letteralmente "club magazzino") dove viene
suonata una musica selezionata
esclusivamente dai DJ e non quella
che viene trasmessa dalle radio. È la
nascita ufficiale della House Music e
del fenomeno "Club Culture": per la
prima volta il DJ non si limita solo a
mixare i brani ma tecnicamente è an-
Samantha Marroni
Giugno 2010
Pag. 3
Assistere a uno spettacolo sportivo, a una partita di calcio in particolare,
rappresenta uno dei più diffusi e popolari modi di impie- gare il tempo libero in Occidente.
Purtroppo quella che dovrebbe essere una festa
si
trasforma spesso, specialmente da noi in Italia, in
occasione di violenza.Naturalmente
n o i
tutti siamo contro la violenza neg l i
stadi e bisogna trovare delle
soluzioni utili a fermare
questo brutto
fenomeno perchè è
giusto che un tifoso possa andare allo stadio a tifare
la propria
squadra senza aver paura
che ci siano
degli scontri.
Purtroppo
dopo la morte dell’ispettore capo
della polizia
Filippo Raciti sui muri di alcune città
italiane sono
comparse delle scritte che inneggiavano alla
morte del poliziotto, come si è visto a Livorno sul muro del palazzo del giornale il “Tirreno”.
Per questo, che forse, oltre a far rispettare le leggi con la forza e con la
severità e a rimettere a nuovo tutti gli stadi italiani, bisognerebbe cambiare la mentalità dei tifosi.
Ovviamente alla favola che il calcio è solo un gioco non ci crede più nessuno perché ormai c’è un giro d’affari troppo grosso, ma pensare che lo
stadio possa essere punto di ritrovo anche di famiglie come succede in
Inghilterra è fattibile.
Quindi cambiare radicalmente la nostra cultura verso lo sport è la strada
da seguire. E’
giusto chiedere stadi più
sicuri, dunque, ma magari partendo
dalle scuole, e
incominciando dai tifosi di domani.
Il
perdurare di
questo lassismo ha fatto
sì che al
giorno d’oggi
interi settori
dello stadio
siano in totale
balia di certe
frange di tifosi violenti
che
ormai
fanno il bello
e cattivo tempo. E’ assolutamente insopportabile
l’idea che per
gestire 50 tifosi in trasferta occorrano
200
poliziotti sottratti all’abituale attività
di routine per essere addestrati ad affrontare una guerriglia urbana.
Per eliminare la violenza dagli stadi bisogna impedire che persone violente possano partecipare all’evento. Chi si rende protagonista di episodi
violenti deve essere allontanato per sempre dallo stadio. Siamo stufi di
“ducetti” da curva che ti insultano se non canti i loro cori e se non carichi
la polizia.
Siamo stufi di gente “pluri-pregiudicata “che parte da casa con coltelli e
catene per dare sfogo al proprio istinto. Siamo stufi di quei politici
patetici che tendono a difendere ogni manifestazione di libertà anche se
si tratta di libertà di essere violenti.Lo stadio è come un teatro o un cinema, non deve ospitare gente palesemente inadatta a stare in mezzo ad
altra gente.
Basta con le difese d’ufficio dei tifosi, basta minimizzare il problema, basta di tutto. Il calcio non ha bisogno di tifo organizzato, questa è solo violenza organizzata.Dispiace che la classe dirigente italiana indulga così
spesso in chiacchiere inconcludenti, anziché affrontare i problemi con efficace risolutezza, come avviene in altri Paesi.
In Inghilterra, per esempio, il tifo violento negli stadi, quello dei tristemente noti hooligan, è stato debellato tramite una serie di provvedimenti
che hanno restaurato l'ordine e che consentono ai veri sportivi di godersi
la partita in un clima di confortevole convivialità. Da noi ciò non sembra
possibile. Le partite si trasformano in occasione di guerriglia urbana, il
tifo calcistico si colora, oltre che di rivalità campanilistiche, di improbabili valenze politiche e ideologiche.
Nelle curve si inneggia alla violenza senza che ne esistano giustificazioni
plausibili.
Razzismo cretino, delinquenza comune, uso di droghe, bullismo, affermazione violenta della propria personalità, becero qualunquismo si mescolano, presso alcune frange estremiste degli ultras, alla passione sportiva.
e
d
r
o
.
e
.
l
.
e
o ch
n
a ari
v
i
r
Ar barb
Marroni Samantha
IL LINGUAGGIO ACCESO
DEL POLITICO ITALIANO!
I politici parlamentari che litigano tra di loro o che dormono in aula, che
si drogano, che frequentano i trans non sono un segno di successo, ma
di degrado culturale, oltre alla figura personalmente incivile dei personaggi politici che la fanno. Politici che non sanno che altro escogitare per
fare il bene di se stessi, con leggi proprie.L’immagine oggi del vero politico dovrebbe rappresentare più che mai in questo periodo di crisi, un
uomo corretto che faccia il bene di tutti e
non del singolo partito o di se stesso. Ma
non risulta essere così. Pensiamo ai
maggiori esponenti dei due partiti
di destra e di sinistra. Oggi ci si
combatte tra partiti che si punzecchiano, non si fa il bene del cittadino ma il male di molti, non si
controlla e non si governa per sostenere e superare una crisi economica ma si perde tempo nelle
chiacchiere del giorno. Oggi si litiga in Parlamento e l’informazione
riguarda il commento dei politici che
hanno creato l’intoppo con questa o quella
parola di troppo, il partito avversario risponde
con altrettante polemiche e non si finisce mai di parlare a vanvera. Ma i
problemi non si affrontano volta per volta litigando, quanto piuttosto osservando e comprendendo che i sistemi adottati non sono quelli giusti.
Se si vuole superare la crisi bisogna provvedere a tutelare il cittadino riconoscendo che egli sta vivendo un periodo di crollo economico e di
conseguenza deve fare i conti con l’aspetto psicologico poiché deve pagare il mutuo, deve far crescere i propri figli e deve pur avere il diritto
di essere al sicuro. Ma questa politica italiana ci fa sentire sicuri? Ci
sono sempre più incertezze, crisi e debiti. Se presto non si affronteranno
i problemi principali dello Stato italiano, finiremo sul lastrico e ci sentiremo costretti ad evadere fuggendo da questo Paese che non garantisce
nulla soprattutto ai giovani che vorrebbero mettere su famiglia o a quelli
che hanno passato trent’anni della loro vita a studiare per garantirsi un
futuro certo . Chi ha genitori che negli anni d’oro hanno messo un gruzzolino da parte va avanti e può sperare nel futuro, purtroppo incerto, di
poter realizzare il sogno di fare un lavoro che piace e di cui è portato,
aspettando e facendo la cosiddetta “gavetta”, chi non ce l’ha quest’opportunità, o va a lavare piatti e fare lo spazzino ,oppure va a finire in povertà insieme ai genitori che con un solo stipendio non hanno cosa dare
ai propri figli. Questa è un’Italia in lacrime!
Alunno Noemi
DILLO CON LA T-SHIRT
Esistono da sempre e non vanno mai fuori moda. Il motivo? Sono
pratiche, fashion… E forse il fatto che le T-shirt con messaggio
hanno una risposta adatta adatte a ogni occasione e stato d’animo,
parlano di noi e per noi.
Vi sentite romantici? Amate lo sport? Siete andati a fare shopping
a Parigi? Ditelo con una T-shirt. Anzi, una messenger T-shirt.
La grafica vi offrirà un’ulteriore modulazione di toni: strillato con
i caratteri cubitali, raffinato o colloquiale con il corsivo, giovane
e simpatico lo stampatello, rock-rétro con il gotico. Se poi siete
particolarmente coinvolti in qualche questione, puntate sugli slogan a contenuto sociale: potete difendere la natura, ribadire uno
schieramento politico o sportivo, la vostra ammirazione per un
personaggio, protestare contro le guerre o combattere l’anoressia,
e sentirvi al tempo stesso molto chic.
Inoltre con gli accessori giusti la T-shirt ti risolve la serata se
aprendo l'armadio è "panico da sabato sera e non so che mettere"!
Per i ragazzi basta abbinare una camicia (quest'anno abbondano
quelle a quadri) a maniche corte o lunghe e arrotolate, mentre per
le ragazze giacchettina e foulard o maxicollana e via...
L'importante è: tu indossi la T-shirt, il resto te lo suggerisce il tuo
stile!
Ilaria Cipolloni
Pag. 4
le strade, corpi straziati, la
malattia che consuma il
fisico…
Ma la vita per fortuna non
è solo questo, così accanto
a questi drammatici scatti,
McCurry racconta anche
“la bellezza”, titolo da lui
riservato ad una sezione di
foto che oltre a rivelare una
padronanza raffinata della tecnica
di ripresa applicata con estremo
rigore, ci regalano ritratti di persone bellissime. Volti ordinari,
spesso appesantiti, non solo dal
trascorrere del tempo, ma anche
dalla durezza della vita quotidiana
e proprio per questo, straordinari e
meritevoli di essere raccontati.
“La gioia” è il titolo riservato ad
un’altra serie di scatti che ci regala
l’autore. Bambini sorridenti, adulti
felici intenti a vivere i loro momenti di festa.
La mostra è un grido, una denuncia
inquietante rivolta a tutto il nostro
mondo. Abbiamo di tutto, anzi, di
più! Eppure va a finire che non
siamo contenti.
Chi provenendo da altre latitudini e
tenori di vita ci vede e ci definisce
scuri in volto, un po’ come sempre
incazzati con qualcuno…
In questi scatti, oltre una denuncia,
si fa strada un valore aggiunto, un
momento di riflessione.
A molte persone, in differenti luoghi, pur non avendo niente sia da
un punto di vista materiale, che del
rispetto dei diritti umani più elementari,non gli serve molto per regalare un sorriso.
POLIS
BANCO
Giugno 2010
L’urlo di Steve
La mostra fotografica che si tiene
in questi giorni a Perugia racconta,
attraverso le immagini, le
emozioni del Sud-Est del mondo,
Steve Mccurry ci porta in questi
luoghi così lontani da noi.
Entrando nella sala dove sono esposte le foto, è subito forte la
percezione di essere entrati in un
ambiente dove tutto ti attrae. La
stessa disposizione delle fotografie
è tale da letteralmente avvolgerti e
comprometterti. Di fatto ti trovi attorniato dall’originale disposizione
delle fotografie, che come sospese
in aria ti circondano e accompagnano. Non appese alle pareti, come
di solito avviene, sono lì in aria in
attesa di essere guardate. Quasi ti
vengono in contro per essere prese
nella dovuta considerazione. L’impatto emotivo è garantito.
Le foto raccontano la vita, i sentimenti, della gente del Sud Est del
mondo mostrandoci, anche in
modo crudo, luoghi dilaniati dalla
guerra, bambini soldato, morti per
Bassini Federico
Steve McCurry:
mille volti mille emozioni
Mille volti, mille emozioni, le foto
di McCurry, in mostra presso il palazzo della galleria Nazionale di
Perugia sino al 05 settembre 2010,
riassumono la carriera di uno dei
più affermati e riconosciuti professionisti dello scatto.
Tutte lì pronte ad essere ammirate,
quasi lodate in religioso silenzio,
tanta è la partecipazione emotiva
richiesta allo spettatore, per la loro
straordinaria bellezza ed intensità
espressiva.
Le foto ci avvicinano in modo eloquente al sud del mondo, lasciando
trapelare emozioni pure. Volti, paesaggi, scene di vita quotidiana,
drammi. Tutto accompagnato dal
sapiente utilizzo del colore, colore
di rara intensità capace di esaltare
le scene inquadrate e “fermate”dallo scatto della fotocamera di
McCurry.
Guerre, guerre per il petrolio, per il
potere, violenze, povertà estrema,
il dramma dell’impotenza di fronte
a tanto male. Ogni gesto, espressione, fermato nello scatto restituisce una foto dalla semplicità unica,
ma mai banale, anzi contenente
tantissime emozioni, che l’occhio
attento ed esperto del fotografo,
coniugato alla sua spiccata sensibilità, sono riusciti a rappresentare.
Sud Est, viaggio fotografico capace
di trasmettere interesse verso un
mondo che crediamo lontano, ma a
noi fatto toccare non solo attraverso gli occhi.
Davvero vale una visita.
Casacci Nico
Quelle terribili 6 ore non finiscono mai
Svegliarsi tutte le mattine alle 7, lavarsi e cambiarsi in fretta,fare colazione, mettere in moto il cervello e
partire con tutte le preoccupazioni
per: compiti in classe, interrogazioni, esercizi non fatti, relazioni
non portate e così via… ecco come
la maggior parte dei ragazzi inizia le
giornate, sperando ogni giorno di
più che quelle 6 ore finiscano in
fretta. Inizia la giornata a scuola: c’è
chi la mattina cerca di arrivare un
po’ in anticipo, così appena entrato
in classe può iniziare a copiare i
compiti e guadagnare qualche minuto prezioso per farne il più possibile, c’è chi invece non ci riesce proprio ad arrivare in orario e tutti i
giorni deve sentirsi ripetere quelle
noiosissime prediche. Suona la
prima campanella… gli alunni che
non sono ancora entrati si avviano
verso la porta d’ingresso, qualcuno,
anche se con molta fatica, entra altri
invece ci rinunciano del tutto così si
tolgono ogni preoccupazione e sono
liberi di andare a divertirsi in qualche bar o sala giochi. I pochi entrati
si disperdono velocemente nei corridoi quasi per dimostrare a se stessi
che quelle ore sembreranno più
corte se le si passano in corridoio a
far nulla lontano dai banchi e dalle
lavagne. Suona la seconda campanella… nessuno è ancora in classe,
e se proprio dobbiamo dirla tutta,
neanche i prof sembrano ancora arrivati, aumentano così le poche speranze di quei poveri alunni che cercano in tutti i modi di scappare
all’interrogazione. Ma dopo poco
ecco che tutto svanisce e il famigerato e tanto odiato prof entra in
classe. Tutti si siedono anche se ne
farebbero volentieri a meno, anche
l’insegnante si accomoda e, con
molta calma, inizia ad aprire il registro; dal suo modo di fare sembra
quasi che sia scocciato quanto noi
nell’essere lì in quel momento. Comincia: fa l’appello. I più disperati
continuato costantemente a leggere
quelle 10 pagine di cui non hanno
mai nemmeno sentito parlare. Tutti
presenti, o quasi. Il professore inizia
a chiedere le giustificazioni, mai
nessuno che la portasse il giorno
dopo l’assenza, sono così afflitti dal
dover ritornare a scuola che si dimenticano quasi di vestirsi! Finito
tutto il lavoro burocratico inizia la
parte peggiore della giornata: è arrivata l’ora della tanto temuta interrogazione. Il prof inizia a far scorrere
la penna sopra l’elenco dei nomi,
tutti che tremano, si tengono per
mano e qualcuno addirittura
prega… ecco, la penna si è fermata,
l’assassino ha trovato la sua vittima,
tutti trattengono il respiro intanto
nella classe è calato un silenzio di
tomba…e all’improvviso il prof annuncia: c’è qualcuno che vuol venire
volontario? Ma siamo seri…se
qualcuno voleva venire volontario
glielo avrebbe detto appena ha iniziato a cercare gli interrogati no?
Enorme delusione tra i banchi, tutti
che bisbigliano e se la prendono, intanto i nervi per qualcuno si sono distesi. Finalmente il prof si degna di
dire alla classe il nome dell’interrogato, ma guarda un po’ si giustifica,
il professore a questo punto sembra
ancora più seccato e vede bene di
chiamare qualcun altro che non può
giustificarsi, dice il nome e gli altri
tirano un sospiro di sollievo, quelle
poche persone che hanno le stesse
iniziali del cognome rischiano l’infarto e il povero disgraziato che dovrà ripetere la (continua a pag. seg.)
Giugno 2010
Pag. 5
lezione del giorno tenta addirittura
il suicidio. Si inizia l’interrogazione, prima domanda come al solito facile, l’interrogato risponde
correttamente anche se con qualche
difficoltà, seconda domanda, la difficoltà aumenta e l’interrogato
prova a rispondere arrampicandosi
sugli specchi, terza domanda, l’interrogato proprio non ne sa nulla. A
questo punto il professore gira lo
sguardo e chiede:- qualcuno pensa
di sapere la risposta?- gli occhi sono
tutti rivolti verso il basso e nessuno
si sogna di alzare la mano, chi perché non sa proprio la risposta, chi
perchè sta studiando per le ore successive e chi invece non lo fa soltanto per solidarietà del povero interrogato. All’improvviso dal primo
banco ecco che spunta un dito, tutti
allungano lo sguardo; chi potrà mai
essere se non il solito secchione seduto in prima fila che farebbe di
tutto per dimostrare agli altri la sua
bravura nello studio? Dopo averlo
fatto rispondere il prof decide di finire definitivamente l’interrogazione per non continuare quello
strazio, ultima domanda che riguarda come al solito una lezione
passata a cui mai nessuno sa rispondere; si chiude l’interrogazione, la
prima domanda come al solito è:
che voto gli ha messo? Ora che la
tortura è finita, questa volta è andata
bene c’è stata solo una vittima!, si
inizia a spiegare; la maggior parte
della classe dorme, i pochi svegli
tentano opere d’arte sul banco e
solo uno o forse due prendono appunti. Suona la campanella:tutti
escono dalle classi come se fosse
l’intervallo, tutti i professori tentano
di rimettere in classe gli alunni ma
nessuno dà ascolto; entra il prof
della seconda ora e si ricomincia la
solita trafila. Finalmente suona la
tanto desiderata campanella: è l’intervallo!!! Decine e decine di persone si riversano nei corridoi, urla
dappertutto, è finalmente tornata
l’allegria tra i poveri ragazzi. Dopo
10 minuti che, purtroppo per gli studenti, volano via molto in fretta,si
ritorna in classe: tutta l’euforia e la
spensieratezza dell’intervallo svanisce come la nebbia in primavera.
Arrivati alla fine di quelle interminabili sei ore è praticamente impossibile trovare ancora qualcuno che
abbia la forza di sorridere ed arriva
il momento per tutti di tornare a
casa. Gli studenti fuggono via veloci come il vento portandosi via
anche tutti i pensieri, i voti e tutte le
cose nuove che hanno imparato in
quel giorno che forse loro definiranno: un giorno come tutti gli altri.
Anche i professori se ne vanno,
loro però con il sorriso stampato
sulle labbra perché sono fieri del
lavoro che hanno fatto.
Marroni Samantha
GENERAZIONE DAVVERO DEGENERATA?!?
Noi giovani siamo dentro a
quella che oramai è definita per
antonomasia “generazione degenerata”, per tutti siamo quelli
senza sentimenti, quelli dello
sballo a tutti i costi.
Ma si sa, un po’ di verità c’è e non
si può smentire perché alcuni ragazzi ormai sono completamente
presi dal vortice, ma tutti gli
altri? Questa è la domanda… perché guardare solo quelli che
hanno imboccato la strada sbagliata senza uscita, certo siamo
tutti d’accordo, il numero di coloro che sono fuori dai binari è
veramente spaventoso ma, invece di continuare a criticare, a
guardare con disprezzo, perché
non si prova a capire dove sta il
problema? Qual è la causa che
porta a fare determinate scelte?
La prima risposta che viene alla
mente è : “non hanno cervello”; e
invece non è possibile che i giovani buttino via così la loro vita,
per banali problematiche o solamente perchè sono vuoti e frivoli.
Deve esserci qualcosa di più.
Qualcosa di più è infatti questo
perverso sistema, dove chi vince
è il raccomandato e non il meritevole, dove dovunque si guardi
l’unica cosa presente è la violenza, la prepotenza, la superbia,
dove tutti sono troppo impegnati
a correre e non si ascolta, ci si limita a sentire e a non cambiare
mai, dove i rapporti umani si riducono ad una conversazione al
computer e non allo sguardo
negli occhi. Certamente per chi
decide di rovinarsi la vita non ci
possono essere parole di comprensione, ma forse proprio per
la mancanza di queste parole che
molti cadono in una trappola
senza uscita.
Poche parole, troppe aspettative,
risultati sballati e poco coerenti,
questo è il sistema che ci circonda.
È inutile andare contro, criticare,
prendere provvedimenti, ormai
molti ragazzi hanno perso quella
strada dove la propria mente vede
quello che c’è e dei fronte a tutto
ciò si sente inutile, quindi la strada
che rimane loro da percorrere è
quella più allietante, è quella dove
si perde il senso della realtà, dove
si è sempre felici e dove nessuno
sembra possa entrare a distruggere i propri sogni.
Ma scappare è inutile, bisogna
reagire, questo mondo non è così
per mano nostra, anche se per
mano nostra dovrà cambiare, allora per quei giovani che credono
in certi valori e vogliono difendere a spada tratta la loro sana
generazione, si deve affrontare la
realtà e dimostrare quanto ognuno valga, perché ci sono alcuni
ideali che vanno ripresi, i giovani
sono più forti di questo sistema e
non devono lasciarsi sottomettere da false ipocrisie.
Elisa Fiorucci
TV & People
Before i start with all the opinions
and the "what i think about this"
stuff let me give you a short history
on the way the t.v came out.in 1884
some physicist invented some
cheap-disc-rotating thing with patterned holes in it. The idea was that
you would have streams of light
running through the disc as it was
turning and what came out would
be projected onto a screen. But 43
years later an american called Philo
Farnswortth projected and built the
first working t.v (working in the
sense that you could make out the
shape of the people on the
screen.....). It got it's popularity for
first in Germany. It was used in the
sports events in 1936 to broadcast
the Olympic Games from Berlin.
The t.v has kind of always had the
attributes that it has nowdays,everybody loves it,you can watch anything on it and,most of all,it can get
to be expensive when you make it
your playmate......Like all things the
t.v has lots of pros and cons of
course : the pros are that if you're
tired and you don't what to do you
have something that does the entertaining for you, it's a good way to get
together and have fun,when it breaks and you're certain that it's broke
than you can take it apart and find
all sorts of cool things in it,along
with a nifty cathode tube....."t.v's are
great weapons,if someone is trying
to attack you ,(when you're in your
house),you can get that 20" screen
and have them become part of the
new deluxe edition t.v set". The cons
to this wonderful appliance are that
of course it can be a source of creativity but at the sane time it can
make you stupid because you don't
know how to relate to others and as
soon as you have a free moment you're off and onto the couch watching
t.v, it can also be a distraction when
you're together as a family, if your
t.v in the kitchen is on and it's dinner time and you're trying to talk to
them they will be more attracted to
the "boob tube". When you want to
be together as a family, one idea
could be, besides watching t.v,a nice
fair round of Trivial Pursuit.....The
television
also
can
be
educational,but it can also be a
source of stupid and harmful
ideas,lots of times teenagers and
children come up very idiotically because all they ever did as children
was camp in front of the t.v. I am
the kind of person that doesn't really care much about t.v, I'm stuck
lots of the time studying,unfortunately, so Ireally don't take much time
to watch t.v, I still like t.v though!
Philip Aguirre
L’ora sacra…
Sono le 9:30, in classe i compagni fremono, alcuni già mangiano, alcuni sono
immersi nella stranoiosa lezione, di
cui nessuno sa né argomento, né professore, se non per qualche occhiatina
furtiva al libro del secchione vicino di
banco. 9:45, lo strazio, il prof dà i compiti, noi abbiamo fame, molta fame,
aspettiamo con ansia che passino questi
cinque minuti di inferno.
10:00 eccola, suona, suona! Suona ancora campanella benedetta!
Ed ecco la folla che esce dalla classe, le
persone si mischiano con le altre, si parla, si scherza, si mangia, insomma ci si
diverte. Però, (e ce sempre un però), c’è
ancora chi dorme sul banco, con la
possibilità di essere allegramente “sgamato” dal prof, ma va bene, la scuola è
anche questo, c’è chi si diverte, chi
dorme, e chi STUDIA, non è un caso se
ho scritto quella strana parola in caratteri maiuscoli, perchè c’è chi all’intervallo, sia per puro interesse personale
(scarsa voglia di public relations), sia per
l’interrogazione imminente, studia, è un
caso raro trovare un esemplare di questa
specie lo “scolarus studiosus”.
Le 10:10, suona la campanella, nei pensieri di molti c’è la strana immagine di
un campanella che tira l’ala, perché ha
interrotto il momento che tutti aspettano con ansia, il momento più bello:
LA RICREAZIONE.
Alice Bacci
Pag. 6
Giugno 2010
ITISTIME
Una mattinata a scuola:
Il tragico scorrere delle ore scolastiche
atto II
Tintinnìo in lontananza, un suono
poco percettibile che raggiunge le
orecchie. Un rintocco, un carrilon.
Quell’armonia cadenzata che è a metà
tra l’ansia e la paura. Tetro messaggio.
Secco. Pochi istanti dopo, la campanella. L’altro intervallo!
“Sempre sia lodata!” lo studente che
scappa all’interrogazione. “Veneziaaa!
Le merendeee!” l’altro, il compagno
di banco affamato, “gimo a fumà” il
compagnone turco. Sottovalutate,
l’importanza di questi dieci minuti.
Non si sa esattamente cosa succede in
dieci, lunghi e aspri minuti di aria. I
matti, i degenerati, i calmi, i morti di
fame, i golosi, gli anoressici, i lagnoni,
i simpatici. Che mondo sarebbe senza
intervallo? Ami attenderlo, ma è triste
quando inizia. Signori, peggio di Leopardi! Eccola, la vera filosofia! E che,
filosofia! Al diavolo L’Infinito e Il Sabato del Villaggio! Checchè!
Tornando seri (?), tra botte, merende, e
ingiurie, l’intervallo malauguratamente rapido termina. La classe meditabonda, nel punto di entrare in coma
da prestazione, fa capolino dall’antro
scuro, depositario di immani sacrifici
mentali..
Veloce arriva il professore. Passo spedito, e cartella in mano. Il capo un po’
chino nasconde parte del sorrisetto.
Capelli corti, sguardo vispo. Si presenta, il veterano. Domatore d’elettricità e ingegnere d’altri tempi: la fisica
non vi piacerà mai così tanto.
Oramai si sa, il dottore ama aprir le
menti dei suggestionati ragazzi. Quasi
dimezzando il suo tempo, l’esperto, si
giostra tra false illusioni, e mere verità,
soggiogate dal giudizio pubblico di chi
regola i conti. La fama, ormai è nota, e
diventerà di certo, merito e mito metropolitano. Non si da per certo, ma
PAROLE DI CARTA
Ciao, questa è per te… non scriverò il tuo nome in questa specie di
strana lettera ma sono sicura che
capirai comunque…
E’ una specie di riassunto della
nostra vita, anche perché praticamente siamo nate assieme.
Tutto inizia in quella casina, ricordi?
Facevamo solo l’asilo nido e già eravamo così unite… poi le elementari, e
la paura del primo giorno e l’euforia… nuovi amici ma sempre io e te…
le medie, bene qui un po’ ci siamo se-
l’esattezza del duplice insegnamento
dell’ardito professore, garantisce ciò
che s’intende per “formazione”. Vita,
e studio di ciò che ci circonda. matrimonio combinato alla perfezione.
Tutto ciò che concerne l’attività laboratoriale, può essere racchiusa in questo canto:
“Affianco dell’ultimo tester, / s’era assopito un professore, / ed aveva un
solco lungo il viso, / come una specie
di sorriso./ Venne al laboratorio l’assistente, / con due occhi, sorridente, /
due cavi pieni di corrente, / eran lo
specchio d’un espediente!”
La risposta dei ragazzi è interessante
quanto una zanzara moribonda sul parabrezza di un automobile, tant’è che
al massimo, collegan due aggeggi, meglio noti come resistenze, o condensator di corrente. Si sussegue un
altalenarsi di misurazioni, e tutto pare
men che l’esperienza, ma signori, un
altalena simile, ti fa apprender completamente il flusso, onde evitar qualche duttile trasformator in continua
corrente.
Si vedranno quindi i ragazzi attenti,
alla formula del fisico modello: “dai la
corrente, togli la corrente. Reggendoti
con un piede soltanto, Marco-san!” . E
così fu, l’indotta travasò i confini della
pandemonica realtà, soggiogando la
verità e sanando le forze applicate,
Robin Hood della fisica.
E’ così che va la fisica. Essa non è
nella mente (impossibile trovarla dentro la materia grigia dei garzoncelli),
né nelle braccia (quante resistenze
bruciate, eh?), ma nel cuor di tutti noi,
illustri lettori.
Probabilmente ancor intenti a regolar
qualche matraccio elettronico, i due
vengono lasciati disquisir sulle tensioni, mentre come abili ninja pensionati, l’orda degli studenti delle lande,
si riporta nel vituperio sconnesso qual
è la classe.
Avremo da trattare con aforismi, peste
bubbonica e due, che di sposar proprio, non ne avevano voglia.
Suvvia si sa, la pretesa è quella di dormire, ascoltar quelle modiche opere
classiche made in Heavy Metal land,
o rinchiudersi in sé stessi, tanto per
non ascoltare un acca di ciò che un povero pazzo morto qualche anno addietro, aveva da inventare. Massì! Ci siete
arrivati, quella cara compagnia che sol
la grammatica e quel tempone di Manzoni posson donare.
Scommettiamo, che avrete da pensare? Se “approfessò” poteva minacciarvi con l’uso d’una ossiacetilenica,
qui si ricade nel ricatto verbale: la
penna dissangua più della spada; specialmente se è rossa, e se scrive in un
oscuro giornale.
La ligia insegnante è sempre lì, con lo
sguardo pronto a stender la ramanzina
al primo sgarro che vola. I poveracci
sfidano l’immensa bontà composta da
odio e frustrazione, ma rimangon bruciati dalle loro stesse armi.
Eh, via, cosa ci si vuol fare, “sono raaagassi”. Come la madre attenta armata
di giuste munizioni al tritolo, come un
prestante spartano si getta nella mischia, e tra archibugi e nucleari, tenta
comunque di portar a termine il malefico intento: l’apprendimento.
Guerra di trincea. I ragazzi dell’orda
rispondono con fuoco di copertura, a
volontà palline e cerbottane.
Il problema sorge, quando ci si ricorda
che chi si ha davanti, ha poteri divini
sino a suono della campanella. E la
gita in presidenza, è presto garantita.
Con l’ultimo arpeggio di minori, si ritorna all’accordo di grado maggiore, e
l’enfasi, come la storia va scemando.
Ormai è tempo d’uscire, anche se, con
alto tasso di probabilità, non stavo, solamente sognando, ero immerso nella
realtà di tutti i giorni, amplificata
dall’entità di me stesso, ego sardonico
che ironizza sul da farsi. Schiaffo morale alla dura vita d’ogni dì.
Che tutte le cavie sottoposte, a partir
dall’ultima malaugurata sventurata,
onorevole prof.ssa di lettere, sino al
primo Super Pat e il mitico assistente,
non vadano disperando né s’adagino
sugli allori: altro anno, altro giornale,
altre storie da raccontare.
a cura di Marco Mercati
parate, ma non molto! I primi amori le
nostre litigate che si risolvevano in
quanto? Al massimo in cinque minuti… ed eccoci alle superiori ancora
insieme… ma abbiamo superato una
litigata di quelle toste…
Tutta colpa mia e ho pensato di
fare questo, così, perché voglio
farti capire quanto tengo a te: davanti a tutti quelli che staranno leggendo in questo momento questa
specie di strana lettera, davanti a
quelli che la leggeranno e a quelli
che l’hanno già letta io ti chiedo
scusa per ciò che ho fatto… spero
tu mi abbia perdonata, ho fatto un
grandissimo errore ma ti giuro ti voglio BENE… sei tu la persona
più importante per me, grazie per le
“girate” in motorino, a Fontecchio,
in piazza, a prendere il tuo latte
macchiato, grazie per le serate insieme a mangiare la pizza, per i pomeriggi a correre, per le mattinate a
scuola nelle quali ridiamo e cantiamo canzoni assurde… grazie per i
tuoi consigli per le tue decisioni improvvise che alla fine ci fanno ritrovare a giocare al cucù con tu sai chi,
grazie per i tuoi scherzi, anzi magari
non proprio per tutti, ma soprattutto grazie di esistere.
P.S. sono arrivata a 20€ la prossima settimana possiamo prendere
il treno e fare la prima tappa della
nostra fuga.
Ti voglio bene Furetto!
Ora devo lasciarti, il cane dalle
orecchie alternative sta distruggendo la scarpa che ha preso in mia
assenza, vado a sconfiggere l’assassino dei miei occhiali
Elisa Fiorucci
Giugno 2010
Pag. 7
SCUOLA e ISTITUZIONI
MAFIA
come fare a sconfiggerla
La rassegnazione dei giovani d’oggi in un sondaggio eseguito dal Centro “Pio La
Torre” di Palermo
I giovani italiani mantengono un'alta sfiducia verso la volontà dei politici e della
classe dirigente di vincere la mafia, ma quelli del Nord hanno una percezione diversa
del fenomeno rispetto ai coetanei del meridione: a sostenerlo è il Centro 'Pio La
Torre' di Palermo, che ha pubblicato i risultati dell'indagine sulla percezione del fenomeno mafioso dei giovani studenti che hanno partecipato alle videoconferenze
del progetto 2009/2010. Dallo studio è emerso che oltre il 55% degli intervistati ha
detto che a 'permettere alla mafia siciliana di continuare ad esistere è ancora oggi "la
corruzione della classe dirigente". L'indagine, svolta all'interno di 82 istituti scolastici, di primo e secondo grado, e realizzata avvalendosi di un software ad hoc (TLab) per l'analisi delle risposte, ha permesso di recepire un giudizio complessivo dei
giovani sulla mafia "assolutamente negativo, ma accompagnato - si legge nel numero
monografico di A Sud'Europa - da un'ampia sfiducia sulla possibilità di liberarsene
a breve fino a considerarla più forte dello Stato, probabilmente condizionati dalla
lunga persistenza storica del fenomeno". Tale percezione è diversamente avvertita:
"più alta al Nord e più bassa al Sud, dove gli effetti dell'azione repressiva dello Stato
sono meglio conosciuti perché più prossimi. Rimane altissima la sfiducia dei giovani
verso i politici e la classe dirigente, ritenuti responsabili dei processi corruttivi nella
vita pubblica". "Nel Nord - continua il rapporto finale - i reati socialmente più pericolosi e attribuiti alla mafia sono il traffico della droga, il lavoro nero, la prostituzione, mentre nel Sud i giovani al primo posto mettono il racket e subito dopo lo
spaccio di droga, sicuramente per la maggiore evidenza mediatica dei fatti estortivi
nelle città meridionali". Analogo giudizio riguarda i dipendenti pubblici: ".gli studenti intervistati - spiegano dall'organizzazione non lucrativa di utilità sociale - non
ricorrerebbero mai ai politici e ai mafiosi per ottenere un lavoro, anzi li ritengono un
serio ostacolo. Invece quasi tutti i giovani ammirano chi dedica la loro vita alla lotta
contro la mafia e apprezzano il lavoro educativo antimafia dei loro docenti". Negativo, invece, il voto per l'impegno antimafia della Chiesa istituzionale, "quasi anticipando - commentano dal centro Pio La Torre - il recente documento della Cei sul
Mezzogiorno che ha ripetuto come la condanna ufficiale della mafia non è stata do-
verosamente esercitata nella pratica quotidiana delle chiese locali e delle gerarchie".
Dagli studenti intervistati arriva, invece, un forte messaggio di fiducia nella scuola
pubblica, intesa come "palestra di democrazia. Anche per questo nobile motivo - sostengono dal centro palermitano - essa va salvaguardata e potenziata, non considerata
l'arido bancone di bottega il cui conto economico deve essere in attivo. La scuola, la
ricerca, l'università, i servizi pubblici, dalla sanità all'acqua, e il loro buon funzionamento per i cittadini, sono i pilastri di una moderna democrazia, non populistica, che
non ammette illegalità. Sono i fondamenti di una Repubblica - concludono - fondata
sul lavoro e sulla solidarietà".
Alunno Noemi
GIOVANI E SICUREZZA STRADALE
Più di 2.000 morti tra i giovani e la perdita di oltre 130.000 potenziali anni
di vita.
In Italia gli incidenti sono la principale causa di morte nei ragazzi di età
compresa tra i 0 e i 19 anni. Infortuni e lesioni mortali provocano infatti
quasi la metà del totale dei decessi tra i bambini e gli adolescenti.
Con l’adozione di standard di sicurezza più elevati da parte di ciascun Stato
membro dell’Unione Europea,sarebbero circa 6700 le giovani vite
risparmiate ogni anno in tutto il vecchio continente. Nel 2001,se il nostro
livello di sicurezza fosse stato pari a quello del Paese europeo più sicuro(la
Svezia),solo in Italia sarebbe stato possibile salvare più di 1200 ragazzi.
I dati non lasciano alcun dubbio sull’urgenza di agire. L’obiettivo è mettere
a punto una serie di strumenti per consentire ai giovani di trasformarsi in
cittadini competenti,capaci di essere i primi soggetti attivi nella prevenzione,più consapevoli nella gestione del “proprio star bene” e della
propria sicurezza.
Ma quali sono le strategie operative per proteggere i ragazzi? Incentivare
l’uso del casco e cinture di sicurezza in auto,far rispettare i limiti di
velocità,nonché rispettare la segnaletica stradale. E poi c’è la scuola,che
rimane luogo di elezione per i programmi di prevenzione e sicurezza. Prima
si apprende l’arte del prendersi cura di sé,più profonda sarà infatti la
consapevolezza che accompagnerà i giovani a casa,in strada e sul lavoro.
L’85-90% degli incidenti è dovuto a eccesso di velocità,assunzione di
alcool,droghe e farmaci,mancato rispetto della segnaletica e della distanza
di sicurezza,distrazioni dovute all’uso improprio del telefonino e della radio
e alla stanchezza.
A scuola,durante le lezioni di sicurezza stradale,si nota un forte interesse
degli studenti,che troppo spesso sono lasciati privi di informazione in merito
alle conseguenze reali di un comportamento irresponsabile sulla strada. Il
concetto di base,sta nella consapevolezza che il male si combatte con la
conoscenza.
Bacci Alice
Pag. 8
Giugno 2010
TabulaRasa
la pagina del Prof.
Come sapete, sono un informatico, di basso livello, ma pur sempre un
informatico. Mi ricordo gli albori, tutti a dire "C'e' il boom della comunicazione" : tutti a comunicare che stavano comunicando. E dire che,
già allora, avevo constatato che il computer era solamente una macchina
progettata per automatizzare gli errori.
Qualcuno sosteneva che i computer fossero inutili in quanto potevano
fornire solamente risposte, altri che erano utilissimi in quanto avrebbere
potuto sostituire degnamente moglie/marito/amante.
Come spesso succede l'evoluzione è stata diversa dalle aspettative e ci
siamo ritovati, alla metà degli anni 90, con validi ausili di lavoro e
comunicazione effettivi, non certo esenti da bugs :
"Mouse not found. Click mouse button to continue" (Win95). - che mi
frega....ho la tastiera...
"Keyboard not present or Keyboard error: Press "F1" to continue.." (azzz)
Di quì il famoso inciso
"Le uniche cose che girano sotto Windows 95 sono le palle"
L'utente si evolve e, da un reale sondaggio di Marzo 2001, commissionato dalla rivista "PC Pratico", è emerso che solo un italiano su 5
conosce termini e componenti fondamentali dei Computers. Le
risposte fornite dal campione (870 italiani di età compresa fra i 25 e
55 anni) sono :
1) Hard Disk: Sito porno vietato ai minori
2) Floppy: Personaggio dei cartoni animati
3) RAM: Tribù nomade
4) LCD: Una droga sintetica
5) Toner: crema di bellezza
6) Resettare: Fare le pulizie
Ma l'evoluzione informatica non può essere fermata da semplici inconvenienti di percorso. E si va avanti perchè qualsiasi programma, quando
funziona, e' obsoleto, qualsiasi nuova versione di un programma costa
di piu' e ci mette di piu'e, infine, se un programma e' utile, dovra' essere
cambiato. Quindi non preoccupatevi mai di qullo che succede perchè
errare e' umano, ma per incasinare veramente le cose ci vuole un computer. Mi sono barcamenato per più di ventanni fra schede, errori e millenium bug ! Alla fine di tutto, ho creato un programma spettacolare,
io penso e lui esegue. Ma stamattina è andato in crash. E' comparso
un messaggio d'errore
MASSA MARTANA .... adesso
12-Maggio '97
Silenzi antichi,,rotti.
da rumor di pietre cadenti,
tremore, continuo,
di terra e case
odore di polvere,
di cuori e paura;
pochi attimi,
un eterno palpito.
Non è terra morta
esanime, ferma;
ma un tremito
come d'animata essenza,
di sopiti esseri:
vita che torna da
infinito tempo;
muoversi di ogni landa,
ogni grano di polvere e terra,
che geme, cade.
Calcare che giù si move
sopra, nei muri , nelle cave,
in abortite faglie,
come nelle nostre ossa.
Antico gemito, che scuote dentro,
ma riscopre tenace riscossa.
RIVA DI MAREMMA
Crespi in sol i rami secchi,
che l’acque strappar
d’irruente forza,
giù l’Ombrone;
a traverso in riva,
invano protesi,
curvi e groviglio fanno,
fra loro mossa,
ad ogni onda,
a segnare il cielo.
Tranquilla vita felice
da i fianchi rigogliosi,
pensar fanno
che tristezza ti piglia:
or desolato legno,
or fuoco, vento ,
grani di sabbia avvolti,
ritornano a nova vita,
nella morsa d’oro distesa;
ma ancor ricchi dell’immagine loro.
"File reality.sys corrupted, Reboot Universe? Y/N"
SOGNO!!
Cosa vuoi da me,
che io veda sempre?
Ad occhi aperti
scopro ogni fiore che luce
illumina, ed è
una cascata di colori;
ma al chiudersi dei miei occhi
tutto svanisce;
allora tu mi fai vedere tutti insieme
i prati del mondo
in un unico
bianco. fiore:
la poesia.
Prof.Patrizio Mezzetti
Giugno 2010
“ C u R i O s A n D o Ne L P a S s A t O ”
La storia del ‘900 …l’hanno fatta loro
Albert Einstein: Oltre ad essere uno dei più celebri fisici della storia della
scienza, fu un grande pensatore e attivista in molti altri ambiti (dalla filosofia alla
politica). Per il suo complesso apporto alle scienze e alla fisica in particolare è indicato come uno dei più importanti studiosi e pensatori del XX secolo. Alla figura
dello scienziato si affianca quella di pensatore e filosofo. Einstein si considerò
sempre un pacifista [13] e un umanista [14], e negli ultimi anni della sua vita,
anche socialista e da molti venne considerato comunista. Descrivendo il Mahatma
Gandhi, Albert Einstein disse «Le future generazioni difficilmente potranno credere che qualcuno come lui sia stato sulla terra in carne e ossa». «Gandhi, il più
grande genio politico del nostro tempo, ci ha indicato la strada da percorrere. Egli
ci ha mostrato di quali sacrifici l'uomo sia capace una volta che abbia scoperto il
cammino giusto». «Dovremmo sforzarci di fare le cose allo stesso modo: non utilizzando la violenza per combattere per la nostra causa, ma non-partecipando a
qualcosa che crediamo sia sbagliato».
Adolf Hitler:La personalità di Hitler si caratterizza, nelle sue manifestazioni più
evidenti, per sete di potere, austerità, spietatezza , acume intellettivo e grandi doti
oratorie,che per questo lo rendono un grande personaggio del ‘900.
La sua affettività si distingue per la marcata "freddezza del sentimento" , la
grande energia vitale e la reattività "irosa" e spesso incontrollabile .
Hitler - la cui struttura di personalità non è priva di elementi psicopatologici e conflittuali appare come un soggetto estremamente "arido nei sentimenti" ma, nel
contempo, bisognoso di esigere dagli altri manifestazioni di affetto e considerazione.
Benito Mussolini:dotato di personalità poliedrica e camaleontica, capace di audacia e determinazione, di un'intelligenza brillante, di alti livelli di autostima, sente il
bisogno di mettersi alla prova e di non fallire, in modo da sembrare, rispetto all'ambiente di riferimento, "eccezionale ed unico" .
Mussolini ha necessità di apparire un brillante uomo d'azione, sicuro di quanto asserisce, generoso verso i deboli, tempestivo nelle iniziative e nelle decisioni, abile
nel confronto con gli altri ed instancabile nel lavoro .
Prova soddisfazione nell'imporsi sugli altri, ed in questo enfatizza la sua capacità
di esprimere energia vitale.
Egli persegue gli obiettivi con determinazione cercando d'imporre le sue idee e
stroncare quelle altrui, specialmente quelle che egli percepisce come una minaccia
alla propria identità . Per queste
caratteristiche e per la storia che ha segnato, lo si ricorda come uno tra i più
grandi personaggi del ‘900.
Gandhi: egli condusse una vita estremamente semplice, dando sempre esempio di
massima umiltà e rispetto per tutti. Il pensiero gandhiano vedeva il corpo come assolutamente secondario alla vera fonte della forza di un uomo, l'anima, e predicava
che solo un distacco dalle necessità materiali potesse portare sulla via della verità,
verso Dio. Gandhi rinunciò ai rapporti sessuali all'età di 36 anni diventando totalmente casto sebbene sposato. Egli praticò spesso dei lunghi periodi di digiuno, che
poneva essenzialmente nell'ambito spirituale come un mezzo per distaccarsi sempre più dalla realtà terrena del corpo, analogamente alla castità e alla semplicità di
vita. Gandhi riveste un ruolo fondamentale nell'evolversi del pensiero pacifista,
per il totale rifiuto della violenza e della guerra come strumenti per la soluzione di
conflitti:infatti si oppose strenuamente a qualsiasi ipotesi di risoluzione bellica dei
conflitti tra stati o interni ad essi: nonostante l'appoggio alla Gran Bretagna durante la seconda guerra mondiale,egli cercò sempre di mediare e predicare la fine
delle ostilità tra le parti, pur sempre riconoscendo come il nazismo costituisse un
pericolo per il mondo intero. A questo proposito Gandhi fu, fin dall'inizio della sua
attività politica, un forte sostenitore del disarmo, che considerava l'unico modo per
evitare la catastrofe della guerra.
Martin Luther King: unanimemente riconosciuto apostolo instancabile della resistenza non violenta, eroe e paladino dei reietti e degli emarginati, "redentore
dalla faccia nera", Martin Luther King si è sempre esposto in prima linea affinché
fosse abbattuta nella realtà americana degli anni cinquanta e sessanta ogni sorta di
pregiudizio etnico,ciò lo rende un grande uomo del ‘900. King si adoperò soprattutto per effettuare tra la popolazione nera la cosiddetta "campagna del voto".Egli
descrisse come il capitalismo è fonte di libertà e ricchezza per l'uomo ma al tempo
stesso fonte d'impoverimento spirituale perché produce materialismo e consumismo sfrenato.
Beatles: Considerati sicuramente il maggior fenomeno della musica contemporanea, a distanza di vari decenni dal loro scioglimento ufficiale - e dopo la morte di
due dei quattro componenti - i Beatles contano ancora un enorme seguito. Le canzoni dei Beatles sono considerate fra le più importanti composizioni del XX secolo e tali da costituire un patrimonio unico in grado di elevare il rock allo stesso
piano di generi musicali ritenuti, prima del loro avvento, più nobili.Fondamentale
fu anche l'apporto nel campo delle innovazioni tecnologiche, che essi utilizzarono
ed esplorarono con curiosità, per la registrazione e la manipolazione del suono,
nonché la cura nell'ottenerne la migliore qualità. Durante gli anni trascorsi dal
gruppo negli studi di Abbey Road, proprio per rendere possibili le loro idee musicali, furono elaborate soluzioni sonore, apparecchiature e tecniche ancora in uso
dopo decenni, nonostante il progresso abbia nel frattempo portato, dai preistorici
Pag. 9
registratori a nastro a quattro piste, dai semplici oscillatori audio e dai microfoni
Neumann a valvole, all'uso dei computer e delle tecnologie digitali.
Marilyn Monroe: il suo mito supera di gran lunga il pur apprezzato talento artistico di un'attrice sicuramente fuori del comune, un "sogno proibito" per milioni di
appassionati di cinema. Il fascino che emanava dal grande schermo e dalle copertine in carta patinata ha contribuito a farne un sex symbol fuori da ogni tempo; la
fragilità che ha contraddistinto la sua esistenza (per molti versi tumultuosa e culminata in una morte tanto prematura quanto misteriosa) l'ha resa una vera e propria icona della cultura del ‘900.
Pablo Picasso: è stato un pittore spagnolo di fama mondiale, considerato uno dei
maestri della pittura del XX secolo. La pittura di Picasso si baserà principalmente
sull’esperienza cubista, anche se ogni volta il grande artista spagnolo reinterpreta
l’arte sulla base della propria esperienza di vita, ponendosi in questa maniera sempre all’avanguardia rispetto ai suoi contemporanei. Da un punto di vista cronologico, l’arte di Picasso nasce inizialmente come figurativa. Infatti nel soggiorno
parigino, avvenuto all’inizio del ‘900, l’artista vivrà il suo periodo cosiddetto
“Blu”, dove rappresentava i poveri e gli emarginati della città di Parigi. Nel 1905
il pittore spagnolo abbandona i freddi toni azzurri e passa ad una gradazione più
calda, infatti si parla, del periodo “Rosa”. In questo breve periodo venivano rappresentati principalmente i personaggi presi dal circo, dunque saltimbanchi e maschere della commedia dell’arte, come ad esempio Arlecchino.Il passaggio alla
pittura cubista rappresentò quella ricerca di forme sempre più nuove che attraversa
tutta la storia dello spagnolo.Fu in questo periodo che il nome di Picasso raggiunse
il più alto picco di notorietà, facendo dello spagnolo uno tra i più grandi artisti del
‘900.
Diego Armando Maradona: debutta giovanissimo in nazionale (16 anni) e si fa
notare per la tecnica sopraffina e un piede sinistro da favola.
Forse il più grande per quello che riguarda dribbling, fantasia e calci da fermo.
Passa alla storia soprattutto per la partita dei mondiali 86 in Messico contro l'Inghilterra: segna due reti, la prima sfruttando il suo repertorio di finte, dribbling e
tecnica saltando mezza squadra inglese; il secondo con un colpo da pallavolista divenuto poi famoso come "la mano di Dio".
Genio e sregolatezza in campo e fuori sicuramente lo hanno reso uno dei campioni
più famosi del ‘900.
Michael Jordan: è riconosciuto dalla grandissima maggioranza dei fans di questo
sport come il miglior cestista di tutti i tempi e pressoché universalmente come il
migliore di quelli del basket moderno degli ultimi decenni. Fortissimo attaccante e
fortissimo difensore.In attacco era dotato di una grandissima tecnica, che spaziava
dai fake in posizione di tripla minaccia all'ampio bagaglio di crossover e alla
grande quantità di varianti della spin-move. Possedeva un rapidissimo primo passo
e abilità in penetrazione. La grande potenza fisica unità al notevole stacco verticale (100 cm probabilmente, qualcosa di più con il "terzo tempo") lo rendeva letale quando si lanciava nelle conclusioni in volo verso il canestro. Mago della
schiacciata, maestro nella realizzazione di alley-up e pick and roll: unendo l'atletismo al perfetto controllo del corpo era in grado di effettuare rotazioni di arti e
corpo in modo da evitare di essere bloccato dagli avversari quando era in aria e
allo stesso tempo concludere con grande spettacolarità la giocata. Tiratore molto
preciso, dotato di un ottimo jump shot; è inoltre uno dei più esperti di sempre nel
fade-away. Era altrettanto abile nel concludere da dietro l'arco dei 3 punti. Sottovalutato passatore e molto preciso come liberista. Era molto forte anche nel gioco
in post basso e da sotto con o senza spalle a canestro, dove si avvaleva della tecnica per realizzare una serie di finte, controfinte e rotazioni per eludere il difensore
e tirare, spesso in allontanamento. Ottimo nel fast-break, dove sfruttava la notevole velocità.
Gabriele D'Annunzio: è stato uno scrittore, poeta, militare e politico italiano,
simbolo del Decadentismo ed eroe di guerra. Soprannominato il Vate cioè "il profeta", occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910
circa e nella vita politica dal 1914 al 1924. La poetica dannunziana ,è l’espressione
più appariscente del Decadentismo italiano. Dei poeti «decadenti» europei D’Annunzio accoglie modi, forme, immagini, con una capacità assimilatrice notevolissima; quasi sempre, però, senza approfondirli, ma usandoli come elementi della
sua arte fastosa e portata a un’ampia gamma di sperimentazioni. D’Annunzio è,
insieme con il Pascoli, il poeta più rappresentativo del Decadentismo italiano; ne
assimilò le tendenze più appariscenti e superficiali come l’estetismo, il sensualismo, il vitalismo, il panismo. Nella vita letteraria con i suoi virtuosismi lessicali e
stilistici diventò il modello di tanti poeti del suo tempo.
Nella vita politica dapprima con la sua eloquenza fastosa di interventista e con le
imprese eroiche e leggendarie di combattente, galvanizzò, entro certi limiti l’Italia
in guerra; poi con il gusto estetizzante dell’avventura e della ribellione all’autorità
costituita ( al tempo dell’impresa fiumana ) influenzò il Fascismo, al quale il dannunzianesimo fornì gli schemi delle celebrazioni esteriori, dei discorsi reboanti e
vuoti, dei messaggi e dei motti,l’uso del gagliardetto, la teatralità dei gesti e le
pose istrionesche del capo. La poesia del D’Annunzio quindi rispecchia la sensualità del suo temperamento, intesa come abbandono gioioso alla vita dei sensi e dell’istinto, per scoprire l’essenza profonda e segreta dell’io (che è poi quella stessa
della natura).
Pag. 10
Giugno 2010
Lo sapevate che……….
CHI HA INVENTATO?..............................
Al mondo più di 55 milioni di persone balbettano, molti terapeuti e
patologi del linguaggio sono stati affetti da questo disturbo prima di
diventare loro stessi testimoni della possibilità di recuperare la
fluenza.
Personaggi famosi della storia passata e presente fanno idealmente
compagnia agli sforzi degli specialisti e di quanti soffrono di questo
disturbo.
L'introduzione della forchetta, almeno nella forma che conosciamo
1. Mosè - Profeta israelitico. Affetto dal disturbo del linguaggio, parlava per
bocca del fratello Aronne. Nella Sacra Scrittura (cap. IV-V dell'Esodo) si legge
che Mosè era tardo di lingua e balbuziente.
2. Esopo - Poeta e famoso scrittore di fiabe dell'antica Grecia. Di lui si narra
fosse un ragazzo dall'aspetto sgraziato, ricurvo sulle spalle, tozzo e fortemente
balbuziente. A causa della sua bruttezza e del suo linguaggio i compagni non
perdevano occasioni per deriderlo facendolo oggetto di crudeli scherzi, costringendolo ad isolarsi. Di animo sensibile e di fantasia creatrice, Esopo non riuscendo ad esprimere a parole i frutti della sua immaginazione per la sua grave
difficoltà datagli dalla balbuzie, iniziò a descrivere la natura e le sue piccole meraviglie. Nacquero numerosissime favole, inventate studiando il comportamento
degli animali e paragonandoli a quello dell'uomo.
3. Demostene - Oratore greco. Plutarco racconta che riuscì ad eliminare il suo
difetto ricorrendo a sassolini che metteva in bocca per esercitare l'apparato fonatorio e tenere sollevata la punta della lingua per ottenere le vibrazioni per correggere la erre. Ancora Plutarco racconta delle contrazioni delle spalle e descrive
il fiasco la prima volta che si presentò in pubblico e la profonda delusione di
fronte ai fischi per la sua ostinazione nel voler parlare. Di questo secondo difetto
Demostene fu curato da Satiro, famoso maestro di di declamazione, con esercizi
di respirazione e di dizione. Nel De oratore, I, 6, Cicerone afferma che era balbus.
4. Aristotele - Filosofo greco, discepolo di Platone. Di questi lo studioso A.
Sala (Cura dela balbuzie, Ulrico Hoepli Ed., Milano 1905) scrive che fu di favella alquanto stentata, difficile e oscura e Bernardo Trotto, nei suoi Dialoghi
scrive che: "...gli scolari d'Aristotile non solamente imparavano dai suoi ragionamenti i mirabili segreti delle cose naturali, ma anco con la lingua balbettavano
come egli faceva".
5. Cicerone - Oratore latino
6. Virgilio - Poeta romano.
7. Nicolò Cavallaro - Matematico italiano (Brescia 1506-Venezia 1557). Il suo
vero cognome era Fontana. Il soprannome Tartaglia gli derivò alla balbuzie causatagli dalle ferite al viso riportate nel 1512, durante il saccheggio di Brescia, da
parte delle truppe francesi di Gastone di Foix. Nell'opera "Quesiti (VI,8)" lui
stesso scrive:"...io ne dirò, quando che li francesi saccheggiorno Bressa...oltre
che ne fu svalisata la casa, ma più che essendo io fugito nel domo de Bressa insieme con mia madre et mia sorella et molti altri huomini, credendone in tal
luogo esser salvi, ma tal pensiero ne andò fallito perchè alla presentia de mia
madre mi fu date cinque ferrite mortale, cioè tre sulla testa et due sulla fazza fra
le quale una me ne haveva à traverso la bocca et denti, la quale della masella et
la medesima della inferiore, per la qual ferrita, non solamente io non poteva parlar, ma neanche poteva manzare..."
8. Alessandro Manzoni - Letterato e padre dei "Promessi Sposi", nella sua lettera inviata a Giorgio Briano motiva la sua rinuncia al seggio parlamentare a
causa di una grave balbuzie che gli impediva e lo teneva "lontano da qualsivoglia
occasione di linguaggio".
9. Elizabeth Bowen - Scrittore irlandese
10. Robert Boyle (1627-1691) - scienziato britannico e saggista - importanti i
suoi contributi nel campo della fisica e della chimica (legge di Boyle).
11. Patrick Campbell - umorista britannico.
12. Miguel Cervantes - Autore del Don Quixote del la Mancha (citato da Malveena McKendrick, Cervantes Piccolo, Renda Bruno, 1980, p. 21.).
13. Re Charles X - Re dell'Inghilterra, 1625-1649.
14. Winston Churchill - Primo ministro inglese del '900. Affetto da balbuzie di
tipo tonica, per iniziare la frase e sbloccarsi dallo spasmo alla bocca spesso usava
uno starter, pronunziando ad esempio una "mmmmmm" prolungata.
15. Claudio - Imperatore romano.
16. Charles Darwin - Naturalista, autore de L'Origine della Specie.
17. Pio XII - Pontefice romano
18. Re Giorgio VI - Re dell'Inghilterra, 1937-1952.
19. Tommaso Jefferson - Presidente americano
20. Charles Kingsley - Oratore inglese, scrittore, e cappellano della Regina Vittoria.
21. Lenin - Rivoluzionario russo
22. Luigi II il Balbuziente - Re di Francia, soprannominato il balbo
23. Luigi XIII - Re di Francia (1610-1643), famosa la sua balbuzie dinanzi al
cardinale Richelieu.
24. Molotov - Ministro russo durante l'egemonia di Stalin.
25. Marilyn Monroe - Attrice.
26. Napolene I
27. Enrico XI - Il balbo, Re di Svezia tra il 1222 ed il 1252
28. Isaac Newton - Scienziato, sviluppò la Legge della Gravità.
29. Teodoro Roosevelt - Presidente americano
30. Giorgio Washington - Presidente americano
oggi, nel mondo occidentale risale circa al 1000 d.c. Precedentemente a questa
data Romani e Greci utilizzavano per mangiare prevalentemente le mani o, nel
caso di famiglie nobili e ricche, "ditali" d'argento che avevano lo scopo di non
sporcare le dita a chi li utilizzava. Le prime forme di forchetta furono degli spiedi
a due punte chiamati lingula o ligula che venivano usati per infilzare i datteri.
Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente e la conseguente invasione barbarica anche la forchetta seguì lo stesso declino. Nell'Impero d'Oriente, invece,
l'uso di questo "oggetto lussuoso" continuò. Nel 1003 la forchetta tornò in occidente grazie alla principessa Maria, nipote di Costantino VIII, che venne data
in sposa al diciannovenne Giovanni, figlio del doge veneziano Pietro II Orseolo.
A Firenze erano sicuramente in uso nella famiglia Pucci, come testimonia il dipinto di Sandro Botticelli sulle nozze di Nastagio degli Onesti, commissionato
come regalo di nozze da Lorenzo il Magnifico nel 1483. Dalla corte medicea
l'uso della forchetta fu diffuso in Francia da Caterina de' Medici.
La sua difficile diffusione in occidente passò anche nella corte di Carlo V, il
quale ne aveva addirittura una piccola collezione, e poi a Parigi dove rientrava
fra le curiosità locali di una locanda, il tour D'argent, ambiente dove Enrico III
di Valois (1551-1589), figlio di Caterina de' Medici, adoperò la forchetta per la
prima volta.
L'uso della forchetta rimaneva però visto in malo modo: era considerata segno
di eccessiva stravaganza, a tal punto che persino il Re Sole preferiva usare le dita
alla forchetta e si convinse ad usarla soltanto quando la sua corte fu trasferita a
Versailles nel 1684.
La forchetta incontrò difficoltà non solo in Francia ma anche negli altri paesi e
soprattutto nella Chiesa: le superstizioni religiose opposero la più strenua resistenza all'avanzare del progresso e della forchetta. Fu solo nel 1700 che le autorità ecclesiastiche ripresero in esame la dibattuta questione dell’infernale
strumento il cui uso era ancora interdetto fra le mura dei conventi.
Soltanto dopo il '700 la forchetta iniziò a diventare quell'essenziale strumento
che oggi conosciamo.
La biancheria intima è nata nell’antico Egitto, quando le donne nobili cominciarono a fare uso di due tuniche, di cui quella interna è l’antenata della camicia, che verrà poi indossata anche dalle donne greche.
Reggiseni e mutandoni :Nel periodo romano compaiono capi simili al
moderno reggiseno: il cosiddetto “mamillare”, una fascia di cuoio per appiattire
il seno, e lo “strophium”, che avvolge ma non comprime. Nel Cinquecento Caterina de’ Medici introduce l’uso dei mutandoni, ma il termine mutande, in effetti, è mutuato dal latino: significa infatti “ciò che si deve cambiare”. I
mutandoni, caduti in disuso nel XVII secolo, tornano nell’Ottocento lunghi fino
alle caviglie per poi ridursi sempre più fino a diventare calzoncini.
Il pettine ha fatto parte della civiltà umana per migliaia di anni, ed esiste in
una forma o nell'altra in culture di tutto il mondo, e in tutta la storia umana. Uno
dei più antichi mai rinvenuti pettini era un pettine d'avorio dal Periodo Predinastico dell'Egitto, ed è datato circa 3.200 aC
Il tacco alto…Non è chiaro chi ha inventato le scarpe col tacco alto, ma
sono stati in giro per molto tempo. I tacchi alti sono visibili su uomini e donne
in pitture murali egiziane risalenti a circa il 3.500 aC e sono stati portati comunemente in tutta Europa nel Medioevo.
Chi ha inventato i pantaloni?...Probabilmente gli antichi Egizi (anche
se la maggior parte di loro indossava gonne o perizomi)
Pag.11
Perché i carcerati giocano a calcio in dieci? Perché manca il libero!!!
Perché molti italiani usano la fiat
panda? Pandà n'giro!!!
Che differenza c'è tra la paura e il
calcio? Nessuna: tutte e due sono
rapresentate dalla FIFA!!!
Il miglior partito e' quello del
reggiseno; perché unisce la destra con la sinistra, alza la massa
ed attira il popolo.
Due pezzi di nebbia si incontrano accidentalmente, e ad un
certo punto uno dei due
esclama: "Ehi, ma sei tu! Non ti ricordi? Una volta eravamo in
banco insieme!"
Il professore a scuola: "Qual e' il
nt
in
e
a g i n a ...
ame
p
BARZELLETTE , DETTI e
FREDDURE
ibe
r
L
Giugno 2010
contenuto dell'Ortis ?".
Lo studente: "Carotis, insalatis,
cavolfioris ... "
Il franco è sceso
... e la lira è in strada a chiedere
un passaggio...
Facolta' di Giurisprudenza:
esame di codice di procedura civile. Il professore esordisce con
una domanda: "Dunque... mi saprebbe dire cos'e' la "frode?".
"Una frode e' se lei mi boccia!".
"Cooome??!! Come sarebbe a
dire?".
"La frode si ha quando uno approfitta dell'ignoranza altrui e lo
danneggia!"
Un tizio arriva con la macchina,
piuttosto scassata, davanti a
Montecitorio, e posteggia proprio in mezzo alla strada. Un vigile gli si avvicina e gli dice: "Ma
cosa fa? Non si può parcheggiare
qui!" "Perchè?" "Come perchè?"
"Perchè qui ci passano Ministri,
Deputati, Senatori, ..." E il tizio: "E
che mi frega? Tanto io ho l'antifurto!"
Era cosi' grasso che l'ambulanza
per portarlo in ospedale dovette
fare due viaggi.
LA SCUOLA: l'inferno di cristallo
L'ENTRATA: la marcia funebre
L'USCITA: la rivoluzione francese
LA SALA DEI PROF: la fossa dei
leoni I PROF: i 7 nani IL PRESIDE:
l'esorcista.
Aveva un cervello così piccolo
che, quando due pensieri si incontravano, dovevano fare manovra.
Situazione monetaria in borsa:
Il marco è salito
FRASI CELEBRI
fuorché il folleggiare. Tutto è
degno di riso, fuorché il ridersi di
tutto. Tutto è vanità fuorché le
belle illusioni e le dilettevoli frivolezze.""Sono convinto che
anche nell'ultimo istante della
nostra vita abbiamo la possibilità
di cambiare il nostro destino."I
fanciulli trovano tutto nel nulla,
gli uomini trovano il nulla nel
tutto."(G:Leopardi)
"Se vuoi descrivere ciò che è
vero, lascia l'eleganza al sarto."
"Il segreto della creatività è saper
nascondere le proprie fonti."( Di
A. Einstein)
Riposare nella perfezione è il
sogno di chi tende all'eccelso, e
non è forse il nulla una forma di
perfezione? (Thomas Mann)
In un'epoca di pazzia, credersene
immuni è una forma di pazzia.
(Saul Bellow).
Tutto è follia in questo mondo,
LO SAI PERCHE’…………..
Perchè il nero attira il calore?
Per star freschi indossate vestiti chiari o bianchi. Non lo dice la moda,
ma la scienza!
Ecco la spegazione: la luce del sole è la somma di radiazioni di diverse
lunghezze d'onda che corrispondono ognuna a un colore: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco, violetto (gli altri colori "nascono" dalla
mescolanza di due o più radiazioni diverse). Il bianco è la somma di
tutte le radiazioni e il nero è l’assenza.
Una volta che un oggetto viene colpito dalla luce del sole assorbe una
parte di radiazioni e ne riflette altre. Il colore che noi vediamo corrisponde alle radiazioni riflesse: un oggetto appare giallo se riflette i
raggi che corrispondono al giallo ecc.
Gli oggetti chiari sono quelli che riflettono i colori che corrispondono
alle alte frequenze (più energetiche, che quindi scaldano di più) e assorbono le basse, poco energetiche;
al contrario gli oggetti scuri riflettono le basse frequenze e assorbono
le alte. Per il bianco e il nero il discorso è ancora più evidente: una stoffa
bianca, infatti, respinge tutti i raggi luminosi e quindi si scalda meno di
una stoffa nera, che assorbe tutte le radiazioni luminose e il calore loro
associato.
Perche si accendono le candeline ai compleanni?
I primi “festeggiatori” di compleanni della storia, a quanto pare, furono
gli antichi Egizi, che in queste occasioni usavano omaggiare il faraone
preparando per lui ogni sorta di prelibatezze. L’idea della torta fu invece dei Persiani che erano abili pasticcieri. I Greci ereditarono poi queste due tradizioni “fondendole” nella celebrazione del compleanno di
Artemide, dea della Luna, il sesto giorno di ogni mese. Per l’occasione
i seguaci della dea preparavano una torta tonda e bianca (era fatta con
miele e farina) e la illuminavano con delle candele. Una volta finita, la
torta doveva sembrare proprio una...piccola luna e risplendere alla luce
delle fiammelle. Nel corso della storia poi, il “fuoco” sulle torte che venivano preparate nei banchetti festosi serviva anche a tenere lontani
gli spiriti maligni, che potevano... guastare la festa!!! Infatti è per questo
motivo che, alla fine delle celebrazioni le candele venivano spente con
un soffio: a festa ormai finita gli “spiriti malvagi” si allontanavano da
soli e il fuoco non serviva più! Successivamente in Germania nacque la
tradizione di tenere accese tutte le luci di una casa nel giorno del compleanno di uno dei suoi abitanti. Questa usanza si tramutò poi nella
“festa del bambino”, in uso nelle campagne tedesche. Il “fortunato” che
compiva gli anni veniva svegliato prestissimo dal...profumo di una
torta gigante preparata solo per lui. Su questa torta dovevano restare
accese le candeline dalla mattina fino a sera dopo cena, momento in
cui il bimbo spegneva le candele, pensava a un desiderio da realizzare
e...finalmente si poteva mangiare la sua fetta di torta! Questo rito si è
mantenuto pressoché intatto fino ai...compleanni nostri (e alle nostre
torte!!).
Perché si dice che le cicogne portino i bambini?
Favole e leggende identificano la cicogna come animale beneaugurante.
Il mito della cicogna che tiene con il becco un fagotto con dentro un
bambino nasce presso le popolazioni centro-europee ma si basa su un
piccolo equivoco. Infatti, una volta, quando nasceva un bambino, in
casa si accendeva il camino per più ore durante la giornata per scaldare
l'ambiente.
Se questo accadeva in primavera, le cicogne, al ritorno dall'Africa, cercando il luogo più adatto per nidificare, si stabilivano sul comignolo
più caldo e quindi per quello della casa del neonato.
Così semmai sono i bambini a portare le cicogne e non il contrario!
Inoltre l'arrivo di questo uccello era considerato di buon auspicio per i
contadini che facevano i primi raccolti in primavera e predisponevano
apposite piattaforme sulle case per invitarle a fare il nido…
SAI XKE’?.......
Sai perché se nel tuo ufficio scopri una pulce significa che sei spiato...
ma se le pulci sono molte di più il problema è sicuramente un altro?!
Sai perché, se mentre bevi il caffè senti dolore ad un occhio...forse non
avevi tolto il cucchiaino dalla tazzina?!
Sai perché se ti danno una bastonata forte in testa... può anche capitare
che non te la ricordi?!
Sai perché se esce la tua foto sul giornale sei contento, ma... se è nella
pagina dei necrologi non lo sei per niente?!
Sai perché gli eredi di Lazzaro la seconda volta chiesero al notaio: "ma
questa volta siamo proprio sicuri"?!
Pag. 12
Giugno 2010
SVAGAMONDO---Voi dottori siete fortunati perchè seppellite i vostri errori!
Ha preso tante medicine che
ogni volta che tossisce guarisce qualcuno.
"Notizia giornalistica: Bomba
esplode al cimitero. Tutti morti.
Scontro fra 2 carri funebri. Un
resuscitato!
Scoppia di salute: 2 morti e 9 feriti!
Dottore, quando tocco qui mi fa
male". "E lei non si tocchi!".
Era così grasso che un moscerino per giragli intorno muore di
vecchiaia.
Se non andate ai funerali degli
altri, loro non verranno al vostro.
Aveva un cervello così piccolo
che, quando due pensieri si incontravano, dovevano fare manovra
"Non so se mi spiego", disse il
paracadute - "Spiegati meglio",
ribattè il paracadutista
Il ministro delle poste americane?
Frank O'Boll
Il più grande evaso rumeno?
Ciaomenescu
Sapete perché gli operai della
Fiat si licenziano per andare
alla Ford?
Perché alla Fiat c'è RITMO invece alla Ford c'è FIESTA.
Due carabinieri si riposano
sotto una quercia,il primo
chiede al secondo:
"Ma st'albero è maschio o femmina?" e il secondo...
:"per me è femmina!!"e l'altro:"ma no è maschio"...femmina.....maschio....femmina!!.....i
n quel momento passa un contadino e dice:"ma non vedete è
maschio!!!"e i carabinieri in
coro:"perchè???""
contadino:"guarda che coglioni
che c'ha sotto!!!!!"
Un tondo dice a un tondo:-qui
c'è qualcosa che non quadra!!!!!
Il figlio del preside.
- Papà, papà... perché hai sposato la mamma? - Te lo stai chiedendo anche tu,
vero?...Tema:
"Oggi ricorrono i morti".
Svolgimento di Birillo:
"Speriamo che mio nonno arrivi
primo".
Professore distratto
- Birillo, perché ieri non sei venuto a scuola ? - Perché mi é morto lo zio -
N U M E R O
L
E
D
E
N
O
I
Z
U
L
O
S
Tra bambini
- Il mio papà ha una spada di
Washington e un cappello di
Lincoln - E allora? Il mio papà ha il pomo
di Adamo!
Ancora Birillo
Il maestro interroga Birillo: Alla morte di Carlo Quinto, che
cosa diventò suo figlio? Risposta prontissima: - Orfano
di padre. –
Tra professori
Il professore di filosofia, afflitto, dice al professore di ginnastica:
- Pensa, ogni volta che respiro
muore un uomo E quello:
- Hai provato a fare qualcosa
per l'alito? –
In una casa ci son tre fratelli a volte
son brutti e a volte son belli.
Il primo non c'è perchè sta uscendo,il
secondo non c'è perchè sta venendo, c'è
solo il terzo, il più piccolo dei tre,ma
quando manca lui, nessuno degli altri
due c'è.
Chi sono?
Secondo te, perchè il vulcano Etna è
sempre pulito ?
SOLUZIONE:perché…si lava
Era così grasso che per mettersi
la sciarpa usava il boomerang.
-Scusi quanto costa una brioche?
-1,20!
-e le briciole?
-niente!
-allora me ne sbricioli 5 o 6!!!!!
- Beh, fa che la cosa non si ripeta più! –
SOLUZIONE: il passato, il futuro e il presente
Era così grasso che il suo compleanno cadeva il 7, l'8 e il 9
gennaio.
"Pronto casa Cavallo?"
"No. casa Vacca"
"Scusi ho sbagliato stalla"
SOLUZIONE:nessuno perché la nave
sale con l’alta marea
Si sdraia sui binari del treno Palermo-Napoli. Muore con 8 ore
di ritardo.
Indovinelli
Un mozzo sta dipingendo la fiancata
di una nave appoggiato su una scaletta lunga 9,5 m... gli scalini distano
10 cm l'uno dall'altro. Il mozzo è in
piedi sullo scalini più vicino al pelo
dell'acqua. La marea si alza di 50cm
all'ora.
Di quanti scalini dovrà salire il
mozzo per non bagnarsi i piedi, passate due ore?
HIHIHIHIHIHIHIHIHIHIHIHI....
P R E C E D E N T E
LA REDAZIONE
Caporedattore:
Mercati Marco
Redattori:
Gabriele Pecchioni
Federico Pasqui
Ilaria Cipolloni
Idiana Galdieri
Chiara Papagni
Carlyn Yakubu
Marco Mercati
Ilaria Bocciolini
Mirko Traversini
Samantha Marroni
Noemi Alunno
Alice Bacci
Insegnante referente:
Prof.ssa Rita Cuccarini
Impaginazione:
Enzo Marchettoni
Ringraziamenti:
Si ringraziano coloro che con il loro aiuto
hanno reso possibile la realizzazione del
giornalino.
Buone vacanze a tutti!!!
Stampa: FOTOLITO90