essere agente del cambiamento: una nuova sfida per gli hr
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essere agente del cambiamento: una nuova sfida per gli hr
ESSERE AGENTE DEL CAMBIAMENTO: UNA NUOVA SFIDA PER GLI HR Intervista a Davide Gentile, Hr Generalist presso Whirlpool A cura di Maria Degirolamo, Laura Iasimone, Valentina Lo Fermo, Roberta Rubini Master in Risorse Umane e Organizzazione 2013 Storia personale e professionale di un giovane Hr Generalist. Il ruolo dell’Hr come agente di cambiamento e business partner. Talent Management & Diversity come fattori competitivi. Lo sviluppo del Personale tramite programmi di job rotation e sviluppo. I programmi di Talent Acquisition e di sviluppo del potenziale. Whirlpool EMEA: un’Azienda leader nel mondo che affronta un periodo di Change Management. Consigli per i giovani alla ricerca di un lavoro. Una narrazione che riflette realisticamente i cambiamenti delle attuali organizzazioni aziendali. Qual è il tuo percorso formativo? Come sei arrivato a lavorare in Whirlpool? Mi sono laureato in Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni presso l’Università degli Studi di Bari e, già durante il percorso di studi, ho avuto la possibilità di affacciarmi a tematiche HR durante l’esperienza lavorativa in FASTWEB, nell’ambito della selezione e formazione del personale del Customer Care. La passione per la Gestione Risorse Umane mi ha portato nel 2009, al termine della laurea specialistica, a rinunciare ad un lavoro a tempo indeterminato, seppur in un periodo di forte crisi economica, per poter seguire il Master ISTUD in Risorse Umane e Organizzazione ed approfondire questo ambito. Nel periodo di ricerca dello stage, sempre all’interno del Master, sono entrato in Bolton Manitoba, azienda del largo consumo, nota per i brand quali Omino Bianco, WC Net, Smac, Vetril, Merito, ecc. E’ stata un’esperienza che mi ha permesso di vivere un’Azienda di prodotto, con una cultura organizzativa molto diversa dalla mia precedente esperienza (ndr Fastweb). Inoltre, affiancando un HR Business Partner ho avuto modo di “toccare” diversi temi, quali la selezione di talenti, la formazione, lo sviluppo e di lavorare su alcuni progetti di cost saving. Questa esperienza di stage, pur non essendo finalizzata all’assunzione, mi ha aperto molte più porte di quelle che mi sarei aspettato grazie allo sviluppo di una serie di competenze in un contesto “veloce”, competitivo, pragmatico e sfidante come quello del largo consumo. Durante i mesi di stage in Bolton ricordo che mi si sono presentate diverse opportunità di lavoro in HR, alcune con interessanti forme di contratto, e di averle rifiutate in quanto non risultavano pienamente in linea in termini di contenuti con le mie aspirazioni. Dopo circa 9 mesi ho colto un’opportunità di lavoro nel gruppo Lactalis Italia, in una posizione da generalista con un focus particolare sulla selezione e formazione per la sede Corporate di Milano. Dopo 5 mesi è arrivata una proposta allettante da Whirlpool EMEA (Europe Middle East & Africa): lavorare come Hr Generalist in una delle fabbriche in Italia, quella di Trento. Un mese fa, dopo 16 mesi dal mio inserimento in Whirlpool, ho colto una nuova opportunità interna, occupandomi di Talent Development & Diversity, quindi dovrò a breve trasferirmi nell’Head Quarter EMEA di Comerio (Varese). Oggi, guardandomi indietro, posso confermare che nelle mie scelte, aver perseguito la formazione piuttosto che la stabilità lavorativa mi ha premiato. Come stai affrontando questo cambiamento? Sicuramente con grande entusiasmo; è un punto di partenza che mi preparerà a nuove sfide in futuro. Una delle caratteristiche principali delle multinazionali è quella di rendere il percorso delle persone sempre più sfidante, dove ci si mette in discussione al di là delle proprie zone di comfort. Penso che, come HR professional, sia importante sostenere la cultura dello sviluppo continuo nelle organizzazioni. Spesso viene attribuito alla Gestione Risorse Umane il ruolo di garantire il benessere delle persone in azienda; in parte può essere vero, ma mi piace pensare che la nostra mission sia soprattutto creare pratiche che rendano le persone più “challenge” e più “committed”, piuttosto che più “confortate” e “felici”. Qual è la tua giornata tipo? La mia giornata non è molto diversa da quella di altri professionisti: è fatta di incontri “one to one”, di meeting con altre funzioni, di momenti di analisi o di progettazione di attività, ma sicuramente la mia agenda è molto flessibile proprio perché le persone, a differenza di altre risorse, hanno una particolare complessità ed imprevedibilità. Tra le attività che seguivo in fabbrica rientrano gli aspetti più soft della Gestione Risorse Umane come la comunicazione, la selezione ed i piani di formazione, la gestione delle persone e aspetti più hard come il supporto all’HR Manager nelle relazioni sindacali. Inoltre, negli ultimi tre anni, Whirlpool ha avviato nel mondo Manufacturing EMEA (Europa, Middle East, Africa), un grandissimo piano di change management, con l’implementazione della Lean Production. Questo ambizioso progetto vede noi HR fortemente impegnati nella gestione di un vero e proprio cambiamento culturale e organizzativo con tutto quello che ciò comporta in termini di ridefinizione delle job e delle responsabilità, del reclutamento e della selezione, di formazione e comunicazione, di engagement rispetto al cambiamento in corso. Nello stabilimento di Trento, per esempio, si è lavorato tantissimo per creare una cultura di scambio e partecipazione a tutti i livelli, di feedback continuo e di engagement verso il cambiamento. Pensando all’Organigramma, riesci ad interfacciarti con tutte le persone delle business unit? Penso che creare delle sinergie tra le varie funzioni sia fondamentale per poter assumere il ruolo di business partner. L’HR ha la fortuna di vedere l’organizzazione a 360°, quindi da una prospettiva privilegiata. Possiamo giocare il ruolo di facilitatori del cambiamento. Ritengo che questa sia la prossima sfida delle funzione Risorse Umane, ovvero assumere sempre di più il ruolo di agenti del cambiamento. Come gestite i rapporti con l’headquarter in America? Whirlpool è un’azienda globale, leader nel produzione e commercializzazione di elettrodomestici. Siamo circa 70.000 dipendenti nel mondo e siamo suddivisi in Region: Nord America, Sud America, Asia ed EMEA. In riferimento alla strategia, bisogna sempre più agire in maniera ‘glocal’, quindi come azienda globale, ma con azioni mirate a livello locale e alle caratteristiche specifiche del mercato di riferimento. Siamo un’azienda globale, ma con una cultura caratterizzata dagli stessi valori ed i principali processi HR sono validi a livello globale. Direi che siamo tante Region ma un’unica Azienda. Un’altra caratteristica fondamentale di Whirlpool è la valorizzazione della mobilità interna intesa come la capacità di fornire opportunità di carriera cross functional, cross country e cross Region. La possibilità di un’esperienza all’estero ti è mai stata offerta da Whirlpool? Potrebbe esserci in futuro, siamo un’azienda Globale. La flessibilità, la capacità di relazionarsi con persone provenienti da background e culture differenti, conoscere l’organizzazione da più punti di vista sono fattori fondamentali per poter lavorare in Aziende multinazionali. A Comerio ad esempio si parlano più di 15 lingue. Prossimamente, condividerò l’ufficio con una collega francese ed una collega olandese e questo per me è molto stimolante. La Diversity è un elemento fondamentale per ‘vincere nel futuro’. Anche nelle sedi locali, abbiamo lavorato per attrarre ragazzi provenienti da diverse Università italiane, ma anche estere. A Trento, ad esempio, negli ultimi mesi, abbiamo assunto un ragazzo colombiano con una doppia laurea in Ingegneria Gestionale, conseguita in Colombia e al Politecnico di Milano, ed inserito in stage un ingegnere cileno, oltre ad altri ragazzi provenienti da diverse Università in Italia. A questo proposito, come viene formato da voi uno stagista? In Whirlpool lo stage si configura come uno dei canali attraverso cui inserire giovani di potenziale. Allo stagiaire, vengono affidati dei progetti che porta avanti con elevata autonomia. Il prosieguo dell’esperienza dipende da due variabili: in primo luogo dalla performance, dalla proattività, dalla voglia che lo stagiaire mette in gioco, dalla curiosità ad apprendere nuove cose; in secondo luogo dalle opportunità organizzative che possono crearsi a livello EMEA. Abbiamo letto sul sito aziendale di uno specifico percorso di formazione per i giovani: il Fast Track Management Program. Potresti descrivercelo? Abbiamo vari programmi di ‘Talent Acquisition’ per ragazzi di alto potenziale. Uno dei più importanti è appunto il ‘Fast Track’, attraverso cui selezioniamo e successivamente inseriamo i giovani talenti provenienti dalle migliori Università in Europa. Quali sono i canali di reclutamento e selezione utilizzati per questo programma? Il reclutamento per il Fast Track avviene principalmente attraverso il nostro sito e attraverso i siti internet delle Università. C’è una fase di pre-screaning da parte di una società esterna, successivamente si avvia l’iter di selezione, che comprende anche un assessment di gruppo e alcune interviste individuali. I ragazzi ritenuti idonei vengono inseriti in azienda con un contratto di lavoro e nei primi 30 mesi affrontano tre assignments, in tre diverse funzioni e in almeno due diversi paesi, prima di intraprendere una carriera manageriale. Quali sono le caratteristiche che ricercate maggiormente e che riteniate debba avere un talento? Il mercato del lavoro è sempre più competitivo e globale, pertanto la conoscenza della lingua inglese è fondamentale. Inoltre, ci si misura con l’Europa anche in termini di formazione, pertanto l’aver studiato o aver affrontato dei periodi di stage/lavoro all’estero, sono fattori che costituiscono un plus. Ciò che è fondamentale è la cosiddetta ‘learning agility’, intesa sinteticamente come la capacità di adattarsi in contesti che evolvono rapidamente assicurando un buon livello di performance, la volontà di conoscere cose nuove, la predisposizione a lavorare in team ingaggiando i colleghi, la capacità di guidare il cambiamento. Durante il periodo di stage c’è un mentor che trasmette allo stagista i valori aziendali? Come in ogni progetto formativo di stage, c’è un tutor che è responsabile dello stagiaire. Al di là dello stage, in Whirlpool abbiamo un vero e proprio programma di Mentorship per i professional junior e i Mangaer, dove il mentore è solitamente un Manager Senior o Director. Allo stesso modo, anche per i giovani Fast Track, è previsto un mentore. Questa impostazione si riflette positivamente anche sul networking, di vitale importanza all’interno di organizzazioni complesse. Credo che sia fondamentale quando si arriva in una nuova organizzazione, individuare i key player. Più semplicemente, chi fa cosa e chi sono le persone chiave che possono facilitare l’inserimento e lo sviluppo di progetti di cui siamo accountable. Spostandoci sulla parte economica, come avete affrontato la crisi, quali sono le politiche che avete adottato? La crisi non è stata indifferente a Whirlpool, soprattutto in EMEA, ma siamo un’Azienda globale, e ci sono Region come l’Asia e il Latino America che crescono costantemente. In Europa, negli ultimi anni si sono affrontati dei piani di restructuring complessi ma si è sempre cercato di limitare l’impatto sociale lavorando a piani di reindustrializzazione e raggiungendo accordi con il sindacato che assicurassero un trattamento più equo possibile alle persone. Posso citarvi ad esempio il progetto di ristrutturazione realizzato in Germania, a Neunkirchen, in cui Whirlpool ha gestito la chiusura dello stabilimento produttivo attraverso un piano di reindustrializzazione che ha portato al subentro di un'altra multinazionale nell'immobile, con il ricollocamento di tutta la forza lavoro. Quali leve utilizzate per la retention dei vostri dipendenti? Si punta molto sui piani di sviluppo che partono da sistemi di gestione delle performance piuttosto strutturati, che vengono integrati da un’attenta e costante valutazione del potenziale di ciascun dipendente (young o senior talent). Questo si integra con numerose opportunità di crescita interna insieme ad adeguati processi di rewarding e recognition. Invece, a proposito delle politiche di Work&life balance che cosa ci puoi dire? In Whirlpool un gruppo di colleghi lavora sul sulle politiche di compensation oltre che sul sistema di benefit e welfare. Importante è anche il programma sulla Diversity, che ha come obiettivo il cercare di favorire lo sviluppo di manager donne all’interno dell’organizzazione e si stanno valutando ed implementando iniziative che passano anche attraverso politiche di work-life bilance, oltre a programmi di sviluppo della “leaderSHEp”. Che importanza riservate al personale che ha raggiunto un certo livello di anzianità rispetto ai giovani e alla loro spinta innovativa? Ritengo sia importante trovare un giusto mix tra competenze e potenziale. Per quanto l’azienda punti sui giovani, allo stesso tempo è fondamentale avere una certa solidità di know-how in termini di competenze tecniche. Siamo un’azienda che punta sull’innovazione, sulla ricerca e sviluppo e sul prodotto, mantenendo al centro il consumatore finale. L’esperienza dei nostri dipendenti più senior è fondamentale. Si lavora cercando di valorizzare le persone e di riconoscere il contributo di ciascuno, per questo esistono programmi di sviluppo destinati a diversi target: new graduates, young e top manager ed anche alle professionalità più tecniche. Con quale metafora descriveresti la tua organizzazione? Per riprendere l’espressione utilizzata poco fa, direi che siamo una “star treck” che si sta trasformando in uno ‘shuttle’. Sempre più snelli nel rispondere al mercato e processi sempre più integrati. Inoltre, ci tengo a sottolineare, che l’azienda è in un momento di cambiamento, ma può contare sulla sua storia di oltre 100 anni. Quali consigli ti senti di dare ai giovani come noi che si accingono ad entrare nel mondo del lavoro? Certo, un pizzico di fortuna in ambito lavorativo come nella vita in generale non fa mai male, ma consiglierei di seguire la propria passione! Solo in questo modo si può sviluppare il proprio talento, riuscendo a determinare il proprio percorso con scelte coerenti. La passione, ci permette di essere innovativi, motivati e committed verso i gli obiettivi, riuscendo magari talvolta a lavoro anche a divertirsi.