La città e l`urbanità

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La città e l`urbanità
La città e l’urbanità
“Nam urbs ipsa moenia sunt, civitas autem non saxa, sed
habitatores vocantur.”
Sant’Isidoro di Siviglia, Etymologiae, XV, “De aedificiis et agris”, 2
“La città non è semplicemente un meccanismo fisico e
una costruzione artificiale: essa è un prodotto della
natura, e in particolare della natura umana.”
Robert E. Park, Ernest W. Burgess, Roderick D. McKenzie, La città (1925)
“La città è più simile a un’opera d’arte che a un
semplice prodotto materiale.”
Henri Lefebvre, “La specificità della città” (1970)
Urbanizzazione in Cina, 2005 (photo by Edward Burtynsky)
Urbanizzazione in Cina, 2005 (photo by Edward Burtynsky)
Urbanizzazione in Cina, 2005 (photo by Edward Burtynsky)
“La folla è il velo attraverso il quale la città ben nota
appare al flâneur come fantasmagoria. In questa
fantasmagoria essa è ora paesaggio, ora stanza.”
Walter Benjamin, Parigi capitale del XIX secolo (1939)
NYC, 2008 (photo by Mustafah Abdullaziz)
“Le strade sono il vero luogo dove abita il collettivo. Il
collettivo è un essere eternamente inquieto, eternamente
agitato che – nello spazio tra gli edifici che si fronteggiano
– fa esperienza, apprende, comprende e inventa tanto
quanto gli individui fanno nella privacy delle loro quattro
mura domestiche.”
Walter Benjamin, I Passages di Parigi (1927-1939)
Giambattista Nolli, mappa di Roma (1748)
“La strada diviene un’abitazione per il flâneur; tra le facciate
dei palazzi si sente a casa quanto il cittadino fra le quattro
mura domestiche. Le brillanti e opache insegne
commerciali sono per lui ornamento degno di un muro
quanto lo è un quadro ad olio per un borghese. I muri
sono la scrivania su cui poggia i propri quaderni; le edicole
dei giornali sono la sua libreria e le terrazze dei caffè i
balconi da cui si affaccia dopo il lavoro.”
Walter Benjamin, Parigi capitale del XIX secolo (1939)
“Il pezzo di cancellata dove i lavoratori appendono le loro
giacche diviene un vestibolo e il cancello che mette dalla
fila dei cortili verso l’esterno è il lungo corridoio che
intimorisce il borghese, come l’entrata alle camere della
città. Tra queste, i passages sono la stanza da disegno. Qui
più che altrove la strada si rivela come l’interno
ammobiliato e familiare delle masse.”
Walter Benjamin, I Passages di Parigi (1927-1939)
Passage de l’Opéra, Paris, 1822 (fotografia di fine xix secolo)
Passage des Panoramas, Paris, 1910
Passage de Petersburg, Paris, 1902
Dubai Mall, uno dei più grandi shopping mall del mondo (circa 550.000 m2, 2011)
“La casa, la strada, la città sono punti di applicazione del
lavoro umano; essi devono essere in ordine, altrimenti
contraddicono i principi fondamentali sui quali siamo
orientati [axés]; se sono in disordine, si oppongono a noi, ci
intralciano, così come ci intralciava la natura circostante
che abbiamo combattuto, che combattiamo ogni giorno.”
Le Corbusier, Urbanisme (1924)
il Plan Voisin per Paris, di Le Corbusier (1925 ... mai realizzato!)
“Fra i diversi procedimenti situazionisti, la deriva si
presenta come una tecnica del passaggio veloce
attraverso svariati ambienti ... Una o più persone che si
lasciano andare alla deriva rinunciano, per una durata di
tempo più o meno lunga, alle ragioni di spostarsi e di
agire che sono loro generalmente abituali, concernenti
le relazioni, i lavori e gli svaghi che sono loro propri, per
lasciarsi andare alle sollecitazioni del terreno e degli
incontri che vi corrispondono.”
Guy Ernst Debord, “Teoria della deriva” (1958)
Guy Debord, The Naked City (1957)