mark foley, un cattivo ragazzo

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mark foley, un cattivo ragazzo
MARK FOLEY, UN CATTIVO RAGAZZO
Mercoledì 04 Ottobre 2006 01:06
di Bianca Cerri
La leggenda vuole che Mark Foley sognasse di fare l’uomo politico già dalla più tenera
infanzia, quando correva in bicicletta sul piccolo spiazzo antistante il ristorante vegetariano
gestito dai suoi genitori. Nel 1977 inizia a militare nel partito democratico, come è tradizione di
ogni vero gentiluomo di Boston, ma quando i repubblicani gli offrono una candidatura come vice
sindaco fa immediatamente le valige e passa alla concorrenza. Nel 1983 Foley incontra Ronald
Reagan, che intuisce in lui le doti del vero politico, capace al tempo stesso di compiacere i
finanziatori facendo credere agli elettori di avere a cuore solo gli interessi del paese. Il
presidente non si sbaglia: otto anni dopo, Foley viene eletto al Congresso e diventa uno degli
esponenti repubblicani più popolari. Nel 2003, subito dopo aver dichiarato alla stampa di non
avere alcuna intenzione di candidarsi al Senato, si candida per diventare senatore, esattamente
come aveva previsto Reagan, che di mistificazioni politiche ne sapeva qualcosa. Ma stavolta
le cose non vanno bene perché iniziano ad affiorare voci su una presunta omosessualità di
Mark Foley che fanno drizzare i capelli ai finanziatori del partito repubblicano. Viene indetta una
conferenza stampa durante la quale Foley annuncia il suo ritiro dalla mischia elettorale non
prima di aver definito “rivoltanti” le insinuazioni sulla sua vita privata. Ad un cronista
dell’Advocate che gli chiede ulteriori ragguagli, Foley risponde inviperito di pensare ai fatti suoi
e se ne va, portando con sè i tre milioni di dollari raccolti durante la campagna dei quali si sono
perse le tracce.
Negli anni che vanno dal 2003 al 2006, Mark Foley si impegna nella battaglia contro la
pedofilia e riesce ad ottenere la chiusura definitiva di una spiaggia per nudisti frequentata anche
da minori. Diventa presidente onorario della più grande agenzia governativa che si occupa di
bambini scomparsi, sfruttati o vittime di pedofili e vota a favore della legge HR 479, che prevede
pene molto severe per chi commercia o consuma materiale pedo-pornografico. Qualcuno inizia
però ad insinuare che Foley sia un po’ troppo affezionato al whisky. Rodney Alexander, suo
collega di partito, afferma inoltre di essere in possesso di prove sicure che attesterebbero non
solo l’omosessualità di Foley, ma anche ripetuti incontri sessuali con minori. Si tratta di
messaggi inviati nel 2001 ad un ragazzo di sedici anni con il nickname Maf54, nei quali
confessa di sentirsi molto attratto da lui. Chiaramente tutti gli uomini del partito repubblicano
erano a conoscenza dell’esistenza di questi messaggi. Ma la storia esce fuori solo nel momento
in cui i sondaggi dicono che solo il 25% degli americani approva le politiche dei repubblicani.
I nuovi messaggi di Foley a un minore saltano fuori in piena battaglia elettorale e lasciano
poco all’immaginazione. La destra religiosa s’infuria e chiede le dimissioni immediate del
rappresentante repubblicano. Nelle reazioni sdegnate i colleghi di partito calcano con
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particolare enfasi sul contenuto “sessualmente esplicito”, sul “minore” oltretutto “maschio”
irretito da Foley Nell’annunciare un servizio con la riproduzione dei messaggi inviati dall’uomo
politico all’amichetto sedicenne, la rete ABC ha avvertito i telespettatori che si trattava di
materiale “consigliato ai soli spettatori adulti”. Travolto da un’ondata di sdegno collettivo, il 29
settembre Foley ha rassegnato le proprie dimissioni mettendo così fine alla sua carriera. L’uso
piuttosto imprudente della rete ha suscitato l’ilarità dei colleghi di partito dai quali non è arrivata
neppure una parola di solidarietà. Ma un dubbio resta: perché una classe politica che è riuscita
a far passare sotto silenzio non uno, ma ben 420 scandali sessuali tra storie extra-maritali,
corruzione di minori di entrambi i sessi, notti brave con spogliarelliste e segretarie affettuose,
per non parlare delle gaffes, delle ubriacature storiche, delle appropriazioni indebite, colpevole
di atrocità inenarrabili contro l’umanità, ha voluto a tutti i costi la testa di Mark Foley?
Sarà un caso ma lo scandalo è esploso ad una settimana esatta dalla conclusione della
Conferenza “Elettori per i Valori”, organizzata e sponsorizzata dalla destra religiosa, durante la
quale il vescovo Boone ha lanciato anatemi contro i sodomiti colpevoli di “aver stuprato il
movimento per i diritti civili”. I quattro giorni del mega-evento sono serviti anche ai repubblicani
per pubblicizzare le loro virtù, quali che esse siano, e la loro capacità di proiettarsi al di là dei
mandati presidenziali. Alla destra di George Bush c’era l’attuale pupillo Tony Snow,
applauditissimo durante il passaggio sull’America che ha reinventato il mondo. Gran finale con
due telepredicatori, il cui arrivo sul palco è stato preceduto dalla colonna sonora del film
“Rocky”.
Nell’attuale scenario politico americano, capita molto spesso che enfasi patriottica e ilarità
involontaria si alternino. Alla luce di quanto è accaduto, le ipocrite omelie di Foley sui doveri dei
politici verso bambini e adolescenti sembrano quasi una gag. Ma ancora più ridicola è la
posizione dei repubblicani che nonostante gli innumerevoli scandali si definiscono ancora
“partito dei valori” e già preannunciano il successo elettorale. Del resto, sono le stesse cose che
diceva il leggendario governatore della Louisiana Edwin Edwars, che faceva parte della
famiglia, uomo dei mille scandali che, grondando corruzione, continuò a definirsi “un buon
cattolico”; non solo durante tutto l’arco della sua carriera, ma anche quando, nel 2001, venne
condannato a 10 anni di carcere una storia di tangenti.
A tutti quelli che gli chiedevano se temeva che la sua carriera e la sua immagine ne avrebbero
risentito, Edwards rispondeva che in America solo due cose possono mettere a repentaglio la
carriera di un repubblicano. Farsi sorprendere a letto con una donna morta. O con un uomo
vivo. Chapeau.
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