rivoluzione francese

Transcript

rivoluzione francese
RIVOLUZIONE FRANCESE
Luglio 1789. Esasperato dalla miseria e dalla mancanza di cibo, il popolo di Parigi insorge. È
l’inizio della Rivoluzione francese, che porterà alla fine della Monarchia. La società francese
del XVIII secolo è divisa in 3 classi sociali dette Stati: il clero, la nobiltà e il Terzo Stato,
composto da borghesi e contadini. Il Paese è retto da
una monarchia assoluta. Nobili e clero sono esentati dal
pagare le tasse. Tutto il peso dell’erario grava sulle
spalle del Terzo Stato.
Commercianti e professionisti, che compongono la
borghesia, sono sul piede di guerra: esclusi dalla politica,
esigono più libertà e meno tasse. I contadini, infine,
sono schiacciati dagli aumenti dei prezzi e dall’indigenza.
Nel 1789 la Francia è ormai alla bancarotta. Invece che
essere investito nell’economia del Paese, il denaro dello
Stato viene utilizzato per finanziare i lussi della corte di
Versailles. Migliaia di francesi muoiono di fame. Re Luigi XVI non è in grado di trovare una
soluzione. È inesperto ed è isolato dai complotti dei nobili che vedono nella crisi l’occasione
per conquistare maggiore potere.
Il 5 maggio 1789 il re decide dunque di riunire gli Stati Generali, la riunione dei delegati dei 3
Stati, per trovare una soluzione. Per le decisioni ogni Stato ha a disposizione 1 voto.
Nonostante il Terzo Stato rappresenti il 98% della popolazione francese, è sempre in
minoranza perché nobiltà e clero fanno fronte comune. Il 17 giugno i rappresentanti del
Terzo Stato abbandonano gli Stati Generali. Si raccolgono in un’assemblea a parte, che
chiamano Assemblea Nazionale. Giurano solennemente di restare compatti per rovesciare la
Monarchia e creare una Costituzione repubblicana. Il re ordina di sciogliere l’Assemblea. A
Parigi scoppia una rivolta che si allarga a tutta la Francia. Il 14 luglio 1789 il popolo assalta e
conquista la prigione della Bastiglia, simbolo della Monarchia. Luigi XVI è impotente, i
rivoluzionari conquistano il potere. Tra i rivoluzionari ci sono 2 correnti: i moderati, disposti
ad accordi con il re, e i radicali, intenzionati ad abbattere la monarchia. Quest’ultimi, detti
Giacobini, sono guidati da Maximilien de Robespierre, avvocato di famiglia borghese.
Nel 1792 i Giacobini conquistano la maggioranza dell’Assemblea, destituiscono il re e
proclamano la Repubblica. Il 21 gennaio 1793 Luigi XVI viene ghigliottinato. I rivoluzionari
concedono ai francesi molte libertà e diritti, ma non riescono a risolvere la crisi economica
in cui il Paese versa. Le riforme economiche che via via vengono introdotte o accontentano il
popolo o accontentano la borghesia. Il malcontento sfocia in nuove rivolte e per reazione, il
governo di Robespierre diventa dittatoriale: chiunque si opponga viene giustiziato. È il
Terrore. Nel luglio 1794 Robespierre perde la maggioranza in Assemblea e viene condannato
a morte. S’instaura un parlamento moderato che però non riesce a dare stabilità al Paese. Il
9 novembre 1799 l’ufficiale Napoleone Bonaparte non ha difficoltà a prendere il potere con
un colpo di Stato. I rivoluzionari sono costretti a ritirarsi. Inizia l’era napoleonica.
2014 [email protected]