di B.B.
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RIFLESSIONI DEL DOPO RIMINI di B. B. L’Anafi è forse paragonabile ad un grande riproduttore al quale le circostanze limitano il numero di vacche da fecondare. E così è passato anche questo convegno Anafi del quale «Bianco Nero» ha riportato le fasi più salienti. Trovandoci in clima di amarcord mi è sembrato doveroso fare alcune considerazioni e impressioni ricavate dalla mia partecipazione. Certo i tempi sono cambiati. I partecipanti del passato assicuravano la presenza di un maggior numero di giovani che questa volta non abbiamo visto. Non vorrei che il popolo dei frisonisti fosse destinato ad un precoce invecchiamento. Preferisco pensare che i frisonisti di oggi abbiano un carnet di problemi da affrontare ben diverso da quello del passato. E forse che questi diversi problemi non siano affrontabili in sede di Convegno. Comunque, assistere da spettatore ad un convegno Anafi ed avere miei trascorsi in realtà motiva strane impressioni. Non si può fare ammeno di passare l’organizzazione allevatoriale al setaccio per vedere cosa è cambiato rispetto al passato. Ed è questo che ho voluto fare durante il Convegno per ricavarne che nel corso del tempo l’Anafi è diventata un meccanismo simile a quello di un orologio svizzero. Non perde un solo colpo. Ad esempio il 90% delle ditte normalmente si serve di supporto esterno per organizzare i convegni. L’Anafi no, …fa tutto da sola e non si creda che i tasselli da mettere al posto giusto per una manifestazione di questo tipo siano pochi. In aggiunta l’Anafi esprime dal proprio personale il 90% dei relatori. Fatto insolito. Ma a questo punto resta doveroso fare un’altra considerazione di non lieve importanza. L’Anafi ha da un lato un vertice molto appuntito fatto da Presidente e Direttore Generale dotati uno di lunga e provata capacità di stampo imprenditoriale e l’altro di inequivocabili capacità amministrative e direttive. La base di questa piramide è fatta ormai da numerosi dirigenti che sono nella Organizzazione da una vita. Si tratta perlopiù di persone che hanno ormai assorbito quell’indirizzo e quel modo di operare e di pensare che viene dal vertice. Questo fa sì che tutto funzioni nel migliore dei modi e senza bisogno di eccessiva supervisione. A Rimini in effetti pur avendo tutto il tempo che volevo mi sono divertito a cercare difetti in questo orologio. Ma non ne ho trovati. È anche vero purtroppo che se da un lato l’Anafi ha una grande efficienza, dall’altro ha uno staff composto in larga misura da personale che si trova nella fase calante della curva di permanenza. Forse, proprio per questo mi sono soffermato a pensare che la base degli allevatori e le stesse Apa, proprio ora dovrebbero e potrebbero essere diversamente e più intensamente propositive nei confronti della loro Organizzazione. Certo non dovrebbero essere un freno a quella efficienza che l’Anafi è capace di esprimere. Quali e quanti sono al giorno d’oggi i problemi che affliggono un allevatore di un certo livello? Forse proprio la natura ed il numero di questi problemi lo distraggono dal potenziale di efficienza dell’Organizzazione. O forse l’Anafi stessa si trova costretta a limitare il proprio campo di azione? Bisogna non dimenticare che i maggiori traguardi raggiunti dall’Anafi sono in realtà il frutto di puntate che l’organizzazione ha fatto fuori dal «Seminato» divenendo da una organizzazione di tipo casereccio, una vera e propria impresa. La creazione di un ufficio Studi tradizionale, il Centro Genetico, l’avvio di un lavoro di vero e proprio engineering con l’attivazione e conduzione in proprio di progetti di cooperazione internazionale. Sono realtà! Non si tratta certo di questioni di routine portate avanti con successo non certo a discapito dell’attività di selezione della razza per la quale l’Anafi ha il mandato del Ministero. Ma questo mandato parla di selezione e promozione della razza. Sono due termini con un significato vastissimo. Soltanto noi, gli allevatori, le Apa o non so chi ancora può porre un limite all’ampiezza del significato dei termini «selezione e promozione». Poiché l’Anafi è capace di esprimere tutta questa efficienza, se è vero come è vero che la base è afflitta da problemi nuovi rispetto al passato, forse proprio in occasione come quella di Rimini dovrebbe portarli in discussione. Ma ciò non avviene. A Rimini proprio questo ho notato. Uno scorcio della Sala Congressi all’ultimo convegno Anafi di Rimini 8 BIANCO NERO 6/98 K Y C M - p. 8