Josh Hennessy già a suo agio: «Qui si gioca il “mio” hockey»
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Josh Hennessy già a suo agio: «Qui si gioca il “mio” hockey»
Utente e-GdP: swissinfo - Data e ora della consultazione: 26 agosto 2010 13:27 GIORNALEdelPOPOLO MARTEDÌ 24 AGOSTO 2010 DISCO SU GHIACCIO SPORT 19 + Incontro con i due americani esordienti nell’HC Lugano Josh Hennessy già a suo agio: «Qui si gioca il “mio” hockey» L’attaccante “cresciuto” nel Québec promette di divertirsi e divertire, mentre il primo obiettivo del difensore è di riprendersi dall’infiammazione a un ginocchio. Intanto il canadese Colby Genoway è in attesa delle scelte di Bozon, ma è praticamente certo che resterà almeno fino a metà ottobre. la scheda Centro left, JOSH HENNESSY (183 cm per 90 chili) è nato il 7 febbraio 1985 nel Massachussets, ma appena 16enne ha lasciato gli USA per la lega juniori canadese (QMHL), diventando uno dei top-scorer e per tre anni capitano dei Québec Remparts. Seconda scelta di San José nel 2003, in NHL ha giocato solo 20 partite con Ottawa (1 gol), disputando per contro in AHL cinque campionati (276 punti in 369 partite) e l’All-Star Game 2007. servizio di PIERGIORGIO GIAMBONINI Hockey Club Lugano e stranieri, si volta pagina. È rimasto Nummelin (passando comunque dal forse troppo poco “aggressivo” approccio cercato dallo SKA San Pietroburgo di Zanatta...), ma tutti gli altri han dovuto andarsene proprio per “scelta tecnica”. Via Robitaille, via Akerman (entrambi in barba a un contratto ancora in corso, con un onere finanziario nel caso del canadese stimabile in qualcosa come 7-800 mila franchi...), via anche Hamilton. Al loro posto alla Resega Bozon e Habisreutinger hanno voluto e vogliono portare stranieri che siano in primo luogo uomini-squadra e lottatori, gente insomma con gli attributi e con una personalità – dentro e fuori dal ghiaccio – che vada ben oltre le statistiche e le voglie di giornata. A costo di assumere dei “poco conosciuti”, com’è appunto il caso dei tre nuovi arrivati: i due americani Ben Clymer e Josh Hennessy ingaggiati con contratto d’una sola stagione, e il canadese Colby Genoway attualmente in prova. In attesa che lo staff tecnico bianconero prenda una decisione sul conto di quest’ultimo (probabilissimo comunque che rimanga almeno fino al 15 ottobre, perché sta facendo bene e perché Clymer non è certo di esser pronto per il via stagionale), andiamo dunque a conoscere i due statunitensi sbarcati in queste settimane alla corte di Bozon. Josh Hennessy, dall’HCL sei stato annunciato come «un centro dotato di eccellente pattinaggio, accelerazione e velocità, spirito competitivo e spiccata etica del lavoro». Ti riconosci in questa “scheda”? Penso di sì, anche se è sempre meglio lasciare che siano gli altri a giudicarti... Sono, comunque, un giocatore che ama mettersi al servizio della squadra, lavorare duro e assumersi delle responsabilità. È vero anche che il pattinaggio è uno dei miei punti forti. Insomma posso definirmi un centro offensivo che non si dimentica però mai del lavoro difensivo. Dalle tue statistiche balza all’occhio l’equilibrio (oltretutto su livelli medioalti) tra reti segnate e assist forniti, e questa può ben essere letta come la conferma delle tue caratteristiche di uomosquadra. Non sono uno che vive di statistiche, perché alla fine di una partita o di una stagione a contare è solo la classifica della squadra, comunque è vero che mi piace sia segnare che far segnare gli altri, e che entrambe le cose finora mi sono riuscite piuttosto bene. Le cifre, insomma, in questo senso sono la testimonianza del lavoro svolto a livello sia personale che collettivo. La tua “maturazione” in età juniori hai deciso di farla, un po’ controcorrente, nel Canada francofono, e a Québec City hai pure trovato moglie. Per essere americano, sei insomma molto canadese... A 16 anni ho fatto una scelta di vita e di... carriera: sapevo che il livello più alto di gioco a quell’età me lo poteva garantire la QMJHL, e ci ho provato. Oggi posso dire che è stata una scommessa vinta. A Québec, in una città che vive totalmente di hockey, sono diventato il primo americano capitano dei Remparts, e forse in assoluto della lega juniori canadese. Lì ho vissuto quattro anni splendidi, lì mi sono preparato all’hockey professionistico e lì ho conosciuto mia moglie Emily. Di meglio non avrei insomma potuto chiedere! Seconda scelta di San José nel 2003, in NHL finora hai fatto solo qualche comparsata con Ottawa: eppure, a 25 anni, questo più che un sogno immaginiamo rimanga un obiettivo, da inseguire ripartendo dall’Europa. Beh, quello è e rimane per tutta la carriera un obiettivo... naturale per ogni nordamericano. Non ho certo dimenticato la NHL, ma ora sono qui per dare il 100% al servizio del Lugano. Un’ottima stagione in Svizzera potrebbe del resto aprirmi nuove prospettive oltre oceano, e non sarei il primo a riuscirci. Ma in questo preciso momento la NHL non è più una priorità. Sono convintissimo della scelta di Lugano, e ben informato sul ruolo particolare e delle responsabilità che qui hanno gli stranieri, ma questo non mi spaventa affatto, anzi! Chi e cosa conoscevi dell’HCL? E il fatto che ti sia stata concessa una clausola d’uscita per la NHL fino al 10 luglio ha facilitato la tua scelta? Non conoscevo proprio nessuno, ma quando sono stato contattato ho subito fatto qualche ricerca in internet e ne ho parlato con qualche giocatore che conosce il campionato svizzero, tipo Murley, che con l’HCL ha disputato qualche partita lo scorso inverno. Tutte le referenze sul conto della squadra, del club e della città, come pure sulla qualità sia del campionato sia di vita, sono state positive e allora mi sono... buttato. Il Lugano, poi, mi è venuto incontro accettando di aspettare fino al 10 luglio e un eventuale contratto “one way” in NHL. Che non è comunque arrivato, per la gioia – per la prima volta – di mia moglie, che pure si era... preparata sbirciando in internet. Emily ha poi voluto seguire subito, con le nostre bimbe di 2 anni e di 3 mesi, e anche lei è felicissima di questa scelta. Per loro, del resto, avevo scartato l’ipotesi della Russia. Sei a Lugano ormai da quasi un mese e alle spalle avete già diverse partite di preparazione: qual è il tuo primo bilancio? Finora abbiamo affrontato solo tre squadre di LNA (Davos, Langnau e Rapperswil, ndr) e per me è quindi difficile stabilire dove siamo esattamente a livello di competitività, ma posso dire che abbiamo una bella squadra e un bel gruppo. So che le ultime stagioni a Lugano non sono state facili e che per questo dovremo fare i conti con una certa pressione, ma siamo pronti a dare sempre il massimo. Per quanto mi riguarda, penso di poter dire che qui si gioca un hockey “perfetto” per il mio stile e le mie caratteristiche sia tecniche che di pattinaggio. Sì, sono convinto che con il Lugano potrò davvero far bene... club lega 2005-06 Cleveland AHL 2006-07 Binghamton AHL Ottawa NHL 2007-08 Binghamton AHL Ottawa NHL 2008-09 Binghamton AHL Ottawa NHL 2009-10 Binghamton AHL Ottawa NHL pg 80 76 10 76 5 59 1 78 4 P 63 57 1 51 0 37 0 68 0 R 24 27 1 22 0 20 0 30 0 A 39 30 0 29 0 17 0 38 0 Josh Hennessy e Ben Clymer “posano” accanto a un vecchio stemma dell’HC Lugano. (fotogonnella) Ben Clymer, dalla Stanley Cup alle nuove sfide in Europa Fa un po’ strano, ed è persino scorretto inserire Ben Clymer nella “categoria” dei poco conosciuti di cui si diceva sopra. Il nuovo difensore americano del Lugano alla Resega approda in effetti con un curriculum di tutto rispetto, perché fino a tre anni fa la sua è stata una carriera praticamente tutta di NHL, passando addirittura da una Stanley Cup vinta nel 2004. Di lui qualcuno forse ricorda anche la stagione del lockout giocata col Bienne in serie B, ma in fondo poco importa: fama e ricordi a parte, Bozon lo ha scelto perché convinto che abbia il profilo del leader. A Lugano sei arrivato una decina di giorni dopo gli altri a causa di un’infiammazione muscolare a un ginocchio, e ancora non puoi allenarti con i nuovi compagni. Com’è la situazione al momento? Né bella né brutta, nel senso che sto migliorando, ma che sul ghiaccio posso andare solo per pattinare un po’ da solo, e per il resto lavoro solo in palestra. La cosa peggiore, quando sei infortunato, è dover guardare gli altri allenarsi e giocare, e allora non ti resta che avere tantissima pazienza e concentrarti sulla terapia. Il mio problema al ginocchio l’ho ereditato dalla scorsa stagione, e il Lugano ne era stato subito informato. Speravamo che la pausa agonistica potesse bastare e invece, pur non trattandosi di nulla di grave, a questo punto posso solo sperare di essere pronto per l’inizio del campionato, il 10 settembre, senza nessuna garanzia di farcela. Del resto, filosofeggiando un po’, meglio Alle prese con una infiammazione a un ginocchio, Ben Clymer per ora può solo pattinare per conto suo: spera comunque di essere pronto per il via stagionale il 10 settembre. (foto Crinari) essere fermo adesso che durante la stagione... Sei campionati da titolare in NHL e una Stanley Cup vinta significano una carriera nordamericana di tutto rispetto: finita però prima del previsto? Devo ammettere che negli ultimi tre anni di NHL ho accusato qualche infortunio, e questo alla lunga mi è costato la possibilità di ottenere nuovi contratti “one way”. A quel punto ho cominciato a pensare al mio futuro e quando ho dovuto scegliere tra la AHL e l’Europa, non ho avuto dubbi. Questa è la tua terza stagione consecutiva in Europa, e di nuovo riparti in una nuova realtà, dopo la KHL a Minsk e la Germania a Ingolstadt. Quella in Bielorussia e nella KHL, nonostante la presenza di mia moglie, è stata un’esperienza difficile. L’hockey è l’ultimo dei problemi, e difatti posso dire di essermela cavata piuttosto bene, meritandomi pure il posto nell’All-Star Game, ma per il resto per uno straniero inserirsi non è per niente evidente. Tutt’altra storia, ovviamente, in Germania, tanto più che a Ingolstadt ho trovato altri tre giocatori del Minnesota, e in totale una dozzina di nordamericani. E poi parlavo anche un po’ di tedesco, che avevo studiato per tre anni alle scuole superiori. Pure a livello di risultati le cose sono andate oltre le aspettative del club, visto che siamo arrivati fino in semifinale. Quella tedesca confesso però che era stata una scelta di ripiego: fino a metà ottobre avevo aspettato di trovare un ingaggio in Svizzera, poi però mi ero detto che non potevo correre il rischio di perdere altro tempo. Era più importante riprendere a giocare... Perché, dunque, la Svizzera e il Lugano? Perché durante il lockout avevo giocato metà stagione nel Bienne in serie B, e nel vostro paese mi ero trovato molto bene. Conosco il livello del vostro hockey d’élite e già allora mi ero posto l’obiettivo di tornare in Svizzera una volta chiuso il capitolo con la NHL. Chi e cosa conoscevi invece dell’HCL? A parte tutto quello che mi è stato detto in bene sul club e sulla città, a livello personale conoscevo Brady Murray tramite amici comuni nel Minnesota, e Timo Helbling, che aveva partecipato ai “camp” prestagionali sia con Tampa Bay che con Washington. E poi Habisreutinger, che ai tempi del Bienne era il mio agente per l’Europa... È stato insomma soprattutto con Roland che ho parlato prima di trasferirmi a Lugano con mia moglie e mio figlio Brendan di 5 mesi. Il Lugano annunciando il tuo ingaggio ha parlato di difensore completo con personalità di leader, aggiungendo che all’occorrenza puoi giocare anche come ala. Quanto spesso ti è capitato questo poco abituale “arrocco”? La mia carriera professionistica l’ho iniziata come difensore, poi per sei anni ho però giocato prevalentemente come ala. Nelle due stagioni a Washington e in quella in AHL sono poi stato alternato a periodi in entrambi i ruoli, e di fatto sono tornato ad essere difensore... a tempo pieno solo in Europa, a Minsk e poi a Ingolstadt. È vero, se necessario potrei tornare davanti, ma credo che a questo punto dovrei concedere un bel po’ di tempo alla mia testa perché riprenda a ragionare da attaccante... la scheda Difensore right (e all’occorrenza ala), BENJAMIN “BEN” ANDREW CLYMER è nato l’11 aprile 1978 nel Minnesota. Un metro e 83 per novanta chili, nel 1997 è stato seconda scelta di Boston e tra il 1999 e il 2007 ha giocato sette stagioni (le ultime cinque complete) in NHL, per un totale in carriera di 454 partite, 52 reti e 79 assist con la maglia di Tampa Bay e Washington. Nel 2004 ha vinto la Stanley Cup con i Lightning. Nella stagione del lockout ha giocato con il Bienne in LNB, mentre gli ultimi tre campionati li ha disputati in AHL, nella KHL “sovietica” (All-Star Game compreso) e in Germania (semifinali dei playoff e media di quasi un punto a partita). Al suo attivo con la nazionale americana pure i Mondiali nel 2000, quelli U19 nel 1997 e U18 nel 1996. 1999-2000 2000-01 2001-02 2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10 club Tampa Bay Detroit V. Tampa Bay Detroit V. Tampa Bay Tampa Bay Tampa Bay Bienne Washington Washington Hershey D. Minsk Ingolstadt lega NHL AHL NHL AHL NHL NHL NHL LNB NHL NHL AHL KHL DEL pg 60 19 23 55 81 76 71 30 77 66 50 49 47 P 8 10 6 13 34 20 10 41 33 20 27 17 37 R 2 1 5 5 14 6 2 17 16 7 11 3 10 A 6 9 1 8 20 14 8 24 17 13 16 14 27