Cappiello e la caricatura

Transcript

Cappiello e la caricatura
Cappiello e la caricatura
La fortuna dell’Album illustrato tra Belle Epoque e mode japonistes
mostra promossa da
Comune di Collesalvetti
a cura di
Francesca Cagianelli
in occasione di
Fiera Paesana di Collesalvetti
PINACOTECA COMUNALE CARLO
SERVOLINI
via Umberto I, n. 63 – Collesalvetti
inaugurazione martedì 6 settembre 2016, ore 15.00
fino al 13 ottobre 2016
orari: tutti i giovedì, 15.30-18.30
martedì 6 settembre: apertura straordinaria fino alle 20.00
ingresso libero
per informazioni
Claudia Giannini: 0586/980227 - [email protected];
Caterina Arcella: 0586/980255 - [email protected];
mail pinacoteca: [email protected]
sito comune: www.comune.collesalvetti.li.it
Si inaugura martedì 6 settembre 2016 alle ore 15.00, presso la Pinacoteca Comunale Carlo Servolini
di Collesalvetti, la mostra “Cappiello e la caricatura. La fortuna Si inaugura martedì 6 settembre
2016 alle ore 15.00, presso la Pinacoteca Comunale Carlo Servolini di Collesalvetti, la mostra
“Cappiello e la caricatura. La fortuna dell’Album illustrato tra Belle Epoque e mode japonistes”,
promossa dal Comune di Collesalvetti, in occasione della Fiera Paesana di Collesalvetti (fino al 13
ottobre 2016, tutti i giovedì, ore 15.30-18.30).
La mostra, curata da Francesca Cagianelli, conservatrice della Pinacoteca, intende proseguire la
missione museale inerente la stagione culturale e artistica dei due Servolini.
Menzionato infatti da Carlo Servolini, per bocca di Giovanni Fattori, nella sua Commedia
Labronica delle Belle Arti, come uno dei tre “emigranti”, insieme con Ermenegildo Bois e Alfredo
Müller, Leonetto Cappiello è tra gli “Italiani di Parigi” colui che più di tutti eccelle in quella
rivitalizzazione dell’arte giapponese, celebrata da Luigi Servolini nei suoi numerosi trattati dedicati
alle tecniche incisorie.
Fu Albert Flament, critico, giornalista e romanziere francese, a commentare dalle pagine de “La
Presse” del 15 giugno 1899 la pubblicazione di Nos actrices, il primo album teatrale di Cappiello,
edito dalla “Revue Blanche”, con la prefazione di Marcel Prévost: “Un artista, un Italiano di cui il
successo da alcuni giorni è considerevole a Parigi – Leonetto Cappiello – ha pubblicato una serie di
disegni sulle nostre attrici che costituisce una di quelle opere allo stesso tempo meravigliose e
incomprensibili, piene di talento, di esagerazione, di difetti e di qualità, che fanno del loro autore da
un po’ di tempo un uomo di valore a Parigi, sebbene passerebbe a Orléans o a Rouen per un
disegnatore infantile, un caricaturista senza grande importanza. E’ facile da spiegarsi perché questo
album di Cappiello ottiene un tale successo di divertimento; i personaggi rappresentati si muovono
correntemente di fronte a noi; noi conosciamo i loro tic, i loro gesti; un’illusione speciale fa sì che
noi non possiamo evocarli senza questo tic o questo gesto, è quella che giustamente rende Cappiello
in modo straordinario”.
Cappiello riuscirà a rendere indimenticabile il sorriso delle dive del cafè-chantant, diversamente dai
suoi più famosi predecessori francesi, dediti, come nel caso di Léandre, all’esagerazione e
addirittura alla deformazione dei tratti dominanti.
Non vi è dubbio: Cappiello inverte il corso della caricatura francese.
In sintesi il livornese ha il merito di procedere per esclusione, fino a ottenere “l’istantanea
dell’espressione”.
Ecco che dive quali Granier, Rejane, Sarah Bernhardt, Mariette Sully, Lara, Brandès, Lucienne
Bréval, Yahne, Mégard, Lender, Lavallière, Marie-Avoine, e altre ancora, sfilano davanti al lettore
bramoso degli Album illustrati, non fissate in posa per la posterità, ma afferrate senza essere
avvertite, e nella loro effettiva attitudine, attrici, infine, in un ruolo dove, malgrado la preparazione,
si rivela il loro vero spirito.
D’altra parte, proprio nel 1899, data dell’Album Nos actrices, si colloca il primo manifesto
cappiellesco, Frou-Frou, interpretazione in chiave umoristica dell’icona lautrechiana della ballerina
del cafè-chantant, all’origine di tutta una letteratura critica volta all’inquadramento del livornese nel
solco del rinnovamento grafico francese, costantemente venato di umori japonistes.
Anche l’irriducibile giornalista frondista, Caroline Rémy, in arte Séverine, bollerà le caricature di
Marthe Brandès, Gabrielle Réjane, Marthe Mellot, Sarah Bernhardt, tratteggiate in Nos actrices,
definendole capolavori tessuti di un esotismo ieratico.
Non diversamente accade per l’album 70 dessins de Cappiello, una raccolta di caricature precedenti,
pubblicata nel 1905 a cura dell’editore H. Floury, di cui la critica esalterà la suggestione primitiva
scaturita dall’inconfondibile cifra japoniste.
Tra i primi a pronunciarsi sull’album 70 dessins de Cappiello è Ugo Ojetti, determinato a celebrare
la rivoluzione cappiellesca in sede di caricatura, laddove le sue maschere teatrali risultano quasi un
omaggio alla cifra di un Hokusai.
Spinge infine sul coté della modernità Gustave Kahn, uno dei più lucidi interpreti della fortuna
dell’album 70 dessins nella Parigi del XX secolo, fortuna da lui stesso inquadrata nel panorama
relativo alla moda dell’editoria illustrata, veicolo di sensazioni rapide, di ricordi di immagini, di
serate ammantate di luci, di cerimonie brillanti.
Una fascinazione continua, quella proposta dagli album cappielleschi, la cui grazia leggera oscilla
tra le seducenti nuances nipponiche.