Cuore a rischio per chi è sopravvissuto da giovane a un tumore
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Cuore a rischio per chi è sopravvissuto da giovane a un tumore
Sportello cancro - STUDIO Cuore a rischio per chi è sopravvissuto da giovane a un tumore Chemio e radioterapia potrebbero avere effetti collaterali sul lungo periodo. Non c’è da allarmarsi però, basta seguire i controlli di routine MILANO - Chi è sopravvissuto al cancro da bambino o durante l’adolescenza potrebbe avere problemi cardiocircolatori una volta raggiunta l’età adulta. Chemio e radioterapia utilizzate per trattare i tumori sembrerebbero infatti aumentare fortemente il futuro rischio di sviluppare malattie al cuore. Lo sostengono i ricercatori della Emory University di Atlanta (Stati Uniti), autori di uno studio pubblicato sulla rivista Cancer Epidemiology, Biomarkers and Prevention Secondo i dati contenuti nei registri dell’Associazione italiana ematologia e oncologia pediatrica (Aieop) oggi in Italia vivono circa 13mila persone (in media 20enni ma si arriva fino ai 54 anni) guarite da una neoplasia infantile. SOLO UN RISCHIO, NON UNA CONDANNA - Che le terapie anticancro possano avere degli effetti collaterali anche sul lungo periodo è una probabilità nota da tempo su cui la comunità scientifica internazionale sta indagando a fondo. «Quello che è certo, però, è che le cure sono oggi molto meno tossiche rispetto ad alcuni anni fa e che grazie ai progressi terapeutici oltre il 75 per cento dei bambini che si ammalano (più del 90 per cento per le leucemie) può ottenere la guarigione completa» sottolinea Riccardo Haupt, responsabile del Servizio di epidemiologia al Gaslini di Genova e coordinatore del Registro dei «fuori terapia» Aieop. In base alle stime disponibili, un secondo tumore si verifica nel 3-5 per cento dei casi e l’incidenza sembra aumentare nel tempo, anche dopo molti anni dalla prima diagnosi. «Le cause sono note solo in parte – prosegue Haupt - . In alcuni rari casi come nei pazienti con retinoblastoma, la predisposizione genetica è importante. In altri, invece, entra in gioco il ruolo, da solo o combinato, di radio e chemioterapia. E’ possibile che le differenze siano dovute a differenze nel patrimonio genetico di ciascuno di noi che ci permettono di riparare più efficacemente il Dna danneggiato dalla radio o chemioterapia. Al momento l’importante è che seguano i controlli previsti, in modo da poter riconoscere tempestivamente eventuali nuove patologie. E che i ragazzi guariti riprendano in mano la loro vita senza sentirsi eternamente malati». ATTENTI COLESTEROLO, DIABETE, PRESSIONE ALTA– I ricercatori Usa hanno estratto dal Childhood Cancer Survivor Study i dati relativi a 8.599 bambini sopravvissuti a un tumore infantile e a 2.936 loro fratelli. «Da alcuni studi precedenti era emerso che gli ex-pazienti pediatrici hanno un pericolo futuro di patologie cardiovascolari dieci volte superiore ai fratelli – dice l’autrice Lillian Meacham -. Lo scopo di questa analisi era scoprire se sono maggiormente esposti anche ai fattori di rischio che predispongono a queste malattie, come obesità, ipertensione, diabete». I risultati hanno messo in evidenza che i superstiti a un cancro infantile hanno il doppio del rischio di soffrire di alta pressione sanguigna, il 60 per cento in più di probabilità di soffrire di colesterolo alto e il 70 per cento di sviluppare il diabete. «Non siamo ancora sicuri del perchè questo si verifichi, ma è probabile che la radioterapia sia la responsabile in questi casi – conclude Mecham -. Ed è evidente che chi ha sofferto di tumore in età giovane comincia a sviluppare problemi cardiaci molto prima rispetto al resto della popolazione, in media a circa 32 anni». CONTROLLI, DIETA E SPORT – Visto l’alto tasso di guarigioni, secondo gli specialisti, è dunque importante che gli ex bimbi malati seguano un follow up mirato alle caratteristiche fisiche, psicologiche e alla storia clinica di ciascuno. Per diagnosticare eventualmente in fase precoce un secondo tumore o altre patologie. Daniela Cardinale, Vicedirettore dell’Unità di Cardiologia all’Istituto europeo di oncologia di Milano, poi suggerisce: «Per tutti i pazienti oncologici, e a maggior ragione per i più giovani con una lunga aspettativa di vita, è importante seguire abitudini alimentari sane e fare regolarmente attività sportiva in modo da non affaticare il cuore, già messo a dura prova da chemio e radioterapia». Inoltre, secondo l’esperta, è possibile misurare specifici markers cardiaci in grado di fare prevenzione sulle patologie cardiocircolatorie più a rischio. Per questo è importante che pediatra, medico di base, oncologi siano tenuti costantemente informati sulle condizioni di salute dei ragazzi che crescono. Anche solo una volta all’anno, la visita di controllo è fondamentale. Vera Martinella 17 marzo 2010