Imperialismo e colonialismo (seconda versione)™

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Imperialismo e colonialismo (seconda versione)™
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L’ETÀ DELL’IMPERIALISMO
L’età dell’imperialismo va dal 1870 al 1914. Questa epoca viene chiamata “dell’imperialismo”
perché, ironicamente, “fu il periodo col maggior numero di Stati che venivano chiamati imperi”
(Germania, Austria, Russia, GB, Cina, Turchia, Giappone, Persia, Brasile, Marocco, Etiopia, …).
Ciononostante erano imperi molto deboli, poiché solo nel 1918 ne rimanevano solo cinque,
nessuno dei quali europeo e attualmente esiste solo l’impero giapponese.
C’erano situazioni di tipo economiche, politiche e sociali, riassunte da diversi storici in
definizioni:
- L’imperialismo è potenza (Franco Caroci, 1989)
- L’imperialismo, stadio supremo del capitalismo (Lenin, 1916)
- I mutamenti cruciali che misero in moto il processo imperialistico ebbero luogo in Africa
(Robinson e Callangher, 1961)
- L’imperialismo è l’insieme dei rapporti che viene a stabilirsi nel mondo tra le potenze e
tra queste e i paesi dipendenti (John Obson, 1902)
Per imperialismo si intende l’insieme di due fenomeni (europeo e extraeuropeo) che
collaborano:
- Colonialismo (l’espressione della potenza nazionale rivolta verso l’esterno)
- Nazionalismo
Questi due elementi convergono per la ricerca della potenza economica e della superiorità
militare e politica di una nazione. Infatti una nazione, per essere imperialista, deve essere
colonialista e nazionalista.
Due nazioni imperialiste extraeuropee erano il Giappone e gli Stati Uniti.
Crescita economica e sviluppo scientifico nel periodo dell’imperialismo
Nei primi periodi dell’imperialismo il campo economico tocca tre settori:
- settore agricolo (lenta crescita e specializzazione)
- settore industriale (crescita rapidissima, miglioramento tecnologico, sistema di fabbrica,
cartelli e trust)
- settore terziario (banche, servizi pubblici, crescita del settore impiegatizio, ossia dei
cosiddetti “colletti bianchi”)
Settore agricolo
Il mondo rurale è piuttosto tradizionalista, si avvicina alle nuove tecnologie coi “piedi di
piombo”. In alcuni paesi si progredisce, ma molto lentamente. Ve ne sono altri in cui
addirittura lo sviluppo non c’è, a causa di un blocco.
Nei paesi dell’Europa occidentale generalmente c’è almeno uno sviluppo (anche se a rilento).
Solo alcuni paesi dell’Europa centrale hanno buoni sviluppi. Altre zone, come l’Europa
meridionale e orientale o addirittura la Russia, presentano un blocco per quel che riguarda lo
sviluppo agricolo.
Laddove la crescita è presente, c’è anche una sorta di specializzazione. Ci si rende conto che
dove c’è un progresso si possono produrre dei beni che rendono di più.
La Svizzera, ad esempio, sviluppa un settore ben preciso, l’allevamento in funzione caseario
(latte e derivati). La sua specializzazione, unita ad un prodotto coloniale (cacao), dà il via alla
produzione e in seguito all’industria del cacao. Anche la Francia si specializzò, nella produzione
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del vino. In Argentina lo sviluppo venne effettuato nell’allevamento specializzato di bovini sia
per la carne che per il cuoio (per fare le scarpe). Il Cile, invece, monopolizza l’industria di rame
e fosfati. Soprattutto il rame fu fondamentale in questi periodi, per i fili elettrici.
Queste specializzazioni hanno pro e contro, perché se da una parte in Francia ci si specializza
nell’uva, ad esempio, la Francia non possiede il concime e questo problema lo si risolve con
l’importazione (in questo caso dall’America latina, che esporta fosfati e guano). Ma oltre alla
mancanza di concime, c’è anche il problema dell’eccesso di manodopera e questo altro
problema lo si risolve con l’emigrazione. I primi ad emigrare furono inglesi, irlandesi,
germanici, scozzesi, ecc., mentre la seconda emigrazione comprese il mondo latino (gli
emigranti si spostavano oltre oceano, in America).
Settore industriale
Le tre rivoluzioni industriali:
EPOCA (~)
ENERGIA
MATERIA PRIMA
PRODOTTO
INDUSTRIALE
COMUNICAZIONE
PRIMA R.I.
1770-1870
Vapore
SECONDA R.I.
1870-1950
Elettricità
Carbone
Ghisa
Petrolio
Acciaio
Telegrafo,
giornali
Cinema, radio,
telefono
TERZA R.I.
1950-…
Nucleare (o energie
alternative)
Silicio
Acciaio, alluminio, leghe
speciali
Televisione, internet
L’imperialismo: dati statistici sulla Germania (1850-1914)
POPOLAZIONE
(mio di abitanti)
URBANIZZAZIONE
(%)
ENERGIA
(forza vapore)
(migliaia di HP)
FERROVIA
(migliaia di binari)
NAVI
(migliaia di tonnellate)
PRODUZIONE CARBONE
(migliaia di tonnellate)
PRODUZIONE DI GHISA
(migliaia di tonnellate)
CONSUMO DI COTONE
(migliaia di tonnellate)
45,2
(1850)
5,5
68
(1914)
28,2
+ 1,5
92
(1850)
5’120
(1880)
+ 55,7
3’639
(1850)
1’150
(1871)
5’100
(1850)
212
(1850)
17,1
(1850)
14’842
(1873)
5’082
(1913)
36’392
(1880)
2’241
(1880)
117,8
(1880)
+ 4,1
+ 5,1
+ 4,4
+ 7,1
+ 10,5
+ 6,9
Viene istituito in seguito un nuovo e migliore sistema di fabbrica per aumentare la produzione.
Questa nuova socializzazione del lavoro viene anche chiamata organizzazione scientifica del
lavoro. Essa viene definita dal suo inventore/ideatore teorico una rivoluzione del rapporto
macchina-metodo di lavoro per ottenere una massima resa produttiva. Frederik Taylor fu
l’ideatore di questa organizzazione e nel 1903 pubblicò il libro “Scientific Management” nel
quale spiega la sua metodologia di lavoro. Intende analizzare scientificamente i tempi di lavoro
degli operai nelle varie fabbriche con lo scopo di velocizzarlo e, quindi, aumentare la
produttività ed eliminare/evitare i “tempi morti”. Tutto questo in tre fasi:
- Studio sistematico del lavoro (da parte dei manager)
- Deduzione del tempo standard (tempo medio dedicato ad una singola operazione) →
tutti gli operai devono lavorare entro questo tempo standard
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-
Fissazione dei ritmi di lavoro secondo il tempo standard
La miglior produzione avviene quando un operaio è affidato ad un lavoro specifico che svolge in
un determinato tempo e in un determinato modo.
Henry Ford, the self-maid-man americano diventerà il più grande industriale automobilistico
del tempo. Da una parte applica le idee di Taylor utilizzando nelle sue fabbriche la catena di
montaggio (ogni operaio è specializzato in qualcosa) dal 1913, che permette di produrre auto
di serie, molto popolari e poco costose. Grazie a Ford ogni famiglia americana poteva
procurarsi una macchina anche perché introdusse il pagamento a rate. La sua idea venne
utilizzata anche in altri paesi (in Germania venne costruita la Volkswagen, ossia la macchina
del popolo). Utilizzò l’idea di Taylor ma in maniere più umana, perché manteneva basse le ore
di lavoro (più tempo libero) e perché avevano un altissimo salario (cinque volte in più rispetto
ad altri operai). Così facendo evitò rivolte operaie e contrasti coi sindacati. In altri casi il
sindacato americano fu piuttosto duro con i grandi industriali, ma questo non avvenne con
Ford.
Viene utilizzato l’orologio marcatempo (oggetto che serviva a contare le ore di ogni operaio, il
quale marcava arrivo e partenza). Un secondo simbolo che evita i “tempi morti” è la donna del
caffè, per fare in modo, soprattutto negli uffici, che i lavoratori potessero bere e mangiare
senza alzarsi dalla scrivania. In Europa c’è una scarsa partecipazione politica dei lavoratori per
i seguenti motivi:
- “Paternalismo” statale
- Crisi delle organizzazioni operaie
PATERNALISMO STATALE
È ben
-
rappresentato dalla Germania (1860-1890) e si manifesta nei tre seguenti modi:
Tutela dei lavoratori da parte dello Stato
Assicurazioni obbligatorie (infortuni, malattie)
Tempo libero (associazioni sportive, corali, circoli letterali, …)
CRISI DELLE ORGANIZZAZIONI OPERAIE
Sindacati
Crisi delle organizzazioni
operaie
Partiti
0) Concorrenza del
paternalismo statale
1) Scarsa adesione del
terziario impiegatizio (piccola
borghesia)
2) Socialismo riformista e
adesione al sentimento
nazionale
3) Crisi dell’internazionale
socialista
1. In questo periodo c’è una crescita del terziario, composta dalla piccola borghesia
(colletti bianchi), spesso conservatori che non partecipano e non aderiscono alle nuove
idee.
2. Gli unici partiti della sinistra sono i socialisti, esiste anche qualche anarchico ma viene
isolato. All’interno della grande famiglia socialista ci sono due correnti: maggioritaria
(che tende per motivi politici ad avere punti di riferimento verso la parte moderata del
socialismo, non verso quella vivace) e minoritaria (che, viceversa, è più vivace ed
estremista e darà origine ai partiti comunisti). Prevale la corrente maggioritaria che si
avvicina più di tutte alla piccola borghesia. Con l’arrivo della 1° guerra mondiale la
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sinistra si avvicina alla piccola borghesia per combattere il nemico.
3. È l’organismo fondato da Marx che doveva riunire tutti i partiti politici di sinistra; la
prima seduta internazionale funziona dal 1864 al 1876, ma gli estremisti vengono
eliminati e il nucleo più importante è quello socialista. Nel 1889 si apre la seconda
seduta a Basilea e si chiude nel 1914 (divisione tra riformista e progressisti, prevalendo
i riformisti); la terza internazionale (comintern) apre nel 1918 e chiude con la 2° guerra
mondiale; la quarta e ultima sarà della destalinizzazione che apre nel 1946 con la
dichiarazione degli errori di Stalin, terminando nel 1991 (caduta dell’unione sovietica)
anche se si può dire che ha inizio con la destalinizzazione (1956) perché Stalin, prima,
non riusciva a domarla.
C’è un campo, nella fine dell’800 e l’inizio del ‘900, in cui la sinistra ottiene dei risultati: il
suffragio femminile. Attraverso le loro rappresentanti (soprattutto nel mondo anglofono)
iniziano ad ottenere dei risultati sempre maggiori. Il primo stato che concede il 1° suffragio
femminile è la Finlandia nel 1907, seguita dalle altre nazioni soprattutto nella 1° parte del
‘900.
Situazione politica nel periodo dell’imperialismo
-
nazionalismo
sciovinismo
razzismo
Il nazionalismo è una ricerca della potenza economica della superiorità politico-militare di uno
stato anche a danno di nazioni a uguale livello di civiltà.
Otto Von Bismark fu cancelliere della Germania nella seconda parte dell’800 ma abbandonerà
le cariche politiche e si ritirerà in campagna (grande proprietario terriero). Bismark e la sua
Germania sono l’espressione del nazionalismo, una grande potenza politica.
Prima dell’unificazione, la Germania era un insieme di staterelli di varie dimensioni (circa 200)
ed erano indipendenti. I più grandi erano l’Impero austriaco e il Regno di Prussia. C’era stato
un tentativo di unificazione ma di tipo economico (Zollverein).
Più tardi la Prussia inizia la sua impresa di aggregazione e di imperialismo, a tappe, con le tre
campagne militari (volute da Bismark):
- La prima campagna fu nel 1864, contro la Danimarca (tre anni dopo l’elezioni di
cancelliere di Bismark).
- Nel 1866 Birsmark ripete l’esperienza ma contro l’avversario diretto, per il predominio
degli Stati Tedeschi: l’Austria. La Prussia ha un alleato nell’Italia (che ottiene il Trentino
e l’alto Adige).
- Avendo ottenuto buoni risultati ora vuole dimostrare il potere in grande, scegliendo un
nemico importante: l’impero di Francia (gestita/governata da Napoleone III, nipote di
Napoleone). La guerra franco-prussiana fu vinta dalla Prussia. Parigi viene assediata,
Bismark fa incoronare il sovrano di Prussia come imperatore di Germania (Kaiser) a
Versailles (2° Reich).
Congressi di Berlino
Real Politik (RP)
Sistema delle alleanze
1878 (questione balcanica)
1885 (spartizione dell’Africa)
Dei tre imperatori (18731879)
Triplice alleanza (18821914): Kaiser, imperatore
d’Austria, Italia
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Il problema balcanico è causato dall’impero ottomano che si sposta verso occidente, perdendo
qualche confine orientale. Tutto cioò provoca dei mutamenti a livello culturale e di mentalità e
dura più o meno 200-300 anni, ma questo, prima dell’800.
Con l’arrivo dell’800, l’Europa inizia una politica imperialista. Il nazionalismo è un elemento
fondamentale per la politica imperialista. Sfruttando la debolezza momentanea ottomana le
viene sottratta inizialmente la Grecia (ca. 1820), più tardi anche altre zone si staccano
dall’impero ottomano diventa inizialmente indipendente, ma poi viene assorbita dall’impero
Austro-ungarico.
Nonostante la liberazione dall’impero ottomano, la parte meridionale rimane musulmana, al
contrario di quella settentrionale viene dominata dalla religione ortodossa e slava. Da qui si
iniziano a percepire i primi contrasti.
La parte settentrionale (slava) ha un grande riferimento politico: la Russia (non “affetta” da
panslavismo=unione di tutte le popolazioni slave). La Russia auspicava a controllare quella
regione per avere uno sbocco sul mediterraneo. Contando molto su questa protezione, alcuni
di questi stati iniziano una politica supernazionalista. La Serbia cerca addirittura di
predominare sugli altri stati. Negli ultimi anni del XIX e nei primi anni del XX secolo la Serbia
cerca di avvalersi dei balcani, dichiarando guerra prima alla Turchia (1912) per il Montenegro
(non ancora indipendente), poi alla Bulgaria (1913, per motivi territoriali) e poi all’AustriaUngheria (1914).
Lo sciovinismo è il nazionalismo esasperato. Nonostante l’estremo “amore” per la propria
nazione, lo sciovinismo non comporta alcun “rischio” per le nazioni straniere. Lo sciovinismo
può però degenerare in razzismo; amore sviscerato per la proprio patria che porta odio verso
gli altri. Il termine sciovinismo deriva dal nome Chauvin.
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COLONIALISMO
Il colonialismo è un elemento importante dell’imperialismo. È caratterizzato da molte situazioni
e condizioni, evidenziate bene da alcuni storici e politologi, soprattutto Lenin (vedi II def di
imperialismo), Obson Thomas (nel suo testo del 1902 fa un analisi completa e precisa del
sistema coloniale della sua nazione) e Sean Peter.
Il colonialismo del XIX e XX secolo
Economici
Politici e militari
Motivi del
colonialismo
Ideologici
1) Esportazione di
merci e capitali in
eccedenza nei paesi
europei
2) Ricerca delle
materie prime
3) Competizione
nazionalista estesa ai
paesi di “civiltà”
inferiore
4) Religiosi: la
superiorità del
cristianesimo
5) Psicologici
Scientifici (solo di
facciata)
Positivi: il “mal
d’Africa”: esotismo
Negativi: il razzismo
6) Le esplorazioni
geografiche
1) Nel 1900 l’India era sottoforma o di colonia o di protettorato e sostanzialmente
appartiene tutta all’Inghilterra. Conteneva una potente e importante industria tessile
(cotone con colori e tinte vivaci). Con la conquista inglese dell’India però, l’Inghilterra
cancella l’industria tessile. Gli inglesi impongono loro di continuare la produzione di
cotone ma per l’industria inglese. Gli indiani sono poi costretti a ricomprare i tessuti
inglesi, fatti col loro cotone.
La regione della Birmania era in competizione con la Cina come consumatori di Oppio.
L’Inghilterra favoriva la produzione di Oppio nella Birmania, Nepal, ecc. e lo rivendeva
in Cina. Nel 1839 il governo cinese vieta l’importazione di oppio e sequestra le partite.
Allora gli inglesi inviano le loro truppe che li convincono a ristabilire il commercio
(guerra dell’oppio 1839-1842). Nel 1896 il governo cinese si ri-oppone al commercio
oppiaceo, di nuovo, l’esercito inglese (più potente) vince e ri-impone loro il commercio
(seconda guerra dell’oppio 1896-1897) occupando per sicurezza Hong-Kong con un
contratto secolare (colonia inglese).
2) Le colonie servivano anche come fonte di materie prima. Già gli esploratori inviati con
delle motivazioni geografiche si interessavano a questi nuovi prodotti (vedi “le ricchezze
dell’Africa…”). Si parla soprattutto di cotone (industria tessile), indaco (colore blu),
ricino (per oliare le macchine tessili). Questi tre prodotti sono la base dell’industria
tessile inglese.
3) In Asia e in Oceania intervengono gli Stati Uniti e il Giappone come colonionisti. Il
colonialismo delle nazioni europee, invece, comprende più nazioni per la conquista
coloniale, che si svolge in due sistemi, per creare due tipi di colonie:
- colonie
- protettorati
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Entrambi sono occupati dalle nazioni occidentali. Le colonie sono amministrate
direttamente dal paese colonizzatore che invia burocrati, rappresentanti e soldati. I
protettorati invece, sono occupati anch’essi, ma la burocrazia e le autorità rimangono
indigene. Ciononostante l’esercito cambia, poiché i protettorati vengono protetti dal
paese colonizzatore. I protettorati c’erano dove la zona aveva un certo grado di civiltà
(come l’Egitto, che era un protettorato inglese, il Sud Africa, un protettorato olandese e
parte dell’India). Le colonie erano invece quelle zone dove la civiltà era di grado zero. I
francesi avevano quasi solo colonie. Nel 1885, con il II congresso di Berlino, viene
decisa la spartizione dell’Africa (vedi cartina). Le grandi nazioni europee partecipano
alla “corsa per l’Africa”. In Africa rimangono due sole zone indipendenti: a est l’Etiopia
(che perderà l’indipendenza nel 1935) e a ovest la Liberia (rimarrà sempre
indipendente).
La colonizzazione africana non è casuale, è sostanzialmente divisa in modo verticale. La
maggior parte delle colonie francesi si trovano ad ovest, a est invece quelle inglesi.
Malgrado la divisione verticale, gli stati pretendono di avere qualche zona anche
dall’altro lato (la Francia ha il Madagascar, l’Inghilterra prende la Nigeria e altri
piccolissimi territori). Le due nazioni che predominano sono l’Inghilterra e la Francia,
per quel che riguarda le colonie asiatiche.
4) Riguarda ancora il tempo spagnolo, con l’idea che fossero gli uomini bianchi a portare e
trasmettere la loro religione nelle colonie. Ciononostante questo aspetto non era
importantissimo, o perlomeno, l’obbiettivo non era quello: già che c’erano ci provavano,
ma senza troppi sforzi.
5) Si tratta di portare la civiltà dell’uomo bianco nelle colonie o di imparare qualcosa di
costruttivo da importare. Ma queste imposizioni fanno nascere il razzismo (vedi fogli).